18 gennaio 2008
La condanna percepita...
In Italia oltre all’inflazione percepita (quella cosa per la quale non sono i prezzi che aumentano, sei tu che sei tirato) adesso hanno inventato anche la condanna percepita. Se appena il giudice legge la sentenza l’imputato comincia a festeggiare, grida, si sbraccia, stappa lo spumante e tutti quanti lo abbracciano, lo baciano e lo applaudono, allora l’opinione pubblica percepirà che è stato assolto.
"Evviva, non sono stato condannato per mafia, non mi dimetto" grida trionfante Totò Cuffaro, governatore della Sicilia, un minuto dopo essere stato condannato a cinque anni di carcere per favoreggiamento con interdizione dai pubblici uffici.
La Casa della Libertà lo festeggia tutta unita come ai bei tempi e Silvio Berlusconi
solidarizza (la sua occupazione principale oltre ad essere rinviato a giudizio in un processo non troppo dissimile da quello Mastella che piazzava primari mentre Silvio piazza veline) proprio come se se fosse stato assolto e dichiara in maniera per nulla sibillina: "fatemi vincere le elezioni e poi facciamo una volta per tutte i conti con la magistratura".
A Totò Cuffaro l’applauso è servito per fare ammuina oggi, ma a Clemente Mastella l’applauso a scena aperta è bastato solo ieri. Oggi si è fatto due conti e ha detto che o la solidarietà la mettono per iscritto o cade il governo. Mastella almeno si è dimesso… Antonio Bassolino non è mai neanche stato sfiorato dall’idea. Intanto, baciando baciando Vasa Vasa Cuffaro e solidarizzando con Mastella, tre notizie sono sparite o spariture:
1. i due operai morti a Marghera,
2. il fatto che mezza Italia non arriva a fine mese,
3. la monnezza in Campania che neanche hanno cominciato a rimuovere.
Ma che importa: dall’Alpi alle Piramidi: Viva Silvio, viva Clemente, viva Totò!
Gennaro Carotenuto
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18 gennaio 2008
La condanna percepita...
In Italia oltre all’inflazione percepita (quella cosa per la quale non sono i prezzi che aumentano, sei tu che sei tirato) adesso hanno inventato anche la condanna percepita. Se appena il giudice legge la sentenza l’imputato comincia a festeggiare, grida, si sbraccia, stappa lo spumante e tutti quanti lo abbracciano, lo baciano e lo applaudono, allora l’opinione pubblica percepirà che è stato assolto.
"Evviva, non sono stato condannato per mafia, non mi dimetto" grida trionfante Totò Cuffaro, governatore della Sicilia, un minuto dopo essere stato condannato a cinque anni di carcere per favoreggiamento con interdizione dai pubblici uffici.
La Casa della Libertà lo festeggia tutta unita come ai bei tempi e Silvio Berlusconi
solidarizza (la sua occupazione principale oltre ad essere rinviato a giudizio in un processo non troppo dissimile da quello Mastella che piazzava primari mentre Silvio piazza veline) proprio come se se fosse stato assolto e dichiara in maniera per nulla sibillina: "fatemi vincere le elezioni e poi facciamo una volta per tutte i conti con la magistratura".
A Totò Cuffaro l’applauso è servito per fare ammuina oggi, ma a Clemente Mastella l’applauso a scena aperta è bastato solo ieri. Oggi si è fatto due conti e ha detto che o la solidarietà la mettono per iscritto o cade il governo. Mastella almeno si è dimesso… Antonio Bassolino non è mai neanche stato sfiorato dall’idea. Intanto, baciando baciando Vasa Vasa Cuffaro e solidarizzando con Mastella, tre notizie sono sparite o spariture:
1. i due operai morti a Marghera,
2. il fatto che mezza Italia non arriva a fine mese,
3. la monnezza in Campania che neanche hanno cominciato a rimuovere.
Ma che importa: dall’Alpi alle Piramidi: Viva Silvio, viva Clemente, viva Totò!
Gennaro Carotenuto
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