02 giugno 2010

Una bomba atomica vagante da disinnescare

1. Il criminale attacco in acque internazionali delle Forze Armate israeliane alla Freedom Flotilla in sé non ha molti elementi di novità rispetto all’usuale comportamento dello Stato non-ebraico (come lo definisce lo storico israeliano Ilan Pappé): indifferenza ad ogni norma internazionale accompagnata dalla consapevolezza della totale impunità, strage di civili inermi e, se del caso, assassinio di pacifisti. Basti pensare alla spietata uccisione della pacifista statunitense Rachel Corrie dell'International Solidarity Movement (ISM), a Rafah nel 2003, mentre si opponeva totalmente disarmata all’abbattimento di case palestinesi (non a caso una delle navi era stata battezzata col suo nome).

Ciò che desta realmente preoccupazione, al di là dell’orrore per questo massacro, è lo schema politico in cui può essere stato compiuto.

Il dato evidente su cui riflettere è la scelta di sparare proprio sulla nave turca, ovvero su un naviglio dell’unico vero alleato (finora) di Israele in Medio Oriente, con la conseguenza che la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore e annullato le previste esercitazione congiunte tra le due forze armate.

2. Il pensiero corre subito all’accordo di mediazione negoziato con successo dalla Turchia e dal Brasile con l’Iran. Questo accordo prevede, come conseguenza del suo impianto, l’automatico consenso da parte iraniana alla contabilità dei suoi stock nucleari da parte dell’AIEA.

Con ciò mettendo definitivamente la parola “fine” alla “minaccia nucleare iraniana” (seppure c’è mai stata).

Salutato con un plauso da Mosca, Washington si è invece precipitata a bocciare l’accordo, anche se con un evidente imbarazzo, perché esso non si discosta di molto da quello proposto dagli Stati Uniti stessi.

Ciò che ha irritato gli USA è vedere un ulteriore sintomo della diminuzione della propria leadership mondiale e l’emergere sempre più evidente di linee di forza geopolitiche che sfuggono al suo controllo, sotto lo sguardo compiaciuto di Mosca e di quello sornione di Pechino.

3. Ma cosa mette invece in “imbarazzo” Israele?

Da molto tempo sostengo che questo Stato sta iniziando ad essere preso dalla disperazione di veder chiudere progressivamente le finestre geopolitiche che gli permettevano di accarezzare l’idea di poter conquistare l’intera Palestina (progetto dei sionisti sia di destra sia di sinistra - ci pensi chi crede ancora alla favola dei “due popoli-due

stati”) e parallelamente di diventare la potenza militare ed economica egemonica del Medio Oriente; cosa che qualora attuabile, lo era forse quando i suoi protettori a Washington erano anche la potenza egemonica mondiale. Ma è proprio questa condizione che è messa vieppiù in discussione, sia sul lato economico sia sul lato più propriamente geopolitico.

In questa situazione Israele potrebbe essere tentata da uno di quegli “atti di follia” e da quella “furia cieca” che già nel 1954 costantemente minacciava, a difesa degli interessi di Israele, il ministro della difesa Pinhas Lavon (appartenente al Mapai, cioè al “Partito dei lavoratori della Grande Israele”, simbolo un martello e due piccole falci a formare la lettera “aleph” e due spighe di grano, non ad un partito di destra).

In questa stessa ottica possiamo oggi interpretare le minacce che Israele ha fatto deliberatamente pronunciare, in varie interviste nel febbraio 2003, a Martin Van Creveld, docente di storia militare all'Università Ebraica di Gerusalemme. Eccone una sintesi con le sue stesse parole:

«Le nostre forze armate non sono la trentesima forza mondiale, sono la seconda o la terza. Abbiamo la capacità di trascinare giù il mondo con noi. E posso assicurarvi che questo accadrà, nel caso si crolli nell'abisso».

In altri passi il professore rivelava simpatici piani di bombardamento atomico israeliano su Roma.

4. E’ chiaro che Israele non può sopportare che attorno alla Striscia di Gaza governata da Hamas si crei un clima di solidarietà internazionale.

Hamas è una spina nel fianco della corrotta e collaborazionista Autorità Palestinese, e quindi di Israele stesso e dei suoi piani; una spina nel fianco che ormai è sostenuta anche dai laici (come succede con Hezbollah in Libano). In una conferenza dell’anno scorso a Roma, un importante intellettuale palestinese che conosco da anni, da sempre ultralaico, faceva finta di impappinarsi sul nome di Abu Mazen: “Il presidente dell’Autorità, quello della Cisgiordania ... Abu ... Abu ... come si chiama?”.

Questo è un fatto. Ma oltre questo fatto, cosa significa questo criminale “avvertimento” alla Turchia che rischia la rottura diplomatica tra i due Paesi? Perché mentre la Marina israeliana attaccava la Mavi Marmara, saltava fuori che Israele sta per inviare tre sottomarini nucleari nel Golfo Persico, davanti all’Iran?

Israele agisce secondo schemi concordati con gli USA o ha intenzione di cantare fuori dal coro? Perché il fine geostratega statunitense Zbigniew Brzezinski, lo scorso settembre sul “Daily Beast” ha suggerito al presidente Obama di avvertire chiaramente Israele che se tentassero di attaccare i siti delle armi nucleari (sic) iraniane la U.S. Air Force dovrebbe fermarli?

A pensar male si fa peccato, ma spesso s’indovina, diceva Andreotti.

Stiamo allora molto attenti e, soprattutto, cerchiamo di disinnescare la bomba atomica vagante.

di Piotr

Israele ammazza civili per politica



E’ politica di Stato in Israele dal 1948 (e prima col Sionismo) ammazzare i civili. Non sono “tragici errori”, non “danni collaterali”, non c’è alcun “rammarico per l’accaduto”. Ammazzare civili è ciò su cui Israele è nata con la pulizia etnica della Palestina, ed è ciò su cui sopravvive.

A questo si aggiunge l’impunità totale di cui Israele gode grazie al fatto di essere la base militare americana più grande del pianeta, e solo marginalmente al fatto di essere Stato ebraico discendente dall’Olocausto.

Unendo la politica congenita di Israele di ammazzare i civili con la sua assoluta impunità si ottiene precisamente ciò che è accaduto sulla Gaza Freedom Flotilla.



Nel gennaio del 1948, i padri fondatori d’Israele Yigal Allon e Ben Gurion dichiaravano che “C’è bisogno di una reazione brutale. Dobbiamo essere precisi su chi colpiamo, se accusiamo una famiglia palestinese dobbiamo colpirli senza pietà, donne e bambini inclusi… non dobbiamo distinguere fra colpevoli e innocenti”. Nel 1978, il Capo di Stato Maggiore dell’esercito d’Israele, Mordechai Gur, dichiarò all’analista militare israeliano Ze’ev Schiff che “Per 30 anni abbiamo combattuto una guerra contro civili che vivono in villaggi… abbiamo colpito civili consciamente perché se lo meritano… il nostro esercito non ha mai fatto distinzione fra target militari e civili, ma ha attaccato di proposito target civili”. Nel 2000, Dan Halutz, che sarà Capo di Stato Maggiore dell’esercito di Tel Aviv, dopo un attacco aereo da lui stesso condotto su Gaza e dove furono massacrati dei civili dichiarò “Cosa ho provato? Solo una piccola scossa al mio aereo per lo sgancio della bomba, ma dopo un secondo passa tutto”.

Le invasioni del Libano da parte d’Israele, la sue condotte nei Territori Occupati, sono un litania continua e reiterata di massacri intenzionali di civili. Le condanne che ha ricevuto da ogni singolo organo di legalità internazionale e organizzazione per i diritti umani sono esplicite e consultabili da chiunque. Nulla sarebbe cambiato se i morti della Gaza Freedom Flotilla fossero tutti stati pacifisti americani. Rachel Corrie lo era, e l’hanno massacrata, Tristan Anderson era americano e gli hanno sparato nella testa a sangue freddo, e così Tom Hurndall, James Miller e Brian Avery erano nomi occidentali, anglosassoni.

La lezione che se ne deve trarre è che questi giovani eroi che diedero la vita e che l’hanno data per fermare il crimine contro l’umanità della Pulizia Etinica della Palestina – perché è esattamente ciò che Israele sta facendo da 60 anni e che oggi fa affamando e strangolando vivi i civili palestinesi sotto gli occhi di noi Paesi vigliacchi e complici, con il benestare dei nostri presidenti complici di crimini contro l’umanità come Giorgio Napolitano - non hanno destinato bene il loro supremo sacrificio. Perché fino a che le opinioni pubbliche occidentali continueranno a credere che “SI Israele uccide e sbaglia, MA Israele è l’unica democrazia, MA Israele deve difendersi, MA Israele è vittima del terrorismo arabo, MA Israele è comunque il meno peggio ecc.”, non vi sarà massacro, non vi sarà giovane vita sacrificata, non vi sarà eroismo che farà una qualsivoglia differenza per la giustizia in Palestina.

Basta mettere la propria vita a repentaglio laggiù, non serve a nulla. Usiamo le nostre vite per creare nelle opinioni pubbliche occidentali la consapevolezza di cosa veramente è Israele – che non è una democrazia, che non deve difendersi, che è il vero terrorista, che è il peggior pericolo in Medioriente - e di quanto abominevole sia la sua totale impunità, perché come disse Noam Chomsky “la Storia ci insegna che quando la gente scopre la barbarie, si mobilita per fermarla”. E’ l’unica strada.

di Paolo Barnard

01 giugno 2010

Il segreto più sporco dell'economia



Alla fine degli anni '80, le maggiori banche del mondo (Citibank, Chase Manhattan, HSBC, Midland Bank e molte altre) sono state sull'orlo della bancarotta. Da qualche parte, qualcuno, -nessuno sa chi, oppure non lo dice- "ha preso la decisione di venire in soccorso di enti la cui spericolata politica di prestiti durante la fine degli anni '70 e '80 li aveva portati all' insolvenza, e salvare in questo modo il sistema bancario".
In questo modo si creò un sistema in cui quantità inimmaginabili di denaro sono apparse come per magia. Da allora stanno usando questo sistema segreto al momento di affrontare le crisi finanziarie.

Lo scorso 6 maggio, abbiamo visto con stupore come un calo del 9% a Wall Street è stato trasformato, alla fine della giornata in un calo molto più moderato. Che cosa è successo in realtà?

Nella foto: Alan Greenspan

Per quanto gli analisti finanziari e le autorità statunitensi si affannino per offrire una spiegazione credibile, sono poche le persone che sanno cosa è successo. La verità è alla portata di mano della sola élite.

Il Progetto Hammer, avviato nel 1988 e che durò approssimativamente fino al 1992, fu il primo di una serie di pratiche bancarie altamente segrete (note come Programmi di Negoziazione e Garanzia), che sono stati utilizzati per creare, come per magia, enormi quantità denaro per l'utilizzo in progetti specifici. Dietro Hammer ci sono la CIA, l' FBI, agenzie di sicurezza nazionale di tutti i generi, il Pentagono, il Tesoro statunitense e la Federal Reserve.

Hammer tratta di denaro. E' una forma di creazione di denaro che sfugge a qualsiasi forma di controllo o di responsabilità pubblica. Tanto denaro, infatti, che metterebbe in dubbio qualsiasi certezza che si pensa di avere sul mondo delle banche, la finanza e l'economia.
E' anche il mondo sotterraneo della banca e della finanza, di cui si nega la loro esistenza. Però esiste.

Il mondo finanziario, bancario ed economico nell'ombra in cui il Progetto Hammer è vissuto, ha respirato e fabbricato soldi dall' aria ed è il segreto più sporco dell'economia occidentale. Spesso questa terra di nessuno del sistema bancario internazionale si nasconde dal controllo pubblico mediante l'uso intelligente di due tipi di libri: uno che viene reso disponibile al controllo pubblico e l'altro solo per uso privato.

Queste enormi quantità di fondi neri, occultate sotto la categoria dei Programmi di Investimento, ad Alto Rendimento, sono utilizzati per finanziare una serie di attività clandestine, che includono progetti militari segreti o necessità geopolitiche, senza dimenticare la salvaguardia della stabilità finanziaria globale. Successivamente si istituì una versione più sofisticata di Hammer, che è stato battezzato come EFG Jacobe.

Per avviare i programmi di trading vengono usati come garanzia grandi quantità di oro nero, contanti o altri strumenti convertibili. Rientrano tra queste anche alcune classi di cambiali ed obbligazioni emesse dal Tesoro USA che si collocano in via confidenziale tra le grandi banche occidentali.

Questi attivi non verranno mai alla luce e le grandi banche li usano per sostenere l'emissione delle proprie obbligazioni parallele, che possono ammontare a centinaia di miliardi. Si negoziano operazioni di compra/vendita concordate in anticipo con sconti sul valore nominale delle emissioni di attivi della banca.

Perché, al momento di negoziazione sui mercati finanziari è elettronica e si realizza in microsecondi, è impossibile individuare tali operazioni eccetto si si sta osservando lo schermo del computer nel momento stesso in cui si verificano. L'importo dei fondi illeciti generato in questo modo ammonta a centinaia di miliardi, secondo fonti interne, totalmente affidabili.

Una stima prudente indica che ci sono abbastanza soldi per pagare il debito nazionale degli Stati Uniti e quello di tutto il mondo, ma la stima è più alta.

Questi programmi costituiscono il fondamento stesso della copertura finanziaria per operazioni la cui esistenza i governi negheranno sempre. Ciò è confermato nella dichiarazione del generale di brigata Erle Cocke, che ha contribuito a creare l' Hammer originale.

Cocke, Gran Maestro dei Cavalieri di Malta, ordine segreto del Vaticano che vanta molti membri da parte dei militari e servizi segreti d'Occidente, morì di cancro al pancreas 10 giorni dopo la sua dichiarazione. Assicurò che il programma Hammer è stato valutato in un trilione di dollari nel 1989. Ciò è confermato da un documento rilasciato da un avvocato svizzero dell' ultimo barone Krupp, rivelando prestazioni "12.000 miliardi".

Secondo diversi partecipanti al sistema con i quali l'autore ha parlato, Hammer ha iniziato ad operare nel novembre 1989. Pochi di coloro che sono coinvolti nelle operazioni sanno esattamente che attivi sono utilizzati per garantire le operazioni, anche se tutti sono d'accordo sull'oro nero - l' oro che giapponesi e tedeschi hanno rubato e nascosto nelle Filippine e in Indonesia durante la II Guerra Mondiale è uno di questi attivi.

La quantità di questo oro nero sminuisce le cifre ufficiali sugli stocks e trasforma in uno scherzo la convinzione che l'oro è un metallo prezioso.

Una cabala segreta

Insieme ad Hammer e EFH Jacobe, ci sono altri programmi meno noti come Kadillak e Grandmother. Tuttavia, il Progetto Hammer sottolinea perchè i fondi sono stati sottratti illegalmente e fu utilizzata una cabala segreta chiamata Plunge Protection Team, che opera sotto la protezione del governo statunitense per salvare diverse grandi banche che, alla fine degli anni '80, erano vicine fallimento. Si stima che PPT può agire in qualsiasi momento in cui il Dow Jones scende per un lungo periodo di tempo.

Il Washington Post nella sua edizione del 23 Febbraio 1997, ha pubblicato un articolo intitolato Plunge Protection Team, in cui ha riconosciuto l'esistenza di un gruppo di quattro persone che potrebbero intervenire nei mercati per evitare enormi fuoriuscite di capitali e una debacle nelle azioni, che potrebbero causare un collasso economico se non ci fosse sufficiente liquidità nel corso di una massiccia vendita.

Il giornale identificò Alan Greenspan, presidente della Federal Reserve, Arthur Levitt, presidente della Securities and Exchange Commission (SEC, la CNMV statunitense), Brooksley Born, presidente della Commodities Futures Trading Commission (Commissione Futures Market materie prime) e Robert E. Rubin, segretario al Tesoro, come il team di giocatori chiave. Dalla creazione di Jacobe, entità private, come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Merrill Lynch e altre grandi banche sono state coinvolte.

In relazione con il crak del mercato azionario del 1987, la più grande caduta nella storia in una sola volta, il Washington Post ha osservato che "la Fed mantiene i mercati in funzione inondando il sistema bancario con riserve e dichiarando pubblicamente che è pronta a fornire crediti se necessario, alle più grandi istituzioni finanziarie".

Successivamente, il 5 Aprile, 2000, il New York Post ha riferito che la borsa era fuori dal baratro. Dopo una caduta di 500 punti che sembrava volesse provocare una vera crisi", qualcuno iniziò ad acquistare grandi quantità di contratti futures su indici azionari attraverso due società di intermediazione: Goldman Sachs e Merrill Lynch" pubblicò il giornale.

Siccome i dollari USA sono la pietra angolare di ogni attività del programma, il governo degli Stati Uniti, ovviamente, prende una parte. Una percentuale di entrate si riscuote attraverso accordi fiscali negoziati con entità off shore, ubicati in paradisi fiscali.

Parte della partecipazione del Governo agli utili delle operazioni erano destinati al Exchange Stabilisation Fund (Fondo di stabilizzazione dei mercati). Qui ci sono collegamenti con altri fondi e si utilizzano per sostenere l'economia americana, tra le altre manovre, manipolando il prezzo dell'oro per mantenerlo sotto un livello predeterminato.

Nella sua forma più semplice, è preso in prestito, ad un tasso d'interesse ridicolo, l'oro di un terzo- se è quello di America, Germania, Regno Unito o Goldman Sachs- e viene venduto sul mercato. Ciò fornisce un enorme profitto in dollari quasi esenti da interessi. Quando il mercato sembra agitato, o le azioni chiave sono sotto pressione, si lanciano a comprare, comprare, comprare.

I programmi di negoziazione come Hammer e Jacobe sono di proprietà di molti governi, i loro ministeri delle Finanze e delle più importanti banche a livello internazionale, in particolare delle nazioni del G-7.

Nel rivedere le tecniche utilizzate nella costituzione di Hammer, si rimane colpiti non solo dalla complessità di tutta la rete, ma anche per il modo in cui le banche e servizi segreti coinvolti, come la CIA, strutturano le cose per proteggere se stessi da ogni responsabilità.


Fonte: www.danielestulin.com

02 giugno 2010

Una bomba atomica vagante da disinnescare

1. Il criminale attacco in acque internazionali delle Forze Armate israeliane alla Freedom Flotilla in sé non ha molti elementi di novità rispetto all’usuale comportamento dello Stato non-ebraico (come lo definisce lo storico israeliano Ilan Pappé): indifferenza ad ogni norma internazionale accompagnata dalla consapevolezza della totale impunità, strage di civili inermi e, se del caso, assassinio di pacifisti. Basti pensare alla spietata uccisione della pacifista statunitense Rachel Corrie dell'International Solidarity Movement (ISM), a Rafah nel 2003, mentre si opponeva totalmente disarmata all’abbattimento di case palestinesi (non a caso una delle navi era stata battezzata col suo nome).

Ciò che desta realmente preoccupazione, al di là dell’orrore per questo massacro, è lo schema politico in cui può essere stato compiuto.

Il dato evidente su cui riflettere è la scelta di sparare proprio sulla nave turca, ovvero su un naviglio dell’unico vero alleato (finora) di Israele in Medio Oriente, con la conseguenza che la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore e annullato le previste esercitazione congiunte tra le due forze armate.

2. Il pensiero corre subito all’accordo di mediazione negoziato con successo dalla Turchia e dal Brasile con l’Iran. Questo accordo prevede, come conseguenza del suo impianto, l’automatico consenso da parte iraniana alla contabilità dei suoi stock nucleari da parte dell’AIEA.

Con ciò mettendo definitivamente la parola “fine” alla “minaccia nucleare iraniana” (seppure c’è mai stata).

Salutato con un plauso da Mosca, Washington si è invece precipitata a bocciare l’accordo, anche se con un evidente imbarazzo, perché esso non si discosta di molto da quello proposto dagli Stati Uniti stessi.

Ciò che ha irritato gli USA è vedere un ulteriore sintomo della diminuzione della propria leadership mondiale e l’emergere sempre più evidente di linee di forza geopolitiche che sfuggono al suo controllo, sotto lo sguardo compiaciuto di Mosca e di quello sornione di Pechino.

3. Ma cosa mette invece in “imbarazzo” Israele?

Da molto tempo sostengo che questo Stato sta iniziando ad essere preso dalla disperazione di veder chiudere progressivamente le finestre geopolitiche che gli permettevano di accarezzare l’idea di poter conquistare l’intera Palestina (progetto dei sionisti sia di destra sia di sinistra - ci pensi chi crede ancora alla favola dei “due popoli-due

stati”) e parallelamente di diventare la potenza militare ed economica egemonica del Medio Oriente; cosa che qualora attuabile, lo era forse quando i suoi protettori a Washington erano anche la potenza egemonica mondiale. Ma è proprio questa condizione che è messa vieppiù in discussione, sia sul lato economico sia sul lato più propriamente geopolitico.

In questa situazione Israele potrebbe essere tentata da uno di quegli “atti di follia” e da quella “furia cieca” che già nel 1954 costantemente minacciava, a difesa degli interessi di Israele, il ministro della difesa Pinhas Lavon (appartenente al Mapai, cioè al “Partito dei lavoratori della Grande Israele”, simbolo un martello e due piccole falci a formare la lettera “aleph” e due spighe di grano, non ad un partito di destra).

In questa stessa ottica possiamo oggi interpretare le minacce che Israele ha fatto deliberatamente pronunciare, in varie interviste nel febbraio 2003, a Martin Van Creveld, docente di storia militare all'Università Ebraica di Gerusalemme. Eccone una sintesi con le sue stesse parole:

«Le nostre forze armate non sono la trentesima forza mondiale, sono la seconda o la terza. Abbiamo la capacità di trascinare giù il mondo con noi. E posso assicurarvi che questo accadrà, nel caso si crolli nell'abisso».

In altri passi il professore rivelava simpatici piani di bombardamento atomico israeliano su Roma.

4. E’ chiaro che Israele non può sopportare che attorno alla Striscia di Gaza governata da Hamas si crei un clima di solidarietà internazionale.

Hamas è una spina nel fianco della corrotta e collaborazionista Autorità Palestinese, e quindi di Israele stesso e dei suoi piani; una spina nel fianco che ormai è sostenuta anche dai laici (come succede con Hezbollah in Libano). In una conferenza dell’anno scorso a Roma, un importante intellettuale palestinese che conosco da anni, da sempre ultralaico, faceva finta di impappinarsi sul nome di Abu Mazen: “Il presidente dell’Autorità, quello della Cisgiordania ... Abu ... Abu ... come si chiama?”.

Questo è un fatto. Ma oltre questo fatto, cosa significa questo criminale “avvertimento” alla Turchia che rischia la rottura diplomatica tra i due Paesi? Perché mentre la Marina israeliana attaccava la Mavi Marmara, saltava fuori che Israele sta per inviare tre sottomarini nucleari nel Golfo Persico, davanti all’Iran?

Israele agisce secondo schemi concordati con gli USA o ha intenzione di cantare fuori dal coro? Perché il fine geostratega statunitense Zbigniew Brzezinski, lo scorso settembre sul “Daily Beast” ha suggerito al presidente Obama di avvertire chiaramente Israele che se tentassero di attaccare i siti delle armi nucleari (sic) iraniane la U.S. Air Force dovrebbe fermarli?

A pensar male si fa peccato, ma spesso s’indovina, diceva Andreotti.

Stiamo allora molto attenti e, soprattutto, cerchiamo di disinnescare la bomba atomica vagante.

di Piotr

Israele ammazza civili per politica



E’ politica di Stato in Israele dal 1948 (e prima col Sionismo) ammazzare i civili. Non sono “tragici errori”, non “danni collaterali”, non c’è alcun “rammarico per l’accaduto”. Ammazzare civili è ciò su cui Israele è nata con la pulizia etnica della Palestina, ed è ciò su cui sopravvive.

A questo si aggiunge l’impunità totale di cui Israele gode grazie al fatto di essere la base militare americana più grande del pianeta, e solo marginalmente al fatto di essere Stato ebraico discendente dall’Olocausto.

Unendo la politica congenita di Israele di ammazzare i civili con la sua assoluta impunità si ottiene precisamente ciò che è accaduto sulla Gaza Freedom Flotilla.



Nel gennaio del 1948, i padri fondatori d’Israele Yigal Allon e Ben Gurion dichiaravano che “C’è bisogno di una reazione brutale. Dobbiamo essere precisi su chi colpiamo, se accusiamo una famiglia palestinese dobbiamo colpirli senza pietà, donne e bambini inclusi… non dobbiamo distinguere fra colpevoli e innocenti”. Nel 1978, il Capo di Stato Maggiore dell’esercito d’Israele, Mordechai Gur, dichiarò all’analista militare israeliano Ze’ev Schiff che “Per 30 anni abbiamo combattuto una guerra contro civili che vivono in villaggi… abbiamo colpito civili consciamente perché se lo meritano… il nostro esercito non ha mai fatto distinzione fra target militari e civili, ma ha attaccato di proposito target civili”. Nel 2000, Dan Halutz, che sarà Capo di Stato Maggiore dell’esercito di Tel Aviv, dopo un attacco aereo da lui stesso condotto su Gaza e dove furono massacrati dei civili dichiarò “Cosa ho provato? Solo una piccola scossa al mio aereo per lo sgancio della bomba, ma dopo un secondo passa tutto”.

Le invasioni del Libano da parte d’Israele, la sue condotte nei Territori Occupati, sono un litania continua e reiterata di massacri intenzionali di civili. Le condanne che ha ricevuto da ogni singolo organo di legalità internazionale e organizzazione per i diritti umani sono esplicite e consultabili da chiunque. Nulla sarebbe cambiato se i morti della Gaza Freedom Flotilla fossero tutti stati pacifisti americani. Rachel Corrie lo era, e l’hanno massacrata, Tristan Anderson era americano e gli hanno sparato nella testa a sangue freddo, e così Tom Hurndall, James Miller e Brian Avery erano nomi occidentali, anglosassoni.

La lezione che se ne deve trarre è che questi giovani eroi che diedero la vita e che l’hanno data per fermare il crimine contro l’umanità della Pulizia Etinica della Palestina – perché è esattamente ciò che Israele sta facendo da 60 anni e che oggi fa affamando e strangolando vivi i civili palestinesi sotto gli occhi di noi Paesi vigliacchi e complici, con il benestare dei nostri presidenti complici di crimini contro l’umanità come Giorgio Napolitano - non hanno destinato bene il loro supremo sacrificio. Perché fino a che le opinioni pubbliche occidentali continueranno a credere che “SI Israele uccide e sbaglia, MA Israele è l’unica democrazia, MA Israele deve difendersi, MA Israele è vittima del terrorismo arabo, MA Israele è comunque il meno peggio ecc.”, non vi sarà massacro, non vi sarà giovane vita sacrificata, non vi sarà eroismo che farà una qualsivoglia differenza per la giustizia in Palestina.

Basta mettere la propria vita a repentaglio laggiù, non serve a nulla. Usiamo le nostre vite per creare nelle opinioni pubbliche occidentali la consapevolezza di cosa veramente è Israele – che non è una democrazia, che non deve difendersi, che è il vero terrorista, che è il peggior pericolo in Medioriente - e di quanto abominevole sia la sua totale impunità, perché come disse Noam Chomsky “la Storia ci insegna che quando la gente scopre la barbarie, si mobilita per fermarla”. E’ l’unica strada.

di Paolo Barnard

01 giugno 2010

Il segreto più sporco dell'economia



Alla fine degli anni '80, le maggiori banche del mondo (Citibank, Chase Manhattan, HSBC, Midland Bank e molte altre) sono state sull'orlo della bancarotta. Da qualche parte, qualcuno, -nessuno sa chi, oppure non lo dice- "ha preso la decisione di venire in soccorso di enti la cui spericolata politica di prestiti durante la fine degli anni '70 e '80 li aveva portati all' insolvenza, e salvare in questo modo il sistema bancario".
In questo modo si creò un sistema in cui quantità inimmaginabili di denaro sono apparse come per magia. Da allora stanno usando questo sistema segreto al momento di affrontare le crisi finanziarie.

Lo scorso 6 maggio, abbiamo visto con stupore come un calo del 9% a Wall Street è stato trasformato, alla fine della giornata in un calo molto più moderato. Che cosa è successo in realtà?

Nella foto: Alan Greenspan

Per quanto gli analisti finanziari e le autorità statunitensi si affannino per offrire una spiegazione credibile, sono poche le persone che sanno cosa è successo. La verità è alla portata di mano della sola élite.

Il Progetto Hammer, avviato nel 1988 e che durò approssimativamente fino al 1992, fu il primo di una serie di pratiche bancarie altamente segrete (note come Programmi di Negoziazione e Garanzia), che sono stati utilizzati per creare, come per magia, enormi quantità denaro per l'utilizzo in progetti specifici. Dietro Hammer ci sono la CIA, l' FBI, agenzie di sicurezza nazionale di tutti i generi, il Pentagono, il Tesoro statunitense e la Federal Reserve.

Hammer tratta di denaro. E' una forma di creazione di denaro che sfugge a qualsiasi forma di controllo o di responsabilità pubblica. Tanto denaro, infatti, che metterebbe in dubbio qualsiasi certezza che si pensa di avere sul mondo delle banche, la finanza e l'economia.
E' anche il mondo sotterraneo della banca e della finanza, di cui si nega la loro esistenza. Però esiste.

Il mondo finanziario, bancario ed economico nell'ombra in cui il Progetto Hammer è vissuto, ha respirato e fabbricato soldi dall' aria ed è il segreto più sporco dell'economia occidentale. Spesso questa terra di nessuno del sistema bancario internazionale si nasconde dal controllo pubblico mediante l'uso intelligente di due tipi di libri: uno che viene reso disponibile al controllo pubblico e l'altro solo per uso privato.

Queste enormi quantità di fondi neri, occultate sotto la categoria dei Programmi di Investimento, ad Alto Rendimento, sono utilizzati per finanziare una serie di attività clandestine, che includono progetti militari segreti o necessità geopolitiche, senza dimenticare la salvaguardia della stabilità finanziaria globale. Successivamente si istituì una versione più sofisticata di Hammer, che è stato battezzato come EFG Jacobe.

Per avviare i programmi di trading vengono usati come garanzia grandi quantità di oro nero, contanti o altri strumenti convertibili. Rientrano tra queste anche alcune classi di cambiali ed obbligazioni emesse dal Tesoro USA che si collocano in via confidenziale tra le grandi banche occidentali.

Questi attivi non verranno mai alla luce e le grandi banche li usano per sostenere l'emissione delle proprie obbligazioni parallele, che possono ammontare a centinaia di miliardi. Si negoziano operazioni di compra/vendita concordate in anticipo con sconti sul valore nominale delle emissioni di attivi della banca.

Perché, al momento di negoziazione sui mercati finanziari è elettronica e si realizza in microsecondi, è impossibile individuare tali operazioni eccetto si si sta osservando lo schermo del computer nel momento stesso in cui si verificano. L'importo dei fondi illeciti generato in questo modo ammonta a centinaia di miliardi, secondo fonti interne, totalmente affidabili.

Una stima prudente indica che ci sono abbastanza soldi per pagare il debito nazionale degli Stati Uniti e quello di tutto il mondo, ma la stima è più alta.

Questi programmi costituiscono il fondamento stesso della copertura finanziaria per operazioni la cui esistenza i governi negheranno sempre. Ciò è confermato nella dichiarazione del generale di brigata Erle Cocke, che ha contribuito a creare l' Hammer originale.

Cocke, Gran Maestro dei Cavalieri di Malta, ordine segreto del Vaticano che vanta molti membri da parte dei militari e servizi segreti d'Occidente, morì di cancro al pancreas 10 giorni dopo la sua dichiarazione. Assicurò che il programma Hammer è stato valutato in un trilione di dollari nel 1989. Ciò è confermato da un documento rilasciato da un avvocato svizzero dell' ultimo barone Krupp, rivelando prestazioni "12.000 miliardi".

Secondo diversi partecipanti al sistema con i quali l'autore ha parlato, Hammer ha iniziato ad operare nel novembre 1989. Pochi di coloro che sono coinvolti nelle operazioni sanno esattamente che attivi sono utilizzati per garantire le operazioni, anche se tutti sono d'accordo sull'oro nero - l' oro che giapponesi e tedeschi hanno rubato e nascosto nelle Filippine e in Indonesia durante la II Guerra Mondiale è uno di questi attivi.

La quantità di questo oro nero sminuisce le cifre ufficiali sugli stocks e trasforma in uno scherzo la convinzione che l'oro è un metallo prezioso.

Una cabala segreta

Insieme ad Hammer e EFH Jacobe, ci sono altri programmi meno noti come Kadillak e Grandmother. Tuttavia, il Progetto Hammer sottolinea perchè i fondi sono stati sottratti illegalmente e fu utilizzata una cabala segreta chiamata Plunge Protection Team, che opera sotto la protezione del governo statunitense per salvare diverse grandi banche che, alla fine degli anni '80, erano vicine fallimento. Si stima che PPT può agire in qualsiasi momento in cui il Dow Jones scende per un lungo periodo di tempo.

Il Washington Post nella sua edizione del 23 Febbraio 1997, ha pubblicato un articolo intitolato Plunge Protection Team, in cui ha riconosciuto l'esistenza di un gruppo di quattro persone che potrebbero intervenire nei mercati per evitare enormi fuoriuscite di capitali e una debacle nelle azioni, che potrebbero causare un collasso economico se non ci fosse sufficiente liquidità nel corso di una massiccia vendita.

Il giornale identificò Alan Greenspan, presidente della Federal Reserve, Arthur Levitt, presidente della Securities and Exchange Commission (SEC, la CNMV statunitense), Brooksley Born, presidente della Commodities Futures Trading Commission (Commissione Futures Market materie prime) e Robert E. Rubin, segretario al Tesoro, come il team di giocatori chiave. Dalla creazione di Jacobe, entità private, come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Merrill Lynch e altre grandi banche sono state coinvolte.

In relazione con il crak del mercato azionario del 1987, la più grande caduta nella storia in una sola volta, il Washington Post ha osservato che "la Fed mantiene i mercati in funzione inondando il sistema bancario con riserve e dichiarando pubblicamente che è pronta a fornire crediti se necessario, alle più grandi istituzioni finanziarie".

Successivamente, il 5 Aprile, 2000, il New York Post ha riferito che la borsa era fuori dal baratro. Dopo una caduta di 500 punti che sembrava volesse provocare una vera crisi", qualcuno iniziò ad acquistare grandi quantità di contratti futures su indici azionari attraverso due società di intermediazione: Goldman Sachs e Merrill Lynch" pubblicò il giornale.

Siccome i dollari USA sono la pietra angolare di ogni attività del programma, il governo degli Stati Uniti, ovviamente, prende una parte. Una percentuale di entrate si riscuote attraverso accordi fiscali negoziati con entità off shore, ubicati in paradisi fiscali.

Parte della partecipazione del Governo agli utili delle operazioni erano destinati al Exchange Stabilisation Fund (Fondo di stabilizzazione dei mercati). Qui ci sono collegamenti con altri fondi e si utilizzano per sostenere l'economia americana, tra le altre manovre, manipolando il prezzo dell'oro per mantenerlo sotto un livello predeterminato.

Nella sua forma più semplice, è preso in prestito, ad un tasso d'interesse ridicolo, l'oro di un terzo- se è quello di America, Germania, Regno Unito o Goldman Sachs- e viene venduto sul mercato. Ciò fornisce un enorme profitto in dollari quasi esenti da interessi. Quando il mercato sembra agitato, o le azioni chiave sono sotto pressione, si lanciano a comprare, comprare, comprare.

I programmi di negoziazione come Hammer e Jacobe sono di proprietà di molti governi, i loro ministeri delle Finanze e delle più importanti banche a livello internazionale, in particolare delle nazioni del G-7.

Nel rivedere le tecniche utilizzate nella costituzione di Hammer, si rimane colpiti non solo dalla complessità di tutta la rete, ma anche per il modo in cui le banche e servizi segreti coinvolti, come la CIA, strutturano le cose per proteggere se stessi da ogni responsabilità.


Fonte: www.danielestulin.com