16 maggio 2013

La paura fa novanta!


 
I due economisti americani, Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart, rispettivamente dell’università di Harvard e dell’università del Maryland, con i loro studi hanno spesso fornito l’alibi “scientifico” a politiche economiche e finanziarie restrittive che hanno provocato effetti negativi dirompenti in molti Paesi, compreso l’Italia  

Recentemente sono venuti alla ribalta per una loro teoria, secondo cui il rapporto debito pubblico/pil al 90% rappresenta il limite massimo oltre il quale inizia il crollo della crescita economica di un Paese. Essa non solo è errata ma si è dimostrato che è il frutto di grossolane manipolazioni statistiche.

Nel frattempo però la citata “quota novanta” è diventata il vangelo in molti centri politici europei, a cominciare da Berlino e dalla Commissione europea di Bruxelles.

Come è sempre stato anche con i responsi delle agenzie di rating, tutti gli oracoli negativi e le terapie depressive originati negli Usa trovano una supina applicazione in Europa! Forse tanta evidente sudditanza meriterebbe una qualche terapia psicoanalitica.

Da anni, soprattutto nel vortice della crisi dell’euro e della destabilizzazione della stessa Ue, le politiche di austerità e di taglio di bilancio imposte ai Paesi europei più indebitati e più deboli sono state giustificate anche con la “teoria del 90%”.

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble nel suo intervento al Parlamento tedesco lo scorso 6 settembre 2011, citava i due economisti americani per sostenere le sue tesi rigoriste. Appena poche settimane fa lo stesso Olli  Rehn, commissario europeo per l’Economia, ha utilizzato gli stessi argomenti per auspicare la politica di ferrea austerità.

Per fortuna molti, anche in Germania, si stanno rendendo conto che simili politiche imposte ai Paesi del Sud Europa stanno riverberando effetti negativi sull’economia tedesca, a partire dal settore auto. Infatti le esportazioni tedesche di automobili di piccola e media cilindrata, solitamente acquistate dalle fasce della popolazione lavorativa dei Paesi mediterranei, sono crollate imponendo anche lì il ricorso alla cassa integrazione in diverse fabbriche.

E’ evidente l’errore dei due economisti succitati. La verità è che quando la crescita si ferma, parte l’aumento del debito pubblico. Lo sforzo perciò dovrebbe essere quello di individuare le migliori proposte per sostenere gli investimenti e la ripresa produttiva.

In verità il duo Rogoff-Reinhart  elaborò subito dopo lo scoppio della grande crisi un'altra teoria meccanicistica, quella dell’ “inflazione controllata”. Sostenevano che per abbreviare il periodo di «doloroso deleveraging (riduzione del debito) e di crescita lenta» ci vuole la spinta di una moderata e controllata inflazione del 4-6 % annuo per diversi anni.

Tale teoria venne subito stoppata dalla Germania, memore della devastante inflazione nel periodo della Repubblica di Weimar. Con l’inflazione non si scherza in quanto è un processo facilmente programmabile al computer ma difficilmente controllabile nella realtà.

Ci auguriamo che i fallimenti di simili teorie riportino l’Europa verso la vecchia ma solida economia sociale di mercato che nei decenni passati è stata determinante nella costruzione di uno sviluppo sociale ed economico più stabile e più equilibrato.


di Mario Lettieri e Paolo Raimondi 

14 maggio 2013

Dell’Odio e dell’Ingiustizia

La Presidente della Camera e il Presidente del Senato se lo chiedono e se lo chiede anche Mentana sbattendosi dietro la porta di Twitter e tanti altri il perchè di tanto odio sul web e quindi nel mondo… ovunque. Ci si chiede ultimamente come mai la libertà di espressione incanali tanto odio sui social network e blog e noi che sul web ci stiamo ci chiediamo preoccupati quanto durerà questa libertà.
“Hate groups” su FB ci sono sempre stati, contro i neri, contro i gay, contro le donne, contro i killer, contro Israele, contro i Musulmani , contro Equitalia, contro Berlusconi, contro la Casta, contro i pannolini Pamper che fanno male al sederino dei bebè … ecc ecc … c’è sempre stato di tutto e per noi che navighiamo è normalità imbatterci in gruppi di questo genere, segnalarli e farli cancellare qualora ci sono espressioni violente, minacce o istigazioni a violenza, razzismo, o odio. Esiste per questo una specifica procedura almeno su FB.
Ancora oggi le persone hanno la possibilità di esprimersi liberamente ma sia in Usa sia qui già si vocifera di mettere un bavaglio alla rete, e non è la prima volta. Cascano dalle nuvole i nostri Presidenti di Camera e Senato, ma dove vivono, in un convento di Orsoline o in un villaggio blindato all’americana? La rete non fa che rifletterci tutti nella nostra comune realtà e questa realtà per la maggioranza è molto dura.
Ma c’è chi di realtà se n’è costruita una a parte, che non è il mondo dove tutti noi viviamo e costoro rappresentano solo una esigua minoranza.
Questa minoranza è la cosiddetta società per-bene che ha porte blindate, allarmi a vetri e porte, cancelli di sicurezza, scorta, gorilla, finestre con gelosie e quando esce di casa ha paura e quando sta in casa anche.
Come non si può essere più che indignati di fronte a persone che fanno ed hanno fatto per oltre 50 anni del codice mafioso e dell’impunità i loro 10 comandamenti e poi vengono a sbatterci sotto al naso anche i loro immeritati privilegi?
E come se non bastasse dopo averla sfangata chi più e chi meno, vengono poi anche glorificati dalle istituzioni e dalla stampa, manco fossero i vati della patria: queste cari presidenti che anelate ai bavagli della rete, sono le fucine che alimentano e provocano un odio arcaico e irrefrenabile, che nulla può fermare, meno che mai un bavaglio. Lo insegna la storia.
E questa ridicola minoranza vestita a cerimonia, avvezza a praticare reiterate ingiustizie quotidiane, angherie, con la sua arroganza sistematica farcita di bugie mediatiche e ipocrisia è una minoranza che neppure un palazzo blindato in acciaio inox e migliaia di uomini potranno mai proteggere da quel che loro stessi con la loro pervicacia e ostinazione quotidiana provocano.
La misura è colma, dovreste comprendere, farvene una ragione e agire di conseguenza , cambiando registro invece di invocare leggi speciali, repressione e bavagli, come facevano i vecchi zar con i sudditi.
di Maria Marie Fadda

12 maggio 2013

In nome del DIO Denaro

“Io sono giunto alla conclusione che tutto ciò che di economia mi hanno insegnato alla università gli esperti della materia si è rivelato totalmente falso!”(F.D.Roosvelt a sir Halifax, il 10.08.1941).

Se volete leggere ed ascoltare questo video potete farlo, a patto che, il vostro passo sia sulla strada del cambiamento altrimenti, si rischia di rimanere imprigionati dalla spirale del "gattopardo".




16 maggio 2013

La paura fa novanta!


 
I due economisti americani, Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart, rispettivamente dell’università di Harvard e dell’università del Maryland, con i loro studi hanno spesso fornito l’alibi “scientifico” a politiche economiche e finanziarie restrittive che hanno provocato effetti negativi dirompenti in molti Paesi, compreso l’Italia  

Recentemente sono venuti alla ribalta per una loro teoria, secondo cui il rapporto debito pubblico/pil al 90% rappresenta il limite massimo oltre il quale inizia il crollo della crescita economica di un Paese. Essa non solo è errata ma si è dimostrato che è il frutto di grossolane manipolazioni statistiche.

Nel frattempo però la citata “quota novanta” è diventata il vangelo in molti centri politici europei, a cominciare da Berlino e dalla Commissione europea di Bruxelles.

Come è sempre stato anche con i responsi delle agenzie di rating, tutti gli oracoli negativi e le terapie depressive originati negli Usa trovano una supina applicazione in Europa! Forse tanta evidente sudditanza meriterebbe una qualche terapia psicoanalitica.

Da anni, soprattutto nel vortice della crisi dell’euro e della destabilizzazione della stessa Ue, le politiche di austerità e di taglio di bilancio imposte ai Paesi europei più indebitati e più deboli sono state giustificate anche con la “teoria del 90%”.

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble nel suo intervento al Parlamento tedesco lo scorso 6 settembre 2011, citava i due economisti americani per sostenere le sue tesi rigoriste. Appena poche settimane fa lo stesso Olli  Rehn, commissario europeo per l’Economia, ha utilizzato gli stessi argomenti per auspicare la politica di ferrea austerità.

Per fortuna molti, anche in Germania, si stanno rendendo conto che simili politiche imposte ai Paesi del Sud Europa stanno riverberando effetti negativi sull’economia tedesca, a partire dal settore auto. Infatti le esportazioni tedesche di automobili di piccola e media cilindrata, solitamente acquistate dalle fasce della popolazione lavorativa dei Paesi mediterranei, sono crollate imponendo anche lì il ricorso alla cassa integrazione in diverse fabbriche.

E’ evidente l’errore dei due economisti succitati. La verità è che quando la crescita si ferma, parte l’aumento del debito pubblico. Lo sforzo perciò dovrebbe essere quello di individuare le migliori proposte per sostenere gli investimenti e la ripresa produttiva.

In verità il duo Rogoff-Reinhart  elaborò subito dopo lo scoppio della grande crisi un'altra teoria meccanicistica, quella dell’ “inflazione controllata”. Sostenevano che per abbreviare il periodo di «doloroso deleveraging (riduzione del debito) e di crescita lenta» ci vuole la spinta di una moderata e controllata inflazione del 4-6 % annuo per diversi anni.

Tale teoria venne subito stoppata dalla Germania, memore della devastante inflazione nel periodo della Repubblica di Weimar. Con l’inflazione non si scherza in quanto è un processo facilmente programmabile al computer ma difficilmente controllabile nella realtà.

Ci auguriamo che i fallimenti di simili teorie riportino l’Europa verso la vecchia ma solida economia sociale di mercato che nei decenni passati è stata determinante nella costruzione di uno sviluppo sociale ed economico più stabile e più equilibrato.


di Mario Lettieri e Paolo Raimondi 

14 maggio 2013

Dell’Odio e dell’Ingiustizia

La Presidente della Camera e il Presidente del Senato se lo chiedono e se lo chiede anche Mentana sbattendosi dietro la porta di Twitter e tanti altri il perchè di tanto odio sul web e quindi nel mondo… ovunque. Ci si chiede ultimamente come mai la libertà di espressione incanali tanto odio sui social network e blog e noi che sul web ci stiamo ci chiediamo preoccupati quanto durerà questa libertà.
“Hate groups” su FB ci sono sempre stati, contro i neri, contro i gay, contro le donne, contro i killer, contro Israele, contro i Musulmani , contro Equitalia, contro Berlusconi, contro la Casta, contro i pannolini Pamper che fanno male al sederino dei bebè … ecc ecc … c’è sempre stato di tutto e per noi che navighiamo è normalità imbatterci in gruppi di questo genere, segnalarli e farli cancellare qualora ci sono espressioni violente, minacce o istigazioni a violenza, razzismo, o odio. Esiste per questo una specifica procedura almeno su FB.
Ancora oggi le persone hanno la possibilità di esprimersi liberamente ma sia in Usa sia qui già si vocifera di mettere un bavaglio alla rete, e non è la prima volta. Cascano dalle nuvole i nostri Presidenti di Camera e Senato, ma dove vivono, in un convento di Orsoline o in un villaggio blindato all’americana? La rete non fa che rifletterci tutti nella nostra comune realtà e questa realtà per la maggioranza è molto dura.
Ma c’è chi di realtà se n’è costruita una a parte, che non è il mondo dove tutti noi viviamo e costoro rappresentano solo una esigua minoranza.
Questa minoranza è la cosiddetta società per-bene che ha porte blindate, allarmi a vetri e porte, cancelli di sicurezza, scorta, gorilla, finestre con gelosie e quando esce di casa ha paura e quando sta in casa anche.
Come non si può essere più che indignati di fronte a persone che fanno ed hanno fatto per oltre 50 anni del codice mafioso e dell’impunità i loro 10 comandamenti e poi vengono a sbatterci sotto al naso anche i loro immeritati privilegi?
E come se non bastasse dopo averla sfangata chi più e chi meno, vengono poi anche glorificati dalle istituzioni e dalla stampa, manco fossero i vati della patria: queste cari presidenti che anelate ai bavagli della rete, sono le fucine che alimentano e provocano un odio arcaico e irrefrenabile, che nulla può fermare, meno che mai un bavaglio. Lo insegna la storia.
E questa ridicola minoranza vestita a cerimonia, avvezza a praticare reiterate ingiustizie quotidiane, angherie, con la sua arroganza sistematica farcita di bugie mediatiche e ipocrisia è una minoranza che neppure un palazzo blindato in acciaio inox e migliaia di uomini potranno mai proteggere da quel che loro stessi con la loro pervicacia e ostinazione quotidiana provocano.
La misura è colma, dovreste comprendere, farvene una ragione e agire di conseguenza , cambiando registro invece di invocare leggi speciali, repressione e bavagli, come facevano i vecchi zar con i sudditi.
di Maria Marie Fadda

12 maggio 2013

In nome del DIO Denaro

“Io sono giunto alla conclusione che tutto ciò che di economia mi hanno insegnato alla università gli esperti della materia si è rivelato totalmente falso!”(F.D.Roosvelt a sir Halifax, il 10.08.1941).

Se volete leggere ed ascoltare questo video potete farlo, a patto che, il vostro passo sia sulla strada del cambiamento altrimenti, si rischia di rimanere imprigionati dalla spirale del "gattopardo".