02 aprile 2008

"Clementina Forleo merita una lezione!"


Si comincia a fare luce su questa vicenda.Che non sia come la cattura del "fantasma", capo della mafia, Bernardo Provenzano?
Volevano «dare una lezione» a Clementina Forleo.
E con questo «solo fine», due P.M. e un tenente dei carabinieri, «concordavano» di denunciarla pianificando il testo, i tempi e le modalità della denuncia.
Su questa ipotesi di reato sta investigando il pm di Potenza, Cristina Correale, che ha iscritto nel registro degli indagati due pm, A. S. e A. N., e il tenente dei carabinieri P. F.

La vicenda risale all’agosto 2007 e s’incardina nelle indagini sulle minacce ricevute, dai genitori del gip di Milano, Clementina Forleo, poco prima della loro morte, avvenuta il 25 agosto 2005 per incidente stradale.
La Forleo denunciò le minacce e furono avviate indagini che, però....
avrebbero subito ritardi e omissioni. Omissioni – relative alla mancata acquisizione di alcuni tabulati telefonici – che la Forleo aveva denunciato alla Procura della Repubblica di Brindisi.

E non solo.

Il gip di Milano, questa estate, ribadì le accuse dinanzi al Csm.
Di lì a poco fu querelata dall’ufficiale dei carabinieri.
Sosteneva che la Forleo, al telefono, gli aveva detto: «Dovrebbe vergognarsi di indossare la divisa».
Ed è proprio su questa denuncia, che il pm di Potenza, Cristina Correale, punta il dito: i due pm e l’ufficiale dei carabinieri – scrive il pm – «al solo fine di “dare una lezione” alla dottoressa Forleo», «concordavano tra loro il testo di una denuncia», «esponendo una versione dei fatti diversa da quanto sarebbe accaduto nella conversazione telefonica».
Secondo l’accusa, i due pm, «inducevano il tenente F. a sporgere la querela» e «stabilivano che la denuncia avrebbe dovuto essere presentata nel periodo feriale», ovvero nel periodo in cui era di turno il pm N., «per far sì che il predetto (N., ndr) venisse designato titolare del procedimento».

Ma le accuse vanno anche oltre.

E confermano quanto aveva affermato la Forleo in merito all’acquisizione dei tabulati: «S.e F. – scrive la pm Cristina Correale – indebitamente omettevano di curare l’effettiva acquisizione dei tabulati telefonici».
Infine, nella richiesta di archiviazione, il pm S., «attestava falsamente» sia di «aver acquisito ed esaminato» alcuni tabulati telefonici, sia che «non sarebbero emerse telefonate utili alle indagini».

In merito alla vicenda, la gip di Milano, disse in tv, durante la trasmissione Annozero: «Sono stata vittima di tentativi di delegittimazione e discredito da parte di soggetti istituzionali, che non appartengono al mio ufficio, e anche da appartenenti alle forze dell’ordine».

Antonio Massari

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02 aprile 2008

"Clementina Forleo merita una lezione!"


Si comincia a fare luce su questa vicenda.Che non sia come la cattura del "fantasma", capo della mafia, Bernardo Provenzano?
Volevano «dare una lezione» a Clementina Forleo.
E con questo «solo fine», due P.M. e un tenente dei carabinieri, «concordavano» di denunciarla pianificando il testo, i tempi e le modalità della denuncia.
Su questa ipotesi di reato sta investigando il pm di Potenza, Cristina Correale, che ha iscritto nel registro degli indagati due pm, A. S. e A. N., e il tenente dei carabinieri P. F.

La vicenda risale all’agosto 2007 e s’incardina nelle indagini sulle minacce ricevute, dai genitori del gip di Milano, Clementina Forleo, poco prima della loro morte, avvenuta il 25 agosto 2005 per incidente stradale.
La Forleo denunciò le minacce e furono avviate indagini che, però....
avrebbero subito ritardi e omissioni. Omissioni – relative alla mancata acquisizione di alcuni tabulati telefonici – che la Forleo aveva denunciato alla Procura della Repubblica di Brindisi.

E non solo.

Il gip di Milano, questa estate, ribadì le accuse dinanzi al Csm.
Di lì a poco fu querelata dall’ufficiale dei carabinieri.
Sosteneva che la Forleo, al telefono, gli aveva detto: «Dovrebbe vergognarsi di indossare la divisa».
Ed è proprio su questa denuncia, che il pm di Potenza, Cristina Correale, punta il dito: i due pm e l’ufficiale dei carabinieri – scrive il pm – «al solo fine di “dare una lezione” alla dottoressa Forleo», «concordavano tra loro il testo di una denuncia», «esponendo una versione dei fatti diversa da quanto sarebbe accaduto nella conversazione telefonica».
Secondo l’accusa, i due pm, «inducevano il tenente F. a sporgere la querela» e «stabilivano che la denuncia avrebbe dovuto essere presentata nel periodo feriale», ovvero nel periodo in cui era di turno il pm N., «per far sì che il predetto (N., ndr) venisse designato titolare del procedimento».

Ma le accuse vanno anche oltre.

E confermano quanto aveva affermato la Forleo in merito all’acquisizione dei tabulati: «S.e F. – scrive la pm Cristina Correale – indebitamente omettevano di curare l’effettiva acquisizione dei tabulati telefonici».
Infine, nella richiesta di archiviazione, il pm S., «attestava falsamente» sia di «aver acquisito ed esaminato» alcuni tabulati telefonici, sia che «non sarebbero emerse telefonate utili alle indagini».

In merito alla vicenda, la gip di Milano, disse in tv, durante la trasmissione Annozero: «Sono stata vittima di tentativi di delegittimazione e discredito da parte di soggetti istituzionali, che non appartengono al mio ufficio, e anche da appartenenti alle forze dell’ordine».

Antonio Massari

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