01 agosto 2007

La macchina del Tempo: il CRONOVISORE


La notizia ha del sensazionale: in Vaticano verrebbe tenuta gelosamente nascosta una macchina capace di vedere il passato, attraverso una sorta di televisore. Uno strumento scientifico portentoso e fantastico, che potrebbe divenire pericoloso per l’intera umanità: il “cronovisore”, così si chiama la scoperta, captando gli eventi del passato, li farebbe vedere come si sono realmente svolti, svelando anche rischiosi segreti. La macchina sarebbe stata inventata da un ricercatore italiano, padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, monaco benedettino, conosciutissimo esorcista, musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto a Venezia, nel convento benedettino dell’isola di San Giorgio Maggiore, dove è morto otto anni fa, nel 1994.
A rivelare la scoperta è un libro “bomba” appena pubblicato in Francia, a Parigi, dalle Edizioni Albin Michel: “Le noveau mystère du Vatican” (Il nuovo mistero del Vaticano”) del teologo francese padre Francois Brune. Brune è un personaggio assai noto in Francia: professore di teologia, ha pubblicato libri di notevole impegno, accolti sempre con grande interesse anche dalla stampa laica. Il suo nome, come quello della casa editrice, sono una garanzia di serietà scientifica e per questo il volume che ha dedicato al cronovisore ha riaperto congetture e discussioni infuocate, diventando una miscela esplosiva.
Della sconvolgente apparecchiatura aveva già parlato intorno agli anni ‘70 lo stesso padre Ernetti in numerose interviste e pubblicazioni, e ai suoi allievi di prepolifonia al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. La scoperta aveva suscitato un putiferio. Da una parte c’erano infatti sostenitori entusiasti: se era possibile rivedere il passato, la macchina avrebbe sciolto definitivamente tutti i dubbi restanti su eventi fondamentali che avevano cambiato la storia del mondo.
Dall’altra c’erano le persone spaventate: il cronovisore poteva rivelarsi uno strumento pericoloso per carpire segreti e mettere a rischio la sicurezza dell’umanità.
Le discussioni non finivano mai ed erano soprattutto gli uomini di Chiesa i più coinvolti.
Poi improvvisamente il benedettino si trincerò in un rigoroso silenzio, spiegando che aveva ricevuto ordini in proposito dal Vaticano, l’interesse andò lentamente scemando e dopo qualche anno della “macchina del tempo” non si parlò più.
Il libro di padre Brune rivela fatti inediti, retroscena incredibili, dettagli sconcertanti, indica nomi di personalità al di sopra di ogni sospetto, di scienziati famosi, indica date, circostanze precise, riporta documenti straordinari, lunghe conversazioni con padre Ernetti e il tutto, cucito insieme, diventa una valanga documentale cui è difficile fare opposizione.
Il volume dimostra con dovizia di prove che il cronovisore è realmente esistito, anche se l’argomento è, a detta dello stesso autore, ai limiti della fantascienza.
Negli anni ‘60 un gruppo di scienziati, tra cui padre Pellegrino, sarebbe riuscito a captare le onde visive e sonore del passato concreto ter­restre, con una macchina che sa­rebbe in grado di ricostruire non solo i fatti e i detti della vita di cia­scuno, ma addi­rittura la storia.
La scoperta parte da un principio di alta fisica: ciascuno dì noi, a mano a mano che passano i secondi, nelle ore, nei giorni, nei mesi e negli anni della vita presente, lascia dietro di sé come una doppia scia, “visiva e sonora”, poiché ogni uomo altro non è che energia visiva e sonora. «Tutta la nostra ”fisionomia” -spiega Ernetti nel saggio “Bibbia, teologia; magia e scienza” del 1987- è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l’evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio». Con il cronovisore, racconta Brune, il gruppo di scienziati guidato dal monaco benedettino fece ricerche dapprima su Mussolini, poi su Napoleone, quindi passò ad avvenimenti dell’età romana e assistette alla rappresentazione di alcune famose tragedie. Di una di queste, scritta da Quinto Ennio, che si intitolava “Thiestes” della quale si conosceva solo qualche breve citazione, trascrisse l’intero testo come venne recitato a Roma nel 169 a.C., durante i giochi pubblici in onore di Apollo. Padre Ernetti raccontò a padre Brune di aver visto anche tutto lo svolgimento della Passione, della morte e della Resurrezione di Cristo.
Nel suo libro Brune afferma che la macchina, composta da tre gruppi di elementi, si trova “sequestrata” in Vaticano. Padre Ernetti, spaventato dall’importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane C’era stata una riunione segreta con il papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell’argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato. E così aveva confidato tutto all’amico teologo francese.

31 luglio 2007

Cheney: cosa starà preparando?



Il Guardian di Londra dello scorso 16 luglio riferiva che il presidente Bush, subendo la forte influenza del suo vice Dick Cheney, sarebbe favorevole a condurre un’azione militare contro l’Iran prima che finisca il suo mandato. Sembra infatti che Cheney abbia sfruttato alcuni incontri, avvenuti nei mesi di giugno e luglio tra alti funzionari della Casa Bianca, del Pentagono e del Dipartimento di Stato, per suggerire che a fronte del fallimento dei tentativi diplomatici promossi dal Segretario di Stato Condoleezza Rice e dal Segretario alla Difesa Robert Gates, non si possa sperare che un’altra Amministrazione degli Stati Uniti, successiva a Bush, avrà il coraggio di agire militarmente contro Teheran.

Bush, allora, avrebbe abboccato ancora una volta: così è tornato a vagare per le strade di Washington lo spettro di una nuova guerra preventiva nel Golfo Persico.

L’EIR ha contattato fonti molto informate in proposito le quali, oltre a confermare, hanno commentato quella che sembra una soffiata al Guardian da parte di ambienti vicini alla Casa Bianca che si oppongono ad un attacco contro l’Iran. Le fonti dell’EIR hanno confermato l’ennesima subordinazione del presidente Bush, il quale è tornato a favorire Cheney, sostenendo cioè che i presunti impianti nucleari militari debbano essere colpiti preventivamente; pare che uno degli argomenti più persuasivi adoperati da Cheney e dai suoi compari neoconservatori è che in mancanza di un attacco americano a Teheran, ci penserebbero gli israeliani a colpire per primi, e che questo creerebbe una confusione ancor più grande, a Washington.

Ancora secondo il Guardian, parlando a nome di alcuni protettori di Cheney a Londra, Patrick Cronin, direttore di studi presso la sezione londinese dell’Istituto Internazionale di Studi Strategici (IISS), uno dei principali ‘pensatoi’ anglo-americani, ha detto: “Cheney ha ancora poche carte da giocare, ma se volesse usarle tutte in questo momento, potrebbe avere ancora un certo impatto… La linea rossa non è in Iran. La linea rossa è in Israele. Se Israele si attiene alla linea dura, allora attaccherà; gli Stati Uniti dovranno poi intraprendere azioni decisive. Le opzioni quindi sono: dire di no ad Israele, lasciare che Israele faccia il lavoro, o farlo da sé”.

Il consenso tra gli strateghi militari americani è sull’incapacità di Israele di arrecare un serio danno al programma iraniano, senza il ricorso alle armi nucleari, poiché esso ora sarebbe fin troppo ampiamente diffuso sul territorio nazionale.

Questa è la domanda che l’esponente democratico americano Lyndon LaRouche ha posto a seguito degli sviluppi che hanno fatto seguito al vertice USA-Russia dei primi di luglio a Kennebunkport. Anche a Washington ci sono osservatori attenti che sono convinti che Cheney abbia reagito a quegli sviluppi moltiplicando gli sforzi per una guerra degli USA con l’Iran.

Ciò è ad esempio riflesso sulle pagine del Guardian, che il 16 luglio riferiva di incontri avuti dal vicepresidente con esponenti della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono per sostenere la linea secondo cui l’opzione diplomatica è inconcludente e che bisogna quindi passare all’opzione militare. Per giustificare una guerra occorre naturalmente una nuova provocazione terroristica, come ha denunciato Paul Craig Roberts (vedi oltre).

Intanto ai militari viene detto di preparasi: le portaerei Nimitz e Stennis incrociano nelle acque del Golfo Persico mentre la Enterprise le raggiungerà presto. Manovre navali sono previste nella zona per settembre e, secondo fonti iraniane, gli USA prevedono il ridispiegamento di unità navali al di fuori del raggio immediato delle forze iraniane, nel Golfo di Oman, o nella Baia del Bengala, dove si terranno pronte ad intervenire.

Cheney ordisce un nuovo 11 settembre?

Questa è la domanda che l’esponente democratico americano Lyndon LaRouche ha posto a seguito degli sviluppi che hanno fatto seguito al vertice USA-Russia dei primi di luglio a Kennebunkport. Anche a Washington ci sono osservatori attenti che sono convinti che Cheney abbia reagito a quegli sviluppi moltiplicando gli sforzi per una guerra degli USA con l’Iran.

Ciò è ad esempio riflesso sulle pagine del Guardian, che il 16 luglio riferiva di incontri avuti dal vicepresidente con esponenti della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono per sostenere la linea secondo cui l’opzione diplomatica è inconcludente e che bisogna quindi passare all’opzione militare. Per giustificare una guerra occorre naturalmente una nuova provocazione terroristica, come ha denunciato Paul Craig Roberts (vedi oltre).

Intanto ai militari viene detto di preparasi: le portaerei Nimitz e Stennis incrociano nelle acque del Golfo Persico mentre la Enterprise le raggiungerà presto. Manovre navali sono previste nella zona per settembre e, secondo fonti iraniane, gli USA prevedono il ridispiegamento di unità navali al di fuori del raggio immediato delle forze iraniane, nel Golfo di Oman, o nella Baia del Bengala, dove si terranno pronte ad intervenire.

A tirare la volata guerrafondaia di Cheney c’è il senatore “indipendente” Joe Lieberman, che l’11 luglio è riuscito a far approvare un emendamento al bilancio militare che prevede ogni due mesi un rapporto dell’intelligence al Congresso sulle iniziative antiamericane prese dall’Iran in territorio iracheno. E sempre allo stesso scopo è stato nominato inviato speciale il generale in congedo Kevin Bergner, della cordata di Cheney.


tratto da Movisol



30 luglio 2007

Veleno dal cielo


Nel materiale irrorato potrebbe esserci un componente batteriologico che fa star male molte persone. Un reportage televisivo intitolato Unexplained mysteries, reportage dedicato alle strane ragnatele chimiche, andato in onda verso la fine del 1998, descriveva "globuli bianchi" presenti fra le sostanze di ricaduta. Un altro servizio televisivo incentrato sulle disavventure di William Wallace(1), trasmesso da Channel 4 di Seattle, nel febbraio 1999, faceva riferimento a ricercatori che avevano trovato E-coli nel materiale diffuso con i tankers.

Sebbene non letali in sé, questi markers potrebbero essere usati per far sì che la popolazione sia sufficientemente malata da richiedere cure mediche, consentendo che i pazienti siano rintracciati dalle autorità intente a mappare gli schemi di diffusione del bio-agente.

Secondo il Dr Lyman Condie, dirigente del Virtual proving ground presso il Centro di collaudo per la guerra biologica dell'esercito statunitense di stanza a Dugway, i modelli di dispersione atmosferica studiati attraverso sistemi informatici per simulare la diffusione di armi biologiche in atmosfera, devono essere convalidati da dati di controllo sul campo, compresi i M.I.S.T., ossia Esseri umani in collaudi simulati. Secondo il sito web di Dugway, la sperimentazione su soggetti umani vivi fornisce "una simulazione realistica e credibile".

(...) Nel 1950, una nave della Marina militare statunitense rilasciò un agente batterico ritenuto innocuo sopravento nell'area di San Francisco: morirono almeno tre persone. Nel 1966 l'Esercito rilasciò un altro marker biologico nella rete della metropolitana di New York City. Come descrivo nel mio libro Scorched earth, presso la base dell'Aviazione di Elgin in Florida, furono eseguiti altri collaudi di guerra biologica. Un altro esperimento fu compiuto nel Maryland nel 1997 e causò tra le persone gravi problemi respiratori ed emicranie.

In questi anni i Centri di "controllo" delle malattie di Atlanta hanno chiesto ai cittadini di partecipare ad uno studio nazionale di tracciamento dell'influenza, studio denominato 1-800-I-GOT-FLU. I soggetti devono qualificarsi per lo studio, mostrando sintomi specifici in un definito arco di tempo e vivendo nel raggio di 35 miglia dal focolaio. L'indagine in vivo richiede esami del sangue eseguiti nel corso di cinque visite e nel lasso di molte più settimane di quelle previste per il normale decorso della sindrome influenzale.


Wallace è un imprenditore agricolo i cui campi di Kettle Falls, nello stato di Washington, furono irrorati più volte con una strana nebbiolina da un Intruder della Marina. Sia William Wallace sia la moglie, dopo i frequenti ed inspiegabili passaggi di velivoli spesso in picchiata sulla loro proprietà, accusarono vari disturbi, quali dissenteria, epistassi ed emicrania.
William Thomas,1999

01 agosto 2007

La macchina del Tempo: il CRONOVISORE


La notizia ha del sensazionale: in Vaticano verrebbe tenuta gelosamente nascosta una macchina capace di vedere il passato, attraverso una sorta di televisore. Uno strumento scientifico portentoso e fantastico, che potrebbe divenire pericoloso per l’intera umanità: il “cronovisore”, così si chiama la scoperta, captando gli eventi del passato, li farebbe vedere come si sono realmente svolti, svelando anche rischiosi segreti. La macchina sarebbe stata inventata da un ricercatore italiano, padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, monaco benedettino, conosciutissimo esorcista, musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto a Venezia, nel convento benedettino dell’isola di San Giorgio Maggiore, dove è morto otto anni fa, nel 1994.
A rivelare la scoperta è un libro “bomba” appena pubblicato in Francia, a Parigi, dalle Edizioni Albin Michel: “Le noveau mystère du Vatican” (Il nuovo mistero del Vaticano”) del teologo francese padre Francois Brune. Brune è un personaggio assai noto in Francia: professore di teologia, ha pubblicato libri di notevole impegno, accolti sempre con grande interesse anche dalla stampa laica. Il suo nome, come quello della casa editrice, sono una garanzia di serietà scientifica e per questo il volume che ha dedicato al cronovisore ha riaperto congetture e discussioni infuocate, diventando una miscela esplosiva.
Della sconvolgente apparecchiatura aveva già parlato intorno agli anni ‘70 lo stesso padre Ernetti in numerose interviste e pubblicazioni, e ai suoi allievi di prepolifonia al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. La scoperta aveva suscitato un putiferio. Da una parte c’erano infatti sostenitori entusiasti: se era possibile rivedere il passato, la macchina avrebbe sciolto definitivamente tutti i dubbi restanti su eventi fondamentali che avevano cambiato la storia del mondo.
Dall’altra c’erano le persone spaventate: il cronovisore poteva rivelarsi uno strumento pericoloso per carpire segreti e mettere a rischio la sicurezza dell’umanità.
Le discussioni non finivano mai ed erano soprattutto gli uomini di Chiesa i più coinvolti.
Poi improvvisamente il benedettino si trincerò in un rigoroso silenzio, spiegando che aveva ricevuto ordini in proposito dal Vaticano, l’interesse andò lentamente scemando e dopo qualche anno della “macchina del tempo” non si parlò più.
Il libro di padre Brune rivela fatti inediti, retroscena incredibili, dettagli sconcertanti, indica nomi di personalità al di sopra di ogni sospetto, di scienziati famosi, indica date, circostanze precise, riporta documenti straordinari, lunghe conversazioni con padre Ernetti e il tutto, cucito insieme, diventa una valanga documentale cui è difficile fare opposizione.
Il volume dimostra con dovizia di prove che il cronovisore è realmente esistito, anche se l’argomento è, a detta dello stesso autore, ai limiti della fantascienza.
Negli anni ‘60 un gruppo di scienziati, tra cui padre Pellegrino, sarebbe riuscito a captare le onde visive e sonore del passato concreto ter­restre, con una macchina che sa­rebbe in grado di ricostruire non solo i fatti e i detti della vita di cia­scuno, ma addi­rittura la storia.
La scoperta parte da un principio di alta fisica: ciascuno dì noi, a mano a mano che passano i secondi, nelle ore, nei giorni, nei mesi e negli anni della vita presente, lascia dietro di sé come una doppia scia, “visiva e sonora”, poiché ogni uomo altro non è che energia visiva e sonora. «Tutta la nostra ”fisionomia” -spiega Ernetti nel saggio “Bibbia, teologia; magia e scienza” del 1987- è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l’evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio». Con il cronovisore, racconta Brune, il gruppo di scienziati guidato dal monaco benedettino fece ricerche dapprima su Mussolini, poi su Napoleone, quindi passò ad avvenimenti dell’età romana e assistette alla rappresentazione di alcune famose tragedie. Di una di queste, scritta da Quinto Ennio, che si intitolava “Thiestes” della quale si conosceva solo qualche breve citazione, trascrisse l’intero testo come venne recitato a Roma nel 169 a.C., durante i giochi pubblici in onore di Apollo. Padre Ernetti raccontò a padre Brune di aver visto anche tutto lo svolgimento della Passione, della morte e della Resurrezione di Cristo.
Nel suo libro Brune afferma che la macchina, composta da tre gruppi di elementi, si trova “sequestrata” in Vaticano. Padre Ernetti, spaventato dall’importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane C’era stata una riunione segreta con il papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell’argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato. E così aveva confidato tutto all’amico teologo francese.

31 luglio 2007

Cheney: cosa starà preparando?



Il Guardian di Londra dello scorso 16 luglio riferiva che il presidente Bush, subendo la forte influenza del suo vice Dick Cheney, sarebbe favorevole a condurre un’azione militare contro l’Iran prima che finisca il suo mandato. Sembra infatti che Cheney abbia sfruttato alcuni incontri, avvenuti nei mesi di giugno e luglio tra alti funzionari della Casa Bianca, del Pentagono e del Dipartimento di Stato, per suggerire che a fronte del fallimento dei tentativi diplomatici promossi dal Segretario di Stato Condoleezza Rice e dal Segretario alla Difesa Robert Gates, non si possa sperare che un’altra Amministrazione degli Stati Uniti, successiva a Bush, avrà il coraggio di agire militarmente contro Teheran.

Bush, allora, avrebbe abboccato ancora una volta: così è tornato a vagare per le strade di Washington lo spettro di una nuova guerra preventiva nel Golfo Persico.

L’EIR ha contattato fonti molto informate in proposito le quali, oltre a confermare, hanno commentato quella che sembra una soffiata al Guardian da parte di ambienti vicini alla Casa Bianca che si oppongono ad un attacco contro l’Iran. Le fonti dell’EIR hanno confermato l’ennesima subordinazione del presidente Bush, il quale è tornato a favorire Cheney, sostenendo cioè che i presunti impianti nucleari militari debbano essere colpiti preventivamente; pare che uno degli argomenti più persuasivi adoperati da Cheney e dai suoi compari neoconservatori è che in mancanza di un attacco americano a Teheran, ci penserebbero gli israeliani a colpire per primi, e che questo creerebbe una confusione ancor più grande, a Washington.

Ancora secondo il Guardian, parlando a nome di alcuni protettori di Cheney a Londra, Patrick Cronin, direttore di studi presso la sezione londinese dell’Istituto Internazionale di Studi Strategici (IISS), uno dei principali ‘pensatoi’ anglo-americani, ha detto: “Cheney ha ancora poche carte da giocare, ma se volesse usarle tutte in questo momento, potrebbe avere ancora un certo impatto… La linea rossa non è in Iran. La linea rossa è in Israele. Se Israele si attiene alla linea dura, allora attaccherà; gli Stati Uniti dovranno poi intraprendere azioni decisive. Le opzioni quindi sono: dire di no ad Israele, lasciare che Israele faccia il lavoro, o farlo da sé”.

Il consenso tra gli strateghi militari americani è sull’incapacità di Israele di arrecare un serio danno al programma iraniano, senza il ricorso alle armi nucleari, poiché esso ora sarebbe fin troppo ampiamente diffuso sul territorio nazionale.

Questa è la domanda che l’esponente democratico americano Lyndon LaRouche ha posto a seguito degli sviluppi che hanno fatto seguito al vertice USA-Russia dei primi di luglio a Kennebunkport. Anche a Washington ci sono osservatori attenti che sono convinti che Cheney abbia reagito a quegli sviluppi moltiplicando gli sforzi per una guerra degli USA con l’Iran.

Ciò è ad esempio riflesso sulle pagine del Guardian, che il 16 luglio riferiva di incontri avuti dal vicepresidente con esponenti della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono per sostenere la linea secondo cui l’opzione diplomatica è inconcludente e che bisogna quindi passare all’opzione militare. Per giustificare una guerra occorre naturalmente una nuova provocazione terroristica, come ha denunciato Paul Craig Roberts (vedi oltre).

Intanto ai militari viene detto di preparasi: le portaerei Nimitz e Stennis incrociano nelle acque del Golfo Persico mentre la Enterprise le raggiungerà presto. Manovre navali sono previste nella zona per settembre e, secondo fonti iraniane, gli USA prevedono il ridispiegamento di unità navali al di fuori del raggio immediato delle forze iraniane, nel Golfo di Oman, o nella Baia del Bengala, dove si terranno pronte ad intervenire.

Cheney ordisce un nuovo 11 settembre?

Questa è la domanda che l’esponente democratico americano Lyndon LaRouche ha posto a seguito degli sviluppi che hanno fatto seguito al vertice USA-Russia dei primi di luglio a Kennebunkport. Anche a Washington ci sono osservatori attenti che sono convinti che Cheney abbia reagito a quegli sviluppi moltiplicando gli sforzi per una guerra degli USA con l’Iran.

Ciò è ad esempio riflesso sulle pagine del Guardian, che il 16 luglio riferiva di incontri avuti dal vicepresidente con esponenti della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono per sostenere la linea secondo cui l’opzione diplomatica è inconcludente e che bisogna quindi passare all’opzione militare. Per giustificare una guerra occorre naturalmente una nuova provocazione terroristica, come ha denunciato Paul Craig Roberts (vedi oltre).

Intanto ai militari viene detto di preparasi: le portaerei Nimitz e Stennis incrociano nelle acque del Golfo Persico mentre la Enterprise le raggiungerà presto. Manovre navali sono previste nella zona per settembre e, secondo fonti iraniane, gli USA prevedono il ridispiegamento di unità navali al di fuori del raggio immediato delle forze iraniane, nel Golfo di Oman, o nella Baia del Bengala, dove si terranno pronte ad intervenire.

A tirare la volata guerrafondaia di Cheney c’è il senatore “indipendente” Joe Lieberman, che l’11 luglio è riuscito a far approvare un emendamento al bilancio militare che prevede ogni due mesi un rapporto dell’intelligence al Congresso sulle iniziative antiamericane prese dall’Iran in territorio iracheno. E sempre allo stesso scopo è stato nominato inviato speciale il generale in congedo Kevin Bergner, della cordata di Cheney.


tratto da Movisol



30 luglio 2007

Veleno dal cielo


Nel materiale irrorato potrebbe esserci un componente batteriologico che fa star male molte persone. Un reportage televisivo intitolato Unexplained mysteries, reportage dedicato alle strane ragnatele chimiche, andato in onda verso la fine del 1998, descriveva "globuli bianchi" presenti fra le sostanze di ricaduta. Un altro servizio televisivo incentrato sulle disavventure di William Wallace(1), trasmesso da Channel 4 di Seattle, nel febbraio 1999, faceva riferimento a ricercatori che avevano trovato E-coli nel materiale diffuso con i tankers.

Sebbene non letali in sé, questi markers potrebbero essere usati per far sì che la popolazione sia sufficientemente malata da richiedere cure mediche, consentendo che i pazienti siano rintracciati dalle autorità intente a mappare gli schemi di diffusione del bio-agente.

Secondo il Dr Lyman Condie, dirigente del Virtual proving ground presso il Centro di collaudo per la guerra biologica dell'esercito statunitense di stanza a Dugway, i modelli di dispersione atmosferica studiati attraverso sistemi informatici per simulare la diffusione di armi biologiche in atmosfera, devono essere convalidati da dati di controllo sul campo, compresi i M.I.S.T., ossia Esseri umani in collaudi simulati. Secondo il sito web di Dugway, la sperimentazione su soggetti umani vivi fornisce "una simulazione realistica e credibile".

(...) Nel 1950, una nave della Marina militare statunitense rilasciò un agente batterico ritenuto innocuo sopravento nell'area di San Francisco: morirono almeno tre persone. Nel 1966 l'Esercito rilasciò un altro marker biologico nella rete della metropolitana di New York City. Come descrivo nel mio libro Scorched earth, presso la base dell'Aviazione di Elgin in Florida, furono eseguiti altri collaudi di guerra biologica. Un altro esperimento fu compiuto nel Maryland nel 1997 e causò tra le persone gravi problemi respiratori ed emicranie.

In questi anni i Centri di "controllo" delle malattie di Atlanta hanno chiesto ai cittadini di partecipare ad uno studio nazionale di tracciamento dell'influenza, studio denominato 1-800-I-GOT-FLU. I soggetti devono qualificarsi per lo studio, mostrando sintomi specifici in un definito arco di tempo e vivendo nel raggio di 35 miglia dal focolaio. L'indagine in vivo richiede esami del sangue eseguiti nel corso di cinque visite e nel lasso di molte più settimane di quelle previste per il normale decorso della sindrome influenzale.


Wallace è un imprenditore agricolo i cui campi di Kettle Falls, nello stato di Washington, furono irrorati più volte con una strana nebbiolina da un Intruder della Marina. Sia William Wallace sia la moglie, dopo i frequenti ed inspiegabili passaggi di velivoli spesso in picchiata sulla loro proprietà, accusarono vari disturbi, quali dissenteria, epistassi ed emicrania.
William Thomas,1999