10 maggio 2008

La maledizione di Mastelkamen


La credibilità del governo si dimostra dal grado di onestà ed imparzialità nell'indirizzare l'opera e la strategia del governo. Si, una volta, adesso con queste divergenze parallele succede il contrario. E' un bene?

Se in Libia sono molto preoccupati per il ritomo al governo di Calderoli, in Italia va tutto bene. Digerita tra le ovazioni l'ascesa alla seconda carica dello Stato di Renato Schifani, reduce da un'allegra vacanza con Totò Cuffaro a Capri, ci si prepara serenamente alla lista dei ministri del Berlusconi III.

Per un pelo, non s'è fatto in tempo a nominare il prof. Marcelletti ministro della Salute: l'hanno arrestato prima. Era andata meglio al prof. Sirchia, prima ministro, poi condannato. La categoria indagati sarà comunque degnamente rappresentata. A parte il premier, imputato in 4 processi, ci sarà Raffaele Fitto: la Procura di Bari ha chiesto il suo rinvio a giudizio per corruzione, una stecca di 500 mila euro targata Angelucci. Dunque ieri, ricevendo una scolaresca e mettendola in guardia dai pericoli del comunismo, il Cainano ha comunicato ai pargoli che l'imputato Fitto sarà ministro degli Affari regionali: infatti i pm lo accusano proprio di affari regionali (quelli nelle cliniche convenzionate dalla Puglia). Un messaggio educativo.

Maroni, condannato per aver picchiato alcuni poliziotti, azzannando il polpaccio a uno di essi, sarà ministro dell'Interno. E Matteoli, rinviato a giudizio per favoreggiamento, avrà le Infrastrutture: infatti gl'indagati che avrebbe favoreggiato erano molto attivi negli abusi edilizi all'Elba. Per la stessa logica meritocratica, Stefania Craxi sarà sottosegretario agli Esteri al posto del fratello Bobo: entrambi esperti di esteri, Hammamet e dintorni. Resta vacante la Giustizia. Si era parlato di Pera, poi frettolosamente rimesso in naftalina; di Giulia Bongiomo, che ha preferito dedicarsi al delitto di Perugia, meno compromettente del governo Berlusconi; e di Claudio Scajola, avvantaggiato dall'aver trascorso, negli anni 80, ben tre mesi in galera (poi fu assolto). In fatto di edilizia carceraria avrebbe garantito una competenza superiore a quella del grossista di pesce nominato consulente da Castelli. Non se n'è fatto nulla.

Poteva andar bene Elio Vito, per via del cugino Alfredo, pregiudicato per corruzione. Niente, andrà ai Rapporti col Parlamento. Resta Angiolino Alfano, che ha il merito di arrivare dalla Sicilia. Sottosegretario alla Giustizia dovrebbe essere l'avv. Giuseppe Consolo, An, condannato in primo grado e poi assolto per aver copiato monografie altrui. A proposito di via Arenula, circola una leggenda: quella secondo cui i ministri della Giustizia sarebbero perseguitati dai giudici. Parola di Mastella, il quale, uscito dal Parlamento, dispensa pareri da vecchia gloria, come Bergomi e Altafini. «I miei guai - giura - sono iniziati dal giorno in cui ho giurato». In realtà, quel giorno, iniziarono i guai del governo Prodi e degl'italiani perbene.

Mastella lamenta che alcuni pm indagassero su di lui senza dirgli niente («può essere mai che un ministro non sappia nulla di quel che sta per capitare a lui e alla sua famiglia?»: ecco, dovevano avvertirlo in anticipo dei futuri arresti, magari per aiutare gl'indagati a inquinare le prove). A suo dire, «il ministero della Giustizia è una maledizione», come dimostrerebbero i guai capitati «ai miei predecessori, da Martelli a Castelli», perché «i magistrati hanno il desiderio di tenerti sotto controllo, insomma di condizionarti».

In realtà i guai di Martelli non dipesero dal fatto che fosse Guardasigilli, ma dal fatto che prendesse le tangenti dalla Ferruzzi (Enimont), da Gelli e da Calvi (Conto Protezione). I guai di Castelli, dalle consulenze regalate ai grossisti di pesce. I guai di Mastella, dai suoi rapporti con faccendieri alla Saladino e Bisignani e dai clientelismi in Ceppalonia. Nel frattempo furono ministri della Giustizia Flick, Fassino e Diliberto, senza alcun guaio: non violavano la legge. Ebbero guai, ma non con la giustizia, Conso, Biondi e Mancuso. Il primo perché firmò il decreto sulla depenalizzazione del finanziamento illecito dei partiti e Scalfaro lo boccò perché incostituzionale. Il secondo perché abolì le manette per i ladri di Stato e i suoi alleati Bossi e Fini lo scaricarono. Il terzo perché perseguitava il pool di Milano e la sua maggioranza (centrosinistra più Lega) lo cacciò.

Nella Prima Repubblica furono Guardasigilli personaggi come Vassalli e Martinazzoli: mai avuto guai. Forse perché non commettevano reati. Una razza fortunatamente estinta.

di Marco Travaglio

09 maggio 2008

Le basi Nato in Italia


Sono 115 ad oggi, in un connubio fra Forze armate italiane e Nato. L'Italia è stata militarizzata regione per regione, ma, adesso un ampliamento di basi a che serve? Qual 'è lo scopo ultimo di queste basi? e, fino a quando dovremo tenercele? per difenderci dai nostri partner commerciali Russia e Libia?

Le 115 basi USA-NATO presenti in Italia (elenco aggiornato a marzo 2008):

1. Cima Gallina (BZ): stazione telecomunicazioni e radar US Air Force (USAF).
2. Aviano (PN): base USAF, ospita la 16° Forza Aerea ed il 31° Gruppo da Caccia nonché uno squadrone di F-18 dei Marines.
3. Roveredo in Piano (PN): deposito armi e munizioni USAF.
4. Monte Paganella (TN): stazione telecomunicazioni USAF.
5. Rivolto (UD): base dell’Aeronautica Militare Italiana (d’ora in poi, AMI), base USAF saltuaria.
6. Maniago (UD): poligono di tiro USAF.
7. S. Bernardo (UD): deposito munizioni US Army.
8. Istrana (TV): base dell’AMI “Vittorio Bragadin”, base USAF saltuaria.
9. Ciano (TV): stazione telecomunicazioni e radar USA.
10. Solbiate Olona (MI): base US Army.
11. Sorico (CO): sede di sistemi di sorveglianza elettronici della National Security Agency (NSA) e del Government Communications Head Quarters.
12. Ghedi (BS): base dell’AMI “Luigi Olivari”, base USAF ospitante anche il Munitions Support Squadron per la conservazione degli armamenti atomici.
13. Montichiari (BS): base USAF, ospita le testate nucleari per missili antiaerei Nike-Hercules dislocati in varie località del Nord-est.
14. Remondò (PV): stazione radar dell’AMI e USA, sotto copertura NATO.
15. Vicenza: base US Army presso la Caserma Ederle, ospita il comando della Southern Europe Task Force (SETAF).
16. Torri di Quartesolo (VI): centro autoveicoli US Army.
17. Lerino (VI): centro logistico gestione strutture US Army.
18. Tormeno - Fontega di Arcugnano (VI): base in parte sotterranea, con deposito di armi e munizioni.
19. Longare (VI): deposito sotterraneo di armamenti, noto come Site Pluto, dove almeno fino al 1992 erano custodite 200 testate nucleari e 1.000 kg di plutonio, facendone il più importante deposito d’armi atomiche in Italia ed uno dei più importanti d’Europa.

20. Verona: stazione telecomunicazioni USAF.
21. Affi (VR): stazione telecomunicazioni USA, in parte sotterranea.
22. Lunghezzano (VR): centro radar sotto controllo dell’US Space Command e della NSA.
23. Erbazzo (VR): stazione radar HF JCOC (Joint Combat Operation Center) della NATO, sotto controllo USA.
24. Conselve (PD): base radar USA.
25. Monte Venda (PD): stazione telecomunicazioni e radar USA.
26. Trieste: base navale saltuaria.
27. Venezia: base navale saltuaria.
28. Sant’Anna di Alfaedo (VE): stazione radar HF JCOC, ospita “antenne circolari” tipo Wullenberg del sistema di spionaggio elettronico Echelon.
29. Lame di Concordia Sagittaria (VE): stazione telecomunicazioni e radar, integrata nel sistema NADGE alle dirette dipendenze dell’US Space Command e della SETAF.
30. San Gottardo, Boscomantivo (VE): stazione telecomunicazioni USA.
31. Ceggia (VE): stazione radar USA.
32. Cameri (NO): base dell’AMI “Natale e Silvio Palli”, ospita un centro di manutenzione di velivoli Tornado della NATO (sotto controllo USA).
33. Candela-Masazza (VC): sede dell’Education & Training Command dell’USAF e di un distaccamento dell’US Army.
34. S. Damiano (PC): base dell’AMI, ospita anche mezzi e uomini NATO (sotto controllo USA).
35. Monte Cimone (MO): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
36. Parma: deposito USAF con copertura NATO.
37. Pieveottoville (PR): sito missilistico contraereo Hawk della NATO (sotto controllo USA).
38. Bologna: stazione telecomunicazioni del Dipartimento di Stato USA.
39. Pisignano (RA): base aerea con velivoli NATO (sotto controllo USA), ospita il 48° ed il 52° Air Expeditionary Wing.
40. Rimini: una delle sedi del Munitions Support Squadron, gruppo logistico per l’attivazione di ordigni nucleari.
41. Rimini-Miramare: centro telecomunicazioni USA.
42. Potenza Picena (MC): stazione radar USA con copertura NATO.
43. Livorno: base navale saltuaria.
44. Finale Ligure (SV): stazione telecomunicazioni US Army.
45. San Bartolomeo (SP): sede del Centro ricerche per la guerra sottomarina (Saclant), del Maricocesco (Centro per la fornitura di pezzi di ricambio per navi e sommergibili) e del Mariperman (Centro per gli esperimenti sui materiali da guerra). L’adiacente porto di La Spezia è crocevia di un intenso e regolare traffico dei sommergibili nucleari USA, sotto il riserbo più assoluto delle autorità politiche e militari italiane.
46. Camp Darby (PI): base US Army, è la più rilevante infrastruttura logistica dell’area mediterranea con depositi di armamenti e di munizioni.
47. Coltano (PI): base del NSA (Centro di raccolta e gestione delle informazioni) e deposito munizioni US Army.
48. Pisa: base dell’AMI “Arturo dell’Oro”, base saltuaria dell’USAF.
49. Monte Giogo (MS): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
50. Poggio Ballone (GR): stazione radar USA con copertura NATO.
51. Talamone (GR): base saltuaria dell’US Navy.
52. Monte Limbara (SS): stazione telecomunicazioni USAF e base missilistica.
53. Sinis di Cabras (SS): stazione telecomunicazioni USAF e centro elaborazione dati NSA.
54. Isola di Tavolara (SS): stazione telecomunicazioni US Navy.
55. Torre Grande (OR): stazione radar NSA.
56. Monte Arci (OR): stazione telecomunicazioni USAF con copertura NATO.
57. Capo Frasca (OR): eliporto, impianto radar e depositi logistici controllati dall’USAF.
58. Sinis-Malu Bentu (OR): all’interno di un Parco Naturale, stazione della NSA.
59. Santu Lussurgiu (OR): stazione telecomunicazioni USAF con copertura NATO.
60. Perdas de Fogu (NU): poligono di tiro USAF.
61. Capo Teulada (CA): poligono di tiro per esercitazioni dell’USAF e dell’US Navy, ospita anche un comando NATO.
62. Decimomannu (CA): base dell’AMI “Giovanni Farina”, base USAF saltuaria.
63. Elmas (CA): aeroporto civile aperto al traffico militare, base USAF saltuaria.
64. Salto di Quirra (CA): poligono di tiro dell’USAF, si estende su una superficie di 12.000 ettari ed è formalmente gestito dal Ministero della Difesa italiano.
65. Capo San Lorenzo (CA): poligono di tiro per l’addestramento dell’US Navy.
66. Monte Urpino (CA): deposito munizioni USA.
67. Cagliari: base navale saltuaria.
68. Roma-Ciampino: base dell’AMI “G. B. Pastine”, base saltuaria dell’USAF.
69. Rocca di Papa (RM): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
70. Monte Romano (VT): poligono di tiro dell’Esercito Italiano, ospita anche l’addestramento dello Special Operation Command dell’US Army.
71. Gaeta (LT): base della Sesta Flotta dell’US Navy.
72. Casale delle Palme (LT): scuola telecomunicazioni della NATO.
73. Napoli: sede del comando della Forza di Intervento Rapido della NATO.
74. Napoli-Capodichino: base dell’AMI “Ugo Niutta” aperta anche al traffico civile, ospita circa 4.000 militari USA e viene utilizzata regolarmente sia da velivoli USAF che US Navy.
75. Monte Camaldoli (NA): stazione telecomunicazioni USA.
76. Ischia (NA): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
77. Agnano (NA): sede dell’ADP Center della NSA e di un distaccamento amministrativo della US Navy.
78. Cirigliano (NA): sede del Commander-in-Chief Allied Forces Southern Europe.
79. Licola (NA): stazione telecomunicazioni e radar, integrata nel sistema NADGE.
80. Lago di Patria (CE): stazione telecomunicazioni USA.
81. Giugliano (CE): stazione di comunicazione SATCOM.
82. Grazzanise (CE): base dell’AMI “Carlo Romagnoli”, base saltuaria dell’USAF.
83. Mondragone (CE): centro di comando sotterraneo USA.
84. Montevergine (AV): stazione telecomunicazioni USA.
85. Pietraficcata (MT): stazione telecomunicazioni USA.
86. Gioia del Colle (BA): base dell’AMI “Antonio Ramirez” classificata come Collocated Operating Base, può cioè ospitare aerei sia NATO che USAF dotati di armamenti atomici.
87. Punta della Contessa (BR): poligono di tiro delle Forze Armate USA.
88. San Vito dei Normanni (BR): base del 499° Expeditionary Squadron e dell’Electronics Security Group facente capo alla NSA.
89. Monte Iacotenente (FG): stazione radar USA.
90. Monte Sant’Angelo (FG): stazione radar USA con copertura NATO.
91. Brindisi: base navale sede dell’United Nation Logistics.
92. Otranto (LE): stazione radar USA con copertura NATO.
93. Taranto: base dell’US Navy, ospita l’HQ High Readiness Force, il sistema di spionaggio telematico C4i alle dipendenze del Navy Center for Tactical System Interoperability, la sede del Maridipart con funzioni logistiche NATO, la stazione navale Maristasom sita in “Mar Piccolo” ed un’altra, molto più ampia, sita in “Mar Grande” presso cui hanno diritto di attracco navi e sommergibili USA-NATO.
94. Grottaglie (TA): stazione aeromobili della Marina Militare Italiana “M. Arlotta”, ospita il comando NATO Comitmarfor alle dirette dipendenze del Comstrikforsouth USA.
95. Martina Franca (TA): sede del 3° Regional Operations Center della NATO (sotto controllo USA) e dello Static War Headquarters dipendente dal 5° Allied Tactical Air Force della NATO. E’ candidata ad accogliere la futura base dell’US Navy che dovrebbe sorgere nell’area del “Molo polisettoriale” al posto di quella di Gaeta.
96. Crotone: stazione telecomunicazioni e radar, controllata dal 6917° Electronic Security Group e dal 2113° Electronic Security Squadron alle dipendenze del comando USA di Rammstein, in Germania.
97. Monte Mancuso (CZ): stazione telecomunicazioni USA.
98. Sellia Marina (CZ): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
99. Catania: comando NATO e base della polizia militare USA.
100. Sigonella (CT): la più importante base dell’US Navy nel Mar Mediterraneo, ospita anche unità dell’USAF.
101. Motta S. Anastasia (CT): stazione telecomunicazioni USA.
102. Caltagirone (CT): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
103. Vizzini (CT): depositi munizioni dell’USAF.
104. Isola delle Femmine (PA): deposito munizioni USA con copertura NATO.
105. Punta Raisi (PA): base saltuaria dell’USAF.
106. Marina di Marza (RG): stazione telecomunicazioni USA.
107. Comiso (RG): dopo la chiusura della base, ospita ancora alcuni depositi dell’USAF.
108. Monte Lauro (SR): stazione telecomunicazioni USA.
109. Birgi (TP): base dell’AMI “Sen. Vittorio Florio”, base saltuaria dell’USAF e della NATO.
110. Marsala (TP): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
111. Pantelleria (TP): stazione telecomunicazioni US Navy e base dell’USAF.
112. Augusta (SR): sede dell’US Navy Element, AFSOUTH.
113. Centuripe (EN): stazione telecomunicazioni USA.
114. Niscemi (CL): stazione telecomunicazioni dell’US Navy.
115. Lampedusa (AG): stazione della Guardia Costiera USA e centro di comunicazioni NSA.

N.B.: il presente elenco è frutto di un riscontro incrociato delle fonti disponili al riguardo, i cui dati talvolta appaiono palesemente contraddittori. Pregando i lettori di perdonare eventuali inesattezze, sarà gradita ogni vostra segnalazione utile a correggerlo ed aggiornarlo.

L'arsenale di Taranto. Tra sprechi e corruzioni


La storia ci insegna che se non tuteliamo il lavoro frutto di scelte lunghe ma dolorose, qualcuno se ne impossessa nella indifferenza generale. Ma, chi dovrebbe gestire una situazione del genere? Degli esterni, dei privati ormai diventati solo affaristi a spese dello Stato sociale?

La storia dell'Arsenale di Taranto comincia nel 1882 con l'approvazione della legge n. 833, la quale prevedeva lo stanziamento di 9.300.000 lire per la sua costruzione. I lavori hanno avuto inizio nel 1883 e sono terminati con l'inaugurazione della struttura il 21 agosto 1889. Gli impianti militari dovranno, nelle intenzioni del Parlamento, rispondere alla necessità di difendere il versante adriatico, nonché la posizione dell'Italia nel Mediterraneo.

L'Arsenale Militare Marittimo di Taranto è stato progettato anche per la costruzione di navi. Tale attività ha inizio nel marzo del 1894 e si conclude nel marzo del 1967, anno in cui la Marina Militare Italiana decide di abbandonare le nuove costruzioni per dedicarsi ai soli compiti di supporto e mantenimento in efficienza della flotta. L'Arsenale attualmente occupa un'area di 90 ettari delimitata da un muro di cinta di 7 metri e lungo 3250 metri. È dotato di 5 bacini galleggianti e di due bacini in muratura, il Benedetto Brin, costruito nel 1889, e l'Edgardo Ferrati, costruito nel 1916 ed è tra i più grandi d'Europa.

È facile intuire quanto una struttura di tale dimensioni e importanza abbia influenzato, anche dal punto di vista economico ed urbanistico, l'intera città di Taranto. Il personale dell'Arsenale è costituito da circa 200 militari e 2200 civili, impiegati nei numerosi reparti specializzati, rappresentando un potenziale enorme dal punto di vista dell'occupazione. In 400 sono, invece, gli operai delle imprese appaltatrici che gravitano attorno all'Arsenale e che in realtà svolgono il lavoro dei 1300 addetti alla manutenzione delle navi.

La giornata all'Arsenale di Taranto per la maggior parte dei dipendenti pubblici, infatti, si traduce in totale inoperosità, addirittura si gioca a carte o si va a riposare (come ha ben documentato la trasmissione Report nella puntata del 20 maggio 2007).

I lavoratori in appalto hanno contratti precari che limitano sicurezza e libertà. Tre anni fa uno di loro ha deciso di denunciare queste mancanze e l'anomalia della struttura militare, dove pochi, mal pagati e poco tutelati operai esterni lavorano al posto dei dipendenti pubblici.

A seguito della denuncia il magistrato inquirente (Vincenzo Petrocelli) ha dato il via ad una serie di verifiche condotte dagli ispettori del lavoro e dai militari dell'Arma. Le attività hanno evidenziato pesanti violazione della legge n. 626 del '94 sulla sicurezza e l'igiene del posto di lavoro, violazioni delle norme sull'amianto e mancato possesso dei requisiti per lo svolgimento dei lavori. Sono stati così posti sotto sequestro 18000 metri quadrati all'interno dello stabilimento in cui operano le imprese appaltatrici.

In più alcuni responsabili, tra cui l'ex direttore dell'Arsenale Alberto Gauzolino e l'attuale direttore Giulio Cobolli sono stati iscritti nel registro degli indagati.

Gli indagati, secondo il pm, avrebbero cercato di coprire la responsabilità di dieci ditte dell'appalto dell'Arsenale di Taranto che si erano appropriate di materiale appartenente alle Forze Armate. Perché i responsabili si siano rivolti ad imprese esterne pur disponendo di un numero sufficiente di dipendenti in grado di svolgere le stesse attività e perchè abbiano addirittura coperto i reati di tali ditte restano domande a cui la magistratura dovrà rispondere.

Intanto i lavoratori dell'Arsenale continuano a manifestare contro la possibile chiusura dello stabilimento.

di Alessia Miniaci
da LiberaInformazione

10 maggio 2008

La maledizione di Mastelkamen


La credibilità del governo si dimostra dal grado di onestà ed imparzialità nell'indirizzare l'opera e la strategia del governo. Si, una volta, adesso con queste divergenze parallele succede il contrario. E' un bene?

Se in Libia sono molto preoccupati per il ritomo al governo di Calderoli, in Italia va tutto bene. Digerita tra le ovazioni l'ascesa alla seconda carica dello Stato di Renato Schifani, reduce da un'allegra vacanza con Totò Cuffaro a Capri, ci si prepara serenamente alla lista dei ministri del Berlusconi III.

Per un pelo, non s'è fatto in tempo a nominare il prof. Marcelletti ministro della Salute: l'hanno arrestato prima. Era andata meglio al prof. Sirchia, prima ministro, poi condannato. La categoria indagati sarà comunque degnamente rappresentata. A parte il premier, imputato in 4 processi, ci sarà Raffaele Fitto: la Procura di Bari ha chiesto il suo rinvio a giudizio per corruzione, una stecca di 500 mila euro targata Angelucci. Dunque ieri, ricevendo una scolaresca e mettendola in guardia dai pericoli del comunismo, il Cainano ha comunicato ai pargoli che l'imputato Fitto sarà ministro degli Affari regionali: infatti i pm lo accusano proprio di affari regionali (quelli nelle cliniche convenzionate dalla Puglia). Un messaggio educativo.

Maroni, condannato per aver picchiato alcuni poliziotti, azzannando il polpaccio a uno di essi, sarà ministro dell'Interno. E Matteoli, rinviato a giudizio per favoreggiamento, avrà le Infrastrutture: infatti gl'indagati che avrebbe favoreggiato erano molto attivi negli abusi edilizi all'Elba. Per la stessa logica meritocratica, Stefania Craxi sarà sottosegretario agli Esteri al posto del fratello Bobo: entrambi esperti di esteri, Hammamet e dintorni. Resta vacante la Giustizia. Si era parlato di Pera, poi frettolosamente rimesso in naftalina; di Giulia Bongiomo, che ha preferito dedicarsi al delitto di Perugia, meno compromettente del governo Berlusconi; e di Claudio Scajola, avvantaggiato dall'aver trascorso, negli anni 80, ben tre mesi in galera (poi fu assolto). In fatto di edilizia carceraria avrebbe garantito una competenza superiore a quella del grossista di pesce nominato consulente da Castelli. Non se n'è fatto nulla.

Poteva andar bene Elio Vito, per via del cugino Alfredo, pregiudicato per corruzione. Niente, andrà ai Rapporti col Parlamento. Resta Angiolino Alfano, che ha il merito di arrivare dalla Sicilia. Sottosegretario alla Giustizia dovrebbe essere l'avv. Giuseppe Consolo, An, condannato in primo grado e poi assolto per aver copiato monografie altrui. A proposito di via Arenula, circola una leggenda: quella secondo cui i ministri della Giustizia sarebbero perseguitati dai giudici. Parola di Mastella, il quale, uscito dal Parlamento, dispensa pareri da vecchia gloria, come Bergomi e Altafini. «I miei guai - giura - sono iniziati dal giorno in cui ho giurato». In realtà, quel giorno, iniziarono i guai del governo Prodi e degl'italiani perbene.

Mastella lamenta che alcuni pm indagassero su di lui senza dirgli niente («può essere mai che un ministro non sappia nulla di quel che sta per capitare a lui e alla sua famiglia?»: ecco, dovevano avvertirlo in anticipo dei futuri arresti, magari per aiutare gl'indagati a inquinare le prove). A suo dire, «il ministero della Giustizia è una maledizione», come dimostrerebbero i guai capitati «ai miei predecessori, da Martelli a Castelli», perché «i magistrati hanno il desiderio di tenerti sotto controllo, insomma di condizionarti».

In realtà i guai di Martelli non dipesero dal fatto che fosse Guardasigilli, ma dal fatto che prendesse le tangenti dalla Ferruzzi (Enimont), da Gelli e da Calvi (Conto Protezione). I guai di Castelli, dalle consulenze regalate ai grossisti di pesce. I guai di Mastella, dai suoi rapporti con faccendieri alla Saladino e Bisignani e dai clientelismi in Ceppalonia. Nel frattempo furono ministri della Giustizia Flick, Fassino e Diliberto, senza alcun guaio: non violavano la legge. Ebbero guai, ma non con la giustizia, Conso, Biondi e Mancuso. Il primo perché firmò il decreto sulla depenalizzazione del finanziamento illecito dei partiti e Scalfaro lo boccò perché incostituzionale. Il secondo perché abolì le manette per i ladri di Stato e i suoi alleati Bossi e Fini lo scaricarono. Il terzo perché perseguitava il pool di Milano e la sua maggioranza (centrosinistra più Lega) lo cacciò.

Nella Prima Repubblica furono Guardasigilli personaggi come Vassalli e Martinazzoli: mai avuto guai. Forse perché non commettevano reati. Una razza fortunatamente estinta.

di Marco Travaglio

09 maggio 2008

Le basi Nato in Italia


Sono 115 ad oggi, in un connubio fra Forze armate italiane e Nato. L'Italia è stata militarizzata regione per regione, ma, adesso un ampliamento di basi a che serve? Qual 'è lo scopo ultimo di queste basi? e, fino a quando dovremo tenercele? per difenderci dai nostri partner commerciali Russia e Libia?

Le 115 basi USA-NATO presenti in Italia (elenco aggiornato a marzo 2008):

1. Cima Gallina (BZ): stazione telecomunicazioni e radar US Air Force (USAF).
2. Aviano (PN): base USAF, ospita la 16° Forza Aerea ed il 31° Gruppo da Caccia nonché uno squadrone di F-18 dei Marines.
3. Roveredo in Piano (PN): deposito armi e munizioni USAF.
4. Monte Paganella (TN): stazione telecomunicazioni USAF.
5. Rivolto (UD): base dell’Aeronautica Militare Italiana (d’ora in poi, AMI), base USAF saltuaria.
6. Maniago (UD): poligono di tiro USAF.
7. S. Bernardo (UD): deposito munizioni US Army.
8. Istrana (TV): base dell’AMI “Vittorio Bragadin”, base USAF saltuaria.
9. Ciano (TV): stazione telecomunicazioni e radar USA.
10. Solbiate Olona (MI): base US Army.
11. Sorico (CO): sede di sistemi di sorveglianza elettronici della National Security Agency (NSA) e del Government Communications Head Quarters.
12. Ghedi (BS): base dell’AMI “Luigi Olivari”, base USAF ospitante anche il Munitions Support Squadron per la conservazione degli armamenti atomici.
13. Montichiari (BS): base USAF, ospita le testate nucleari per missili antiaerei Nike-Hercules dislocati in varie località del Nord-est.
14. Remondò (PV): stazione radar dell’AMI e USA, sotto copertura NATO.
15. Vicenza: base US Army presso la Caserma Ederle, ospita il comando della Southern Europe Task Force (SETAF).
16. Torri di Quartesolo (VI): centro autoveicoli US Army.
17. Lerino (VI): centro logistico gestione strutture US Army.
18. Tormeno - Fontega di Arcugnano (VI): base in parte sotterranea, con deposito di armi e munizioni.
19. Longare (VI): deposito sotterraneo di armamenti, noto come Site Pluto, dove almeno fino al 1992 erano custodite 200 testate nucleari e 1.000 kg di plutonio, facendone il più importante deposito d’armi atomiche in Italia ed uno dei più importanti d’Europa.

20. Verona: stazione telecomunicazioni USAF.
21. Affi (VR): stazione telecomunicazioni USA, in parte sotterranea.
22. Lunghezzano (VR): centro radar sotto controllo dell’US Space Command e della NSA.
23. Erbazzo (VR): stazione radar HF JCOC (Joint Combat Operation Center) della NATO, sotto controllo USA.
24. Conselve (PD): base radar USA.
25. Monte Venda (PD): stazione telecomunicazioni e radar USA.
26. Trieste: base navale saltuaria.
27. Venezia: base navale saltuaria.
28. Sant’Anna di Alfaedo (VE): stazione radar HF JCOC, ospita “antenne circolari” tipo Wullenberg del sistema di spionaggio elettronico Echelon.
29. Lame di Concordia Sagittaria (VE): stazione telecomunicazioni e radar, integrata nel sistema NADGE alle dirette dipendenze dell’US Space Command e della SETAF.
30. San Gottardo, Boscomantivo (VE): stazione telecomunicazioni USA.
31. Ceggia (VE): stazione radar USA.
32. Cameri (NO): base dell’AMI “Natale e Silvio Palli”, ospita un centro di manutenzione di velivoli Tornado della NATO (sotto controllo USA).
33. Candela-Masazza (VC): sede dell’Education & Training Command dell’USAF e di un distaccamento dell’US Army.
34. S. Damiano (PC): base dell’AMI, ospita anche mezzi e uomini NATO (sotto controllo USA).
35. Monte Cimone (MO): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
36. Parma: deposito USAF con copertura NATO.
37. Pieveottoville (PR): sito missilistico contraereo Hawk della NATO (sotto controllo USA).
38. Bologna: stazione telecomunicazioni del Dipartimento di Stato USA.
39. Pisignano (RA): base aerea con velivoli NATO (sotto controllo USA), ospita il 48° ed il 52° Air Expeditionary Wing.
40. Rimini: una delle sedi del Munitions Support Squadron, gruppo logistico per l’attivazione di ordigni nucleari.
41. Rimini-Miramare: centro telecomunicazioni USA.
42. Potenza Picena (MC): stazione radar USA con copertura NATO.
43. Livorno: base navale saltuaria.
44. Finale Ligure (SV): stazione telecomunicazioni US Army.
45. San Bartolomeo (SP): sede del Centro ricerche per la guerra sottomarina (Saclant), del Maricocesco (Centro per la fornitura di pezzi di ricambio per navi e sommergibili) e del Mariperman (Centro per gli esperimenti sui materiali da guerra). L’adiacente porto di La Spezia è crocevia di un intenso e regolare traffico dei sommergibili nucleari USA, sotto il riserbo più assoluto delle autorità politiche e militari italiane.
46. Camp Darby (PI): base US Army, è la più rilevante infrastruttura logistica dell’area mediterranea con depositi di armamenti e di munizioni.
47. Coltano (PI): base del NSA (Centro di raccolta e gestione delle informazioni) e deposito munizioni US Army.
48. Pisa: base dell’AMI “Arturo dell’Oro”, base saltuaria dell’USAF.
49. Monte Giogo (MS): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
50. Poggio Ballone (GR): stazione radar USA con copertura NATO.
51. Talamone (GR): base saltuaria dell’US Navy.
52. Monte Limbara (SS): stazione telecomunicazioni USAF e base missilistica.
53. Sinis di Cabras (SS): stazione telecomunicazioni USAF e centro elaborazione dati NSA.
54. Isola di Tavolara (SS): stazione telecomunicazioni US Navy.
55. Torre Grande (OR): stazione radar NSA.
56. Monte Arci (OR): stazione telecomunicazioni USAF con copertura NATO.
57. Capo Frasca (OR): eliporto, impianto radar e depositi logistici controllati dall’USAF.
58. Sinis-Malu Bentu (OR): all’interno di un Parco Naturale, stazione della NSA.
59. Santu Lussurgiu (OR): stazione telecomunicazioni USAF con copertura NATO.
60. Perdas de Fogu (NU): poligono di tiro USAF.
61. Capo Teulada (CA): poligono di tiro per esercitazioni dell’USAF e dell’US Navy, ospita anche un comando NATO.
62. Decimomannu (CA): base dell’AMI “Giovanni Farina”, base USAF saltuaria.
63. Elmas (CA): aeroporto civile aperto al traffico militare, base USAF saltuaria.
64. Salto di Quirra (CA): poligono di tiro dell’USAF, si estende su una superficie di 12.000 ettari ed è formalmente gestito dal Ministero della Difesa italiano.
65. Capo San Lorenzo (CA): poligono di tiro per l’addestramento dell’US Navy.
66. Monte Urpino (CA): deposito munizioni USA.
67. Cagliari: base navale saltuaria.
68. Roma-Ciampino: base dell’AMI “G. B. Pastine”, base saltuaria dell’USAF.
69. Rocca di Papa (RM): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
70. Monte Romano (VT): poligono di tiro dell’Esercito Italiano, ospita anche l’addestramento dello Special Operation Command dell’US Army.
71. Gaeta (LT): base della Sesta Flotta dell’US Navy.
72. Casale delle Palme (LT): scuola telecomunicazioni della NATO.
73. Napoli: sede del comando della Forza di Intervento Rapido della NATO.
74. Napoli-Capodichino: base dell’AMI “Ugo Niutta” aperta anche al traffico civile, ospita circa 4.000 militari USA e viene utilizzata regolarmente sia da velivoli USAF che US Navy.
75. Monte Camaldoli (NA): stazione telecomunicazioni USA.
76. Ischia (NA): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
77. Agnano (NA): sede dell’ADP Center della NSA e di un distaccamento amministrativo della US Navy.
78. Cirigliano (NA): sede del Commander-in-Chief Allied Forces Southern Europe.
79. Licola (NA): stazione telecomunicazioni e radar, integrata nel sistema NADGE.
80. Lago di Patria (CE): stazione telecomunicazioni USA.
81. Giugliano (CE): stazione di comunicazione SATCOM.
82. Grazzanise (CE): base dell’AMI “Carlo Romagnoli”, base saltuaria dell’USAF.
83. Mondragone (CE): centro di comando sotterraneo USA.
84. Montevergine (AV): stazione telecomunicazioni USA.
85. Pietraficcata (MT): stazione telecomunicazioni USA.
86. Gioia del Colle (BA): base dell’AMI “Antonio Ramirez” classificata come Collocated Operating Base, può cioè ospitare aerei sia NATO che USAF dotati di armamenti atomici.
87. Punta della Contessa (BR): poligono di tiro delle Forze Armate USA.
88. San Vito dei Normanni (BR): base del 499° Expeditionary Squadron e dell’Electronics Security Group facente capo alla NSA.
89. Monte Iacotenente (FG): stazione radar USA.
90. Monte Sant’Angelo (FG): stazione radar USA con copertura NATO.
91. Brindisi: base navale sede dell’United Nation Logistics.
92. Otranto (LE): stazione radar USA con copertura NATO.
93. Taranto: base dell’US Navy, ospita l’HQ High Readiness Force, il sistema di spionaggio telematico C4i alle dipendenze del Navy Center for Tactical System Interoperability, la sede del Maridipart con funzioni logistiche NATO, la stazione navale Maristasom sita in “Mar Piccolo” ed un’altra, molto più ampia, sita in “Mar Grande” presso cui hanno diritto di attracco navi e sommergibili USA-NATO.
94. Grottaglie (TA): stazione aeromobili della Marina Militare Italiana “M. Arlotta”, ospita il comando NATO Comitmarfor alle dirette dipendenze del Comstrikforsouth USA.
95. Martina Franca (TA): sede del 3° Regional Operations Center della NATO (sotto controllo USA) e dello Static War Headquarters dipendente dal 5° Allied Tactical Air Force della NATO. E’ candidata ad accogliere la futura base dell’US Navy che dovrebbe sorgere nell’area del “Molo polisettoriale” al posto di quella di Gaeta.
96. Crotone: stazione telecomunicazioni e radar, controllata dal 6917° Electronic Security Group e dal 2113° Electronic Security Squadron alle dipendenze del comando USA di Rammstein, in Germania.
97. Monte Mancuso (CZ): stazione telecomunicazioni USA.
98. Sellia Marina (CZ): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
99. Catania: comando NATO e base della polizia militare USA.
100. Sigonella (CT): la più importante base dell’US Navy nel Mar Mediterraneo, ospita anche unità dell’USAF.
101. Motta S. Anastasia (CT): stazione telecomunicazioni USA.
102. Caltagirone (CT): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
103. Vizzini (CT): depositi munizioni dell’USAF.
104. Isola delle Femmine (PA): deposito munizioni USA con copertura NATO.
105. Punta Raisi (PA): base saltuaria dell’USAF.
106. Marina di Marza (RG): stazione telecomunicazioni USA.
107. Comiso (RG): dopo la chiusura della base, ospita ancora alcuni depositi dell’USAF.
108. Monte Lauro (SR): stazione telecomunicazioni USA.
109. Birgi (TP): base dell’AMI “Sen. Vittorio Florio”, base saltuaria dell’USAF e della NATO.
110. Marsala (TP): stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
111. Pantelleria (TP): stazione telecomunicazioni US Navy e base dell’USAF.
112. Augusta (SR): sede dell’US Navy Element, AFSOUTH.
113. Centuripe (EN): stazione telecomunicazioni USA.
114. Niscemi (CL): stazione telecomunicazioni dell’US Navy.
115. Lampedusa (AG): stazione della Guardia Costiera USA e centro di comunicazioni NSA.

N.B.: il presente elenco è frutto di un riscontro incrociato delle fonti disponili al riguardo, i cui dati talvolta appaiono palesemente contraddittori. Pregando i lettori di perdonare eventuali inesattezze, sarà gradita ogni vostra segnalazione utile a correggerlo ed aggiornarlo.

L'arsenale di Taranto. Tra sprechi e corruzioni


La storia ci insegna che se non tuteliamo il lavoro frutto di scelte lunghe ma dolorose, qualcuno se ne impossessa nella indifferenza generale. Ma, chi dovrebbe gestire una situazione del genere? Degli esterni, dei privati ormai diventati solo affaristi a spese dello Stato sociale?

La storia dell'Arsenale di Taranto comincia nel 1882 con l'approvazione della legge n. 833, la quale prevedeva lo stanziamento di 9.300.000 lire per la sua costruzione. I lavori hanno avuto inizio nel 1883 e sono terminati con l'inaugurazione della struttura il 21 agosto 1889. Gli impianti militari dovranno, nelle intenzioni del Parlamento, rispondere alla necessità di difendere il versante adriatico, nonché la posizione dell'Italia nel Mediterraneo.

L'Arsenale Militare Marittimo di Taranto è stato progettato anche per la costruzione di navi. Tale attività ha inizio nel marzo del 1894 e si conclude nel marzo del 1967, anno in cui la Marina Militare Italiana decide di abbandonare le nuove costruzioni per dedicarsi ai soli compiti di supporto e mantenimento in efficienza della flotta. L'Arsenale attualmente occupa un'area di 90 ettari delimitata da un muro di cinta di 7 metri e lungo 3250 metri. È dotato di 5 bacini galleggianti e di due bacini in muratura, il Benedetto Brin, costruito nel 1889, e l'Edgardo Ferrati, costruito nel 1916 ed è tra i più grandi d'Europa.

È facile intuire quanto una struttura di tale dimensioni e importanza abbia influenzato, anche dal punto di vista economico ed urbanistico, l'intera città di Taranto. Il personale dell'Arsenale è costituito da circa 200 militari e 2200 civili, impiegati nei numerosi reparti specializzati, rappresentando un potenziale enorme dal punto di vista dell'occupazione. In 400 sono, invece, gli operai delle imprese appaltatrici che gravitano attorno all'Arsenale e che in realtà svolgono il lavoro dei 1300 addetti alla manutenzione delle navi.

La giornata all'Arsenale di Taranto per la maggior parte dei dipendenti pubblici, infatti, si traduce in totale inoperosità, addirittura si gioca a carte o si va a riposare (come ha ben documentato la trasmissione Report nella puntata del 20 maggio 2007).

I lavoratori in appalto hanno contratti precari che limitano sicurezza e libertà. Tre anni fa uno di loro ha deciso di denunciare queste mancanze e l'anomalia della struttura militare, dove pochi, mal pagati e poco tutelati operai esterni lavorano al posto dei dipendenti pubblici.

A seguito della denuncia il magistrato inquirente (Vincenzo Petrocelli) ha dato il via ad una serie di verifiche condotte dagli ispettori del lavoro e dai militari dell'Arma. Le attività hanno evidenziato pesanti violazione della legge n. 626 del '94 sulla sicurezza e l'igiene del posto di lavoro, violazioni delle norme sull'amianto e mancato possesso dei requisiti per lo svolgimento dei lavori. Sono stati così posti sotto sequestro 18000 metri quadrati all'interno dello stabilimento in cui operano le imprese appaltatrici.

In più alcuni responsabili, tra cui l'ex direttore dell'Arsenale Alberto Gauzolino e l'attuale direttore Giulio Cobolli sono stati iscritti nel registro degli indagati.

Gli indagati, secondo il pm, avrebbero cercato di coprire la responsabilità di dieci ditte dell'appalto dell'Arsenale di Taranto che si erano appropriate di materiale appartenente alle Forze Armate. Perché i responsabili si siano rivolti ad imprese esterne pur disponendo di un numero sufficiente di dipendenti in grado di svolgere le stesse attività e perchè abbiano addirittura coperto i reati di tali ditte restano domande a cui la magistratura dovrà rispondere.

Intanto i lavoratori dell'Arsenale continuano a manifestare contro la possibile chiusura dello stabilimento.

di Alessia Miniaci
da LiberaInformazione