03 marzo 2010

La tragedia greca di Goldman

Esistono due tipi di nazioni: quelle che controllano le loro finanze e quelle che “sono finanziate”. (Ezra Pound)


C’è bisogno di una sana ammissione da parte delle persone di buona volontà, di quei lavoratori che formano l’ossatura di una nazione con il loro sudore e con il loro risparmio, ed ammettere che siamo stati irrimediabilmente fregati. Ammettiamolo, perché è l’unico passo per una nuova economia, una nuova società, un nuovo corso degli eventi. La dimensione della truffa alla quale tutti noi siamo stati spettatori partecipi ed entusiasti, marionette da applausi comandati, si sta svelando poco a poco, cadendo sotto il peso della grande bugia che regge la nostra società: il debito inservibile.

Se ne è reso conto anche il New York Times (1), è quindi ora che ci sia una presa di coscienza collettiva. Sempre che il livello di anestesia generale non sia già arrivato allo stato comatoso vegetativo: allora saremmo già sconfitti e non avrebbero senso queste parole. La potente lobby finanziaria, capitanata da Goldman Sachs, ha aiutato Grecia, Italia e probabilmente anche la Francia, a truccare i propri bilanci per poter entrare nell’Unione Europea, attraverso un divertente giochino finanziario, chiamato Swap (2), che risultava invisibile nel bilancio presentato all’Unione Europea. Semplice vero? Immaginate se questo avvenisse con il vostro mutuo o la vostra rata dell’auto. Un giorno andate in banca e chiedete di rendere invisibile le vostre rate del mutuo.

Nella realtà sarebbe impossibile ma non nel fantastico mondo della finanza: l’importante è sapere a quali santi affidarsi e quale di essi è capace di fare i miracoli (rendere invisibili i debiti) ed il gioco è fatto. In questo modo i paesi caratterizzati da un alto deficit nell’Unione europea sono stati ammessi alla zona Euro e sono rientrati miracolosamente nei rigorosi standard di Maastricht (3% debito-Pil). Questo gioco non solo conveniva ai paesi con alto deficit, ma anche alla Germania, che oggi si lamenta e non vorrebbe salvare la Grecia, che ha cosi potuto imporre la sua moneta (l’euro è il marco europeo) favorendo le sue esportazioni in Europa.

In questo modo tutti hanno usufruito dei bassi tassi di interessi offerti dalla zona euro, che sono stati usati per indebitarsi fino all’insostenibile. La cosa più vergognosa di questa storia è la commistione fra interessi finanziari e politici che ha portato alla rovina dell’economia mondiale. I dirigenti della grandi banche, (JP Morgan, Goldman, Citigroup) hanno sempre una poltrona calda che li aspetta una volta che finiscono il loro mandato nelle enormi banche finanziarie. Non ci credete? I segretari del tesoro degli Usa degli ultimi anni provengono da Goldman Sachs: Rubin ha servito l’azienda per 26 anni, passando anche come dirigente di Citigroup per poi approdare al Tesoro USA nel 1995 e Paulson, il penultimo segretario del Tesoro era un uomo Goldman dal 1974. Il nostro intoccabile Mario Draghi, alla guida del Tesoro nel 1996, divenne Vice Direttore di Goldman nel 2002 (3) ed insieme a Prodi (altro consulente Goldman e poi scelto, guarda caso, alla guida della Commissione Europea) hanno fatto sparire i debiti grazie all’appoggio di Goldman proprio nel 1996. Poi a Draghi venne offerta la poltrona della Banca d’Italia nel 2006, dopo lo scandalo di Fabio Fazio. Altra casualità. Assistiamo impotenti allo spettacolo delle porte girevoli che collegano finanza e politica, che per anni sono state fatte girare sotto i nostri occhi, consumando il grande inganno pubblico con la speranza di ricchezza per tutti, benessere e profitto semplice per l’umanità. L’economia ha perso completamente il contatto con la realtà, e la finanza ha spolpato poco a poco i settori dell’agire umano: risparmi, immobili, pensioni, potere d’acquisto, tutto è stato cannibalizzato da questi signori delle porte girevoli. Ci aspettano tempi duri: Soros consiglia ancora più controllo ed assistenza istituzionale per salvare il mercato (4). Tradotto significa più potere alle burocrazie non elette e ai centri di potere invisibili. Il miliardario ungherese mette in dubbio anche il futuro dell’euro: memore delle sue battaglie contro la lira e la sterlina che riuscì a crollare in due giorni, starà già pensando a quello che succederà. In un caso o nell’altro può dormire sonni tranquilli: tanto se la Grecia riceverà gli aiuti sperati tanto se fallirà lui guadagnerà grazie ai CDS (Credit Default Swap) che lo coprono in caso di ripudio del debito ellenico. Però questo si, l’importante è che ci sia un governo mondiale, un organismo che vigili, più “controllo ed assistenza istituzionale”. Le care vecchie raccomandazioni del nonno buono.

Pochi giorni fa è uscito anche l’ultimo numero del Leap 2020 (5), gli analisti francesi che fino a questo momento non hanno sbagliato un colpo nell’anticipare le tappe della crisi. Ritengono che il caso greco, altro non sia che “l’albero che cerca di nascondere il bosco”, ovvero che il caso del debito greco offre l’opportunità per distogliere l’attenzione dagli altri due debiti sovrani (USA e Inghilterra) che sono ben più ingenti e voluminosi. Inoltre in questo modo si riesce a debilitare l’Eurozona in un momento in cui attrarre i capitali sul mercato è sempre più difficile e pieno di competizione. Si profila una guerra economica, senza esclusione di colpi bassi tra gli Stati per poter ottenere l’ossigeno, ovvero i capitali, che permettono mantenere la testa nascosta sotto le montagne di debiti che sovrastano gli Stati Nazionali. Un piccolo aumento, seppur impercettibile, del tasso di interesse può provocare una reazione a catena di insolvenze statali, obbligando i grandi debitori ad uscire allo scoperto. Oggi la Grecia, domani il Portogallo, poi Spagna, Italia, Francia e cosi via. Assistiamo impotenti al crollo del grande inganno, perpetrato da banchieri e governi in combutta.

Il nuovo ordine che nascerà da queste macerie non sarà affatto indolore.
by SED CONFIDITE

01 marzo 2010

L'ombra del Bilderberg e della Trilateral sulla crisi del debito greco e degli altri paesi europei

I vertici europei, in accordo con le immarcescibili oligarchie occulte, tanto economiche che politiche, stanno mettendo in atto (per conto di chi ce lo siamo detti tante volte…) un colpo gobbo al fine di togliere sovranità ai popoli continentali attraverso le solite e immancabili sporche manovre finanziarie. Inoltre, tenete conto che le proposte che i vertici dell’UE stanno mettendo sul piatto sono molto simili a quelle fatte da profittatori incalliti già resisi responsabili, in passato, di vertiginose speculazioni monetarie (negli anni novanta sulla lira e sulla sterlina) per danneggiare gli stati anelli deboli della catena europea. Ecco cosa scrive George Soros in un editoriale di ieri pubblicato sul Sole 24 ore, dopo aver ovviamente rimproverato (non si capisce a che titolo!) gli europei per non aver saputo dar vita ad un’autorità comune che tassasse i cittadini dei paesi membri: “[all’Europa servono]: sistemi istituzionali e di controllo più intrusivi per un assistenza condizionale, e sarebbe auspicabile la creazione di un mercato di eurobond ben organizzato”. Insomma, si chiede che organi come la Commissione, non eletti dal popolo, possano disporre della nostra libertà a loro piacimento e ad esclusivo vantaggio dei peggiori affaristi agenti come giannizzeri della grande finanza americana.
Fine della partita per i paesi dell'Unione europea
Le manipolazioni generali a favore di un nuovo ordine economico sono diventate così dense che si dispiegano in pieno giorno. Tuttavia, le vere influenze restano nascoste, e le intenzioni ultime possono soltanto essere difficilmente percepite, quasi mai comprese.
La crisi finanziaria permetterà di ricapitalizzare le banche con il denaro pubblico. Oggi sono queste stesse istituzioni che minacciano di distruggere gli stati che le hanno salvate. Chi può credere un solo istante che queste operazioni di destabilizzazione sarebbero dovute alla sola irrazionalità dei mercati, e che non obbediscano, in primo luogo, ad un ordine del giorno nascosto?
Cronologia della crisi in corso
L'agenzia di rating Flitch Ratings, controllata dalla holding francese Fimalac, è stata la prima a degradare la Grecia, nello scorso dicembre. In seguito sono stati i dirigenti della banca centrale europea (BCE) che hanno dato fuoco alle polveri, annunciando che “se prima della fine dell'anno la Grecia non ha ritrovato il livello di rating che aveva prima della crisi, non garantiamo che il debito greco possa essere rifinanziato dalla BCE. Non è del resto un nostro problema, ma della Grecia soltanto„.
Successivamente, come confermano molte fonti, è una grande banca americana d'investimenti e due hedge funds (fondi di gestione speculativi) che hanno deciso di fare correre il panico sui mercati. Questi “investitori„ hanno innanzitutto scommesso sul ribasso del prezzo delle obbligazioni emesse dal tesoro greco, portoghese o spagnolo, quindi, si sono precipitati sui prodotti derivati che permettono di garantirsi contro il rischio di mancato pagamento di uno Stato o di un'impresa, chiamati Credit Default Swap.
Prima della riunione del G7, alla fine della settimana scorsa, Dominique Strauss-Kahn, il Direttore generale del FMI, ha creato un nuovo effetto panico annunciando che “la sua istituzione era disponibile per volare in soccorso della Grecia„.
Menzogne
Ma in realtà il fallimento della Grecia è impossibile. Ciò per una ragione semplice, che non può, in virtù della sua appartenenza alla zona euro, trovarsi in mancanza di liquidità (in raffronto, quando l'Argentina si dichiarò insolvente nel 2001 era perché non aveva più valute in dollari per finanziare le sue importazioni). Inoltre, i trattati europei prevedono che l'UE debba assistere gli stati in caso “di minaccia seria di gravi difficoltà„. È dunque menzognero sostenere che l'UE potrebbe sacrificare la Grecia. La maggior parte degli analisti ammette del resto che si tratta di un'operazione pianificata. In realtà, la destabilizzazione della Grecia non ha per scopo che quello di dare l'illusione che l'UE sia impegnata in una braccio di ferro con gli speculatori, mentre si tratta in realtà “di un'azione concertata„, come indicava il primo ministro greco la settimana scorsa.
Gli statuti della BCE non permettono di emettere un debito pubblico, ma soltanto di riacquistare questi debiti attraverso gli istituti bancari privati, non sarà dunque possibile per l'UE rifinanziare direttamente la Grecia e gli altri paesi in difficoltà, la cui condizione rovinosa richiederà anche “un piano di salvataggio„ nelle settimane o mesi a venire. Per ora, “per coprire„ la Grecia, sarà necessario creare un nuovo “organo„ per mettere in comune una grande parte della politica di bilancio europea. La Grecia sarà dunque costretta a fare altre concessioni rispetto a quelle degli ultimi giorni, per aprire la via alle riforme sociali che, per cominciare, saranno in seguito promulgate in Spagna, in Italia ed in Portogallo,. L'idea centrale è di utilizzare questa crisi degli stati allo scopo di forzare al federalismo economico la maggioranza degli stati membri che finora lo rifiutava.
L'uomo dell'ombra
Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy avevano evocato, in novembre scorso, la creazione “di un governo economico„ dei 27 stati membri, così come l’introduzione di un'imposta europea. Il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso aveva seguito l’esempio alcuni giorni più tardi, dinanzi al Parlamento europeo: “Non sono contro l'idea di un'imposta europea per permettere all'UE di beneficiare di risorse proprie rispetto ai contributi degli stati. Ho l'intenzione di esaminare tutte le questioni della fiscalità nell'Unione europea, dobbiamo passare in rassegna tutte le risorse (finanziarie) dell'UE (…) Il programma sul quale sono stato eletto dice che occorre valutare la possibilità di risorse proprie„.
L'11 novembre 2009, Mario Borghezio, membro italiano del Parlamento europeo, aveva evocato la possibilità che i candidati ai posti di presidente e ministro degli esteri dell'UE, come Jan Peter Balkenende, David Miliband, Herman Van Rompuy fra altri, potessero essere quelli “dei gruppi occulti„ Bilderberg e Trilateral e non semplicemente quelli delle forze politiche dei paesi. Il giorno dopo, Herman Van Rompuy si recava al castello de Val Duchesse per una riunione del gruppo Bilderberg per dare, in un discorso, la sua visione circa la gestione dell'Europa e la necessità di centralizzare i flussi finanziari degli Stati membri.
La messa in atto di questo “governo„ non avrà lo scopo di salvare la Grecia, la Spagna o il Portogallo, ma di unificare i bilanci degli Stati membri dell'UE per poter disporre delle loro risorse, cioè, per essere più precisi, per porre fine alla loro sovranità economica. Le disposizioni del Trattato di Lisbona, entrate in vigore il 1° dicembre scorso, danno tutto il margine di manovra necessaria per questo.
È in una situazione di crisi che Herman Van Rompuy potrà dunque presentarsi come salvatore della zona euro al vertice che riunirà i capi di Stato europei questo giovedì 11 febbraio, a Bruxelles. Tuttavia, le soluzioni che raccomanderà non saranno state decise nell'urgenza, in quanto i paesi europei potrebbero trovarsi in fallimento. È in realtà tutto preparato da oltre venti anni dal presidente europeo, dai suoi complici e dalle oligarchie finanziarie che le hanno messe in atto.
Naturalmente, questo governo non sarà effettivo alla mattina del 12 febbraio. Per fare piegare gli stati e far accettare alle popolazioni europee di essere interamente predominate da Bruxelles, così come tutte le riforme necessarie che saranno imposte sotto il pretesto di rilanciare la zona euro, occorre che la situazione peggiori ancora. Ma la trappola è dorata e si sta già chiudendo.
La democrazia europea, che era sorta in Grecia nel 507 A.C:., sarà morta, anche in Grecia, nei primi mesi dell'anno 2010.

by Gianni Petrosillo

I grandi hedge fund vanno all'attacco dell'Euro



L´offensiva concertata decisa in una cena a Manhattan. Mossi dalla crisi di Atene, gli speculatori scommettono sulla parità con il dollaro

I "pesi massimi" della speculazione, i maggiori hedge fund americani, sono impegnati in un massiccio attacco concertato contro l´euro. Mossi dalla convinzione che la crisi della Grecia è solo la punta dell´iceberg, i potenti investitori arrivano a scommettere che l´euro precipiterà fino alla parità col dollaro, cioè un ulteriore ribasso del 26% rispetto al valore attuale. Il volume di capitali investiti su queste puntate "ribassiste" contro la moneta europea ha raggiunto il record storico che fu toccato nel 2008 quando gli stessi hedge fund scommettevano sul crac di Lehman Brothers. Lo rivela il Wall Street Journal, che ricostruisce i retroscena di un´azione comune fra i maggiori gestori di hedge fund, incluso George Soros.

Nella foto: George Soros

Un momento-chiave è una cena organizzata l´8 febbraio scorso in una dimora privata di Manhattan da una piccola banca d´affari specializzata, Monness, Crespi, Hardt & Co. Nella stessa settimana della cena, il numero di contratti futures legati alla previsione di un ribasso dell´euro è schizzato al rialzo, fino a 60.000 operazioni. Il Wall Street Journal, che non è solito attribuire "complotti" al mondo della finanza, spiega che non è raro vedere i grandi hedge fund agire di concerto. "Finché non interviene un´inchiesta delle autorità di vigilanza su sospetti di collusione, gli hedge fund possono andare avanti insieme". Un gestore ha anche accettato di essere citato sullo stesso quotidiano. Si tratta di Hans Hufschmid, che dirige lo hedge fund GlobeOp. L´ondata di sfiducia verso i paesi dell´Eurozona ad alto debito pubblico – i cosiddetti Piigs – secondo Hufschmid "è l´opportunità per dei guadagni elevati".

Gli hedge fund, che non sono sottoposti alle regole prudenziali delle banche, sono soliti indebitarsi fino a 20 volte il valore del proprio capitale investito. Il livello dell´indebitamento si trasforma – se la puntata è vincente – in una formidabile "leva" che moltiplica il profitto. Per esempio, 5 milioni di capitali propri diventano 100 milioni grazie all´indebitamento: se la parità euro-dollaro scende del 5% l´investimento iniziale viene raddoppiato. In altri termini, il guadagno anziché il 5% è il 100%.

L´azione concertata degli hedge fund nel 2008 contribuì ad amplificare le ondate di panico sui mercati, accelerando il collasso del sistema finanziario. David Einhorn, presidente dello hedge fund Greenlight Capital, guidò l´attacco ribassista contro Lehman Brothers, raccogliendo ingenti profitti dalla bancarotta dell´istituto. Lo stesso Einhorn era presente l´8 febbraio scorso alla "cena delle idee" (così vengono chiamati quegli appuntamenti esclusivi) dove fu discussa la crisi dell´Eurozona.

George Soros, che è a capo di un fondo da 27 miliardi di dollari, vi ha partecipato ugualmente. Soros ha preso posizione anche in modo pubblico: ha avvertito che se i paesi dell´Eurozona non prendono misure immediate per il risanamento delle finanze pubbliche, "l´unione monetaria può andare in frantumi". Soros deve la sua fama alla formidabile offensiva speculativa che lanciò nel 1992 contro la lira e la sterlina, costringendo Italia e Gran Bretagna a uscire dal Sistema monetario europeo. Naturalmente i paragoni sono impropri. In favore dell´euro gioca il fatto che la liquidità del suo mercato – in media 1.200 miliardi di dollari di scambi ogni giorno – è molto superiore a quelle di lira e sterlina 18 anni fa. Ma nel frattempo anche la speculazione si è fatta più potente, e i mercati finanziari sono più sofisticati di allora. Uno dei maggiori hedge fund, il gruppo Paulson, con altri attori del settore ha investito fino a 32 miliardi di dollari nei credit default swap, contratti assicurativi che puntano sulla bancarotta sovrana della Grecia. Dopo il raddoppio di valore di quei contratti tra dicembre e gennaio, Paulson ed altri hanno liquidato le posizioni e incassato i profitti. Poi sono passati a speculare contro il bersaglio più grosso, cioè l´euro. E non ci sono solo gli hedge fund. Goldman Sachs, Bank of America e Barclays dalla settimana scorsa hanno iniziato a consigliare ai propri clienti di prendere posizione contro l´euro. Si sta diffondendo tra i risparmiatori americani uno strumento semplice e popolare, gli Etf "ultra-corti", azioni quotate in Borsa che attraverso futures e swap consentono di guadagnare il doppio della percentuale di svalutazione euro-dollaro.
di Federico Rampini

03 marzo 2010

La tragedia greca di Goldman

Esistono due tipi di nazioni: quelle che controllano le loro finanze e quelle che “sono finanziate”. (Ezra Pound)


C’è bisogno di una sana ammissione da parte delle persone di buona volontà, di quei lavoratori che formano l’ossatura di una nazione con il loro sudore e con il loro risparmio, ed ammettere che siamo stati irrimediabilmente fregati. Ammettiamolo, perché è l’unico passo per una nuova economia, una nuova società, un nuovo corso degli eventi. La dimensione della truffa alla quale tutti noi siamo stati spettatori partecipi ed entusiasti, marionette da applausi comandati, si sta svelando poco a poco, cadendo sotto il peso della grande bugia che regge la nostra società: il debito inservibile.

Se ne è reso conto anche il New York Times (1), è quindi ora che ci sia una presa di coscienza collettiva. Sempre che il livello di anestesia generale non sia già arrivato allo stato comatoso vegetativo: allora saremmo già sconfitti e non avrebbero senso queste parole. La potente lobby finanziaria, capitanata da Goldman Sachs, ha aiutato Grecia, Italia e probabilmente anche la Francia, a truccare i propri bilanci per poter entrare nell’Unione Europea, attraverso un divertente giochino finanziario, chiamato Swap (2), che risultava invisibile nel bilancio presentato all’Unione Europea. Semplice vero? Immaginate se questo avvenisse con il vostro mutuo o la vostra rata dell’auto. Un giorno andate in banca e chiedete di rendere invisibile le vostre rate del mutuo.

Nella realtà sarebbe impossibile ma non nel fantastico mondo della finanza: l’importante è sapere a quali santi affidarsi e quale di essi è capace di fare i miracoli (rendere invisibili i debiti) ed il gioco è fatto. In questo modo i paesi caratterizzati da un alto deficit nell’Unione europea sono stati ammessi alla zona Euro e sono rientrati miracolosamente nei rigorosi standard di Maastricht (3% debito-Pil). Questo gioco non solo conveniva ai paesi con alto deficit, ma anche alla Germania, che oggi si lamenta e non vorrebbe salvare la Grecia, che ha cosi potuto imporre la sua moneta (l’euro è il marco europeo) favorendo le sue esportazioni in Europa.

In questo modo tutti hanno usufruito dei bassi tassi di interessi offerti dalla zona euro, che sono stati usati per indebitarsi fino all’insostenibile. La cosa più vergognosa di questa storia è la commistione fra interessi finanziari e politici che ha portato alla rovina dell’economia mondiale. I dirigenti della grandi banche, (JP Morgan, Goldman, Citigroup) hanno sempre una poltrona calda che li aspetta una volta che finiscono il loro mandato nelle enormi banche finanziarie. Non ci credete? I segretari del tesoro degli Usa degli ultimi anni provengono da Goldman Sachs: Rubin ha servito l’azienda per 26 anni, passando anche come dirigente di Citigroup per poi approdare al Tesoro USA nel 1995 e Paulson, il penultimo segretario del Tesoro era un uomo Goldman dal 1974. Il nostro intoccabile Mario Draghi, alla guida del Tesoro nel 1996, divenne Vice Direttore di Goldman nel 2002 (3) ed insieme a Prodi (altro consulente Goldman e poi scelto, guarda caso, alla guida della Commissione Europea) hanno fatto sparire i debiti grazie all’appoggio di Goldman proprio nel 1996. Poi a Draghi venne offerta la poltrona della Banca d’Italia nel 2006, dopo lo scandalo di Fabio Fazio. Altra casualità. Assistiamo impotenti allo spettacolo delle porte girevoli che collegano finanza e politica, che per anni sono state fatte girare sotto i nostri occhi, consumando il grande inganno pubblico con la speranza di ricchezza per tutti, benessere e profitto semplice per l’umanità. L’economia ha perso completamente il contatto con la realtà, e la finanza ha spolpato poco a poco i settori dell’agire umano: risparmi, immobili, pensioni, potere d’acquisto, tutto è stato cannibalizzato da questi signori delle porte girevoli. Ci aspettano tempi duri: Soros consiglia ancora più controllo ed assistenza istituzionale per salvare il mercato (4). Tradotto significa più potere alle burocrazie non elette e ai centri di potere invisibili. Il miliardario ungherese mette in dubbio anche il futuro dell’euro: memore delle sue battaglie contro la lira e la sterlina che riuscì a crollare in due giorni, starà già pensando a quello che succederà. In un caso o nell’altro può dormire sonni tranquilli: tanto se la Grecia riceverà gli aiuti sperati tanto se fallirà lui guadagnerà grazie ai CDS (Credit Default Swap) che lo coprono in caso di ripudio del debito ellenico. Però questo si, l’importante è che ci sia un governo mondiale, un organismo che vigili, più “controllo ed assistenza istituzionale”. Le care vecchie raccomandazioni del nonno buono.

Pochi giorni fa è uscito anche l’ultimo numero del Leap 2020 (5), gli analisti francesi che fino a questo momento non hanno sbagliato un colpo nell’anticipare le tappe della crisi. Ritengono che il caso greco, altro non sia che “l’albero che cerca di nascondere il bosco”, ovvero che il caso del debito greco offre l’opportunità per distogliere l’attenzione dagli altri due debiti sovrani (USA e Inghilterra) che sono ben più ingenti e voluminosi. Inoltre in questo modo si riesce a debilitare l’Eurozona in un momento in cui attrarre i capitali sul mercato è sempre più difficile e pieno di competizione. Si profila una guerra economica, senza esclusione di colpi bassi tra gli Stati per poter ottenere l’ossigeno, ovvero i capitali, che permettono mantenere la testa nascosta sotto le montagne di debiti che sovrastano gli Stati Nazionali. Un piccolo aumento, seppur impercettibile, del tasso di interesse può provocare una reazione a catena di insolvenze statali, obbligando i grandi debitori ad uscire allo scoperto. Oggi la Grecia, domani il Portogallo, poi Spagna, Italia, Francia e cosi via. Assistiamo impotenti al crollo del grande inganno, perpetrato da banchieri e governi in combutta.

Il nuovo ordine che nascerà da queste macerie non sarà affatto indolore.
by SED CONFIDITE

01 marzo 2010

L'ombra del Bilderberg e della Trilateral sulla crisi del debito greco e degli altri paesi europei

I vertici europei, in accordo con le immarcescibili oligarchie occulte, tanto economiche che politiche, stanno mettendo in atto (per conto di chi ce lo siamo detti tante volte…) un colpo gobbo al fine di togliere sovranità ai popoli continentali attraverso le solite e immancabili sporche manovre finanziarie. Inoltre, tenete conto che le proposte che i vertici dell’UE stanno mettendo sul piatto sono molto simili a quelle fatte da profittatori incalliti già resisi responsabili, in passato, di vertiginose speculazioni monetarie (negli anni novanta sulla lira e sulla sterlina) per danneggiare gli stati anelli deboli della catena europea. Ecco cosa scrive George Soros in un editoriale di ieri pubblicato sul Sole 24 ore, dopo aver ovviamente rimproverato (non si capisce a che titolo!) gli europei per non aver saputo dar vita ad un’autorità comune che tassasse i cittadini dei paesi membri: “[all’Europa servono]: sistemi istituzionali e di controllo più intrusivi per un assistenza condizionale, e sarebbe auspicabile la creazione di un mercato di eurobond ben organizzato”. Insomma, si chiede che organi come la Commissione, non eletti dal popolo, possano disporre della nostra libertà a loro piacimento e ad esclusivo vantaggio dei peggiori affaristi agenti come giannizzeri della grande finanza americana.
Fine della partita per i paesi dell'Unione europea
Le manipolazioni generali a favore di un nuovo ordine economico sono diventate così dense che si dispiegano in pieno giorno. Tuttavia, le vere influenze restano nascoste, e le intenzioni ultime possono soltanto essere difficilmente percepite, quasi mai comprese.
La crisi finanziaria permetterà di ricapitalizzare le banche con il denaro pubblico. Oggi sono queste stesse istituzioni che minacciano di distruggere gli stati che le hanno salvate. Chi può credere un solo istante che queste operazioni di destabilizzazione sarebbero dovute alla sola irrazionalità dei mercati, e che non obbediscano, in primo luogo, ad un ordine del giorno nascosto?
Cronologia della crisi in corso
L'agenzia di rating Flitch Ratings, controllata dalla holding francese Fimalac, è stata la prima a degradare la Grecia, nello scorso dicembre. In seguito sono stati i dirigenti della banca centrale europea (BCE) che hanno dato fuoco alle polveri, annunciando che “se prima della fine dell'anno la Grecia non ha ritrovato il livello di rating che aveva prima della crisi, non garantiamo che il debito greco possa essere rifinanziato dalla BCE. Non è del resto un nostro problema, ma della Grecia soltanto„.
Successivamente, come confermano molte fonti, è una grande banca americana d'investimenti e due hedge funds (fondi di gestione speculativi) che hanno deciso di fare correre il panico sui mercati. Questi “investitori„ hanno innanzitutto scommesso sul ribasso del prezzo delle obbligazioni emesse dal tesoro greco, portoghese o spagnolo, quindi, si sono precipitati sui prodotti derivati che permettono di garantirsi contro il rischio di mancato pagamento di uno Stato o di un'impresa, chiamati Credit Default Swap.
Prima della riunione del G7, alla fine della settimana scorsa, Dominique Strauss-Kahn, il Direttore generale del FMI, ha creato un nuovo effetto panico annunciando che “la sua istituzione era disponibile per volare in soccorso della Grecia„.
Menzogne
Ma in realtà il fallimento della Grecia è impossibile. Ciò per una ragione semplice, che non può, in virtù della sua appartenenza alla zona euro, trovarsi in mancanza di liquidità (in raffronto, quando l'Argentina si dichiarò insolvente nel 2001 era perché non aveva più valute in dollari per finanziare le sue importazioni). Inoltre, i trattati europei prevedono che l'UE debba assistere gli stati in caso “di minaccia seria di gravi difficoltà„. È dunque menzognero sostenere che l'UE potrebbe sacrificare la Grecia. La maggior parte degli analisti ammette del resto che si tratta di un'operazione pianificata. In realtà, la destabilizzazione della Grecia non ha per scopo che quello di dare l'illusione che l'UE sia impegnata in una braccio di ferro con gli speculatori, mentre si tratta in realtà “di un'azione concertata„, come indicava il primo ministro greco la settimana scorsa.
Gli statuti della BCE non permettono di emettere un debito pubblico, ma soltanto di riacquistare questi debiti attraverso gli istituti bancari privati, non sarà dunque possibile per l'UE rifinanziare direttamente la Grecia e gli altri paesi in difficoltà, la cui condizione rovinosa richiederà anche “un piano di salvataggio„ nelle settimane o mesi a venire. Per ora, “per coprire„ la Grecia, sarà necessario creare un nuovo “organo„ per mettere in comune una grande parte della politica di bilancio europea. La Grecia sarà dunque costretta a fare altre concessioni rispetto a quelle degli ultimi giorni, per aprire la via alle riforme sociali che, per cominciare, saranno in seguito promulgate in Spagna, in Italia ed in Portogallo,. L'idea centrale è di utilizzare questa crisi degli stati allo scopo di forzare al federalismo economico la maggioranza degli stati membri che finora lo rifiutava.
L'uomo dell'ombra
Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy avevano evocato, in novembre scorso, la creazione “di un governo economico„ dei 27 stati membri, così come l’introduzione di un'imposta europea. Il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso aveva seguito l’esempio alcuni giorni più tardi, dinanzi al Parlamento europeo: “Non sono contro l'idea di un'imposta europea per permettere all'UE di beneficiare di risorse proprie rispetto ai contributi degli stati. Ho l'intenzione di esaminare tutte le questioni della fiscalità nell'Unione europea, dobbiamo passare in rassegna tutte le risorse (finanziarie) dell'UE (…) Il programma sul quale sono stato eletto dice che occorre valutare la possibilità di risorse proprie„.
L'11 novembre 2009, Mario Borghezio, membro italiano del Parlamento europeo, aveva evocato la possibilità che i candidati ai posti di presidente e ministro degli esteri dell'UE, come Jan Peter Balkenende, David Miliband, Herman Van Rompuy fra altri, potessero essere quelli “dei gruppi occulti„ Bilderberg e Trilateral e non semplicemente quelli delle forze politiche dei paesi. Il giorno dopo, Herman Van Rompuy si recava al castello de Val Duchesse per una riunione del gruppo Bilderberg per dare, in un discorso, la sua visione circa la gestione dell'Europa e la necessità di centralizzare i flussi finanziari degli Stati membri.
La messa in atto di questo “governo„ non avrà lo scopo di salvare la Grecia, la Spagna o il Portogallo, ma di unificare i bilanci degli Stati membri dell'UE per poter disporre delle loro risorse, cioè, per essere più precisi, per porre fine alla loro sovranità economica. Le disposizioni del Trattato di Lisbona, entrate in vigore il 1° dicembre scorso, danno tutto il margine di manovra necessaria per questo.
È in una situazione di crisi che Herman Van Rompuy potrà dunque presentarsi come salvatore della zona euro al vertice che riunirà i capi di Stato europei questo giovedì 11 febbraio, a Bruxelles. Tuttavia, le soluzioni che raccomanderà non saranno state decise nell'urgenza, in quanto i paesi europei potrebbero trovarsi in fallimento. È in realtà tutto preparato da oltre venti anni dal presidente europeo, dai suoi complici e dalle oligarchie finanziarie che le hanno messe in atto.
Naturalmente, questo governo non sarà effettivo alla mattina del 12 febbraio. Per fare piegare gli stati e far accettare alle popolazioni europee di essere interamente predominate da Bruxelles, così come tutte le riforme necessarie che saranno imposte sotto il pretesto di rilanciare la zona euro, occorre che la situazione peggiori ancora. Ma la trappola è dorata e si sta già chiudendo.
La democrazia europea, che era sorta in Grecia nel 507 A.C:., sarà morta, anche in Grecia, nei primi mesi dell'anno 2010.

by Gianni Petrosillo

I grandi hedge fund vanno all'attacco dell'Euro



L´offensiva concertata decisa in una cena a Manhattan. Mossi dalla crisi di Atene, gli speculatori scommettono sulla parità con il dollaro

I "pesi massimi" della speculazione, i maggiori hedge fund americani, sono impegnati in un massiccio attacco concertato contro l´euro. Mossi dalla convinzione che la crisi della Grecia è solo la punta dell´iceberg, i potenti investitori arrivano a scommettere che l´euro precipiterà fino alla parità col dollaro, cioè un ulteriore ribasso del 26% rispetto al valore attuale. Il volume di capitali investiti su queste puntate "ribassiste" contro la moneta europea ha raggiunto il record storico che fu toccato nel 2008 quando gli stessi hedge fund scommettevano sul crac di Lehman Brothers. Lo rivela il Wall Street Journal, che ricostruisce i retroscena di un´azione comune fra i maggiori gestori di hedge fund, incluso George Soros.

Nella foto: George Soros

Un momento-chiave è una cena organizzata l´8 febbraio scorso in una dimora privata di Manhattan da una piccola banca d´affari specializzata, Monness, Crespi, Hardt & Co. Nella stessa settimana della cena, il numero di contratti futures legati alla previsione di un ribasso dell´euro è schizzato al rialzo, fino a 60.000 operazioni. Il Wall Street Journal, che non è solito attribuire "complotti" al mondo della finanza, spiega che non è raro vedere i grandi hedge fund agire di concerto. "Finché non interviene un´inchiesta delle autorità di vigilanza su sospetti di collusione, gli hedge fund possono andare avanti insieme". Un gestore ha anche accettato di essere citato sullo stesso quotidiano. Si tratta di Hans Hufschmid, che dirige lo hedge fund GlobeOp. L´ondata di sfiducia verso i paesi dell´Eurozona ad alto debito pubblico – i cosiddetti Piigs – secondo Hufschmid "è l´opportunità per dei guadagni elevati".

Gli hedge fund, che non sono sottoposti alle regole prudenziali delle banche, sono soliti indebitarsi fino a 20 volte il valore del proprio capitale investito. Il livello dell´indebitamento si trasforma – se la puntata è vincente – in una formidabile "leva" che moltiplica il profitto. Per esempio, 5 milioni di capitali propri diventano 100 milioni grazie all´indebitamento: se la parità euro-dollaro scende del 5% l´investimento iniziale viene raddoppiato. In altri termini, il guadagno anziché il 5% è il 100%.

L´azione concertata degli hedge fund nel 2008 contribuì ad amplificare le ondate di panico sui mercati, accelerando il collasso del sistema finanziario. David Einhorn, presidente dello hedge fund Greenlight Capital, guidò l´attacco ribassista contro Lehman Brothers, raccogliendo ingenti profitti dalla bancarotta dell´istituto. Lo stesso Einhorn era presente l´8 febbraio scorso alla "cena delle idee" (così vengono chiamati quegli appuntamenti esclusivi) dove fu discussa la crisi dell´Eurozona.

George Soros, che è a capo di un fondo da 27 miliardi di dollari, vi ha partecipato ugualmente. Soros ha preso posizione anche in modo pubblico: ha avvertito che se i paesi dell´Eurozona non prendono misure immediate per il risanamento delle finanze pubbliche, "l´unione monetaria può andare in frantumi". Soros deve la sua fama alla formidabile offensiva speculativa che lanciò nel 1992 contro la lira e la sterlina, costringendo Italia e Gran Bretagna a uscire dal Sistema monetario europeo. Naturalmente i paragoni sono impropri. In favore dell´euro gioca il fatto che la liquidità del suo mercato – in media 1.200 miliardi di dollari di scambi ogni giorno – è molto superiore a quelle di lira e sterlina 18 anni fa. Ma nel frattempo anche la speculazione si è fatta più potente, e i mercati finanziari sono più sofisticati di allora. Uno dei maggiori hedge fund, il gruppo Paulson, con altri attori del settore ha investito fino a 32 miliardi di dollari nei credit default swap, contratti assicurativi che puntano sulla bancarotta sovrana della Grecia. Dopo il raddoppio di valore di quei contratti tra dicembre e gennaio, Paulson ed altri hanno liquidato le posizioni e incassato i profitti. Poi sono passati a speculare contro il bersaglio più grosso, cioè l´euro. E non ci sono solo gli hedge fund. Goldman Sachs, Bank of America e Barclays dalla settimana scorsa hanno iniziato a consigliare ai propri clienti di prendere posizione contro l´euro. Si sta diffondendo tra i risparmiatori americani uno strumento semplice e popolare, gli Etf "ultra-corti", azioni quotate in Borsa che attraverso futures e swap consentono di guadagnare il doppio della percentuale di svalutazione euro-dollaro.
di Federico Rampini