L’Italia sta diventando ogni giorno che passa un Paese sempre più surreale, dove il non sense rappresenta la regola e le atmosfere kafkiane sono corollario delle nostre giornate.
Un Paese dove il governo è intenzionato a costruire infrastrutture di ogni genere, contro la volontà dei cittadini che di quelle infrastrutture dovranno sopportarne il peso, imponendo la presenza dei cantieri per mezzo dell’esercito e delle forze dell’ordine, quasi si trattasse di un’operazione di occupazione in piena regola.
Centrali nucleari, cancrovalorizzatori, discariche tossiche, ferrovie ad alta velocità, basi militari statunitensi, centrali a carbone e turbogas, rigassificatori, autostrade e molte altre opere di cementificazione selvaggia, verranno imposte con la forza nei prossimi anni ai cittadini che non le vogliono, attraverso l’uso dell’esercito, della polizia, dei carabinieri e di una nuova legislazione che in Italia ora sottopone al segreto militare i cantieri delle grandi infrastrutture.
Un esempio di quello che ci aspetta lo si è avuto ieri a Chiaiano dove circa 8000 persone hanno dato vita all’ennesima manifestazione
http://ilcorrosivo.blogspot.com/2008/05/spazzatura-e-manganelli.html
contro la mega discarica che dovrebbe sorgere accanto alle loro case, ammorbando il loro futuro e minando tanto la salute della popolazione quanto l’integrità dell’ambiente. A Chiaiano i cittadini chiedevano fosse concesso ad una loro delegazione, composta anche da amministratori, l’ingresso nel cantiere per prendere visione dei lavori che vengono portati avanti. Lo Stato ha risposto di no, quasi all’interno dell’area fossero custoditi segreti la cui natura non poteva essere resa pubblica, creando momenti di forte tensione con i dimostranti che sono poi stati costretti ad indietreggiare dal lancio di lacrimogeni e dal mulinare dei manganelli. I manifestanti hanno poi creato alcune barricate lungo la strada che conduce alla futura discarica, senza cercare mai lo scontro fisico ma ribadendo che loro saranno lì quando fra breve tempo arriveranno i camion che trasporteranno i rifiuti. Non molleranno mai perché è impossibile mollare quando è in gioco la propria salute e quella dei propri figli.
Berlusconi (e chi verrà dopo di lui) impegnato a sfornare miracoli a ripetizione in questa Italia che proprio non vuole saperne di fare come Lazzaro, sembra avere qualche problema di più rispetto ai pochi che è solito ammettere. Non sembra infatti davvero proponibile l’ipotesi di tenere aperte le discariche ed i cantieri delle grandi opere (in alcuni casi come quelli del TAV destinati a durare una ventina di anni) ricorrendo al continuo presidio in forze, giorno dopo giorno, di esercito e polizia, indispensabile per reprimere la protesta dei cittadini che difenderanno il proprio diritto ad esistere con le unghie e con i denti. Così come sembra improponibile l’immagine di un’Italia dove gli italiani siano costretti ad identificare le forze dell’ordine e l’esercito con il loro nemico, che occupa i terreni, costruisce check point e militarizza il territorio.
Se in un Paese occorrono l’esercito e la polizia per costruire le infrastrutture, significa che chi lo governa ha sbagliato qualcosa, probabilmente la natura delle infrastrutture stesse e l’opportunità della loro costruzione.
Prenderne atto e comprendere come sia giunta l’ora d’iniziare ad ascoltare cosa hanno da dire i cittadini, che dopo decenni di cementificazione selvaggia stanno iniziando ad aprire gli occhi, sarebbe l’unico vero miracolo di cui il nostro Paese ha bisogno, prima che l’arroganza di chi detiene il potere e difende unicamente i profitti della consorteria del cemento e del tondino, porti ad una frattura insanabile che difficilmente potrebbe poi essere ricomposta.
di Marco Cedolin
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