29 marzo 2008

Brogli a Palermo:il Diavolo scopre i coperchi?


“Gli arresti di oggi rappresentano solo l’inizio. Ho presentato alla Digos e alla magistratura documenti che testimoniano diverse violazioni nel corso delle elezioni per le amministrative a Palermo l’anno scorso. Il 4 aprile attendiamo il pronunciamento del Tar sugli aspetti amministrativi. Esistono tutte le premesse per annullarle”. Abbiamo raggiunto Leo Luca Orlando dopo la notizia dell’arresto dei due presidenti di seggi elettorali a Palermo per i presunti brogli che l’ex sindaco della primavera palermitana aveva denunciato prima in conferenza stampa poi con una serie di dettagliati esposti. Messi insieme, dimostrerebbero che nelle urne il vincitore sarebbe stato lui. Le manipolazioni, secondo valutazioni dei tecnici di Orlando, avrebbero invece cambiato destinatario a ben 40 mila voti. Dietro tutto questo per Leo Luca Orlando ci sarebbe anche la mafia.
"Il voto amministrativo di Palermo dello scorso autunno è stato prima controllato, poi comprato e infine, visto che era a tutti evidente che avrei comunque vinto al primo turno, è stato manipolato: gli arresti di oggi sono una piccola conferma alle tante e circostanziate denunce che con centinaia di cittadini, anche candidati, presentammo nei giorni successivi al voto." Insiste Leoluca Orlando. “Perché la mafia non si accontenta più di contrattare o comprare i voti. Non si accontenta di certi piccoli regali. Abbiamo dimostrato che in pochi giorni sono stati comprati novemila telefonini tutti dello stesso tipo. Trova meno costoso, più redditizio e più sicuro manipolare il voto. Con cento euro compri un voto. Con un presidente infedele ne sposti trecento. Molto meno rischioso e con maggiori probabilità di risultato di quelli che ottieni blandendo o minacciando trecento persone”.

Ci sono delle responsabilità in tutto questo?
“Ho denunciato con nome e cognome il responsabile della macchina elettorale. Mi auguro che in attesa che si concludano le indagini questa persona non torni a dirigire la macchina elettorale di Palermo. Come ci si può fidare di una persona che convoca i presidenti di seggio e affida loro le schede in assenza di scrutatori e rappresentanti di lista? Alcuni sono stati trovati a timbrare le schede in tutta solitudine. Ricordiamo i verbali sbianchettati, i voti scomparsi nel nulla e, soprattutto, il caos scientificamente organizzato a Palazzo delle Aquile per la ricezione dei plichi elettorali di cui nessuno accertava l'autenticità e la provenienza. Ci sono immagini televisive di plichi lanciati all’ingresso da ragazzi in motorino".

Insomma, non è a ischio solo il voto di chi per necessità è pronto a mercificarlo ma anche il mio, il suo, quelli di chiunque che possono essere contraffatti con un colpo di penna.
“Sì. E tutto questo potrebbe ripetersi tra due settimane”

Segnali di solidarietà politica?
“Pochi. Talvolta ho sentito di combattere questa battaglia quasi da solo. Per fortuna sono intervenute alcune autorevoli voci a condannare certi rumorosi silenzi. Perché è una battaglia che non riguarda solo la mia elezione. E’ una battaglia per il diritto disatteso di ogni singolo elettore. Abbiamo dimostrato che sono state manipolate 40 mila schede. Più che sufficienti a cambiare il corso delle elezioni. 15 mila sarebbero valse ad andare al ballottaggio. 40 mila significavano la vittoria al primo turno. Ne ho parlato con il ministro dell’Interno. Perché così come hanno cambiato il corso delle elezioni comunali simili sviste, errori, caos pianificato, possono incidere anche sulla composizione del Parlamento. Chiediamo garanzie, per gli elelettori”.
di Pino Finocchiaro

Nessun commento:

29 marzo 2008

Brogli a Palermo:il Diavolo scopre i coperchi?


“Gli arresti di oggi rappresentano solo l’inizio. Ho presentato alla Digos e alla magistratura documenti che testimoniano diverse violazioni nel corso delle elezioni per le amministrative a Palermo l’anno scorso. Il 4 aprile attendiamo il pronunciamento del Tar sugli aspetti amministrativi. Esistono tutte le premesse per annullarle”. Abbiamo raggiunto Leo Luca Orlando dopo la notizia dell’arresto dei due presidenti di seggi elettorali a Palermo per i presunti brogli che l’ex sindaco della primavera palermitana aveva denunciato prima in conferenza stampa poi con una serie di dettagliati esposti. Messi insieme, dimostrerebbero che nelle urne il vincitore sarebbe stato lui. Le manipolazioni, secondo valutazioni dei tecnici di Orlando, avrebbero invece cambiato destinatario a ben 40 mila voti. Dietro tutto questo per Leo Luca Orlando ci sarebbe anche la mafia.
"Il voto amministrativo di Palermo dello scorso autunno è stato prima controllato, poi comprato e infine, visto che era a tutti evidente che avrei comunque vinto al primo turno, è stato manipolato: gli arresti di oggi sono una piccola conferma alle tante e circostanziate denunce che con centinaia di cittadini, anche candidati, presentammo nei giorni successivi al voto." Insiste Leoluca Orlando. “Perché la mafia non si accontenta più di contrattare o comprare i voti. Non si accontenta di certi piccoli regali. Abbiamo dimostrato che in pochi giorni sono stati comprati novemila telefonini tutti dello stesso tipo. Trova meno costoso, più redditizio e più sicuro manipolare il voto. Con cento euro compri un voto. Con un presidente infedele ne sposti trecento. Molto meno rischioso e con maggiori probabilità di risultato di quelli che ottieni blandendo o minacciando trecento persone”.

Ci sono delle responsabilità in tutto questo?
“Ho denunciato con nome e cognome il responsabile della macchina elettorale. Mi auguro che in attesa che si concludano le indagini questa persona non torni a dirigire la macchina elettorale di Palermo. Come ci si può fidare di una persona che convoca i presidenti di seggio e affida loro le schede in assenza di scrutatori e rappresentanti di lista? Alcuni sono stati trovati a timbrare le schede in tutta solitudine. Ricordiamo i verbali sbianchettati, i voti scomparsi nel nulla e, soprattutto, il caos scientificamente organizzato a Palazzo delle Aquile per la ricezione dei plichi elettorali di cui nessuno accertava l'autenticità e la provenienza. Ci sono immagini televisive di plichi lanciati all’ingresso da ragazzi in motorino".

Insomma, non è a ischio solo il voto di chi per necessità è pronto a mercificarlo ma anche il mio, il suo, quelli di chiunque che possono essere contraffatti con un colpo di penna.
“Sì. E tutto questo potrebbe ripetersi tra due settimane”

Segnali di solidarietà politica?
“Pochi. Talvolta ho sentito di combattere questa battaglia quasi da solo. Per fortuna sono intervenute alcune autorevoli voci a condannare certi rumorosi silenzi. Perché è una battaglia che non riguarda solo la mia elezione. E’ una battaglia per il diritto disatteso di ogni singolo elettore. Abbiamo dimostrato che sono state manipolate 40 mila schede. Più che sufficienti a cambiare il corso delle elezioni. 15 mila sarebbero valse ad andare al ballottaggio. 40 mila significavano la vittoria al primo turno. Ne ho parlato con il ministro dell’Interno. Perché così come hanno cambiato il corso delle elezioni comunali simili sviste, errori, caos pianificato, possono incidere anche sulla composizione del Parlamento. Chiediamo garanzie, per gli elelettori”.
di Pino Finocchiaro

Nessun commento: