27 marzo 2008

La “scala mobile” ? Un effetto dell’inflazione.



La “scala mobile” era un effetto dell’inflazione, non una causa.

Una storia di qualche anno fa, quando la politica decise di far pagare gli errori ai più deboli e più numerosi. Una storia che torna attuale mentre Draghi dice che i salari sono troppo bassi e Trichet che: “guai ad alzarli! Rispunterebbe l’inflazione”

Dice la BCE : “… le variazioni dell’aggregato monetario ampio (M3), in circostanze normali, anticipano gli andamenti dei prezzi al consumo nel medio termine”.E ancora, nelle conclusioni: “C’è un ampio consenso sul fatto che, nel periodo medio-lungo, la dinamica dei prezzi abbia origini monetarie. Di conseguenza, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di assegnare alla moneta un ruolo di rilievo nella strategia di politica monetaria dell’Eurosistema. Tale ruolo è stato indicato dall’annuncio, da parte del Consiglio Direttivo nel dicembre 1998, di un valore di riferimento per il tasso di crescita dell’aggregato monetario ampio M3 del 4½ per cento annuo. L’individuazione di questo tasso incorpora la definizione della stabilità dei prezzi fornita dall’Eurosistema e si basa su ipotesi riguardo alla dinamica del PIL reale e della velocità di circolazione di M3 nel medio termine. Per raggiungere l’obiettivo primario della stabilità dei prezzi, è importante per l’Eurosistema analizzare attentamente l’andamento di questo aggregato monetario in relazione al valore di riferimento e tenere sotto osservazione gli altri aggregati.”

A pagina 62 della relazione annuale della Banca d’Italia per l’anno 2006 troviamo: “Nel 2006 l’andamento degli aggregati monetari e creditizi ha continuato a segnalare condizioni di liquidità espansive. La crescita della moneta M3 è stata molto sostenuta; alla fi ne dell’anno l’aumento sui dodici mesi è stato pari al 9,8 per cento, il valore più alto dall’avvio della politica monetaria unica”.

Repubblica del 28 gennaio 2008 dice: “Bce: Crescita M3 rallenta a +11,2% a dicembre da +12,3% - La crescita della massa monetaria M3 nell’Eurozona rallenta a dicembre e cresce dell’11,5% annuale, meno del previsto +12,2%, contro un rialzo del 12,3% a novembre. Nella media degli ultimi tre mesi (ottobre-dicembre) l’aggregato monetario è cresciuto del 12,1% contro il +12% dei precedenti tre mesi. I prestiti verso il settore privato sono aumentati a dicembre dell’11,1%, invariati rispetto a novembre.”

È ovvio a questo punto prevedere il futuro: i prezzi cresceranno in maniera assai sostenuta, indipendentemente dai “controlli” e dalle “strategie” di Mister Prezzi. Quest’ultimo potrà al massimo far fare più sacrifici ad alcuni piuttosto che ad altri. È inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Non mi stupirei se venissero attuate pressioni selettive nei confronti dei beni e dei servizi presenti nel paniere con pesi maggiori, così, magistralmente, si farebbe apparire il successo dell’intervento senza in realtà aver combinato nulla. Da una persona nominata da Prodi c’è da aspettarsi di tutto. Se il governo voleva veramente fare qualcosa contro l’inflazione doveva chiedere, assai prima, ragione alla BCE della sua opera.

Faccio notare che la suddetta lievitazione di M3 avviene SENZA meccanismi automatici per la dinamica salariale tipo la “scala mobile”.

È fin troppo facile individuare le cause (2): l’irresponsabilità della BCE nella gestione della Politica Monetaria e nella NON regolamentazione degli strumenti finanziari, tutta tesa com’è a tutelare i suoi proprietari, il sistema bancario e quello speculativo.

Una volta fatta la frittata bisogna decidere fra una delle seguenti opzioni:

1. rimettere in sesto il sistema su nuove basi monetarie e regolamentari;
2. perseverare nell’errore e farlo pagare ai più deboli.

Ovviamente la scelta, in assenza di Politici, con quelli con la p minuscola tutti intenti a cercare il punto G ed a riconoscere il Kosovo, cade sulla seconda opzione.
Mentre Draghi dice che i salari degli italiani sono troppo bassi, Trichet dice: “guai ad alzarli! Rispunterebbe l’inflazione”. Come se lasciandoli bassi non ci fosse.

Trichet sbaglia e vuol far pagare i suoi errori ai più deboli, come da copione del perfetto gerarca.

Accadde la stessa cosa all’inizio degli anni ’80. Allora il capro espiatorio fu individuato furbescamente nella “scala mobile”, uno strumento automatico che adeguava parzialmente i salari all’aumento dei prezzi. Per chi ha buona memoria è facile ricordare le piazzate del Governatore della Banca d’Italia contro quello strumento. È la scala mobile che provoca l’inflazione! Tuonava.

Era vero il contrario. È la crescita dell’inflazione che fa crescere il peso della scala mobile (è stata creata proprio per questo). Le cause dell’inflazione erano in parte esogene, come l’aumento di alcune materie prime, ed in parte endogene, come ad esempio l’inadeguatezza della rete distributiva o qualche monopolio più o meno occulto/telefonico; infatti gli eccessi di domanda rispetto all’offerta provocano sempre aumenti dei prezzi ed i monopoli li aumentano a piacimento. C’era inoltre una pessima redistribuzione delle risorse; oggi è un po’ migliorata la situazione ma è ancora insufficiente. Se non chiedo i soldi a chi dovrei li devo chiedere a qualcun altro; ma se li chiedo a chi dovrei non aumenta la moneta, ma se li chiedo alla BdI, si. Con la beffa che lo Stato finanziava gli evasori che acquistavano con l’evaso i titoli del debito pubblico a tassi superiori a 20% .

È vero però che tagliando la scala mobile l’inflazione è calata! Per forza! La politica ha deciso che gli errori li dovevano pagare i più deboli, e più numerosi, e così è stato fatto. In aggiunta quando l’operazione è andata in porto ci siamo sentiti dire: “avete visto che l’inflazione è calata tagliando la scala mobile?”

È ovvio che tagliando la scala mobile la domanda di moneta è calata, ma questo non significa che era quella la causa. Ho 15 panini per un gruppo di 15 bambini “normali”; ne introduco 5 voraci, che mangiano per 3, aumentando proporzionalmente la dotazione di viveri, arrivando a 30 panini complessivi. Cosa succederà? I bambini normali mangeranno un panino e quelli voraci, cadauno, il triplo degli altri, ovvero 3. Se per risparmiare drasticamente tolgo mezzo panino ad ogni bambino cosa succederà? Quelli “normali” si dovranno accontentare di mezzo panino mentre gli altri di 2,5.
Potrò dire di essere stato bravo per aver risparmiato 10 panini? Si!
Potrò dire di essere stato equo? No!
Potrò dire che la colpa dell’eccessivo consumo di panini è dei 15 bambini “normali”? No!

Invece per la scala mobile è successo proprio questo. Si è fatto pagare il conto ai più deboli e poi si è inneggiato al fatto che qualcuno ha pagato il conto. Solo la politica può riuscire in questi virtuosismi. Questo è stato l’unico errore importante di Bettino Craxi, non so fino a che punto ingannato dal dottor sottile.

Il bello in questa faccenda è che i poveri hanno votato al referendum affinché il conto fosse portato a loro. Se questo non è un miracolo ditemi Voi cos’è.

Lino Rossi

Nessun commento:

27 marzo 2008

La “scala mobile” ? Un effetto dell’inflazione.



La “scala mobile” era un effetto dell’inflazione, non una causa.

Una storia di qualche anno fa, quando la politica decise di far pagare gli errori ai più deboli e più numerosi. Una storia che torna attuale mentre Draghi dice che i salari sono troppo bassi e Trichet che: “guai ad alzarli! Rispunterebbe l’inflazione”

Dice la BCE : “… le variazioni dell’aggregato monetario ampio (M3), in circostanze normali, anticipano gli andamenti dei prezzi al consumo nel medio termine”.E ancora, nelle conclusioni: “C’è un ampio consenso sul fatto che, nel periodo medio-lungo, la dinamica dei prezzi abbia origini monetarie. Di conseguenza, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di assegnare alla moneta un ruolo di rilievo nella strategia di politica monetaria dell’Eurosistema. Tale ruolo è stato indicato dall’annuncio, da parte del Consiglio Direttivo nel dicembre 1998, di un valore di riferimento per il tasso di crescita dell’aggregato monetario ampio M3 del 4½ per cento annuo. L’individuazione di questo tasso incorpora la definizione della stabilità dei prezzi fornita dall’Eurosistema e si basa su ipotesi riguardo alla dinamica del PIL reale e della velocità di circolazione di M3 nel medio termine. Per raggiungere l’obiettivo primario della stabilità dei prezzi, è importante per l’Eurosistema analizzare attentamente l’andamento di questo aggregato monetario in relazione al valore di riferimento e tenere sotto osservazione gli altri aggregati.”

A pagina 62 della relazione annuale della Banca d’Italia per l’anno 2006 troviamo: “Nel 2006 l’andamento degli aggregati monetari e creditizi ha continuato a segnalare condizioni di liquidità espansive. La crescita della moneta M3 è stata molto sostenuta; alla fi ne dell’anno l’aumento sui dodici mesi è stato pari al 9,8 per cento, il valore più alto dall’avvio della politica monetaria unica”.

Repubblica del 28 gennaio 2008 dice: “Bce: Crescita M3 rallenta a +11,2% a dicembre da +12,3% - La crescita della massa monetaria M3 nell’Eurozona rallenta a dicembre e cresce dell’11,5% annuale, meno del previsto +12,2%, contro un rialzo del 12,3% a novembre. Nella media degli ultimi tre mesi (ottobre-dicembre) l’aggregato monetario è cresciuto del 12,1% contro il +12% dei precedenti tre mesi. I prestiti verso il settore privato sono aumentati a dicembre dell’11,1%, invariati rispetto a novembre.”

È ovvio a questo punto prevedere il futuro: i prezzi cresceranno in maniera assai sostenuta, indipendentemente dai “controlli” e dalle “strategie” di Mister Prezzi. Quest’ultimo potrà al massimo far fare più sacrifici ad alcuni piuttosto che ad altri. È inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Non mi stupirei se venissero attuate pressioni selettive nei confronti dei beni e dei servizi presenti nel paniere con pesi maggiori, così, magistralmente, si farebbe apparire il successo dell’intervento senza in realtà aver combinato nulla. Da una persona nominata da Prodi c’è da aspettarsi di tutto. Se il governo voleva veramente fare qualcosa contro l’inflazione doveva chiedere, assai prima, ragione alla BCE della sua opera.

Faccio notare che la suddetta lievitazione di M3 avviene SENZA meccanismi automatici per la dinamica salariale tipo la “scala mobile”.

È fin troppo facile individuare le cause (2): l’irresponsabilità della BCE nella gestione della Politica Monetaria e nella NON regolamentazione degli strumenti finanziari, tutta tesa com’è a tutelare i suoi proprietari, il sistema bancario e quello speculativo.

Una volta fatta la frittata bisogna decidere fra una delle seguenti opzioni:

1. rimettere in sesto il sistema su nuove basi monetarie e regolamentari;
2. perseverare nell’errore e farlo pagare ai più deboli.

Ovviamente la scelta, in assenza di Politici, con quelli con la p minuscola tutti intenti a cercare il punto G ed a riconoscere il Kosovo, cade sulla seconda opzione.
Mentre Draghi dice che i salari degli italiani sono troppo bassi, Trichet dice: “guai ad alzarli! Rispunterebbe l’inflazione”. Come se lasciandoli bassi non ci fosse.

Trichet sbaglia e vuol far pagare i suoi errori ai più deboli, come da copione del perfetto gerarca.

Accadde la stessa cosa all’inizio degli anni ’80. Allora il capro espiatorio fu individuato furbescamente nella “scala mobile”, uno strumento automatico che adeguava parzialmente i salari all’aumento dei prezzi. Per chi ha buona memoria è facile ricordare le piazzate del Governatore della Banca d’Italia contro quello strumento. È la scala mobile che provoca l’inflazione! Tuonava.

Era vero il contrario. È la crescita dell’inflazione che fa crescere il peso della scala mobile (è stata creata proprio per questo). Le cause dell’inflazione erano in parte esogene, come l’aumento di alcune materie prime, ed in parte endogene, come ad esempio l’inadeguatezza della rete distributiva o qualche monopolio più o meno occulto/telefonico; infatti gli eccessi di domanda rispetto all’offerta provocano sempre aumenti dei prezzi ed i monopoli li aumentano a piacimento. C’era inoltre una pessima redistribuzione delle risorse; oggi è un po’ migliorata la situazione ma è ancora insufficiente. Se non chiedo i soldi a chi dovrei li devo chiedere a qualcun altro; ma se li chiedo a chi dovrei non aumenta la moneta, ma se li chiedo alla BdI, si. Con la beffa che lo Stato finanziava gli evasori che acquistavano con l’evaso i titoli del debito pubblico a tassi superiori a 20% .

È vero però che tagliando la scala mobile l’inflazione è calata! Per forza! La politica ha deciso che gli errori li dovevano pagare i più deboli, e più numerosi, e così è stato fatto. In aggiunta quando l’operazione è andata in porto ci siamo sentiti dire: “avete visto che l’inflazione è calata tagliando la scala mobile?”

È ovvio che tagliando la scala mobile la domanda di moneta è calata, ma questo non significa che era quella la causa. Ho 15 panini per un gruppo di 15 bambini “normali”; ne introduco 5 voraci, che mangiano per 3, aumentando proporzionalmente la dotazione di viveri, arrivando a 30 panini complessivi. Cosa succederà? I bambini normali mangeranno un panino e quelli voraci, cadauno, il triplo degli altri, ovvero 3. Se per risparmiare drasticamente tolgo mezzo panino ad ogni bambino cosa succederà? Quelli “normali” si dovranno accontentare di mezzo panino mentre gli altri di 2,5.
Potrò dire di essere stato bravo per aver risparmiato 10 panini? Si!
Potrò dire di essere stato equo? No!
Potrò dire che la colpa dell’eccessivo consumo di panini è dei 15 bambini “normali”? No!

Invece per la scala mobile è successo proprio questo. Si è fatto pagare il conto ai più deboli e poi si è inneggiato al fatto che qualcuno ha pagato il conto. Solo la politica può riuscire in questi virtuosismi. Questo è stato l’unico errore importante di Bettino Craxi, non so fino a che punto ingannato dal dottor sottile.

Il bello in questa faccenda è che i poveri hanno votato al referendum affinché il conto fosse portato a loro. Se questo non è un miracolo ditemi Voi cos’è.

Lino Rossi

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