15 marzo 2009

L'Еuropa frantumata in tre parti?







L'Agenzia di intelligence americana CIA ha stilato un quadro sulla futura conformazione dell'Europa nel 2020, dividendo il continente europeo in tre blocchi di divisione territoriale e per zone di influenza. Il rapporto della Cia, trova però un'immagine speculare in un documento simile stilato da esperti di intelligence russa, secondo il quale, entro il prossimo anno, il Presidente Barack proclamerà uno Stato di emergenza, ed entro il 2011 gli Stati Uniti d'America si frantumeranno in Paesi, mentre Russia e Cina diventeranno la colonna portante del Nuovo Ordine Mondiale.

L'Agenzia di intelligence americana CIA ha stilato un quadro sulla futura conformazione dell'Europa nel 2020, dividendo il continente europeo in tre blocchi di divisione territoriale e per zone di influenza. La cosiddetta Europa Occidentale, che comprenderà Germania, Francia, Gran Bretagna, e Austria, accanto poi a Spagna e Italia, si affiancherà alla Seconda Europa, denominata Nuova Europa, in cui confluirà Estonia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, insieme poi a Slovenia e Croazia. Il blocco orientale sarà costituito, secondo lo stesso rapporto della CIA, dalla Federazione Balcanica che include il Sud Est Europa, con popolazione a maggioranza ortodossa, includendo oltre ai Balcani Occidentali anche Romania, Bulgaria e Grecia. Un quadro che ci riconduce allo stesso programma di espansione dell'ex Presidente jugoslavo, Josip Broz Tito, o al vecchio Impero d'Asburgo, "sotto il controllo economico della Germania e il patronato degli Stati Uniti", come sottolinea il rapporto della CIA. L'analisi precisa inoltre che la crisi globale degenererà al punto da sfociare in moti rivoluzionari all'interno dell'Europa, e che di conseguenza i Paesi balcanici non entreranno mai nell'Unione Europea. Per cui, come gli analisti ussi prevedono la frantumazione dello Stato Americano, la CIA annuncia che anche la UE si spaccherà in tre entità divise tra di loro e differenti per il sistema economico e sociale.


Ivan Sijakovic, sociologo di Banjaluka, commentando la notizia giunta in Bosnia Erzegovina, ha chiarito che queste dichiarazioni potranno essere solo dei giochi di potere, al solo scopo di tenere in sospeso Stati con il continuo timore di insicurezza ed esclusione politica. "Alla base di questa previsione vi è un gioco di potere. Il potere economico e militare che gli Americani avevano in passato non basta e ora usano gli scenari futuri. Lo scopo resta quello di destabilizzare gli altri Stati. Il controllo con la paura e l'insicurezza degli altri Stati non sono spesso vicini alla realtà", ha dichiarato Sijakovic per il quotidiano Fokus di Banjaluka. Questi rapporti che dipingono scenari con storie più o meno false o vere, come "le previsioni del tempo" alla vecchia maniera senza tecnologie, inducono le persone a sperare in un futuro non sicuro, estraniandosi dalla vita quotidiana con l'immagine che "in casa degli altri" si vive peggio. Il rapporto della Cia, trova però un'immagine speculare in un documento simile stilato da esperti di intelligence russa. Così dall'altra parte dell'Atlantico, risponde Igor Panarin, ex portavoce dell'Agenzia cosmonautica russa e analista presso il KGB, ha previsto che il prossimo anno il Presidente Barack proclamerà uno Stato di emergenza, ed entro il 2011 gli Stati Uniti d'America si frantumeranno in Paesi, mentre Russia e Cina diventeranno la colonna portante del Nuovo Ordine Mondiale.


Panarin ritiene che il tenore morale e lo stress psicologico che è presente in America da anni, sta provocando una situazione estrema sia nel tessuto sociale che in quello istituzionale, e in questa chiave di lettura esamina le decisioni prese sia dall'UE che dagli stessi Stati Uniti. "Sono stato in America poco tempo fa e, vedendo cosa accade, posso dire che quella terra è ormai lontana da quello che si chiamava ‘american dream’ ", afferma Panarin, parlando così di un vero e proprio crollo del Sistema americano, che beneficerà invece la crescita di Russia e Cina, le quali riusciranno a costruire un sistema economico che li farà uscire da questa crisi in maniera più rapida e semplice. Panarin ritiene che ciò che unisce Russia e Cina, potrà rafforzare anche le economie degli altri Paesi, dando un nuovo corso al valore che ora ha il dollaro sui loro mercati. Per quanto riguarda il piano di cambiamenti dei territori, Panarin ritiene che la stessa Al Qaeda avrà un ruolo determinante. Il piano si basa su sette fasi principali, completando la sua dinamica nel 2020. La più interessante sembra la quinta fase, prevista per il 2013, quando sarà proclamato lo Stato islamico (Kalifat), e ad esso viene conferito il ruolo di partecipare alla creazione del nuovo ordine mondiale. Da questo momento in poi comincerà la sesta fase, che vedrà l'ultimo scontro tra credenti e non credenti religiosi. La settima fase è denominata "la vittoria finale", e si avrà quando il resto del mondo sarà sottoposto alla religione musulmana.


Da tale analisi, Panarin ricorda quando spesso si affermava che la zona dei Balcani, della BiH, della Croazia e del Kosovo erano molto importanti per l'avanzamento della religione islamica in Europa. Della stessa opinione è anche Dzevad Galijasevic, esperto dei crimini dei Mujahedin, secondo il quale questa è solo l'attuazione del vecchio piano della CIA, già noto a coloro che seguono da tempo le dinamiche nei Balcani. "Il documento della CIA è stato pubblicato per attuare un piano e un'ideologia che gli USA non hanno abbandonato. Proprio per questo in Bosnia, Kosovo, Montenegro e Macedonia le controversie tra le etnie non sembrano finire. Tendono dunque a creare una trasversale di tensioni nell'UE", dichiarava Galijasevic. Ad ogni modo, ogni piano evidenziato dalle rispettive intelligence, evidenziano come dovrà essere negoziato in futuro il nuovo accordo tra i blocchi continentali, minacciando da una parte la spaccatura dell'UE e dall'altra l'avanzare dell'islamizzazione e delle divisioni etniche anche nel mondo occidentale. Gli Stati Uniti stanno tentando, in maniera evidente, di ottenere una posizione strategica all'interno dell'UE, ma allo stesso tempo provocano tensioni interne, ben sapendo che l'Europa dipende più da Russia e Cina che dall'America. Se gli Stati Uniti e la CIA trattano la guerra come "scontro tra civiltà", in cui ognuno aspira ad ottenere il potere centrale, Cina e Russia spero in un'alleanza sempre più forte, con la quale potranno rispondere ad armi pari.



Rinascita Balcanica

14 marzo 2009

Israele inizia a vedere il potere del BDS








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Gli ultimi anni hanno visto una costante crescita del movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), che ha richiamato l'attenzione sull'importanza di esercitare una pressione economica al fine di ottenere da Israele il riconoscimento dei diritti del popolo occupato palestinese e la fine dell'occupazione stessa in Cisgiordania e a Gaza.


L'attacco israeliano alla Striscia di Gaza iniziato lo scorso 27 Dicembre e durato per circa un mese ha dato un nuovo slancio al movimento, che ha letteralmente raddoppiato le sue iniziative. Dozzine di campagne BDS hanno ottenuto consensi e pubblicita' e dozzine di nuove campagne sono state lanciate durante o immediatamente dopo l'attacco israeliano alla Striscia.

Queste campagne spaziano dall'appello al boicottaggio dei beni prodotti all'interno delle colonie israeliane illegali situate in Cisgiordania all'appello all'interruzione dei rapporti economici con Israele nella loro totalita'. Includono proteste durante gli eventi sportivi, l'interruzione dei rapporti diplomatici con Israele (da parte di Bolivia e Venezuela) e numerose manifestazioni in tutto il mondo cui hanno preso parte centinaia di migliaia di dimostranti.

La crescente dissidenza contro le atrocita' commesse dalle Forze Armate Israeliane nella Striscia di Gaza ha innescato un principio di cambiamento nel discorso politico di Israele e i primi segnali sono gia' visibili all'interno dei media economici israeliani.

Sebbene i media economici israeliani non comprendano un'analisi della dimensione morale degli attacchi a Gaza, la dimensione economica degli ultimi eventi ne ha alzato il livello di coinvolgimento. I seguenti riassunti di quattro articoli comparsi sulla rivista economica The Marker ne sono la prova:

1. Il 2 febbraio Guy Grimland lanciava l'allarme del crescente boicottaggio delle compagnie hi-tech israeliane, mentre diverse compagnie israeliane ricevevano lettere dall'Europa e dagli U.S.A. che giustificavano il mancato investimento in Israele con cause di natura morale.

2. Il 3 febbraio Nehemia Strassler, uno dei maggiori corrispondenti economici di Israele, attaccava il Ministro per l'Industria, il Commercio e la Manodopera israeliano Eli Yishai per essersi appellato all'esercito israeliano affinche' distruggesse "cento case a Gaza per ogni razzo che cade in Israele". Strassler non ha detto una sola parola a proposito dei palestinesi che abitavano quelle case e che hanno perso la vita, ma ha dichiarato:

"[il ministro] non puo' capire quanto l'attacco colpisca l'economia. Alla vista di quell'orrore in televisione i politici europei e turchi cambieranno il loro comportamento di consumatori, uomini di affari e potenziali investitori. Molti consumatori europei boicottano gia' i prodotti israeliani. Gli intellettuali incitano ad una Guerra economica contro di noi e mirano a implementare un boicottaggio ufficiale e totale.

Nelle assemblee delle corporazioni economiche si sentono gli appelli al boicottaggio delle relazioni commerciali con Israele. Fino ad ora sono state annullate operazioni commerciali da parte di Turchia, Inghilterra, Egitto e dagli Stati del Golfo e piu' visite delle delegazioni economiche sono state cancellate. E' molto piu' facile passare a nuovi fornitori adesso che si abbandonano i fornitori israeliani. I consigli delle compagnie sono ora chiamati a prendere in considerazione il bene della societa' e dell'ambiente e ad includere considerazioni politiche all'interno del processo decisionale.

Ovviamente c'e' un prezzo da pagare per l'irrigidimento dei rapporti diplomatici. Il Qatar taglia le relazioni commerciali con Israele, Venezuela e Bolivia quelle diplomatiche. La Mauritania rimpatria il suo ambasciatore e le relazioni con la Turchia peggiorano considerevolmente. E questo ambiente sfavorevole contagia anche le decisioni nel mondo degli affari. Proprio ieri Dudi Ovshitz, che coltiva peperoni per il mercato estero, ha detto che "c'e' un celato boicottaggio dei prodotti israeliani in Europa".

3. Il 6 febbraio Shuki Sadeh ha riportato che altre compagnie hanno deciso di boicottare le relazioni con Israele. Una compagnia turca ha richiesto alle compagnie israeliane di firmare un documento di condanna degli attacchi israeliani a Gaza prima di offrir loro i servizi. Sadeh ha anche citato il recente appello al boicottaggio di Naomi Klein, quello del 2005 della societa' civile palestinese e le organizzazioni israeliane che sostengono il boicottaggio e che forniscono informazioni a riguardo del movimento globale BDS. L'articolo di Sadeh ha poi riportato la richiesta di intervento del governo israeliano fatta da un imprenditore affinche' intervenisse per proteggere i suoi affari dal crescente boicottaggio.

4. L'11 febbraio Ora Koren ha riportato che il settore del commercio israeliano risente degli effetti dell'attacco a Gaza. Ha riferito di imprenditori israeliani in Turchia che nascondono i loro nomi per non essere identificati dalle organizzazioni locali per il boicottaggio e che la situazione e' perfino peggiore nel Regno Unito.

Questi quattro articoli sono un segnale di efficacia del movimento BDS contro Israele e del suo rafforzamento. Gli imprenditori israeliani potrebbero trovarsi a decidere tra spostare altrove le loro sedi e iniziare a far pressione sul governo israeliano affinche' inizi a rispettare il diritto internazionale e ponga una fine all'occupazione.
di Shir Hever

Note:


Traduzione di Sofia Filocalossi per Go'el Apg23
articolo originale: Israelis Are Beginning to See the Power of BDS
http://www.alternativenews.org/content/view/1605/381/

Il caso Intersos

 




Sarebbe stato bello poter dire che Intersos aveva le mani pulite, e che ha sbagliato il Guardian a sollevare sospetti su di loro. Invece i responsabili di Intersos sembrano molto più interessati a far cadere il silenzio sulla vicenda (hanno fatto oscurare il nostro video da youtube), che a chiarire la situazione una volta per tutte. Nel frattempo continuano a fingersi “sdegnati” per l’accaduto, e accusano il Guardian di avere mentito nei loro confronti.


Ricordate la telefonata fra la responsabile di Intersos, Monica Matarazzo, e il giornalista del Guardian Clancy Chassy, che chiedeva lumi sulla presunta scomparsa di un milione di dollari (dal budget di 1,9 milioni), destinato all’ospedale di Kabul? Questo è lo scambio preciso, che trovate al minuto 5:20 del filmato:


M.M. - Posso dirle con certezza che il nostro contratto con UNOPS era di 900.000.


C.C. – Non era quindi di 1.900.000 dollari?


M.M. - No, in nessun modo, assolutamente no. I soldi sono scomparsi durante i passaggi precedenti, non nella costruzione dell’ospedale. E’ una vergogna per la comunità internazionale che esista un ospedale del genere.


A giudicare dalla conversazione, la Signora Matarazzo sembra sapere molto bene di cosa stesse parlando. Invece pare che si sia sbagliata, e che Intersos abbia regolarmente incassato il milione e 900.000 dollari destinato alla costruzione dell’ospedale.


Ricostruiamo brevemente la vicenda, per chi non l’avesse seguita dall’inizio.


Il 19 febbraio il Guardian pubblica il documentario che vedete più sopra, nel quale denuncia le condizioni disastrose di un ospedale di Kabul costruito con i soldi delle Nazioni Unite. Il budget iniziale di 1,9 milioni di dollari era stato affidato dalla UNOPS (braccio operativo dell’ONU) alla ONG italiana Intersos, …


… che a sua volta aveva sub-appaltato i lavori ai locali costruttori afghani. Le condizioni disastrose dell’ospedale sono state attribuite dal ministro afghano della salute ad una “corruzione sistematica” che parte dalle stesse Nazioni Unite, e arriva all’ultimo esecutore materiale dei lavori, scremando ad ogni passaggio il denaro destinato alle opere pubbliche.


Nel caso particolare, pare che l’ammanco fra la cifra stanziata e quella effettivamente utilizzata fosse di circa 1 milione di dollari. Nella telefonata con Chassy la signora Matarazzo sostiene che INTERSOS abbia ricevuto solo 900.000 dollari, e afferma che i soldi mancanti siano scomparsi prima di arrivare alle loro casse.


Poi però lo stesso Chassy racconta che la Signora Matarazzo lo ha richiamato, il giorno seguente, dicendo di essersi sbagliata. La cosa mi è stata confermata dalla seconda lettera dei legali di Intersos, che ho ricevuto ieri, e che così recita:


“Quest'ultima [Matarazzo], responsabile di INTERSOS a Kabul solo negli anni 2007 e 2008 (quindi quattro anni dopo la consegna dell'ospedale da parte di INTERSOS) dapprima conferma che l'importo ricevuto è di Euro 900.000 ma - non avendo alcuna informazione diretta dei fatti - si informa presso la sede di Roma e richiama il giornalista Chassay, affermando di avergli fornito un'informazione inesatta e chiarendo che l'importo ricevuto (ed impiegato) da INTERSOS è di Euro 1.930.000.”


Avremmo quindi una “responsabile di Intersos” che denuncia apertamente – e pure sdegnatamente – il furto di un milione di dollari da parte di entità sconosciute, quando a) non aveva alcuna informazione diretta sui fatti, e b) i dollari sarebbero arrivati tutti tranquillamente a destinazione.


Roba da "Malato Immaginario", insomma.


Se le cose stessero così, infatti, saremmo obbligati a dedurre che la Signora Matarazzo sia dotata, come minimo, di una fantasia eccezionale, poichè chiunque altro al suo posto sarebbe semplicemente caduto dalle nuvole, invece di mettersi ad accusare altri di furti mai avvenuti.


Provate a pensarci: se voi aveste la coscienza a posto con i soldi ricevuti e spesi, e vi arrivasse la telefonata di un giornalista sconosciuto che cerca le tracce di un milione di dollari scomparsi, voi cosa gli rispondete? “Non so nemmeno di cosa stia parlando”, oppure “li ha rubati qualcun altro, a noi hanno dato solo le briciole”?


Ma anche volendo concedere che si sia trattato di un errore in buona fede, restano comunque degli ostacoli notevoli da superare, per poter accettare la loro versione dei fatti.


Se è vero infatti che tutti i soldi sono stati utilizzati per lo scopo previsto, come è possibile spendere un milione e novecentomila dollari - con il potere d’aquisto del dollaro nel terzo mondo, oltretutto - per costruire (*) un ospedale che non ha nemmeno il riscaldamento? Perchè è facile accusare gli afghani di “non aver fatto bene la manutenzione”, un pò più difficile è accusarli di essersi mangiato un intero impianto di riscaldamento.


Si torna quindi alla domanda iniziale, posta dal Guardian, che rimane per ora irrisolta.


INTERSOS ha detto, nei suoi “sdegnati” comunicati stampa, che sul loro sito è disponibile tutta la documentazione che li scagiona, e che dimostra che a mentire sia stato il Guardian. Questa documentazione però non si trova.


Quando ho fatto notare il problema ai legali di Intersos, mi sono state indicate le stesse pagine del sito su cui non si trovava già nulla in partenza. In compenso questa volta i legali hanno pensato bene di aggiungere la seguente frase: “Ove Lei ritenesse di dover procedere ad un approfondimento ulteriore, non dovrà far altro che contattare INTERSOS e fissare un appuntamento presso la sede, ove potrà prendere diretta visione di tutta la documentazione attestante ogni singola spesa.”


Forse gli uffici legali di Intersos non hanno capito che non è a me che debbono quelle risposte, ma a tutti i cittadini italiani che hanno contribuito in qualche misura a finanziare l’ospedale di Kabul. Se quindi esiste questa “documentazione attestante ogni singola spesa”, è nel loro interesse metterla in rete al più presto, a disposizione di tutti.


Fino a quel giorno, noi continueremo a postare in homepage il video del Guardian, una volta al mese, sperando che prima o poi qualche giornalista dei quotidiani nazionali si accorga della vicenda, e voglia dare il suo contributo al nostro tentativo di fare chiarezza su un episodio che infanga in modo inaccettabile l’immagine dell’Italia nel mondo.


Anche perchè nel frattempo la stessa notizia ha già attraversato l’Atlantico.


di Massimo Mazzucco


 


15 marzo 2009

L'Еuropa frantumata in tre parti?







L'Agenzia di intelligence americana CIA ha stilato un quadro sulla futura conformazione dell'Europa nel 2020, dividendo il continente europeo in tre blocchi di divisione territoriale e per zone di influenza. Il rapporto della Cia, trova però un'immagine speculare in un documento simile stilato da esperti di intelligence russa, secondo il quale, entro il prossimo anno, il Presidente Barack proclamerà uno Stato di emergenza, ed entro il 2011 gli Stati Uniti d'America si frantumeranno in Paesi, mentre Russia e Cina diventeranno la colonna portante del Nuovo Ordine Mondiale.

L'Agenzia di intelligence americana CIA ha stilato un quadro sulla futura conformazione dell'Europa nel 2020, dividendo il continente europeo in tre blocchi di divisione territoriale e per zone di influenza. La cosiddetta Europa Occidentale, che comprenderà Germania, Francia, Gran Bretagna, e Austria, accanto poi a Spagna e Italia, si affiancherà alla Seconda Europa, denominata Nuova Europa, in cui confluirà Estonia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, insieme poi a Slovenia e Croazia. Il blocco orientale sarà costituito, secondo lo stesso rapporto della CIA, dalla Federazione Balcanica che include il Sud Est Europa, con popolazione a maggioranza ortodossa, includendo oltre ai Balcani Occidentali anche Romania, Bulgaria e Grecia. Un quadro che ci riconduce allo stesso programma di espansione dell'ex Presidente jugoslavo, Josip Broz Tito, o al vecchio Impero d'Asburgo, "sotto il controllo economico della Germania e il patronato degli Stati Uniti", come sottolinea il rapporto della CIA. L'analisi precisa inoltre che la crisi globale degenererà al punto da sfociare in moti rivoluzionari all'interno dell'Europa, e che di conseguenza i Paesi balcanici non entreranno mai nell'Unione Europea. Per cui, come gli analisti ussi prevedono la frantumazione dello Stato Americano, la CIA annuncia che anche la UE si spaccherà in tre entità divise tra di loro e differenti per il sistema economico e sociale.


Ivan Sijakovic, sociologo di Banjaluka, commentando la notizia giunta in Bosnia Erzegovina, ha chiarito che queste dichiarazioni potranno essere solo dei giochi di potere, al solo scopo di tenere in sospeso Stati con il continuo timore di insicurezza ed esclusione politica. "Alla base di questa previsione vi è un gioco di potere. Il potere economico e militare che gli Americani avevano in passato non basta e ora usano gli scenari futuri. Lo scopo resta quello di destabilizzare gli altri Stati. Il controllo con la paura e l'insicurezza degli altri Stati non sono spesso vicini alla realtà", ha dichiarato Sijakovic per il quotidiano Fokus di Banjaluka. Questi rapporti che dipingono scenari con storie più o meno false o vere, come "le previsioni del tempo" alla vecchia maniera senza tecnologie, inducono le persone a sperare in un futuro non sicuro, estraniandosi dalla vita quotidiana con l'immagine che "in casa degli altri" si vive peggio. Il rapporto della Cia, trova però un'immagine speculare in un documento simile stilato da esperti di intelligence russa. Così dall'altra parte dell'Atlantico, risponde Igor Panarin, ex portavoce dell'Agenzia cosmonautica russa e analista presso il KGB, ha previsto che il prossimo anno il Presidente Barack proclamerà uno Stato di emergenza, ed entro il 2011 gli Stati Uniti d'America si frantumeranno in Paesi, mentre Russia e Cina diventeranno la colonna portante del Nuovo Ordine Mondiale.


Panarin ritiene che il tenore morale e lo stress psicologico che è presente in America da anni, sta provocando una situazione estrema sia nel tessuto sociale che in quello istituzionale, e in questa chiave di lettura esamina le decisioni prese sia dall'UE che dagli stessi Stati Uniti. "Sono stato in America poco tempo fa e, vedendo cosa accade, posso dire che quella terra è ormai lontana da quello che si chiamava ‘american dream’ ", afferma Panarin, parlando così di un vero e proprio crollo del Sistema americano, che beneficerà invece la crescita di Russia e Cina, le quali riusciranno a costruire un sistema economico che li farà uscire da questa crisi in maniera più rapida e semplice. Panarin ritiene che ciò che unisce Russia e Cina, potrà rafforzare anche le economie degli altri Paesi, dando un nuovo corso al valore che ora ha il dollaro sui loro mercati. Per quanto riguarda il piano di cambiamenti dei territori, Panarin ritiene che la stessa Al Qaeda avrà un ruolo determinante. Il piano si basa su sette fasi principali, completando la sua dinamica nel 2020. La più interessante sembra la quinta fase, prevista per il 2013, quando sarà proclamato lo Stato islamico (Kalifat), e ad esso viene conferito il ruolo di partecipare alla creazione del nuovo ordine mondiale. Da questo momento in poi comincerà la sesta fase, che vedrà l'ultimo scontro tra credenti e non credenti religiosi. La settima fase è denominata "la vittoria finale", e si avrà quando il resto del mondo sarà sottoposto alla religione musulmana.


Da tale analisi, Panarin ricorda quando spesso si affermava che la zona dei Balcani, della BiH, della Croazia e del Kosovo erano molto importanti per l'avanzamento della religione islamica in Europa. Della stessa opinione è anche Dzevad Galijasevic, esperto dei crimini dei Mujahedin, secondo il quale questa è solo l'attuazione del vecchio piano della CIA, già noto a coloro che seguono da tempo le dinamiche nei Balcani. "Il documento della CIA è stato pubblicato per attuare un piano e un'ideologia che gli USA non hanno abbandonato. Proprio per questo in Bosnia, Kosovo, Montenegro e Macedonia le controversie tra le etnie non sembrano finire. Tendono dunque a creare una trasversale di tensioni nell'UE", dichiarava Galijasevic. Ad ogni modo, ogni piano evidenziato dalle rispettive intelligence, evidenziano come dovrà essere negoziato in futuro il nuovo accordo tra i blocchi continentali, minacciando da una parte la spaccatura dell'UE e dall'altra l'avanzare dell'islamizzazione e delle divisioni etniche anche nel mondo occidentale. Gli Stati Uniti stanno tentando, in maniera evidente, di ottenere una posizione strategica all'interno dell'UE, ma allo stesso tempo provocano tensioni interne, ben sapendo che l'Europa dipende più da Russia e Cina che dall'America. Se gli Stati Uniti e la CIA trattano la guerra come "scontro tra civiltà", in cui ognuno aspira ad ottenere il potere centrale, Cina e Russia spero in un'alleanza sempre più forte, con la quale potranno rispondere ad armi pari.



Rinascita Balcanica

14 marzo 2009

Israele inizia a vedere il potere del BDS








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Gli ultimi anni hanno visto una costante crescita del movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), che ha richiamato l'attenzione sull'importanza di esercitare una pressione economica al fine di ottenere da Israele il riconoscimento dei diritti del popolo occupato palestinese e la fine dell'occupazione stessa in Cisgiordania e a Gaza.


L'attacco israeliano alla Striscia di Gaza iniziato lo scorso 27 Dicembre e durato per circa un mese ha dato un nuovo slancio al movimento, che ha letteralmente raddoppiato le sue iniziative. Dozzine di campagne BDS hanno ottenuto consensi e pubblicita' e dozzine di nuove campagne sono state lanciate durante o immediatamente dopo l'attacco israeliano alla Striscia.

Queste campagne spaziano dall'appello al boicottaggio dei beni prodotti all'interno delle colonie israeliane illegali situate in Cisgiordania all'appello all'interruzione dei rapporti economici con Israele nella loro totalita'. Includono proteste durante gli eventi sportivi, l'interruzione dei rapporti diplomatici con Israele (da parte di Bolivia e Venezuela) e numerose manifestazioni in tutto il mondo cui hanno preso parte centinaia di migliaia di dimostranti.

La crescente dissidenza contro le atrocita' commesse dalle Forze Armate Israeliane nella Striscia di Gaza ha innescato un principio di cambiamento nel discorso politico di Israele e i primi segnali sono gia' visibili all'interno dei media economici israeliani.

Sebbene i media economici israeliani non comprendano un'analisi della dimensione morale degli attacchi a Gaza, la dimensione economica degli ultimi eventi ne ha alzato il livello di coinvolgimento. I seguenti riassunti di quattro articoli comparsi sulla rivista economica The Marker ne sono la prova:

1. Il 2 febbraio Guy Grimland lanciava l'allarme del crescente boicottaggio delle compagnie hi-tech israeliane, mentre diverse compagnie israeliane ricevevano lettere dall'Europa e dagli U.S.A. che giustificavano il mancato investimento in Israele con cause di natura morale.

2. Il 3 febbraio Nehemia Strassler, uno dei maggiori corrispondenti economici di Israele, attaccava il Ministro per l'Industria, il Commercio e la Manodopera israeliano Eli Yishai per essersi appellato all'esercito israeliano affinche' distruggesse "cento case a Gaza per ogni razzo che cade in Israele". Strassler non ha detto una sola parola a proposito dei palestinesi che abitavano quelle case e che hanno perso la vita, ma ha dichiarato:

"[il ministro] non puo' capire quanto l'attacco colpisca l'economia. Alla vista di quell'orrore in televisione i politici europei e turchi cambieranno il loro comportamento di consumatori, uomini di affari e potenziali investitori. Molti consumatori europei boicottano gia' i prodotti israeliani. Gli intellettuali incitano ad una Guerra economica contro di noi e mirano a implementare un boicottaggio ufficiale e totale.

Nelle assemblee delle corporazioni economiche si sentono gli appelli al boicottaggio delle relazioni commerciali con Israele. Fino ad ora sono state annullate operazioni commerciali da parte di Turchia, Inghilterra, Egitto e dagli Stati del Golfo e piu' visite delle delegazioni economiche sono state cancellate. E' molto piu' facile passare a nuovi fornitori adesso che si abbandonano i fornitori israeliani. I consigli delle compagnie sono ora chiamati a prendere in considerazione il bene della societa' e dell'ambiente e ad includere considerazioni politiche all'interno del processo decisionale.

Ovviamente c'e' un prezzo da pagare per l'irrigidimento dei rapporti diplomatici. Il Qatar taglia le relazioni commerciali con Israele, Venezuela e Bolivia quelle diplomatiche. La Mauritania rimpatria il suo ambasciatore e le relazioni con la Turchia peggiorano considerevolmente. E questo ambiente sfavorevole contagia anche le decisioni nel mondo degli affari. Proprio ieri Dudi Ovshitz, che coltiva peperoni per il mercato estero, ha detto che "c'e' un celato boicottaggio dei prodotti israeliani in Europa".

3. Il 6 febbraio Shuki Sadeh ha riportato che altre compagnie hanno deciso di boicottare le relazioni con Israele. Una compagnia turca ha richiesto alle compagnie israeliane di firmare un documento di condanna degli attacchi israeliani a Gaza prima di offrir loro i servizi. Sadeh ha anche citato il recente appello al boicottaggio di Naomi Klein, quello del 2005 della societa' civile palestinese e le organizzazioni israeliane che sostengono il boicottaggio e che forniscono informazioni a riguardo del movimento globale BDS. L'articolo di Sadeh ha poi riportato la richiesta di intervento del governo israeliano fatta da un imprenditore affinche' intervenisse per proteggere i suoi affari dal crescente boicottaggio.

4. L'11 febbraio Ora Koren ha riportato che il settore del commercio israeliano risente degli effetti dell'attacco a Gaza. Ha riferito di imprenditori israeliani in Turchia che nascondono i loro nomi per non essere identificati dalle organizzazioni locali per il boicottaggio e che la situazione e' perfino peggiore nel Regno Unito.

Questi quattro articoli sono un segnale di efficacia del movimento BDS contro Israele e del suo rafforzamento. Gli imprenditori israeliani potrebbero trovarsi a decidere tra spostare altrove le loro sedi e iniziare a far pressione sul governo israeliano affinche' inizi a rispettare il diritto internazionale e ponga una fine all'occupazione.
di Shir Hever

Note:


Traduzione di Sofia Filocalossi per Go'el Apg23
articolo originale: Israelis Are Beginning to See the Power of BDS
http://www.alternativenews.org/content/view/1605/381/

Il caso Intersos

 




Sarebbe stato bello poter dire che Intersos aveva le mani pulite, e che ha sbagliato il Guardian a sollevare sospetti su di loro. Invece i responsabili di Intersos sembrano molto più interessati a far cadere il silenzio sulla vicenda (hanno fatto oscurare il nostro video da youtube), che a chiarire la situazione una volta per tutte. Nel frattempo continuano a fingersi “sdegnati” per l’accaduto, e accusano il Guardian di avere mentito nei loro confronti.


Ricordate la telefonata fra la responsabile di Intersos, Monica Matarazzo, e il giornalista del Guardian Clancy Chassy, che chiedeva lumi sulla presunta scomparsa di un milione di dollari (dal budget di 1,9 milioni), destinato all’ospedale di Kabul? Questo è lo scambio preciso, che trovate al minuto 5:20 del filmato:


M.M. - Posso dirle con certezza che il nostro contratto con UNOPS era di 900.000.


C.C. – Non era quindi di 1.900.000 dollari?


M.M. - No, in nessun modo, assolutamente no. I soldi sono scomparsi durante i passaggi precedenti, non nella costruzione dell’ospedale. E’ una vergogna per la comunità internazionale che esista un ospedale del genere.


A giudicare dalla conversazione, la Signora Matarazzo sembra sapere molto bene di cosa stesse parlando. Invece pare che si sia sbagliata, e che Intersos abbia regolarmente incassato il milione e 900.000 dollari destinato alla costruzione dell’ospedale.


Ricostruiamo brevemente la vicenda, per chi non l’avesse seguita dall’inizio.


Il 19 febbraio il Guardian pubblica il documentario che vedete più sopra, nel quale denuncia le condizioni disastrose di un ospedale di Kabul costruito con i soldi delle Nazioni Unite. Il budget iniziale di 1,9 milioni di dollari era stato affidato dalla UNOPS (braccio operativo dell’ONU) alla ONG italiana Intersos, …


… che a sua volta aveva sub-appaltato i lavori ai locali costruttori afghani. Le condizioni disastrose dell’ospedale sono state attribuite dal ministro afghano della salute ad una “corruzione sistematica” che parte dalle stesse Nazioni Unite, e arriva all’ultimo esecutore materiale dei lavori, scremando ad ogni passaggio il denaro destinato alle opere pubbliche.


Nel caso particolare, pare che l’ammanco fra la cifra stanziata e quella effettivamente utilizzata fosse di circa 1 milione di dollari. Nella telefonata con Chassy la signora Matarazzo sostiene che INTERSOS abbia ricevuto solo 900.000 dollari, e afferma che i soldi mancanti siano scomparsi prima di arrivare alle loro casse.


Poi però lo stesso Chassy racconta che la Signora Matarazzo lo ha richiamato, il giorno seguente, dicendo di essersi sbagliata. La cosa mi è stata confermata dalla seconda lettera dei legali di Intersos, che ho ricevuto ieri, e che così recita:


“Quest'ultima [Matarazzo], responsabile di INTERSOS a Kabul solo negli anni 2007 e 2008 (quindi quattro anni dopo la consegna dell'ospedale da parte di INTERSOS) dapprima conferma che l'importo ricevuto è di Euro 900.000 ma - non avendo alcuna informazione diretta dei fatti - si informa presso la sede di Roma e richiama il giornalista Chassay, affermando di avergli fornito un'informazione inesatta e chiarendo che l'importo ricevuto (ed impiegato) da INTERSOS è di Euro 1.930.000.”


Avremmo quindi una “responsabile di Intersos” che denuncia apertamente – e pure sdegnatamente – il furto di un milione di dollari da parte di entità sconosciute, quando a) non aveva alcuna informazione diretta sui fatti, e b) i dollari sarebbero arrivati tutti tranquillamente a destinazione.


Roba da "Malato Immaginario", insomma.


Se le cose stessero così, infatti, saremmo obbligati a dedurre che la Signora Matarazzo sia dotata, come minimo, di una fantasia eccezionale, poichè chiunque altro al suo posto sarebbe semplicemente caduto dalle nuvole, invece di mettersi ad accusare altri di furti mai avvenuti.


Provate a pensarci: se voi aveste la coscienza a posto con i soldi ricevuti e spesi, e vi arrivasse la telefonata di un giornalista sconosciuto che cerca le tracce di un milione di dollari scomparsi, voi cosa gli rispondete? “Non so nemmeno di cosa stia parlando”, oppure “li ha rubati qualcun altro, a noi hanno dato solo le briciole”?


Ma anche volendo concedere che si sia trattato di un errore in buona fede, restano comunque degli ostacoli notevoli da superare, per poter accettare la loro versione dei fatti.


Se è vero infatti che tutti i soldi sono stati utilizzati per lo scopo previsto, come è possibile spendere un milione e novecentomila dollari - con il potere d’aquisto del dollaro nel terzo mondo, oltretutto - per costruire (*) un ospedale che non ha nemmeno il riscaldamento? Perchè è facile accusare gli afghani di “non aver fatto bene la manutenzione”, un pò più difficile è accusarli di essersi mangiato un intero impianto di riscaldamento.


Si torna quindi alla domanda iniziale, posta dal Guardian, che rimane per ora irrisolta.


INTERSOS ha detto, nei suoi “sdegnati” comunicati stampa, che sul loro sito è disponibile tutta la documentazione che li scagiona, e che dimostra che a mentire sia stato il Guardian. Questa documentazione però non si trova.


Quando ho fatto notare il problema ai legali di Intersos, mi sono state indicate le stesse pagine del sito su cui non si trovava già nulla in partenza. In compenso questa volta i legali hanno pensato bene di aggiungere la seguente frase: “Ove Lei ritenesse di dover procedere ad un approfondimento ulteriore, non dovrà far altro che contattare INTERSOS e fissare un appuntamento presso la sede, ove potrà prendere diretta visione di tutta la documentazione attestante ogni singola spesa.”


Forse gli uffici legali di Intersos non hanno capito che non è a me che debbono quelle risposte, ma a tutti i cittadini italiani che hanno contribuito in qualche misura a finanziare l’ospedale di Kabul. Se quindi esiste questa “documentazione attestante ogni singola spesa”, è nel loro interesse metterla in rete al più presto, a disposizione di tutti.


Fino a quel giorno, noi continueremo a postare in homepage il video del Guardian, una volta al mese, sperando che prima o poi qualche giornalista dei quotidiani nazionali si accorga della vicenda, e voglia dare il suo contributo al nostro tentativo di fare chiarezza su un episodio che infanga in modo inaccettabile l’immagine dell’Italia nel mondo.


Anche perchè nel frattempo la stessa notizia ha già attraversato l’Atlantico.


di Massimo Mazzucco