05 agosto 2012

Note olimpiche…

Si sono aperte le Olimpiadi di Londra, precedute da una lunga messe di servizi televisivi e articoli giornalistici che hanno ribadito cose che ormai sono di dominio pubblico, tanto da risultare noiose e stucchevoli. Il doping, non certo da quest’anno, sembra essere la piaga costante di tutti gli sport. I controlli si susseguono e le evoluzioni delle varie droghe che tentano costantemente di sfuggirgli riempiono le cronache e le aule dei tribunali. Le squalifiche sono all’ordine del giorno, le sospensioni si moltiplicano, le revoche di record e vittorie ormai sono numerosissime e disorientano lo spettatore che non saprà mai, a fine gara, se quello che ha visto sarà il vero ordine d’arrivo. Sembra che la politica proibizionista non dia risultati sensibili. Il professionismo degli atleti, contrapposto agli eterni principi decoubertiani, non fa più cassetta. Scontato che gli atleti di rango debbano interpretare le loro discipline sportive come dei veri e propri lavori retribuiti. Di maggior successo, invece, i reportage sulle retribuzioni degli sportivi presenti ai Giochi. Non desta certo sorpresa apprendere che il tennista Roger Federer, tra montepremi e sponsor, si porta a casa qualcosa di molto simile a 50 milioni d’euro l’anno. Così come gli stellari campioni della NBA statunitense, che vantano medie intorno ai 30 milioni l’anno, che non si stupiscono di guadagnare tanto, visto che sono totalmente impegnati a scacciare dalle loro menti i fasti di quello che rimarrà il primo e unico Dream Team della Storia e che mai potranno emulare. Non tiene più banco la questione Pistorius, quell’atleta con arti in carbonio, che approda, dopo tante polemiche, sulle piste di atletica londinese, forte del suo tempo minimo raggiunto. Non si sono fugate tutte le perplessità circa la possibilità che atleti “bionici” siano atleti regolari ma in un articolo del CorSera, Eva Cantarella, insigne accademica, ci ha ricordato come non mi ricordo più quale atleta nell’Antica Grecia, corse, vincendo una gara podistica, provvisto di una spalla in avorio che sostituiva quella mancante, introducendo così la bioingegneria già allora. I greci, si sa, hanno inventato, detto, scritto tutto quello che si poteva inventare, dire, scrivere. Solo la Merkel e la BCE fingono di non saperlo, ritenendola indegna dell’Europa che in realtà ha fondato e riempito di senso. Ma le due notizie più intriganti sulla questione, bionico sì, bionico no, che vanno lette sinotticamente, sono comparse ancora sul CorSera di sabato 28 luglio. La prima ci informa che si cimenterà nella gara di tiro con l’arco individuale, un atleta sud coreano ipovedente. Con una vista che non supera i 2/10, vedendo solo i colori del bersaglio, è capace di fare centro. Intervistato, ha dichiarato che lui il bersaglio non lo vede, se non in una nebbia di colori concentrici, lui il bersaglio lo sente e così fa centro. La seconda è che è stata messa a punto una tecnica, già sfruttata dall’esercito USA per i suoi piloti da caccia, che permette, con un’operazione sulla cornea, di portare la normale vista umana (i famosi 10/10 di chi ci vede bene) a 15/10, con la capacità, testimonia l’articolo, di vedere una mosca, nei suoi dettagli, ad una distanza da nove metri. E che magari, all’insaputa di tutti, è già stata utilizzata per qualche atleta tiratore. Mi sono immaginato una sfida tra il sudcoreano ipovedente, forte solo della sua sensazione che guida il dardo al bersaglio e un’infallibile cecchino, forte di questo nuovo ritrovato della Tecnica, guarda caso targato USA e guarda caso già utilizzata dall’esercito per rendere i suoi uomini ancora più mortalmente infallibili. Un’interessante contrapposizione tra Oriente e Occidente e i loro diversi modi di intendere la via da percorrere. L’Oriente. Al lettore accorto non sarà certo sfuggito il volumetto che Adelphi, molti anni fa, ha inserito nelle sue collane Lo zen e il tiro con l’arco di Herrigel, in cui è esplicitato il pensiero sintetico del sudcoreano. Solo attraverso un esercizio che è in primo luogo lavoro mentale, si può ottenere la fusione tra il soggetto e l’oggetto, tra l’arciere, il dardo e il bersaglio. È solo attraverso questa fusione che si può realizzare quel momento in cui le differenze si annullano in uno sfolgorante bagliore che è il Satori. Un’illuminazione individuale che è unica via che non si può insegnare (se non nei suoi primi passi che corrispondono alla disciplina dell’arco) e che permettono di raggiungere il centro del bersaglio. L’Occidente. Di contro la Tecnica occidentale, che ormai ha preso il sopravvento, non ha nessun presupposto nel sentimento, nella visione interiore, nel “sentire”. Freddamente manipola, trasforma, si fa creazione, piega il soggetto alla sua demonia, sostituendolo, brano a brano, con pezzi artificiali, spersonalizzandolo ma realizzando per lui l’ennesimo sogno faustiano. È l’eterna lotta tra la Qualità non tramandabile e la Quantità codificabile, che ha sancito il trionfo del pensiero occidentale, condannandolo, nel contempo, al giogo coatto di una forza ingovernabile quando diventa divinità. È la contrapposizione, che ben ha descritto Pirsig nel classico assoluto Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, tra visione classica (occidentale) e visione romantica (orientale), propendendo per quella classica, a me così almeno pare, che narra una bellezza soggiacente che a suo dire non sarebbe percepita dai romantici. Sarebbe utile ritornarci e non lasciare che quei due articoli marciscano nel cestino dell’oblio. Poi ci sono, a compimento di questa diarrea mediatica, le sperticate lodi alla manifestazione d’inaugurazione. I maggiori complimenti sono andati all’autoironia degli inglesi che hanno preso in giro se stessi con la presenza di Mr. Bean e soprattutto con la performance della Regina che, a fianco dell’ultimo James Bond, si è prestata a fare la Bond girl, piombando dal cielo in paracadute sullo stadio olimpico. Non lasciatevi abbindolare, è la solita, nota e più volte sottolineata ipocrisia inglese. È il facile sberleffo di chi credendosi ancora un dominatore e infarcito di un senso patologico di superiorità, nei confronti dell’intero globo terraqueo, sa di potersi permettere, in tempo di carnevale, delle licenze senza incrinare l’immagine che ha di se. Alla fine, mi viene restituita l’immagine di un grande spettacolo, divertente ma completamente inconsistente. Un enorme affare che poco ha a che fare con lo sport, che si rappresenta con una cerimonia imbarazzante, piena di morti viventi (come Sir. Paul McCartney), che non mitiga ma esalta il senso di baracconata planetaria che la TV riprende. E da tutto ciò il mio pensiero di sempre riaffiora. Se non si tratta di sport ma di una grande spettacolo per fa soldi e divertire, allora sarebbe giusto permettere tutti i doping a disposizione, permettere tutte le sperimentazioni bioniche conosciute, trapiantare arti di gazzella negli sprinter, innestare bulbi oculari aquilini nei tiratori, inserire fegati di merluzzo per migliorare l’acquaticità dei nuotatori. Bisognerebbe, per sostenere il vertiginoso giro di scommesse sulle gare e per renderle meno scontate, permettere di truccarle a piacimento, corrompere atleti per perdere e pagare allenatori pe rivelare i segreti dei propri assistiti. Tutto in nome dello spettacolo. Non ci vuole immaginazione per questo, basta guardarsi intorno. L’esempio del Palio di Siena è didascalico. Basterebbe applicarlo, lasciando lo sport vero, quello amatoriale (purtroppo ormai anch’esso compromesso in molto) a chi lo vuole praticare in santa pace. Senza record, senza classifiche, senza falsi miti da rincorrere. di Mario Grossi

04 agosto 2012

Com'e' cattiva la Merkel!

"I tedeschi non sono disposti a fare da bancomat per la classe politica italiana, non sono disposti a coprire i debiti che gli italiani hanno contratto. La storia degli eurobond è qualcosa per cui ci si indebita insieme e poi si paga insieme, peccato che chi si indebita di più, in questi casi, sarebbe l’Italia. I tedeschi sanno bene come funziona la politica in Italia, sanno bene che se diventassero un rubinetto che "se si apre ecco i soldi", questi finirebbero sì in Italia, ma finirebbero di nuovo ai vari Penati, Formigoni, Belsito e simili e ai loro compari." Beppe Scienza Il bancomat dei politici italiani Saluti agli amici del blog di Beppe Grillo, sono Beppe Scienza, insegno al dipartimento di matematica dell’Università di Torino, mi occupo di risparmio. Argomento caldo perché i risparmiatori italiani sono molto preoccupati di cosa capita ai loro soldi e ai loro titoli di Stato. Si sta assistendo da qualche mese a una recita da parte di politici e degli economisti di regime secondo un canovaccio abbastanza classico, per nascondere le magagne di casa propria si dà la colpa allo straniero, ora per fortuna non si fanno le guerre, almeno in Europa, ma qualcosa ricorda il nazionalismo di decenni passati. La colpa sarebbe di entità estere come le società di rating, gli speculatori internazionali, ovvero le colpe sono degli stranieri e si sentono alti richiami all’amor di patria finanziaria per cui emettono titoli come i Btp Italia che devono essere sottoscritti con tutta la stampa che li pompa. Diciamo le cose come stanno, se alcuni Btp sono scesi a 60 rispetto a 100 e parecchi a 80/70, se c’è sfiducia nel debito pubblico italiano, i tassi di interesse che l’Italia paga sono più alti di quelli che pagano altri Stati o di quelli che l’Italia stessa pagava fino a un anno fa in una situazione effettivamente molto tranquilla, anche troppo tranquilla, le colpe sono tutte italiane. Un debito pubblico che nel 2007 era sceso a 102%, 103% adesso è risalito a 120% e quest’anno addirittura a 123%. Se il debito pubblico tra l’altro è salito in Italia in parallelo a un taglio della spesa sociale, è salito grazie ai vari Penati, Formigoni, Belsito etc., non è salito perché sono stati regalati soldi ai cittadini. Uno dei nemici sarebbe la Germania, in particolare Angela Merkel accusata di cecità, stupidità. I tedeschi non sono disposti a fare da bancomat per la classe politica italiana, non sono disposti a coprire i debiti che gli italiani hanno contratto e soprattutto che sono ancora disposti a contrarre. La storia degli eurobond sarebbe qualcosa per cui ci si indebita insieme e poi si paga insieme, peccato che chi si indebita di più, in questi casi, sarebbe l’Italia. I tedeschi sanno bene come funziona la politica in Italia, sanno bene che se loro diventassero un rubinetto che "se si apre ecco i soldi", questi finirebbero di nuovo ai vari Penati, Formigoni, Belsito e simili e loro compari. L’idea, non infondata, è che una garanzia europea, sui debiti degli italiani servirebbe a riassumere a tutto spiano nuovi dipendenti pubblici, inutili, a elargire nuovi soldi a strane fondazioni. Adesso è per esempio in discussione il meccanismo europeo di stabilità noto anche come ESM European Stability Meccanism, deciso per aiutare gli Stati in difficoltà. Fatti di costume Ora la posizione della Germania è che va bene aiutare gli Stati in difficoltà, ma bisogna porre un qualche limite a questo, mentre invece l’ultima trovata è che questo ESM dovrebbe avere lo status di banca. Cosa vuole dire avere lo status di banca? Vuole dire che può comperare i titoli di stato italiani e spagnoli, sicuramente anche altri, darli in garanzia alla BCE, e farsi prestare soldi all’1%, con questi comprare di nuovo i titoli di stato italiani e spagnoli e portoghesi, darli in garanzia ancora alla BCE e così via fino al crack finale. Ora è chiaro che nè Monti, nè Hollande vogliono il crack finale. Certo, il meccanismo è molto pericoloso, perché se i soldi per aiutare gli Stati malconci sono limitati, c’è il rischio di esaurirli e trovarsi in situazione di grave crisi, se sono illimitati c’è il rischio di tirare giù tutta la baracca. Il punto è che dare lo status di banca al meccanismo europeo di stabilità apre un varco a questo rischio. La banca centrale tedesca, la famigerata Bundesbank è molto attenta ai soldi dei risparmiatori tedeschi. Il sindacato tedesco a differenza di qualche industria per prendere i soldi dai Tfr dei lavoratori ha protestato per il rischio associato ai risparmi dei cittadini tedeschi. In Germania c’è qualche aneddoto per capire com’è diverso lo stile. Sembrano fatti di costume e non sono fatti di costume. L’ultimo scandalo è stato quello cosiddetto del "tappeto volante", del tappeto di un certo Dirk Niebel, Ministro della cooperazione tedesca, che è andato con una delegazione del governo tedesco in Afghanistan, ha comperato con i suoi soldi un tappeto pagandolo circa 1.000 Euro, sono tornati in Germania con la delegazione e il tappeto. Uno scandalo a non finire. "Come? Ti porti il tappeto sull’aereo dell’aviazione pubblica e non paghi il trasporto? Non paghi l’Iva, la dogana?" Un grosso scandalo. Per fortuna il suo avvocato ha scoperto che una normativa europea esenta dall’Iva alcuni Stati come l’Afghanistan, quindi la cosa si è risolta. Christian Wulff, il presidente della Repubblica, si è dimesso per avere avuto un mutuo a tassi agevolati, in Italia tutti i parlamentari hanno di base mutui a tassi bassissimi. Ernst Welteke, il governatore della Banca centrale tedesca, nel 2004 si è dimesso perché a Berlino hanno pagato la stanza d’albergo al figlio che era lì con la fidanzata, per tenere il bambino dello stesso Welteke, cosette! Da noi Fazio per dimettersi ha dovuto aspettare che arrivassero per arrestarlo o quasi! Altre cose, la Margot Kaessmann, l’equivalente per i luterani, parlo per i cattolici, si è dimessa dalla sua carica perché l’hanno fermata mentre guidava tornando a casa la sera, hanno scoperto che aveva un tasso alcolico un po’ più alto, senza nessun incidente! Sfiducia nei titoli di Stato I tedeschi hanno questo stile nella politica, conoscono gli stili italiani, è comprensibile che abbiano forti esitazioni a mettere la foro firma per garantire debiti che verrebbero poi gestiti da una classe politica che noi italiani conosciamo bene, e quindi l’idea di diventare il nostro bancomat . A questo punto si capisce perché di fronte a queste cose gli italiani abbiano loro stessi sfiducia nei titoli del proprio Stato, loro stessi arrivano a venderli spaventati, si domandino cosa fare. Il problema in Italia resta quello grosso dell’enorme debito pubblico, poi le società di rating possono avere fatto qualche carta falsa, ma il problema non parte dalla speculazione, anche la teoria del contagio, il contagio viene non perché uno Stato è in difficoltà, ma perché tanti Stati sono in difficoltà. L’Italia è messa male perché comunque ha un debito pubblico molto alto e non si vede come riuscirà a tornare in una condizione di equilibrio. Quindi uno può trovare antipatica la lingua tedesca perché ha molte consonanti, è difficile, uno può non amare la cucina tedesca, può trovare i tedeschi un po’ rigidi e sicuramente lo sono, ma in questo caso le colpe sono in Italia, e sono nella classe politica italiana. Bisogna però chiarire un punto: la Germania, i politici tedeschi, non vuole assolutamente il fallimento dell’Italia, per questo non c’è contraddizione tra tante preoccupazioni che ho elencato prima e vedere prima invece Angela Merkel e Mario Monti d’amore e d’accordo, collaborare insieme. La Germania vuole evitare altri fallimenti nell’area dell’Euro dopo quella della Grecia che addirittura viene camuffato perché appaia meno grave. C’è il timore semplicemente da parte del Parlamento tedesco, che un crack, un'insolvenza dell’Italia avvenga trascinando anche la Germania. Il primo fine sicuramente della politica tedesca è evitare altre insolvenze nell’area dell’Euro. di Beppe Scienza

01 agosto 2012

La BCE difende l'Euro, le banche, ma non gli europei

Paradossalmente, l’agonia dell’Euro, del debito pubblico, dello spread, con tutti i sacrifici, la recessione e le tasse che ad essa conseguono, è voluta e mantenuta dai poteri europei: infatti dipende dalla scelta di proibire alla BCE di comperare le emissioni di debito pubblico sul mercato primario, alle aste, cioè da fare da vera banca centrale di emissione, così da impedire alla radice la speculazione. I Brics, gli USA, il Giappone, hanno banche centrali che fanno le banche centrali; perciò, sebbene gravati da debiti pubblici anche molto più alti dell’Italia, non hanno problemi con la speculazione, perché le loro banche centrali garantiscono l’acquisto. La pseudo-banca centrale detta BCE è voluta in quanto fa gioco agli speculatori finanziari, per ragioni di profitto; agli USA, per ragioni geostrategiche; alla Germania, perché ne trae benefici finanziari, competitivi, egemonici; al capitalismo in generale, perché gli consente di minacciare le nazioni con lo spauracchio dei tassi e del default per costringerle ad abbattere lo stato sociale, i diritti dei lavoratori e dei risparmiatori; a smantellare il ruolo economico del settore pubblico; e in generale a affidare definitivamente la politica ai banchieri. Questo dato di fatto sarebbe la prima cosa da dire nell’informazione economica, ma i mass media ne parlano con molta cautela. La linea della BCE è quanto di meno trasparente e di meno democratico si possa concepire: interviene comperando sul mercato secondario, in deroga al proprio statuto, ogniqualvolta i tassi sui bond di un paese eurodebole salgono tanto che il paese colpito potrebbe uscire dall’Eurosistema, ma niente fa per rimediare alle cause strutturali delle impennate dei tassi, né dei crescenti squilibri delle bilance commerciali intracomunitarie, né del costante peggioramento del pil, dell’occupazione, dell’economia reale, di molti Stati membri. Una difesa sostanziale, la BCE la fa solo in favore delle banche europee, finanziandole a bassi tassi (1%), molto largamente, e senza curarsi che almeno una quota degli oltre 1000 miliardi prestati loro vada a finanziare l’economia reale anziché attività speculative, magari rivolte contro Stati eurodeboli. Pare proprio che l’obiettivo della BCE sia di trattenere le rane nella casseruola finché non siano cotte, dispensando loro una boccata di ossigeno e generose rassicurazioni quando si sentono scottare e pensano di saltar fuori, come è avvenuto ad esempio oggi, allorché nella mattinata lo spread btp/Bund è schizzato oltre 530 p.b., e Draghi ha reagito dichiarando che uscire dall’Eurosistema è impensabile, che recentemente si sono fatti molti passi avanti, e che la BCE farà tutto ciò che occorre per impedirlo – al che lo spread è presto sceso a 470 p.b., e la borsa italiana ha recuperato il 5%, mentre l’Euro è risalito a 1,23 sul Dollaro. Pare, insomma, che si voglia tenere i paesi eurodeboli in un meccanismo che aggrava i loro problemi e svuota le loro economie reali, ma al contempo li mantiene artificialmente in vita con una fleboclisi monetaria, aumentando la loro dipendenza da organismi autocratici giuridicamente irresponsabili e di tipo bancario, come la BCE e il nascente MES, Meccanismo Europeo di Stabilità. Da simili fatti traspare un disegno superiore, oligarchico, dirigistico, che non viene dichiarato, ma viene portato avanti senza interesse per le condizioni di vita delle nazioni, bensì con interesse centrato sul piano finanziario: espressione del fatto che, per l’odierna strutturazione del potere reale, l’economia della produzione e dei consumi, quindi gli stessi popoli, che di quell’economia costituiscono gli attori, sono divenuti superflui – ed è questa la vera rivoluzione che introduce il nuovo millennio. di Marco Della Luna

05 agosto 2012

Note olimpiche…

Si sono aperte le Olimpiadi di Londra, precedute da una lunga messe di servizi televisivi e articoli giornalistici che hanno ribadito cose che ormai sono di dominio pubblico, tanto da risultare noiose e stucchevoli. Il doping, non certo da quest’anno, sembra essere la piaga costante di tutti gli sport. I controlli si susseguono e le evoluzioni delle varie droghe che tentano costantemente di sfuggirgli riempiono le cronache e le aule dei tribunali. Le squalifiche sono all’ordine del giorno, le sospensioni si moltiplicano, le revoche di record e vittorie ormai sono numerosissime e disorientano lo spettatore che non saprà mai, a fine gara, se quello che ha visto sarà il vero ordine d’arrivo. Sembra che la politica proibizionista non dia risultati sensibili. Il professionismo degli atleti, contrapposto agli eterni principi decoubertiani, non fa più cassetta. Scontato che gli atleti di rango debbano interpretare le loro discipline sportive come dei veri e propri lavori retribuiti. Di maggior successo, invece, i reportage sulle retribuzioni degli sportivi presenti ai Giochi. Non desta certo sorpresa apprendere che il tennista Roger Federer, tra montepremi e sponsor, si porta a casa qualcosa di molto simile a 50 milioni d’euro l’anno. Così come gli stellari campioni della NBA statunitense, che vantano medie intorno ai 30 milioni l’anno, che non si stupiscono di guadagnare tanto, visto che sono totalmente impegnati a scacciare dalle loro menti i fasti di quello che rimarrà il primo e unico Dream Team della Storia e che mai potranno emulare. Non tiene più banco la questione Pistorius, quell’atleta con arti in carbonio, che approda, dopo tante polemiche, sulle piste di atletica londinese, forte del suo tempo minimo raggiunto. Non si sono fugate tutte le perplessità circa la possibilità che atleti “bionici” siano atleti regolari ma in un articolo del CorSera, Eva Cantarella, insigne accademica, ci ha ricordato come non mi ricordo più quale atleta nell’Antica Grecia, corse, vincendo una gara podistica, provvisto di una spalla in avorio che sostituiva quella mancante, introducendo così la bioingegneria già allora. I greci, si sa, hanno inventato, detto, scritto tutto quello che si poteva inventare, dire, scrivere. Solo la Merkel e la BCE fingono di non saperlo, ritenendola indegna dell’Europa che in realtà ha fondato e riempito di senso. Ma le due notizie più intriganti sulla questione, bionico sì, bionico no, che vanno lette sinotticamente, sono comparse ancora sul CorSera di sabato 28 luglio. La prima ci informa che si cimenterà nella gara di tiro con l’arco individuale, un atleta sud coreano ipovedente. Con una vista che non supera i 2/10, vedendo solo i colori del bersaglio, è capace di fare centro. Intervistato, ha dichiarato che lui il bersaglio non lo vede, se non in una nebbia di colori concentrici, lui il bersaglio lo sente e così fa centro. La seconda è che è stata messa a punto una tecnica, già sfruttata dall’esercito USA per i suoi piloti da caccia, che permette, con un’operazione sulla cornea, di portare la normale vista umana (i famosi 10/10 di chi ci vede bene) a 15/10, con la capacità, testimonia l’articolo, di vedere una mosca, nei suoi dettagli, ad una distanza da nove metri. E che magari, all’insaputa di tutti, è già stata utilizzata per qualche atleta tiratore. Mi sono immaginato una sfida tra il sudcoreano ipovedente, forte solo della sua sensazione che guida il dardo al bersaglio e un’infallibile cecchino, forte di questo nuovo ritrovato della Tecnica, guarda caso targato USA e guarda caso già utilizzata dall’esercito per rendere i suoi uomini ancora più mortalmente infallibili. Un’interessante contrapposizione tra Oriente e Occidente e i loro diversi modi di intendere la via da percorrere. L’Oriente. Al lettore accorto non sarà certo sfuggito il volumetto che Adelphi, molti anni fa, ha inserito nelle sue collane Lo zen e il tiro con l’arco di Herrigel, in cui è esplicitato il pensiero sintetico del sudcoreano. Solo attraverso un esercizio che è in primo luogo lavoro mentale, si può ottenere la fusione tra il soggetto e l’oggetto, tra l’arciere, il dardo e il bersaglio. È solo attraverso questa fusione che si può realizzare quel momento in cui le differenze si annullano in uno sfolgorante bagliore che è il Satori. Un’illuminazione individuale che è unica via che non si può insegnare (se non nei suoi primi passi che corrispondono alla disciplina dell’arco) e che permettono di raggiungere il centro del bersaglio. L’Occidente. Di contro la Tecnica occidentale, che ormai ha preso il sopravvento, non ha nessun presupposto nel sentimento, nella visione interiore, nel “sentire”. Freddamente manipola, trasforma, si fa creazione, piega il soggetto alla sua demonia, sostituendolo, brano a brano, con pezzi artificiali, spersonalizzandolo ma realizzando per lui l’ennesimo sogno faustiano. È l’eterna lotta tra la Qualità non tramandabile e la Quantità codificabile, che ha sancito il trionfo del pensiero occidentale, condannandolo, nel contempo, al giogo coatto di una forza ingovernabile quando diventa divinità. È la contrapposizione, che ben ha descritto Pirsig nel classico assoluto Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, tra visione classica (occidentale) e visione romantica (orientale), propendendo per quella classica, a me così almeno pare, che narra una bellezza soggiacente che a suo dire non sarebbe percepita dai romantici. Sarebbe utile ritornarci e non lasciare che quei due articoli marciscano nel cestino dell’oblio. Poi ci sono, a compimento di questa diarrea mediatica, le sperticate lodi alla manifestazione d’inaugurazione. I maggiori complimenti sono andati all’autoironia degli inglesi che hanno preso in giro se stessi con la presenza di Mr. Bean e soprattutto con la performance della Regina che, a fianco dell’ultimo James Bond, si è prestata a fare la Bond girl, piombando dal cielo in paracadute sullo stadio olimpico. Non lasciatevi abbindolare, è la solita, nota e più volte sottolineata ipocrisia inglese. È il facile sberleffo di chi credendosi ancora un dominatore e infarcito di un senso patologico di superiorità, nei confronti dell’intero globo terraqueo, sa di potersi permettere, in tempo di carnevale, delle licenze senza incrinare l’immagine che ha di se. Alla fine, mi viene restituita l’immagine di un grande spettacolo, divertente ma completamente inconsistente. Un enorme affare che poco ha a che fare con lo sport, che si rappresenta con una cerimonia imbarazzante, piena di morti viventi (come Sir. Paul McCartney), che non mitiga ma esalta il senso di baracconata planetaria che la TV riprende. E da tutto ciò il mio pensiero di sempre riaffiora. Se non si tratta di sport ma di una grande spettacolo per fa soldi e divertire, allora sarebbe giusto permettere tutti i doping a disposizione, permettere tutte le sperimentazioni bioniche conosciute, trapiantare arti di gazzella negli sprinter, innestare bulbi oculari aquilini nei tiratori, inserire fegati di merluzzo per migliorare l’acquaticità dei nuotatori. Bisognerebbe, per sostenere il vertiginoso giro di scommesse sulle gare e per renderle meno scontate, permettere di truccarle a piacimento, corrompere atleti per perdere e pagare allenatori pe rivelare i segreti dei propri assistiti. Tutto in nome dello spettacolo. Non ci vuole immaginazione per questo, basta guardarsi intorno. L’esempio del Palio di Siena è didascalico. Basterebbe applicarlo, lasciando lo sport vero, quello amatoriale (purtroppo ormai anch’esso compromesso in molto) a chi lo vuole praticare in santa pace. Senza record, senza classifiche, senza falsi miti da rincorrere. di Mario Grossi

04 agosto 2012

Com'e' cattiva la Merkel!

"I tedeschi non sono disposti a fare da bancomat per la classe politica italiana, non sono disposti a coprire i debiti che gli italiani hanno contratto. La storia degli eurobond è qualcosa per cui ci si indebita insieme e poi si paga insieme, peccato che chi si indebita di più, in questi casi, sarebbe l’Italia. I tedeschi sanno bene come funziona la politica in Italia, sanno bene che se diventassero un rubinetto che "se si apre ecco i soldi", questi finirebbero sì in Italia, ma finirebbero di nuovo ai vari Penati, Formigoni, Belsito e simili e ai loro compari." Beppe Scienza Il bancomat dei politici italiani Saluti agli amici del blog di Beppe Grillo, sono Beppe Scienza, insegno al dipartimento di matematica dell’Università di Torino, mi occupo di risparmio. Argomento caldo perché i risparmiatori italiani sono molto preoccupati di cosa capita ai loro soldi e ai loro titoli di Stato. Si sta assistendo da qualche mese a una recita da parte di politici e degli economisti di regime secondo un canovaccio abbastanza classico, per nascondere le magagne di casa propria si dà la colpa allo straniero, ora per fortuna non si fanno le guerre, almeno in Europa, ma qualcosa ricorda il nazionalismo di decenni passati. La colpa sarebbe di entità estere come le società di rating, gli speculatori internazionali, ovvero le colpe sono degli stranieri e si sentono alti richiami all’amor di patria finanziaria per cui emettono titoli come i Btp Italia che devono essere sottoscritti con tutta la stampa che li pompa. Diciamo le cose come stanno, se alcuni Btp sono scesi a 60 rispetto a 100 e parecchi a 80/70, se c’è sfiducia nel debito pubblico italiano, i tassi di interesse che l’Italia paga sono più alti di quelli che pagano altri Stati o di quelli che l’Italia stessa pagava fino a un anno fa in una situazione effettivamente molto tranquilla, anche troppo tranquilla, le colpe sono tutte italiane. Un debito pubblico che nel 2007 era sceso a 102%, 103% adesso è risalito a 120% e quest’anno addirittura a 123%. Se il debito pubblico tra l’altro è salito in Italia in parallelo a un taglio della spesa sociale, è salito grazie ai vari Penati, Formigoni, Belsito etc., non è salito perché sono stati regalati soldi ai cittadini. Uno dei nemici sarebbe la Germania, in particolare Angela Merkel accusata di cecità, stupidità. I tedeschi non sono disposti a fare da bancomat per la classe politica italiana, non sono disposti a coprire i debiti che gli italiani hanno contratto e soprattutto che sono ancora disposti a contrarre. La storia degli eurobond sarebbe qualcosa per cui ci si indebita insieme e poi si paga insieme, peccato che chi si indebita di più, in questi casi, sarebbe l’Italia. I tedeschi sanno bene come funziona la politica in Italia, sanno bene che se loro diventassero un rubinetto che "se si apre ecco i soldi", questi finirebbero di nuovo ai vari Penati, Formigoni, Belsito e simili e loro compari. L’idea, non infondata, è che una garanzia europea, sui debiti degli italiani servirebbe a riassumere a tutto spiano nuovi dipendenti pubblici, inutili, a elargire nuovi soldi a strane fondazioni. Adesso è per esempio in discussione il meccanismo europeo di stabilità noto anche come ESM European Stability Meccanism, deciso per aiutare gli Stati in difficoltà. Fatti di costume Ora la posizione della Germania è che va bene aiutare gli Stati in difficoltà, ma bisogna porre un qualche limite a questo, mentre invece l’ultima trovata è che questo ESM dovrebbe avere lo status di banca. Cosa vuole dire avere lo status di banca? Vuole dire che può comperare i titoli di stato italiani e spagnoli, sicuramente anche altri, darli in garanzia alla BCE, e farsi prestare soldi all’1%, con questi comprare di nuovo i titoli di stato italiani e spagnoli e portoghesi, darli in garanzia ancora alla BCE e così via fino al crack finale. Ora è chiaro che nè Monti, nè Hollande vogliono il crack finale. Certo, il meccanismo è molto pericoloso, perché se i soldi per aiutare gli Stati malconci sono limitati, c’è il rischio di esaurirli e trovarsi in situazione di grave crisi, se sono illimitati c’è il rischio di tirare giù tutta la baracca. Il punto è che dare lo status di banca al meccanismo europeo di stabilità apre un varco a questo rischio. La banca centrale tedesca, la famigerata Bundesbank è molto attenta ai soldi dei risparmiatori tedeschi. Il sindacato tedesco a differenza di qualche industria per prendere i soldi dai Tfr dei lavoratori ha protestato per il rischio associato ai risparmi dei cittadini tedeschi. In Germania c’è qualche aneddoto per capire com’è diverso lo stile. Sembrano fatti di costume e non sono fatti di costume. L’ultimo scandalo è stato quello cosiddetto del "tappeto volante", del tappeto di un certo Dirk Niebel, Ministro della cooperazione tedesca, che è andato con una delegazione del governo tedesco in Afghanistan, ha comperato con i suoi soldi un tappeto pagandolo circa 1.000 Euro, sono tornati in Germania con la delegazione e il tappeto. Uno scandalo a non finire. "Come? Ti porti il tappeto sull’aereo dell’aviazione pubblica e non paghi il trasporto? Non paghi l’Iva, la dogana?" Un grosso scandalo. Per fortuna il suo avvocato ha scoperto che una normativa europea esenta dall’Iva alcuni Stati come l’Afghanistan, quindi la cosa si è risolta. Christian Wulff, il presidente della Repubblica, si è dimesso per avere avuto un mutuo a tassi agevolati, in Italia tutti i parlamentari hanno di base mutui a tassi bassissimi. Ernst Welteke, il governatore della Banca centrale tedesca, nel 2004 si è dimesso perché a Berlino hanno pagato la stanza d’albergo al figlio che era lì con la fidanzata, per tenere il bambino dello stesso Welteke, cosette! Da noi Fazio per dimettersi ha dovuto aspettare che arrivassero per arrestarlo o quasi! Altre cose, la Margot Kaessmann, l’equivalente per i luterani, parlo per i cattolici, si è dimessa dalla sua carica perché l’hanno fermata mentre guidava tornando a casa la sera, hanno scoperto che aveva un tasso alcolico un po’ più alto, senza nessun incidente! Sfiducia nei titoli di Stato I tedeschi hanno questo stile nella politica, conoscono gli stili italiani, è comprensibile che abbiano forti esitazioni a mettere la foro firma per garantire debiti che verrebbero poi gestiti da una classe politica che noi italiani conosciamo bene, e quindi l’idea di diventare il nostro bancomat . A questo punto si capisce perché di fronte a queste cose gli italiani abbiano loro stessi sfiducia nei titoli del proprio Stato, loro stessi arrivano a venderli spaventati, si domandino cosa fare. Il problema in Italia resta quello grosso dell’enorme debito pubblico, poi le società di rating possono avere fatto qualche carta falsa, ma il problema non parte dalla speculazione, anche la teoria del contagio, il contagio viene non perché uno Stato è in difficoltà, ma perché tanti Stati sono in difficoltà. L’Italia è messa male perché comunque ha un debito pubblico molto alto e non si vede come riuscirà a tornare in una condizione di equilibrio. Quindi uno può trovare antipatica la lingua tedesca perché ha molte consonanti, è difficile, uno può non amare la cucina tedesca, può trovare i tedeschi un po’ rigidi e sicuramente lo sono, ma in questo caso le colpe sono in Italia, e sono nella classe politica italiana. Bisogna però chiarire un punto: la Germania, i politici tedeschi, non vuole assolutamente il fallimento dell’Italia, per questo non c’è contraddizione tra tante preoccupazioni che ho elencato prima e vedere prima invece Angela Merkel e Mario Monti d’amore e d’accordo, collaborare insieme. La Germania vuole evitare altri fallimenti nell’area dell’Euro dopo quella della Grecia che addirittura viene camuffato perché appaia meno grave. C’è il timore semplicemente da parte del Parlamento tedesco, che un crack, un'insolvenza dell’Italia avvenga trascinando anche la Germania. Il primo fine sicuramente della politica tedesca è evitare altre insolvenze nell’area dell’Euro. di Beppe Scienza

01 agosto 2012

La BCE difende l'Euro, le banche, ma non gli europei

Paradossalmente, l’agonia dell’Euro, del debito pubblico, dello spread, con tutti i sacrifici, la recessione e le tasse che ad essa conseguono, è voluta e mantenuta dai poteri europei: infatti dipende dalla scelta di proibire alla BCE di comperare le emissioni di debito pubblico sul mercato primario, alle aste, cioè da fare da vera banca centrale di emissione, così da impedire alla radice la speculazione. I Brics, gli USA, il Giappone, hanno banche centrali che fanno le banche centrali; perciò, sebbene gravati da debiti pubblici anche molto più alti dell’Italia, non hanno problemi con la speculazione, perché le loro banche centrali garantiscono l’acquisto. La pseudo-banca centrale detta BCE è voluta in quanto fa gioco agli speculatori finanziari, per ragioni di profitto; agli USA, per ragioni geostrategiche; alla Germania, perché ne trae benefici finanziari, competitivi, egemonici; al capitalismo in generale, perché gli consente di minacciare le nazioni con lo spauracchio dei tassi e del default per costringerle ad abbattere lo stato sociale, i diritti dei lavoratori e dei risparmiatori; a smantellare il ruolo economico del settore pubblico; e in generale a affidare definitivamente la politica ai banchieri. Questo dato di fatto sarebbe la prima cosa da dire nell’informazione economica, ma i mass media ne parlano con molta cautela. La linea della BCE è quanto di meno trasparente e di meno democratico si possa concepire: interviene comperando sul mercato secondario, in deroga al proprio statuto, ogniqualvolta i tassi sui bond di un paese eurodebole salgono tanto che il paese colpito potrebbe uscire dall’Eurosistema, ma niente fa per rimediare alle cause strutturali delle impennate dei tassi, né dei crescenti squilibri delle bilance commerciali intracomunitarie, né del costante peggioramento del pil, dell’occupazione, dell’economia reale, di molti Stati membri. Una difesa sostanziale, la BCE la fa solo in favore delle banche europee, finanziandole a bassi tassi (1%), molto largamente, e senza curarsi che almeno una quota degli oltre 1000 miliardi prestati loro vada a finanziare l’economia reale anziché attività speculative, magari rivolte contro Stati eurodeboli. Pare proprio che l’obiettivo della BCE sia di trattenere le rane nella casseruola finché non siano cotte, dispensando loro una boccata di ossigeno e generose rassicurazioni quando si sentono scottare e pensano di saltar fuori, come è avvenuto ad esempio oggi, allorché nella mattinata lo spread btp/Bund è schizzato oltre 530 p.b., e Draghi ha reagito dichiarando che uscire dall’Eurosistema è impensabile, che recentemente si sono fatti molti passi avanti, e che la BCE farà tutto ciò che occorre per impedirlo – al che lo spread è presto sceso a 470 p.b., e la borsa italiana ha recuperato il 5%, mentre l’Euro è risalito a 1,23 sul Dollaro. Pare, insomma, che si voglia tenere i paesi eurodeboli in un meccanismo che aggrava i loro problemi e svuota le loro economie reali, ma al contempo li mantiene artificialmente in vita con una fleboclisi monetaria, aumentando la loro dipendenza da organismi autocratici giuridicamente irresponsabili e di tipo bancario, come la BCE e il nascente MES, Meccanismo Europeo di Stabilità. Da simili fatti traspare un disegno superiore, oligarchico, dirigistico, che non viene dichiarato, ma viene portato avanti senza interesse per le condizioni di vita delle nazioni, bensì con interesse centrato sul piano finanziario: espressione del fatto che, per l’odierna strutturazione del potere reale, l’economia della produzione e dei consumi, quindi gli stessi popoli, che di quell’economia costituiscono gli attori, sono divenuti superflui – ed è questa la vera rivoluzione che introduce il nuovo millennio. di Marco Della Luna