“Gli economisti politici”, secondo Stephen Zarlenga nel libro The Lost Science of Money, “sono diventati il sacerdozio della nuova aristocrazia Bancaria, spesso prestandosi come apparato propagandistico per coprire la struttura del potere monetario. Essi hanno portato avanti idee sbagliate e cortine fumogene sulla natura del denaro, concetti primitivi per facilitare il radicamento dei banchieri”. Zarlenga dà la colpa della distruzione dell’economia mondiale all’”establishment finanziario e ai loro economisti” e definisce questi ultimi come i portavoce del ‘Potere del Denaro’. La ragione per la quale il corrotto sistema bancario moderno è durato così a lungo nonostante le sue pessime prestazioni è perché gli economisti professionisti non hanno quasi mai puntato il dito contro i banchieri né hanno mai messo in discussione la creazione disonesta del denaro privato basato sul debito o la truffa scandalosa del prestito a riserva frazionaria. Gli economisti vengono formati in facoltà universitarie finanziate dalle banche dove vengono completamente indottrinati alle teorie monetarie. Il Potere del Denaro garantisce che gli economisti siano addestrati metodicamente nel linguaggio e nel pensiero economico e siano programmati a recitare la versione ufficiale e accettata da tutti. Il giochetto prende il nome di manipolazione e gli argomenti controversi sono ignorati o distorti. Non viene mai permessa una corretta valutazione della storia e della funzione del sistema bancario perché verrebbero a galla alcune sconvolgenti verità. Zarlenga paragona gli economisti politici ai medici medievali che “teorizzavano sul funzionamento del corpo ma che non avevano mai il coraggio di sezionarlo e scoprire quello che realmente stava avvenendo”. Proprio come i muli rappresentano la sterile prole di asini e cavalli, gli economisti rappresentano la sterile progenie dei bankster e dei corporativisti. Essi sono impotenti quando si tratta di generare nuovi pensieri o nuove idee al di fuori dell’attuale sistema monetario. Gli economisti sembrano essere letteralmente incapaci di apportare una significativa innovazione monetaria e non riescono davvero a concepire altre alternative sistemiche oltre a quelle che sono state inculcate loro alle scuole dei bankster. Anche se si considerano una specie diversa rispetto ai bankster, essi sono in realtà la stessa cosa. Se nostro padre fosse una scimmia sarebbe impossibile nascondere la nostra discendenza: entrambi avremmo grosse orecchie ed emetteremmo gli stessi suoni rauchi. Gli economisti potrebbero contestare, fare la voce grossa e spesso apparire critici nei confronti dei bankster ma con tutte le loro grida da scimmia non sono in grado di lanciare un unico forte ringhio da animale predatore. Quando gli economisti si presentano in TV o alla radio o scrivono sulla carta stampata, questi ‘esperti’ discutono animatamente e si contraddicono a vicenda snocciolando soluzioni contrastanti per risolvere le nostre disgrazie monetarie. Tuttavia, i loro sermoni raramente si avventurano oltre i confini del sistema monetario esistente, con grande gioia dei bankster, perché gli economisti non mostrano alcuna propensione nel mettere in dubbio i fondamentali di una pratica disonesta vecchia di secoli come la creazione privata del denaro, basato sul debito e gravato da interesse. Le loro discussioni possono essere accese e animate ma, in sostanza, sono del tutto inutili. Gli economisti assomigliano molto alle fazioni Lato Stretto e Lato Grosso dei Viaggi di Gulliver che discutevano ferocemente sul modo più corretto di rompere un uovo – dalla parte della punta larga o dalla punta stretta. Questa contesa era così violenta e sanguinosa che portò a sei sommosse con un gran numero di vittime, tra cui l’Imperatore di Lilliput. E’ così anche per le sterili polemiche degli economisti. Gli economisti sono anche stati oggetto di critiche provenienti nientemeno che dal pungente ingegno dello scrittore George Bernard Shaw che diceva: “Se tutti gli economisti fossero stesi uno accanto all’altro, non raggiungerebbero una conclusione”. Il consulente di investimenti Peter Lynch distorce questa citazione in maniera un po’ più brutale: “Se tutti gli economisti del mondo fossero stesi uno accanto all’altro, non sarebbe una brutta cosa”. Mentre Zarlenga è duro con quegli economisti che ballano la musica dei bankster e promuovono la confusione e la divisione tra l’opinione pubblica in generale, egli elogia quegli economisti di libero pensiero che hanno il coraggio di parlare apertamente dei fallimenti e degli inganni criminali dell’industria bancaria. Purtroppo, in un mondo dominato dai bankster, gli economisti illuminati sono trattati in modo molto diverso rispetto alla nidiata dei bankster. Su questi ultimi, Zarlenga dice: “Alcuni dei più ignoranti e addirittura dei più pazzi di loro [come Bonamy Price] hanno ricevuto incarichi importanti mentre le menti migliori sono stati messe da parte o ignorate dal potere del denaro”. Mi sono imbattuto in un tipico esempio di ignoranza economica in un recente articolo pubblicato sull’Irish Independent del professor Stéphane Garelli dell’Università di Losanna (http://www.independent.ie/business/world/emerging-economies-hold-worlds-purse-strings-2349528.html). Il professor Garelli è un economista ed è attualmente direttore del World Competitiveness Center presso l’IMD Business School di Losanna che pubblica l’annuale World Competitiveness Yearbook. Garelli vanta un elenco impressionante di titoli (http://www.garelli.ch/english/cv_complet.htm) ma non si può fare a meno di chiedersi se il bravo professore possa essere stato formato appena un filo sopra il suo livello di intelligenza. Il professor Garelli (citando Raymond Barre, un altro economista) afferma: “Una delle poche cose che sappiamo sull’economia è che ha dei cicli – il problema è che non sappiamo quando questi cicli iniziano, quanto durano e per quale motivo terminano”. Garelli prosegue: “Il marchio infamante dell’economia moderna è che ancora non conosciamo il modo di evitare le recessioni e la disoccupazione”. Allora, professore, ho alcune notizie per lei. Le recessioni sono causate dai banchieri centrali che, di proposito, riducono la moneta in circolazione ritirando i prestiti esistenti e rifiutandosi di erogarne altri. Se non mi crede, legga Milton Friedman, che ha ricevuto il Premio Nobel per l’Economia. Il dottor Friedman sostiene pubblicamente che la Federal Reserve ha provocato deliberatamente la Grande Depressione degli anni Trenta: “La Fed è stata ampiamente responsabile della trasformazione di quella che poteva essere una comune recessione, anche se forse abbastanza grave, in una catastrofe immane. Anziché utilizzare i propri poteri per compensare la depressione, ha guidato una riduzione della quantità di moneta di un terzo dal 1929 al 1933... Milton Friedman, Two Lucky People, p. 233. Quando gli fu domandato quale fosse una delle cause delle gravi depressioni economiche, il dottor Friedman rispose: “Non conosco nessuna grave depressione, in nessun paese e in nessuna epoca, che non sia stata accompagnata da una drastica diminuzione della quantità di moneta e, allo stesso modo, di nessuna drastica riduzione della quantità di moneta che non sia stata accompagnata da una grave depressione”. E’ incredibile che il professor Garelli debba ammettere di non conoscere la causa delle recessioni. Ed è allo stesso modo incredibile che debba anche ammettere di non sapere quando i cicli economici inizino, quanto durino o il motivo per il quale terminino. Essi sono pianificati, caro professore, pianificati e controllati dai banchieri centrali. Ci sono prove in abbondanza che confermano tutto questo. I pezzi grossi del sistema bancario internazionale decidono dove ci saranno le bolle e quando esploderanno. E’ questo il modo con cui diventano straricchi: mettono a disposizione una grande quantità di denaro (o meglio, di credito) ad un prezzo conveniente e quando la gente è eccessivamente indebitata rifiutano altri prestiti, e pignorano gli insolventi. Dato che il 97% del denaro nel mondo viene creato dal debito, qualunque prestito restituito fa diminuire la quantità di denaro in circolazione. E quando non vengono concessi altri prestiti, la quantità di denaro circolante scende drammaticamente, con effetti negativi sulle imprese e sull’economia in generale. Questa riduzione intenzionale dell’offerta monetaria porta ad estesi fallimenti di aziende, un elevato tasso di disoccupazione, pignoramenti e forti sacrifici all’interno della comunità. D’altra parte, una grande ricchezza viene trasferita dai mutuatari insolventi al bankster. E’ un palese atto criminale e una truffa sistematica. I bankster sono stati a volte sorpresi nel vantare le proprie capacità di provocare recessioni e depressioni e di come possano impossessarsi delle proprietà dei mutuatari per pochi spiccioli. Queste pratiche malavitose vanno avanti da generazioni. L’emissione privata del denaro nazionale ha dato un incredibile potere ai banchieri centrali, un potere così grande che addirittura i governi democraticamente eletti ne sono sottomessi. I governi non controllano l’economia: sono gli onnipotenti bankster a creare il denaro, a stabilire i tassi di interesse e decidere chi può avere un prestito e chi no. Thomas Jefferson, pienamente consapevole del potere dittatoriale delle banche centrali private, fu determinante nel fare respingere al Congresso il rinnovo dello statuto della First Bank of the United States nel 1811. Nathan Rothschild, che operava da Londra, minacciò di colpire la giovane repubblica con una guerra e un disastro finanziario se lo statuto della banca non fosse stato rinnovato. Lo statuto non fu rinnovato e, infatti, gli Stati Uniti si ritrovarono ben presto coinvolti nella Guerra del 1812, con tutto il suo strascico di morti e difficoltà finanziarie. E’ questa la preoccupante supremazia degli insaziabili bankster internazionali. Per ristabilire la normalità finanziaria, nel 1816 il Presidente Madison garantì uno statuto di 20 anni ad una nuova banca centrale, la Second Bank of the United States di proprietà privata. Ma poi, nel 1828, arrivò un altro presidente che condivideva la grande sfiducia e il disprezzo di Jefferson per le banche centrali e i bankster, Andrew Jackson, un ex generale dell’esercito soprannominato affettuosamente la ‘Vecchia Quercia’, un eroe nazionale della Guerra del 1812. Jackson si rifiutò di rinnovare lo statuto della Second Bank of the United States, ponendo addirittura il veto al Congresso che ne aveva approvato il rinnovo in precedenza. Nicholas Biddle, presidente della banca, minacciò Jackson che avrebbe imposto una recessione al paese se il presidente non avesse tolto il veto. Jackson si rifiutò ancora. Biddle, mantenendo la parola, ritirò i prestiti bancari e negò l’erogazione di nuovi prestiti. L’offerta monetaria negli Stati Uniti si ridusse drasticamente. Ben presto, la recessione architettata da Biddle avvolse l’intero paese. Le imprese fallirono e la disoccupazione aumentò. Ma la ‘Vecchia Quercia’ non aveva intenzione di cambiare idea, anche dopo che un presunto sicario, un inglese di nome Richard Lawrence, tentò di ucciderlo nel gennaio 1835. Entrambe le pistole dell’assassino fecero cilecca e la leggenda narra che la ‘Vecchia Quercia’ continuò a fustigare l’uomo con la sua verga finché non fu trattenuto dai suoi stessi aiutanti. Jackson incolpò i Rothschild per l’attentato. Ad ogni modo, il deciso Jackson ebbe la meglio sulla banca e il suo statuto non fu rinnovato. Ci vollero all’incirca 77 anni prima che i bankster potessero finanziare un’altra banca centrale controllata privatamente con la costituzione della Federal Reserve nel 1913. E’ difficile ottenere prove documentate dell’ambiguità dei bankster nel causare recessioni per arricchirsi a spese della gente. Ma abbiamo una comunicazione di servizio privata dell’Associazione dei Banchieri Americani del 1891, il cui contenuto è per la verità registrato in un atto del Congresso datato 29 aprile 1913. Si tenga presente che questa comunicazione di servizio fu scritta nel 1891, prova inconfutabile che il Panico del 1893 fu pianificato dai bankster con un paio di anni di anticipo: “Siamo ad autorizzare i nostri addetti ai prestiti degli Stati Occidentali ad erogare prestiti sulle proprietà e per somme di denaro ripagabili entro il 1° settembre 1894. Nessuna scadenza importante deve superare questa data.” “Il 1° settembre 1894 rifiuteremo categoricamente tutti i rinnovi di prestito. In quel giorno, richiederemo la restituzione di tutto il nostro denaro, pena il pignoramento dei collaterali. “Le proprietà ipotecate diventeranno nostre (il denaro sarebbe diventato scarso in anticipo e le restituzioni sarebbero diventato generalmente impossibili). Pertanto saremo in grado di acquisire, ad un prezzo a noi confacente, i due terzi delle fattorie ad ovest del Mississippi ed altre migliaia di fattorie ad est di questo grande fiume.” “Saremo addirittura in grado di possedere i tre quarti delle fattorie occidentali oltre a tutto il denaro del paese. Gli agricoltori diventeranno dei meri affittuari, proprio come Inghilterra”. (Fonte – http://www.michaeljournal.org/bankphilo.htm ) Quindi vede, mio caro professor Garelli, le recessioni sono causate deliberatamente da avidi bankster per proprio profitto. A questi imbroglioni non importa nulla degli stenti e delle sofferenze che la loro avidità infligge alle persone. Essi sono cospiratori e ladri e con i loro comportamenti disonesti rivelano la filosofia criminale su cui è fondato l’intero sistema bancario. Questa spregevole filosofia prospera ancora a Wall Street e in tutto il mondo ed è in questo che consiste l’origine di tutti i nostri problemi economici globali. La gente si aspetta che gli economisti tengano a freno i bankster e li mantengano sulla linea dell’onestà – beh, almeno più onesti di quello che vogliono essere. Si aspetta anche che gli economisti diano suggerimenti ai governi su pratiche economiche oneste, efficaci e socialmente gratificanti. Ma lei, professor Garelli, e la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, avete deluso la gente. Che sia per codardia, ignoranza o disonestà, avete preso le parti dei bankster e avete permesso a questi malavitosi di mettere in schiavitù la gente con un debito eterno assolutamente inutile. La vostra mancanza nel mettere in dubbio la spudorata disonestà del sistema bancario moderno e la vostra riluttanza ad offrire alternative etiche ha impedito la nascita di un giusto ed equo sistema di creazione del denaro, un sistema incorruttibile che avrebbe portato a tutti libertà, opportunità e benessere. Per fortuna, non tutti gli economisti mangiano alla tavola dei bankster. Ci sono molti riformatori economici che sono degni di elogio e attenzione. Mentre davo una rapida occhiata agli appunti per questo articolo, mi sono imbattuto nel nome di Larry Bates, un ex docente di economia, presidente di banca per undici anni, membro della Camera dei Rappresentanti del Tennessee, presidente della Commissione sul Sistema Bancario e il Commercio ed autore di un bestseller, The New Economic Disorder. Bates dice: “Il più grande shock di questo decennio è che è sempre più persone perderanno ancora più denaro rispetto a qualunque altra epoca della nostra storia. Ma il secondo shock più grande sarà l’incredibile quantità di denaro che, nello stesso periodo, un gruppo relativamente piccolo di persone guadagnerà. Vedete, nei periodi di sconvolgimento economico, nei periodi di crisi economica, la ricchezza non viene distrutta, viene semplicemente trasferita.” Bates prosegue: “La Federal Reserve in realtà è più potente del Governo Federale. Più potente del Presidente, del Congresso e delle Corti di giustizia. La Federal Reserve stabilisce l’ammontare della rata dell’auto del cittadino medio, l’ammontare del mutuo della sua casa e se questi avrà o meno un lavoro. E vi dico... questo è il controllo totale...” Larry Bates ha centrato la questione. “Controllo totale”. I bankster vogliono mantenere il controllo totale. Vogliono che la gente continui a vivere nell’ignoranza. Non vogliono che sappiano che esiste un’alternativa più brillante e che porta più benefici. Vogliono che tutta l’umanità sia loro sottomessa in un’eterna schiavitù del debito. E, soprattutto, sono terrorizzati dal fatto che la gente in qualche modo si possa rendere conto della loro scandalosa connivenza e criminosità. Oggi quello di cui abbiamo bisogno sono più economisti che utilizzino la loro conoscenza e la loro formazione per mostrare alle gente come si possa togliere ai bankster questo disonorevole potere e come si possano formulare nuovi metodi di creazione del denaro che possano liberare le persone dall’inesorabile giogo del debito e dare loro un nuovo diritto di libertà, felicità e abbondanza. di Gabriel Donohoe Gabriel Donohoe vive in Irlanda ed è uno scrittore, un istruttore di salute naturale e consigliere sciamanico. A volte utilizza lo pseudonimo di Fools Crow Fonte: http://foolscrow.wordpress.com |
06 dicembre 2010
Gli economisti ovvero i diabolici sacerdoti dei bankester
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
06 dicembre 2010
Gli economisti ovvero i diabolici sacerdoti dei bankester
“Gli economisti politici”, secondo Stephen Zarlenga nel libro The Lost Science of Money, “sono diventati il sacerdozio della nuova aristocrazia Bancaria, spesso prestandosi come apparato propagandistico per coprire la struttura del potere monetario. Essi hanno portato avanti idee sbagliate e cortine fumogene sulla natura del denaro, concetti primitivi per facilitare il radicamento dei banchieri”. Zarlenga dà la colpa della distruzione dell’economia mondiale all’”establishment finanziario e ai loro economisti” e definisce questi ultimi come i portavoce del ‘Potere del Denaro’. La ragione per la quale il corrotto sistema bancario moderno è durato così a lungo nonostante le sue pessime prestazioni è perché gli economisti professionisti non hanno quasi mai puntato il dito contro i banchieri né hanno mai messo in discussione la creazione disonesta del denaro privato basato sul debito o la truffa scandalosa del prestito a riserva frazionaria. Gli economisti vengono formati in facoltà universitarie finanziate dalle banche dove vengono completamente indottrinati alle teorie monetarie. Il Potere del Denaro garantisce che gli economisti siano addestrati metodicamente nel linguaggio e nel pensiero economico e siano programmati a recitare la versione ufficiale e accettata da tutti. Il giochetto prende il nome di manipolazione e gli argomenti controversi sono ignorati o distorti. Non viene mai permessa una corretta valutazione della storia e della funzione del sistema bancario perché verrebbero a galla alcune sconvolgenti verità. Zarlenga paragona gli economisti politici ai medici medievali che “teorizzavano sul funzionamento del corpo ma che non avevano mai il coraggio di sezionarlo e scoprire quello che realmente stava avvenendo”. Proprio come i muli rappresentano la sterile prole di asini e cavalli, gli economisti rappresentano la sterile progenie dei bankster e dei corporativisti. Essi sono impotenti quando si tratta di generare nuovi pensieri o nuove idee al di fuori dell’attuale sistema monetario. Gli economisti sembrano essere letteralmente incapaci di apportare una significativa innovazione monetaria e non riescono davvero a concepire altre alternative sistemiche oltre a quelle che sono state inculcate loro alle scuole dei bankster. Anche se si considerano una specie diversa rispetto ai bankster, essi sono in realtà la stessa cosa. Se nostro padre fosse una scimmia sarebbe impossibile nascondere la nostra discendenza: entrambi avremmo grosse orecchie ed emetteremmo gli stessi suoni rauchi. Gli economisti potrebbero contestare, fare la voce grossa e spesso apparire critici nei confronti dei bankster ma con tutte le loro grida da scimmia non sono in grado di lanciare un unico forte ringhio da animale predatore. Quando gli economisti si presentano in TV o alla radio o scrivono sulla carta stampata, questi ‘esperti’ discutono animatamente e si contraddicono a vicenda snocciolando soluzioni contrastanti per risolvere le nostre disgrazie monetarie. Tuttavia, i loro sermoni raramente si avventurano oltre i confini del sistema monetario esistente, con grande gioia dei bankster, perché gli economisti non mostrano alcuna propensione nel mettere in dubbio i fondamentali di una pratica disonesta vecchia di secoli come la creazione privata del denaro, basato sul debito e gravato da interesse. Le loro discussioni possono essere accese e animate ma, in sostanza, sono del tutto inutili. Gli economisti assomigliano molto alle fazioni Lato Stretto e Lato Grosso dei Viaggi di Gulliver che discutevano ferocemente sul modo più corretto di rompere un uovo – dalla parte della punta larga o dalla punta stretta. Questa contesa era così violenta e sanguinosa che portò a sei sommosse con un gran numero di vittime, tra cui l’Imperatore di Lilliput. E’ così anche per le sterili polemiche degli economisti. Gli economisti sono anche stati oggetto di critiche provenienti nientemeno che dal pungente ingegno dello scrittore George Bernard Shaw che diceva: “Se tutti gli economisti fossero stesi uno accanto all’altro, non raggiungerebbero una conclusione”. Il consulente di investimenti Peter Lynch distorce questa citazione in maniera un po’ più brutale: “Se tutti gli economisti del mondo fossero stesi uno accanto all’altro, non sarebbe una brutta cosa”. Mentre Zarlenga è duro con quegli economisti che ballano la musica dei bankster e promuovono la confusione e la divisione tra l’opinione pubblica in generale, egli elogia quegli economisti di libero pensiero che hanno il coraggio di parlare apertamente dei fallimenti e degli inganni criminali dell’industria bancaria. Purtroppo, in un mondo dominato dai bankster, gli economisti illuminati sono trattati in modo molto diverso rispetto alla nidiata dei bankster. Su questi ultimi, Zarlenga dice: “Alcuni dei più ignoranti e addirittura dei più pazzi di loro [come Bonamy Price] hanno ricevuto incarichi importanti mentre le menti migliori sono stati messe da parte o ignorate dal potere del denaro”. Mi sono imbattuto in un tipico esempio di ignoranza economica in un recente articolo pubblicato sull’Irish Independent del professor Stéphane Garelli dell’Università di Losanna (http://www.independent.ie/business/world/emerging-economies-hold-worlds-purse-strings-2349528.html). Il professor Garelli è un economista ed è attualmente direttore del World Competitiveness Center presso l’IMD Business School di Losanna che pubblica l’annuale World Competitiveness Yearbook. Garelli vanta un elenco impressionante di titoli (http://www.garelli.ch/english/cv_complet.htm) ma non si può fare a meno di chiedersi se il bravo professore possa essere stato formato appena un filo sopra il suo livello di intelligenza. Il professor Garelli (citando Raymond Barre, un altro economista) afferma: “Una delle poche cose che sappiamo sull’economia è che ha dei cicli – il problema è che non sappiamo quando questi cicli iniziano, quanto durano e per quale motivo terminano”. Garelli prosegue: “Il marchio infamante dell’economia moderna è che ancora non conosciamo il modo di evitare le recessioni e la disoccupazione”. Allora, professore, ho alcune notizie per lei. Le recessioni sono causate dai banchieri centrali che, di proposito, riducono la moneta in circolazione ritirando i prestiti esistenti e rifiutandosi di erogarne altri. Se non mi crede, legga Milton Friedman, che ha ricevuto il Premio Nobel per l’Economia. Il dottor Friedman sostiene pubblicamente che la Federal Reserve ha provocato deliberatamente la Grande Depressione degli anni Trenta: “La Fed è stata ampiamente responsabile della trasformazione di quella che poteva essere una comune recessione, anche se forse abbastanza grave, in una catastrofe immane. Anziché utilizzare i propri poteri per compensare la depressione, ha guidato una riduzione della quantità di moneta di un terzo dal 1929 al 1933... Milton Friedman, Two Lucky People, p. 233. Quando gli fu domandato quale fosse una delle cause delle gravi depressioni economiche, il dottor Friedman rispose: “Non conosco nessuna grave depressione, in nessun paese e in nessuna epoca, che non sia stata accompagnata da una drastica diminuzione della quantità di moneta e, allo stesso modo, di nessuna drastica riduzione della quantità di moneta che non sia stata accompagnata da una grave depressione”. E’ incredibile che il professor Garelli debba ammettere di non conoscere la causa delle recessioni. Ed è allo stesso modo incredibile che debba anche ammettere di non sapere quando i cicli economici inizino, quanto durino o il motivo per il quale terminino. Essi sono pianificati, caro professore, pianificati e controllati dai banchieri centrali. Ci sono prove in abbondanza che confermano tutto questo. I pezzi grossi del sistema bancario internazionale decidono dove ci saranno le bolle e quando esploderanno. E’ questo il modo con cui diventano straricchi: mettono a disposizione una grande quantità di denaro (o meglio, di credito) ad un prezzo conveniente e quando la gente è eccessivamente indebitata rifiutano altri prestiti, e pignorano gli insolventi. Dato che il 97% del denaro nel mondo viene creato dal debito, qualunque prestito restituito fa diminuire la quantità di denaro in circolazione. E quando non vengono concessi altri prestiti, la quantità di denaro circolante scende drammaticamente, con effetti negativi sulle imprese e sull’economia in generale. Questa riduzione intenzionale dell’offerta monetaria porta ad estesi fallimenti di aziende, un elevato tasso di disoccupazione, pignoramenti e forti sacrifici all’interno della comunità. D’altra parte, una grande ricchezza viene trasferita dai mutuatari insolventi al bankster. E’ un palese atto criminale e una truffa sistematica. I bankster sono stati a volte sorpresi nel vantare le proprie capacità di provocare recessioni e depressioni e di come possano impossessarsi delle proprietà dei mutuatari per pochi spiccioli. Queste pratiche malavitose vanno avanti da generazioni. L’emissione privata del denaro nazionale ha dato un incredibile potere ai banchieri centrali, un potere così grande che addirittura i governi democraticamente eletti ne sono sottomessi. I governi non controllano l’economia: sono gli onnipotenti bankster a creare il denaro, a stabilire i tassi di interesse e decidere chi può avere un prestito e chi no. Thomas Jefferson, pienamente consapevole del potere dittatoriale delle banche centrali private, fu determinante nel fare respingere al Congresso il rinnovo dello statuto della First Bank of the United States nel 1811. Nathan Rothschild, che operava da Londra, minacciò di colpire la giovane repubblica con una guerra e un disastro finanziario se lo statuto della banca non fosse stato rinnovato. Lo statuto non fu rinnovato e, infatti, gli Stati Uniti si ritrovarono ben presto coinvolti nella Guerra del 1812, con tutto il suo strascico di morti e difficoltà finanziarie. E’ questa la preoccupante supremazia degli insaziabili bankster internazionali. Per ristabilire la normalità finanziaria, nel 1816 il Presidente Madison garantì uno statuto di 20 anni ad una nuova banca centrale, la Second Bank of the United States di proprietà privata. Ma poi, nel 1828, arrivò un altro presidente che condivideva la grande sfiducia e il disprezzo di Jefferson per le banche centrali e i bankster, Andrew Jackson, un ex generale dell’esercito soprannominato affettuosamente la ‘Vecchia Quercia’, un eroe nazionale della Guerra del 1812. Jackson si rifiutò di rinnovare lo statuto della Second Bank of the United States, ponendo addirittura il veto al Congresso che ne aveva approvato il rinnovo in precedenza. Nicholas Biddle, presidente della banca, minacciò Jackson che avrebbe imposto una recessione al paese se il presidente non avesse tolto il veto. Jackson si rifiutò ancora. Biddle, mantenendo la parola, ritirò i prestiti bancari e negò l’erogazione di nuovi prestiti. L’offerta monetaria negli Stati Uniti si ridusse drasticamente. Ben presto, la recessione architettata da Biddle avvolse l’intero paese. Le imprese fallirono e la disoccupazione aumentò. Ma la ‘Vecchia Quercia’ non aveva intenzione di cambiare idea, anche dopo che un presunto sicario, un inglese di nome Richard Lawrence, tentò di ucciderlo nel gennaio 1835. Entrambe le pistole dell’assassino fecero cilecca e la leggenda narra che la ‘Vecchia Quercia’ continuò a fustigare l’uomo con la sua verga finché non fu trattenuto dai suoi stessi aiutanti. Jackson incolpò i Rothschild per l’attentato. Ad ogni modo, il deciso Jackson ebbe la meglio sulla banca e il suo statuto non fu rinnovato. Ci vollero all’incirca 77 anni prima che i bankster potessero finanziare un’altra banca centrale controllata privatamente con la costituzione della Federal Reserve nel 1913. E’ difficile ottenere prove documentate dell’ambiguità dei bankster nel causare recessioni per arricchirsi a spese della gente. Ma abbiamo una comunicazione di servizio privata dell’Associazione dei Banchieri Americani del 1891, il cui contenuto è per la verità registrato in un atto del Congresso datato 29 aprile 1913. Si tenga presente che questa comunicazione di servizio fu scritta nel 1891, prova inconfutabile che il Panico del 1893 fu pianificato dai bankster con un paio di anni di anticipo: “Siamo ad autorizzare i nostri addetti ai prestiti degli Stati Occidentali ad erogare prestiti sulle proprietà e per somme di denaro ripagabili entro il 1° settembre 1894. Nessuna scadenza importante deve superare questa data.” “Il 1° settembre 1894 rifiuteremo categoricamente tutti i rinnovi di prestito. In quel giorno, richiederemo la restituzione di tutto il nostro denaro, pena il pignoramento dei collaterali. “Le proprietà ipotecate diventeranno nostre (il denaro sarebbe diventato scarso in anticipo e le restituzioni sarebbero diventato generalmente impossibili). Pertanto saremo in grado di acquisire, ad un prezzo a noi confacente, i due terzi delle fattorie ad ovest del Mississippi ed altre migliaia di fattorie ad est di questo grande fiume.” “Saremo addirittura in grado di possedere i tre quarti delle fattorie occidentali oltre a tutto il denaro del paese. Gli agricoltori diventeranno dei meri affittuari, proprio come Inghilterra”. (Fonte – http://www.michaeljournal.org/bankphilo.htm ) Quindi vede, mio caro professor Garelli, le recessioni sono causate deliberatamente da avidi bankster per proprio profitto. A questi imbroglioni non importa nulla degli stenti e delle sofferenze che la loro avidità infligge alle persone. Essi sono cospiratori e ladri e con i loro comportamenti disonesti rivelano la filosofia criminale su cui è fondato l’intero sistema bancario. Questa spregevole filosofia prospera ancora a Wall Street e in tutto il mondo ed è in questo che consiste l’origine di tutti i nostri problemi economici globali. La gente si aspetta che gli economisti tengano a freno i bankster e li mantengano sulla linea dell’onestà – beh, almeno più onesti di quello che vogliono essere. Si aspetta anche che gli economisti diano suggerimenti ai governi su pratiche economiche oneste, efficaci e socialmente gratificanti. Ma lei, professor Garelli, e la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, avete deluso la gente. Che sia per codardia, ignoranza o disonestà, avete preso le parti dei bankster e avete permesso a questi malavitosi di mettere in schiavitù la gente con un debito eterno assolutamente inutile. La vostra mancanza nel mettere in dubbio la spudorata disonestà del sistema bancario moderno e la vostra riluttanza ad offrire alternative etiche ha impedito la nascita di un giusto ed equo sistema di creazione del denaro, un sistema incorruttibile che avrebbe portato a tutti libertà, opportunità e benessere. Per fortuna, non tutti gli economisti mangiano alla tavola dei bankster. Ci sono molti riformatori economici che sono degni di elogio e attenzione. Mentre davo una rapida occhiata agli appunti per questo articolo, mi sono imbattuto nel nome di Larry Bates, un ex docente di economia, presidente di banca per undici anni, membro della Camera dei Rappresentanti del Tennessee, presidente della Commissione sul Sistema Bancario e il Commercio ed autore di un bestseller, The New Economic Disorder. Bates dice: “Il più grande shock di questo decennio è che è sempre più persone perderanno ancora più denaro rispetto a qualunque altra epoca della nostra storia. Ma il secondo shock più grande sarà l’incredibile quantità di denaro che, nello stesso periodo, un gruppo relativamente piccolo di persone guadagnerà. Vedete, nei periodi di sconvolgimento economico, nei periodi di crisi economica, la ricchezza non viene distrutta, viene semplicemente trasferita.” Bates prosegue: “La Federal Reserve in realtà è più potente del Governo Federale. Più potente del Presidente, del Congresso e delle Corti di giustizia. La Federal Reserve stabilisce l’ammontare della rata dell’auto del cittadino medio, l’ammontare del mutuo della sua casa e se questi avrà o meno un lavoro. E vi dico... questo è il controllo totale...” Larry Bates ha centrato la questione. “Controllo totale”. I bankster vogliono mantenere il controllo totale. Vogliono che la gente continui a vivere nell’ignoranza. Non vogliono che sappiano che esiste un’alternativa più brillante e che porta più benefici. Vogliono che tutta l’umanità sia loro sottomessa in un’eterna schiavitù del debito. E, soprattutto, sono terrorizzati dal fatto che la gente in qualche modo si possa rendere conto della loro scandalosa connivenza e criminosità. Oggi quello di cui abbiamo bisogno sono più economisti che utilizzino la loro conoscenza e la loro formazione per mostrare alle gente come si possa togliere ai bankster questo disonorevole potere e come si possano formulare nuovi metodi di creazione del denaro che possano liberare le persone dall’inesorabile giogo del debito e dare loro un nuovo diritto di libertà, felicità e abbondanza. di Gabriel Donohoe Gabriel Donohoe vive in Irlanda ed è uno scrittore, un istruttore di salute naturale e consigliere sciamanico. A volte utilizza lo pseudonimo di Fools Crow Fonte: http://foolscrow.wordpress.com |
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento