26 maggio 2007

Velivoli senza piloti: basi segrete in Italia


I Global Hawk sono i velivoli teleguidati protagonisti delle operazioni di guerra più efferate in Afghanistan e Iraq. L’US Air Force sta installando in gran segreto il maggiore Centro operativo di questi strumenti di morte in una base europea. Alcuni indizi lasciano pensare che potrebbe essere l’Italia il paese prescelto. A Sigonella arriveranno di sicuro i Global Hawk della Marina Usa. E forse pure il Comando del nuovo sistema di sorveglianza terrestre (AGS) della Nato. Ma il governo italiano non ne sa nulla?
In Italia la base dei velivoli senza pilota delle forze armate Usa?

Sono l’emblema di quanto siano disumane le guerre contemporanee. Spiano il fronte “nemico”, individuano gli obiettivi e infine dirigono l’attacco. Gli aerei senza pilota a bordo, teleguidati, sono strumenti di morte supersofisticati, l’ultima frontiera di una tecnologia che ha reso l’uomo-militare del tutto virtuale. Di orribilmente reale solo le vittime, quasi sempre civili, donne, vecchi, bambini, meri “effetti collaterali” per la terminologia degli strateghi.

Uno di questi “Unmanned Aerial Vehicle - UAV” (aerei senza pilota) è il Global Hawk, progettato e prodotto dalla Northrop Grumman, tra le principali aziende del complesso militare industriale statunitense. Dal 2001, l’US Air Force, l’aeronautica militare degli Stati Uniti, lo ha impiegato per oltre 6.000 ore di volo in decine e decine di missioni in Afghanistan e Iraq. Il suo apporto alle strategie di guerra permanente è determinante. Al punto che il “Defense Authorization Bill” approvato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2001, ha posto l’obiettivo prioritario che entro un decennio un terzo della flotta da combattimento del Pentagono venga costituito da velivoli teleguidati.

Con un peso di 13 tonnellate, il Global Hawk può volare a circa 600 chilometri all’ora a quote di oltre 20.000 metri; preposto alla “sorveglianza, alla perlustrazione di vaste aree geografiche a all’attacco”, il velivolo è in grado di scannare un'area di 103,600 chilometri quadrati grazie ad un potentissimo radar e all’utilizzo di telecamere sintonizzate a bande infrarosse e visuali. Le immagini registrate vengono poi trasmesse per via satellitare ai comandi terrestri. L’autonomia di volo di questo aereo senza pilota è invidiabile: può operare per 36 ore consecutive con un solo pieno di carburante. La sua rotta è fissata da mappe predeterminate, un po’ come accade con i missili da crociera Cruise, ma gli operatori da terra possono cambiare le missioni in qualsiasi momento.

Il 2007 è un anno chiave per la localizzazione geostrategica delle principali basi operative dei Global Hawk. Tanto che il Dipartimento della Difesa dedica al tema uno dei pochi capitoli “classificati” del bilancio annuale. Tra i principali progetti d’investimento di Eucom, il Comando degli Stati Uniti che sovrintende a tutte le operazioni militari in un’area che si estende dall’Oceano Atlantico al Golfo Persico (Africa compresa), c’è una voce dedicata al “Global Hawk Aircraft Maintenance & Operations Complex”, il centro operativo e di manutenzione dei nuovi velivoli senza pilota. Per Washington il programma è così rilevante che ne viene mantenuto segreto il costo come segretissimo il paese europeo prescelto per l’installazione del complesso. Di certo è solo il coordinamento del progetto, attribuito direttamente all’ACC - Air Combat Command, il Comando per la guerra aerea dell’aeronautica. Il Global Hawk Aircraft Maintenance Complex compare nella lista dei “progetti di edilizia militare” consegnata alla Commissione difesa del Senato Usa dal Comandante supremo di Eucom, generale James L. Jones, il 7 marzo 2006. Nella stessa lista fanno bella mostra di sé il programma di raddoppio della base di Vicenza (aeroporto Dal Molin) e quello di ampliamento dei sistemi C4 di Sigonella.

Per le caratteristiche e le funzioni del Global Hawh e per il fatto che proprio di recente questo velivolo teleguidato è stato scelto dalla Marina statunitense per integrare i sistemi di sorveglianza marittima è possibile supporre che potrebbe essere proprio una delle basi Usa presenti sul territorio italiano ad ospitare il supersegreto centro operativo UAV. In “pole position” la stazione aeronavale di Sigonella in Sicilia. Vediamo perché.

Washington: “Sono 5 le basi destinate ai Global Hawk della US Navy”

L’utilizzo nei teatri di guerra dei velivoli teleguidati è ritenuto insostituibile non solo nei piani dell’Aeronautica ma anche in quelli della Marina degli Stati Uniti. Dopo l’11 settembre i comandi militari hanno dato priorità allo sviluppo degli aerei senza pilota per le operazioni di intelligence, sorveglianza e riconoscimento “specie nelle regioni marittime”, come specificato dal Dipartimento della Difesa. In particolare la Us Navy e la Coast Guard hanno richiesto un maggiore contributo di mezzi per il pattugliamento delle coste degli Stati Uniti, del Golfo Persico e di altre regioni marittime (principalmente l’Africa Occidentale e il Golfo di Guinea). Nel 2004 uno speciale comitato tecnico della Marina ha deciso di avviare il programma di acquisizione del sistema UAV; la pressione esercitata dai vertici dell’US Air Force ha poi convinto la US Navy ad affidarsi ai Global Hawk della Northrop Grumman già operativi con le forze aeree. L’anno successivo sono stati effettuati i primi test di volo presso la Patuxent River Naval Air Station di due velivoli RQ-4A Global Hawk in funzione di pattugliamento delle coste e dell’oceano aperto. Nell’agosto 2005 la Marina ha schierato l’aereo senza pilota a supporto delle esercitazioni “JASEZ” condotte dall’USS Kitty Hawk (CV 63) Carrier Strike Group nel Pacifico occidentale. Quattro mesi dopo il secondo impegno operativo dei micidiali strumenti di guerra con l’esercitazione “Trident Warrior” svoltasi nelle coste della Virginia. Da quel momento il Global Hawk è entrato a far parte dei reparti di volo della US Navy.

“Circa 40 velivoli UAV saranno dislocati in cinque siti: Kaneohe, Hawaii; Jacksonville, Florida; Sigonella, Italia; Diego Garcia, Oceano Indiano, e Kadena, Okinawa per assicurare la sorveglianza marittima in qualsiasi parte del mondo”, è quanto dichiarato nell’ottobre 2005 da Dyke Weatherington (sottosegretario alla difesa con delega all’acquisizione di nuove tecnologie ed alla logistica) al National Defense Magazine, tra le più accreditate riviste militari Usa. L’aereo teleguidato dovrà supportare in una prima fase il pattugliatore P-3C Orion e successivamente il P-8 Maritime Multi-Mission Aircraft (MMA), il nuovo velivolo 737 della McDonnell Douglas- Boeing Co. destinato a sostituire entro un decennio l’Orion nella guerra contro i sottomarini e le unità navali di superficie e nelle attività di intelligence, sorveglianza e riconoscimento. Ovviamente anche i nuovi P-8 MMA sono destinati alle basi Usa in cui proliferano le richieste d’intervento aeronavale. È sempre il dipartimento della marina a fornire un primo elenco: Souda Bay, Grecia; Masirah, Oman; Diego Garcia (Oceano indiano); Keflavik, Islanda; Roosevelt Roads, P.R. e l’immancabile Sigonella, vera e propria base “hub” per i reparti di volo della US Navy e dell’Air Force nel Mediterraneo. Del resto Sigonella è la sede fissa del 25° Squadrone Antisommergibile VP-25 dotato di 12 aerei P-3 Orion e del “Tactical Support Center” il Centro di Supporto tattico che coordina le operazioni di pattugliamento della marina Usa e dei velivoli Nato.

Qualche difficoltà ai piani del Pentagono è però a causa del costo spropositato del Global Hawk. Secondo il Government Accountability Office (GAO), il ramo del congresso che svolge funzioni assimilabili alla Corte dei conti italiana, il programma UAV sarebbe passato dai 5,4 miliardi di dollari stimati nel 2001 agli attuali 6,6. Ciò ha comportato un certo dilazionamento dei tempi d’installazione dei velivoli ordinati dalla Marina: dall’anno 2008 si è finiti al 2013. La stessa Aeronautica è stata costretta a ridimensionare il primo lotto di produzione a soli cinque esemplari contro i venti previsti inizialmente.

Per ridurre le spese del sistema UAV, la Marina ha pensato bene di promuovere il velivolo teleguidato presso i propri alleati internazionali. L’ufficio di servizio ai programmi internazionali diretto dall’ammiraglio Mark R. Milliken, ha sottoscritto ad oggi ben otto accordi bilaterali con altrettanti partner Nato per lo sviluppo congiunto dei Global Hawk. I nomi dei paesi non sono stati forniti. E se ci fosse ancora di mezzo l’Italia?

Sigonella in gara per il Comando del sistema di sorveglianza terrestre della Nato

In Spagna è uno dei temi che più divide le forze politiche che sostengono il governo Zapatero. Si tratta della possibilità che l’aeroporto della città di Zaragoza venga prescelto per ospitare il Centro di comando e controllo del costituendo sistema di vigilanza AGS - Alliance Ground Surveillance (sorveglianza alleata terrestre), costo stimato quattro milioni di euro, il più alto mai previsto per i programmi dell’Alleanza Atlantica.

L’ipotesi di realizzare in Spagna il centro che dovrà processare tutte le informazioni raccolte dai velivoli radar Nato fu rivelata il 26 giugno 2006 dal quotidiano “El Paìs”. Citando “fonti del ministero della difesa spagnolo”, il quotidiano aggiungeva che per sponsorizzare in ambito alleato la candidatura di Zaragoza per il centro AGS, il ministro José Antonio Alonso si era recato a Parigi per incontrare l’allora responsabile francese della difesa Michèle Alliot-Marie. Sempre secondo “El Paìs”, un’accreditata competitrice rischiava di privare la Spagna del comando AGS: la base siciliana di Sigonella. La notizia – mai ripresa da nessuna testata italiana, né confermata e né smentita dal governo Prodi – dava invece fuoco alle proteste del movimento pacifista, delle organizzazioni politiche di estrema sinistra e della stessa Cortes d’Aragona (regione di cui Zaragoza è capoluogo) che il 29 giugno 2006 respingeva a maggioranza il progetto militare.

Della localizzazione del comando AGS si sarebbe pure parlato al vertice alleato di Riga (Lettonia) del novembre 2006 e stando alla Nato la decisione potrebbe essere formalizzata già nel luglio 2007. La stampa tedesca ha recentemente pubblicato una lista delle opzioni in gioco che conferma le anticipazioni di “El Paìs”: Zaragoza e Sigonella le basi più accreditate, con a ruota Geilenkirchen (Germania) e Powidz (Polonia).

Il nucleo vitale del sistema AGS che avrà come target qualsiasi paese considerato un nemico “reale” o “potenziale”, sarà costituito anche stavolta dall’uso di aerei radar con e senza pilota, satelliti e sofisticati sistemi di telecomunicazione. Fonti Nato hanno confermato che si prevede di utilizzare gli aerei europei Airbus 321 e gli statunitensi Global Hawk. Essi affiancheranno la flotta AWACS entrata in funzione nel 1984 per l’allerta e il controllo aerotrasportato, la stessa che ha tra le proprie “principali basi operative” un altro scalo aeroportuale siciliano, quello di Trapani-Birgi.

“L’inclusione dei velivoli UAV – afferma l’alto Comando Nato di Bruxelles in una nota dello scorso 12 aprile – darà maggiore flessibilità ai sistemi AGS in ogni scenario che potrà verificarsi durante le operazioni di pre-crisi e di crisi vera e propria. Sia i velivoli con equipaggio che quelli senza, saranno dotati di un sensore radar Transatlantic Cooperative AGS (TCAR)”. Il nuovo sistema di vigilanza è così destinato a divenire lo strumento fondamentale d’intelligence per gli interventi della Forza di Risposta Nato (NRF) già attivata per intervenire in qualsiasi teatro internazionale. Sino a quando non sarà del tutto pronto l’AGS, sarà il sistema “Joint Surveillance and Target Attack Radar System (JSTARS)” dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti a supportare le operazioni della NRF. L’enorme business del sistema AGS sarà appannaggio del consorzio internazionale “Transatlantic Industrial Partnership for Surveillance (TIPS)”, costituito ad hoc da European Aeronautic Defence and Space Company (EADS), Galileo Avionica, General Dynamics Canada, Indra, Northrop Grumman e Thales.

Anche stavolta, come già accaduto con Vicenza e lo Scudo stellare, il governo Prodi ha omesso di comunicare al parlamento la sottoscrizione di progetti che impegnano economicamente il nostro paese, dando un’ulteriore accelerazione ai processi di militarizzazione del territorio. Al peggio, si sa, non c’è mai fine.
Antonio Mazzeo

Commento ad articolo precedente

Il commento è molto lungo ed articolato, quindi ho pensato di dargli più visibilità.

READ THE FOLLOWING PASSAGES FROM THE BIBLE AS IT HAS IMPLICATIONS ON THE WAR AGAINST TERROR/ISLAM and the claim of Israel that god gave them the land. If the child is an infant than the Judeo-Christian version becomes null and void and we are wasting our time and resources i.e. we could save trillions of dollars and create a more peaceful world rather than fighting against Islam the religion of Abraham, Moses, Jesus and Muhammad (peace be upon them all).

The COVENANT with Abraham and his DESCENDANTS is central to JUDAISM/CHRISTIANITY/ISLAM.

Please note this is not a competition between faiths but an attempt to decipher fact from fiction.

Genesis 21:14 Contemporary English version se below link


http://www.biblegateway.com/passage/?search=GENESIS%2021;&version=46;

Early the next morning Abraham gave Hagar an animal skin full of water and some bread. Then he put the boy on her shoulder and sent them away.

GENESIS 16:16
And Hagar bore Abram a son; and Abram called the name of his son, whom Hagar bore, Ish’mael. Abram was eighty-six years old when Hagar bore Ish’mael to Abram.

GENESIS 21:5
Abraham was a hundred years old when his son Isaac was born to him.

At Genesis 22 Abraham had only 2 sons others came later. The Quran mentions that it was Ishmael that was sacrificed hence the reference in genesis 22:2 your only son can only mean someone has substituted Ishmael names for Isaac!!

BY DOING SOME KINDERGARTEN ARITHMATIC USING ARABIC NUMBERS (1,2,3,4,5,6,7,8,9,10)
NOT ROMAN NUMERALS (I, II, III,IV,V,VI,VII,VIII,IX,X) NB no concept of zero in roman numerals.

100 years old – 86 years old = 14 ADD 3 YEARS FOR ISSAC’S WEANING

THAT WOULD MAKE ISHMAEL 17 YEARS OLD IN GENESIS 21:14-21
BUT IT IS A DESCRIPTION OF AN INFANT.

Carefully read several times the above passage and then tell me the mental picture you get between the mother child interactions what is the age of the child. If the mental picture is that of a 17 year old child being carried on the shoulder of his mother, being physically placed in the bush, crying like a baby, mother having to give him water to drink, than the Islamic viewpoint is null and void. Why is there no verbal communications between mother and (17 YEAR OLD) child?

GENESIS: 21:14 - 21
So Abraham rose early in the morning, and took bread and a skin of water, and gave it to Hagar, putting it on her shoulder, along with the (17 YEAR OLD) child, and sent her away. And she departed, and wandered in the wilderness of Beer-Sheba. When the water in the skin was gone, she cast the (17 YEAR OLD) child under one of the bushes. Then she went, and sat down over against him a good way off, about the distance of a bowshot; for she said, “Let me not look upon the death of the (17 YEAR OLD) child.” And as she sat over against him, the (17 YEAR OLD) child lifted up his voice and wept. And God heard the voice of the (17 YEAR OLD) lad; and the angel of God called to Hagar from heaven, and said to her, “What troubles you, Hagar? Fear not; for God has heard the voice of the (17 YEAR OLD) lad where he is. Arise, lift up the (17 YEAR OLD) lad, and hold him fast with your hand; for I will make him a great nation.” Then God opened her eyes, and she saw a well of water; and she went, and filled the skin with water, and gave the (17 YEAR OLD) lad a drink. And God was with the (17 YEAR OLD) lad, and he grew up; he lived in the wilderness, and became an expert with the bow. He lived in the wilderness of Paran; and his mother took a wife for him from the land of Egypt.


The age of Ishmael at this stage is crucial to the Abrahamic faiths. If he is 17 than the JUDEO/CHRISTIAN point of view about the Abrahamic covenant is correct. This has devastating theological consequences of unimaginable proportions.

This makes the conflict between Ishmael and Isaac and there descendants a work of fiction. I would strongly suggest it is clear cut case of racial discrimination and nothing to do with god almighty. The scribes have deliberately tried to make Isaac the only son and legitimate heir to the throne of Abraham??

Please can you rationally explain this anomaly?

I have asked many persons including my nephews and nieces - unbiased minds with no religious backgrounds but with reasonable command of the English language about this passage and they all agree that the child in the passage is an infant.
AS THE DESCRIPTION OF ISHMAEL IN GENESIS 21:14-21 IS THAT OF AN INFANT IT CAN BE ASSUMED SOMEONE HAS MOVED THIS PASSAGE FROM AN EARLIER PART OF SCRIPTURE!!! AND HAVE GOT THERE KNICKERS IN A TWIST.

For background info on the future religion of mankind see the following websites:

http://www.islamicity.com/Mosque/Muhammad_Bible.HTM

(MUHAMMAD IN THE BIBLE)

http://bible.islamicweb.com/

http://www.islamicity.com/

http://www.islamonline.net/english/index.shtml

http://www.islamalways.com/

http://ifamericansknew.com/

http://www.witness-pioneer.org/vil/Books/MB_BQS/default.htm

(BIBLE, QURAN and SCIENCE)

http://www.informationclearinghouse.info/

ANTI-WAR

http://www.harunyahya.com/
(EVOLUTION DECEIPT)

http://www.barnabas.net/

http:/www.answering-christianity.com/ac.htm


HOLY QURAN CHAPTER 37 verses 101 - 122


101. So We gave him the good news of a boy ready to suffer and forbear.


102. Then, when (the son) reached (the age of) (serious) work with him, he said: "O my son! I see in vision that I offer thee in sacrifice: Now see what is thy view!" (The son) said: "O my father! Do as thou art commanded: thou will find me, if Allah so wills one practising Patience and Constancy!"

103. So when they had both submitted their wills (to Allah., and he had laid him prostrate on his forehead (for sacrifice),

104. We called out to him "O Abraham!

105. "Thou hast already fulfilled the vision!" - thus indeed do We reward those who do right.

106. For this was obviously a trial-

107. And We ransomed him with a momentous sacrifice:

108. And We left (this blessing) for him among generations (to come) in later times:

109. "Peace and salutation to Abraham!"

110. Thus indeed do We reward those who do right.

111. For he was one of our believing Servants.

112. And We gave him the good news of Isaac - a prophet,- one of the Righteous.

113. We blessed him and Isaac: but of their progeny are (some) that do right, and (some) that obviously do wrong, to their own souls.

114. Again (of old) We bestowed Our favour on Moses and Aaron,

115. And We delivered them and their people from (their) Great Calamity;

116. And We helped them, so they overcame (their troubles);

117. And We gave them the Book which helps to make things clear;

118. And We guided them to the Straight Way.

119. And We left (this blessing) for them among generations (to come) in later times:

120. "Peace and salutation to Moses and Aaron!"

121. Thus indeed do We reward those who do right.

122. For they were two of our believing Servants.



ISHMAEL IS THE FIRST BORN AND GOOD NEWS OF ISSAC DOES NOT APPEAR UNTIL AFTER THE SACRIFICE?????
Therefore the claim that god gave the land to Israel is destroyed without the need of any WMD’s.
HADITH

Volume 4, Book 55, Number 583:

Narrated Ibn Abbas:

The first lady to use a girdle was the mother of Ishmael. She used a girdle so that she might hide her tracks from Sarah. Abraham brought her and her son Ishmael while she was suckling him, to a place near the Ka'ba under a tree on the spot of Zam-zam, at the highest place in the mosque. During those days there was nobody in Mecca, nor was there any water So he made them sit over there and placed near them a leather bag containing some dates, and a small water-skin containing some water, and set out homeward. Ishmael's mother followed him saying, "O Abraham! Where are you going, leaving us in this valley where there is no person whose company we may enjoy, nor is there anything (to enjoy)?" She repeated that to him many times, but he did not look back at her Then she asked him, "Has Allah ordered you to do so?" He said, "Yes." She said, "Then He will not neglect us," and returned while Abraham proceeded onwards, and on reaching the Thaniya where they could not see him, he faced the Ka'ba, and raising both hands, invoked Allah saying the following prayers:
'O our Lord! I have made some of my offspring dwell in a valley without cultivation, by Your Sacred House (Kaba at Mecca) in order, O our Lord, that they may offer prayer perfectly. So fill some hearts among men with love towards them, and (O Allah) provide them with fruits, so that they may give thanks.' (14.37) Ishmael's mother went on suckling Ishmael and drinking from the water (she had).
When the water in the water-skin had all been used up, she became thirsty and her child also became thirsty. She started looking at him (i.e. Ishmael) tossing in agony; She left him, for she could not endure looking at him, and found that the mountain of Safa was the nearest mountain to her on that land. She stood on it and started looking at the valley keenly so that she might see somebody, but she could not see anybody. Then she descended from Safa and when she reached the valley, she tucked up her robe and ran in the valley like a person in distress and trouble, till she crossed the valley and reached the Marwa mountain where she stood and started looking, expecting to see somebody, but she could not see anybody. She repeated that (running between Safa and Marwa) seven times."
The Prophet said, "This is the source of the tradition of the walking of people between them (i.e. Safa and Marwa). When she reached the Marwa (for the last time) she heard a voice and she asked herself to be quiet and listened attentively. She heard the voice again and said, 'O, (whoever you may be)! You have made me hear your voice; have you got something to help me?" And behold! She saw an angel at the place of Zam-zam, digging the earth with his heel (or his wing), till water flowed from that place. She started to make something like a basin around it, using her hand in this way, and started filling her water-skin with water with her hands, and the water was flowing out after she had scooped some of it."
The Prophet added, "May Allah bestow Mercy on Ishmael's mother! Had she let the Zam-zam (flow without trying to control it) (or had she not scooped from that water) (to fill her water-skin), Zam-zam would have been a stream flowing on the surface of the earth." The Prophet further added, "Then she drank (water) and suckled her child. The angel said to her, 'Don't be afraid of being neglected, for this is the House of Allah which will be built by this boy and his father, and Allah never neglects His people.' The House (i.e. Kaba) at that time was on a high place resembling a hillock, and when torrents came, they flowed to its right and left. She lived in that way till some people from the tribe of Jurhum or a family from Jurhum passed by her and her child, as they (i.e. the Jurhum people) were coming through the way of Kada'. They landed in the lower part of Mecca where they saw a bird that had the habit of flying around water and not leaving it. They said, 'This bird must be flying around water, though we know that there is no water in this valley.' They sent one or two messengers who discovered the source of water, and returned to inform them of the water. So, they all came (towards the water)." The Prophet added, "Ishmael's mother was sitting near the water. They asked her, 'Do you allow us to stay with you?" She replied, 'Yes, but you will have no right to possess the water.' They agreed to that." The Prophet further said, "Ishmael's mother was pleased with the whole situation as she used to love to enjoy the company of the people. So, they settled there, and later on they sent for their families who came and settled with them so that some families became permanent residents there. The child (i.e. Ishmael) grew up and learnt Arabic from them and (his virtues) caused them to love and admire him as he grew up, and when he reached the age of puberty they made him marry a woman from amongst them.

25 maggio 2007

Cheney e Abrams, hanno creato il gruppo Fatah al-Islam


Secondo un personaggio politico libanese ben informato, il gruppo Fatah al-Islam sarebbe stato sostenuto dai sauditi, fino a quando non si è associato ad al-Qaeda. La sua leadership sarebbe composta da una sessantina o più sudditi sauditi, che avrebbero ricevuto l'addestramento militare in Iraq, dove sarebbero entrati clandestinamente attraverso i passi montani.

In una intervista alla televisione CNN andata in onda nella mattinata del 23 maggio il giornalista investigativo Seymour Hersh ha riferito che l'amministrazione Bush ed i sauditi hanno creato e armato l'organizzazione terroristica Fatah al-Islam, grazie a “un accordo tra il vice presidente Dick Cheney, il vice consigliere di sicurezza nazionale Elliot Ambrams ed il principe Bandar bin Sultan, consigliere di sicurezza nazionale saudita”. Scatenare questi radicali sunniti contro gli hezbollah sciiti, e quindi di fatto “contro l'Iran”, ha spiegato Hersh, rientrava nella strategia di Cheney che con l'altra mano manovrava anche il governo di Siniora in Libano, che adesso subisce gli attacchi di questi stessi ultra-radicali.

“Noi siamo impegnati in attività di supporto dei sunniti ovunque questo è possibile, contro la Shi'a ... siamo impegnati nel fomentare ... la violenza settaria”, ha spiegato Hersh, riferendosi alla politica statunitense dettata dalla Casa Bianca di Bush e Cheney. Fatah al-Islam “è un programma segreto al quale abbiamo aderito, insieme ai sauditi, nel contesto di un più vasto programma di fare il possibile per arginare il diffondersi della Shi'a nel mondo, ed adesso semplicemente ci morde il didietro”, ha affermato Hersh.

La fonte libanese in questione, che è stato procuratore generale a Beirut quando è iniziata l'attuale crisi a Tripoli, ha spiegato che alcuni dei dirigenti sauditi della formazione sono stati catturati e interrogati dai libanesi, insieme ad esperti sauditi inviati espressamente. Il leader della formazione, noto come Talhah, sarebbe adesso ricercato dalle forze di sicurezza libanesi che avrebbero individuato alcune sue tracce. L'assedio e l'attacco all'edificio di Tripoli da parte dei militari rientrerebbe nella caccia a Talhah che però alla fine non è risultato in quell'edificio. Il gruppo Fatah al-Islam ha risposto attaccando l'Esercito libanese e dando così vita a tre giorni di scontri cruenti, che si spiegano solo con un errore di valutazione da parte dei militari libanesi sull'effettiva consistenza della formazione ultra-radicale, che si riteneva fosse composta solo da 200 elementi circa.

24 maggio 2007

The King of PARACULI


Paraculo: si dice di persona furba, abile nel fare il proprio interesse senza darlo a vedere. Dizionario Garzanti 2006.
Il paraculismo si manifesta in Italia soprattutto nei momenti di crisi. Quando fischia il vento e si avvicina l’uccello padulo tutti prendono le distanze. Il re dei paraculi ha aperto le danze con una intervista domenica scorsa sul Corriere.
Massimo D’Alema tra una strambata e una paraculata ha affermato:
“ E’ in atto una crisi della credibilità della politica che tornerà a travolgere il Paese con sentimenti come quelli che negli anni ’90 segnarono la fine della prima Repubblica”.
Riformuliamo la stessa frase con altri soggetti:
Papa Ratzinger:
“ E’ in atto una crisi della credibilità della Chiesa che ci travolgerà”
Totò Riina:
“ E’ in atto una crisi della credibilità della mafia che ci travolgerà”
Cesare Geronzi:
“ E’ in atto una crisi della credibilità del sistema bancario che ci travolgerà”
Luciano Moggi:
“ E’ in atto una crisi della credibilità del calcio che ci travolgerà”
Silvio Berlusconi:
“ E’ in atto una crisi della credibilità dell' informazione che ci travolgerà”.

Nessuno di questi signori direbbe una cosa del genere. Hanno una dignità da difendere. Geronzi e Moggi sono quello che sono, ma a certi livelli di paraculismo non sono mai arrivati.
Nella politica e nel giornalismo invece i paraculi sono come le stelle: milioni di milioni. E dopo il nobile discorso di D’Alema sono arrivati tutti, ma proprio tutti alle stesse conclusioni. Napolitano, Scalfari, Sergio Romano, Chiti, Bertinotti, Marini...
Qui siamo all’assurdo. Abbiamo dei politici schizofrenici. Sono giudici e imputati allo stesso tempo, ma con il culo sempre incollato alla poltrona. Chi è il problema ci spiega che c’è un problema.
Prepariamo le monetine. Uno, cento, mille Hotel Raphael!
beppegrillo.it

22 maggio 2007

La fusione Unicredit-Capitalia



La fusione Unicredit-Capitalia?
Tutti i media si buttano a lodarla.
E ad escludere che, questa volta, ci sia entrata la politica.
La verità è - dunque - l’esatto contrario.
Risulta che Profumo non voleva comprare Capitalia, né mettersi con il pregiudicato bancarottiere Geronzi.
Come spiega il Financial Times, «l’acquisizione da 22 miliardi di euro di Capitalia sembra porre a rischio la tendenza (di Profumo) di ridurre l’esposizione ad un solo mercato».
Profumo ha sempre detto di voler «internazionalizzare».
E lo dice ancora, con parecchi soldi in meno.
Anche con il peso morto di Capitalia, «la banca resta internazionale e genererà ancora il 53% dei suoi introiti fuori d’Italia. … Avremmo fatto qualcosa di simile in Germania, ne avessimo avuto la possibilità».
Nessuna esultanza, come si vede.
Insomma Profumo ha dovuto obbedire.
Obtorto collo.
Alla politica.
Quale politica?
Geronzi ha ricevuto piogge di avvisi di garanzia per Parmalat, Cirio, e le mancate comunicazioni a Bankitalia sui crediti in sofferenza dei partiti.
Già, perché Capitalia ha salvato i DS dalla bancarotta.
Ha fatto prestiti a tutti i partiti (tranne ad AN e a Forza Italia), senza uno straccio di garanzie, perché dal potere politico ha sempre ottenuto la garanzia massima: ti salveremo qualunque cosa faccia.
Capitalia ha un capitale inferiore alle sue sofferenze, e Geronzi resta intoccabile.
Come scrive il blog «Finanza e Politica»: «Capitalia è una banca patrimonialmente pessima, per certi aspetti pericolosa, ma possiede tanti sportelli e le partecipazioni in Mediobanca e Generali [ecco, ecco].
E allora ecco il miracolo.
Il prezzo viene gonfiato, i bilanci imbellettati... e il vecchio Geronzi compie il suo capolavoro... porta la sua pessima banca alle nozze con il miglior principe presente sul mercato... così salva definitivamente Capitalia che annacquerà i suoi crediti incagliati con la gestione ottima di Unicredit, e in più si candida a divenire presidente di Mediobanca [Un pregiudicato? Del resto c’è già Ligresti, è il salotto buono o no?].
E allora chapeau a Geronzi che è riuscito a dimostrare che in finanza si possono compiere i miracoli e si fanno volare anche le vacche.
Ancora una volta la politica ha determinato le sorti del mercato e non viceversa».

L’esatto contrario di quel che strillano Il Corriere e Repubblica.
Il regista del salvataggio sembra essere ancora una volta D’Alema (il genio che ha «salvato» Telecom, ricordate), perché deve farsi un suo impero finanziario personale per contrastare l’occupazione di tutti i poteri che Prodi sta realizzando pro domo sua.
Che la fusione sia pro D’Alema, lo dice la rabbia malcelata di Veltroni, che s’è lamentato con Geronzi di aver saputo la cosa dai giornali.
Il tutto si situa nel quadro della lotta di potere in cui i leader della varie «sinistre» si fanno le scarpe l’uno l’altro, dietro le quinte, senza farlo sapere a noi.
Prodi ha lasciato fare, perché quelli si fanno le scarpe sì, ma non poteva negare a D’Alema la «sua» banca, finalmente.
Draghi e Padoa Schioppa ovviamente hanno dato l’assenso: bravi!, strillano i media, tutt’altra pasta che Fazio!
Questa menzogna corale e dura come il cemento ci dovrebbe dire qualcosa: che il sistema dei partiti-sindacati-statali-Confindustria (il blocco dei parassiti miliardari) ha completato il cerchio, il sistema di saccheggio del contribuente e del cittadino.
Si fanno le scarpe a spese nostre.
Un’ascoltatrice chiedeva al giornalista (Stefano Folli di 24 Ore) che cosa migliorerà, per lei correntista, la fusione.
Folli (di 24 Ore che lo paga benissimo) l’ha paternamente rassicurata.
No, non tema nulla.
Mettetevi per un attimo nei panni di un giovane - uno di quei famosi giovani di cui tanto si occupano i politici - che voglia aprire un’aziendina, un laboratorio artigiano.
Lo deve fare perché il lavoro dipendente, semplicemente, non c’è più.
Dunque il nostro giovane apre una cartoleria, un’erboristeria, una palestra di body building.
Appena adempiute alle immense pratiche burocratiche (la Volontà Generale diffida di chi si mette in proprio, vuole punirlo con il controllo burocratico: migliaia di documenti, stato di famiglia, certificato di matrimonio compreso), il nostro giovane deve pagare le tasse a Visco.
Prima ancora di aver venduto il primo flaconcino di erbe.
Prima, cioè, di aver avuto un reddito tassabile, un reddito che può anche mancare (e che manca difatti a due neo-impresine su tre, che colano a picco subito).
Ma non basta.
Il nostro giovane ha bisogno di un capitale, anche piccolo, per cominciare.
Si rivolge alla banca, a chi altro?
Le banche sono qui per questo.
Gli viene concesso un fido: al 18% o anche più.

Unicredito e Capitalia che regalano i soldi ai partiti, che ai depositanti e risparmiatori pagano lo 0%, al ragazzo chiedono il 18%.
E così a tutti gli altri piccoli e piccolissimi bisognosi di capitale: possono prestare quanto vogliono; grazie al credito frazionale i depositi veri si moltiplicano, e su quel denaro creato dal nulla la banca prende il 18-25%.
Ne segue questo piccolo, ridicolo fatto: che il giovane imprenditore alle prime armi, per farcela, deve produrre profitti superiori al 50%, e subito.
Perché il 18-25% se lo prende la banca (e subito; un fido non è un mutuo, non corre a 15 anni, è annuale o semestrale), il resto se lo divora il fisco.
Resta poco, al giovinotto, per mangiare, campare e vestirsi.
Per lui niente autoblù gratis.
Anzi, Visco gli controlla: quante auto ha l’azienda, ossia con costi scaricabili?
Sono troppe, te le dimezzo (è Visco che decide di quante auto ha bisogno una ditta privata).
Il giovane dovrebbe dunque gestire una start-up ad altissima tecnologia e di fulminante successo, come quelle di Sylicon Valley.
Ma lui s’è messo in proprio perché non trova lavoro.
La sua ideuzza e impresina possono funzionare, ma più probabilmente come attività «marginali».
A lui basterebbe poco, per campare.
Se non dovesse pagare l’usuraio Capitalia (18%) e il fisco di Visco (30-45%), ce la farebbe pure, a campare.
Invece no.
Naturalmente, una ovvia misura a favore dei «giovani» sarebbe l’esenzione fiscale per un paio d’anni; lo Stato non ci perde niente, ci perde di più soffocando una ditta su tre nel nido, un colossale mancato introito, uno strangolamento di attività economiche inaudito, che danno lavoro e possono darne in futuro.
Visco lo sa benissimo.
Ma non lo fa.
E perché non lo fa?
Non perché è stupido; non lo fa perchè Visco non presiede alle risorse necessarie al governo del Paese.
Presiede al sistema di saccheggio partitico-sindacale.
Il suo scopo è depredare, mica incentivare l’economia e l’iniziativa privata.
Ora, le banche sono collegate a filo doppio col sistema di saccheggio politico.

Il ragazzo-neo-imprenditore è derubato alla perfezione da tutti i lati: come contribuente, come consumatore (tariffe ENEL e Telecom, le più costose del mondo), come debitore.
Il sistema è chiuso, è perfetto.
E poi D’Alema si permette pure di dire che nel Paese c’è un certo umore contro i politici, insofferenza tipo Mani Pulite.
Ha ragione De Rita del Censis: dice che la faccenda del «tesoretto» è uno «scandalo infernale». Aggiunge: «Gli italiani hanno capito benissimo cosa è successo. Si sono messi a un tavolo Padoa-Schioppa, i tre segretari sindacali, ovviamente Prodi e pochi altri. Questa oligarchia ha creato un inutile aumento di tasse per i propri bisogni: sistemare i precari, accontentare Rifondazione…».
Finalmente uno che usa le parole giuste: una oligarchia (plutocratica e parassitaria) ha strizzato i contribuenti oltre ogni limite per «i propri bisogni».
Non per i bisogni del governo, è ben chiaro.
Non per riasfaltare le strade né per amministrare bene.
Il governo non governa affatto, non governa nulla.
Non fa nemmeno finta.
Quando ha dei problemi (detti «emergenze») li butta sui cittadini, come i napoletani buttano la spazzatura in strada.
Le carceri scoppiano?
Un bell’indulto, decine di migliaia di delinquenti tornano a rapinare e a uccidere i cittadini privati (loro no, hanno le scorte da noi pagate).
Il problema-immigrazione?
Legalizzata per incanto, non esistono più clandestini.
Altre migliaia di zingari rumeni, di criminali maghrebini e venezuelani, ben felici di darsi da fare in un Paese dove la polizia fa paura solo ai deboli, e lo Stato solo agli onesti.
Nei loro Paesi, la polizia porta fucili a pompa e spara con revolver 45.
Qui da noi, da decenni, la polizia ha perso ogni autonomia d’indagine.
Non è più guidata dal prefetto o dal questore, e comandata dal procuratore e dai sostituti.
E’ «polizia giudiziaria» nel senso che, per indagare, deve avere il permesso del magistrato, anzi aspettare che sia il magistrato a ordinare l’indagine.
E come si sa, se qualche agente osa fermare lo zingaro borsaiolo di sua iniziativa, il magistrato si affretta, per ripicca, a liberarlo.

Dopo anni ed anni di questo regime, la polizia italiana non solo ha perso la voglia.
Ha perso la competenza.
Non ha più informatori né metodologia; nemmeno può usare il ceffone, vecchia specialità di certi appuntati e questurini di un tempo, a volte così efficace per far sbollire un violento e arrogante, o parlare un sospetto: parte una denuncia del criminale, e il giudice è ovviamente dalla parte del pregiudicato recidivo, poveretto, che «ha subito violenza».
Il poliziotto rischia grosso, guai giudiziari a cui è esposto senza difesa.
E allora aspetta che sia «il signor giudice» a dirgli cosa fare.
Come affronta dunque le segretissime Triadi?
Le bande venezuelane?
Le bande rumene che ammazzano con la punta dell’ombrello?
Tutta la delinquenza di Paesi estremamente più violenti del nostro, dove la malavita è veramente dura e malvagia, veramente famelica, assassina e organizzata?
Al magistrato non importa nulla.
Anche lui è parte integrale del sistema di saccheggio: butta la spazzatura umana sulla testa dei cittadini e dei contribuenti che lo mantengono.
Non c’è governo in Italia.
Ci sono solo «le spese di governo», decise a tre (coi sindacati) per i «i bisogni» dei politici.
Il tesoretto è già bell’e divorato: per gli aumenti agli statali (al ministero del Tesoro, il premio di efficienza va per contratto integrativo a tutti coloro che sono «presenti»: firmi il cartellino e basta, sei già efficiente e premiato), per i sindacati e per le clientele della sinistra cosiddetta.
Niente grandi opere, niente strade, bisogna accontentare Rifondazione se no abbandona il non-governo.
Bisogna contentare Mastella, perché se no passa al Polo.
Un sacco di spese.
E in cambio, riceviamo spazzatura sulla testa; spazzatura vera come a Napoli (centinaia di addetti appaltanti che hanno altro da fare), nonchè i rifiuti solidi urbani dello zingarame, dei non più clandestini, dei liberati dall'indulto di cui lorsignori «governanti» non vogliono farsi carico (hanno ben altro da fare).
Riceviamo al spazzatura Telecom che è al loro servizio e non al nostro e dunque non mette l’ADSL dove dovrebbe, la spazzatura ENI che ci carica di bollette perché non c’è authority che imponga la chiarezza e la concorrenza.
Paghiamo i costi delle banche-spazzatura, salvate da D’Alema.

Tartassati da tutti i lati, sepolti nella rumenta dello Stato, e pure sospettati di continuo di evasione, da Visco.
Il Visco cui pare sospetto che «due italiani su tre dichiarino meno di 10 mila euro l’anno di reddito».
Eh sì, lui crede che tutti gli italiani guadagnino come lui o come i direttori delle ASL, da 150 a 300 mila euro l’anno.
Non gli passa per il capo che in Italia ci sono dodici milioni di pensionati, e che per lo più prendono 5 mila euro l’anno di minima.
Né che esistono ragazzi-imprenditori marginali, che dopo tasse e tassi usurari non hanno più di mille euro mensili per sé: eccoli lì i due italiani su tre.
Fra loro ci sono sicuramente i grandi evasori, ma non è che il fisco li cerchi davvero: hanno i beni in Liechtentstein, la Porsche o lo yacht appartengono a una società lussemburghese, oppure hanno profitti azionari «di rischio» all’estero.
Visco non sa che l’Italia si sta impoverendo, che le pensioni hanno perso in dieci anni il 30% del potere d’acquisto, e i salari il 10%.
Ci crede tutti ricchi come lui e quelli che lui frequenta; e se no, evasori.
Lo voglio vedere a spulciare quei 12 milioni di sicuri evasori che sono i pensionati, questi furbastri che dichiarano meno di 10 mila euro e chissà cosa nascondono.
Visco è la nostra Maria Antonietta: «Non hanno pane? Mangino la brioche» (peraltro frase mai pronunciata dalla regina, inventata di sana pianta).
La «brioche» non era il cornetto che conosciamo al bar; era la crosta succosa di pane, delle carni cucinate «en croute», al forno, cinghiali, cervi, fagiani…
Due italiani su tre hanno certo mangiato a crepapelle la cacciagione.
Maurizio Blondet

21 maggio 2007

I sintomi e la Respons-Abilità


L’atteggiamento del mondo di oggi è quello di sopprimere il sintomo e pensare così di aver risolto il problema.
Hai mal di schiena? Mal di stomaco? Che problema c’è! prendi un antidolorifico e ti passatutto, sopprimo il sintomo e non curo la causa. Un organo funziona male, fegato, cuore, rene ecc.? nessun problema oggi si cambia in quattroequattrotto e tutto ricomincia da capo; hai il cancro? Si sterminano le cellule, tra cui moltissime sane, e si va avanti ancora per un po’.
In politica accade lo stesso, ho la situazione del debito e della spesa pubblica incontrollata?Che ci vuole, basta aumentare le tasse e ridurre i servizi e in un batter di ciglia si rientra nei parametri. Ho più criminalità e disagio sociale? Aumento le forze dell’ordine e la repressione.
Anche noi nella nostra vita quotidiana facciamo lo stesso. Non sopportiamo il disagio e allora cerchiamo di porre rimedio cambiando quello che ci sembra l’elemento dissonante, moglie, marito, televisore, amante, macchina. Chissà come mai, dopo un po’ tutto si ripresenta anche in modo più pesante: la malattia, il debito, la spesa, il disagio sociale, l’insoddisfazione ed il tormento interiore e continuiamo a sopprimere questi fastidiosi con dosi sempre più massicce di medicine, tasse, polizia, repressione e nuove donne nuovi uomini, televisori sempre più grandi, per le macchine non vi preoccupate che ci pensa il governo che per risanare la Fiat di Agnelli e delle banche, impone di rottamare auto seminuove perché “inquinano” (!!!). Ma non sarebbe più semplice pensare a sanare la causa?
Certo sarebbe più efficace, ma non è detto che sia una cosa semplice. Perché? La risposta è in una parola: responsabilità. Noi, i nostri medici, la nostra società, i nostri politici, la nostra economia, rispecchiano esattamente quello noi siamo in questo momento storico. Una delle caratteristiche di chi non vuole assumere su di se alcuna responsabilità è quella di dare sempre la colpa all’esterno e la cosa più immediata, ma purtroppo solo temporanea, è di sopprimere quello che ai nostri occhi appare come la causa, ma che a ben vedere è solo il sintomo.
Secondo alcune teorie sempre più accettate anche dal mondo occidentale, non dobbiamo considerare il nostro corpo scisso dal nostro mondo interiore. In questo modo potremo capire che tutte le malattie hanno origine da un malessere che prima della sua manifestazione fisica è interiore: la paura ad esempio è causa del mal di stomaco e della troppa acidità, i problemi di cuore sono lo specchio della nostra chiusura verso la manifestazione delle emozioni e dei sentimenti, il mal di schiena ha origine nel nostro timore di non poter far fronte economicamente alle sfide del futuro, mentre il tanto “odiato” cancro non è altro che l’odio e la rabbia che inconsciamente riversiamo dentro il nostro corpo.
A questo punto diventa chiaro che se una persona è malata, deve sì andare dal medico per curare il sintomo nel corpo, ma deve anche lavorare per guarire il suo malessere interiore, la causa della manifestazione esteriore. Proseguendo il discorso nella politica e nell’economia, abbiamo politici completamente deresponsabilizzati che combinano guai, su guai. Uno accusa l’altro e piano piano destra e sinistra si avvicinano paurosamente facendo perdere ogni identificazione ideologica, Fini e Bertinotti che danno vita al mostro “Finotti” o Prodi e Berlusconi che diventano “Prodoni”.
Alternandosi, ma essendo sostanzialmente uguali, impediscono che qualcosa cambi. La responsabilità in questo caso sarebbe non votare più né l’uno né l’altro perché a grandi passi ci portano sempre di più al punto di non ritorno. Togliere loro pacificamente il consenso e tornare ad occuparsi della cosa pubblica in prima persona, cominciando dal territorio in cui si vive, significa essere abili nel dare risposte, in altre parole respons-abili.
La respons-abilità sarebbe non bere più le bugie che quotidianamente ci propinano dalla grancassa mediatica e cominciare a capire che la causa del nostro paese, della nostra economia risiede nel modo di emissione del denaro, che genera un debito enorme e che non potrà mai essere ripianato, qualsiasi sforzo si metta in atto. Respons-abilità sarebbe capire che questa moneta è la causa del disagio sociale che stiamo vivendo, che porta le persone all’esasperazione, al suicidio, alla malattia e capire che fino a quando non la toglieremo dalla nostra vita non ci saranno forze di polizia, medici sufficienti per arginare i poveri, i malati, gli scontenti, gli arrabbiati.Se ci pensiamo bene responsabilità non è altro che non farsi trascinare dalla corrente, ma rimboccarsi le maniche e lavorare al futuro di tutti, ognuno per quello che sa fare. Il meccanismo della delega è diventato solo delega di potere che più si va avanti, più ci toglie la capacità di capire, scegliere della nostra vita.
Qualcuno potrà dire: ma che centra questo con un sito che analizza l’economia? Purtroppo, al punto in cui siamo, ogni cosa è interdipendente, per cui se vogliamo risolvere i problemi economici, della sanità, dell’ordine pubblico dobbiamo necessariamente ripartire da noi stessi o il conto che ci presenterà l’oste, questa volta sarà salatissimo.

10 maggio 2007

Annunaki tra realtà e leggenda




Come ipotizza qualche ricercatore, i telescopi statunitensi-vaticani starebbero scrutando il firmamento per individuare non un corpo celeste, ma eventuali astronavi in avvicinamento alla Terra. L’infame sinarchia che soggioga da millenni (almeno) gli uomini, èlite discendente dagli Annunaki o da ibridi alieni-umani (si pensi a tutte le testimonianze iconografiche, letterarie, archeologiche ed alle recentissime scoperte genetiche) teme l’arrivo di civiltà che potrebbero por fine al suo scellerato dominio?

È necessario qui riflettere su uno dei numerosi luoghi comuni che inficiano la comprensione delle questioni esobiologiche. Molti, infatti, asseriscono: “Se veramente esistessero delle civiltà aliene più progredite, sotto il profilo tecnologico, rispetto a quella terrestre, queste stars nations avrebbero già invaso il pianeta”. Siamo così sicuri che per conquistare un pianeta sia necessaria un’invasione? Se veramente esistono degli extraterrestri con mire di conquista, non sarebbe preferibile per loro adottare una strategia anche a lungo termine consistente in un’operazione “cavallo di Troia”, ossia una scaltra intrusione nella fortezza del nemico? Non è forse più efficace un piano di lenta, ma pervasiva infiltrazione, rispetto ad una guerra guerreggiata? In guisa simile, un virus attacca un organismo, insediandosi nella cellula ospite. Una tattica del genere si rivelerebbe molto più efficiente, perché il nemico sarebbe soggiogato con calma, in modo pressoché impercettibile, reso inoffensivo, quasi senza colpo ferire.

Credo che gli Annunaki od i loro discendenti dominino la Terra da tempo immemorabile, ma non tanto con le armi della coercizione quanto con l’astuzia. Una delle più scaltre invenzioni escogitate dagli Arconti fu la religione, intesa come culto dogmatico e narcotico per lo spirito, come instrumentum regni. Che poi tale religione coincida con l’adorazione di “dèi” assetati di sangue animale ed umano, come molti numi medio-orientali o che, con un po’ di maquillage, sia stata resa un briciolo più degna ed appetibile e diffusa col nome di Ebraismo, “Cristianesimo”, Islam etc. poco importa. Sono sempre sistemi dottrinari assurdi e, in gran parte, falsi, ma di grandissima presa sulle masse ora blandite con la promessa di un paradiso ultraterreno, ora spaventate e controllate con la minaccia dell’inferno.

Innumeri sono gli altri sistemi per tenere a bada le popolazioni: dal divide et impera alle ideologie falsamente libertarie, dall’evasione tramite i circenses alla diffusione di bisogni fittizi, dall’’attuazione dello schiavismo, sotto forma di lavoro più o meno alienante al sistema del debito etc. Non è questa la sede per esaminare questi mezzi di dominazione, ma è evidente che, per assoggettare l’umanità, non occorrono né un conflitto né un’imposizione violenta, essendo molto più utile la manipolazione delle coscienze. In questo modo si evitano le ribellioni e, anzi, si ottiene il consenso ed il sostegno degli schiavi che non sanno di esserlo. È noto che la classe dirigente degli Spartani usò sempre il pugno di ferro contro gli Iloti, i lavoratori ridotti in stato di servaggio: gli Uguali dichiaravano guerra agli Iloti per sfoltirne il numero e per ribadire la propria egemonia. Con quali risultati? Le rivolte degli Iloti diventarono vie più frequenti e violente sì da indebolire gli Spartiati, le cui schiere si assottigliarono. Alla fine la pòlis greca decadde e della gloriosa Lacedemone rimasero solo misere rovine. Invece, per sconfiggere un nemico e sterminarlo, spesso le armi più efficaci sono la corruzione, lo snaturamento culturale: i coloni britannici del Nuovo mondo falcidiarono i popoli nativi americani, diffondendo epidemie, ma anche con l’alcool e con la distruzione degli habitat da cui i nativi traevano le risorse. Le stesse armi erano state usate dai conquistadores spagnoli contro le etnie autoctone, in Messico, America centrale e meridionale, etnie convertite obtorto collo al Cattolicesimo e così defraudate delle loro tradizioni più autentiche. Furono strumenti più micidiali delle armi da fuoco.

Secondo Tesla, sulla Terra vivono da millenni creature di un altro pianeta; infiltrate tra noi, controllerebbero eventi e persone per guidare secondo un piano preciso l'”evoluzione” dell'umanità. Si tratterebbe dei creatori della prima razza umana sul nostro pianeta. Lo scienziato serbo si convinse di ciò quando nel 1899, come rivelano i suoi diari, si trovava a Colorado Springs. Qui intercettò casualmente diverse comunicazioni di esseri extraterrestri che starebbero controllando di nascosto il genere umano, preparandolo molto lentamente ad un'eventuale dominazione, mediante un programma in atto da millenni o, per meglio dire... fin dalla creazione dell'umanità.

Tesla aveva documentato i suoi lunghi anni di ricerche per interpretare quei segnali radio e tutti i suoi inutili tentativi d'informare il governo e i militari. Si sarebbe anche confidato con alcuni suoi "benefattori", incluso il colonnello John Jacob Astor. Costui mostrò di non credergli, ma, in realtà, i mecenati dell’inventore erano, a mio parere, a conoscenza del patto scellerato stipulato con gli alieni e volevano ad ogni costo nascondere l’atroce verità, screditando Tesla dipinto come un visionario.
Zret

05 maggio 2007

Fatti accertati e misteri insoluti



di Marco Travaglio

Naturalmente come si dice in questi casi, bisogna attendere le motivazioni
della sentenza. Ma già dal dispositivo della II sezione della Corte d'
appello di Milano nel processo Sme-Ariosto qualcosa si può arguire. Dunque
Silvio Berlusconi «non ha commesso il fatto». O, meglio, non ci sono prove
sufficienti che lo abbia commesso.

Questo vuol dire infatti il comma 2 dell'articolo 530 del codice di
procedura penale. Il fatto però c'è, tant'è che gli altri imputati - gli
avvocati Previti e Pacifico, e il giudice Squillante - furono condannati in
primo e secondo grado per corruzione (semplice per i due legali, giudiziaria
per l'ex magistrato), salvo poi salvarsi in corner grazie alla sentenza
della Cassazione che l'anno scorso, smentendo se stessa, decise di spedire
il processo a Perugia perché ricominciasse da capo. Anzi, non ricominciasse
affatto perché, mentre le carte viaggiavano dal Palazzaccio verso Perugia, è
scattata la prescrizione. Qual è dunque il fatto? Il bonifico bancario di
434.404 dollari (500 milioni di lire tondi tondi) che il 5 marzo 1991 partì
dal conto svizzero Ferrido della All Iberian (cassaforte estera di casa
Fininvest, alimentata dalla Silvio Berlusconi Finanziaria) e in pochi minuti
transitò sul conto svizzero Mercier di Previti e di lì al conto svizzero
Rowena di Squillante. Un bonifico molto imbarazzante per Berlusconi, che di
Squillante era amico (si telefonavano per gli auguri di Capodanno,
Squillante lo inquisì e lo interrogò e poi lo prosciolse nel 1985 in un
processo per antenne abusive, poi il Cavaliere tentò di nominarlo ministro
della Giustizia e gli offrì pure un collegio sicuro al Senato). Tant'è che l
'allora premier tentò di sbarazzarsi delle prove giunte per rogatoria dalla
Svizzera (legge sulle rogatorie, 2001), poi del giudice Brambilla che lo
stava giudicando in primo grado (trasferito nel gennaio 2002 dall'apposito
ministro Castelli), poi direttamente del processo (lodo Maccanico-Schifani
del 2003 sull'impunità per le alte cariche dello Stato). Fu tutto vano.
Ottenuto lo stralcio che separava il suo processo da quello a carico dei
coimputati, Berlusconi fu poi processato da un altro collegio e ritenuto
colpevole per quel fatto. Ma si salvò per la prescrizione, grazie alla
generosa concessione (per la settima volta) delle attenuanti generiche.
Contro quel grazioso omaggio, la Procura ricorse in appello affinché,
spogliato delle attenuanti, il Cavaliere fosse condannato. A quel punto l'
imputato, tramite il suo onorevole avvocato Pecorella, varò una legge che
aboliva i processi d'appello dopo i proscioglimenti di primo grado: per
esempio, il suo. La legge fu bocciata da Ciampi in quanto incostituzionale.
Lui allora prorogò la legislatura per farla riapprovare tale e quale. Poi la
Consulta la cancellò in quanto incostituzionale, e l'appello ripartì. Ieri s
'è concluso con questa bella sentenza.

Insomma la condotta berlusconiana non somigliava proprio a quella di un
imputato innocente. «Mai visto un innocente darsi tanto da fare per farla
franca», commentò efficacemente Daniele Luttazzi. Tant'è che ieri, alla
notizia dell'assoluzione (per quanto dubitativa e ancora soggetta a un
possibile annullamento in Cassazione), il più sorpreso era proprio lui, il
Cavaliere. Era innocente o quasi, ma non lo sapeva. O forse non aveva mai
preso in considerazione l'ipotesi.

In attesa delle motivazioni, che si annunciano avvincenti, la questione è
molto semplice. Cesare Previti è stato definitivamente condannato a 6 anni
per aver corrotto un giudice, Vittorio Metta, in cambio della sentenza
Imi-Sir del 1990 (tra l'altro, la sentenza che lo dichiara pure interdetto
in perpetuo dai pubblici uffici, è del 4 maggio 2006, ma a un anno di
distanza l'onorevole pregiudicato interdetto è ancora deputato a spese
nostre). Due mesi fa la Corte d'appello di Milano l'ha condannato a un altro
anno e 8 mesi per aver corrotto lo stesso giudice Metta in cambio della
sentenza che, due mesi dopo di quella Imi-Sir, toglieva la Mondadori a De
Benedetti per regalarla a Berlusconi (che, processato come mandante di
quella mazzetta, è uscito da quel processo grazie alle attenuanti generiche
e alla conseguente prescrizione). Restava da definire il ruolo di Berlusconi
in quel versamento estero su estero a Squillante, risalente a un mese dopo
la sentenza Mondadori: marzo 1991. Tre tangenti giudiziarie in 5 mesi, tra
la fine del 1990 e l'inizio del '91. Se Previti, com'è irrevocabilmente
accertato, pagò Metta per conto della famiglia Rovelli per vincere la causa
(altrimenti persa) dell'Imi-Sir; se Previti pagò Metta per conto di
Berlusconi per vincere la causa (altrimenti persa) del lodo Mondadori; ecco,
se è vero tutto questo, per conto di chi Previti pagava Squillante? E perché
Squillante, nel 1988, al termine della causa Sme vinta da Berlusconi e
Barilla e persa da De Benedetti, ricevette 100 milioni estero su estero
tramite Previti e Pacifico da Barilla, cioè dal socio di Berlusconi che non
conosceva né Pacifico, né Previti, né Squillante? Questi erano i termini
della questione che ieri i giudici dovevano risolvere. Hanno stabilito che,
per i 100 milioni di Barilla a Squillante, «il fatto non sussiste»: sarà
stato un omaggio a un giudice che stava particolarmente simpatico al re
della pasta (che però non lo conosceva). Quanto ai 500 milioni della
Fininvest a Squillante, Previti avrà fatto tutto da solo. Pur non essendo
coinvolto personalmente in alcun processo (all'epoca, almeno), pagava il
capo dell'ufficio Istruzione di Roma con soldi di Berlusconi, ma all'
insaputa di Berlusconi, che non gli ha mai chiesto conto dei suoi quattrini
(ma adesso lo farà, oh se lo farà: andrà da Previti, presso la comunità di
recupero per tossicodipendenti dove sta scontando la pena, lo prenderà per
il bavero e lo strapazzerà a dovere, per avergli causato tanti guai con la
giustizia). O almeno non c'è la prova, nemmeno logica, che Berlusconi lo
sapesse. Squillante, quando gli telefonava per gli auguri di Capodanno o
negoziava il suo seggio al Senato, non gli parlò mai di quei generosi
bonifici in Svizzera. Che so, per ringraziarlo. Invece niente, nemmeno una
parola gentile. Che ingrato.

Mangia che ti passa


E’ una filosofia e come tale si occupa dello studio di vari aspetti della vita umana: comportamento, pensiero, respirazione, esercizio fisico, rapporti, abitudini, usi e costumi, cultura, idee e coscienza, ecc.
L’alimentazione moderna si sta allontanando sempre di più dalla reale necessità del nostro corpo inteso come fabbisogno nutrizionale (e non solo) portando la salute pubblica ad un punto critico con una crescente incidenza di malattie.

Cibi raffinati, ricchi di conservanti, additivi, coloranti, grassi, zuccheri, non sono certo quello di cui l’organismo ha bisogno. Le previsioni affermano che nei prossimi anni avremo un’ incidenza aumentata di malattie neoplastiche, degenerative e autoimmuni come l’ alzheimer e la sclerosi multipla.
Anche le cardiopatie, le allergie, i reumatismi, le artriti, il diabete, le disfunzioni sessuali e i disturbi mentali sono in aumento, in parte correlate ad una alimentazione scorretta e dannosa.
Cambiare abitudini alimentari è possibile ma è necessaria la consapevolezza di voler cambiare.
Questa è la strada da seguire per il miglioramento della salute fisica e mentale, per aggiungere vita ai nostri anni e per fermare la spirale di declino e degenerazione della società moderna. Il successo di tutto ha origine nella cucina di ogni casa e da chi si prende cura della preparazione del cibo quotidiano.

La Cia in venezuela trama contro Chavez?

DI CHRIS CARLSON
Information Clearing House

"Voglio uccidere quel figlio di puttana", ha dichiarato il capitano della Guardia Nazionale venezuelana, Thomas Guillen, in una telefonata registrata alla moglie. Durante la conversazione, mandata in onda lo scorso mese sulla tv di stato venezuelana, il capitano ha rivelato il piano, elaborato assieme al padre, per uccidere il presidente Hugo Chávez. Il giorno seguente, il capitano e suo padre, Ramon Guillén Dávila, generale ritirato, sono stati arrestati e incarcerati per aver cospirato contro il Presidente del Venezuela. [1]

Nelle ultime settimane, Hugo Chávez ha a più riprese avvertito che gli Usa tramano per farlo fuori e stanno aumentando le attività dirette contro il suo governo e la sua persona. Chávez ha anche affermato che la CIA sta lavorando con alcuni contatti del famoso terrorista cubano, nonché agente CIA, Posada Carriles, elaborando piani per il suo assassinio. C'è qualche verità in tutto ciò? Potrebbe essere un'altra classica cospirazione della CIA al fine di uccidere un nuovo "nemico” ufficiale degli Stati Uniti? Una rapida occhiata ai legami tra CIA e il generale Ramon Guillén Dávila mostra che la possibilità è decisamente fondata.

Gli Stati Uniti riescono ad allungare i tentacoli verso molti paesi in tutto il mondo in molti modi, influenzando e intervenendo nella politica delle nazioni sovrane. In America Latina, uno dei metodi più comuni è attraverso le cosiddette "operazioni anti-droga". La CIA notoriamente ha compiuto operazioni “anti-droga” in paesi come Bolivia, Colombia ed Ecuador.

In Venezuela, queste operazioni “anti-droga” create ad hoc dalla CIA vennero guidate negli anni '80 dallo stesso generale Ramon Guillén Dávila che negli ultimi tempi progettava l'attentato a Chávez. Stando al Miami Herald, Guillen era l'uomo più fidato della CIA in Venezuela e il più vecchio collaboratore officiale della CIA nel 1980. [2]

A capo della Guardia Nazionale del Venezuela, Guillén lavorò a stretto contatto con la CIA per le infiltrazioni e la raccolta di informazioni sul traffico di narcotici colombiano. Ma invece di frenare le operazioni di droga, Guillén e la CIA finirono per importare cocaina loro stessi e l'intera faccenda venne a galla quando “60 Minutes” [“60 minuti”, trasmissione della CBS News, generalmente basata su documentari di tipo politico, ndt] mandò in onda un servizio esplosivo nel 1993. La CIA aveva collaborato con Guillén per far entrare clandestinamente l'incredibile quantità di 22 tonnellate di cocaina negli Stati Uniti. [3]

Dopo che la dogana ebbe intercettato un carico di cocaina giunto nel paese attraverso l'aeroporto internazionale di Miami, un'indagine officiale stabilì la responsabilità del generale Guillén. Ma secondo il giornalista investigativo Michael Levine, Guillén era una “risorsa” che operava dietro ordini e protezione della CIA, fatto poi ammesso dall' “Agenzia” stessa. Il generale Guillén non venne mai estradato per processo negli Stati Uniti. [4]

Quindi, il generale Ramon Guillén Dávila è ancora una “risorsa” CIA che lavora al progetto di estromissione del presidente venezuelano? Che il generale abbia mantenuto o meno i legami con la CIA, sembra comunque un ottimo candidato per i tentativi di destabilizzazione del governo di Chávez.

Stando alla pagina web “School of the Americas Watch” [L'osservatore della Scuola delle Americhe, ndt], il generale Guillén si è laureato nella peggiore scuola di addestramento al combattimento degli Stati Uniti nel 1967. [5] La Scuola delle Americhe, divenuta nel 2001 l'Istituto dell'Emisfero Occidentale per la Cooperazione e la Sicurezza, è una base militare statunitense utilizzata per addestrare soldati latino-americani in tecniche di contro-rivolta e tattiche da interrogatorio.

Uno dei vari tentacoli dell'impero statunitense, la Scuola delle Americhe è altresì nota come "la più grande organizzazione per la destabilizzazione in America Latina". Situata in Fort Benning, Georgia, la Scuola invia i suoi laureati in tutta la regione per reprimere movimenti comunisti, o di sinistra, e per influnzare le decisioni politiche nei paesi dell'America Latina. La scuola si è generalmente schierata a favore di regimi che facevano uso delle squadre della morte e della tortura per tenere a bada la popolazione.

La scorsa settimana, durante il 5° anniversario del tentato colpo di stato del 2002, orchestrato dagli USA contro il governo venezuelano, Chávez ha sottolineato che "l'impero non ha requie". Ha dato per certo che gli Stati Uniti, in combutta con l'élite venezuelana, continueranno a cospirare per estrometterlo dal potere, non avendo mai accettato la Rivoluzione Bolivariana.

Non sorprenderebbe, in ogni caso, se la CIA stesse organizzando un attentato o un golpe contro Hugo Chávez. Questa organizzazione criminale ha una lunga e sordida storia di operazioni segrete tra cui assassinii, guerra economica ed elezioni truccate. Solo in America Latina, la CIA ha rovesciato numerosi regimi in Nicaragua, Cile, Panama, Brasile, Grenada, Repubblica Dominicana, Guatemala e, recentemente, ad Haiti nel 2004.

Al contrario, susciterebbe veramente sorpresa se la CIA non stesse cercando di liberarsi in qualche modo del popolare presidente venezuelano. In fondo, Chávez ha dato prova di essere una potenziale minaccia agli interessi dell'impero statunitense e dei suoi sponsor multinazionali. Chávez ha vigorosamente respinto l'ordine del giorno della neo-liberale Washington, nazionalizzando ampi settori dell'economia, liberando il suo paese dal controllo del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, rafforzando l'OPEC [Organizzazione dei Paesi Esportatori del Petrolio], riprendendo possesso dell'industria petrolifera nazionale e intensificando l'interazione nel Sud del mondo.

Tuttavia la più grave minaccia agli interessi dell'impero statunitense è che la rivoluzione in Venezuela sia di esempio entro la regione, contagiando altri paesi. Nazioni come la Bolivia e l'Ecuador vivono in questo momento le rispettive rivoluzioni, ricalcando l'esperienza venezuelana.

Sembra altamente probabile che la “risorsa” di un tempo della CIA, il generale Ramon Guillén Dávila, stesse cospirando con essa per eliminare il movimento sinistroide più consolidato dell'America Latina, ad oggi. Ma a prescindere dal fatto che la CIA riesca a domare l'incendio in Venezuela, potrebbe essere comunque troppo tardi per contrastare l'ondata di rivoluzioni nella regione.

Chris Carlson è attivista e giornalista freelance in Venezuela

26 maggio 2007

Velivoli senza piloti: basi segrete in Italia


I Global Hawk sono i velivoli teleguidati protagonisti delle operazioni di guerra più efferate in Afghanistan e Iraq. L’US Air Force sta installando in gran segreto il maggiore Centro operativo di questi strumenti di morte in una base europea. Alcuni indizi lasciano pensare che potrebbe essere l’Italia il paese prescelto. A Sigonella arriveranno di sicuro i Global Hawk della Marina Usa. E forse pure il Comando del nuovo sistema di sorveglianza terrestre (AGS) della Nato. Ma il governo italiano non ne sa nulla?
In Italia la base dei velivoli senza pilota delle forze armate Usa?

Sono l’emblema di quanto siano disumane le guerre contemporanee. Spiano il fronte “nemico”, individuano gli obiettivi e infine dirigono l’attacco. Gli aerei senza pilota a bordo, teleguidati, sono strumenti di morte supersofisticati, l’ultima frontiera di una tecnologia che ha reso l’uomo-militare del tutto virtuale. Di orribilmente reale solo le vittime, quasi sempre civili, donne, vecchi, bambini, meri “effetti collaterali” per la terminologia degli strateghi.

Uno di questi “Unmanned Aerial Vehicle - UAV” (aerei senza pilota) è il Global Hawk, progettato e prodotto dalla Northrop Grumman, tra le principali aziende del complesso militare industriale statunitense. Dal 2001, l’US Air Force, l’aeronautica militare degli Stati Uniti, lo ha impiegato per oltre 6.000 ore di volo in decine e decine di missioni in Afghanistan e Iraq. Il suo apporto alle strategie di guerra permanente è determinante. Al punto che il “Defense Authorization Bill” approvato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2001, ha posto l’obiettivo prioritario che entro un decennio un terzo della flotta da combattimento del Pentagono venga costituito da velivoli teleguidati.

Con un peso di 13 tonnellate, il Global Hawk può volare a circa 600 chilometri all’ora a quote di oltre 20.000 metri; preposto alla “sorveglianza, alla perlustrazione di vaste aree geografiche a all’attacco”, il velivolo è in grado di scannare un'area di 103,600 chilometri quadrati grazie ad un potentissimo radar e all’utilizzo di telecamere sintonizzate a bande infrarosse e visuali. Le immagini registrate vengono poi trasmesse per via satellitare ai comandi terrestri. L’autonomia di volo di questo aereo senza pilota è invidiabile: può operare per 36 ore consecutive con un solo pieno di carburante. La sua rotta è fissata da mappe predeterminate, un po’ come accade con i missili da crociera Cruise, ma gli operatori da terra possono cambiare le missioni in qualsiasi momento.

Il 2007 è un anno chiave per la localizzazione geostrategica delle principali basi operative dei Global Hawk. Tanto che il Dipartimento della Difesa dedica al tema uno dei pochi capitoli “classificati” del bilancio annuale. Tra i principali progetti d’investimento di Eucom, il Comando degli Stati Uniti che sovrintende a tutte le operazioni militari in un’area che si estende dall’Oceano Atlantico al Golfo Persico (Africa compresa), c’è una voce dedicata al “Global Hawk Aircraft Maintenance & Operations Complex”, il centro operativo e di manutenzione dei nuovi velivoli senza pilota. Per Washington il programma è così rilevante che ne viene mantenuto segreto il costo come segretissimo il paese europeo prescelto per l’installazione del complesso. Di certo è solo il coordinamento del progetto, attribuito direttamente all’ACC - Air Combat Command, il Comando per la guerra aerea dell’aeronautica. Il Global Hawk Aircraft Maintenance Complex compare nella lista dei “progetti di edilizia militare” consegnata alla Commissione difesa del Senato Usa dal Comandante supremo di Eucom, generale James L. Jones, il 7 marzo 2006. Nella stessa lista fanno bella mostra di sé il programma di raddoppio della base di Vicenza (aeroporto Dal Molin) e quello di ampliamento dei sistemi C4 di Sigonella.

Per le caratteristiche e le funzioni del Global Hawh e per il fatto che proprio di recente questo velivolo teleguidato è stato scelto dalla Marina statunitense per integrare i sistemi di sorveglianza marittima è possibile supporre che potrebbe essere proprio una delle basi Usa presenti sul territorio italiano ad ospitare il supersegreto centro operativo UAV. In “pole position” la stazione aeronavale di Sigonella in Sicilia. Vediamo perché.

Washington: “Sono 5 le basi destinate ai Global Hawk della US Navy”

L’utilizzo nei teatri di guerra dei velivoli teleguidati è ritenuto insostituibile non solo nei piani dell’Aeronautica ma anche in quelli della Marina degli Stati Uniti. Dopo l’11 settembre i comandi militari hanno dato priorità allo sviluppo degli aerei senza pilota per le operazioni di intelligence, sorveglianza e riconoscimento “specie nelle regioni marittime”, come specificato dal Dipartimento della Difesa. In particolare la Us Navy e la Coast Guard hanno richiesto un maggiore contributo di mezzi per il pattugliamento delle coste degli Stati Uniti, del Golfo Persico e di altre regioni marittime (principalmente l’Africa Occidentale e il Golfo di Guinea). Nel 2004 uno speciale comitato tecnico della Marina ha deciso di avviare il programma di acquisizione del sistema UAV; la pressione esercitata dai vertici dell’US Air Force ha poi convinto la US Navy ad affidarsi ai Global Hawk della Northrop Grumman già operativi con le forze aeree. L’anno successivo sono stati effettuati i primi test di volo presso la Patuxent River Naval Air Station di due velivoli RQ-4A Global Hawk in funzione di pattugliamento delle coste e dell’oceano aperto. Nell’agosto 2005 la Marina ha schierato l’aereo senza pilota a supporto delle esercitazioni “JASEZ” condotte dall’USS Kitty Hawk (CV 63) Carrier Strike Group nel Pacifico occidentale. Quattro mesi dopo il secondo impegno operativo dei micidiali strumenti di guerra con l’esercitazione “Trident Warrior” svoltasi nelle coste della Virginia. Da quel momento il Global Hawk è entrato a far parte dei reparti di volo della US Navy.

“Circa 40 velivoli UAV saranno dislocati in cinque siti: Kaneohe, Hawaii; Jacksonville, Florida; Sigonella, Italia; Diego Garcia, Oceano Indiano, e Kadena, Okinawa per assicurare la sorveglianza marittima in qualsiasi parte del mondo”, è quanto dichiarato nell’ottobre 2005 da Dyke Weatherington (sottosegretario alla difesa con delega all’acquisizione di nuove tecnologie ed alla logistica) al National Defense Magazine, tra le più accreditate riviste militari Usa. L’aereo teleguidato dovrà supportare in una prima fase il pattugliatore P-3C Orion e successivamente il P-8 Maritime Multi-Mission Aircraft (MMA), il nuovo velivolo 737 della McDonnell Douglas- Boeing Co. destinato a sostituire entro un decennio l’Orion nella guerra contro i sottomarini e le unità navali di superficie e nelle attività di intelligence, sorveglianza e riconoscimento. Ovviamente anche i nuovi P-8 MMA sono destinati alle basi Usa in cui proliferano le richieste d’intervento aeronavale. È sempre il dipartimento della marina a fornire un primo elenco: Souda Bay, Grecia; Masirah, Oman; Diego Garcia (Oceano indiano); Keflavik, Islanda; Roosevelt Roads, P.R. e l’immancabile Sigonella, vera e propria base “hub” per i reparti di volo della US Navy e dell’Air Force nel Mediterraneo. Del resto Sigonella è la sede fissa del 25° Squadrone Antisommergibile VP-25 dotato di 12 aerei P-3 Orion e del “Tactical Support Center” il Centro di Supporto tattico che coordina le operazioni di pattugliamento della marina Usa e dei velivoli Nato.

Qualche difficoltà ai piani del Pentagono è però a causa del costo spropositato del Global Hawk. Secondo il Government Accountability Office (GAO), il ramo del congresso che svolge funzioni assimilabili alla Corte dei conti italiana, il programma UAV sarebbe passato dai 5,4 miliardi di dollari stimati nel 2001 agli attuali 6,6. Ciò ha comportato un certo dilazionamento dei tempi d’installazione dei velivoli ordinati dalla Marina: dall’anno 2008 si è finiti al 2013. La stessa Aeronautica è stata costretta a ridimensionare il primo lotto di produzione a soli cinque esemplari contro i venti previsti inizialmente.

Per ridurre le spese del sistema UAV, la Marina ha pensato bene di promuovere il velivolo teleguidato presso i propri alleati internazionali. L’ufficio di servizio ai programmi internazionali diretto dall’ammiraglio Mark R. Milliken, ha sottoscritto ad oggi ben otto accordi bilaterali con altrettanti partner Nato per lo sviluppo congiunto dei Global Hawk. I nomi dei paesi non sono stati forniti. E se ci fosse ancora di mezzo l’Italia?

Sigonella in gara per il Comando del sistema di sorveglianza terrestre della Nato

In Spagna è uno dei temi che più divide le forze politiche che sostengono il governo Zapatero. Si tratta della possibilità che l’aeroporto della città di Zaragoza venga prescelto per ospitare il Centro di comando e controllo del costituendo sistema di vigilanza AGS - Alliance Ground Surveillance (sorveglianza alleata terrestre), costo stimato quattro milioni di euro, il più alto mai previsto per i programmi dell’Alleanza Atlantica.

L’ipotesi di realizzare in Spagna il centro che dovrà processare tutte le informazioni raccolte dai velivoli radar Nato fu rivelata il 26 giugno 2006 dal quotidiano “El Paìs”. Citando “fonti del ministero della difesa spagnolo”, il quotidiano aggiungeva che per sponsorizzare in ambito alleato la candidatura di Zaragoza per il centro AGS, il ministro José Antonio Alonso si era recato a Parigi per incontrare l’allora responsabile francese della difesa Michèle Alliot-Marie. Sempre secondo “El Paìs”, un’accreditata competitrice rischiava di privare la Spagna del comando AGS: la base siciliana di Sigonella. La notizia – mai ripresa da nessuna testata italiana, né confermata e né smentita dal governo Prodi – dava invece fuoco alle proteste del movimento pacifista, delle organizzazioni politiche di estrema sinistra e della stessa Cortes d’Aragona (regione di cui Zaragoza è capoluogo) che il 29 giugno 2006 respingeva a maggioranza il progetto militare.

Della localizzazione del comando AGS si sarebbe pure parlato al vertice alleato di Riga (Lettonia) del novembre 2006 e stando alla Nato la decisione potrebbe essere formalizzata già nel luglio 2007. La stampa tedesca ha recentemente pubblicato una lista delle opzioni in gioco che conferma le anticipazioni di “El Paìs”: Zaragoza e Sigonella le basi più accreditate, con a ruota Geilenkirchen (Germania) e Powidz (Polonia).

Il nucleo vitale del sistema AGS che avrà come target qualsiasi paese considerato un nemico “reale” o “potenziale”, sarà costituito anche stavolta dall’uso di aerei radar con e senza pilota, satelliti e sofisticati sistemi di telecomunicazione. Fonti Nato hanno confermato che si prevede di utilizzare gli aerei europei Airbus 321 e gli statunitensi Global Hawk. Essi affiancheranno la flotta AWACS entrata in funzione nel 1984 per l’allerta e il controllo aerotrasportato, la stessa che ha tra le proprie “principali basi operative” un altro scalo aeroportuale siciliano, quello di Trapani-Birgi.

“L’inclusione dei velivoli UAV – afferma l’alto Comando Nato di Bruxelles in una nota dello scorso 12 aprile – darà maggiore flessibilità ai sistemi AGS in ogni scenario che potrà verificarsi durante le operazioni di pre-crisi e di crisi vera e propria. Sia i velivoli con equipaggio che quelli senza, saranno dotati di un sensore radar Transatlantic Cooperative AGS (TCAR)”. Il nuovo sistema di vigilanza è così destinato a divenire lo strumento fondamentale d’intelligence per gli interventi della Forza di Risposta Nato (NRF) già attivata per intervenire in qualsiasi teatro internazionale. Sino a quando non sarà del tutto pronto l’AGS, sarà il sistema “Joint Surveillance and Target Attack Radar System (JSTARS)” dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti a supportare le operazioni della NRF. L’enorme business del sistema AGS sarà appannaggio del consorzio internazionale “Transatlantic Industrial Partnership for Surveillance (TIPS)”, costituito ad hoc da European Aeronautic Defence and Space Company (EADS), Galileo Avionica, General Dynamics Canada, Indra, Northrop Grumman e Thales.

Anche stavolta, come già accaduto con Vicenza e lo Scudo stellare, il governo Prodi ha omesso di comunicare al parlamento la sottoscrizione di progetti che impegnano economicamente il nostro paese, dando un’ulteriore accelerazione ai processi di militarizzazione del territorio. Al peggio, si sa, non c’è mai fine.
Antonio Mazzeo

Commento ad articolo precedente

Il commento è molto lungo ed articolato, quindi ho pensato di dargli più visibilità.

READ THE FOLLOWING PASSAGES FROM THE BIBLE AS IT HAS IMPLICATIONS ON THE WAR AGAINST TERROR/ISLAM and the claim of Israel that god gave them the land. If the child is an infant than the Judeo-Christian version becomes null and void and we are wasting our time and resources i.e. we could save trillions of dollars and create a more peaceful world rather than fighting against Islam the religion of Abraham, Moses, Jesus and Muhammad (peace be upon them all).

The COVENANT with Abraham and his DESCENDANTS is central to JUDAISM/CHRISTIANITY/ISLAM.

Please note this is not a competition between faiths but an attempt to decipher fact from fiction.

Genesis 21:14 Contemporary English version se below link


http://www.biblegateway.com/passage/?search=GENESIS%2021;&version=46;

Early the next morning Abraham gave Hagar an animal skin full of water and some bread. Then he put the boy on her shoulder and sent them away.

GENESIS 16:16
And Hagar bore Abram a son; and Abram called the name of his son, whom Hagar bore, Ish’mael. Abram was eighty-six years old when Hagar bore Ish’mael to Abram.

GENESIS 21:5
Abraham was a hundred years old when his son Isaac was born to him.

At Genesis 22 Abraham had only 2 sons others came later. The Quran mentions that it was Ishmael that was sacrificed hence the reference in genesis 22:2 your only son can only mean someone has substituted Ishmael names for Isaac!!

BY DOING SOME KINDERGARTEN ARITHMATIC USING ARABIC NUMBERS (1,2,3,4,5,6,7,8,9,10)
NOT ROMAN NUMERALS (I, II, III,IV,V,VI,VII,VIII,IX,X) NB no concept of zero in roman numerals.

100 years old – 86 years old = 14 ADD 3 YEARS FOR ISSAC’S WEANING

THAT WOULD MAKE ISHMAEL 17 YEARS OLD IN GENESIS 21:14-21
BUT IT IS A DESCRIPTION OF AN INFANT.

Carefully read several times the above passage and then tell me the mental picture you get between the mother child interactions what is the age of the child. If the mental picture is that of a 17 year old child being carried on the shoulder of his mother, being physically placed in the bush, crying like a baby, mother having to give him water to drink, than the Islamic viewpoint is null and void. Why is there no verbal communications between mother and (17 YEAR OLD) child?

GENESIS: 21:14 - 21
So Abraham rose early in the morning, and took bread and a skin of water, and gave it to Hagar, putting it on her shoulder, along with the (17 YEAR OLD) child, and sent her away. And she departed, and wandered in the wilderness of Beer-Sheba. When the water in the skin was gone, she cast the (17 YEAR OLD) child under one of the bushes. Then she went, and sat down over against him a good way off, about the distance of a bowshot; for she said, “Let me not look upon the death of the (17 YEAR OLD) child.” And as she sat over against him, the (17 YEAR OLD) child lifted up his voice and wept. And God heard the voice of the (17 YEAR OLD) lad; and the angel of God called to Hagar from heaven, and said to her, “What troubles you, Hagar? Fear not; for God has heard the voice of the (17 YEAR OLD) lad where he is. Arise, lift up the (17 YEAR OLD) lad, and hold him fast with your hand; for I will make him a great nation.” Then God opened her eyes, and she saw a well of water; and she went, and filled the skin with water, and gave the (17 YEAR OLD) lad a drink. And God was with the (17 YEAR OLD) lad, and he grew up; he lived in the wilderness, and became an expert with the bow. He lived in the wilderness of Paran; and his mother took a wife for him from the land of Egypt.


The age of Ishmael at this stage is crucial to the Abrahamic faiths. If he is 17 than the JUDEO/CHRISTIAN point of view about the Abrahamic covenant is correct. This has devastating theological consequences of unimaginable proportions.

This makes the conflict between Ishmael and Isaac and there descendants a work of fiction. I would strongly suggest it is clear cut case of racial discrimination and nothing to do with god almighty. The scribes have deliberately tried to make Isaac the only son and legitimate heir to the throne of Abraham??

Please can you rationally explain this anomaly?

I have asked many persons including my nephews and nieces - unbiased minds with no religious backgrounds but with reasonable command of the English language about this passage and they all agree that the child in the passage is an infant.
AS THE DESCRIPTION OF ISHMAEL IN GENESIS 21:14-21 IS THAT OF AN INFANT IT CAN BE ASSUMED SOMEONE HAS MOVED THIS PASSAGE FROM AN EARLIER PART OF SCRIPTURE!!! AND HAVE GOT THERE KNICKERS IN A TWIST.

For background info on the future religion of mankind see the following websites:

http://www.islamicity.com/Mosque/Muhammad_Bible.HTM

(MUHAMMAD IN THE BIBLE)

http://bible.islamicweb.com/

http://www.islamicity.com/

http://www.islamonline.net/english/index.shtml

http://www.islamalways.com/

http://ifamericansknew.com/

http://www.witness-pioneer.org/vil/Books/MB_BQS/default.htm

(BIBLE, QURAN and SCIENCE)

http://www.informationclearinghouse.info/

ANTI-WAR

http://www.harunyahya.com/
(EVOLUTION DECEIPT)

http://www.barnabas.net/

http:/www.answering-christianity.com/ac.htm


HOLY QURAN CHAPTER 37 verses 101 - 122


101. So We gave him the good news of a boy ready to suffer and forbear.


102. Then, when (the son) reached (the age of) (serious) work with him, he said: "O my son! I see in vision that I offer thee in sacrifice: Now see what is thy view!" (The son) said: "O my father! Do as thou art commanded: thou will find me, if Allah so wills one practising Patience and Constancy!"

103. So when they had both submitted their wills (to Allah., and he had laid him prostrate on his forehead (for sacrifice),

104. We called out to him "O Abraham!

105. "Thou hast already fulfilled the vision!" - thus indeed do We reward those who do right.

106. For this was obviously a trial-

107. And We ransomed him with a momentous sacrifice:

108. And We left (this blessing) for him among generations (to come) in later times:

109. "Peace and salutation to Abraham!"

110. Thus indeed do We reward those who do right.

111. For he was one of our believing Servants.

112. And We gave him the good news of Isaac - a prophet,- one of the Righteous.

113. We blessed him and Isaac: but of their progeny are (some) that do right, and (some) that obviously do wrong, to their own souls.

114. Again (of old) We bestowed Our favour on Moses and Aaron,

115. And We delivered them and their people from (their) Great Calamity;

116. And We helped them, so they overcame (their troubles);

117. And We gave them the Book which helps to make things clear;

118. And We guided them to the Straight Way.

119. And We left (this blessing) for them among generations (to come) in later times:

120. "Peace and salutation to Moses and Aaron!"

121. Thus indeed do We reward those who do right.

122. For they were two of our believing Servants.



ISHMAEL IS THE FIRST BORN AND GOOD NEWS OF ISSAC DOES NOT APPEAR UNTIL AFTER THE SACRIFICE?????
Therefore the claim that god gave the land to Israel is destroyed without the need of any WMD’s.
HADITH

Volume 4, Book 55, Number 583:

Narrated Ibn Abbas:

The first lady to use a girdle was the mother of Ishmael. She used a girdle so that she might hide her tracks from Sarah. Abraham brought her and her son Ishmael while she was suckling him, to a place near the Ka'ba under a tree on the spot of Zam-zam, at the highest place in the mosque. During those days there was nobody in Mecca, nor was there any water So he made them sit over there and placed near them a leather bag containing some dates, and a small water-skin containing some water, and set out homeward. Ishmael's mother followed him saying, "O Abraham! Where are you going, leaving us in this valley where there is no person whose company we may enjoy, nor is there anything (to enjoy)?" She repeated that to him many times, but he did not look back at her Then she asked him, "Has Allah ordered you to do so?" He said, "Yes." She said, "Then He will not neglect us," and returned while Abraham proceeded onwards, and on reaching the Thaniya where they could not see him, he faced the Ka'ba, and raising both hands, invoked Allah saying the following prayers:
'O our Lord! I have made some of my offspring dwell in a valley without cultivation, by Your Sacred House (Kaba at Mecca) in order, O our Lord, that they may offer prayer perfectly. So fill some hearts among men with love towards them, and (O Allah) provide them with fruits, so that they may give thanks.' (14.37) Ishmael's mother went on suckling Ishmael and drinking from the water (she had).
When the water in the water-skin had all been used up, she became thirsty and her child also became thirsty. She started looking at him (i.e. Ishmael) tossing in agony; She left him, for she could not endure looking at him, and found that the mountain of Safa was the nearest mountain to her on that land. She stood on it and started looking at the valley keenly so that she might see somebody, but she could not see anybody. Then she descended from Safa and when she reached the valley, she tucked up her robe and ran in the valley like a person in distress and trouble, till she crossed the valley and reached the Marwa mountain where she stood and started looking, expecting to see somebody, but she could not see anybody. She repeated that (running between Safa and Marwa) seven times."
The Prophet said, "This is the source of the tradition of the walking of people between them (i.e. Safa and Marwa). When she reached the Marwa (for the last time) she heard a voice and she asked herself to be quiet and listened attentively. She heard the voice again and said, 'O, (whoever you may be)! You have made me hear your voice; have you got something to help me?" And behold! She saw an angel at the place of Zam-zam, digging the earth with his heel (or his wing), till water flowed from that place. She started to make something like a basin around it, using her hand in this way, and started filling her water-skin with water with her hands, and the water was flowing out after she had scooped some of it."
The Prophet added, "May Allah bestow Mercy on Ishmael's mother! Had she let the Zam-zam (flow without trying to control it) (or had she not scooped from that water) (to fill her water-skin), Zam-zam would have been a stream flowing on the surface of the earth." The Prophet further added, "Then she drank (water) and suckled her child. The angel said to her, 'Don't be afraid of being neglected, for this is the House of Allah which will be built by this boy and his father, and Allah never neglects His people.' The House (i.e. Kaba) at that time was on a high place resembling a hillock, and when torrents came, they flowed to its right and left. She lived in that way till some people from the tribe of Jurhum or a family from Jurhum passed by her and her child, as they (i.e. the Jurhum people) were coming through the way of Kada'. They landed in the lower part of Mecca where they saw a bird that had the habit of flying around water and not leaving it. They said, 'This bird must be flying around water, though we know that there is no water in this valley.' They sent one or two messengers who discovered the source of water, and returned to inform them of the water. So, they all came (towards the water)." The Prophet added, "Ishmael's mother was sitting near the water. They asked her, 'Do you allow us to stay with you?" She replied, 'Yes, but you will have no right to possess the water.' They agreed to that." The Prophet further said, "Ishmael's mother was pleased with the whole situation as she used to love to enjoy the company of the people. So, they settled there, and later on they sent for their families who came and settled with them so that some families became permanent residents there. The child (i.e. Ishmael) grew up and learnt Arabic from them and (his virtues) caused them to love and admire him as he grew up, and when he reached the age of puberty they made him marry a woman from amongst them.

25 maggio 2007

Cheney e Abrams, hanno creato il gruppo Fatah al-Islam


Secondo un personaggio politico libanese ben informato, il gruppo Fatah al-Islam sarebbe stato sostenuto dai sauditi, fino a quando non si è associato ad al-Qaeda. La sua leadership sarebbe composta da una sessantina o più sudditi sauditi, che avrebbero ricevuto l'addestramento militare in Iraq, dove sarebbero entrati clandestinamente attraverso i passi montani.

In una intervista alla televisione CNN andata in onda nella mattinata del 23 maggio il giornalista investigativo Seymour Hersh ha riferito che l'amministrazione Bush ed i sauditi hanno creato e armato l'organizzazione terroristica Fatah al-Islam, grazie a “un accordo tra il vice presidente Dick Cheney, il vice consigliere di sicurezza nazionale Elliot Ambrams ed il principe Bandar bin Sultan, consigliere di sicurezza nazionale saudita”. Scatenare questi radicali sunniti contro gli hezbollah sciiti, e quindi di fatto “contro l'Iran”, ha spiegato Hersh, rientrava nella strategia di Cheney che con l'altra mano manovrava anche il governo di Siniora in Libano, che adesso subisce gli attacchi di questi stessi ultra-radicali.

“Noi siamo impegnati in attività di supporto dei sunniti ovunque questo è possibile, contro la Shi'a ... siamo impegnati nel fomentare ... la violenza settaria”, ha spiegato Hersh, riferendosi alla politica statunitense dettata dalla Casa Bianca di Bush e Cheney. Fatah al-Islam “è un programma segreto al quale abbiamo aderito, insieme ai sauditi, nel contesto di un più vasto programma di fare il possibile per arginare il diffondersi della Shi'a nel mondo, ed adesso semplicemente ci morde il didietro”, ha affermato Hersh.

La fonte libanese in questione, che è stato procuratore generale a Beirut quando è iniziata l'attuale crisi a Tripoli, ha spiegato che alcuni dei dirigenti sauditi della formazione sono stati catturati e interrogati dai libanesi, insieme ad esperti sauditi inviati espressamente. Il leader della formazione, noto come Talhah, sarebbe adesso ricercato dalle forze di sicurezza libanesi che avrebbero individuato alcune sue tracce. L'assedio e l'attacco all'edificio di Tripoli da parte dei militari rientrerebbe nella caccia a Talhah che però alla fine non è risultato in quell'edificio. Il gruppo Fatah al-Islam ha risposto attaccando l'Esercito libanese e dando così vita a tre giorni di scontri cruenti, che si spiegano solo con un errore di valutazione da parte dei militari libanesi sull'effettiva consistenza della formazione ultra-radicale, che si riteneva fosse composta solo da 200 elementi circa.

24 maggio 2007

The King of PARACULI


Paraculo: si dice di persona furba, abile nel fare il proprio interesse senza darlo a vedere. Dizionario Garzanti 2006.
Il paraculismo si manifesta in Italia soprattutto nei momenti di crisi. Quando fischia il vento e si avvicina l’uccello padulo tutti prendono le distanze. Il re dei paraculi ha aperto le danze con una intervista domenica scorsa sul Corriere.
Massimo D’Alema tra una strambata e una paraculata ha affermato:
“ E’ in atto una crisi della credibilità della politica che tornerà a travolgere il Paese con sentimenti come quelli che negli anni ’90 segnarono la fine della prima Repubblica”.
Riformuliamo la stessa frase con altri soggetti:
Papa Ratzinger:
“ E’ in atto una crisi della credibilità della Chiesa che ci travolgerà”
Totò Riina:
“ E’ in atto una crisi della credibilità della mafia che ci travolgerà”
Cesare Geronzi:
“ E’ in atto una crisi della credibilità del sistema bancario che ci travolgerà”
Luciano Moggi:
“ E’ in atto una crisi della credibilità del calcio che ci travolgerà”
Silvio Berlusconi:
“ E’ in atto una crisi della credibilità dell' informazione che ci travolgerà”.

Nessuno di questi signori direbbe una cosa del genere. Hanno una dignità da difendere. Geronzi e Moggi sono quello che sono, ma a certi livelli di paraculismo non sono mai arrivati.
Nella politica e nel giornalismo invece i paraculi sono come le stelle: milioni di milioni. E dopo il nobile discorso di D’Alema sono arrivati tutti, ma proprio tutti alle stesse conclusioni. Napolitano, Scalfari, Sergio Romano, Chiti, Bertinotti, Marini...
Qui siamo all’assurdo. Abbiamo dei politici schizofrenici. Sono giudici e imputati allo stesso tempo, ma con il culo sempre incollato alla poltrona. Chi è il problema ci spiega che c’è un problema.
Prepariamo le monetine. Uno, cento, mille Hotel Raphael!
beppegrillo.it

22 maggio 2007

La fusione Unicredit-Capitalia



La fusione Unicredit-Capitalia?
Tutti i media si buttano a lodarla.
E ad escludere che, questa volta, ci sia entrata la politica.
La verità è - dunque - l’esatto contrario.
Risulta che Profumo non voleva comprare Capitalia, né mettersi con il pregiudicato bancarottiere Geronzi.
Come spiega il Financial Times, «l’acquisizione da 22 miliardi di euro di Capitalia sembra porre a rischio la tendenza (di Profumo) di ridurre l’esposizione ad un solo mercato».
Profumo ha sempre detto di voler «internazionalizzare».
E lo dice ancora, con parecchi soldi in meno.
Anche con il peso morto di Capitalia, «la banca resta internazionale e genererà ancora il 53% dei suoi introiti fuori d’Italia. … Avremmo fatto qualcosa di simile in Germania, ne avessimo avuto la possibilità».
Nessuna esultanza, come si vede.
Insomma Profumo ha dovuto obbedire.
Obtorto collo.
Alla politica.
Quale politica?
Geronzi ha ricevuto piogge di avvisi di garanzia per Parmalat, Cirio, e le mancate comunicazioni a Bankitalia sui crediti in sofferenza dei partiti.
Già, perché Capitalia ha salvato i DS dalla bancarotta.
Ha fatto prestiti a tutti i partiti (tranne ad AN e a Forza Italia), senza uno straccio di garanzie, perché dal potere politico ha sempre ottenuto la garanzia massima: ti salveremo qualunque cosa faccia.
Capitalia ha un capitale inferiore alle sue sofferenze, e Geronzi resta intoccabile.
Come scrive il blog «Finanza e Politica»: «Capitalia è una banca patrimonialmente pessima, per certi aspetti pericolosa, ma possiede tanti sportelli e le partecipazioni in Mediobanca e Generali [ecco, ecco].
E allora ecco il miracolo.
Il prezzo viene gonfiato, i bilanci imbellettati... e il vecchio Geronzi compie il suo capolavoro... porta la sua pessima banca alle nozze con il miglior principe presente sul mercato... così salva definitivamente Capitalia che annacquerà i suoi crediti incagliati con la gestione ottima di Unicredit, e in più si candida a divenire presidente di Mediobanca [Un pregiudicato? Del resto c’è già Ligresti, è il salotto buono o no?].
E allora chapeau a Geronzi che è riuscito a dimostrare che in finanza si possono compiere i miracoli e si fanno volare anche le vacche.
Ancora una volta la politica ha determinato le sorti del mercato e non viceversa».

L’esatto contrario di quel che strillano Il Corriere e Repubblica.
Il regista del salvataggio sembra essere ancora una volta D’Alema (il genio che ha «salvato» Telecom, ricordate), perché deve farsi un suo impero finanziario personale per contrastare l’occupazione di tutti i poteri che Prodi sta realizzando pro domo sua.
Che la fusione sia pro D’Alema, lo dice la rabbia malcelata di Veltroni, che s’è lamentato con Geronzi di aver saputo la cosa dai giornali.
Il tutto si situa nel quadro della lotta di potere in cui i leader della varie «sinistre» si fanno le scarpe l’uno l’altro, dietro le quinte, senza farlo sapere a noi.
Prodi ha lasciato fare, perché quelli si fanno le scarpe sì, ma non poteva negare a D’Alema la «sua» banca, finalmente.
Draghi e Padoa Schioppa ovviamente hanno dato l’assenso: bravi!, strillano i media, tutt’altra pasta che Fazio!
Questa menzogna corale e dura come il cemento ci dovrebbe dire qualcosa: che il sistema dei partiti-sindacati-statali-Confindustria (il blocco dei parassiti miliardari) ha completato il cerchio, il sistema di saccheggio del contribuente e del cittadino.
Si fanno le scarpe a spese nostre.
Un’ascoltatrice chiedeva al giornalista (Stefano Folli di 24 Ore) che cosa migliorerà, per lei correntista, la fusione.
Folli (di 24 Ore che lo paga benissimo) l’ha paternamente rassicurata.
No, non tema nulla.
Mettetevi per un attimo nei panni di un giovane - uno di quei famosi giovani di cui tanto si occupano i politici - che voglia aprire un’aziendina, un laboratorio artigiano.
Lo deve fare perché il lavoro dipendente, semplicemente, non c’è più.
Dunque il nostro giovane apre una cartoleria, un’erboristeria, una palestra di body building.
Appena adempiute alle immense pratiche burocratiche (la Volontà Generale diffida di chi si mette in proprio, vuole punirlo con il controllo burocratico: migliaia di documenti, stato di famiglia, certificato di matrimonio compreso), il nostro giovane deve pagare le tasse a Visco.
Prima ancora di aver venduto il primo flaconcino di erbe.
Prima, cioè, di aver avuto un reddito tassabile, un reddito che può anche mancare (e che manca difatti a due neo-impresine su tre, che colano a picco subito).
Ma non basta.
Il nostro giovane ha bisogno di un capitale, anche piccolo, per cominciare.
Si rivolge alla banca, a chi altro?
Le banche sono qui per questo.
Gli viene concesso un fido: al 18% o anche più.

Unicredito e Capitalia che regalano i soldi ai partiti, che ai depositanti e risparmiatori pagano lo 0%, al ragazzo chiedono il 18%.
E così a tutti gli altri piccoli e piccolissimi bisognosi di capitale: possono prestare quanto vogliono; grazie al credito frazionale i depositi veri si moltiplicano, e su quel denaro creato dal nulla la banca prende il 18-25%.
Ne segue questo piccolo, ridicolo fatto: che il giovane imprenditore alle prime armi, per farcela, deve produrre profitti superiori al 50%, e subito.
Perché il 18-25% se lo prende la banca (e subito; un fido non è un mutuo, non corre a 15 anni, è annuale o semestrale), il resto se lo divora il fisco.
Resta poco, al giovinotto, per mangiare, campare e vestirsi.
Per lui niente autoblù gratis.
Anzi, Visco gli controlla: quante auto ha l’azienda, ossia con costi scaricabili?
Sono troppe, te le dimezzo (è Visco che decide di quante auto ha bisogno una ditta privata).
Il giovane dovrebbe dunque gestire una start-up ad altissima tecnologia e di fulminante successo, come quelle di Sylicon Valley.
Ma lui s’è messo in proprio perché non trova lavoro.
La sua ideuzza e impresina possono funzionare, ma più probabilmente come attività «marginali».
A lui basterebbe poco, per campare.
Se non dovesse pagare l’usuraio Capitalia (18%) e il fisco di Visco (30-45%), ce la farebbe pure, a campare.
Invece no.
Naturalmente, una ovvia misura a favore dei «giovani» sarebbe l’esenzione fiscale per un paio d’anni; lo Stato non ci perde niente, ci perde di più soffocando una ditta su tre nel nido, un colossale mancato introito, uno strangolamento di attività economiche inaudito, che danno lavoro e possono darne in futuro.
Visco lo sa benissimo.
Ma non lo fa.
E perché non lo fa?
Non perché è stupido; non lo fa perchè Visco non presiede alle risorse necessarie al governo del Paese.
Presiede al sistema di saccheggio partitico-sindacale.
Il suo scopo è depredare, mica incentivare l’economia e l’iniziativa privata.
Ora, le banche sono collegate a filo doppio col sistema di saccheggio politico.

Il ragazzo-neo-imprenditore è derubato alla perfezione da tutti i lati: come contribuente, come consumatore (tariffe ENEL e Telecom, le più costose del mondo), come debitore.
Il sistema è chiuso, è perfetto.
E poi D’Alema si permette pure di dire che nel Paese c’è un certo umore contro i politici, insofferenza tipo Mani Pulite.
Ha ragione De Rita del Censis: dice che la faccenda del «tesoretto» è uno «scandalo infernale». Aggiunge: «Gli italiani hanno capito benissimo cosa è successo. Si sono messi a un tavolo Padoa-Schioppa, i tre segretari sindacali, ovviamente Prodi e pochi altri. Questa oligarchia ha creato un inutile aumento di tasse per i propri bisogni: sistemare i precari, accontentare Rifondazione…».
Finalmente uno che usa le parole giuste: una oligarchia (plutocratica e parassitaria) ha strizzato i contribuenti oltre ogni limite per «i propri bisogni».
Non per i bisogni del governo, è ben chiaro.
Non per riasfaltare le strade né per amministrare bene.
Il governo non governa affatto, non governa nulla.
Non fa nemmeno finta.
Quando ha dei problemi (detti «emergenze») li butta sui cittadini, come i napoletani buttano la spazzatura in strada.
Le carceri scoppiano?
Un bell’indulto, decine di migliaia di delinquenti tornano a rapinare e a uccidere i cittadini privati (loro no, hanno le scorte da noi pagate).
Il problema-immigrazione?
Legalizzata per incanto, non esistono più clandestini.
Altre migliaia di zingari rumeni, di criminali maghrebini e venezuelani, ben felici di darsi da fare in un Paese dove la polizia fa paura solo ai deboli, e lo Stato solo agli onesti.
Nei loro Paesi, la polizia porta fucili a pompa e spara con revolver 45.
Qui da noi, da decenni, la polizia ha perso ogni autonomia d’indagine.
Non è più guidata dal prefetto o dal questore, e comandata dal procuratore e dai sostituti.
E’ «polizia giudiziaria» nel senso che, per indagare, deve avere il permesso del magistrato, anzi aspettare che sia il magistrato a ordinare l’indagine.
E come si sa, se qualche agente osa fermare lo zingaro borsaiolo di sua iniziativa, il magistrato si affretta, per ripicca, a liberarlo.

Dopo anni ed anni di questo regime, la polizia italiana non solo ha perso la voglia.
Ha perso la competenza.
Non ha più informatori né metodologia; nemmeno può usare il ceffone, vecchia specialità di certi appuntati e questurini di un tempo, a volte così efficace per far sbollire un violento e arrogante, o parlare un sospetto: parte una denuncia del criminale, e il giudice è ovviamente dalla parte del pregiudicato recidivo, poveretto, che «ha subito violenza».
Il poliziotto rischia grosso, guai giudiziari a cui è esposto senza difesa.
E allora aspetta che sia «il signor giudice» a dirgli cosa fare.
Come affronta dunque le segretissime Triadi?
Le bande venezuelane?
Le bande rumene che ammazzano con la punta dell’ombrello?
Tutta la delinquenza di Paesi estremamente più violenti del nostro, dove la malavita è veramente dura e malvagia, veramente famelica, assassina e organizzata?
Al magistrato non importa nulla.
Anche lui è parte integrale del sistema di saccheggio: butta la spazzatura umana sulla testa dei cittadini e dei contribuenti che lo mantengono.
Non c’è governo in Italia.
Ci sono solo «le spese di governo», decise a tre (coi sindacati) per i «i bisogni» dei politici.
Il tesoretto è già bell’e divorato: per gli aumenti agli statali (al ministero del Tesoro, il premio di efficienza va per contratto integrativo a tutti coloro che sono «presenti»: firmi il cartellino e basta, sei già efficiente e premiato), per i sindacati e per le clientele della sinistra cosiddetta.
Niente grandi opere, niente strade, bisogna accontentare Rifondazione se no abbandona il non-governo.
Bisogna contentare Mastella, perché se no passa al Polo.
Un sacco di spese.
E in cambio, riceviamo spazzatura sulla testa; spazzatura vera come a Napoli (centinaia di addetti appaltanti che hanno altro da fare), nonchè i rifiuti solidi urbani dello zingarame, dei non più clandestini, dei liberati dall'indulto di cui lorsignori «governanti» non vogliono farsi carico (hanno ben altro da fare).
Riceviamo al spazzatura Telecom che è al loro servizio e non al nostro e dunque non mette l’ADSL dove dovrebbe, la spazzatura ENI che ci carica di bollette perché non c’è authority che imponga la chiarezza e la concorrenza.
Paghiamo i costi delle banche-spazzatura, salvate da D’Alema.

Tartassati da tutti i lati, sepolti nella rumenta dello Stato, e pure sospettati di continuo di evasione, da Visco.
Il Visco cui pare sospetto che «due italiani su tre dichiarino meno di 10 mila euro l’anno di reddito».
Eh sì, lui crede che tutti gli italiani guadagnino come lui o come i direttori delle ASL, da 150 a 300 mila euro l’anno.
Non gli passa per il capo che in Italia ci sono dodici milioni di pensionati, e che per lo più prendono 5 mila euro l’anno di minima.
Né che esistono ragazzi-imprenditori marginali, che dopo tasse e tassi usurari non hanno più di mille euro mensili per sé: eccoli lì i due italiani su tre.
Fra loro ci sono sicuramente i grandi evasori, ma non è che il fisco li cerchi davvero: hanno i beni in Liechtentstein, la Porsche o lo yacht appartengono a una società lussemburghese, oppure hanno profitti azionari «di rischio» all’estero.
Visco non sa che l’Italia si sta impoverendo, che le pensioni hanno perso in dieci anni il 30% del potere d’acquisto, e i salari il 10%.
Ci crede tutti ricchi come lui e quelli che lui frequenta; e se no, evasori.
Lo voglio vedere a spulciare quei 12 milioni di sicuri evasori che sono i pensionati, questi furbastri che dichiarano meno di 10 mila euro e chissà cosa nascondono.
Visco è la nostra Maria Antonietta: «Non hanno pane? Mangino la brioche» (peraltro frase mai pronunciata dalla regina, inventata di sana pianta).
La «brioche» non era il cornetto che conosciamo al bar; era la crosta succosa di pane, delle carni cucinate «en croute», al forno, cinghiali, cervi, fagiani…
Due italiani su tre hanno certo mangiato a crepapelle la cacciagione.
Maurizio Blondet

21 maggio 2007

I sintomi e la Respons-Abilità


L’atteggiamento del mondo di oggi è quello di sopprimere il sintomo e pensare così di aver risolto il problema.
Hai mal di schiena? Mal di stomaco? Che problema c’è! prendi un antidolorifico e ti passatutto, sopprimo il sintomo e non curo la causa. Un organo funziona male, fegato, cuore, rene ecc.? nessun problema oggi si cambia in quattroequattrotto e tutto ricomincia da capo; hai il cancro? Si sterminano le cellule, tra cui moltissime sane, e si va avanti ancora per un po’.
In politica accade lo stesso, ho la situazione del debito e della spesa pubblica incontrollata?Che ci vuole, basta aumentare le tasse e ridurre i servizi e in un batter di ciglia si rientra nei parametri. Ho più criminalità e disagio sociale? Aumento le forze dell’ordine e la repressione.
Anche noi nella nostra vita quotidiana facciamo lo stesso. Non sopportiamo il disagio e allora cerchiamo di porre rimedio cambiando quello che ci sembra l’elemento dissonante, moglie, marito, televisore, amante, macchina. Chissà come mai, dopo un po’ tutto si ripresenta anche in modo più pesante: la malattia, il debito, la spesa, il disagio sociale, l’insoddisfazione ed il tormento interiore e continuiamo a sopprimere questi fastidiosi con dosi sempre più massicce di medicine, tasse, polizia, repressione e nuove donne nuovi uomini, televisori sempre più grandi, per le macchine non vi preoccupate che ci pensa il governo che per risanare la Fiat di Agnelli e delle banche, impone di rottamare auto seminuove perché “inquinano” (!!!). Ma non sarebbe più semplice pensare a sanare la causa?
Certo sarebbe più efficace, ma non è detto che sia una cosa semplice. Perché? La risposta è in una parola: responsabilità. Noi, i nostri medici, la nostra società, i nostri politici, la nostra economia, rispecchiano esattamente quello noi siamo in questo momento storico. Una delle caratteristiche di chi non vuole assumere su di se alcuna responsabilità è quella di dare sempre la colpa all’esterno e la cosa più immediata, ma purtroppo solo temporanea, è di sopprimere quello che ai nostri occhi appare come la causa, ma che a ben vedere è solo il sintomo.
Secondo alcune teorie sempre più accettate anche dal mondo occidentale, non dobbiamo considerare il nostro corpo scisso dal nostro mondo interiore. In questo modo potremo capire che tutte le malattie hanno origine da un malessere che prima della sua manifestazione fisica è interiore: la paura ad esempio è causa del mal di stomaco e della troppa acidità, i problemi di cuore sono lo specchio della nostra chiusura verso la manifestazione delle emozioni e dei sentimenti, il mal di schiena ha origine nel nostro timore di non poter far fronte economicamente alle sfide del futuro, mentre il tanto “odiato” cancro non è altro che l’odio e la rabbia che inconsciamente riversiamo dentro il nostro corpo.
A questo punto diventa chiaro che se una persona è malata, deve sì andare dal medico per curare il sintomo nel corpo, ma deve anche lavorare per guarire il suo malessere interiore, la causa della manifestazione esteriore. Proseguendo il discorso nella politica e nell’economia, abbiamo politici completamente deresponsabilizzati che combinano guai, su guai. Uno accusa l’altro e piano piano destra e sinistra si avvicinano paurosamente facendo perdere ogni identificazione ideologica, Fini e Bertinotti che danno vita al mostro “Finotti” o Prodi e Berlusconi che diventano “Prodoni”.
Alternandosi, ma essendo sostanzialmente uguali, impediscono che qualcosa cambi. La responsabilità in questo caso sarebbe non votare più né l’uno né l’altro perché a grandi passi ci portano sempre di più al punto di non ritorno. Togliere loro pacificamente il consenso e tornare ad occuparsi della cosa pubblica in prima persona, cominciando dal territorio in cui si vive, significa essere abili nel dare risposte, in altre parole respons-abili.
La respons-abilità sarebbe non bere più le bugie che quotidianamente ci propinano dalla grancassa mediatica e cominciare a capire che la causa del nostro paese, della nostra economia risiede nel modo di emissione del denaro, che genera un debito enorme e che non potrà mai essere ripianato, qualsiasi sforzo si metta in atto. Respons-abilità sarebbe capire che questa moneta è la causa del disagio sociale che stiamo vivendo, che porta le persone all’esasperazione, al suicidio, alla malattia e capire che fino a quando non la toglieremo dalla nostra vita non ci saranno forze di polizia, medici sufficienti per arginare i poveri, i malati, gli scontenti, gli arrabbiati.Se ci pensiamo bene responsabilità non è altro che non farsi trascinare dalla corrente, ma rimboccarsi le maniche e lavorare al futuro di tutti, ognuno per quello che sa fare. Il meccanismo della delega è diventato solo delega di potere che più si va avanti, più ci toglie la capacità di capire, scegliere della nostra vita.
Qualcuno potrà dire: ma che centra questo con un sito che analizza l’economia? Purtroppo, al punto in cui siamo, ogni cosa è interdipendente, per cui se vogliamo risolvere i problemi economici, della sanità, dell’ordine pubblico dobbiamo necessariamente ripartire da noi stessi o il conto che ci presenterà l’oste, questa volta sarà salatissimo.

10 maggio 2007

Annunaki tra realtà e leggenda




Come ipotizza qualche ricercatore, i telescopi statunitensi-vaticani starebbero scrutando il firmamento per individuare non un corpo celeste, ma eventuali astronavi in avvicinamento alla Terra. L’infame sinarchia che soggioga da millenni (almeno) gli uomini, èlite discendente dagli Annunaki o da ibridi alieni-umani (si pensi a tutte le testimonianze iconografiche, letterarie, archeologiche ed alle recentissime scoperte genetiche) teme l’arrivo di civiltà che potrebbero por fine al suo scellerato dominio?

È necessario qui riflettere su uno dei numerosi luoghi comuni che inficiano la comprensione delle questioni esobiologiche. Molti, infatti, asseriscono: “Se veramente esistessero delle civiltà aliene più progredite, sotto il profilo tecnologico, rispetto a quella terrestre, queste stars nations avrebbero già invaso il pianeta”. Siamo così sicuri che per conquistare un pianeta sia necessaria un’invasione? Se veramente esistono degli extraterrestri con mire di conquista, non sarebbe preferibile per loro adottare una strategia anche a lungo termine consistente in un’operazione “cavallo di Troia”, ossia una scaltra intrusione nella fortezza del nemico? Non è forse più efficace un piano di lenta, ma pervasiva infiltrazione, rispetto ad una guerra guerreggiata? In guisa simile, un virus attacca un organismo, insediandosi nella cellula ospite. Una tattica del genere si rivelerebbe molto più efficiente, perché il nemico sarebbe soggiogato con calma, in modo pressoché impercettibile, reso inoffensivo, quasi senza colpo ferire.

Credo che gli Annunaki od i loro discendenti dominino la Terra da tempo immemorabile, ma non tanto con le armi della coercizione quanto con l’astuzia. Una delle più scaltre invenzioni escogitate dagli Arconti fu la religione, intesa come culto dogmatico e narcotico per lo spirito, come instrumentum regni. Che poi tale religione coincida con l’adorazione di “dèi” assetati di sangue animale ed umano, come molti numi medio-orientali o che, con un po’ di maquillage, sia stata resa un briciolo più degna ed appetibile e diffusa col nome di Ebraismo, “Cristianesimo”, Islam etc. poco importa. Sono sempre sistemi dottrinari assurdi e, in gran parte, falsi, ma di grandissima presa sulle masse ora blandite con la promessa di un paradiso ultraterreno, ora spaventate e controllate con la minaccia dell’inferno.

Innumeri sono gli altri sistemi per tenere a bada le popolazioni: dal divide et impera alle ideologie falsamente libertarie, dall’evasione tramite i circenses alla diffusione di bisogni fittizi, dall’’attuazione dello schiavismo, sotto forma di lavoro più o meno alienante al sistema del debito etc. Non è questa la sede per esaminare questi mezzi di dominazione, ma è evidente che, per assoggettare l’umanità, non occorrono né un conflitto né un’imposizione violenta, essendo molto più utile la manipolazione delle coscienze. In questo modo si evitano le ribellioni e, anzi, si ottiene il consenso ed il sostegno degli schiavi che non sanno di esserlo. È noto che la classe dirigente degli Spartani usò sempre il pugno di ferro contro gli Iloti, i lavoratori ridotti in stato di servaggio: gli Uguali dichiaravano guerra agli Iloti per sfoltirne il numero e per ribadire la propria egemonia. Con quali risultati? Le rivolte degli Iloti diventarono vie più frequenti e violente sì da indebolire gli Spartiati, le cui schiere si assottigliarono. Alla fine la pòlis greca decadde e della gloriosa Lacedemone rimasero solo misere rovine. Invece, per sconfiggere un nemico e sterminarlo, spesso le armi più efficaci sono la corruzione, lo snaturamento culturale: i coloni britannici del Nuovo mondo falcidiarono i popoli nativi americani, diffondendo epidemie, ma anche con l’alcool e con la distruzione degli habitat da cui i nativi traevano le risorse. Le stesse armi erano state usate dai conquistadores spagnoli contro le etnie autoctone, in Messico, America centrale e meridionale, etnie convertite obtorto collo al Cattolicesimo e così defraudate delle loro tradizioni più autentiche. Furono strumenti più micidiali delle armi da fuoco.

Secondo Tesla, sulla Terra vivono da millenni creature di un altro pianeta; infiltrate tra noi, controllerebbero eventi e persone per guidare secondo un piano preciso l'”evoluzione” dell'umanità. Si tratterebbe dei creatori della prima razza umana sul nostro pianeta. Lo scienziato serbo si convinse di ciò quando nel 1899, come rivelano i suoi diari, si trovava a Colorado Springs. Qui intercettò casualmente diverse comunicazioni di esseri extraterrestri che starebbero controllando di nascosto il genere umano, preparandolo molto lentamente ad un'eventuale dominazione, mediante un programma in atto da millenni o, per meglio dire... fin dalla creazione dell'umanità.

Tesla aveva documentato i suoi lunghi anni di ricerche per interpretare quei segnali radio e tutti i suoi inutili tentativi d'informare il governo e i militari. Si sarebbe anche confidato con alcuni suoi "benefattori", incluso il colonnello John Jacob Astor. Costui mostrò di non credergli, ma, in realtà, i mecenati dell’inventore erano, a mio parere, a conoscenza del patto scellerato stipulato con gli alieni e volevano ad ogni costo nascondere l’atroce verità, screditando Tesla dipinto come un visionario.
Zret

05 maggio 2007

Fatti accertati e misteri insoluti



di Marco Travaglio

Naturalmente come si dice in questi casi, bisogna attendere le motivazioni
della sentenza. Ma già dal dispositivo della II sezione della Corte d'
appello di Milano nel processo Sme-Ariosto qualcosa si può arguire. Dunque
Silvio Berlusconi «non ha commesso il fatto». O, meglio, non ci sono prove
sufficienti che lo abbia commesso.

Questo vuol dire infatti il comma 2 dell'articolo 530 del codice di
procedura penale. Il fatto però c'è, tant'è che gli altri imputati - gli
avvocati Previti e Pacifico, e il giudice Squillante - furono condannati in
primo e secondo grado per corruzione (semplice per i due legali, giudiziaria
per l'ex magistrato), salvo poi salvarsi in corner grazie alla sentenza
della Cassazione che l'anno scorso, smentendo se stessa, decise di spedire
il processo a Perugia perché ricominciasse da capo. Anzi, non ricominciasse
affatto perché, mentre le carte viaggiavano dal Palazzaccio verso Perugia, è
scattata la prescrizione. Qual è dunque il fatto? Il bonifico bancario di
434.404 dollari (500 milioni di lire tondi tondi) che il 5 marzo 1991 partì
dal conto svizzero Ferrido della All Iberian (cassaforte estera di casa
Fininvest, alimentata dalla Silvio Berlusconi Finanziaria) e in pochi minuti
transitò sul conto svizzero Mercier di Previti e di lì al conto svizzero
Rowena di Squillante. Un bonifico molto imbarazzante per Berlusconi, che di
Squillante era amico (si telefonavano per gli auguri di Capodanno,
Squillante lo inquisì e lo interrogò e poi lo prosciolse nel 1985 in un
processo per antenne abusive, poi il Cavaliere tentò di nominarlo ministro
della Giustizia e gli offrì pure un collegio sicuro al Senato). Tant'è che l
'allora premier tentò di sbarazzarsi delle prove giunte per rogatoria dalla
Svizzera (legge sulle rogatorie, 2001), poi del giudice Brambilla che lo
stava giudicando in primo grado (trasferito nel gennaio 2002 dall'apposito
ministro Castelli), poi direttamente del processo (lodo Maccanico-Schifani
del 2003 sull'impunità per le alte cariche dello Stato). Fu tutto vano.
Ottenuto lo stralcio che separava il suo processo da quello a carico dei
coimputati, Berlusconi fu poi processato da un altro collegio e ritenuto
colpevole per quel fatto. Ma si salvò per la prescrizione, grazie alla
generosa concessione (per la settima volta) delle attenuanti generiche.
Contro quel grazioso omaggio, la Procura ricorse in appello affinché,
spogliato delle attenuanti, il Cavaliere fosse condannato. A quel punto l'
imputato, tramite il suo onorevole avvocato Pecorella, varò una legge che
aboliva i processi d'appello dopo i proscioglimenti di primo grado: per
esempio, il suo. La legge fu bocciata da Ciampi in quanto incostituzionale.
Lui allora prorogò la legislatura per farla riapprovare tale e quale. Poi la
Consulta la cancellò in quanto incostituzionale, e l'appello ripartì. Ieri s
'è concluso con questa bella sentenza.

Insomma la condotta berlusconiana non somigliava proprio a quella di un
imputato innocente. «Mai visto un innocente darsi tanto da fare per farla
franca», commentò efficacemente Daniele Luttazzi. Tant'è che ieri, alla
notizia dell'assoluzione (per quanto dubitativa e ancora soggetta a un
possibile annullamento in Cassazione), il più sorpreso era proprio lui, il
Cavaliere. Era innocente o quasi, ma non lo sapeva. O forse non aveva mai
preso in considerazione l'ipotesi.

In attesa delle motivazioni, che si annunciano avvincenti, la questione è
molto semplice. Cesare Previti è stato definitivamente condannato a 6 anni
per aver corrotto un giudice, Vittorio Metta, in cambio della sentenza
Imi-Sir del 1990 (tra l'altro, la sentenza che lo dichiara pure interdetto
in perpetuo dai pubblici uffici, è del 4 maggio 2006, ma a un anno di
distanza l'onorevole pregiudicato interdetto è ancora deputato a spese
nostre). Due mesi fa la Corte d'appello di Milano l'ha condannato a un altro
anno e 8 mesi per aver corrotto lo stesso giudice Metta in cambio della
sentenza che, due mesi dopo di quella Imi-Sir, toglieva la Mondadori a De
Benedetti per regalarla a Berlusconi (che, processato come mandante di
quella mazzetta, è uscito da quel processo grazie alle attenuanti generiche
e alla conseguente prescrizione). Restava da definire il ruolo di Berlusconi
in quel versamento estero su estero a Squillante, risalente a un mese dopo
la sentenza Mondadori: marzo 1991. Tre tangenti giudiziarie in 5 mesi, tra
la fine del 1990 e l'inizio del '91. Se Previti, com'è irrevocabilmente
accertato, pagò Metta per conto della famiglia Rovelli per vincere la causa
(altrimenti persa) dell'Imi-Sir; se Previti pagò Metta per conto di
Berlusconi per vincere la causa (altrimenti persa) del lodo Mondadori; ecco,
se è vero tutto questo, per conto di chi Previti pagava Squillante? E perché
Squillante, nel 1988, al termine della causa Sme vinta da Berlusconi e
Barilla e persa da De Benedetti, ricevette 100 milioni estero su estero
tramite Previti e Pacifico da Barilla, cioè dal socio di Berlusconi che non
conosceva né Pacifico, né Previti, né Squillante? Questi erano i termini
della questione che ieri i giudici dovevano risolvere. Hanno stabilito che,
per i 100 milioni di Barilla a Squillante, «il fatto non sussiste»: sarà
stato un omaggio a un giudice che stava particolarmente simpatico al re
della pasta (che però non lo conosceva). Quanto ai 500 milioni della
Fininvest a Squillante, Previti avrà fatto tutto da solo. Pur non essendo
coinvolto personalmente in alcun processo (all'epoca, almeno), pagava il
capo dell'ufficio Istruzione di Roma con soldi di Berlusconi, ma all'
insaputa di Berlusconi, che non gli ha mai chiesto conto dei suoi quattrini
(ma adesso lo farà, oh se lo farà: andrà da Previti, presso la comunità di
recupero per tossicodipendenti dove sta scontando la pena, lo prenderà per
il bavero e lo strapazzerà a dovere, per avergli causato tanti guai con la
giustizia). O almeno non c'è la prova, nemmeno logica, che Berlusconi lo
sapesse. Squillante, quando gli telefonava per gli auguri di Capodanno o
negoziava il suo seggio al Senato, non gli parlò mai di quei generosi
bonifici in Svizzera. Che so, per ringraziarlo. Invece niente, nemmeno una
parola gentile. Che ingrato.

Mangia che ti passa


E’ una filosofia e come tale si occupa dello studio di vari aspetti della vita umana: comportamento, pensiero, respirazione, esercizio fisico, rapporti, abitudini, usi e costumi, cultura, idee e coscienza, ecc.
L’alimentazione moderna si sta allontanando sempre di più dalla reale necessità del nostro corpo inteso come fabbisogno nutrizionale (e non solo) portando la salute pubblica ad un punto critico con una crescente incidenza di malattie.

Cibi raffinati, ricchi di conservanti, additivi, coloranti, grassi, zuccheri, non sono certo quello di cui l’organismo ha bisogno. Le previsioni affermano che nei prossimi anni avremo un’ incidenza aumentata di malattie neoplastiche, degenerative e autoimmuni come l’ alzheimer e la sclerosi multipla.
Anche le cardiopatie, le allergie, i reumatismi, le artriti, il diabete, le disfunzioni sessuali e i disturbi mentali sono in aumento, in parte correlate ad una alimentazione scorretta e dannosa.
Cambiare abitudini alimentari è possibile ma è necessaria la consapevolezza di voler cambiare.
Questa è la strada da seguire per il miglioramento della salute fisica e mentale, per aggiungere vita ai nostri anni e per fermare la spirale di declino e degenerazione della società moderna. Il successo di tutto ha origine nella cucina di ogni casa e da chi si prende cura della preparazione del cibo quotidiano.

La Cia in venezuela trama contro Chavez?

DI CHRIS CARLSON
Information Clearing House

"Voglio uccidere quel figlio di puttana", ha dichiarato il capitano della Guardia Nazionale venezuelana, Thomas Guillen, in una telefonata registrata alla moglie. Durante la conversazione, mandata in onda lo scorso mese sulla tv di stato venezuelana, il capitano ha rivelato il piano, elaborato assieme al padre, per uccidere il presidente Hugo Chávez. Il giorno seguente, il capitano e suo padre, Ramon Guillén Dávila, generale ritirato, sono stati arrestati e incarcerati per aver cospirato contro il Presidente del Venezuela. [1]

Nelle ultime settimane, Hugo Chávez ha a più riprese avvertito che gli Usa tramano per farlo fuori e stanno aumentando le attività dirette contro il suo governo e la sua persona. Chávez ha anche affermato che la CIA sta lavorando con alcuni contatti del famoso terrorista cubano, nonché agente CIA, Posada Carriles, elaborando piani per il suo assassinio. C'è qualche verità in tutto ciò? Potrebbe essere un'altra classica cospirazione della CIA al fine di uccidere un nuovo "nemico” ufficiale degli Stati Uniti? Una rapida occhiata ai legami tra CIA e il generale Ramon Guillén Dávila mostra che la possibilità è decisamente fondata.

Gli Stati Uniti riescono ad allungare i tentacoli verso molti paesi in tutto il mondo in molti modi, influenzando e intervenendo nella politica delle nazioni sovrane. In America Latina, uno dei metodi più comuni è attraverso le cosiddette "operazioni anti-droga". La CIA notoriamente ha compiuto operazioni “anti-droga” in paesi come Bolivia, Colombia ed Ecuador.

In Venezuela, queste operazioni “anti-droga” create ad hoc dalla CIA vennero guidate negli anni '80 dallo stesso generale Ramon Guillén Dávila che negli ultimi tempi progettava l'attentato a Chávez. Stando al Miami Herald, Guillen era l'uomo più fidato della CIA in Venezuela e il più vecchio collaboratore officiale della CIA nel 1980. [2]

A capo della Guardia Nazionale del Venezuela, Guillén lavorò a stretto contatto con la CIA per le infiltrazioni e la raccolta di informazioni sul traffico di narcotici colombiano. Ma invece di frenare le operazioni di droga, Guillén e la CIA finirono per importare cocaina loro stessi e l'intera faccenda venne a galla quando “60 Minutes” [“60 minuti”, trasmissione della CBS News, generalmente basata su documentari di tipo politico, ndt] mandò in onda un servizio esplosivo nel 1993. La CIA aveva collaborato con Guillén per far entrare clandestinamente l'incredibile quantità di 22 tonnellate di cocaina negli Stati Uniti. [3]

Dopo che la dogana ebbe intercettato un carico di cocaina giunto nel paese attraverso l'aeroporto internazionale di Miami, un'indagine officiale stabilì la responsabilità del generale Guillén. Ma secondo il giornalista investigativo Michael Levine, Guillén era una “risorsa” che operava dietro ordini e protezione della CIA, fatto poi ammesso dall' “Agenzia” stessa. Il generale Guillén non venne mai estradato per processo negli Stati Uniti. [4]

Quindi, il generale Ramon Guillén Dávila è ancora una “risorsa” CIA che lavora al progetto di estromissione del presidente venezuelano? Che il generale abbia mantenuto o meno i legami con la CIA, sembra comunque un ottimo candidato per i tentativi di destabilizzazione del governo di Chávez.

Stando alla pagina web “School of the Americas Watch” [L'osservatore della Scuola delle Americhe, ndt], il generale Guillén si è laureato nella peggiore scuola di addestramento al combattimento degli Stati Uniti nel 1967. [5] La Scuola delle Americhe, divenuta nel 2001 l'Istituto dell'Emisfero Occidentale per la Cooperazione e la Sicurezza, è una base militare statunitense utilizzata per addestrare soldati latino-americani in tecniche di contro-rivolta e tattiche da interrogatorio.

Uno dei vari tentacoli dell'impero statunitense, la Scuola delle Americhe è altresì nota come "la più grande organizzazione per la destabilizzazione in America Latina". Situata in Fort Benning, Georgia, la Scuola invia i suoi laureati in tutta la regione per reprimere movimenti comunisti, o di sinistra, e per influnzare le decisioni politiche nei paesi dell'America Latina. La scuola si è generalmente schierata a favore di regimi che facevano uso delle squadre della morte e della tortura per tenere a bada la popolazione.

La scorsa settimana, durante il 5° anniversario del tentato colpo di stato del 2002, orchestrato dagli USA contro il governo venezuelano, Chávez ha sottolineato che "l'impero non ha requie". Ha dato per certo che gli Stati Uniti, in combutta con l'élite venezuelana, continueranno a cospirare per estrometterlo dal potere, non avendo mai accettato la Rivoluzione Bolivariana.

Non sorprenderebbe, in ogni caso, se la CIA stesse organizzando un attentato o un golpe contro Hugo Chávez. Questa organizzazione criminale ha una lunga e sordida storia di operazioni segrete tra cui assassinii, guerra economica ed elezioni truccate. Solo in America Latina, la CIA ha rovesciato numerosi regimi in Nicaragua, Cile, Panama, Brasile, Grenada, Repubblica Dominicana, Guatemala e, recentemente, ad Haiti nel 2004.

Al contrario, susciterebbe veramente sorpresa se la CIA non stesse cercando di liberarsi in qualche modo del popolare presidente venezuelano. In fondo, Chávez ha dato prova di essere una potenziale minaccia agli interessi dell'impero statunitense e dei suoi sponsor multinazionali. Chávez ha vigorosamente respinto l'ordine del giorno della neo-liberale Washington, nazionalizzando ampi settori dell'economia, liberando il suo paese dal controllo del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, rafforzando l'OPEC [Organizzazione dei Paesi Esportatori del Petrolio], riprendendo possesso dell'industria petrolifera nazionale e intensificando l'interazione nel Sud del mondo.

Tuttavia la più grave minaccia agli interessi dell'impero statunitense è che la rivoluzione in Venezuela sia di esempio entro la regione, contagiando altri paesi. Nazioni come la Bolivia e l'Ecuador vivono in questo momento le rispettive rivoluzioni, ricalcando l'esperienza venezuelana.

Sembra altamente probabile che la “risorsa” di un tempo della CIA, il generale Ramon Guillén Dávila, stesse cospirando con essa per eliminare il movimento sinistroide più consolidato dell'America Latina, ad oggi. Ma a prescindere dal fatto che la CIA riesca a domare l'incendio in Venezuela, potrebbe essere comunque troppo tardi per contrastare l'ondata di rivoluzioni nella regione.

Chris Carlson è attivista e giornalista freelance in Venezuela