11 agosto 2006

IL DENARO


Il denaro dunque non è mai stato così presente nella nostra esistenza come oggi che, fisicamente, è assente. Impregna la nostra mentalità, modella le nostre coscienze, determina i nostri stili di vita. Automobili, aerei, telefoni, telefonini, fax, computer, nati allo scopo di risparmiare tempo, ci vedono in continuo affanno, con gli occhi sempre rivolti all'orologio. Non abbiamo tempo di vivere il presente perché ci è rubato dal futuro: questi sono i ritmi cui ci obbliga la logica del denaro. La vita è tutto un soppesare, calcolare, misurare i costi e i ricavi delle nostre e delle altrui azioni. Tutto è tradotto a valutato in termini di denaro. Tutto è business. Anche le attività più spirituali e i sentimenti più sacri sono misurati in denaro: dalla ricorrenza del giorno dei morti ('un business da 100 miliardi di lire ') alla morte dei Vip (lady Diana) alla malattia. Neppure la vecchiaia è più la vecchiaia ma il 'rischio vecchiaia' (dal punto di vista assicurativo o della previdenza).
Oggi il principio fondamentale di ogni agire economico è la mancanza di scrupoli. Si ha prestigio se si ha denaro, ma si ha denaro anche grazie al prestigio, perché è quest'ultimo che oggi conferisce quella credibilità che una volta era riservata all'onestà. Scrive G. Simmel: 'L'indifferenza con cui si presta ad ogni utilizzazione, l'infedeltà con cui si separa da ogni oggetto, perché non era veramente legato a nessuno, l'oggettività, che esclude qualsiasi rapporto affettivo e lo rende adatto ad essere un puro mezzo, tutto ciò determina un'analogia fatale fra denaro e prostituzione'. E così, come il cane finisce per assomigliare al suo padrone, assumendone tic e fisionomia, l'uomo d'oggi è come il suo denaro: frenetico e vuoto. I due orgogli della società liberale uscita dalla Rivoluzione industriale, il primato della politica e della democrazia, si sono sottomessi alle leggi del mercato finanziario internazionale. E quindi i governanti e le loro scelte dipendono dal denaro e dalle strutture che lo governano (FMI, Banca Mondiale ecc.).
Denaro e benessere dell'uomo non hanno nulla da spartire, anzi sono su sponde opposte: il cibo non va dove c'è la fame ma dove c'è il denaro che può comprarlo ai prezzi più remunerativi, durante la guerra il denaro prospera ma la gente sta male, la ricchezza aumenta e la popolazione impoverisce. Sembra che ci sia qualcosa che non quadri: e invece quadra tutto benissimo, dato che il valore è il denaro e niente altro. Gli uomini sono valutati in base a ciò che guadagnano e le disuguaglianze, da quando ha preso piede l'economia monetaria, non hanno fatto che aumentare.
I valori che distinguono la società moderna da tutte le altre si rifanno al primato della visione economica, secondo la quale in un mondo di oggetti non possedere significa non esistere. Insomma da un lato il sistema, usando il denaro come specchietto per le allodole, spinge una parte degli uomini a lavorare freneticamente e sempre di più, dall'altro impedisce di lavorare a chi ne ha bisogno.
La capacità del denaro di crescere come un tumore sul corpo che gli ha dato vita sino ad invaderlo completamente, soffocarlo e distruggerlo, deriva dalla sua natura squisitamente tautologica, dalla sua attitudine ad autoalimentarsi, diventando così un fine, un fine ultimo, un fine che non ha altri fini al di fuori di se stesso. E poiché il denaro è un sacco vuoto, un puro Nulla, il suo fine non ha mai fine, si pone in un futuro irraggiungibile, trascinando con sé, in questa corsa verso il niente, l'uomo. Questa natura è particolarmente evidente nel meccanismo finanziario, del denaro che compra denaro. Scrive Bazelon: 'Il denaro finanziario non è denaro da spendere. Con esso non si compra mai nulla; serve a guadagnare altro denaro. E quando poi si è in pieno movimento, non si compra nulla nemmeno col denaro guadagnato sul denaro adoperato per guadagnarlo, e così via.'
Così funziona anche il circuito creditizio internazionale: crediti enormi, ormai inesigibili, vengono pagati sempre più spesso aprendo altre linee di credito al debitore. Cioè il creditore paga il debitore perché lo paghi. Soddisfa la promessa di pagamento di cui è detentore con un'altra (vedi gli Stati Uniti con l'Europa dopo la prima guerra mondiale ed oggi con l'Est asiatico, o il Messico ed il Terzo Mondo con i paesi industrializzati).
Così funziona l'attività industriale e commerciale: non si producono o vendono cose utili a chi non le ha, si produce per ottenere valore di scambio e cioè denaro, si deve produrre per produrre (per questo, nonostante esista una tecnologia in grado di produrre materiali quasi indistruttibili, i prodotti hanno una resistenza e un'esistenza sempre più breve).
Così funziona il sistema di creazione di nuovi bisogni da soddisfare con nuovi beni (l'offerta che crea la domanda). La produzione non serve più per la soddisfazione di un bisogno ma per accaparrare denaro in funzione del denaro. A questo punto della storia dell'uomo il denaro è diventato la sostanza materiale dell'esistenza, è diventato la vera comunità. È diventato tutto.
E i risparmiatori sono i fessi storici di questa vicenda, quelli che, avendone poco, finanziano strutturalmente quelli che ne maneggiano molto, quelli che risparmiano perché temono (causa la disoccupazione e l'abbassamento dei salari) per il futuro.
Non hanno capito che ad essere diventato precario non è il futuro, ma il denaro.
Tratto da "Il denaro 'sterco del demonio' di Massimo Fini

10 agosto 2006

La strada verso il suicidio?


di HENRY MAKOW ,fonte: http://www.savethemales.ca
ABSTRACT :Is Israel the sacrifice necessary to justify razing Tehran? We learn that Israel is moving government offices from Tel Aviv to Jerusalem. Iran's Ahmadinejad says Israel "has pushed the self-destruct button... Reports suggest Israel's security infrastructure has been compromised. The Iraq and Lebanon wars are designed to diminish US and Israel and promote the bogus "war of civilizations."

Diversi segni rivelatori suggeriscono che il Framassone Ehud Olmert sta obbedendo agli ordini dei suoi superiori Illuminati per dare il via ad una dolorosa caduta di Israele, se non alla sua completa distruzione. Eccone alcuni...
1. Per portare avanti la “guerra tra le civiltà” i leader traditori di Israele hanno deliberatamente infiammato ed unito 1 miliardo e duecentomila musulmani. Le decisioni di Olmert sono state pensate per gettare ulteriore discredito su Israele, proprio come ha fatto Bush con gli Stati Uniti: ecco la ragione del bombardamento di un edificio dell’ONU, dell’uso del fosforo bianco e degli attacchi contro ambulanze e civili (di cui l’ultimo domenica scorsa a Cana). Le barbarie di Israele hanno reso lo stato ebraico completamente emarginato ed esposto ad un’escalation di ritorsioni ed atti feroci.

2. La devastazione del Libano non può assolutamente essere giustificata nel contesto dell’attuale conflitto. Il numero di civili e soldati israeliani uccisi da Hezbollah da quando Israele ha lasciato il Libano nel luglio 2000 ammonta a circa 25, aggiungiamo i 10 uccisi o catturati il 12 luglio 2006 e si arriva a 35: neppure 6 all’anno. Per capire meglio queste cifre basta pensare che nel 2004 ci furono 480 morti per incidenti automobilistici. Non sono riuscito a trovare un singolo riferimento a morti causate da razzi katiusha sparati contro la parte nord dello stato ebraico in questo periodo. Consideriamo che tutto ciò è avvenuto in territori occupati precedentemente da Israele, e teniamo presente anche le provocazione da entrambe le parti. (“I terroristi Hezbollah attaccano da maggio del 2000” titolava il Jewish Post il 26 luglio 2006 a Winnipeg).
Il 29 gennaio 2004 Israele rilasciò 400 prigionieri arabi in cambio di un uomo d’affari e dei corpi di tre soldati. Ce ne sono stati altri di negoziati di questo tipo, il che crea un precedente che permette di capire la cattura dei due soldati da parte di Hezbollah del 12 luglio. La psicotica risposta di Israele può essere considerata una mossa di apertura effettuata da un giocatore invisibile su una scacchiera più grande della situazione attuale.

3. Condoleeza Rice ha dichiarato che questa guerra fa parte “del doloroso travaglio che porterà alla nascita del nuovo Medio Oriente.” Come andrà questo parto? L’Iran sgancerà bombe atomiche su Tel Aviv e Haifa? Il sacrificio di Israele sarà necessario per giustificare la distruzione completa di Tehran? Sappiamo che Israele sta trasferendo gli uffici governativi da Tel Aviv a Gerusalemme, ma se Hezbollah può colpire Tel Aviv può anche raggiungere Gerusalemme; tutto ciò potrebbe per caso far parte di uno scenario post-atomico in cui Gerusalemme diventerà una sorta di Parlamento per il Governo Mondiale e non più la capitale dello Stato “Ebraico”?

4. Ecco un altro segnale del fallimento a cui va incontro Israele, proprio come gli USA in Iraq: questa guerra non può essere vinta. Come molti altri hanno affermato, non ci sono obiettivi realistici, Hezbollah non si sta indebolendo, anzi sta accadendo proprio l’opposto. Il presidente iraniano Ahmadinejad afferma che Israele “ha premuto il pulsante per l’autodistruzione… Non riusciranno a finire il lavoro che hanno iniziato.”

5. I soldati israeliani si lamentano del fatto che Hezbollah sembri conoscere in anticipo le loro azioni. I comandanti protestano per l’insufficiente numero di uomini a loro disposizione, necessari per raggiungere gli obiettivi preposti. Tutto ciò suona familiare? Alcune notizie suggeriscono che le infrastrutture per la sicurezza israeliana sono compromesse. Il Capo di Stato dell’esercito è stato ricoverato in ospedale vittima di dolori allo stomaco e spossatezza.

6. Un altro segno premonitore: un camion proveniente dalla Gran Bretagna e contenente materiale radioattivo con destinazione Iran è stato fermato nei Balcani: l’Inghilterra spedisce questo tipo di materiale in Iran nel periodo in cui si sta cercando di arrestare il loro programma nucleare?

PECORE DA MACELLO

I burattinai Illuminati usano la guera per distruggere nazioni ed eliminare milioni di persone. Le guerre in Iraq e in Libano sono state pensate per ridimensionare USA e Israele e per promuovere una finta “Guerra tra civiltà”.

Per quanto tempo ancora Israeliani, Ebrei e Americani si faranno ingannare dalla mentalità “Sostengo la mia nazione, giusto o sbagliato che sia”? Solo perché noi li chiamiamo “terroristi” non li rende tali. Questa etichetta è una comoda scusa per eliminare i popoli che stiamo soggiogando. Israele e Stati Uniti utilizzano il terrorismo di stato, i nostri leader stanno insabbiando l’Undici Settembre. Essi appartengono all’Ordine degli Illuminati, fondato 230 anni fa e lo scopo di questa cospirazione è distruggere la civiltà occidentale ed usurpare il ruolo di Dio.

Lo Stato Ebraico è stato fondato dagli Illuminati, gli Ebrei vennero sacrificati per giustificarne la creazione e saranno sacrificati un’altra volta per la costruzione del “Nuovo Medio Oriente”. Verosimilmente gli Ebrei ne prenderanno la colpa al posto degli Illuminati e saranno immolati per il Nuovo Ordine Mondiale. La lunatica uscita di Mel Gibson in cui ha affermato che “tutte le guerre sono causate dagli Ebrei” è stata messa in home page su Drudge Report (famoso sito internet di informazione gestito da Matt Drudge) e venerdì è stata attaccata la sede di una comunità ebraica a Seattle, incidente in cui è rimasta uccisa una donna e ferite altre tre.

Gli Ebrei sono facilmente manipolabili perché credono che gli altri popoli ce l’abbiano con loro senza alcuna ragione e che quindi l’alternativa sia “difendersi” (in termini pratici, assalire il presunto nemico) o essere annientati; è un circolo che si autoalimenta, ma occorre ricordare che neppure i cani odiano senza alcun motivo. Gli Ebrei sono odiati perché molti di loro sono dei burattini in mano agli Illuminati; essi sono stati, per esempio, la spina dorsale del comunismo e di tutti i movimenti “rivoluzionari” (nel senso di rovesciamento della civiltà) sponsorizzati dagli Illuminati. Il più grosso pericolo per gli Ebrei risiede nel loro essere manipolati dagli Illuminati stessi: gli stati Arabi avevano comunicato il loro accordo per accettare Israele con i confini del 1967.

Tutto ciò è scritto per i bambini di entrambi gli schieramenti, per i coraggiosi, valorosi e intelligenti giovani uomini che si uccidono tra loro, inutilmente. Il vero nemico è il vostro governo, che è ormai stato sovvertito.

Per quanto tempo ancora continueremo a pensare come pecore mandate al macello? Non amiamo i nostri bambini? I nostri figli e le nostre figlie? Le nostre vite? Siamo così ingenui da buttarci da un precipizio quando “loro” ripetono la solita filastrocca “Ci vogliono distruggere?” o “Abbiamo il diritto di difenderci” o “la nostra civiltà è minacciata” ecc ecc?

Siamo davvero troppi stupidi per questa vita? Tutte le guerre sono architettate da un potente culto satanico che vuole degradare e ridurre in schiavitù l’umanità. Rifiutiamo le loro guerre e mettiamoci in salvo.

09 agosto 2006

Beirut 2006: un deja vu



MedioOriente: venti di guerra con morti di civili affollano i nostri media.
La bilancia della giustizia dettata dai giornalisti nostrani è proporzionata alle offese subite.
Anche sul numero delle vittime civili la tradizione è rispettata: per difendersi dagli attacchi dei razzi lanciati da Hezbollah – che hanno provocato ad oggi 10 vittime civili in Israele – l’aviazione di Tel Aviv ne ha ammazzate (solo i civili) 200 in Libano. Il classico rapporto di 1 : 20 è rispettato, come nelle peggiori rappresaglie di guerra.
Sono state uccise intere famiglie, addirittura una famiglia canadese in visita ai parenti in Libano ed un casco blu indiano, dopo che Tzahal aveva preso di mira anche le forze ONU sul confine. E non si venga a dire che è stato un “errore” colpire due distinti raggruppamenti di caschi blu perché l’esercito israeliano, quando spara, sa bene su chi spara. Tanto, dopo si scusa.
Ebbene, la mente è ancora affollata dai nostri valorosi giornalisti, 2 vicedirettore di quotidiani nazionale che per un pugno di denari hanno scritto e depistato avendone licenza ed impunità.
Ho in mente l’ONU come un ente inutile schiavo di veti ed immunità per alcuni Stati ad oltranza. Ho in mente la discussione dei nostri dipendenti (grillo docet) eletti dal popolo italiano che giustificano la risposta militare israeliana. Per quei dipendenti possiamo vantare un primato internazionale, abbiamo la più alta percentuale di eletti ex detenuti. Nel frattempo l’ambasciata italiana è stata danneggiata da quelli che loro giustificano nella lotta al terrore.
Questo articolo sulla guerra in libano, scritto da Gilad Atzmon che è nato in Israele e ha prestato servizio militare nell’esercito israeliano, fa il punto della situazione interna.
Due settimane fa militanti palestinesi hanno rapito un legittimo obiettivo militare, un soldato israeliano. Ieri un attacco eroico orchestrato in maniera analogamente schiacciante da combattenti guerriglieri di Hizbollah. Entrambi gli attacchi sono avvenuti per mandare un messaggio di resistenza: Israele non riuscirà mai a imporre la sua disgustosa nozione unilaterale di ‘pace’. Di fatto il ritiro unilaterale può aver avuto un effetto magico sugli elettori israeliani così come su alcuni leader occidentali sionistizzati come Bush, Blair e la Merkel. Però gli abitanti di Gaza e dei villaggi del sud del Libano sono un po’ meno impressionati dall’inclinazione israeliana nei confronti della pace. A Gaza e nel sud del Libano è abbastanza chiaro che le forze della resistenza araba si opporranno all’agenda unilaterale israeliana fino alla fine dei tempi. Sanno bene che, così come il tango si balla in due, la pace non trionferà finché la causa palestinese non verrà affrontata in modo appropriato.

In breve, le diverse forme di ritiro unilaterale israeliano dal Libano, da Gaza o addirittura dalla Cisgiordania (che avverrà) non daranno pace a Israele. Al contrario invece; gli arabi non sono stupidi, sanno molto bene che Israele ha lasciato il Libano dopo essere stato umiliato sul piano militare per vent’anni. Sanno anche che Sharon non è scappato via da Gaza perché stava inseguendo la pace. I palestinesi sanno inoltre che è solo una questione di tempo perché avvenga anche in Cisgiordania. Per essere precisi è dal 1973 che il potere deterrente di Israele sta diminuendo. È dal 1973 che Israele non riesce a sconfiggere nessuno dei suoi nemici. Al contrario, un po’ per volta sono i nemici di Israele che sono in grado di dettare le manovre politiche e tattiche israeliane. Nelle ultime due settimane sono state due organizzazioni paramilitari relativamente piccole, che usano tecniche di guerriglia, che sono riuscite a portare Israele a scatenare tutta la sua potenza militare contro civili innocenti sia a Gaza che in Libano.

Però la reazione israeliana agli attacchi dei militanti palestinesi e Hizbollah è abbastanza strana. Nonostante sia i militanti palestinesi sia Hizbollah inizialmente abbiano colpito obiettivi militari legittimi, la controffensiva israeliana è stata chiaramente diretta verso obiettivi civili, infrastrutture civili e ha visto uccisioni di massa dirette verso una popolazione innocente. Non serve un genio per capire che non è certo il modo per vincere una guerra o affrontare un tipo di combattimento particolare come la guerriglia.

Vorrei far notare che ancora una volta il governo israeliano ci offre uno scorcio affascinante sulla forma mentis della psiche collettiva israeliana. Cercherò di sviluppare questa questione.

A causa di alcune evidenti circostanze storiche, l’esercito israeliano in origine è stato creato per combattere armate arabe. Era pensato per vincere guerre convenzionali sui campi di battaglia. È stato costituito anche per sfinire la volontà dei vicini di Israele di combattere esercitando una certa superiorità opprimente nell’aviazione e una politica di minaccia nucleare. Dalla fine della guerra fredda le cose sono cambiate. Israele non è più minacciato dagli stati vicini, piuttosto, negli anni più recenti è diventato evidente che in realtà è il popolo palestinese che alla fine distruggerà il sogno di uno stato ebraico nazionale.

È abbastanza strano che Israele non abbia mai adattato o corretto la sua dottrina militare per adeguarla alle nuove condizioni emergenti. Invece ha riqualificato molte delle sue unità combattenti come forze di polizia, ha trasformato alcuni dei suoi carri armati in veicoli della polizia e tuttora non ha ancora modificato significativamente la sua dottrina militare. Proprio come la Wehrmacht alla fine della seconda guerra mondiale, le IDF (Forze di difesa israeliane) seguono ancora in maniera classica la dottrina militare offensiva. Finora, invece di vincere sul campo di battaglia, le IDF al momento si stanno stremando disperatamente su due fronti combattendo organizzazioni paramilitari relativamente piccole. Ma la situazione può peggiorare, è piuttosto verosimile che l’entusiasmo eroico palestinese si espanda in Cisgiordania. Se dovesse succedere, le IDF si troverebbero coinvolte in una guerra totale ad appena pochi chilometri dai centri israeliani a maggiore densità di popolazione. Evidentemente il cosiddetto esercito più forte del Medio Oriente sta combattendo una guerra disperata che non potrà mai vincere né sul piano tattico né su quello morale.

A livello tattico abbiamo sufficienti riferimenti storici per dedurre che nessun esercito coloniale ha mai vinto contro la guerriglia. La ragione è semplice, più un’armata coloniale sparge distruzione, più i guerriglieri combattenti diventano popolari fra la popolazione circostante che li sostiene. Questo è proprio il caso di Gaza e Beirut oggi. Più stragi ci sono a Gaza, più forte diventa Hamas. Più bombe vengono sganciate sull’aeroporto di Beirut, più giovani vorranno unirsi ad Hizbollah.

Ma non finisce qui, sia i militanti palestinesi che Hizbollah sono stati molto furbi a scegliere obiettivi puramente militari. Mentre in passato Hamas veniva associata agli attentati suicidi contro i civili israeliani, questa volta sono stati presi di mira soldati israeliani e postazioni puramente militari. In altre parole, è praticamente impossibile obiettare sul fatto che i militanti palestinesi e Hizbollah in realtà hanno agito come legittimi gruppi di resistenza paramilitari che combattono contro un esercito coloniale e forze di occupazione.

Comunque, leggendo le notizie che arrivano dal Medio Oriente, è abbastanza ovvio che il governo israeliano non abbia un piano chiaro per reagire alle attuali operazioni militari provocatorie contro il suo esercito e come se non bastasse, le IDF non hanno mezzi per rispondere ad assalti di guerriglia del genere. I crudeli danni collaterali di oggi a Beirut come a Gaza sono la prova che almeno sul piano militare, Israele è in una situazione assolutamente disperata. Non ha una risposta né politica né militare per controbattere la resistenza araba. Ma qui sta il punto; Israele non ha bisogno di una risposta in quanto tale, non la cerca nemmeno.

Israele è una democrazia ad orientamento razziale. I suoi leader sono impegnati in un’unica cosa, cioè mantenere il loro potere politico. Per quanto riguarda il gioco politico israeliano, le regole sono semplici, più sangue arabo hai sulle mani più sei adatto per avere successo nel tuo lavoro al governo. Questa regola ovviamente ha avvantaggiato Rabin, Sharon, Barak e Netanyahu. Olmert e Peretz sono ancora abbastanza indietro. Sia al primo ministro che al suo ministro della difesa manca qualche esperienza reale in questioni militari e di sicurezza per hanno parecchio da recuperare.

In altre parole Peretz e Olmert devono fornire al popolo israeliano un glorioso spettacolo di spietata rappresaglia. Devono dimostrare ai loro entusiasti elettori che hanno interiorizzato il vero significato biblico di ‘occhio per occhio’. Di fronte al massacro di oggi a Beirut sembra in qualche modo che abbiano provato addirittura a dare al vecchio detto ebraico un nuovo significato. Per quanto devastante possa sembrare, è esattamente quello che gli israeliani vogliono che facciano. All’interno del democratico Israele il richiamo biblico “scaglia la tua furia contro i goyim” viene tradotto in una pratica politica pragmatica ebraica laica. Non è solo triste, è una vera tragedia. E mi chiedo se c’è qualcuno là fuori che è ancora sopraffatto dall’agenda di pace unilaterale israeliana.

11 agosto 2006

IL DENARO


Il denaro dunque non è mai stato così presente nella nostra esistenza come oggi che, fisicamente, è assente. Impregna la nostra mentalità, modella le nostre coscienze, determina i nostri stili di vita. Automobili, aerei, telefoni, telefonini, fax, computer, nati allo scopo di risparmiare tempo, ci vedono in continuo affanno, con gli occhi sempre rivolti all'orologio. Non abbiamo tempo di vivere il presente perché ci è rubato dal futuro: questi sono i ritmi cui ci obbliga la logica del denaro. La vita è tutto un soppesare, calcolare, misurare i costi e i ricavi delle nostre e delle altrui azioni. Tutto è tradotto a valutato in termini di denaro. Tutto è business. Anche le attività più spirituali e i sentimenti più sacri sono misurati in denaro: dalla ricorrenza del giorno dei morti ('un business da 100 miliardi di lire ') alla morte dei Vip (lady Diana) alla malattia. Neppure la vecchiaia è più la vecchiaia ma il 'rischio vecchiaia' (dal punto di vista assicurativo o della previdenza).
Oggi il principio fondamentale di ogni agire economico è la mancanza di scrupoli. Si ha prestigio se si ha denaro, ma si ha denaro anche grazie al prestigio, perché è quest'ultimo che oggi conferisce quella credibilità che una volta era riservata all'onestà. Scrive G. Simmel: 'L'indifferenza con cui si presta ad ogni utilizzazione, l'infedeltà con cui si separa da ogni oggetto, perché non era veramente legato a nessuno, l'oggettività, che esclude qualsiasi rapporto affettivo e lo rende adatto ad essere un puro mezzo, tutto ciò determina un'analogia fatale fra denaro e prostituzione'. E così, come il cane finisce per assomigliare al suo padrone, assumendone tic e fisionomia, l'uomo d'oggi è come il suo denaro: frenetico e vuoto. I due orgogli della società liberale uscita dalla Rivoluzione industriale, il primato della politica e della democrazia, si sono sottomessi alle leggi del mercato finanziario internazionale. E quindi i governanti e le loro scelte dipendono dal denaro e dalle strutture che lo governano (FMI, Banca Mondiale ecc.).
Denaro e benessere dell'uomo non hanno nulla da spartire, anzi sono su sponde opposte: il cibo non va dove c'è la fame ma dove c'è il denaro che può comprarlo ai prezzi più remunerativi, durante la guerra il denaro prospera ma la gente sta male, la ricchezza aumenta e la popolazione impoverisce. Sembra che ci sia qualcosa che non quadri: e invece quadra tutto benissimo, dato che il valore è il denaro e niente altro. Gli uomini sono valutati in base a ciò che guadagnano e le disuguaglianze, da quando ha preso piede l'economia monetaria, non hanno fatto che aumentare.
I valori che distinguono la società moderna da tutte le altre si rifanno al primato della visione economica, secondo la quale in un mondo di oggetti non possedere significa non esistere. Insomma da un lato il sistema, usando il denaro come specchietto per le allodole, spinge una parte degli uomini a lavorare freneticamente e sempre di più, dall'altro impedisce di lavorare a chi ne ha bisogno.
La capacità del denaro di crescere come un tumore sul corpo che gli ha dato vita sino ad invaderlo completamente, soffocarlo e distruggerlo, deriva dalla sua natura squisitamente tautologica, dalla sua attitudine ad autoalimentarsi, diventando così un fine, un fine ultimo, un fine che non ha altri fini al di fuori di se stesso. E poiché il denaro è un sacco vuoto, un puro Nulla, il suo fine non ha mai fine, si pone in un futuro irraggiungibile, trascinando con sé, in questa corsa verso il niente, l'uomo. Questa natura è particolarmente evidente nel meccanismo finanziario, del denaro che compra denaro. Scrive Bazelon: 'Il denaro finanziario non è denaro da spendere. Con esso non si compra mai nulla; serve a guadagnare altro denaro. E quando poi si è in pieno movimento, non si compra nulla nemmeno col denaro guadagnato sul denaro adoperato per guadagnarlo, e così via.'
Così funziona anche il circuito creditizio internazionale: crediti enormi, ormai inesigibili, vengono pagati sempre più spesso aprendo altre linee di credito al debitore. Cioè il creditore paga il debitore perché lo paghi. Soddisfa la promessa di pagamento di cui è detentore con un'altra (vedi gli Stati Uniti con l'Europa dopo la prima guerra mondiale ed oggi con l'Est asiatico, o il Messico ed il Terzo Mondo con i paesi industrializzati).
Così funziona l'attività industriale e commerciale: non si producono o vendono cose utili a chi non le ha, si produce per ottenere valore di scambio e cioè denaro, si deve produrre per produrre (per questo, nonostante esista una tecnologia in grado di produrre materiali quasi indistruttibili, i prodotti hanno una resistenza e un'esistenza sempre più breve).
Così funziona il sistema di creazione di nuovi bisogni da soddisfare con nuovi beni (l'offerta che crea la domanda). La produzione non serve più per la soddisfazione di un bisogno ma per accaparrare denaro in funzione del denaro. A questo punto della storia dell'uomo il denaro è diventato la sostanza materiale dell'esistenza, è diventato la vera comunità. È diventato tutto.
E i risparmiatori sono i fessi storici di questa vicenda, quelli che, avendone poco, finanziano strutturalmente quelli che ne maneggiano molto, quelli che risparmiano perché temono (causa la disoccupazione e l'abbassamento dei salari) per il futuro.
Non hanno capito che ad essere diventato precario non è il futuro, ma il denaro.
Tratto da "Il denaro 'sterco del demonio' di Massimo Fini

10 agosto 2006

La strada verso il suicidio?


di HENRY MAKOW ,fonte: http://www.savethemales.ca
ABSTRACT :Is Israel the sacrifice necessary to justify razing Tehran? We learn that Israel is moving government offices from Tel Aviv to Jerusalem. Iran's Ahmadinejad says Israel "has pushed the self-destruct button... Reports suggest Israel's security infrastructure has been compromised. The Iraq and Lebanon wars are designed to diminish US and Israel and promote the bogus "war of civilizations."

Diversi segni rivelatori suggeriscono che il Framassone Ehud Olmert sta obbedendo agli ordini dei suoi superiori Illuminati per dare il via ad una dolorosa caduta di Israele, se non alla sua completa distruzione. Eccone alcuni...
1. Per portare avanti la “guerra tra le civiltà” i leader traditori di Israele hanno deliberatamente infiammato ed unito 1 miliardo e duecentomila musulmani. Le decisioni di Olmert sono state pensate per gettare ulteriore discredito su Israele, proprio come ha fatto Bush con gli Stati Uniti: ecco la ragione del bombardamento di un edificio dell’ONU, dell’uso del fosforo bianco e degli attacchi contro ambulanze e civili (di cui l’ultimo domenica scorsa a Cana). Le barbarie di Israele hanno reso lo stato ebraico completamente emarginato ed esposto ad un’escalation di ritorsioni ed atti feroci.

2. La devastazione del Libano non può assolutamente essere giustificata nel contesto dell’attuale conflitto. Il numero di civili e soldati israeliani uccisi da Hezbollah da quando Israele ha lasciato il Libano nel luglio 2000 ammonta a circa 25, aggiungiamo i 10 uccisi o catturati il 12 luglio 2006 e si arriva a 35: neppure 6 all’anno. Per capire meglio queste cifre basta pensare che nel 2004 ci furono 480 morti per incidenti automobilistici. Non sono riuscito a trovare un singolo riferimento a morti causate da razzi katiusha sparati contro la parte nord dello stato ebraico in questo periodo. Consideriamo che tutto ciò è avvenuto in territori occupati precedentemente da Israele, e teniamo presente anche le provocazione da entrambe le parti. (“I terroristi Hezbollah attaccano da maggio del 2000” titolava il Jewish Post il 26 luglio 2006 a Winnipeg).
Il 29 gennaio 2004 Israele rilasciò 400 prigionieri arabi in cambio di un uomo d’affari e dei corpi di tre soldati. Ce ne sono stati altri di negoziati di questo tipo, il che crea un precedente che permette di capire la cattura dei due soldati da parte di Hezbollah del 12 luglio. La psicotica risposta di Israele può essere considerata una mossa di apertura effettuata da un giocatore invisibile su una scacchiera più grande della situazione attuale.

3. Condoleeza Rice ha dichiarato che questa guerra fa parte “del doloroso travaglio che porterà alla nascita del nuovo Medio Oriente.” Come andrà questo parto? L’Iran sgancerà bombe atomiche su Tel Aviv e Haifa? Il sacrificio di Israele sarà necessario per giustificare la distruzione completa di Tehran? Sappiamo che Israele sta trasferendo gli uffici governativi da Tel Aviv a Gerusalemme, ma se Hezbollah può colpire Tel Aviv può anche raggiungere Gerusalemme; tutto ciò potrebbe per caso far parte di uno scenario post-atomico in cui Gerusalemme diventerà una sorta di Parlamento per il Governo Mondiale e non più la capitale dello Stato “Ebraico”?

4. Ecco un altro segnale del fallimento a cui va incontro Israele, proprio come gli USA in Iraq: questa guerra non può essere vinta. Come molti altri hanno affermato, non ci sono obiettivi realistici, Hezbollah non si sta indebolendo, anzi sta accadendo proprio l’opposto. Il presidente iraniano Ahmadinejad afferma che Israele “ha premuto il pulsante per l’autodistruzione… Non riusciranno a finire il lavoro che hanno iniziato.”

5. I soldati israeliani si lamentano del fatto che Hezbollah sembri conoscere in anticipo le loro azioni. I comandanti protestano per l’insufficiente numero di uomini a loro disposizione, necessari per raggiungere gli obiettivi preposti. Tutto ciò suona familiare? Alcune notizie suggeriscono che le infrastrutture per la sicurezza israeliana sono compromesse. Il Capo di Stato dell’esercito è stato ricoverato in ospedale vittima di dolori allo stomaco e spossatezza.

6. Un altro segno premonitore: un camion proveniente dalla Gran Bretagna e contenente materiale radioattivo con destinazione Iran è stato fermato nei Balcani: l’Inghilterra spedisce questo tipo di materiale in Iran nel periodo in cui si sta cercando di arrestare il loro programma nucleare?

PECORE DA MACELLO

I burattinai Illuminati usano la guera per distruggere nazioni ed eliminare milioni di persone. Le guerre in Iraq e in Libano sono state pensate per ridimensionare USA e Israele e per promuovere una finta “Guerra tra civiltà”.

Per quanto tempo ancora Israeliani, Ebrei e Americani si faranno ingannare dalla mentalità “Sostengo la mia nazione, giusto o sbagliato che sia”? Solo perché noi li chiamiamo “terroristi” non li rende tali. Questa etichetta è una comoda scusa per eliminare i popoli che stiamo soggiogando. Israele e Stati Uniti utilizzano il terrorismo di stato, i nostri leader stanno insabbiando l’Undici Settembre. Essi appartengono all’Ordine degli Illuminati, fondato 230 anni fa e lo scopo di questa cospirazione è distruggere la civiltà occidentale ed usurpare il ruolo di Dio.

Lo Stato Ebraico è stato fondato dagli Illuminati, gli Ebrei vennero sacrificati per giustificarne la creazione e saranno sacrificati un’altra volta per la costruzione del “Nuovo Medio Oriente”. Verosimilmente gli Ebrei ne prenderanno la colpa al posto degli Illuminati e saranno immolati per il Nuovo Ordine Mondiale. La lunatica uscita di Mel Gibson in cui ha affermato che “tutte le guerre sono causate dagli Ebrei” è stata messa in home page su Drudge Report (famoso sito internet di informazione gestito da Matt Drudge) e venerdì è stata attaccata la sede di una comunità ebraica a Seattle, incidente in cui è rimasta uccisa una donna e ferite altre tre.

Gli Ebrei sono facilmente manipolabili perché credono che gli altri popoli ce l’abbiano con loro senza alcuna ragione e che quindi l’alternativa sia “difendersi” (in termini pratici, assalire il presunto nemico) o essere annientati; è un circolo che si autoalimenta, ma occorre ricordare che neppure i cani odiano senza alcun motivo. Gli Ebrei sono odiati perché molti di loro sono dei burattini in mano agli Illuminati; essi sono stati, per esempio, la spina dorsale del comunismo e di tutti i movimenti “rivoluzionari” (nel senso di rovesciamento della civiltà) sponsorizzati dagli Illuminati. Il più grosso pericolo per gli Ebrei risiede nel loro essere manipolati dagli Illuminati stessi: gli stati Arabi avevano comunicato il loro accordo per accettare Israele con i confini del 1967.

Tutto ciò è scritto per i bambini di entrambi gli schieramenti, per i coraggiosi, valorosi e intelligenti giovani uomini che si uccidono tra loro, inutilmente. Il vero nemico è il vostro governo, che è ormai stato sovvertito.

Per quanto tempo ancora continueremo a pensare come pecore mandate al macello? Non amiamo i nostri bambini? I nostri figli e le nostre figlie? Le nostre vite? Siamo così ingenui da buttarci da un precipizio quando “loro” ripetono la solita filastrocca “Ci vogliono distruggere?” o “Abbiamo il diritto di difenderci” o “la nostra civiltà è minacciata” ecc ecc?

Siamo davvero troppi stupidi per questa vita? Tutte le guerre sono architettate da un potente culto satanico che vuole degradare e ridurre in schiavitù l’umanità. Rifiutiamo le loro guerre e mettiamoci in salvo.

09 agosto 2006

Beirut 2006: un deja vu



MedioOriente: venti di guerra con morti di civili affollano i nostri media.
La bilancia della giustizia dettata dai giornalisti nostrani è proporzionata alle offese subite.
Anche sul numero delle vittime civili la tradizione è rispettata: per difendersi dagli attacchi dei razzi lanciati da Hezbollah – che hanno provocato ad oggi 10 vittime civili in Israele – l’aviazione di Tel Aviv ne ha ammazzate (solo i civili) 200 in Libano. Il classico rapporto di 1 : 20 è rispettato, come nelle peggiori rappresaglie di guerra.
Sono state uccise intere famiglie, addirittura una famiglia canadese in visita ai parenti in Libano ed un casco blu indiano, dopo che Tzahal aveva preso di mira anche le forze ONU sul confine. E non si venga a dire che è stato un “errore” colpire due distinti raggruppamenti di caschi blu perché l’esercito israeliano, quando spara, sa bene su chi spara. Tanto, dopo si scusa.
Ebbene, la mente è ancora affollata dai nostri valorosi giornalisti, 2 vicedirettore di quotidiani nazionale che per un pugno di denari hanno scritto e depistato avendone licenza ed impunità.
Ho in mente l’ONU come un ente inutile schiavo di veti ed immunità per alcuni Stati ad oltranza. Ho in mente la discussione dei nostri dipendenti (grillo docet) eletti dal popolo italiano che giustificano la risposta militare israeliana. Per quei dipendenti possiamo vantare un primato internazionale, abbiamo la più alta percentuale di eletti ex detenuti. Nel frattempo l’ambasciata italiana è stata danneggiata da quelli che loro giustificano nella lotta al terrore.
Questo articolo sulla guerra in libano, scritto da Gilad Atzmon che è nato in Israele e ha prestato servizio militare nell’esercito israeliano, fa il punto della situazione interna.
Due settimane fa militanti palestinesi hanno rapito un legittimo obiettivo militare, un soldato israeliano. Ieri un attacco eroico orchestrato in maniera analogamente schiacciante da combattenti guerriglieri di Hizbollah. Entrambi gli attacchi sono avvenuti per mandare un messaggio di resistenza: Israele non riuscirà mai a imporre la sua disgustosa nozione unilaterale di ‘pace’. Di fatto il ritiro unilaterale può aver avuto un effetto magico sugli elettori israeliani così come su alcuni leader occidentali sionistizzati come Bush, Blair e la Merkel. Però gli abitanti di Gaza e dei villaggi del sud del Libano sono un po’ meno impressionati dall’inclinazione israeliana nei confronti della pace. A Gaza e nel sud del Libano è abbastanza chiaro che le forze della resistenza araba si opporranno all’agenda unilaterale israeliana fino alla fine dei tempi. Sanno bene che, così come il tango si balla in due, la pace non trionferà finché la causa palestinese non verrà affrontata in modo appropriato.

In breve, le diverse forme di ritiro unilaterale israeliano dal Libano, da Gaza o addirittura dalla Cisgiordania (che avverrà) non daranno pace a Israele. Al contrario invece; gli arabi non sono stupidi, sanno molto bene che Israele ha lasciato il Libano dopo essere stato umiliato sul piano militare per vent’anni. Sanno anche che Sharon non è scappato via da Gaza perché stava inseguendo la pace. I palestinesi sanno inoltre che è solo una questione di tempo perché avvenga anche in Cisgiordania. Per essere precisi è dal 1973 che il potere deterrente di Israele sta diminuendo. È dal 1973 che Israele non riesce a sconfiggere nessuno dei suoi nemici. Al contrario, un po’ per volta sono i nemici di Israele che sono in grado di dettare le manovre politiche e tattiche israeliane. Nelle ultime due settimane sono state due organizzazioni paramilitari relativamente piccole, che usano tecniche di guerriglia, che sono riuscite a portare Israele a scatenare tutta la sua potenza militare contro civili innocenti sia a Gaza che in Libano.

Però la reazione israeliana agli attacchi dei militanti palestinesi e Hizbollah è abbastanza strana. Nonostante sia i militanti palestinesi sia Hizbollah inizialmente abbiano colpito obiettivi militari legittimi, la controffensiva israeliana è stata chiaramente diretta verso obiettivi civili, infrastrutture civili e ha visto uccisioni di massa dirette verso una popolazione innocente. Non serve un genio per capire che non è certo il modo per vincere una guerra o affrontare un tipo di combattimento particolare come la guerriglia.

Vorrei far notare che ancora una volta il governo israeliano ci offre uno scorcio affascinante sulla forma mentis della psiche collettiva israeliana. Cercherò di sviluppare questa questione.

A causa di alcune evidenti circostanze storiche, l’esercito israeliano in origine è stato creato per combattere armate arabe. Era pensato per vincere guerre convenzionali sui campi di battaglia. È stato costituito anche per sfinire la volontà dei vicini di Israele di combattere esercitando una certa superiorità opprimente nell’aviazione e una politica di minaccia nucleare. Dalla fine della guerra fredda le cose sono cambiate. Israele non è più minacciato dagli stati vicini, piuttosto, negli anni più recenti è diventato evidente che in realtà è il popolo palestinese che alla fine distruggerà il sogno di uno stato ebraico nazionale.

È abbastanza strano che Israele non abbia mai adattato o corretto la sua dottrina militare per adeguarla alle nuove condizioni emergenti. Invece ha riqualificato molte delle sue unità combattenti come forze di polizia, ha trasformato alcuni dei suoi carri armati in veicoli della polizia e tuttora non ha ancora modificato significativamente la sua dottrina militare. Proprio come la Wehrmacht alla fine della seconda guerra mondiale, le IDF (Forze di difesa israeliane) seguono ancora in maniera classica la dottrina militare offensiva. Finora, invece di vincere sul campo di battaglia, le IDF al momento si stanno stremando disperatamente su due fronti combattendo organizzazioni paramilitari relativamente piccole. Ma la situazione può peggiorare, è piuttosto verosimile che l’entusiasmo eroico palestinese si espanda in Cisgiordania. Se dovesse succedere, le IDF si troverebbero coinvolte in una guerra totale ad appena pochi chilometri dai centri israeliani a maggiore densità di popolazione. Evidentemente il cosiddetto esercito più forte del Medio Oriente sta combattendo una guerra disperata che non potrà mai vincere né sul piano tattico né su quello morale.

A livello tattico abbiamo sufficienti riferimenti storici per dedurre che nessun esercito coloniale ha mai vinto contro la guerriglia. La ragione è semplice, più un’armata coloniale sparge distruzione, più i guerriglieri combattenti diventano popolari fra la popolazione circostante che li sostiene. Questo è proprio il caso di Gaza e Beirut oggi. Più stragi ci sono a Gaza, più forte diventa Hamas. Più bombe vengono sganciate sull’aeroporto di Beirut, più giovani vorranno unirsi ad Hizbollah.

Ma non finisce qui, sia i militanti palestinesi che Hizbollah sono stati molto furbi a scegliere obiettivi puramente militari. Mentre in passato Hamas veniva associata agli attentati suicidi contro i civili israeliani, questa volta sono stati presi di mira soldati israeliani e postazioni puramente militari. In altre parole, è praticamente impossibile obiettare sul fatto che i militanti palestinesi e Hizbollah in realtà hanno agito come legittimi gruppi di resistenza paramilitari che combattono contro un esercito coloniale e forze di occupazione.

Comunque, leggendo le notizie che arrivano dal Medio Oriente, è abbastanza ovvio che il governo israeliano non abbia un piano chiaro per reagire alle attuali operazioni militari provocatorie contro il suo esercito e come se non bastasse, le IDF non hanno mezzi per rispondere ad assalti di guerriglia del genere. I crudeli danni collaterali di oggi a Beirut come a Gaza sono la prova che almeno sul piano militare, Israele è in una situazione assolutamente disperata. Non ha una risposta né politica né militare per controbattere la resistenza araba. Ma qui sta il punto; Israele non ha bisogno di una risposta in quanto tale, non la cerca nemmeno.

Israele è una democrazia ad orientamento razziale. I suoi leader sono impegnati in un’unica cosa, cioè mantenere il loro potere politico. Per quanto riguarda il gioco politico israeliano, le regole sono semplici, più sangue arabo hai sulle mani più sei adatto per avere successo nel tuo lavoro al governo. Questa regola ovviamente ha avvantaggiato Rabin, Sharon, Barak e Netanyahu. Olmert e Peretz sono ancora abbastanza indietro. Sia al primo ministro che al suo ministro della difesa manca qualche esperienza reale in questioni militari e di sicurezza per hanno parecchio da recuperare.

In altre parole Peretz e Olmert devono fornire al popolo israeliano un glorioso spettacolo di spietata rappresaglia. Devono dimostrare ai loro entusiasti elettori che hanno interiorizzato il vero significato biblico di ‘occhio per occhio’. Di fronte al massacro di oggi a Beirut sembra in qualche modo che abbiano provato addirittura a dare al vecchio detto ebraico un nuovo significato. Per quanto devastante possa sembrare, è esattamente quello che gli israeliani vogliono che facciano. All’interno del democratico Israele il richiamo biblico “scaglia la tua furia contro i goyim” viene tradotto in una pratica politica pragmatica ebraica laica. Non è solo triste, è una vera tragedia. E mi chiedo se c’è qualcuno là fuori che è ancora sopraffatto dall’agenda di pace unilaterale israeliana.