02 febbraio 2011

Il tramonto dei faraoni

http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTa4PpqG1f3pabKJg0-A3h0ZPT6Qq0eA-Jw17G9h_CPTD00bPET


Quello che sta accadendo nel mondo arabo, e segnatamente in Egitto, Tunisia, Algeria, deve essere letto ed interpretato come il misero fallimento delle politiche occidentali, messe in atto da USA ed Europa.
Questi grandi “esportatori di democrazia” hanno fatto finta di non accorgersi, per 30 anni, che democrazie non erano, mentre sottobanco contribuivano a mantenere e puntellare (dagli USA miliardi di dollari ogni anno all’esercito egiziano) regimi autoritari con premier inamovibili, corrotti, ladri, incapaci di muoversi nell’interesse del popolo, agli ordini del partito internazionale del petrolio e degli interessi occidentali in quell’area cruciale.

Ma la beffa gattopardesca è già pronta. Si mollano i dittatori, e ci si prepara ad appoggiare gli oppositori, che verranno comprati e addomesticati o minacciati per un nuovo ciclo di dominazione occidentale di tipo neo-colonialista.
Il potere dei soldi, degli affari, della corruzione, a cura delle cancellerie occidentali, è un film visto e rivisto,che può essere interrotto solo dalla rivoluzione islamica che cacci per sempre gli stranieri da quelle terre.
Il vile cinismo occidentale di aver appoggiato, in nome della democrazia, regimi dittatoriali di ladri sanguinari, deve essere punito severamente da quei popoli, che devono respingere ogni ingerenza nei loro affari interni e trovare forza e unità in alleanze che finalmente facciano parlare gli arabi con una voce sola.
Il carattere spontaneo e popolare di questa rivolta, l’assenza di organizzazione e di strategia, fanno pensare che la guida del movimento insurrezionale possa essere presa dalla componente islamica che ha capi riconosciuti, organizzazione, identità.
Comunque vada a finire questo movimento, non sarà facile per il partito mondiale del petrolio riprendere il ferreo controllo in Medio Oriente, tenendo conto che le opzioni militari contro i popoli sono velleitarie e perdenti, come presto dimostrerà la resistenza afgana contro l’occupazione di truppe straniere.

Ma ciò che mi fa sorridere e mi fa sembrare un po’ patetici gli occidentali guerrafondai, è che continuano a testa bassa, come pugili suonati, a menare le mani, a spendere cifre colossali, affermando di essere democratici, con risultati catastrofici.
Mentre i “comunisti” cinesi, spendendo molto meno, unici paladini del “libero mercato”, comprano dappertutto materie prime, porti, interi debiti pubblici di altri paesi, con i soldi in bocca, aumentano il loro PIL del 10% l’anno, aumentano enormemente il loro peso economico e politico nel mondo.
E’ un mondo alla rovescia, i “democratici” sparano e i “comunisti” si affidano
al “libero mercato.
Naturalmente i grandi esperti, giornalisti, intellettuali, politicanti, dicono le solite scemenze e non riescono a vedere l’evidenza, cioè che la politica occidentale del DOMINO e della supremazia militare non rende nulla. Fa accumulare solo odio e debiti, e che tale politica va abbandonata, vanno sciolte le alleanze militari, e le enormi spese militari vanno trasformate in investimenti nella economia reale.
Qualcuno deve pur cominciare a dirglielo che la guerra è finita, magari con la cautela che si riserva agli anziani un po’ rimbambiti. Con uno come il ministro della Difesa La Russa, che sostiene, da sobrio, che siamo in Afghanistan per difendere l’Italia dal terrorismo,l’approccio per comunicargli che il terrorismo nasce se tu invadi un paese, deve essere graduale e delicato e necessita di una forte terapia di sostegno psicologico.


di Paolo De Gregorio

01 febbraio 2011

Berlusconi creatore del vuoto

http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRGQT8af7dhkDjD_UFcxFyvqCY-OvJUOtfu1Vm0F86v8aRooPvlBw

.Imbarazzante. Non trovo altre parole per commentare sinteticamente l’articolo di Francesco BorgonovoLibero. Imbarazzante fin dal titolo che uno legge e già gli prende un colpo: “Silvio ha creato l’uomo di destra. Ecco perché il berlusconismo non morirà”. Vero è che nel corpo dell’articolo la mirabile impresa si restringe (o si allarga: decidete voi) ad un più moderato “uomo di centrodestra”. Ma la sostanza è questa: «Il fatto è che Berlusconi non avrà compiuto la rivoluzione liberale annunciata nel ’94, ma ne ha compiuta un’altra, antropologica, da cui non si torna indietro». Capirete bene, la creazione dell’ “uomo nuovo” è una di quelle attese che definire messianiche è cosa propria: molti l’hanno vagheggiato, qualcuno ha cercato di interpretarlo, nessuno è riuscito veramente nell’impresa. Ma là dove nei millenni inutilmente si sono sfracellate le migliori menti e gli spiriti più eletti della specie umana, Berlusconi – a detta di Borgonovo – è riuscito: «Silvio ha creato l’uomo di centrodestra. Prima c’erano fascisti e postfascisti, democristiani di destra e di sinistra, liberali e radicali. Berlusconi è stato capace di coagulare i valori di questi tipi umani e politici, aggiungendo il contributo leghista». apparso il 27 gennaio su

Un’operazione alchemica, quindi. Solve et coagula, sarebbe all’origine di quest’essere miracolosamente espresso. Dissipati i vecchi riferimenti ideologico-categoriali, svuotati gli uomini di ieri dei loro pregiudizi, conquistati ai radiosi valori della nuova età, ecco l’uomo di centrodestra lanciare la sua sfida alle stelle… dalle stalle di Arcore. «Il berlusconismo ha affermato che lavorare ricavandone un profitto, e magari pure un cospicuo patrimonio, non è ingiusto. Ha mostrato che la televisione non è (soltanto) una cattiva maestra, che le tasse non sono (soltanto) buone e giuste, che l’immigrazione va controllata. Ha contribuito al superamento delle ideologie. Ha difeso la tradizione cattolica senza dimenticare il diritto degli individui a regolarsi come meglio credono con la propria libertà (sessuale o di coscienza). Berlusconi ha permesso a libertari, socialisti, rivoluzionari e conservatori di incontrarsi. E questi soggetti, una volta che si sono conosciuti e hanno apprezzato – con le differenze - i tratti comuni, non si lasceranno facilmente».

Avete letto bene? Avete notato la finezza con cui è stato ricamato il profilo di quest’uomo nuovo? Rifacciamoci i conti: baciapile moralista in pubblico e sfrenato fornicatore in privato (doppia morale); attivo ricercatore del profitto e però attento a discernere quali sono le tasse da pagare e quali invece no, regolandosi secondo coscienza con l’erario (perché una spruzzata del luterano «pecca fortiter», quando si parla di profitti, ci sta sempre bene); telespettatore riconoscente del magistero che gli arriva dal Grande Fratello (e format similari) e vigile sentinella contro le orde immigrate. Ora, di questi personaggini così, effettivamente, ce ne sono una marea in giro per l’Italia e non solo nel centrodestra. Oserei dire che ce ne sono sempre stati e ce ne saranno sempre in una misura superiore al tollerabile. Ma se pure tanto fosse il risultato straordinariamente innovativo della “rivoluzione antropologica berlusconiana”, è qualcosa di cui vantare il copyright? Se la risposta è “sì”, vogliamo tranquillizzare Borgonovo: da queste bande, nessuno gli contenderà i diritti d’autore.

Nell’articolo non si rinviene un nome che è uno a fare da esempio chiarificatore per un così basso profilo. E vorrei vedere! Perché delle due, una: o un soprassalto di lucidità ha fatto avveduto l’autore che rischiava una querela per diffamazione e calunnia a indicare con i dati anagrafici un plausibile corrispondente al suo disegno, oppure gli sarà sembrato indelicato escludere dalla eletta schiera qualche illustre pretendente. Il terzo, potrebbe essere dato dalla impossibilità per chiunque di eguagliare l’archetipo: «Che il Cavaliere sia nel bene e nel male – scrive infatti Borgonovo – un personaggio irripetibile del quale la politica italiana non potrà trovare un clone o un sostituto all’altezza è palese». Verrebbe quasi spontaneo chiosare con un: “e meno male” se non ci trattenesse il timore che invece si sbagli e che, o prima o poi, qualcun altro torni a incarnare l’eterno berlusconiano che è in lui.

E forse non soltanto in lui. Ricorderete mica per caso la vecchia ballata di Giorgio Gaber che in una sua strofa iniziale recitava: «Io sono / un uomo nuovo / per carità lo dico in senso letterale / sono progressista / al tempo stesso liberista / antirazzista / e sono molto buono / sono animalista / non sono più assistenzialista / ultimamente sono un po’ controcorrente / son federalista» – la ricordate, vero? Descriveva con perfida cattiveria l’eterna attitudine italica a trasformarsi nel nuovo che più nuovo non si può, nella pretesa di essere e di mantenersi al passo dei tempi. Anzi: più avanti rispetto al proprio tempo. Quasi profeti del “nuovo che avanza”. Ha un titolo che rovescia ironicamente nel suo contrario il fervorino novatore: Il conformista. Fatela ascoltare ripetutamente a Borgonovo costringendolo, contemporaneamente, a fissare le immagini del suo Cavaliere che fa il baciamano a Gheddafi (lo so: sto parodiando Arancia meccanica). Un paio di ore di questo trattamento forse riusciranno a farlo rinsavire. E se ce ne vogliono di più, insistete: è per il suo bene.


di Miro Renzaglia

31 gennaio 2011

Attenti al dopo Berlusconi

Berlusconi è stato il frutto di un compromesso fatto dai poteri finanziari e i poteri occulti autoctoni (mafia e P2). Entrambe queste due fazioni ebbero una parte importante nel colpo di stato silenzioso iniziato con la morte di Moro, passato per il debito pubblico e culminato nel 1992,

In quel frangente l’uno aveva bisogno dell’altro e si spartirono il grasso bottino: alle potenze finanziarie andò il patrimonio immobiliare e industriale italiano che venne comprato con lo sconto derivato dalla speculazione di Soros sulla lira che provocò l’uscita della lira dallo SME e la conseguente svalutazione del 30% sul dollaro e marco tedesco, mentre alle potenze occulte nazionali andò la spartizione della macchina pubblica e la trasformazione dello stato.

Nacque Forza Italia[1] e in un baleno diventò il primo partito italiano, la destra venne sdoganata e la sinistra dovette pagare il suo obolo[2] per poter arrivare al potere. Sta di fatto che il connubio è continuato fino a quando le manie di grandezza dell’imperatore di Arcore non lo hanno portato a sottovalutare i suoi interlocutori, suoi alleati fino a quel momento.

Accordi stretti con la Russia, con la Libia, la strafottenza riguardo ai poteri finanziari angloamericani, hanno portato a far scadere il compromesso[3] e solo la caparbietà e l’abilità di manipolazione di persone e fatti ha permesso a Berlusconi di poter arrivare sino ad oggi, quando si è consegnato al nemico con le sue stesse mani.

L’allontanamento di Fini in tempi poco sospetti dimostra come la nave stava già facendo acqua da molto tempo.

Le vicende di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna lasciano pochi dubbi su chi sia il vero burattinaio e il disegno ricomprende il riassetto del nord africa e ovviamente anche il nostro paese.

Il caos interno che si sta generando, faciliterà le mosse di chi ha le idee molto chiare e che verrà chiamato come un salvatore a rimettere in sesto le sorti dell’italico paese.

Proprio questo aprirà la strada ad un copione molto ben collaudato che porterà al potere persone molto vicine al mondo finanziario[4] che metteranno il paese a ferro e a fuoco, speriamo solo a livello figurato, con tasse, sacrifici ingenti.

Lasciando da parte il giudizio politico, economico ed oggi umano su Berlusconi è bene che chi legge abbia chiaro che ciò che ci aspetta dopo di lui non sarà una passeggiata e forse proprio per questo è necessario che gli italiani oggi facciano un vero e proprio salto di qualità che li porti, da essere un popolo adolescente che si aspetta ancora di essere guidato, ad essere un popolo adulto che recide le dipendenze e respons-abilmente si rimbocca le maniche per ricostruire ciò che è stato distrutto tenendo presente che senza il suo consenso niente può essere fatto.

E’ necessaria una vera e propria rivoluzione pacifica delle coscienze, specialmente da parte di chi si prenderà il non facile onere di aiutare la ricostruzione e dovranno questa volta essere i migliori, quelli che oggi sono stati relegati ai margini e lo dovranno fare con competenza, trasparenza e rettitudine con il supporto attivo, reale, partecipato e cosciente di tutti gli altri.

Forse non tutto il male viene per nuocere e il fatto di stare per toccare il fondo può essere di aiuto per gettare le basi di un nuovo vivere comune, altre opzioni non esistono e l’alternativa è continuare a fare gli schiavi per molto tempo ancora...

[1]"[...] la situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d'uscita: "Cavaliere, dobbiamo portare i libri in tribunale" [...] I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l'inchiesta della P2, andò in carcere e perse l'azienda."
(Marcello Dell'Utri, intervistato da Antonio Galdo; l'intervista è stata pubblicata nel libro Saranno potenti?. Spergling & Kupfer, 2003. ISBN 8820035014)

[2]Guerra dei Balcani e la riforma della costituzione

[3]La lottà iniziò con le campagne di stampa sia inglesi che americane e da fuori la situazione è molto più chiara come dimostrano le affermazioni della principessa giapponese Kaouru Nakamaru

[4]basta rivedere le carriere di alcuni bankieri, l’ultimo in ordine di tempo Ciampi che da governatore di bankitalia diventò superministro dell’economia e poi presidente del consiglio fino a presidente della repubblica.

02 febbraio 2011

Il tramonto dei faraoni

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Quello che sta accadendo nel mondo arabo, e segnatamente in Egitto, Tunisia, Algeria, deve essere letto ed interpretato come il misero fallimento delle politiche occidentali, messe in atto da USA ed Europa.
Questi grandi “esportatori di democrazia” hanno fatto finta di non accorgersi, per 30 anni, che democrazie non erano, mentre sottobanco contribuivano a mantenere e puntellare (dagli USA miliardi di dollari ogni anno all’esercito egiziano) regimi autoritari con premier inamovibili, corrotti, ladri, incapaci di muoversi nell’interesse del popolo, agli ordini del partito internazionale del petrolio e degli interessi occidentali in quell’area cruciale.

Ma la beffa gattopardesca è già pronta. Si mollano i dittatori, e ci si prepara ad appoggiare gli oppositori, che verranno comprati e addomesticati o minacciati per un nuovo ciclo di dominazione occidentale di tipo neo-colonialista.
Il potere dei soldi, degli affari, della corruzione, a cura delle cancellerie occidentali, è un film visto e rivisto,che può essere interrotto solo dalla rivoluzione islamica che cacci per sempre gli stranieri da quelle terre.
Il vile cinismo occidentale di aver appoggiato, in nome della democrazia, regimi dittatoriali di ladri sanguinari, deve essere punito severamente da quei popoli, che devono respingere ogni ingerenza nei loro affari interni e trovare forza e unità in alleanze che finalmente facciano parlare gli arabi con una voce sola.
Il carattere spontaneo e popolare di questa rivolta, l’assenza di organizzazione e di strategia, fanno pensare che la guida del movimento insurrezionale possa essere presa dalla componente islamica che ha capi riconosciuti, organizzazione, identità.
Comunque vada a finire questo movimento, non sarà facile per il partito mondiale del petrolio riprendere il ferreo controllo in Medio Oriente, tenendo conto che le opzioni militari contro i popoli sono velleitarie e perdenti, come presto dimostrerà la resistenza afgana contro l’occupazione di truppe straniere.

Ma ciò che mi fa sorridere e mi fa sembrare un po’ patetici gli occidentali guerrafondai, è che continuano a testa bassa, come pugili suonati, a menare le mani, a spendere cifre colossali, affermando di essere democratici, con risultati catastrofici.
Mentre i “comunisti” cinesi, spendendo molto meno, unici paladini del “libero mercato”, comprano dappertutto materie prime, porti, interi debiti pubblici di altri paesi, con i soldi in bocca, aumentano il loro PIL del 10% l’anno, aumentano enormemente il loro peso economico e politico nel mondo.
E’ un mondo alla rovescia, i “democratici” sparano e i “comunisti” si affidano
al “libero mercato.
Naturalmente i grandi esperti, giornalisti, intellettuali, politicanti, dicono le solite scemenze e non riescono a vedere l’evidenza, cioè che la politica occidentale del DOMINO e della supremazia militare non rende nulla. Fa accumulare solo odio e debiti, e che tale politica va abbandonata, vanno sciolte le alleanze militari, e le enormi spese militari vanno trasformate in investimenti nella economia reale.
Qualcuno deve pur cominciare a dirglielo che la guerra è finita, magari con la cautela che si riserva agli anziani un po’ rimbambiti. Con uno come il ministro della Difesa La Russa, che sostiene, da sobrio, che siamo in Afghanistan per difendere l’Italia dal terrorismo,l’approccio per comunicargli che il terrorismo nasce se tu invadi un paese, deve essere graduale e delicato e necessita di una forte terapia di sostegno psicologico.


di Paolo De Gregorio

01 febbraio 2011

Berlusconi creatore del vuoto

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.Imbarazzante. Non trovo altre parole per commentare sinteticamente l’articolo di Francesco BorgonovoLibero. Imbarazzante fin dal titolo che uno legge e già gli prende un colpo: “Silvio ha creato l’uomo di destra. Ecco perché il berlusconismo non morirà”. Vero è che nel corpo dell’articolo la mirabile impresa si restringe (o si allarga: decidete voi) ad un più moderato “uomo di centrodestra”. Ma la sostanza è questa: «Il fatto è che Berlusconi non avrà compiuto la rivoluzione liberale annunciata nel ’94, ma ne ha compiuta un’altra, antropologica, da cui non si torna indietro». Capirete bene, la creazione dell’ “uomo nuovo” è una di quelle attese che definire messianiche è cosa propria: molti l’hanno vagheggiato, qualcuno ha cercato di interpretarlo, nessuno è riuscito veramente nell’impresa. Ma là dove nei millenni inutilmente si sono sfracellate le migliori menti e gli spiriti più eletti della specie umana, Berlusconi – a detta di Borgonovo – è riuscito: «Silvio ha creato l’uomo di centrodestra. Prima c’erano fascisti e postfascisti, democristiani di destra e di sinistra, liberali e radicali. Berlusconi è stato capace di coagulare i valori di questi tipi umani e politici, aggiungendo il contributo leghista». apparso il 27 gennaio su

Un’operazione alchemica, quindi. Solve et coagula, sarebbe all’origine di quest’essere miracolosamente espresso. Dissipati i vecchi riferimenti ideologico-categoriali, svuotati gli uomini di ieri dei loro pregiudizi, conquistati ai radiosi valori della nuova età, ecco l’uomo di centrodestra lanciare la sua sfida alle stelle… dalle stalle di Arcore. «Il berlusconismo ha affermato che lavorare ricavandone un profitto, e magari pure un cospicuo patrimonio, non è ingiusto. Ha mostrato che la televisione non è (soltanto) una cattiva maestra, che le tasse non sono (soltanto) buone e giuste, che l’immigrazione va controllata. Ha contribuito al superamento delle ideologie. Ha difeso la tradizione cattolica senza dimenticare il diritto degli individui a regolarsi come meglio credono con la propria libertà (sessuale o di coscienza). Berlusconi ha permesso a libertari, socialisti, rivoluzionari e conservatori di incontrarsi. E questi soggetti, una volta che si sono conosciuti e hanno apprezzato – con le differenze - i tratti comuni, non si lasceranno facilmente».

Avete letto bene? Avete notato la finezza con cui è stato ricamato il profilo di quest’uomo nuovo? Rifacciamoci i conti: baciapile moralista in pubblico e sfrenato fornicatore in privato (doppia morale); attivo ricercatore del profitto e però attento a discernere quali sono le tasse da pagare e quali invece no, regolandosi secondo coscienza con l’erario (perché una spruzzata del luterano «pecca fortiter», quando si parla di profitti, ci sta sempre bene); telespettatore riconoscente del magistero che gli arriva dal Grande Fratello (e format similari) e vigile sentinella contro le orde immigrate. Ora, di questi personaggini così, effettivamente, ce ne sono una marea in giro per l’Italia e non solo nel centrodestra. Oserei dire che ce ne sono sempre stati e ce ne saranno sempre in una misura superiore al tollerabile. Ma se pure tanto fosse il risultato straordinariamente innovativo della “rivoluzione antropologica berlusconiana”, è qualcosa di cui vantare il copyright? Se la risposta è “sì”, vogliamo tranquillizzare Borgonovo: da queste bande, nessuno gli contenderà i diritti d’autore.

Nell’articolo non si rinviene un nome che è uno a fare da esempio chiarificatore per un così basso profilo. E vorrei vedere! Perché delle due, una: o un soprassalto di lucidità ha fatto avveduto l’autore che rischiava una querela per diffamazione e calunnia a indicare con i dati anagrafici un plausibile corrispondente al suo disegno, oppure gli sarà sembrato indelicato escludere dalla eletta schiera qualche illustre pretendente. Il terzo, potrebbe essere dato dalla impossibilità per chiunque di eguagliare l’archetipo: «Che il Cavaliere sia nel bene e nel male – scrive infatti Borgonovo – un personaggio irripetibile del quale la politica italiana non potrà trovare un clone o un sostituto all’altezza è palese». Verrebbe quasi spontaneo chiosare con un: “e meno male” se non ci trattenesse il timore che invece si sbagli e che, o prima o poi, qualcun altro torni a incarnare l’eterno berlusconiano che è in lui.

E forse non soltanto in lui. Ricorderete mica per caso la vecchia ballata di Giorgio Gaber che in una sua strofa iniziale recitava: «Io sono / un uomo nuovo / per carità lo dico in senso letterale / sono progressista / al tempo stesso liberista / antirazzista / e sono molto buono / sono animalista / non sono più assistenzialista / ultimamente sono un po’ controcorrente / son federalista» – la ricordate, vero? Descriveva con perfida cattiveria l’eterna attitudine italica a trasformarsi nel nuovo che più nuovo non si può, nella pretesa di essere e di mantenersi al passo dei tempi. Anzi: più avanti rispetto al proprio tempo. Quasi profeti del “nuovo che avanza”. Ha un titolo che rovescia ironicamente nel suo contrario il fervorino novatore: Il conformista. Fatela ascoltare ripetutamente a Borgonovo costringendolo, contemporaneamente, a fissare le immagini del suo Cavaliere che fa il baciamano a Gheddafi (lo so: sto parodiando Arancia meccanica). Un paio di ore di questo trattamento forse riusciranno a farlo rinsavire. E se ce ne vogliono di più, insistete: è per il suo bene.


di Miro Renzaglia

31 gennaio 2011

Attenti al dopo Berlusconi

Berlusconi è stato il frutto di un compromesso fatto dai poteri finanziari e i poteri occulti autoctoni (mafia e P2). Entrambe queste due fazioni ebbero una parte importante nel colpo di stato silenzioso iniziato con la morte di Moro, passato per il debito pubblico e culminato nel 1992,

In quel frangente l’uno aveva bisogno dell’altro e si spartirono il grasso bottino: alle potenze finanziarie andò il patrimonio immobiliare e industriale italiano che venne comprato con lo sconto derivato dalla speculazione di Soros sulla lira che provocò l’uscita della lira dallo SME e la conseguente svalutazione del 30% sul dollaro e marco tedesco, mentre alle potenze occulte nazionali andò la spartizione della macchina pubblica e la trasformazione dello stato.

Nacque Forza Italia[1] e in un baleno diventò il primo partito italiano, la destra venne sdoganata e la sinistra dovette pagare il suo obolo[2] per poter arrivare al potere. Sta di fatto che il connubio è continuato fino a quando le manie di grandezza dell’imperatore di Arcore non lo hanno portato a sottovalutare i suoi interlocutori, suoi alleati fino a quel momento.

Accordi stretti con la Russia, con la Libia, la strafottenza riguardo ai poteri finanziari angloamericani, hanno portato a far scadere il compromesso[3] e solo la caparbietà e l’abilità di manipolazione di persone e fatti ha permesso a Berlusconi di poter arrivare sino ad oggi, quando si è consegnato al nemico con le sue stesse mani.

L’allontanamento di Fini in tempi poco sospetti dimostra come la nave stava già facendo acqua da molto tempo.

Le vicende di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna lasciano pochi dubbi su chi sia il vero burattinaio e il disegno ricomprende il riassetto del nord africa e ovviamente anche il nostro paese.

Il caos interno che si sta generando, faciliterà le mosse di chi ha le idee molto chiare e che verrà chiamato come un salvatore a rimettere in sesto le sorti dell’italico paese.

Proprio questo aprirà la strada ad un copione molto ben collaudato che porterà al potere persone molto vicine al mondo finanziario[4] che metteranno il paese a ferro e a fuoco, speriamo solo a livello figurato, con tasse, sacrifici ingenti.

Lasciando da parte il giudizio politico, economico ed oggi umano su Berlusconi è bene che chi legge abbia chiaro che ciò che ci aspetta dopo di lui non sarà una passeggiata e forse proprio per questo è necessario che gli italiani oggi facciano un vero e proprio salto di qualità che li porti, da essere un popolo adolescente che si aspetta ancora di essere guidato, ad essere un popolo adulto che recide le dipendenze e respons-abilmente si rimbocca le maniche per ricostruire ciò che è stato distrutto tenendo presente che senza il suo consenso niente può essere fatto.

E’ necessaria una vera e propria rivoluzione pacifica delle coscienze, specialmente da parte di chi si prenderà il non facile onere di aiutare la ricostruzione e dovranno questa volta essere i migliori, quelli che oggi sono stati relegati ai margini e lo dovranno fare con competenza, trasparenza e rettitudine con il supporto attivo, reale, partecipato e cosciente di tutti gli altri.

Forse non tutto il male viene per nuocere e il fatto di stare per toccare il fondo può essere di aiuto per gettare le basi di un nuovo vivere comune, altre opzioni non esistono e l’alternativa è continuare a fare gli schiavi per molto tempo ancora...

[1]"[...] la situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d'uscita: "Cavaliere, dobbiamo portare i libri in tribunale" [...] I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l'inchiesta della P2, andò in carcere e perse l'azienda."
(Marcello Dell'Utri, intervistato da Antonio Galdo; l'intervista è stata pubblicata nel libro Saranno potenti?. Spergling & Kupfer, 2003. ISBN 8820035014)

[2]Guerra dei Balcani e la riforma della costituzione

[3]La lottà iniziò con le campagne di stampa sia inglesi che americane e da fuori la situazione è molto più chiara come dimostrano le affermazioni della principessa giapponese Kaouru Nakamaru

[4]basta rivedere le carriere di alcuni bankieri, l’ultimo in ordine di tempo Ciampi che da governatore di bankitalia diventò superministro dell’economia e poi presidente del consiglio fino a presidente della repubblica.