05 ottobre 2012

Meglio morti subito che ancora Monti dopo

Alla Trimurti della Trilaterale, del Bilderberg e della Goldman Sachs, cioè TriMonti, vorrebbero concedere il bis, ovvero a lui il bissamento al Governo e all’Italia l’inabissamento nella cloaca della Storia, passando per il peggiore dei Gabinetti dei poteri sporchi che il nostro Paese abbia mai avuto. Ma Monti la Trinità, non passerà, non lascerà e non raddoppierà, bensì, essendo nessuno eppure trino, sobria divinità gonfiata come un palloncino di gomma dalla carta stampata globale e da investitori stranieri, interessati ad accaparrarsi gli ultimi pezzi dell’argenteria di famiglia, triplicherà i panni sporchi, i sacrifici, le tasse, le bollette e farà sparire i pezzi grossi dell’industria di Stato, sui quali si sono già scatenati i pescicani internazionali. Tutto questo decadimento che sta facendo precipitare l’Italia tra le nazioni pezzenti del capitalismo occidentale e tra i Paesi con le più basse prospettive di crescita del continente, i nostri giornaloni lo chiamano necessità epocale; inoltre, a loro modo di non vedere la realtà, l’opinione pubblica continuerebbe a preferire il Trinariciuto dei poteri storti, al ritorno del trenino dei partiti, responsabile prima dello stazionamento sui binari morti della stagnazione e poi del deragliamento nella letale recessione. I pennivendoli di regime scrivono che quest’astrazione chiamata opinione generale, la quale non ha mai avuto un’idea propria in vita sua, essendo una creazione di chi controlla i mezzi d’informazione, voglia tenersi TriMonti per non finire in fondo al mare poiché, dato lo sfasciamento del sistema politico attuale, solo un Dio ci potrà salvare. Ma ciò che ha i tratti apparenti della discontinuità tra il vecchio ed il nuovo – che per chiamarlo tale ci vuole davvero tanta fantasia essendo i due principali artefici di questa presunta svolta due bisnonni (Napolitano e Monti) – è soltanto un’illusione ottica in quanto questo Esecutivo nominato dal Colle, appoggiato dalla partitocrazia screditata e tenuta per il collo dalle indagini della magistratura, approvato e reclamato dalle cancellerie mondiali, i cui membri sono stati selezionati tra personalità che hanno scalato i gradini della professione leccando i culi coronati del sistema bancario, finanziario e politico di mezzo mondo, è espressione dei soliti apparati invisibili i quali appaiono sulla scena unicamente quando la democrazia formalistica, con le sue opzioni fintamente alternative, passanti per stanche consultazioni elettorali e falsi coinvolgimenti della società civile, s’inceppa e non garantisce più la perpetuazione dei loro meccanismi riproduttivi. A fortiori quando per continuare ad esistere, in quanto conglomerato di poteri smorti al cospetto dei veri dominanti della fase, occorre mettere sul mercato organi strategici che aiutano loro a fare cassa ed il popolo ad entrare nella cassa da morto. Per queste ragioni, quello che fino a ieri era un totem sacro, le elezioni che rendono il popolo esteriormente sovrano, diventano persino una iattura da allontanare al fine di accorciare la filiera decisionale ed accelerare le svendite. Chiamiamoli allora, questi liquidatori di indipendenza nazionale per la prosecuzione della loro misera sopravvivenza, poteri corti, cioè le élite irriformabili di uno Stato mandato all’ammasso con una visione ristrettissima dei processi storici e delle congiunture economiche e con le mani allungate sulle nostre speranze ad arraffare un futuro che non vedrà la luce. Perciò, anziché sottostare a questo lungo stillicidio di sottrazioni del patrimonio pubblico, di smembramento delle proprietà statali e di completa distruzione dell’autonomia della repubblica, c’è da augurarsi un immediato scollamento del tessuto sociale con tutte le conseguenze del caso, nella speranza che dal caos venga fuori qualcosa di meno orribile della tremenda fine in lento avvicinamento. Insomma, meglio Morti subito che ancora Monti dopo, meglio morire ora da uomini semiliberi per rinascere come corpo sovrano che prolungare questa esistenza cadaverica da vili e da servi. di Gianni Petrosillo

04 ottobre 2012

Capitalismo, il virus che intossica i mercati

Udite udite: dalla Bocconi escono cervelli critici, non soltanto dogmaticamente liberal-liberisti come l’esimio Mario Monti. Insegnano storia economica nella famosa università milanese, i professori Massimo Amato e Luca Fantacci, autori di un consigliatissimo libretto pubblicato dalla Donzelli nel luglio scorso, “Come salvare il mercato dal capitalismo”. Il titolo può mettere in sospetto il lettore anti-sistema: non è che questi due, giocando sui concetti di mercato e capitalismo, in realtà hanno l’intenzione di salvare lo status quo che nei fatti vede i due termini come sinonimi? Economia liquida Il fondamento su cui i due bocconiani costruiscono la loro analisi consiste, al contrario, nel disconoscere la sinonimia abituale. Il mercato è l’economia dello scambio misurato attraverso la moneta, il capitalismo è il mercato dominato dalla finanza. Il primo è da salvaguardare, il secondo da combattere e abolire perché rende lo scambio succube della mercificazione del credito. Leggiamo: «Economia di mercato e capitalismo … a ben vedere, sono anzi incompatibili. Il capitalismo è un’economia di mercato con un mercato di troppo: il mercato della moneta e del credito». Di troppo, nel doppio senso negativo che riveste la liquidità o finanziarizzazione: «da una parte, è il carattere del credito, nella misura in cui può essere comprato e venduto su un mercato, il mercato finanziario, come quel luogo dove si investe senza responsabilità e tutti ci guadagnano. D’altra parte la liquidità è anche il carattere eminente della moneta capitalistica, nella misura in cui è una moneta che può essere trattenuta indefinitamente, come forma suprema della ricchezza, come rifugio sicuro in tempi di incertezza, quando non ci si può più fidare di nessuno». In altre parole, il male originario del sistema capitalistico sarebbe nel suo fondarsi sull’illusione del profitto illimitato e abbordabile da tutti, resa possibile da una moneta basata sul debito. Il problema a monte, insomma, è l’economia liquida, è la liquidità definita come «il principio per cui i debiti non sono fatti per essere pagati ma per essere comprati e venduti su quel mercato sui generis che è il mercato finanziario. La liquidità trasforma il rischio inerente a ogni atto di credito… in un rischio ben differente: il rischio che i titoli che rappresentano i debiti non trovino più acquirenti». Che è esattamente la tipica situazione di insolvenza riscontrata nella crisi mondiale di questi anni. Creditore fa rima con debitore Ma, secondo Amato e Fantacci, neppure la finanza è un male di per sé. A patto di intenderla come si dovrebbe intendere l’intera economia: come una relazione di cooperazione, e non di concorrenza. Una cooperazione non certo moralisticamente compassionevole, sia chiaro: il creditore ha interesse che il debitore possa pagare il suo debito, e il debitore ha interesse a pagarlo per non diventarne schiavo. La liquidità o finanziarizzazione opera una scissione, perché rende la relazione una merce, un pezzo di carta rivendibile, e rivendibile in tempi sempre più brevi e veloci (la famosa speculazione). D’altronde questo fa la finanza sanguisuga: compra, vende e rivende, impacchettati e spacchettati, i debiti. E infatti la famigerata crisi greca è scoppiata quando i titoli di debito ellenici hanno smesso di essere vendibili, perché pagabili non lo erano stati mai. Aver mercificato il rapporto creditore-debitore «gli toglie la sua caratteristica di solidarietà intrinseca facendone un titolo negoziabile, toglie alla moneta il suo carattere di misura comune per renderlo un fattore di accumulazione, toglie al lavoro la dignità che si matura nella competenza per consegnarlo alla precarietà». È la lezione del caro vecchio Marx che torna a galla dall’oblio. Peccato che gli ultimi marxisti dei nostri tempi non tocchino mai, paurosi di scottarsi, il tema monetario e creditizio. Invece chi si oppone al lavoro-merce non può non opporsi al credito-merce. Cosa che non avviene perché a sinistra si è dimenticato pure Keynes, che nel capitolo 12 della Teoria generale condanna senza mezzi termini la liquidità come un «feticcio anti-sociale». E allora bisogna chiamare le cose con il loro nome, e qui sta la parte concettualmente più coraggiosa, benché non certo rivoluzionaria, del libro in esame: «l’idea che la moneta sia ricchezza e che il fatto stesso di prestarla meriti di essere premiato è la radice di un male endemico, sociale e insieme umano. Chiamatela come vi pare. Fino a un paio di secoli fa si chiamava usura. Poi gli economisti classici l’hanno chiamata rendita. E l’hanno aspramente criticata. Oggi si chiama tasso d’interesse». Usura e cooperazione La schiavitù dell’interesse è, come avrebbe detto Aristotele, “odiosa” perché costituisce un prelievo forzoso alla fonte sui redditi, perché vampirizza il lavoro e l’impresa togliendo risorse per una sterile accumulazione puramente monetaria (la deflazione, in cui le banche sguazzano facendosi in pratica regalare miliardi dalla Bce senza girarli alle aziende), perché, con la foglia di fico della “finanza democratica” (i fondi gestiti dalle banche), fa credere al comune risparmiatore di poter guadagnare senza lavorare. E così si finisce col far lavorare senza guadagnare, come dimostra la proletarizzazione del ceto medio diffuso. Come se ne esce? Politicamente1, è chiaro. Ma non certo limitandosi a indignarsi, come è in voga dire oggi. Innanzitutto bisogna fare chiarezza teorica su quali sono gli obbiettivi di un’altra finanza: «La finanza deve assolvere due compiti essenziali: finanziare gli scambi e finanziare gli investimenti. Nessuno dei due compiti richiede il mercato del credito o il prestito a interesse. Il finanziamento degli scambi può avvenire attraverso sistemi di compensazione (improntati non alla crescita indefinita delle operazioni finanziarie, ma all’equilibrio degli scambi). Il finanziamento degli investimenti e dell’innovazione può avvenire attraverso forme di compartecipazione alle perdite e ai profitti (all’interno dei quali la crescita non è obbligata, ma semplicemente possibile)». Gli autori chiudono il libro, infatti, con una proposta innovativa: l’introduzione di un doppio corso, con un Euro a vocazione globale – perché piaccia o no la globalizzazione bisogna fronteggiarla – e una moneta di conto complementare, che rifletta i tessuti sociali ed economici locali. E si tratta di un’idea nient’affatto peregrina, dato che esistono numerosi esempi, antichi e attuali, di una felice assenza di mercati finanziari col prestito a interesse: dalle fiere dei cambi rinascimentali alle banche mutualistiche e cooperative, dalla finanza islamica al venture capital, dagli esperimenti di denaro a scadenza durante la Grande Depressione ad alcuni esperimenti di monete locali. Essere ragionevoli è rivoluzionario In concreto, la nuova divisa complementare sarebbe connessa all’istituzione di una camera di compensazione locale, una banca pubblica per piccole e medie imprese che abbiano almeno una parte di clienti e fornitori sul territorio. Ma pubblica non perché usa capitali pubblici ma perché pubblica è la logica che adotta e pubblico è il servizio che rende. Una specie di credito cooperativo, in quanto i partecipanti si concedono il credito mutualmente. «Ciò che caratterizza lo spirito della cooperazione non è il fatto che tutti sempre ‘si vinca’, ma piuttosto il fatto che, si vinca o si perda, il vantaggio e il peso sono sopportati insieme e secondo proporzione.» Banale e un po’ ingenuo riformismo? Mica tanto. Mettere in discussione l’idolatria dei “mercati” signori e padroni è già un atto rivoluzionario. Così come mettere all’indice il ricatto politico ed economico delle banche private come frutto di un vizio strutturale che ha il preciso nome di usura. Solo, non si può soltanto abbaiare alla luna2. Occorre sforzarsi di proporre alternative ragionevoli, imperfette e perfettibili come tutte le proposte. Ma è la direzione che conta. E a me pare quella giusta. Note L’ideologia dominante, quella liberal-capitalistica, l’unica rimasta sul terreno dopo la sconfitta del suo alter ego social-comunista, finora ha impedito di rompere il muro d’omertà sulla dittatura finanziaria: “la finanza ha potuto usurpare lo spazio della politica e asservire l’economia reale solo perché l’ideologia del mercato ha occupato lo spazio della finanza. Frutto di questa ideologia che nessuno, da trent’anni, ha saputo contrastare adeguatamente, il mercato finanziario in quanto tale è un problema. È un problema economico, politico e, infine, umano. È un problema perché ha preteso di fare mercato di una relazione sociale e umana fondamentale, quella fra debitore e creditore. Se solo la poniamo così, l’assurdità del proposito emerge da sola. Occorre dunque una riforma della finanza che le tolga lo spazio usurpato e la riannodi al compito mancato. Togliere alla finanza la forma del mercato, significa rimetterla al servizio dell’economia di mercato. E questo è un compito politico” (Amato-Fantacci, op. cit, pag. 6). Anche perché siamo tutti complici, volontariamente o involontariamente, della mistificazione finanziaria: “il colpevole non è «qualcun altro», giacché i mercati finanziari siamo tutti noi, nella misura in cui condividiamo, socialmente e individualmente, i presupposti antisociali del loro funzionamento. In questo odioso regime dei creditori siamo tutti implicati. Innanzitutto, perché siamo tutti creditori: basta avere un conto in banca per contribuire a creare quella pressione sul debitore che può diventare intollerabile. Ma soprattutto, e più profondamente, perché anche chi non investe in borsa, talvolta perfino chi protesta contro lo strapotere di Wall Street, difficilmente mette in discussione ciò su cui i mercati finanziari si fondano: il dogma della liquidità. Ossia l’idea, apparentemente naturale, secondo cui il denaro contante (la liquidità, appunto) è la forma più sicura di risparmio e, di conseguenza, si può accettare di privarsene solo in cambio di un investimento che sia ugualmente liquido o che frutti un interesse adeguato. Detto altrimenti, questo è il credo generalizzato a cui tutti implicitamente ci atteniamo: la moneta è il sommo bene, e deve generare interesse nella misura in cui è data a credito. Chi accumula denaro, si aspetta che conservi il suo valore. Chi lo cede in prestito, si aspetta di riceverlo aumentato. Lo dà per scontato. E in effetti è scontato, letteralmente, in termini contabili. Così opera il dogma trinitario della liquidità: moneta-credito-interesse, uni e trini, inseparabili” (Amato-Fantacci, op. cit, pag. 10). di Alessio Mannino

03 ottobre 2012

Discorso integrale di Ahmadinejad all'ONU

E’ l’ottavo discorso di Mahmoud Ahmadinejad all’Onu, il più bello, il più emozionante, il più completo. Il presidente dell’Iran non tralascia un solo problema del mondo senza averne parlato; parla di tutto quello che non va, in tutto il mondo ed in questo senso il suo discorso è realmente qualcosa di unico. Ecco la traduzione della versione integrale del suo discorso, un’esclusiva di Radio Italia IRIB. “Io vengo dall’Iran, dalla terra della bellezza e dell’imponenza, dalla terra della scienza e della cultura, la terra della saggezza e delle virtù, dalla culla della filosofia e dello gnosticismo, dalla patria del sole e della luce, la terra degli scienziati, dei saggi, dei filosofi, degli gnostici, dei letterati, la terra di Avicenna, Ferdowsi, Rumi, Hafez, Attar, Khayyam e Shahriar; sono quì in veste di rappresentante di un popolo grande e dignitoso, tra i fondatori della cultura umana e tra gli eredi di essa; sono il rappresentante di gente saggia, innamorata della libertà e della pace, affettuosa, che ha assaggiato il sapore amaro delle guerre e delle aggressioni e che ama la pace e la serenità. Il messaggio dell’Iran Oggi sono quì con voi fratelli e sorelle provenienti da tutto il mondo per parlare per l’ottava volta in otto anni di servizio al popolo del mio paese, e dimostrare al mondo intero che il dignitoso popolo dell’Iran, proprio come il suo passato splendente, ha ancora oggi un pensiero rivolto a tutto il mondo e non rinuncerà a qualsiasi sforzo per lo sviluppo ed il rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilità nel mondo; e l’Iran sa che questo non sarà possibile se non con la cooperazione e l’aiuto degli altri. Sono quì per riferire a voi rispettabili presenti il messaggio divino degli uomini e delle donne del mio paese. Un messaggio che il maestro dell’orazione della terra d’Iran, Saadi di Shiraz, ha reso immortale in questi due versi: I figli di Adamo sono uno parte dell’altro, dato che sono creati da un unico gioiello quando la vita reca male ad una di queste parti, le altre parti perdono la propria quiete. Nei sette anni precedenti ho parlato delle sfide e delle soluzioni e dell’orizzonte dinanzi al mondo ed oggi voglio osservare questo argomento da un’altra angolatura. Passano migliaia di anni dalla diffusione sulla terra dei figli di Adamo, figli che con colori, gusti, lingue e tradizioni differenti hanno tutti sognato la costruzione di una società piena di amore, per raggiungere una vita più bella e stabilire il benessere, la pace e la sicurezza. Come sarebbe il mondo se… Nonostante lo zelo incessante dei buoni e dei grandi riformatori e degli amanti della giustizia e nonostante i tanti sacrifici delle masse popolari per raggiungere la felicità e la vittoria, tranne delle piccole eccezioni, la storia dell’umanità è stata piena di sconfitte e fatti amari. Immaginatevi cosa sarebbe successo se gli egoismi, le mancanze di fiducia, le dittature, non ci fossero state e se nessuno avesse usurpato i diritti altrui? Se invece della ricchezza e del consumo, il rispetto ad una persona dipendesse dalle sue virtù? Se l’uomo non avesse attraversato il periodo nero del medioevo, se i potenti non avessero impedito il progresso in quel periodo? Se non ci fossero state le crociate, ed il periodo dello schiavismo, ed il colonialismo? Se non ci fossero stati i due conflitti mondiali e le guerre in Corea e Vietnam e non ci fossero state le guerre che ci sono state in Africa, America Latina e nei Balcani? Se invece dell’occupazione della Palestina e l’imposizione di un falso regime ad essa e la costrinzione di migliaia di persone a lasciare le proprie case si fosse fatto dell’altro? Se non ci fosse stata la guerra di Saddam contro l’Iran ed i potenti di quel tempo invece del sostegno a Saddam avessero sostenuto i diritti del popolo iraniano? Se non si fosse verificato l’amaro fatto dell’11 Settembre e se non ci fossero state le aggressioni contro Iraq ed Afghanistan e se invece di gettare a mare il corpo di un imputato ucciso senza processo si avesse deciso di processarlo in modo che la verità venisse a galla? Se non si fosse usato il terrorismo e l’estremismo per portare avanti politiche espansioniste? Se le armi si fossero trasformate in penne per scrivere e se i budget militari fossero stati usati per il benessere e l’amicizia tra i popoli? Se non si scatenasse in continuazione il tam tam delle divergenze etniche, religiose e razziali e se queste divergenze non venissero usate per raggiungere scopi politici ed economici? Se invece del finto sostegno alla libertà di espressione quando si tratta di offendere le sacralità umane ed i messaggeri divini - che sono gli uomini più puri ed affettuosi e sono i più grandi doni di Dio all’umanità - si permettesse la critica alle politiche di dominio ed alle azioni del sionismo internazionale? Se le agenzie di stampa mondiali potessero diffondere liberamente le verità? Se il Consiglio di Sicurezza non fosse sotto il dominio di pochi paesi e se l’Onu fosse in grado di agire in maniera veramente indipendente? Se gli istituti economici mondiali non fossero sotto pressione e riuscissero ad esprimersi veramente sulla base delle indicazioni dei propri esperti? Se i capitalisti mondiali non sacrificassero l’economia dei paesi deboli per i propri interessi? Se questa gente non sacrificasse la gente per rimediare ai propri errori? Se a dominare le relazioni internazionali fosse stata la sincerità e tutti i popoli e governi avessero potuto partecipare alla gestione del mondo in maniera giusta e con eguaglianza? E se non ci fossero decine di altre situazioni inconvenienti per l’umanità, immaginatevi che bella vita avremmo oggi e che bella storia avrebbe l’essere umano. Ma ora bisogna dare pure uno sguardo alla situazione odierna del mondo. La situazione del mondo di oggi a) Situazione economica La povertà ed il divario tra ricchi e poveri aumentano. Il debito estero dei 18 paesi maggiormente industrializzati del mondo ha oltrepassato i 60 mila miliardi di dollari e pensare che solo la retribuzione della metà di questo debito agli altri popoli risolverebbe per sempre il problema della povertà nel mondo. L’economia basata sul consumismo ha portato solo alla schiavitù dei popoli a favore di un gruppo limitato. La creazione di asset di carta, facendo leva sulla potenza e sul dominio sui centri economici mondiali, è la più grande frode della storia ed uno degli elementi che ha originato la crisi economica mondiale. Un rapporto dimostra che un solo governo ha creato 32 mila miliardi di dollari di averi ‘di carta’. La programmazione dello sviluppo sulla base del capitalismo, conduce in un vicolo cieco, e crea competizione distruttiva che in pratica ha dimostrato di essere fallimentare. b) Situazione culturale Le virtù morali come la lealtà, la purezza, la sincerità, l’affetto, l’altruismo dal punto di vista dei politici che dominano i centri di potere del mondo, sono tutti concetti superati ed un ostacolo al raggiungimento dei loro obbiettivi. Si dice ufficialmente che la politica e la società non c’entra con la moralità e l’etica. Le culture originali e preziose che sono l’esito di secoli di sforzi e sono il punto d’incontro dell’amicizia degli uomini e dei popoli e sono motivo di varietà e di ricchezza culturale e sociale sono minacciate ed in via di estinzione. Con l’umiliazione e la distruzione sistematica delle identità culturali si propina alla gente un tipo di vita senza identità personale e sociale. La famiglia, che è il più prezioso centro per l’educazione degli uomini ed è il nucleo della creazione e della diffusione dell’amore e dell’umanità è stata indebolita a dismisura ed il suo ruolo costruttivo sta per essere distrutto. La personalità ed il ruolo centrale della donna, che è un essere celestiale ed il simbolo della bellezza e dell’affetto di Dio e la colonna della stabilità della società, è stata strumentalizzata e danneggiata da ricchi e potenti. Lo spirito umano è triste e la vera essenza dell’uomo è stata annichilita ed umiliata. c) Situazione di politica e sicurezza L’unilateralismo ed i doppi standard, l’imposizione delle guerre e della mancanza di sicurezza e dell’occupazione per soddisfare interessi economici o esigenze di dominio, è divenuta pratica abituale. La corsa alle armi e la minaccia con le armi atomiche e le armi di distruzione di massa attraverso le grandi potenze è diventato una pratica abituale. La sperimentazione di armi sempre più devastanti, super moderne e il minacciare gli altri dicendo che si possiedono queste armi e la promessa dell’uso di queste al momento opportuno, ha dato vita ad una nuova forma di espressione al livello politico che serve a terrorizzare i popoli e sottometterli. Minacciare di una aggressione militare ai danni del grande popolo dell’Iran, ad opera dei sionisti senza cultura, è un esempio palese di quest’amara verità. La mancanza di fiducia domina le relazioni internazionali e non vi è un punto di riferimento realmente giusto ed equo a cui poter fare riferimento per risolvere le contese. Persino coloro che hanno migliaia di bombe atomiche e tutta una gamma di armi spaventose, non si sentono al sicuro. d) Situazione ambientale L’ambiente è la ricchezza comune di tutti noi ed appartiene a tutta l’umanità ed è la garanzia per il proseguimento della vita umana; ma per via delle ambizioni e delle scorrerie di un gruppo di sprovveduti e irresponsabili, per lo più capitalisti, sta subendo i peggiori danni e come esito, la siccità, le inondazioni, i sismi ed i diversi tipi di inquinamento, stanno mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza umana. Lo scontento è generale Amici! Come osservate nonostante il progresso raggiunto, i figli di Adamo non hanno ancora realizzato i loro sogni. C’è qualcuno tra di voi che pensi che l’attuale ordine mondiale possa regalare la felicità alla società umana? Tutti sono insoddisfatti delle condizioni attuali e del sistema dominante a livello internazionale e per di più non hanno nemmeno tante speranze nel futuro. Di chi è la colpa? Cari colleghi! Gli uomini non si meritano una situazione del genere e Dio, il Buono, il Saggio, ama tutti gli uomini e non ha certo voluto per noi una condizione simile. Egli ha chiesto all’uomo, che è il migliore delle sue creature, di vivere sulla terra nel migliore dei modi e con bellezza, giustizia, amore e dignità. Ed allora pensiamoci. Sinceramente, chi è responsabile della situazione attuale? Alcuni cercano di definire ‘naturale’ questa situazione ed addirittura definirla volere di Dio e per giunta puntano il dito contro la gente, contro i popoli e presentano loro come i responsabili. Dicono: “Sono i popoli che accettano l’ineguaglianza e l’ingiustizia. Sono i popoli che sono disposti a farsi sottomettere dalle dittature e dall’avidità di alcuni. Sono i popoli che si arrendono al volere ‘imperiale’ e di dominio di alcuni. Sono i popoli che si fanno ingannare dalla propaganda di gruppi di potere e quindi alla fine, ciò che capita di male alla comunità internazionale è l’esito dell’operato dei popoli”. Questo è il ragionamento di coloro che addossano la colpa ai popoli per giustificare le azioni odiose e distruttive di una cricca che domina il mondo. Anche se queste pretese fossero state verità, non avrebbero giustificato lo stesso la permanenza di un sistema ingiusto al livello internazionale. Ecco come sono fatti veramente i popoli Tutti si ricordino che la verità è che la povertà e la debolezza viene imposta ai popoli e che le ambizioni e la brama di ricchezza dei dominatori del mondo vengono esauditi a scapito dei popoli, con l’inganno ed alle volte con la forza delle armi. Loro per giustificare le loro azioni anti-umane usano la teoria della sopravvivenza del più forte e parlano della ‘razza superiore’. Ciò mentre la maggior parte delle persone in tutto il mondo aspira alla giustizia ed è sempre pronta ad accettare la giustizia ed insegue assolutamente la dignità, il benessere, l’amore. Le masse popolari non hanno mai desiderato fare conquiste ed ottenere con la guerra ricchezze mitiche. I popoli non hanno divergenze, non hanno avuto nessuna colpa nei fatti amari della storia, sono stati solo ‘le vittime’. Io non credo che le masse musulmane, cristiane, ebraiche, induiste, buddiste ed ecc… abbiano dei problemi fra di loro. Loro si amano facilmente, vivono in una atmosfera di amicizia, e vogliono tutti purezza giustizia ed affetto. In generale le richieste dei popoli sono sempre state positive e l’aspetto comune tra di loro, è la loro propensione per istinto verso la bellezza e le virtù divine ed i valori umani. È giusto dire quindi che la responsabilità dei fatti amari della storia e delle condizioni inconvenienti di oggi, è della gestione del mondo e dei potenti del mondo che hanno venduto l’anima a Satana. L’ordine mondiale di oggi è un ordine che ha le sue radici nel pensiero anti-umano dello schiavismo, nel colonialismo vecchio e nuovo, ed è responsabile della povertà, della corruzione, dell’ignoranza, dell’ingiustizia e della discriminazione diffusa in tutte le parti del mondo. L’ordine mondiale attuale La gestione attuale del mondo ha delle caratteristiche ed io ne voglio citare qualcuna. Primo: è basata sul pensiero materiale e per questo non sente il dovere di rispettare i principi morali. Secondo: è basato sull'egoismo, l'inganno e l'odio. Terzo: effettua una classificazione degli uomini, umilia certi popoli, usurpa i diritti di altri ed è basata sul dominio. Quarto: è alla ricerca della diffusione del dominio attraverso l'intensificazione delle divisioni e delle divergenze tra i popoli e le nazioni. Quinto: cerca di concentrare nelle mani di pochi paesi il potere, la ricchezza, la scienza e la tecnologia umana. Sesto: l'organizzazione politica dei centri principali del potere mondiale, è basata sul dominio e sulla forza che un paese ha e che è superiore a quella di altri paesi. Gli enti internazionali pertanto sono centri per acquisire potere, ma non per creare pace e servire tutti i popoli. Settimo: il sistema che domina il mondo è discriminatorio e basato sull'ingiustizia. Cenno alle elezioni negli Stati Uniti ed al movimento del 99% - E voi, credete che solo per servire l'umanità, un gruppo sia disposto a spendere centinaia di milioni di dollari per la campagna elettorale? - Anche se ci sono grandi partiti nei paesi maggiormente industrializzati, in questi paesi spendere nella campagna di un candidato è diventata un investimento. - In questi paesi la gente è costretta a scegliere i partiti; ma ciò mentre una parte minimale della gente ha il tesserino dei partiti ed è membro di essi. - La volontà della gente, negli Stati Uniti ed in Europa, ha una minima influenza sulle politiche interne ed estere e la gente non sa dove sbattere la testa; anche se la gente forma il 99% della sua società, non può partecipare alla gestione del paese. - I valori umani e morali vengono sacrificati sull'altare delle elezioni e si fanno solo promesse alla gente per strappare il voto. Come deve essere il nuovo ordine mondiale? Amici e colleghi cari! Cosa bisogna fare? Qual'è la soluzione? Non c'è dubbio che il mondo ha bisogno di nuovo pensiero e nuovo ordine. Un ordine in cui: 1- L'uomo venga riconsiderato la più eccelsa creatura divina e ad esso venga riconosciuto il diritto di avere una vita caratterizzata da aspetti sia materiali che morali e venga riconosciuto il valore elevato della sua anima e venga riconosciuta legittima la sua propensione istintiva alla giustizia ed alla verità. 2- Invece dell'umiliazione e della classificazione degli uomini e delle nazioni, si pensi alla rinascita della dignità e del carattere sacro dell'uomo. 3- Si cerchi di creare, in tutto il mondo, pace, sicurezza stabile e benessere. 4- La nuova struttura venga costruita sulla base della fiducia e dell'amore tra gli uomini, si cerchi di avvicinare i cuori, le menti, le mani ed i governanti imparino ad amare la gente. 5- Venga applicato un unico standard nelle leggi e tutti i popoli vengano presi in considerazione alla pari. 6- Coloro che gestiscono il mondo si sentano al servizio della gente e non superiori alla gente. 7- La gestione venga considerato un incarico sacro affidato dalla gente alle persone e non una opportunità per arricchirsi. Come si realizza il nuovo ordine? Signor Segretario, Signore e Signori! - Un ordine del genere può realizzarsi senza la cooperazione di tutti alla gestione del mondo? - È chiaro che queste speranze avranno una probabilità per avverarsi solo quando tutte le nazioni inizieranno a pensare in dimensione internazionale e saranno seriamente decise a partecipare all'amministrazione del mondo. - Con l'aumento del livello di consapevolezza, ci sarà sempre una maggiore richiesta per una nuova gestione del mondo. - Questa è l'era dei popoli e la loro volontà sarà determinante per il domani del mondo. Pertanto è degno un impegno collettivo in queste direzioni: 1) Fare affidamento al Signore ed opporsi con tutta la forza alle ambizioni ed a coloro che vogliono più di quanto spetta loro per isolarli ed indurli a rinunciare al vizio di voler decidere al posto dei popoli. 2) Credere nell'aiuto divino e cercare di compattare ed avvicinare le comunità umane. I popoli ed i governi eletti dai popoli devono credere fermamente nelle proprie capacità e devono avere la forza per lottare contro il sistema ingiusto vigente e difendere i diritti umani. 3) Insistere nell'applicazione della giustizia in tutte le relazioni e rafforzare l'unità e l'amicizia, ampliare le relazioni culturali, sociali, economiche e politiche nell'ambito delle ong e delle organizzazione specializzate, in modo da preparare il terreno fertile per l'amministrazione collettiva del mondo. 4) Riformare la struttura dell'Onu sulla base degli interessi di tutti ed il bene del mondo intero. Bisogna ricordare che l'Onu appartiene a tutti i popoli e per questo discriminare i membri è una grande offesa alle nazioni. L'esistenza di differenze, vantaggi, diritti e privilegi non può essere accettabile, in nessuna forma ed in nessuna misura. 5) Cercare di produrre leggi e strutture basate sempre più sulla letteratura dell'amore, della giustizia e della libertà. L'amministrazione collettiva del mondo è una garanzia per la pace stabile. Il Movimento dei Non Allineati, il più grande ente internazionale dopo l'Assemblea Generale dell'Onu, comprendendo l'importanza di questo argomento e con una profonda comprensione del ruolo svolto dalla cattiva gestione del mondo nei problemi di oggi, ha dedicato il suo 16esimo summit, a Teheran, alla "amministrazione collettiva mondiale". In questo summit alla quale hanno partecipato attivamente i rispettabili rappresentanti di oltre 120 paesi, è stata ribadita l'importanza della partecipazione seria dei popoli nell'amministrazione mondiale. Siamo giunti al punto di svolta della storia - Fortunatamente siamo ormai giunti al punto di svolta della storia. Da una parte il sistema marxista non ha più posto nel mondo e di fatto è stato cancellato dalla scienza amministrativa e dall'altra parte anche il sistema capitalista è impantanato in una palude che ha creato con le sue stesse mani e non ha nemmeno una via d'uscita; non ha soluzioni per i problemi economici, politici, di sicurezza e culturali del mondo e pertanto è in un vicolo cieco sotto il profilo amministrativo. Il Nam ha l'onore di dichiarare ancora una volta che la sua storica decisione, e cioè quella di negare i poli del potere e le loro dottrine, è stata esatta. - Oggi, il qui presente, come rappresentante del Movimento dei Non Allineati, invita tutte le nazioni del mondo a svolgere un ruolo più attivo nella gestione del mondo e ad impegnarsi affinché ciò si possa avverare. La necessità di superare gli ostacoli che si presentano dinanzi a questa prospettiva si sente più che mai. - L'Onu, oggi, ha perso la sua efficienza e di questo andamento, presto nessuno crederà più negli enti internazionali per difendere i diritti dei popoli. Questo sarebbe un danno gravissimo per il nostro mondo. - Le Nazioni Unite sono state fondate con l'obbiettivo di creare giustizia e tutelare i diritti di tutti. Ma questa stessa organizzazione oggi è affetta da discriminazione ed è diventata uno strumento, per pochi paesi, per imporre la loro ingiustizia a tutto il mondo. Il diritto di veto e la concentrazione del potere nel Consiglio di Sicurezza, impedisce di fatto che i diritti dei popoli vengano difesi realmente. - La necessità di riformare la struttura è un argomento importante di cui hanno parlato moltissimo i rappresentanti di diversi paesi, ma finora nessuna modifica è stata apportata. - Quì pertanto, chiedo ai membri dell'Assemblea Generale ed al Segretario ed ai suoi colleghi di seguire con serietà l'argomento delle riforme e ideare una prassi adeguata per l'attuazione di queste. In quest'ambito, il movimento dei Non Allineati sarà disposto a dare il proprio aiuto e supporto. …Lui verrà Signor Segretario, amici e colleghi cari! - Far dominare la pace e la stabilità sulla terra e creare una vita felice per gli esseri umani, è una missione grande e storica, ma possibile. Dio, il Benevole, non ci ha lasciati soli in questa missione ed ha affermato che quel giorno, in cui l'uomo raggiungerà la perfezione, arriverà di sicuro, perché se non arrivasse ciò sarebbe in contrasto con la Saggezza divina. - Dio ha promesso l'arrivo in terra di un uomo fatto di amore, che ama la gente, che porterà la giustizia, e che si chiamerà Mahdi (che Dio affretti la sua venuta/ndr) e che verrà accompagnato da Gesù (la pace sia con lui) e da altri grandi riformatori che usando le capacità degli uomini e delle donne di questa terra e di tutti i popoli: ripeto usando le capacità degli uomini e delle donne di tutti i popoli, guiderà la società umana nel raggiungimento della felicità. - L'arrivo del Salvatore sarà una nuova nascita, una nuova vita. Sarà l'inizio della vera vita e della pace e della sicurezza duratura. - Il suo arrivo sarà la fine dell'ingiustizia, del male, della povertà, della discriminazione e l'inizio del bene, della giustizia, dell'amore, della fratellanza. - Lui verrà per dare inizio al periodo di vero progresso e di gioia dell'uomo. - Lui verrà per cancellare gli ostacoli dell'ignoranza e delle superstizioni e per aprire le porte della scienza e della conoscenza, creando un mondo pieno di sapere, nella quale tutti partecipano alla gestione del mondo. - Lui verrà per regalare a tutti gli uomini l'affetto, la speranza, la dignità. - Lui verrà affinché tutti gli uomini assaggino il sapore dolce dell'essere umani e del vivere insieme agli altri. - Lui verrà perché le mani si stringano col calore ed i cuori siano pieni di amore e le menti piene di pensieri puri, tutto al servizio della sicurezza, del benessere e della felicità umana. - Lui verrà affinché tutti i figli neri, bianchi, rossi e gialli di Adamo tornino a vivere insieme in una casa dopo un lungo e buio periodo di lontananza. - L'arrivo del Salvatore, di Gesù e dei loro compagni non sarà accompagnato dalla guerra, ma si realizzerà attraverso la presa di coscienza dei popoli, con la diffusione dell'amore, e loro determineranno il futuro eternamente felice dell'umanità con il sole della scienza e della libertà e ciò risveglierà dall'inverno il corpo gelato del nostro mondo. Lui regalerà la Primavera all'umanità. Lui è la Primavera stessa e con il suo arrivo l'inverno dell'esistenza umana, incatenato dall'ignoranza, la povertà e la guerra, rinascerà facendo fiorire l'imponenza dell'uomo. - Sin da ora si può sentire nell'aria il buon profumo della Primavera. Un Primavera che è iniziata e non appartiene a nessuna razza, popolo o zona particolare e che presto investirà tutte le terre, l'Asia, l'Europa, l'Africa e le Americhe. - Lui è la Primavera di tutti coloro che vogliono la giustizia, la libertà e che credono nei profeti del Signore. Lui è la Primavera dell'uomo e lo sfarzo di tutti i tempi. Venite tutti ad aiutare e ad agevolare la sua venuta. Che sia lodata la Primavera, che sia lodata la Primavera ed ancora, che sia lodata la Primavera!

05 ottobre 2012

Meglio morti subito che ancora Monti dopo

Alla Trimurti della Trilaterale, del Bilderberg e della Goldman Sachs, cioè TriMonti, vorrebbero concedere il bis, ovvero a lui il bissamento al Governo e all’Italia l’inabissamento nella cloaca della Storia, passando per il peggiore dei Gabinetti dei poteri sporchi che il nostro Paese abbia mai avuto. Ma Monti la Trinità, non passerà, non lascerà e non raddoppierà, bensì, essendo nessuno eppure trino, sobria divinità gonfiata come un palloncino di gomma dalla carta stampata globale e da investitori stranieri, interessati ad accaparrarsi gli ultimi pezzi dell’argenteria di famiglia, triplicherà i panni sporchi, i sacrifici, le tasse, le bollette e farà sparire i pezzi grossi dell’industria di Stato, sui quali si sono già scatenati i pescicani internazionali. Tutto questo decadimento che sta facendo precipitare l’Italia tra le nazioni pezzenti del capitalismo occidentale e tra i Paesi con le più basse prospettive di crescita del continente, i nostri giornaloni lo chiamano necessità epocale; inoltre, a loro modo di non vedere la realtà, l’opinione pubblica continuerebbe a preferire il Trinariciuto dei poteri storti, al ritorno del trenino dei partiti, responsabile prima dello stazionamento sui binari morti della stagnazione e poi del deragliamento nella letale recessione. I pennivendoli di regime scrivono che quest’astrazione chiamata opinione generale, la quale non ha mai avuto un’idea propria in vita sua, essendo una creazione di chi controlla i mezzi d’informazione, voglia tenersi TriMonti per non finire in fondo al mare poiché, dato lo sfasciamento del sistema politico attuale, solo un Dio ci potrà salvare. Ma ciò che ha i tratti apparenti della discontinuità tra il vecchio ed il nuovo – che per chiamarlo tale ci vuole davvero tanta fantasia essendo i due principali artefici di questa presunta svolta due bisnonni (Napolitano e Monti) – è soltanto un’illusione ottica in quanto questo Esecutivo nominato dal Colle, appoggiato dalla partitocrazia screditata e tenuta per il collo dalle indagini della magistratura, approvato e reclamato dalle cancellerie mondiali, i cui membri sono stati selezionati tra personalità che hanno scalato i gradini della professione leccando i culi coronati del sistema bancario, finanziario e politico di mezzo mondo, è espressione dei soliti apparati invisibili i quali appaiono sulla scena unicamente quando la democrazia formalistica, con le sue opzioni fintamente alternative, passanti per stanche consultazioni elettorali e falsi coinvolgimenti della società civile, s’inceppa e non garantisce più la perpetuazione dei loro meccanismi riproduttivi. A fortiori quando per continuare ad esistere, in quanto conglomerato di poteri smorti al cospetto dei veri dominanti della fase, occorre mettere sul mercato organi strategici che aiutano loro a fare cassa ed il popolo ad entrare nella cassa da morto. Per queste ragioni, quello che fino a ieri era un totem sacro, le elezioni che rendono il popolo esteriormente sovrano, diventano persino una iattura da allontanare al fine di accorciare la filiera decisionale ed accelerare le svendite. Chiamiamoli allora, questi liquidatori di indipendenza nazionale per la prosecuzione della loro misera sopravvivenza, poteri corti, cioè le élite irriformabili di uno Stato mandato all’ammasso con una visione ristrettissima dei processi storici e delle congiunture economiche e con le mani allungate sulle nostre speranze ad arraffare un futuro che non vedrà la luce. Perciò, anziché sottostare a questo lungo stillicidio di sottrazioni del patrimonio pubblico, di smembramento delle proprietà statali e di completa distruzione dell’autonomia della repubblica, c’è da augurarsi un immediato scollamento del tessuto sociale con tutte le conseguenze del caso, nella speranza che dal caos venga fuori qualcosa di meno orribile della tremenda fine in lento avvicinamento. Insomma, meglio Morti subito che ancora Monti dopo, meglio morire ora da uomini semiliberi per rinascere come corpo sovrano che prolungare questa esistenza cadaverica da vili e da servi. di Gianni Petrosillo

04 ottobre 2012

Capitalismo, il virus che intossica i mercati

Udite udite: dalla Bocconi escono cervelli critici, non soltanto dogmaticamente liberal-liberisti come l’esimio Mario Monti. Insegnano storia economica nella famosa università milanese, i professori Massimo Amato e Luca Fantacci, autori di un consigliatissimo libretto pubblicato dalla Donzelli nel luglio scorso, “Come salvare il mercato dal capitalismo”. Il titolo può mettere in sospetto il lettore anti-sistema: non è che questi due, giocando sui concetti di mercato e capitalismo, in realtà hanno l’intenzione di salvare lo status quo che nei fatti vede i due termini come sinonimi? Economia liquida Il fondamento su cui i due bocconiani costruiscono la loro analisi consiste, al contrario, nel disconoscere la sinonimia abituale. Il mercato è l’economia dello scambio misurato attraverso la moneta, il capitalismo è il mercato dominato dalla finanza. Il primo è da salvaguardare, il secondo da combattere e abolire perché rende lo scambio succube della mercificazione del credito. Leggiamo: «Economia di mercato e capitalismo … a ben vedere, sono anzi incompatibili. Il capitalismo è un’economia di mercato con un mercato di troppo: il mercato della moneta e del credito». Di troppo, nel doppio senso negativo che riveste la liquidità o finanziarizzazione: «da una parte, è il carattere del credito, nella misura in cui può essere comprato e venduto su un mercato, il mercato finanziario, come quel luogo dove si investe senza responsabilità e tutti ci guadagnano. D’altra parte la liquidità è anche il carattere eminente della moneta capitalistica, nella misura in cui è una moneta che può essere trattenuta indefinitamente, come forma suprema della ricchezza, come rifugio sicuro in tempi di incertezza, quando non ci si può più fidare di nessuno». In altre parole, il male originario del sistema capitalistico sarebbe nel suo fondarsi sull’illusione del profitto illimitato e abbordabile da tutti, resa possibile da una moneta basata sul debito. Il problema a monte, insomma, è l’economia liquida, è la liquidità definita come «il principio per cui i debiti non sono fatti per essere pagati ma per essere comprati e venduti su quel mercato sui generis che è il mercato finanziario. La liquidità trasforma il rischio inerente a ogni atto di credito… in un rischio ben differente: il rischio che i titoli che rappresentano i debiti non trovino più acquirenti». Che è esattamente la tipica situazione di insolvenza riscontrata nella crisi mondiale di questi anni. Creditore fa rima con debitore Ma, secondo Amato e Fantacci, neppure la finanza è un male di per sé. A patto di intenderla come si dovrebbe intendere l’intera economia: come una relazione di cooperazione, e non di concorrenza. Una cooperazione non certo moralisticamente compassionevole, sia chiaro: il creditore ha interesse che il debitore possa pagare il suo debito, e il debitore ha interesse a pagarlo per non diventarne schiavo. La liquidità o finanziarizzazione opera una scissione, perché rende la relazione una merce, un pezzo di carta rivendibile, e rivendibile in tempi sempre più brevi e veloci (la famosa speculazione). D’altronde questo fa la finanza sanguisuga: compra, vende e rivende, impacchettati e spacchettati, i debiti. E infatti la famigerata crisi greca è scoppiata quando i titoli di debito ellenici hanno smesso di essere vendibili, perché pagabili non lo erano stati mai. Aver mercificato il rapporto creditore-debitore «gli toglie la sua caratteristica di solidarietà intrinseca facendone un titolo negoziabile, toglie alla moneta il suo carattere di misura comune per renderlo un fattore di accumulazione, toglie al lavoro la dignità che si matura nella competenza per consegnarlo alla precarietà». È la lezione del caro vecchio Marx che torna a galla dall’oblio. Peccato che gli ultimi marxisti dei nostri tempi non tocchino mai, paurosi di scottarsi, il tema monetario e creditizio. Invece chi si oppone al lavoro-merce non può non opporsi al credito-merce. Cosa che non avviene perché a sinistra si è dimenticato pure Keynes, che nel capitolo 12 della Teoria generale condanna senza mezzi termini la liquidità come un «feticcio anti-sociale». E allora bisogna chiamare le cose con il loro nome, e qui sta la parte concettualmente più coraggiosa, benché non certo rivoluzionaria, del libro in esame: «l’idea che la moneta sia ricchezza e che il fatto stesso di prestarla meriti di essere premiato è la radice di un male endemico, sociale e insieme umano. Chiamatela come vi pare. Fino a un paio di secoli fa si chiamava usura. Poi gli economisti classici l’hanno chiamata rendita. E l’hanno aspramente criticata. Oggi si chiama tasso d’interesse». Usura e cooperazione La schiavitù dell’interesse è, come avrebbe detto Aristotele, “odiosa” perché costituisce un prelievo forzoso alla fonte sui redditi, perché vampirizza il lavoro e l’impresa togliendo risorse per una sterile accumulazione puramente monetaria (la deflazione, in cui le banche sguazzano facendosi in pratica regalare miliardi dalla Bce senza girarli alle aziende), perché, con la foglia di fico della “finanza democratica” (i fondi gestiti dalle banche), fa credere al comune risparmiatore di poter guadagnare senza lavorare. E così si finisce col far lavorare senza guadagnare, come dimostra la proletarizzazione del ceto medio diffuso. Come se ne esce? Politicamente1, è chiaro. Ma non certo limitandosi a indignarsi, come è in voga dire oggi. Innanzitutto bisogna fare chiarezza teorica su quali sono gli obbiettivi di un’altra finanza: «La finanza deve assolvere due compiti essenziali: finanziare gli scambi e finanziare gli investimenti. Nessuno dei due compiti richiede il mercato del credito o il prestito a interesse. Il finanziamento degli scambi può avvenire attraverso sistemi di compensazione (improntati non alla crescita indefinita delle operazioni finanziarie, ma all’equilibrio degli scambi). Il finanziamento degli investimenti e dell’innovazione può avvenire attraverso forme di compartecipazione alle perdite e ai profitti (all’interno dei quali la crescita non è obbligata, ma semplicemente possibile)». Gli autori chiudono il libro, infatti, con una proposta innovativa: l’introduzione di un doppio corso, con un Euro a vocazione globale – perché piaccia o no la globalizzazione bisogna fronteggiarla – e una moneta di conto complementare, che rifletta i tessuti sociali ed economici locali. E si tratta di un’idea nient’affatto peregrina, dato che esistono numerosi esempi, antichi e attuali, di una felice assenza di mercati finanziari col prestito a interesse: dalle fiere dei cambi rinascimentali alle banche mutualistiche e cooperative, dalla finanza islamica al venture capital, dagli esperimenti di denaro a scadenza durante la Grande Depressione ad alcuni esperimenti di monete locali. Essere ragionevoli è rivoluzionario In concreto, la nuova divisa complementare sarebbe connessa all’istituzione di una camera di compensazione locale, una banca pubblica per piccole e medie imprese che abbiano almeno una parte di clienti e fornitori sul territorio. Ma pubblica non perché usa capitali pubblici ma perché pubblica è la logica che adotta e pubblico è il servizio che rende. Una specie di credito cooperativo, in quanto i partecipanti si concedono il credito mutualmente. «Ciò che caratterizza lo spirito della cooperazione non è il fatto che tutti sempre ‘si vinca’, ma piuttosto il fatto che, si vinca o si perda, il vantaggio e il peso sono sopportati insieme e secondo proporzione.» Banale e un po’ ingenuo riformismo? Mica tanto. Mettere in discussione l’idolatria dei “mercati” signori e padroni è già un atto rivoluzionario. Così come mettere all’indice il ricatto politico ed economico delle banche private come frutto di un vizio strutturale che ha il preciso nome di usura. Solo, non si può soltanto abbaiare alla luna2. Occorre sforzarsi di proporre alternative ragionevoli, imperfette e perfettibili come tutte le proposte. Ma è la direzione che conta. E a me pare quella giusta. Note L’ideologia dominante, quella liberal-capitalistica, l’unica rimasta sul terreno dopo la sconfitta del suo alter ego social-comunista, finora ha impedito di rompere il muro d’omertà sulla dittatura finanziaria: “la finanza ha potuto usurpare lo spazio della politica e asservire l’economia reale solo perché l’ideologia del mercato ha occupato lo spazio della finanza. Frutto di questa ideologia che nessuno, da trent’anni, ha saputo contrastare adeguatamente, il mercato finanziario in quanto tale è un problema. È un problema economico, politico e, infine, umano. È un problema perché ha preteso di fare mercato di una relazione sociale e umana fondamentale, quella fra debitore e creditore. Se solo la poniamo così, l’assurdità del proposito emerge da sola. Occorre dunque una riforma della finanza che le tolga lo spazio usurpato e la riannodi al compito mancato. Togliere alla finanza la forma del mercato, significa rimetterla al servizio dell’economia di mercato. E questo è un compito politico” (Amato-Fantacci, op. cit, pag. 6). Anche perché siamo tutti complici, volontariamente o involontariamente, della mistificazione finanziaria: “il colpevole non è «qualcun altro», giacché i mercati finanziari siamo tutti noi, nella misura in cui condividiamo, socialmente e individualmente, i presupposti antisociali del loro funzionamento. In questo odioso regime dei creditori siamo tutti implicati. Innanzitutto, perché siamo tutti creditori: basta avere un conto in banca per contribuire a creare quella pressione sul debitore che può diventare intollerabile. Ma soprattutto, e più profondamente, perché anche chi non investe in borsa, talvolta perfino chi protesta contro lo strapotere di Wall Street, difficilmente mette in discussione ciò su cui i mercati finanziari si fondano: il dogma della liquidità. Ossia l’idea, apparentemente naturale, secondo cui il denaro contante (la liquidità, appunto) è la forma più sicura di risparmio e, di conseguenza, si può accettare di privarsene solo in cambio di un investimento che sia ugualmente liquido o che frutti un interesse adeguato. Detto altrimenti, questo è il credo generalizzato a cui tutti implicitamente ci atteniamo: la moneta è il sommo bene, e deve generare interesse nella misura in cui è data a credito. Chi accumula denaro, si aspetta che conservi il suo valore. Chi lo cede in prestito, si aspetta di riceverlo aumentato. Lo dà per scontato. E in effetti è scontato, letteralmente, in termini contabili. Così opera il dogma trinitario della liquidità: moneta-credito-interesse, uni e trini, inseparabili” (Amato-Fantacci, op. cit, pag. 10). di Alessio Mannino

03 ottobre 2012

Discorso integrale di Ahmadinejad all'ONU

E’ l’ottavo discorso di Mahmoud Ahmadinejad all’Onu, il più bello, il più emozionante, il più completo. Il presidente dell’Iran non tralascia un solo problema del mondo senza averne parlato; parla di tutto quello che non va, in tutto il mondo ed in questo senso il suo discorso è realmente qualcosa di unico. Ecco la traduzione della versione integrale del suo discorso, un’esclusiva di Radio Italia IRIB. “Io vengo dall’Iran, dalla terra della bellezza e dell’imponenza, dalla terra della scienza e della cultura, la terra della saggezza e delle virtù, dalla culla della filosofia e dello gnosticismo, dalla patria del sole e della luce, la terra degli scienziati, dei saggi, dei filosofi, degli gnostici, dei letterati, la terra di Avicenna, Ferdowsi, Rumi, Hafez, Attar, Khayyam e Shahriar; sono quì in veste di rappresentante di un popolo grande e dignitoso, tra i fondatori della cultura umana e tra gli eredi di essa; sono il rappresentante di gente saggia, innamorata della libertà e della pace, affettuosa, che ha assaggiato il sapore amaro delle guerre e delle aggressioni e che ama la pace e la serenità. Il messaggio dell’Iran Oggi sono quì con voi fratelli e sorelle provenienti da tutto il mondo per parlare per l’ottava volta in otto anni di servizio al popolo del mio paese, e dimostrare al mondo intero che il dignitoso popolo dell’Iran, proprio come il suo passato splendente, ha ancora oggi un pensiero rivolto a tutto il mondo e non rinuncerà a qualsiasi sforzo per lo sviluppo ed il rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilità nel mondo; e l’Iran sa che questo non sarà possibile se non con la cooperazione e l’aiuto degli altri. Sono quì per riferire a voi rispettabili presenti il messaggio divino degli uomini e delle donne del mio paese. Un messaggio che il maestro dell’orazione della terra d’Iran, Saadi di Shiraz, ha reso immortale in questi due versi: I figli di Adamo sono uno parte dell’altro, dato che sono creati da un unico gioiello quando la vita reca male ad una di queste parti, le altre parti perdono la propria quiete. Nei sette anni precedenti ho parlato delle sfide e delle soluzioni e dell’orizzonte dinanzi al mondo ed oggi voglio osservare questo argomento da un’altra angolatura. Passano migliaia di anni dalla diffusione sulla terra dei figli di Adamo, figli che con colori, gusti, lingue e tradizioni differenti hanno tutti sognato la costruzione di una società piena di amore, per raggiungere una vita più bella e stabilire il benessere, la pace e la sicurezza. Come sarebbe il mondo se… Nonostante lo zelo incessante dei buoni e dei grandi riformatori e degli amanti della giustizia e nonostante i tanti sacrifici delle masse popolari per raggiungere la felicità e la vittoria, tranne delle piccole eccezioni, la storia dell’umanità è stata piena di sconfitte e fatti amari. Immaginatevi cosa sarebbe successo se gli egoismi, le mancanze di fiducia, le dittature, non ci fossero state e se nessuno avesse usurpato i diritti altrui? Se invece della ricchezza e del consumo, il rispetto ad una persona dipendesse dalle sue virtù? Se l’uomo non avesse attraversato il periodo nero del medioevo, se i potenti non avessero impedito il progresso in quel periodo? Se non ci fossero state le crociate, ed il periodo dello schiavismo, ed il colonialismo? Se non ci fossero stati i due conflitti mondiali e le guerre in Corea e Vietnam e non ci fossero state le guerre che ci sono state in Africa, America Latina e nei Balcani? Se invece dell’occupazione della Palestina e l’imposizione di un falso regime ad essa e la costrinzione di migliaia di persone a lasciare le proprie case si fosse fatto dell’altro? Se non ci fosse stata la guerra di Saddam contro l’Iran ed i potenti di quel tempo invece del sostegno a Saddam avessero sostenuto i diritti del popolo iraniano? Se non si fosse verificato l’amaro fatto dell’11 Settembre e se non ci fossero state le aggressioni contro Iraq ed Afghanistan e se invece di gettare a mare il corpo di un imputato ucciso senza processo si avesse deciso di processarlo in modo che la verità venisse a galla? Se non si fosse usato il terrorismo e l’estremismo per portare avanti politiche espansioniste? Se le armi si fossero trasformate in penne per scrivere e se i budget militari fossero stati usati per il benessere e l’amicizia tra i popoli? Se non si scatenasse in continuazione il tam tam delle divergenze etniche, religiose e razziali e se queste divergenze non venissero usate per raggiungere scopi politici ed economici? Se invece del finto sostegno alla libertà di espressione quando si tratta di offendere le sacralità umane ed i messaggeri divini - che sono gli uomini più puri ed affettuosi e sono i più grandi doni di Dio all’umanità - si permettesse la critica alle politiche di dominio ed alle azioni del sionismo internazionale? Se le agenzie di stampa mondiali potessero diffondere liberamente le verità? Se il Consiglio di Sicurezza non fosse sotto il dominio di pochi paesi e se l’Onu fosse in grado di agire in maniera veramente indipendente? Se gli istituti economici mondiali non fossero sotto pressione e riuscissero ad esprimersi veramente sulla base delle indicazioni dei propri esperti? Se i capitalisti mondiali non sacrificassero l’economia dei paesi deboli per i propri interessi? Se questa gente non sacrificasse la gente per rimediare ai propri errori? Se a dominare le relazioni internazionali fosse stata la sincerità e tutti i popoli e governi avessero potuto partecipare alla gestione del mondo in maniera giusta e con eguaglianza? E se non ci fossero decine di altre situazioni inconvenienti per l’umanità, immaginatevi che bella vita avremmo oggi e che bella storia avrebbe l’essere umano. Ma ora bisogna dare pure uno sguardo alla situazione odierna del mondo. La situazione del mondo di oggi a) Situazione economica La povertà ed il divario tra ricchi e poveri aumentano. Il debito estero dei 18 paesi maggiormente industrializzati del mondo ha oltrepassato i 60 mila miliardi di dollari e pensare che solo la retribuzione della metà di questo debito agli altri popoli risolverebbe per sempre il problema della povertà nel mondo. L’economia basata sul consumismo ha portato solo alla schiavitù dei popoli a favore di un gruppo limitato. La creazione di asset di carta, facendo leva sulla potenza e sul dominio sui centri economici mondiali, è la più grande frode della storia ed uno degli elementi che ha originato la crisi economica mondiale. Un rapporto dimostra che un solo governo ha creato 32 mila miliardi di dollari di averi ‘di carta’. La programmazione dello sviluppo sulla base del capitalismo, conduce in un vicolo cieco, e crea competizione distruttiva che in pratica ha dimostrato di essere fallimentare. b) Situazione culturale Le virtù morali come la lealtà, la purezza, la sincerità, l’affetto, l’altruismo dal punto di vista dei politici che dominano i centri di potere del mondo, sono tutti concetti superati ed un ostacolo al raggiungimento dei loro obbiettivi. Si dice ufficialmente che la politica e la società non c’entra con la moralità e l’etica. Le culture originali e preziose che sono l’esito di secoli di sforzi e sono il punto d’incontro dell’amicizia degli uomini e dei popoli e sono motivo di varietà e di ricchezza culturale e sociale sono minacciate ed in via di estinzione. Con l’umiliazione e la distruzione sistematica delle identità culturali si propina alla gente un tipo di vita senza identità personale e sociale. La famiglia, che è il più prezioso centro per l’educazione degli uomini ed è il nucleo della creazione e della diffusione dell’amore e dell’umanità è stata indebolita a dismisura ed il suo ruolo costruttivo sta per essere distrutto. La personalità ed il ruolo centrale della donna, che è un essere celestiale ed il simbolo della bellezza e dell’affetto di Dio e la colonna della stabilità della società, è stata strumentalizzata e danneggiata da ricchi e potenti. Lo spirito umano è triste e la vera essenza dell’uomo è stata annichilita ed umiliata. c) Situazione di politica e sicurezza L’unilateralismo ed i doppi standard, l’imposizione delle guerre e della mancanza di sicurezza e dell’occupazione per soddisfare interessi economici o esigenze di dominio, è divenuta pratica abituale. La corsa alle armi e la minaccia con le armi atomiche e le armi di distruzione di massa attraverso le grandi potenze è diventato una pratica abituale. La sperimentazione di armi sempre più devastanti, super moderne e il minacciare gli altri dicendo che si possiedono queste armi e la promessa dell’uso di queste al momento opportuno, ha dato vita ad una nuova forma di espressione al livello politico che serve a terrorizzare i popoli e sottometterli. Minacciare di una aggressione militare ai danni del grande popolo dell’Iran, ad opera dei sionisti senza cultura, è un esempio palese di quest’amara verità. La mancanza di fiducia domina le relazioni internazionali e non vi è un punto di riferimento realmente giusto ed equo a cui poter fare riferimento per risolvere le contese. Persino coloro che hanno migliaia di bombe atomiche e tutta una gamma di armi spaventose, non si sentono al sicuro. d) Situazione ambientale L’ambiente è la ricchezza comune di tutti noi ed appartiene a tutta l’umanità ed è la garanzia per il proseguimento della vita umana; ma per via delle ambizioni e delle scorrerie di un gruppo di sprovveduti e irresponsabili, per lo più capitalisti, sta subendo i peggiori danni e come esito, la siccità, le inondazioni, i sismi ed i diversi tipi di inquinamento, stanno mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza umana. Lo scontento è generale Amici! Come osservate nonostante il progresso raggiunto, i figli di Adamo non hanno ancora realizzato i loro sogni. C’è qualcuno tra di voi che pensi che l’attuale ordine mondiale possa regalare la felicità alla società umana? Tutti sono insoddisfatti delle condizioni attuali e del sistema dominante a livello internazionale e per di più non hanno nemmeno tante speranze nel futuro. Di chi è la colpa? Cari colleghi! Gli uomini non si meritano una situazione del genere e Dio, il Buono, il Saggio, ama tutti gli uomini e non ha certo voluto per noi una condizione simile. Egli ha chiesto all’uomo, che è il migliore delle sue creature, di vivere sulla terra nel migliore dei modi e con bellezza, giustizia, amore e dignità. Ed allora pensiamoci. Sinceramente, chi è responsabile della situazione attuale? Alcuni cercano di definire ‘naturale’ questa situazione ed addirittura definirla volere di Dio e per giunta puntano il dito contro la gente, contro i popoli e presentano loro come i responsabili. Dicono: “Sono i popoli che accettano l’ineguaglianza e l’ingiustizia. Sono i popoli che sono disposti a farsi sottomettere dalle dittature e dall’avidità di alcuni. Sono i popoli che si arrendono al volere ‘imperiale’ e di dominio di alcuni. Sono i popoli che si fanno ingannare dalla propaganda di gruppi di potere e quindi alla fine, ciò che capita di male alla comunità internazionale è l’esito dell’operato dei popoli”. Questo è il ragionamento di coloro che addossano la colpa ai popoli per giustificare le azioni odiose e distruttive di una cricca che domina il mondo. Anche se queste pretese fossero state verità, non avrebbero giustificato lo stesso la permanenza di un sistema ingiusto al livello internazionale. Ecco come sono fatti veramente i popoli Tutti si ricordino che la verità è che la povertà e la debolezza viene imposta ai popoli e che le ambizioni e la brama di ricchezza dei dominatori del mondo vengono esauditi a scapito dei popoli, con l’inganno ed alle volte con la forza delle armi. Loro per giustificare le loro azioni anti-umane usano la teoria della sopravvivenza del più forte e parlano della ‘razza superiore’. Ciò mentre la maggior parte delle persone in tutto il mondo aspira alla giustizia ed è sempre pronta ad accettare la giustizia ed insegue assolutamente la dignità, il benessere, l’amore. Le masse popolari non hanno mai desiderato fare conquiste ed ottenere con la guerra ricchezze mitiche. I popoli non hanno divergenze, non hanno avuto nessuna colpa nei fatti amari della storia, sono stati solo ‘le vittime’. Io non credo che le masse musulmane, cristiane, ebraiche, induiste, buddiste ed ecc… abbiano dei problemi fra di loro. Loro si amano facilmente, vivono in una atmosfera di amicizia, e vogliono tutti purezza giustizia ed affetto. In generale le richieste dei popoli sono sempre state positive e l’aspetto comune tra di loro, è la loro propensione per istinto verso la bellezza e le virtù divine ed i valori umani. È giusto dire quindi che la responsabilità dei fatti amari della storia e delle condizioni inconvenienti di oggi, è della gestione del mondo e dei potenti del mondo che hanno venduto l’anima a Satana. L’ordine mondiale di oggi è un ordine che ha le sue radici nel pensiero anti-umano dello schiavismo, nel colonialismo vecchio e nuovo, ed è responsabile della povertà, della corruzione, dell’ignoranza, dell’ingiustizia e della discriminazione diffusa in tutte le parti del mondo. L’ordine mondiale attuale La gestione attuale del mondo ha delle caratteristiche ed io ne voglio citare qualcuna. Primo: è basata sul pensiero materiale e per questo non sente il dovere di rispettare i principi morali. Secondo: è basato sull'egoismo, l'inganno e l'odio. Terzo: effettua una classificazione degli uomini, umilia certi popoli, usurpa i diritti di altri ed è basata sul dominio. Quarto: è alla ricerca della diffusione del dominio attraverso l'intensificazione delle divisioni e delle divergenze tra i popoli e le nazioni. Quinto: cerca di concentrare nelle mani di pochi paesi il potere, la ricchezza, la scienza e la tecnologia umana. Sesto: l'organizzazione politica dei centri principali del potere mondiale, è basata sul dominio e sulla forza che un paese ha e che è superiore a quella di altri paesi. Gli enti internazionali pertanto sono centri per acquisire potere, ma non per creare pace e servire tutti i popoli. Settimo: il sistema che domina il mondo è discriminatorio e basato sull'ingiustizia. Cenno alle elezioni negli Stati Uniti ed al movimento del 99% - E voi, credete che solo per servire l'umanità, un gruppo sia disposto a spendere centinaia di milioni di dollari per la campagna elettorale? - Anche se ci sono grandi partiti nei paesi maggiormente industrializzati, in questi paesi spendere nella campagna di un candidato è diventata un investimento. - In questi paesi la gente è costretta a scegliere i partiti; ma ciò mentre una parte minimale della gente ha il tesserino dei partiti ed è membro di essi. - La volontà della gente, negli Stati Uniti ed in Europa, ha una minima influenza sulle politiche interne ed estere e la gente non sa dove sbattere la testa; anche se la gente forma il 99% della sua società, non può partecipare alla gestione del paese. - I valori umani e morali vengono sacrificati sull'altare delle elezioni e si fanno solo promesse alla gente per strappare il voto. Come deve essere il nuovo ordine mondiale? Amici e colleghi cari! Cosa bisogna fare? Qual'è la soluzione? Non c'è dubbio che il mondo ha bisogno di nuovo pensiero e nuovo ordine. Un ordine in cui: 1- L'uomo venga riconsiderato la più eccelsa creatura divina e ad esso venga riconosciuto il diritto di avere una vita caratterizzata da aspetti sia materiali che morali e venga riconosciuto il valore elevato della sua anima e venga riconosciuta legittima la sua propensione istintiva alla giustizia ed alla verità. 2- Invece dell'umiliazione e della classificazione degli uomini e delle nazioni, si pensi alla rinascita della dignità e del carattere sacro dell'uomo. 3- Si cerchi di creare, in tutto il mondo, pace, sicurezza stabile e benessere. 4- La nuova struttura venga costruita sulla base della fiducia e dell'amore tra gli uomini, si cerchi di avvicinare i cuori, le menti, le mani ed i governanti imparino ad amare la gente. 5- Venga applicato un unico standard nelle leggi e tutti i popoli vengano presi in considerazione alla pari. 6- Coloro che gestiscono il mondo si sentano al servizio della gente e non superiori alla gente. 7- La gestione venga considerato un incarico sacro affidato dalla gente alle persone e non una opportunità per arricchirsi. Come si realizza il nuovo ordine? Signor Segretario, Signore e Signori! - Un ordine del genere può realizzarsi senza la cooperazione di tutti alla gestione del mondo? - È chiaro che queste speranze avranno una probabilità per avverarsi solo quando tutte le nazioni inizieranno a pensare in dimensione internazionale e saranno seriamente decise a partecipare all'amministrazione del mondo. - Con l'aumento del livello di consapevolezza, ci sarà sempre una maggiore richiesta per una nuova gestione del mondo. - Questa è l'era dei popoli e la loro volontà sarà determinante per il domani del mondo. Pertanto è degno un impegno collettivo in queste direzioni: 1) Fare affidamento al Signore ed opporsi con tutta la forza alle ambizioni ed a coloro che vogliono più di quanto spetta loro per isolarli ed indurli a rinunciare al vizio di voler decidere al posto dei popoli. 2) Credere nell'aiuto divino e cercare di compattare ed avvicinare le comunità umane. I popoli ed i governi eletti dai popoli devono credere fermamente nelle proprie capacità e devono avere la forza per lottare contro il sistema ingiusto vigente e difendere i diritti umani. 3) Insistere nell'applicazione della giustizia in tutte le relazioni e rafforzare l'unità e l'amicizia, ampliare le relazioni culturali, sociali, economiche e politiche nell'ambito delle ong e delle organizzazione specializzate, in modo da preparare il terreno fertile per l'amministrazione collettiva del mondo. 4) Riformare la struttura dell'Onu sulla base degli interessi di tutti ed il bene del mondo intero. Bisogna ricordare che l'Onu appartiene a tutti i popoli e per questo discriminare i membri è una grande offesa alle nazioni. L'esistenza di differenze, vantaggi, diritti e privilegi non può essere accettabile, in nessuna forma ed in nessuna misura. 5) Cercare di produrre leggi e strutture basate sempre più sulla letteratura dell'amore, della giustizia e della libertà. L'amministrazione collettiva del mondo è una garanzia per la pace stabile. Il Movimento dei Non Allineati, il più grande ente internazionale dopo l'Assemblea Generale dell'Onu, comprendendo l'importanza di questo argomento e con una profonda comprensione del ruolo svolto dalla cattiva gestione del mondo nei problemi di oggi, ha dedicato il suo 16esimo summit, a Teheran, alla "amministrazione collettiva mondiale". In questo summit alla quale hanno partecipato attivamente i rispettabili rappresentanti di oltre 120 paesi, è stata ribadita l'importanza della partecipazione seria dei popoli nell'amministrazione mondiale. Siamo giunti al punto di svolta della storia - Fortunatamente siamo ormai giunti al punto di svolta della storia. Da una parte il sistema marxista non ha più posto nel mondo e di fatto è stato cancellato dalla scienza amministrativa e dall'altra parte anche il sistema capitalista è impantanato in una palude che ha creato con le sue stesse mani e non ha nemmeno una via d'uscita; non ha soluzioni per i problemi economici, politici, di sicurezza e culturali del mondo e pertanto è in un vicolo cieco sotto il profilo amministrativo. Il Nam ha l'onore di dichiarare ancora una volta che la sua storica decisione, e cioè quella di negare i poli del potere e le loro dottrine, è stata esatta. - Oggi, il qui presente, come rappresentante del Movimento dei Non Allineati, invita tutte le nazioni del mondo a svolgere un ruolo più attivo nella gestione del mondo e ad impegnarsi affinché ciò si possa avverare. La necessità di superare gli ostacoli che si presentano dinanzi a questa prospettiva si sente più che mai. - L'Onu, oggi, ha perso la sua efficienza e di questo andamento, presto nessuno crederà più negli enti internazionali per difendere i diritti dei popoli. Questo sarebbe un danno gravissimo per il nostro mondo. - Le Nazioni Unite sono state fondate con l'obbiettivo di creare giustizia e tutelare i diritti di tutti. Ma questa stessa organizzazione oggi è affetta da discriminazione ed è diventata uno strumento, per pochi paesi, per imporre la loro ingiustizia a tutto il mondo. Il diritto di veto e la concentrazione del potere nel Consiglio di Sicurezza, impedisce di fatto che i diritti dei popoli vengano difesi realmente. - La necessità di riformare la struttura è un argomento importante di cui hanno parlato moltissimo i rappresentanti di diversi paesi, ma finora nessuna modifica è stata apportata. - Quì pertanto, chiedo ai membri dell'Assemblea Generale ed al Segretario ed ai suoi colleghi di seguire con serietà l'argomento delle riforme e ideare una prassi adeguata per l'attuazione di queste. In quest'ambito, il movimento dei Non Allineati sarà disposto a dare il proprio aiuto e supporto. …Lui verrà Signor Segretario, amici e colleghi cari! - Far dominare la pace e la stabilità sulla terra e creare una vita felice per gli esseri umani, è una missione grande e storica, ma possibile. Dio, il Benevole, non ci ha lasciati soli in questa missione ed ha affermato che quel giorno, in cui l'uomo raggiungerà la perfezione, arriverà di sicuro, perché se non arrivasse ciò sarebbe in contrasto con la Saggezza divina. - Dio ha promesso l'arrivo in terra di un uomo fatto di amore, che ama la gente, che porterà la giustizia, e che si chiamerà Mahdi (che Dio affretti la sua venuta/ndr) e che verrà accompagnato da Gesù (la pace sia con lui) e da altri grandi riformatori che usando le capacità degli uomini e delle donne di questa terra e di tutti i popoli: ripeto usando le capacità degli uomini e delle donne di tutti i popoli, guiderà la società umana nel raggiungimento della felicità. - L'arrivo del Salvatore sarà una nuova nascita, una nuova vita. Sarà l'inizio della vera vita e della pace e della sicurezza duratura. - Il suo arrivo sarà la fine dell'ingiustizia, del male, della povertà, della discriminazione e l'inizio del bene, della giustizia, dell'amore, della fratellanza. - Lui verrà per dare inizio al periodo di vero progresso e di gioia dell'uomo. - Lui verrà per cancellare gli ostacoli dell'ignoranza e delle superstizioni e per aprire le porte della scienza e della conoscenza, creando un mondo pieno di sapere, nella quale tutti partecipano alla gestione del mondo. - Lui verrà per regalare a tutti gli uomini l'affetto, la speranza, la dignità. - Lui verrà affinché tutti gli uomini assaggino il sapore dolce dell'essere umani e del vivere insieme agli altri. - Lui verrà perché le mani si stringano col calore ed i cuori siano pieni di amore e le menti piene di pensieri puri, tutto al servizio della sicurezza, del benessere e della felicità umana. - Lui verrà affinché tutti i figli neri, bianchi, rossi e gialli di Adamo tornino a vivere insieme in una casa dopo un lungo e buio periodo di lontananza. - L'arrivo del Salvatore, di Gesù e dei loro compagni non sarà accompagnato dalla guerra, ma si realizzerà attraverso la presa di coscienza dei popoli, con la diffusione dell'amore, e loro determineranno il futuro eternamente felice dell'umanità con il sole della scienza e della libertà e ciò risveglierà dall'inverno il corpo gelato del nostro mondo. Lui regalerà la Primavera all'umanità. Lui è la Primavera stessa e con il suo arrivo l'inverno dell'esistenza umana, incatenato dall'ignoranza, la povertà e la guerra, rinascerà facendo fiorire l'imponenza dell'uomo. - Sin da ora si può sentire nell'aria il buon profumo della Primavera. Un Primavera che è iniziata e non appartiene a nessuna razza, popolo o zona particolare e che presto investirà tutte le terre, l'Asia, l'Europa, l'Africa e le Americhe. - Lui è la Primavera di tutti coloro che vogliono la giustizia, la libertà e che credono nei profeti del Signore. Lui è la Primavera dell'uomo e lo sfarzo di tutti i tempi. Venite tutti ad aiutare e ad agevolare la sua venuta. Che sia lodata la Primavera, che sia lodata la Primavera ed ancora, che sia lodata la Primavera!