09 febbraio 2010

La crisi del debito sovrano si allarga

Nonostante l'intervento della "mano invisibile" della BCE per salvare i titoli di stato greci il 25 gennaio, attraverso un acquisto da parte di banche private, la crisi del debito sovrano nell'Eurozona continua ad allargarsi. Un'ondata massiccia di speculazione investe i titoli greci, spagnoli, portoghesi e irlandesi, provocando un aumento quotidiano nel loro spread, considerato in relazione al rendimento delle obbligazioni di stato tedesche. Questo significa che aumenta il costo del rifinanziamento di quel debito. La Grecia è riuscita a collocare l'ultima emissione, ma solo offrendo un rendimento annuale del 6,2%. Il paese non può sostenere a lungo quei costi del debito.

Come nel 1992, quando George Soros guidò l'attacco speculativo contro la sterlina inglese e la lira italiana, gli speculatori scommettono al ribasso sulle obbligazioni greche, spagnole, portoghesi, irlandesi e italiane (il gruppo di paesi che i razzisti britannici chiamano "PIIGS"). Tutti questi paesi, salvo l'Italia, hanno un deficit tra 6 e 10 punti sopra il limite del 3% imposto dal trattato di Lisbona. È praticamente impossibile ridurre questi livelli, come viene invece richiesto dall'Unione Europea; farlo significherebbe ricorrere a prestiti dall'esterno, la cui emissione è vietata in condizioni normali per gli Stati Membri e per la BCE.

Tuttavia, l'UE ha deciso che, per salvare l'euro, questi paesi devono essere distrutti. Francia e Germania stanno preparando un pacchetto di salvataggio, da essere varato a condizione che la Grecia distrugga la propria economia. La prossima della serie è la Spagna. Con un deficit dell'11,4%, per la prima volta lo spread sulle obbligazioni di stato spagnole ha superato quello sulle obbligazioni italiane la scorsa settimana.

Anche i titoli di stato triennali italiani hanno sofferto la scorsa settimana, e il governo ha deciso di venderne una quantità leggermente minore per evitare di pagare un sovrapprezzo. Il deficit italiano è relativamente basso, circa il 5%, ma il debito è il terzo nel mondo, 115% del PIL. Il deficit del Portogallo è al 9,3%, quello dell'Irlanda all'11,5%. La decisione folle di perseguire la riduzione del deficit nella tempistica dettata dall'UE – entro il 2011-2013 – fornisce agli speculatori un parametro di riferimento, e potendo utilizzare i derivati dispongono di una leva finanziaria superiore a quella degli stati sotto attacco. Ironicamente, le munizioni stesse vengono fornite dalla BCE, che accetta i titoli di stato come garanzia per le emissioni di contanti!
by Movisol

08 febbraio 2010

Chavez: "Le banche sgarrano ? Vi nazionalizzo tutte


LE BANCHE SGARRANO? “VI NAZIONALIZZO TUTTE, NON M’IMPORTA NIENTE”

Chavez e la lezione venezuelana

C’è uno stato del mondo in cui tutto ciò che viene prodotto viene amministrato per il popolo e per conto del popolo. E c’è uno stato del mondo in cui se una banca si macchia di comportamenti fraudolenti e lesivi dell’interesse nazionale viene sanzionata in maniera non solo repentina ma anche esemplare. Che piacciano o no, i modi ruvidi di Ugo Chavez di amministrare il Venezuela come fosse cosa propria, rispondono perfettamente alla causa socialista. Senza fronzoli, in maniera efficace ed efficiente. Il popolo prima di tutto: questo sembra dire il socialismo venezuelano è sempre più un modello

DA BANCHE “DELLO SCANDALO” A “BANCA SOCIALISTA”

Fondendo tre istituti bancari venezualani Ugo Chavez ne ha ricavato un’unica grande banca, interamente nazionalizzata. Le tre banche (Confederado, Bolivar Bank, Central Bank, da tempo sotto amministrazione controllata), insieme ad altre cinque, da tempo erano sotto i riflettori delle autorità venezuelane a causa di frodi e irregolarità commesse ai danni del paese. Lunedì scorso è giunta l’estrema misura della nazionalizzazione, che ha portato alla nascita del Banco Bicentenario. Il Venezuela (Chavez), controlla ora il 25% del settore bancario venezuelano. Il neonato Banco Bicentenario, già ora il quarto istituto di credito del Paese per i suoi attivi e il quinto per l’entità dei depositi, sarà un modello di “banca socialista”, così come indica un comunicato sul sito internet del banco bicentenario (bicentenariobu.com).

LO SCANDALO BANCARIO

Ribattezzate “le banche dello scandalo”, gli otto istituti di credito sarebbero state complici di una serie di reati finanziari che hanno provocato un vero e proprio terremoto, nel Paese sudamericano. E nel modello di socialismo venezuelano queste cose non devono accadere. In totale otto banchieri sono stati messi in carcere, mentre numerosi amministratori degli istituti posti sotto tutela statale hanno avuto l’ordine di non lasciare il Paese.

“VI NAZIONALIZZO TUTTE, NON M’IMPORTA NIENTE”

Che le banche private del Venezuela avrebbero potuto essere “nazionalizzate” è un monito che Hugo Chavez aveva lanciato già in tempi non sospetti. Il presidente venezuelano tempo fa ha precisato di essere pronto alla misura della nazionalizzazione degli istituti che fanno “affari con i soldi del popolo” invece di dare crediti ai più poveri. Rivolgendosi a “tutti i banchieri privati del paese”, Chavez qualche giorno fa ha dichiarato: “potrei togliervi le banche di qualsiasi dimensioni esse siano: non m’importa niente“. Con il Banco Bicentenario è stato di parola. Le altre banche, ora sono avvisate.
di Marco Ferrante

07 febbraio 2010

Gli agenti della Cia… Al servizio delle grandi banche


Uno degli scopi di questo blog è di evidenziare notizie che sfuggono al radar dei grandi media, ma che permettono di capire alcuni aspetti nascosti o opachi della realtà in cui viviamo. Recentemente ho scoperto una storia alquanto singolare: La Cia, sebbene impegnata da quasi un decennio nella lotta al terrorismo, permette ai propri agenti di … arrotondare lo stipendio offrendo i propri servizi a società private e in particolare a grandi banche di Wall Street (Goldman Sachs, ad esempio) e Hedge funds. A svelarla la vicenda è stato Politico, che a sua volta ha attinto a un libro di prossima uscita e io ne ho parlato in questo articolo . Esiste anche un’agenzia di “collocamento” creata da agenti in pensione e denominata, guarda caso, come la Cia ma con la B ovvero Bia. La Cia si giustifica assicurando che se non permettesse il “doppio lavoro” molti lascerebbero l’incarico. Sarà, ma la vicenda apre degli interrogativi inquietanti: che cosa fanno questi agenti? Politico una sola tecnica, quella che permette di capire se una persona sta mentendo senza ricorrere alla macchina della verità. Troppo poco e troppo rassicurante. Sorgono, spontanee, molte domande: quanti agenti lavorano per terzi? Per quanto tempo? Usando quali tecniche? Hanno accesso al database e ai documenti top secret? E mi chiedo: il ricorso agli agenti della Cia è compatibile con il rispetto delle leggi sulla trasparenza o non rappresenta, piuttosto, un caso di concorrenza sleale? Lo sccop di Politico è passato quasi inosservato negli Usa. Una deputatessa ha presentato un’interpellanza, il presidente della Commissione servizi del Senato ha promesso di interessarsi alla vicenda. Stupefacente la risposta dello Zar antiterrorismo, Dennis Blair, che ha lasciato intendere di non saperne nulla. Ha promesso che investigherà e farà sapere. L’impressione è che le autorità americane vogliano far passare la vicenda in sordina. Confesso che dopo i casi Madoff, Lehman, il crash finanziario, le connivenze tra lobby e mondo politico e conoscendo le logiche senza scrupoli dei banchieri di Wall Street, non mi sento affatto tranquillo, sapendo che Goldman Sachs e affini si avvalgono della Cia. E sarebbe il caso che l’Europa chiedesse chiarimenti. O sbaglio?

PS Intanto Google si allea con la National Security Agency, il Grande Fratello elettronico dei servizi segreti Usa…

di Marcello Foa

09 febbraio 2010

La crisi del debito sovrano si allarga

Nonostante l'intervento della "mano invisibile" della BCE per salvare i titoli di stato greci il 25 gennaio, attraverso un acquisto da parte di banche private, la crisi del debito sovrano nell'Eurozona continua ad allargarsi. Un'ondata massiccia di speculazione investe i titoli greci, spagnoli, portoghesi e irlandesi, provocando un aumento quotidiano nel loro spread, considerato in relazione al rendimento delle obbligazioni di stato tedesche. Questo significa che aumenta il costo del rifinanziamento di quel debito. La Grecia è riuscita a collocare l'ultima emissione, ma solo offrendo un rendimento annuale del 6,2%. Il paese non può sostenere a lungo quei costi del debito.

Come nel 1992, quando George Soros guidò l'attacco speculativo contro la sterlina inglese e la lira italiana, gli speculatori scommettono al ribasso sulle obbligazioni greche, spagnole, portoghesi, irlandesi e italiane (il gruppo di paesi che i razzisti britannici chiamano "PIIGS"). Tutti questi paesi, salvo l'Italia, hanno un deficit tra 6 e 10 punti sopra il limite del 3% imposto dal trattato di Lisbona. È praticamente impossibile ridurre questi livelli, come viene invece richiesto dall'Unione Europea; farlo significherebbe ricorrere a prestiti dall'esterno, la cui emissione è vietata in condizioni normali per gli Stati Membri e per la BCE.

Tuttavia, l'UE ha deciso che, per salvare l'euro, questi paesi devono essere distrutti. Francia e Germania stanno preparando un pacchetto di salvataggio, da essere varato a condizione che la Grecia distrugga la propria economia. La prossima della serie è la Spagna. Con un deficit dell'11,4%, per la prima volta lo spread sulle obbligazioni di stato spagnole ha superato quello sulle obbligazioni italiane la scorsa settimana.

Anche i titoli di stato triennali italiani hanno sofferto la scorsa settimana, e il governo ha deciso di venderne una quantità leggermente minore per evitare di pagare un sovrapprezzo. Il deficit italiano è relativamente basso, circa il 5%, ma il debito è il terzo nel mondo, 115% del PIL. Il deficit del Portogallo è al 9,3%, quello dell'Irlanda all'11,5%. La decisione folle di perseguire la riduzione del deficit nella tempistica dettata dall'UE – entro il 2011-2013 – fornisce agli speculatori un parametro di riferimento, e potendo utilizzare i derivati dispongono di una leva finanziaria superiore a quella degli stati sotto attacco. Ironicamente, le munizioni stesse vengono fornite dalla BCE, che accetta i titoli di stato come garanzia per le emissioni di contanti!
by Movisol

08 febbraio 2010

Chavez: "Le banche sgarrano ? Vi nazionalizzo tutte


LE BANCHE SGARRANO? “VI NAZIONALIZZO TUTTE, NON M’IMPORTA NIENTE”

Chavez e la lezione venezuelana

C’è uno stato del mondo in cui tutto ciò che viene prodotto viene amministrato per il popolo e per conto del popolo. E c’è uno stato del mondo in cui se una banca si macchia di comportamenti fraudolenti e lesivi dell’interesse nazionale viene sanzionata in maniera non solo repentina ma anche esemplare. Che piacciano o no, i modi ruvidi di Ugo Chavez di amministrare il Venezuela come fosse cosa propria, rispondono perfettamente alla causa socialista. Senza fronzoli, in maniera efficace ed efficiente. Il popolo prima di tutto: questo sembra dire il socialismo venezuelano è sempre più un modello

DA BANCHE “DELLO SCANDALO” A “BANCA SOCIALISTA”

Fondendo tre istituti bancari venezualani Ugo Chavez ne ha ricavato un’unica grande banca, interamente nazionalizzata. Le tre banche (Confederado, Bolivar Bank, Central Bank, da tempo sotto amministrazione controllata), insieme ad altre cinque, da tempo erano sotto i riflettori delle autorità venezuelane a causa di frodi e irregolarità commesse ai danni del paese. Lunedì scorso è giunta l’estrema misura della nazionalizzazione, che ha portato alla nascita del Banco Bicentenario. Il Venezuela (Chavez), controlla ora il 25% del settore bancario venezuelano. Il neonato Banco Bicentenario, già ora il quarto istituto di credito del Paese per i suoi attivi e il quinto per l’entità dei depositi, sarà un modello di “banca socialista”, così come indica un comunicato sul sito internet del banco bicentenario (bicentenariobu.com).

LO SCANDALO BANCARIO

Ribattezzate “le banche dello scandalo”, gli otto istituti di credito sarebbero state complici di una serie di reati finanziari che hanno provocato un vero e proprio terremoto, nel Paese sudamericano. E nel modello di socialismo venezuelano queste cose non devono accadere. In totale otto banchieri sono stati messi in carcere, mentre numerosi amministratori degli istituti posti sotto tutela statale hanno avuto l’ordine di non lasciare il Paese.

“VI NAZIONALIZZO TUTTE, NON M’IMPORTA NIENTE”

Che le banche private del Venezuela avrebbero potuto essere “nazionalizzate” è un monito che Hugo Chavez aveva lanciato già in tempi non sospetti. Il presidente venezuelano tempo fa ha precisato di essere pronto alla misura della nazionalizzazione degli istituti che fanno “affari con i soldi del popolo” invece di dare crediti ai più poveri. Rivolgendosi a “tutti i banchieri privati del paese”, Chavez qualche giorno fa ha dichiarato: “potrei togliervi le banche di qualsiasi dimensioni esse siano: non m’importa niente“. Con il Banco Bicentenario è stato di parola. Le altre banche, ora sono avvisate.
di Marco Ferrante

07 febbraio 2010

Gli agenti della Cia… Al servizio delle grandi banche


Uno degli scopi di questo blog è di evidenziare notizie che sfuggono al radar dei grandi media, ma che permettono di capire alcuni aspetti nascosti o opachi della realtà in cui viviamo. Recentemente ho scoperto una storia alquanto singolare: La Cia, sebbene impegnata da quasi un decennio nella lotta al terrorismo, permette ai propri agenti di … arrotondare lo stipendio offrendo i propri servizi a società private e in particolare a grandi banche di Wall Street (Goldman Sachs, ad esempio) e Hedge funds. A svelarla la vicenda è stato Politico, che a sua volta ha attinto a un libro di prossima uscita e io ne ho parlato in questo articolo . Esiste anche un’agenzia di “collocamento” creata da agenti in pensione e denominata, guarda caso, come la Cia ma con la B ovvero Bia. La Cia si giustifica assicurando che se non permettesse il “doppio lavoro” molti lascerebbero l’incarico. Sarà, ma la vicenda apre degli interrogativi inquietanti: che cosa fanno questi agenti? Politico una sola tecnica, quella che permette di capire se una persona sta mentendo senza ricorrere alla macchina della verità. Troppo poco e troppo rassicurante. Sorgono, spontanee, molte domande: quanti agenti lavorano per terzi? Per quanto tempo? Usando quali tecniche? Hanno accesso al database e ai documenti top secret? E mi chiedo: il ricorso agli agenti della Cia è compatibile con il rispetto delle leggi sulla trasparenza o non rappresenta, piuttosto, un caso di concorrenza sleale? Lo sccop di Politico è passato quasi inosservato negli Usa. Una deputatessa ha presentato un’interpellanza, il presidente della Commissione servizi del Senato ha promesso di interessarsi alla vicenda. Stupefacente la risposta dello Zar antiterrorismo, Dennis Blair, che ha lasciato intendere di non saperne nulla. Ha promesso che investigherà e farà sapere. L’impressione è che le autorità americane vogliano far passare la vicenda in sordina. Confesso che dopo i casi Madoff, Lehman, il crash finanziario, le connivenze tra lobby e mondo politico e conoscendo le logiche senza scrupoli dei banchieri di Wall Street, non mi sento affatto tranquillo, sapendo che Goldman Sachs e affini si avvalgono della Cia. E sarebbe il caso che l’Europa chiedesse chiarimenti. O sbaglio?

PS Intanto Google si allea con la National Security Agency, il Grande Fratello elettronico dei servizi segreti Usa…

di Marcello Foa