05 maggio 2010

Soldi e case a politici e prelati (il 10% del tutto)

Case in Tunisia, ma anche a Roma, Milano, Parigi. Appartamenti acquistati da Angelo Balducci e Diego Anemone che si occupava pure di ristrutturare le dimore di politici, alti prelati, funzionari di Stato. Il filone di indagine avviato dai pubblici ministeri di Perugia continua a puntare sulle compravendite immobiliari. Ma anche su tangenti in denaro pari al 10 per cento dell’importo dei lavori, che sarebbero stati versati a esponenti di governo. L’unico nome contenuto nelle carte processuali messe a disposizione delle parti è quello di Pietro Lunardi, ex titolare delle Infrastrutture. Ma altri potrebbero essere coinvolti al termine dei riscontri affidati alla Guardia di Finanza e ai carabinieri del Ros. A rivelarne i retroscena dell’attività della «cricca» che gestiva gli appalti dei Grandi Eventi è il tunisino Laid Ben Fathi Hidri nel suo interrogatorio del 25 marzo scorso. L’uomo che aveva svelato di aver «ricevuto la delega a operare sui conti di Anemone» e aver consegnato «buste dal contenuto misterioso a vari soggetti, compresi ministri », aggiunge clamorosi dettagli. E racconta: «Balducci era in contatto con registi famosi ai quali faceva regali costosi. Questi rapporti credo fossero finalizzati a favorire la carriera di attore del figlio Lorenzo. Andavo io a ritirare questi regali presso il negozio Spada e Anatriello».

Le ville a Cartagine
L’esistenza dell’autista tunisino era stata rivelata da due lettere anonime recapitate alla procura di Firenze poco dopo gli arresti disposti a febbraio. L’autore sosteneva di essere un suo amico, ma i magistrati non escludono che possa essere stato lui stesso a inviare gli scritti per vedere le reazioni, forse nel timore di non essere creduto. E ora le missive sono state allegate al fascicolo, visto che i primi accertamenti hanno mostrato l’attendibilità del testimone. «Su indicazione di Anemone - dichiara Fathi a verbale - ho consegnato circa una ventina di volte denaro contante all’architetto Zampolini che faceva le operazioni immobiliari. Ho conosciuto anche don Evaldo e in più occasioni gli ho portato delle buste su incarico di Diego. Credo si trattasse di buste contenenti denaro, ma non posso dirlo con certezza. In altri casi ho ritirato buste da don Evaldo che ho consegnato a Diego. Balducci si è recato più volte in Tunisia, anche insieme a me oppure con Diego Anemone. Non so quali interessi abbiano i due in Tunisia». In realtà il motivo è ben descritto nella lettera spedita ai magistrati: «Con i soldi delle tangenti, per anni Balducci ha comprato ville in Tunisia e precisamente a Cartagine, intestandole a Fathi per due, tre anni e poi rivenderle per riprendere denaro pulito». Il sospetto è che non tutte quelle case siano state cedute e alcune possano essere state in realtà offerte da Anemone come merce di scambio a chi lo aiutava negli affari.

Case a politici e prelati
Fathi racconta di aver conosciuto Balducci quando lavorava in un’agenzia immobiliare di Roma «e lui si è affezionato a me, riponendo in me fiducia, tanto che ho abbandonato l’agenzia e ho iniziato a lavorare per lui come autista tuttofare. All’epoca lui lavorava al provveditorato alle opere pubbliche. Successivamente ho avuto degli incarichi da società che avevano ricevuto appalti dal provveditorato. Per quello che ho compreso le società mi assumevano e mi pagavano e io ero a disposizione degli ingegneri in orario di lavoro e di Balducci fuori dall’orario di lavoro. Ricordo che una di queste società era la "Medil srl", con sede a Napoli. Intorno al 2000 Balducci mi ha fatto conoscere Diego Anemone, tutti i componenti della famiglia Anemone e i più stretti collaboratori di Diego, tra cui Alida Lucci e l’autista Molinelli. Poiché Balducci mi ha indicato come persona di sua fiducia e ho cominciato a lavorare per Anemone che si fidava così tanto di me che mi ha autorizzato a operare su conti correnti riferibili ad alcune sue società. Sono a conoscenza che Balducci possedeva un appartamento a Parigi in quanto in un’occasione, su incarico di Anemone, mi sono recato in tale città per pagare una tassa di poche centinaia di euro che mi furono dati dallo stesso Diego». Poi parla dell’ex ministro Pietro Lunardi, dice che lui e Balducci «avevano rapporti molto stretti ». E aggiunge: «Ho portato a Lunardi progetti, mi pare di ricordare predisposti dalla società Medea. Ho capito che Lunardi li vistava e li restituiva. Io ritiravo la documentazione in questione, che portavo a Balducci». La lettera contiene circostanze più precise: «Lunardi approvava e mandava a Balducci che a sua volta dava il lavoro a Diego... Per ogni lavoro la tangente era del 10 per cento. Il denaro ricavato Balducci lo portava alla figlia di Lunardi la quale prendeva soldi in contanti in banconote di piccolo taglio. Una parte ancora andava a vari politici di turno, inoltre le imprese di Diego facevano ristrutturazioni di appartamenti di prelati e politici»..

Segretarie e sacerdoti
Gli investigatori si concentrano sull’analisi dei conti bancari che il costruttore aveva intestato a prestanome e utilizzava, secondo l’accusa, per distribuire tangenti a chi lo favoriva nell’aggiudicazione degli appalti pubblici. Scoprono che alcuni depositi esteri sarebbero stati chiusi dopo aver fatto rientrare i capitali in Italia grazie allo scudo fiscale. E individuano altri sacerdoti che avrebbero aiutato don Evaldo Biasini a gestire la cassaforte di Anemone. È proprio lui a raccontare nel suo verbale il sistema messo in piedi da Anemone per avere sempre la certezza di poter avere contanti disponibili: un deposito fiduciario dove venivano versati i soldi che il costruttore avrebbe dovuto percepire per i lavori effettuati per la Congregazione del preziosissimo sangue. Spiega che «alla data del primo gennaio 2007 il conto a scalare di Anemone presenta un saldo debitore da parte della Congregazione di 128.510 euro». Le movimentazioni vengono effettuate soprattutto da Alida Lucci, la segretaria che a sua volta è tuttora intestataria di 30 conti, dei quali 23 ancora aperti. Dichiara don Evaldo dopo aver consegnato copia dei documenti bancari: «Al 31 dicembre 2009 il saldo debitore della Congregazione nei confronti dell’impresa Anemone è di 475.410 euro ».

I lavori al Viminale
Tra le persone indagate per aver beneficiato di fatture per redditi inesistenti c’è l’architetto Caterina Pofi. È lei stessa a raccontare di aver ricevuto numerosi incarichi da Balducci: «Il primo fu per alcuni lavori da effettuare al Viminale nel 2003». La donna viene poi affiancata a Mauro Della Giovampaola e nel 2007 viene ingaggiata per le celebrazioni per l’Unità d’Italia. Poi, l’anno successivo diventa «coordinatore per la sicurezza nei cantieri de La Maddalena in vista del G8. Per l’incarico ho ricevuto 720.000 euro circa, importo da cui vanno sottratti 200.000 euro che diedi a Della Giovampaola. L’importo era lordo e mi feci fare una proiezione delle tasse che avrei dovuto pagare dal mio commercialista. Mi sembrava una cifra spropositata e Della Giovampaola ne parlò con il suo commercialista Stefano Gazzani che suggerì come escamotage una consulenza fittizia affidata alla società Mida. Gazzani mi diede 16 assegni da 12.499 euro ciascuno intestato a Annika Sanna, persona di cui non conosco neanche l’effettiva esistenza. Non li ho mai incassati perché mi sembrava una situazione strana e poi sono stati sequestrati al momento della perquisizione che ho subito e da me consegnati ai pubblici ministeri di Firenze». L’architetto è adesso sotto indagine. Decine di assegni con la stessa intestazione sono stati sequestrati nella cassaforte di don Evaldo.

Fiorenza Sarzanini

03 maggio 2010

Il fallimento oggi è rivoluzionario!

Un tempo era costume raccontare strane storie ai bambini. Se non si voleva che facessero la tal cosa, si raccontava di terribili conseguenze nel caso avessero disobbedito. Si tratta di un espediente molto usato anche dalle religioni, al punto che il timore delle terribili conseguenze identificava persino la brava persona: "timorato di Dio", si diceva. Eppure, la stragrande maggioranza di queste "terribili conseguenze" erano pure menzogne.

Come abbiamo imparato da grandi, masturbandoci non diventiamo ciechi. Come abbiamo imparato da grandi, non c'e' nessun babau, uomo nero, non c'e' nessun inferno se guardo un bel culo.



Perche' ci veniva raccontato tutto questo? A raccontarci queste cose era un sistema che temeva la disobbedienza. LA temeva perche' sapeva benissimo che possedere alcuni punti chiave del comportamento umano avrebbe mantenuto la struttura sociale, politica, economica, del periodo.



Ogni sistema di potere che intenda essere vessatorio alimenta, per forza di cose, un sistema di simili bugie. Compreso il sistema finanziario attuale. Tali bugie, che servono a tenere in piedi il sistema stesso, hanno come scopo quello di non lasciarci fare quello che vorremmo, o meglio, cio' che il sistema stesso teme.



Prendiamo il caso della Grecia. Che cosa sarebbe successo che anziche' richiedere il "prestito" UE lo avesse rifiutato categoricamente? Sarebbe andata in default? No, in default c'e' gia': il loro primo ministro ha gia' ammesso di non avere liquidita' per onorare le scadenze. La grecia, quindi, E' in default.



E allora cosa sarebbe successo? Sarebbe successo che le sarebbero stati negati ulteriori prestiti dai mercati. Aha. E invece, adesso che arriva il prestito UE, pensate davvero che i mercati finanzieranno ancora la Grecia?



Un tizio mi dice che, fallendo senza pagare i creditori, la Grecia non avrebbe piu' trovato alcun finanziatore e quindi avrebbe dovuto mantenere il disavanzo allo 0%. Invece cosi', dovra' accettare le condizioni dei turboliberisti di FMI, e il disavanzo dovra' essere addirittura negativo, ovvero dovranno fare anche dei tagli.



Insomma, alla fin fine che cosa sarebbe mai successo se il governo greco avesse detto "ciao ciao, stupidi voi che non avete controllato i nostri conti, e due volte stupidi perche' ci avete aiutati a falsificarli"?



NIENTE.



Se la Grecia non pagasse il debito, mandando in culo i creditori, non le succederebbe NIENTE di peggio di quanto le succedera' gia'. Non c'e' alcuna ragione per la quale i greci dovrebbero accettare il prestito. Non c'e' alcuna ragione per la quale dovrebbero chiederlo.



Ma c'e' di piu': le banche proprietarie del prestito potrebbero addirittura rivolgersi ai certificatori dei bilanci greci, e alle agenzie di rating, chiedendo loro per quale motivo un rating cosi' alto sia stato dato ad una nazione dai bilanci palesemente falsi.



Non solo i greci potevano fregarsene e tirare dritto senza peggiorare la gia' critica situazione di una virgola, ma potevano farla pagare cara proprio agli speculatori.



Circolano in giro terribili anatemi, simili ai babau ed all'uomo nero, sulla serie di bibliche disgrazie che accadrebbero se le nazioni occidentali dichiarassero default. Volete sapere cosa succederebbe?



NIENTE.



Tempo fa, quando inizio' il credit crunch, si diceva che alcune aziende andassero salvate perche' erano "Too Big to Fail". Alcune erano cosi' grandi che si scopri' come alcuni stati non potessero nemmeno aiutarle: "Too Big to Bail". Bene, signori, cosa dire delle nazioni del G8?



Sapete cosa dire? "Too Big to Fuck With".



Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, potrebbero semplicemente dichiarare sin da ora che non pagheranno i debiti e non restituiranno i bond. E che rifiuteranno qualsiasi prestito, aiuto, qualsiasi cazzo di cosa.Sapete cosa succederebbe?



NIENTE.



Si dice che cosi' facendo le nazioni mancherebbero ad un loro dovere verso i propri cittadini. Ma non e' esattamente cosi' che stanno le cose.



Prendiamo per esempio il debito italiano. Esso e' spalmato in titoli che vanno dai pochi mesi a 30 anni. Dove si trova la speculazione? Ovviamente, nei titoli a breve termine, quelli che hanno un rientro entro pochi mesi.





La media dei nostri titoli ha scadenza a 7.6 anni. Il genio di Tremonti ha consolidato il debito alzando la media delle scadenze OLTRE la durata di un governo. Trappola micidiale.



Questo governo ha ancora, nella migliore delle ipotesi, 3 anni di vita. Supponiamo che Tremonti annunci che non restituira' il capitale dei titoli in scadenza, per tutti i prossimi tre anni. Sapete cosa succedera'?



NIENTE.



Tutti coloro che hanno titoli che scadono DOPO il governo attuale, infatti, sceglierebbero una via prudente, e se li terrebbero in tasca sperando che il prossimo governo decida diversamente. Verrebbero colpiti solo coloro che hanno comprato CDS e buoni del tesoro a breve, cioe' gli speculatori. Chi ha investimenti che scadono a lungo termine, per esempio, continuerebbe a sperarci.



Voi direte: ma isolerebbero il paese. Ma ci butterebbero fuori dai circoli finanziari. Davvero? Se riuscissero a convincere tutti quelli che hanno titoli a piu' di tre anni, per esempio, potrebbero. Ma Tremonti potrebbe dire, che so io, "quest'anno non paghiamo nessuno, dal prossimo anno ricominceremo". Poiche' si tratta di debito storico, di per se' non ci sarebbe bisogno di rinnovarlo.



Possiamo anche uscire dal caso italiano, e supporre che una decina di nazioni (Belgio, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, UK, Austria) decidano di non pagare il debito, se non ai propri cittadini risparmiatori, identificandoli attraverso il canale di vendita. Nel globale, il debito si ridurrebbe a meno della meta'.



Che cosa succederebbe?



Ancora niente.



Non esiste il babau. Non esiste l'inferno. Non si diventa ciechi a masturbarsi. Non succede niente a mandare in culo i creditori, a patto di farlo bene. Questo e' il punto.



La cosa che nessuno vuole sentir dire, e che nessuno vuole dire, e' che se una qualsiasi delle nazioni del G8, o un qualsiasi gruppo di nazioni del G20 manda a ranare i creditori, non succede assolutamente niente: "Too Big to Complain".



Guardate che cosa ha fatto Dubai. Dubai ha dichiarato che avrebbe mandato in culo i fornitori un venerdi' prima della chiusura delle borse. Per tutto il weekend, l'emiro ha ricevuto baciaculi che sono andati ad elemosinare due spiccioli da lui. Dopodiche', non solo ha "ristrutturato" il debito (ristrutturato significa "ti devo dieci ma di restituiro' 4") , ma nessuno ha protestato particolarmente.



Questa e' la fifa blu che oggi hanno i mercati finanziari. La fifa blu degli speculatori e degli assicuratori: che qualche nazione del G8 decida "ehi, fottetevi tutti. Di aziende che vogliono il mio mercato ho la coda fuori". Il che e' la verita'.



Prendiamo il paese nelle condizioni piu' disperate in Europa, cioe' gli UK. Se compilassero i bilanci secondo gli standard UE, il loro deficit sarebbe al 170% del PIL. Supponiamo che vadano in default. Che cosa succederebbe? Succederebbe che il buon primo ministro, chiunque sia, dira' "ehi, cocchi, se volete continuare a mettere piede nella City fatemi gli applausi, che di aziende che vorrebbero entrarci ho la coda fuori dalla porta". Questa e' la verita': moltissime nazioni hanno dimensione tale per cui non solo sono "too big to fail", e anche "too big to bail", ma sono persino "too big to fuck with". Troppo grosse per rompergli i coglioni.



Questo e' il concetto principale: era cosi' urgente "salvare" la Grecia(1) perche' si tenesse in piedi la menzogna secondo la quale il default sarebbe un evento terrificante , catastrofico, simile a quello che avvenne in Argentina. Ma attenzione, perche' non e' vero: l' Argentina al momento del deault usciva proprio da un tentativo di salvataggio dell' FMI!



Quello che secondo me dovrebbero fare i PIGS, o PIIGS, insieme a tutti gli altri che hanno problemi di debito pubblico, e' di riunirsi e dichiarare default tutti insieme, con la sola eccezione dei propri privati cittadini, cioe' per quantita' di titoli tipiche del risparmio privato.



Cosa succederebbe? Niente. I PIIGS sono nazioni che nel bene o nel male sono proprietarie di ottimi mercati, finanziari e mercantili. Nessuno degli speculatori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno dei creditori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno al mondo vuole la recessione globale che arriverebbe se i PIIGS fossero oggetto di embarghi o sanzioni.



Questa e' la ragione principale per la quale i PIIGS vengono affrontati uno ad uno. La Grecia prima , il Portogallo e la Spagna dopo, e poi chissa'. Contemporanetamente, tutti i giornali ci spiegano di quale catastrofe sarebbe se la Grecia andasse davvero in default: la UE e la BCE perderebbero "prestigio politico". Ommioddio! Ommioddio!Moriremo tutti !



Ehm. Di quale cazzo di "prestigio politico" stai parlando, fra'?



I mercati, si dice, diverrebbero instabili. Aha. E quando mai sono stati stabili? Qual'e' la novita'? Ci divertiamo a scrivere oroscopi? "scorpione: mercati finanziari instabili". Fico, e' facile prenderci cosi'.



Quello che l'opinione pubblica deve fare e' di divenire adulta. Smettere di credere nel Babau. Smettere di credere che a toccarselo si diventera' ciechi. Smettere di credere all'uomo nero. Fare una bella riunioncina, e dire "ehi, ci avete chiamati PIIGS? Fantastico. Perche' adesso i PIIGS vi prestano un dito, e vi mandano affanculo. E se non volete piu' fare business sui nostri mercati, beh, abbiamo la coda , fuori dalla porta".(2)



Ovviamente, questo produrrebbe il panico. Tutti sono come bambini, convinti che arriverebbe l'uomo nero. Tutti sono come bambini, e hanno paura del babau.



Beh, diventate grandi: non succede niente.



Semplicemente, qualcuno perderebbe il suo potere,e probabilmente moltissimi dei suoi soldi.



Per quanto riguarda l'euro, se i PIIGS decidessero di uscire in questo modo, Trichet verrebbe a baciare culi per convincerli a restare dentro l'euro.



PIIGS di tutto il mondo, unitevi. Anzi: PIIGS di tutto il mondo, fallite.



Il fallimento, oggi, e' rivoluzionario.

Chi ci rimetterebbe? Se tutti i PIIGS decidessero di fallire insieme, semplicemente a lasciarci le penne sarebbero queste entita' qui:

* Barlkays Bank PLC
* BNP Paribas
* Citi Group Global Markets
* Commerzbank AG
* Credit Agricole
* Credit Suisse
* Deutsche Bank
* Goldman Sachs
* HSBC France
* ING Bank NV
* JP Morgan Securities
* Merryl Lynch INT
* Morgan Stanley CO
* Nomura INT
* Royal Bank OF Scotland
* Societe' Generale INV Bank
* UBS Ltd

Capite per quale motivo i PIIGS vanno affrontati uno ad uno: se fallissero tutti insieme, non li si potrebbe buttare fuori dall' Euro, e come se non bastasse sarebbe la fine del sistema finanziario speculativo cosi' come lo conosciamo.

E no, il babau non esiste.

Chissa' cosa succederebbe se qualcuno proponesse , via internet, una riunione dei governi dei PIIGS che mandino a ranare il debito pubblico e gli speculatori tutti insieme.

Uhm... quasi quasi ci faccio un gruppo su Facebook :)

Uriel



(1) In che cosa sia consistito il "salvataggio" lo sanno solo loro: le "cure" imposte alla Grecia sono molto piu' dolorose delle conseguenze del default. Non si capisce bene che cosa ci abbiano guadagnato, i greci, a prendersi dei soldi e poi fare tagli al bilancio uguali se non peggiori di quelli che avrebbero dovuto fare uscendo dai mercati finanziari.



(2) Vi siete mai chiesti perche' non vedete in giro marche di auto cinesi? Perche' non vedete sportelli di banche islamiche? Perche' non vedete catene di benzinai di petrolieri russi? Ecco: sono tutti dietro alla porta, ad aspettare

01 maggio 2010

Si stringe attorno a Scajola la corda da 900mila euro

http://notizie.tiscali.it/media/10/02/scajola1482.jpg_370468210.jpg

Difende a spada tratta i figli, la famiglia, ed quell’appartamento a via del Fagutale, nei pressi del Colosseo. Si tratta del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, chiamato in causa dell’inchiesta sui fondi neri e sulle manovre di corruzione del costruttore Diego Anemone relativi agli appalti del G8 e non solo.
“Non mi lascio intimidire- dichiara il ministro-. Nella vita possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Registro un attacco infondato e senza spiegazione, per una vicenda nella quale non sono indagato”
Ma qual è il nesso fra l’appaltatore corrotto e senza scrupoli Diego Anemone, proprietario dello sportng centre sulla Salaria e il ministro economico?
Un appartamento al centro di Roma, che Scajola aveva assicurato di aver comprato nel 2004 accendendo un mutuo di 600 mila euro. Ma sembra che le cose non siano andate proprio così,
il mutuo fu solo un escamotage per giustificare una copiosa “mazzetta” a nero di 900 mila euro.
I soldi sarebbero provenuti proprio da Anemone, attraverso il suo architetto e progettista Angelo Zampolini. Ed è proprio quest’ultimo a tirare in ballo il ministro di fronte ai Pm di Perugia, documentando in modo accurato come il versamento sia riuscito ad arginare la Guardia di Finanza.
Se quel mega intrigo di mazze e mazzette che ha sconvolto funzionari pubblici e la creme imprenditoriale romana sembrava essersi acquietato per qualche tempo, ecco che ritorna in auge più forte di prima. I giri di corruzione sembrano non finire, più se ne scoprono e più ne vengono fuori, dal riciclaggio attribuito ad uno dei due figli di Angelo Balducci, la scoperta di conti esteri sui quali rigirare le tangenti da pagare, l’accusa di corruzione al commissario straordinario per i mondiali di nuoto del 2008 Claudio Rinaldi e le fatturazioni false di Gazzani sugli appalti delle opere del G8 della Maddalena.
Ed adesso anche gli 80 assegni circolari intestati alle figlie del ministro Scajola per l’acquisto dell’appartamento dove attualmente abitano. I 600 mila euro in realtà erano solo la parte in chiaro da dichiarare al momento del rogito. Tutto il movimento, in tutte le sue diverse fasi, era stato organizzato dallo stesso Anemone, dal momento che secondo le ricostruzioni della Finanza, per il costruttore era usuale riciclale le mazzette con metodi relativamente sicuri.
Di fronte ad implicazioni così forti, le accuse rivolte contro Scajola hanno sollevato la solidarietà di elevati esponenti del Pdl, fra i quali il ministro Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, Fabrizio Cicchitto, presidente del gruppo Pdl, Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Tutti berlusconiani fino all’ultimo, tanto che si incomincia a spargere la vice che tutto sia da attribuire ad un tentativo di diffamare uno dei maggiori sostenitori del Presidente del Consiglio. Ed è proprio con quest’ultimo che il ministro ha avuto un incontro privato a palazzo Grazioli, dopo il quale, ovviamente non ha rilasciato nessuna dichiarazione.
Non gli è parso vero al tagliatore di teste per eccellenza Antonio Di Pietro, poter commentare tutta questa faccenda. E subito a cominciato a chiedere già le dimissioni del ministro, affinché possa far luce sula questione, cosa che grazie al decreto legge sul Legittimo impedimento, potrebbe invece slittare fino a conclusione della legislatura.
“Dopo le vicende del sottosegretario Cosentino, per il quale era stato richiesto persino l’arresto- commenta il leader del Idv- e di un presidente del Consiglio, acclarato corruttore di testimoni giudiziari che ogni giorno si fa una legge per non farsi processare, adesso scopriamo che c’è un ministro della Repubblica che avrebbe ricevuto assegni nell’esercizio delle sue funzioni per comprare immobili con modalità non lecite”.
di Rita Dietrich

05 maggio 2010

Soldi e case a politici e prelati (il 10% del tutto)

Case in Tunisia, ma anche a Roma, Milano, Parigi. Appartamenti acquistati da Angelo Balducci e Diego Anemone che si occupava pure di ristrutturare le dimore di politici, alti prelati, funzionari di Stato. Il filone di indagine avviato dai pubblici ministeri di Perugia continua a puntare sulle compravendite immobiliari. Ma anche su tangenti in denaro pari al 10 per cento dell’importo dei lavori, che sarebbero stati versati a esponenti di governo. L’unico nome contenuto nelle carte processuali messe a disposizione delle parti è quello di Pietro Lunardi, ex titolare delle Infrastrutture. Ma altri potrebbero essere coinvolti al termine dei riscontri affidati alla Guardia di Finanza e ai carabinieri del Ros. A rivelarne i retroscena dell’attività della «cricca» che gestiva gli appalti dei Grandi Eventi è il tunisino Laid Ben Fathi Hidri nel suo interrogatorio del 25 marzo scorso. L’uomo che aveva svelato di aver «ricevuto la delega a operare sui conti di Anemone» e aver consegnato «buste dal contenuto misterioso a vari soggetti, compresi ministri », aggiunge clamorosi dettagli. E racconta: «Balducci era in contatto con registi famosi ai quali faceva regali costosi. Questi rapporti credo fossero finalizzati a favorire la carriera di attore del figlio Lorenzo. Andavo io a ritirare questi regali presso il negozio Spada e Anatriello».

Le ville a Cartagine
L’esistenza dell’autista tunisino era stata rivelata da due lettere anonime recapitate alla procura di Firenze poco dopo gli arresti disposti a febbraio. L’autore sosteneva di essere un suo amico, ma i magistrati non escludono che possa essere stato lui stesso a inviare gli scritti per vedere le reazioni, forse nel timore di non essere creduto. E ora le missive sono state allegate al fascicolo, visto che i primi accertamenti hanno mostrato l’attendibilità del testimone. «Su indicazione di Anemone - dichiara Fathi a verbale - ho consegnato circa una ventina di volte denaro contante all’architetto Zampolini che faceva le operazioni immobiliari. Ho conosciuto anche don Evaldo e in più occasioni gli ho portato delle buste su incarico di Diego. Credo si trattasse di buste contenenti denaro, ma non posso dirlo con certezza. In altri casi ho ritirato buste da don Evaldo che ho consegnato a Diego. Balducci si è recato più volte in Tunisia, anche insieme a me oppure con Diego Anemone. Non so quali interessi abbiano i due in Tunisia». In realtà il motivo è ben descritto nella lettera spedita ai magistrati: «Con i soldi delle tangenti, per anni Balducci ha comprato ville in Tunisia e precisamente a Cartagine, intestandole a Fathi per due, tre anni e poi rivenderle per riprendere denaro pulito». Il sospetto è che non tutte quelle case siano state cedute e alcune possano essere state in realtà offerte da Anemone come merce di scambio a chi lo aiutava negli affari.

Case a politici e prelati
Fathi racconta di aver conosciuto Balducci quando lavorava in un’agenzia immobiliare di Roma «e lui si è affezionato a me, riponendo in me fiducia, tanto che ho abbandonato l’agenzia e ho iniziato a lavorare per lui come autista tuttofare. All’epoca lui lavorava al provveditorato alle opere pubbliche. Successivamente ho avuto degli incarichi da società che avevano ricevuto appalti dal provveditorato. Per quello che ho compreso le società mi assumevano e mi pagavano e io ero a disposizione degli ingegneri in orario di lavoro e di Balducci fuori dall’orario di lavoro. Ricordo che una di queste società era la "Medil srl", con sede a Napoli. Intorno al 2000 Balducci mi ha fatto conoscere Diego Anemone, tutti i componenti della famiglia Anemone e i più stretti collaboratori di Diego, tra cui Alida Lucci e l’autista Molinelli. Poiché Balducci mi ha indicato come persona di sua fiducia e ho cominciato a lavorare per Anemone che si fidava così tanto di me che mi ha autorizzato a operare su conti correnti riferibili ad alcune sue società. Sono a conoscenza che Balducci possedeva un appartamento a Parigi in quanto in un’occasione, su incarico di Anemone, mi sono recato in tale città per pagare una tassa di poche centinaia di euro che mi furono dati dallo stesso Diego». Poi parla dell’ex ministro Pietro Lunardi, dice che lui e Balducci «avevano rapporti molto stretti ». E aggiunge: «Ho portato a Lunardi progetti, mi pare di ricordare predisposti dalla società Medea. Ho capito che Lunardi li vistava e li restituiva. Io ritiravo la documentazione in questione, che portavo a Balducci». La lettera contiene circostanze più precise: «Lunardi approvava e mandava a Balducci che a sua volta dava il lavoro a Diego... Per ogni lavoro la tangente era del 10 per cento. Il denaro ricavato Balducci lo portava alla figlia di Lunardi la quale prendeva soldi in contanti in banconote di piccolo taglio. Una parte ancora andava a vari politici di turno, inoltre le imprese di Diego facevano ristrutturazioni di appartamenti di prelati e politici»..

Segretarie e sacerdoti
Gli investigatori si concentrano sull’analisi dei conti bancari che il costruttore aveva intestato a prestanome e utilizzava, secondo l’accusa, per distribuire tangenti a chi lo favoriva nell’aggiudicazione degli appalti pubblici. Scoprono che alcuni depositi esteri sarebbero stati chiusi dopo aver fatto rientrare i capitali in Italia grazie allo scudo fiscale. E individuano altri sacerdoti che avrebbero aiutato don Evaldo Biasini a gestire la cassaforte di Anemone. È proprio lui a raccontare nel suo verbale il sistema messo in piedi da Anemone per avere sempre la certezza di poter avere contanti disponibili: un deposito fiduciario dove venivano versati i soldi che il costruttore avrebbe dovuto percepire per i lavori effettuati per la Congregazione del preziosissimo sangue. Spiega che «alla data del primo gennaio 2007 il conto a scalare di Anemone presenta un saldo debitore da parte della Congregazione di 128.510 euro». Le movimentazioni vengono effettuate soprattutto da Alida Lucci, la segretaria che a sua volta è tuttora intestataria di 30 conti, dei quali 23 ancora aperti. Dichiara don Evaldo dopo aver consegnato copia dei documenti bancari: «Al 31 dicembre 2009 il saldo debitore della Congregazione nei confronti dell’impresa Anemone è di 475.410 euro ».

I lavori al Viminale
Tra le persone indagate per aver beneficiato di fatture per redditi inesistenti c’è l’architetto Caterina Pofi. È lei stessa a raccontare di aver ricevuto numerosi incarichi da Balducci: «Il primo fu per alcuni lavori da effettuare al Viminale nel 2003». La donna viene poi affiancata a Mauro Della Giovampaola e nel 2007 viene ingaggiata per le celebrazioni per l’Unità d’Italia. Poi, l’anno successivo diventa «coordinatore per la sicurezza nei cantieri de La Maddalena in vista del G8. Per l’incarico ho ricevuto 720.000 euro circa, importo da cui vanno sottratti 200.000 euro che diedi a Della Giovampaola. L’importo era lordo e mi feci fare una proiezione delle tasse che avrei dovuto pagare dal mio commercialista. Mi sembrava una cifra spropositata e Della Giovampaola ne parlò con il suo commercialista Stefano Gazzani che suggerì come escamotage una consulenza fittizia affidata alla società Mida. Gazzani mi diede 16 assegni da 12.499 euro ciascuno intestato a Annika Sanna, persona di cui non conosco neanche l’effettiva esistenza. Non li ho mai incassati perché mi sembrava una situazione strana e poi sono stati sequestrati al momento della perquisizione che ho subito e da me consegnati ai pubblici ministeri di Firenze». L’architetto è adesso sotto indagine. Decine di assegni con la stessa intestazione sono stati sequestrati nella cassaforte di don Evaldo.

Fiorenza Sarzanini

03 maggio 2010

Il fallimento oggi è rivoluzionario!

Un tempo era costume raccontare strane storie ai bambini. Se non si voleva che facessero la tal cosa, si raccontava di terribili conseguenze nel caso avessero disobbedito. Si tratta di un espediente molto usato anche dalle religioni, al punto che il timore delle terribili conseguenze identificava persino la brava persona: "timorato di Dio", si diceva. Eppure, la stragrande maggioranza di queste "terribili conseguenze" erano pure menzogne.

Come abbiamo imparato da grandi, masturbandoci non diventiamo ciechi. Come abbiamo imparato da grandi, non c'e' nessun babau, uomo nero, non c'e' nessun inferno se guardo un bel culo.



Perche' ci veniva raccontato tutto questo? A raccontarci queste cose era un sistema che temeva la disobbedienza. LA temeva perche' sapeva benissimo che possedere alcuni punti chiave del comportamento umano avrebbe mantenuto la struttura sociale, politica, economica, del periodo.



Ogni sistema di potere che intenda essere vessatorio alimenta, per forza di cose, un sistema di simili bugie. Compreso il sistema finanziario attuale. Tali bugie, che servono a tenere in piedi il sistema stesso, hanno come scopo quello di non lasciarci fare quello che vorremmo, o meglio, cio' che il sistema stesso teme.



Prendiamo il caso della Grecia. Che cosa sarebbe successo che anziche' richiedere il "prestito" UE lo avesse rifiutato categoricamente? Sarebbe andata in default? No, in default c'e' gia': il loro primo ministro ha gia' ammesso di non avere liquidita' per onorare le scadenze. La grecia, quindi, E' in default.



E allora cosa sarebbe successo? Sarebbe successo che le sarebbero stati negati ulteriori prestiti dai mercati. Aha. E invece, adesso che arriva il prestito UE, pensate davvero che i mercati finanzieranno ancora la Grecia?



Un tizio mi dice che, fallendo senza pagare i creditori, la Grecia non avrebbe piu' trovato alcun finanziatore e quindi avrebbe dovuto mantenere il disavanzo allo 0%. Invece cosi', dovra' accettare le condizioni dei turboliberisti di FMI, e il disavanzo dovra' essere addirittura negativo, ovvero dovranno fare anche dei tagli.



Insomma, alla fin fine che cosa sarebbe mai successo se il governo greco avesse detto "ciao ciao, stupidi voi che non avete controllato i nostri conti, e due volte stupidi perche' ci avete aiutati a falsificarli"?



NIENTE.



Se la Grecia non pagasse il debito, mandando in culo i creditori, non le succederebbe NIENTE di peggio di quanto le succedera' gia'. Non c'e' alcuna ragione per la quale i greci dovrebbero accettare il prestito. Non c'e' alcuna ragione per la quale dovrebbero chiederlo.



Ma c'e' di piu': le banche proprietarie del prestito potrebbero addirittura rivolgersi ai certificatori dei bilanci greci, e alle agenzie di rating, chiedendo loro per quale motivo un rating cosi' alto sia stato dato ad una nazione dai bilanci palesemente falsi.



Non solo i greci potevano fregarsene e tirare dritto senza peggiorare la gia' critica situazione di una virgola, ma potevano farla pagare cara proprio agli speculatori.



Circolano in giro terribili anatemi, simili ai babau ed all'uomo nero, sulla serie di bibliche disgrazie che accadrebbero se le nazioni occidentali dichiarassero default. Volete sapere cosa succederebbe?



NIENTE.



Tempo fa, quando inizio' il credit crunch, si diceva che alcune aziende andassero salvate perche' erano "Too Big to Fail". Alcune erano cosi' grandi che si scopri' come alcuni stati non potessero nemmeno aiutarle: "Too Big to Bail". Bene, signori, cosa dire delle nazioni del G8?



Sapete cosa dire? "Too Big to Fuck With".



Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, potrebbero semplicemente dichiarare sin da ora che non pagheranno i debiti e non restituiranno i bond. E che rifiuteranno qualsiasi prestito, aiuto, qualsiasi cazzo di cosa.Sapete cosa succederebbe?



NIENTE.



Si dice che cosi' facendo le nazioni mancherebbero ad un loro dovere verso i propri cittadini. Ma non e' esattamente cosi' che stanno le cose.



Prendiamo per esempio il debito italiano. Esso e' spalmato in titoli che vanno dai pochi mesi a 30 anni. Dove si trova la speculazione? Ovviamente, nei titoli a breve termine, quelli che hanno un rientro entro pochi mesi.





La media dei nostri titoli ha scadenza a 7.6 anni. Il genio di Tremonti ha consolidato il debito alzando la media delle scadenze OLTRE la durata di un governo. Trappola micidiale.



Questo governo ha ancora, nella migliore delle ipotesi, 3 anni di vita. Supponiamo che Tremonti annunci che non restituira' il capitale dei titoli in scadenza, per tutti i prossimi tre anni. Sapete cosa succedera'?



NIENTE.



Tutti coloro che hanno titoli che scadono DOPO il governo attuale, infatti, sceglierebbero una via prudente, e se li terrebbero in tasca sperando che il prossimo governo decida diversamente. Verrebbero colpiti solo coloro che hanno comprato CDS e buoni del tesoro a breve, cioe' gli speculatori. Chi ha investimenti che scadono a lungo termine, per esempio, continuerebbe a sperarci.



Voi direte: ma isolerebbero il paese. Ma ci butterebbero fuori dai circoli finanziari. Davvero? Se riuscissero a convincere tutti quelli che hanno titoli a piu' di tre anni, per esempio, potrebbero. Ma Tremonti potrebbe dire, che so io, "quest'anno non paghiamo nessuno, dal prossimo anno ricominceremo". Poiche' si tratta di debito storico, di per se' non ci sarebbe bisogno di rinnovarlo.



Possiamo anche uscire dal caso italiano, e supporre che una decina di nazioni (Belgio, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, UK, Austria) decidano di non pagare il debito, se non ai propri cittadini risparmiatori, identificandoli attraverso il canale di vendita. Nel globale, il debito si ridurrebbe a meno della meta'.



Che cosa succederebbe?



Ancora niente.



Non esiste il babau. Non esiste l'inferno. Non si diventa ciechi a masturbarsi. Non succede niente a mandare in culo i creditori, a patto di farlo bene. Questo e' il punto.



La cosa che nessuno vuole sentir dire, e che nessuno vuole dire, e' che se una qualsiasi delle nazioni del G8, o un qualsiasi gruppo di nazioni del G20 manda a ranare i creditori, non succede assolutamente niente: "Too Big to Complain".



Guardate che cosa ha fatto Dubai. Dubai ha dichiarato che avrebbe mandato in culo i fornitori un venerdi' prima della chiusura delle borse. Per tutto il weekend, l'emiro ha ricevuto baciaculi che sono andati ad elemosinare due spiccioli da lui. Dopodiche', non solo ha "ristrutturato" il debito (ristrutturato significa "ti devo dieci ma di restituiro' 4") , ma nessuno ha protestato particolarmente.



Questa e' la fifa blu che oggi hanno i mercati finanziari. La fifa blu degli speculatori e degli assicuratori: che qualche nazione del G8 decida "ehi, fottetevi tutti. Di aziende che vogliono il mio mercato ho la coda fuori". Il che e' la verita'.



Prendiamo il paese nelle condizioni piu' disperate in Europa, cioe' gli UK. Se compilassero i bilanci secondo gli standard UE, il loro deficit sarebbe al 170% del PIL. Supponiamo che vadano in default. Che cosa succederebbe? Succederebbe che il buon primo ministro, chiunque sia, dira' "ehi, cocchi, se volete continuare a mettere piede nella City fatemi gli applausi, che di aziende che vorrebbero entrarci ho la coda fuori dalla porta". Questa e' la verita': moltissime nazioni hanno dimensione tale per cui non solo sono "too big to fail", e anche "too big to bail", ma sono persino "too big to fuck with". Troppo grosse per rompergli i coglioni.



Questo e' il concetto principale: era cosi' urgente "salvare" la Grecia(1) perche' si tenesse in piedi la menzogna secondo la quale il default sarebbe un evento terrificante , catastrofico, simile a quello che avvenne in Argentina. Ma attenzione, perche' non e' vero: l' Argentina al momento del deault usciva proprio da un tentativo di salvataggio dell' FMI!



Quello che secondo me dovrebbero fare i PIGS, o PIIGS, insieme a tutti gli altri che hanno problemi di debito pubblico, e' di riunirsi e dichiarare default tutti insieme, con la sola eccezione dei propri privati cittadini, cioe' per quantita' di titoli tipiche del risparmio privato.



Cosa succederebbe? Niente. I PIIGS sono nazioni che nel bene o nel male sono proprietarie di ottimi mercati, finanziari e mercantili. Nessuno degli speculatori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno dei creditori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno al mondo vuole la recessione globale che arriverebbe se i PIIGS fossero oggetto di embarghi o sanzioni.



Questa e' la ragione principale per la quale i PIIGS vengono affrontati uno ad uno. La Grecia prima , il Portogallo e la Spagna dopo, e poi chissa'. Contemporanetamente, tutti i giornali ci spiegano di quale catastrofe sarebbe se la Grecia andasse davvero in default: la UE e la BCE perderebbero "prestigio politico". Ommioddio! Ommioddio!Moriremo tutti !



Ehm. Di quale cazzo di "prestigio politico" stai parlando, fra'?



I mercati, si dice, diverrebbero instabili. Aha. E quando mai sono stati stabili? Qual'e' la novita'? Ci divertiamo a scrivere oroscopi? "scorpione: mercati finanziari instabili". Fico, e' facile prenderci cosi'.



Quello che l'opinione pubblica deve fare e' di divenire adulta. Smettere di credere nel Babau. Smettere di credere che a toccarselo si diventera' ciechi. Smettere di credere all'uomo nero. Fare una bella riunioncina, e dire "ehi, ci avete chiamati PIIGS? Fantastico. Perche' adesso i PIIGS vi prestano un dito, e vi mandano affanculo. E se non volete piu' fare business sui nostri mercati, beh, abbiamo la coda , fuori dalla porta".(2)



Ovviamente, questo produrrebbe il panico. Tutti sono come bambini, convinti che arriverebbe l'uomo nero. Tutti sono come bambini, e hanno paura del babau.



Beh, diventate grandi: non succede niente.



Semplicemente, qualcuno perderebbe il suo potere,e probabilmente moltissimi dei suoi soldi.



Per quanto riguarda l'euro, se i PIIGS decidessero di uscire in questo modo, Trichet verrebbe a baciare culi per convincerli a restare dentro l'euro.



PIIGS di tutto il mondo, unitevi. Anzi: PIIGS di tutto il mondo, fallite.



Il fallimento, oggi, e' rivoluzionario.

Chi ci rimetterebbe? Se tutti i PIIGS decidessero di fallire insieme, semplicemente a lasciarci le penne sarebbero queste entita' qui:

* Barlkays Bank PLC
* BNP Paribas
* Citi Group Global Markets
* Commerzbank AG
* Credit Agricole
* Credit Suisse
* Deutsche Bank
* Goldman Sachs
* HSBC France
* ING Bank NV
* JP Morgan Securities
* Merryl Lynch INT
* Morgan Stanley CO
* Nomura INT
* Royal Bank OF Scotland
* Societe' Generale INV Bank
* UBS Ltd

Capite per quale motivo i PIIGS vanno affrontati uno ad uno: se fallissero tutti insieme, non li si potrebbe buttare fuori dall' Euro, e come se non bastasse sarebbe la fine del sistema finanziario speculativo cosi' come lo conosciamo.

E no, il babau non esiste.

Chissa' cosa succederebbe se qualcuno proponesse , via internet, una riunione dei governi dei PIIGS che mandino a ranare il debito pubblico e gli speculatori tutti insieme.

Uhm... quasi quasi ci faccio un gruppo su Facebook :)

Uriel



(1) In che cosa sia consistito il "salvataggio" lo sanno solo loro: le "cure" imposte alla Grecia sono molto piu' dolorose delle conseguenze del default. Non si capisce bene che cosa ci abbiano guadagnato, i greci, a prendersi dei soldi e poi fare tagli al bilancio uguali se non peggiori di quelli che avrebbero dovuto fare uscendo dai mercati finanziari.



(2) Vi siete mai chiesti perche' non vedete in giro marche di auto cinesi? Perche' non vedete sportelli di banche islamiche? Perche' non vedete catene di benzinai di petrolieri russi? Ecco: sono tutti dietro alla porta, ad aspettare

01 maggio 2010

Si stringe attorno a Scajola la corda da 900mila euro

http://notizie.tiscali.it/media/10/02/scajola1482.jpg_370468210.jpg

Difende a spada tratta i figli, la famiglia, ed quell’appartamento a via del Fagutale, nei pressi del Colosseo. Si tratta del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, chiamato in causa dell’inchiesta sui fondi neri e sulle manovre di corruzione del costruttore Diego Anemone relativi agli appalti del G8 e non solo.
“Non mi lascio intimidire- dichiara il ministro-. Nella vita possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Registro un attacco infondato e senza spiegazione, per una vicenda nella quale non sono indagato”
Ma qual è il nesso fra l’appaltatore corrotto e senza scrupoli Diego Anemone, proprietario dello sportng centre sulla Salaria e il ministro economico?
Un appartamento al centro di Roma, che Scajola aveva assicurato di aver comprato nel 2004 accendendo un mutuo di 600 mila euro. Ma sembra che le cose non siano andate proprio così,
il mutuo fu solo un escamotage per giustificare una copiosa “mazzetta” a nero di 900 mila euro.
I soldi sarebbero provenuti proprio da Anemone, attraverso il suo architetto e progettista Angelo Zampolini. Ed è proprio quest’ultimo a tirare in ballo il ministro di fronte ai Pm di Perugia, documentando in modo accurato come il versamento sia riuscito ad arginare la Guardia di Finanza.
Se quel mega intrigo di mazze e mazzette che ha sconvolto funzionari pubblici e la creme imprenditoriale romana sembrava essersi acquietato per qualche tempo, ecco che ritorna in auge più forte di prima. I giri di corruzione sembrano non finire, più se ne scoprono e più ne vengono fuori, dal riciclaggio attribuito ad uno dei due figli di Angelo Balducci, la scoperta di conti esteri sui quali rigirare le tangenti da pagare, l’accusa di corruzione al commissario straordinario per i mondiali di nuoto del 2008 Claudio Rinaldi e le fatturazioni false di Gazzani sugli appalti delle opere del G8 della Maddalena.
Ed adesso anche gli 80 assegni circolari intestati alle figlie del ministro Scajola per l’acquisto dell’appartamento dove attualmente abitano. I 600 mila euro in realtà erano solo la parte in chiaro da dichiarare al momento del rogito. Tutto il movimento, in tutte le sue diverse fasi, era stato organizzato dallo stesso Anemone, dal momento che secondo le ricostruzioni della Finanza, per il costruttore era usuale riciclale le mazzette con metodi relativamente sicuri.
Di fronte ad implicazioni così forti, le accuse rivolte contro Scajola hanno sollevato la solidarietà di elevati esponenti del Pdl, fra i quali il ministro Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, Fabrizio Cicchitto, presidente del gruppo Pdl, Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Tutti berlusconiani fino all’ultimo, tanto che si incomincia a spargere la vice che tutto sia da attribuire ad un tentativo di diffamare uno dei maggiori sostenitori del Presidente del Consiglio. Ed è proprio con quest’ultimo che il ministro ha avuto un incontro privato a palazzo Grazioli, dopo il quale, ovviamente non ha rilasciato nessuna dichiarazione.
Non gli è parso vero al tagliatore di teste per eccellenza Antonio Di Pietro, poter commentare tutta questa faccenda. E subito a cominciato a chiedere già le dimissioni del ministro, affinché possa far luce sula questione, cosa che grazie al decreto legge sul Legittimo impedimento, potrebbe invece slittare fino a conclusione della legislatura.
“Dopo le vicende del sottosegretario Cosentino, per il quale era stato richiesto persino l’arresto- commenta il leader del Idv- e di un presidente del Consiglio, acclarato corruttore di testimoni giudiziari che ogni giorno si fa una legge per non farsi processare, adesso scopriamo che c’è un ministro della Repubblica che avrebbe ricevuto assegni nell’esercizio delle sue funzioni per comprare immobili con modalità non lecite”.
di Rita Dietrich