31 maggio 2009
Perchè gli economisti dovrebbero imparare l'aritmetica?
L’ultima moda nei circoli della politica di Washington DC riguarda la creazione di “un regolatore di rischio sistematico” per far sì che il paese non debba più trovarsi in situazioni di crisi come quella attuale. Questa spinta è una parte dell’operazione di copertura su come le cose sono andate realmente e non ha veramente nulla a che vedere con i reali fattori, le reali cause che hanno portato il paese al collasso economico e finanziario.
Il punto chiave che tutti devono tenere ben presente è che la storia del collasso non è una storia difficile e/o complessa. Non abbiamo di certo bisogno di grandi menti che analizzino enormi quantità di dati o creino verosimili simulazioni al computer per scoprire quale sia il vero problema che sta alla base dell’economia. Abbiamo solo bisogno di persone che abbiano imparato i principi dell’aritmetica che molti di noi hanno appreso in terza elementare.
Se le persone ai vertici della FED, del Tesoro, o che occupano altre posizioni, avessero veramente appreso i principi aritmetici, e fossero veramente preparati per il loro compito, avrebbero facilmente potuto prevenire la crescita smisurata della bolla immobiliare. Avrebbero potuto prevedere l’eccessivo accrescimento della bolla fino al collasso, con le inevitabili conseguenze per l’economia americana e mondiale.
Ripetiamo dunque i fatti di base: i prezzi delle case hanno iniziato a divergere in maniera consistente dal trend degli ultimi 100 anni negli anni 90, quando il benessere creato dalla bolla azionaria ha iniziato ad esercitare una fortissima pressione sui prezzi degli immobili. Dopo aver seguito l’inflazione negli ultimi 100 anni, i prezzi delle case avevano sostanzialmente superato i tassi di inflazione.
Non c’erano spiegazioni neppure remotamente plausibili per la crescita del prezzo delle abitazioni, né in base alla disponibilità, né tantomeno in base alla domanda. La crescita dei salari fu buona, ma non straordinaria soprattutto negli ultimi anni 90. Nella decade corrente, i salari sono leggermente diminuiti dopo essersi allineati con l’inflazione. Dal punto di vista delle disponibilità, tra il 2001 e il 2006 sono state costruite quantità di case da record, segno questo dell’assenza di sostanziali impedimenti nella costruzione.
Come altro segno di chiaro avvicinamento alla bolla, tenendo conto dell’inflazione gli affitti non aumentavano, indicando che non c’era una mancanza degna di nota di case a far alzare di molto i prezzi. Nel 2006, momento di picco, i prezzi delle case, tenendo conto dell’inflazione, erano aumentati di più del 70 %, producendo più di 8 trilioni di dollari nella bolla sul valore delle case. Era assolutamente prevedibile che la perdita di così tanto denaro (110 mila dollari per ciascun proprietario di un immobile) avrebbe portato a una recessione così severa e creato soprattutto la crisi finanziaria a cui ora stiamo assistendo.
In condizioni normali le case danno un buon rapporto di indebitamento, con pagamenti che non superano il 20 per cento. Negli anni della bolla, era cosa comune per i compratori di immobili prendere in prestito l’intera somma per pagare l’acquisto e anche una minima percentuale supplementare. Ogni economista o finanziere degno di questo nome avrebbe capito che quando la bolla sarebbe scoppiata ci sarebbe stato l’inferno nell’economia finanziaria.
In breve, le prove erano a disposizione di tutti coloro che avessero guardato con un po’ di attenzione tutta la situazione. Non c’è bisogno di super-geni per risolvere questo mistero. C’è solo bisogno di un economista che sappia usare i principi dell’aritmetica. Ma la politica di Washington ci dice che questo disastro avrebbe potuto essere evitato solo se avessimo avuto un “regolatore di rischio sistematico”.
Ok, ora facciamo un esperimento a livello ideale. Supponiamo che nel 2002 avessimo avuto questo fantomatico “regolatore di rischio sistematico”. Questa persona sarebbe mai andata da Alan Greenspan per dirgli che ci si stava avviando verso la bolla e che l’economia avrebbe subito una crisi dura come quella odierna?
Ricordate, prima della crisi Greenspan era noto come “il Maestro” [in italiano nel testo N.d.r.]. Politici, giornalisti ed economisti mettevano sempre in pratica tutte le perle di saggezza che uscivano dalla sua bocca. Infatti, quando nel 2005 disse di volersi ritirare, molti dei leader mondiali dell’economia e banchieri si riunirono a Jackson Hole, nel Wyoming, per dibattere sul fatto che Alan Greenspan fosse il migliore banchiere centrale di tutti i tempi.
Alan Greenspan affermò che non c’era alcuna bolla; tutto era a posto. Il nostro regolatore di rischio sistematico avrebbe mai potuto affermare che Greenspan era un pazzo e che l’intero sistema economico era un castello di carte vicino al collasso?
Tutti coloro che credono che la presenza di un regolatore di rischio sistematico avrebbe potuto cavarsela meglio di Alan Greenspan, non conoscono il modo di agire di Washington. Il governo è composto da persone che prima di tutto, e soprattutto, vogliono fare carriera.
E il modo migliore per fare carriera a Washington è andare dietro a chi ha già detto qualcosa. Se tutto ciò non era ovvio prima del collasso, ora certamente lo è.
Quante persone all’interno del governo hanno perso il loro lavoro per non aver saputo prevedere la crisi? Quante altre invece hanno ottenuto una promozione? Infatti, i personaggi più rilevanti in campo economico nella squadra di Obama, tutti, senza eccezione, non sono riusciti a prevedere la bolla. Alcuni potrebbero pensare che si tratti di un requisito per lavorare.
Questa mancanza di responsabilità tra economisti e analisti finanziari è il problema vero e proprio che deve essere preso in considerazione. Fino a che non si costringerà questi signori ad assumersi le proprie responsabilità, come invece succede per i custodi o i lavapiatti, non ci sarà mai alcun incentivo a uscire dal mucchio e far notare disastri in agguato come la bolla immobiliare.
La realtà è che noi già abbiamo un regolatore di rischio sistematico. Si chiama Federal Reserve Board. Lo hanno spento del tutto. Faremmo meglio a prevenire un’altra crisi facendo assumere al nostro attuale regolatore di rischio la responsabilità del suo fallimento (licenziando persone) piuttosto che facendo finta di avere un qualche buco nella nostra struttura regolatrice e creare una burocrazia persino peggiore di questa.
E naturalmente dovremmo insegnare l’aritmetica ai nostri economisti.
Dean Baker è co-direttore del Center for Economic and Policy Research (CEPR). È autore di Plunder and Blunder: The Rise and Fall of the Bubble Economy.
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31 maggio 2009
Perchè gli economisti dovrebbero imparare l'aritmetica?
L’ultima moda nei circoli della politica di Washington DC riguarda la creazione di “un regolatore di rischio sistematico” per far sì che il paese non debba più trovarsi in situazioni di crisi come quella attuale. Questa spinta è una parte dell’operazione di copertura su come le cose sono andate realmente e non ha veramente nulla a che vedere con i reali fattori, le reali cause che hanno portato il paese al collasso economico e finanziario.
Il punto chiave che tutti devono tenere ben presente è che la storia del collasso non è una storia difficile e/o complessa. Non abbiamo di certo bisogno di grandi menti che analizzino enormi quantità di dati o creino verosimili simulazioni al computer per scoprire quale sia il vero problema che sta alla base dell’economia. Abbiamo solo bisogno di persone che abbiano imparato i principi dell’aritmetica che molti di noi hanno appreso in terza elementare.
Se le persone ai vertici della FED, del Tesoro, o che occupano altre posizioni, avessero veramente appreso i principi aritmetici, e fossero veramente preparati per il loro compito, avrebbero facilmente potuto prevenire la crescita smisurata della bolla immobiliare. Avrebbero potuto prevedere l’eccessivo accrescimento della bolla fino al collasso, con le inevitabili conseguenze per l’economia americana e mondiale.
Ripetiamo dunque i fatti di base: i prezzi delle case hanno iniziato a divergere in maniera consistente dal trend degli ultimi 100 anni negli anni 90, quando il benessere creato dalla bolla azionaria ha iniziato ad esercitare una fortissima pressione sui prezzi degli immobili. Dopo aver seguito l’inflazione negli ultimi 100 anni, i prezzi delle case avevano sostanzialmente superato i tassi di inflazione.
Non c’erano spiegazioni neppure remotamente plausibili per la crescita del prezzo delle abitazioni, né in base alla disponibilità, né tantomeno in base alla domanda. La crescita dei salari fu buona, ma non straordinaria soprattutto negli ultimi anni 90. Nella decade corrente, i salari sono leggermente diminuiti dopo essersi allineati con l’inflazione. Dal punto di vista delle disponibilità, tra il 2001 e il 2006 sono state costruite quantità di case da record, segno questo dell’assenza di sostanziali impedimenti nella costruzione.
Come altro segno di chiaro avvicinamento alla bolla, tenendo conto dell’inflazione gli affitti non aumentavano, indicando che non c’era una mancanza degna di nota di case a far alzare di molto i prezzi. Nel 2006, momento di picco, i prezzi delle case, tenendo conto dell’inflazione, erano aumentati di più del 70 %, producendo più di 8 trilioni di dollari nella bolla sul valore delle case. Era assolutamente prevedibile che la perdita di così tanto denaro (110 mila dollari per ciascun proprietario di un immobile) avrebbe portato a una recessione così severa e creato soprattutto la crisi finanziaria a cui ora stiamo assistendo.
In condizioni normali le case danno un buon rapporto di indebitamento, con pagamenti che non superano il 20 per cento. Negli anni della bolla, era cosa comune per i compratori di immobili prendere in prestito l’intera somma per pagare l’acquisto e anche una minima percentuale supplementare. Ogni economista o finanziere degno di questo nome avrebbe capito che quando la bolla sarebbe scoppiata ci sarebbe stato l’inferno nell’economia finanziaria.
In breve, le prove erano a disposizione di tutti coloro che avessero guardato con un po’ di attenzione tutta la situazione. Non c’è bisogno di super-geni per risolvere questo mistero. C’è solo bisogno di un economista che sappia usare i principi dell’aritmetica. Ma la politica di Washington ci dice che questo disastro avrebbe potuto essere evitato solo se avessimo avuto un “regolatore di rischio sistematico”.
Ok, ora facciamo un esperimento a livello ideale. Supponiamo che nel 2002 avessimo avuto questo fantomatico “regolatore di rischio sistematico”. Questa persona sarebbe mai andata da Alan Greenspan per dirgli che ci si stava avviando verso la bolla e che l’economia avrebbe subito una crisi dura come quella odierna?
Ricordate, prima della crisi Greenspan era noto come “il Maestro” [in italiano nel testo N.d.r.]. Politici, giornalisti ed economisti mettevano sempre in pratica tutte le perle di saggezza che uscivano dalla sua bocca. Infatti, quando nel 2005 disse di volersi ritirare, molti dei leader mondiali dell’economia e banchieri si riunirono a Jackson Hole, nel Wyoming, per dibattere sul fatto che Alan Greenspan fosse il migliore banchiere centrale di tutti i tempi.
Alan Greenspan affermò che non c’era alcuna bolla; tutto era a posto. Il nostro regolatore di rischio sistematico avrebbe mai potuto affermare che Greenspan era un pazzo e che l’intero sistema economico era un castello di carte vicino al collasso?
Tutti coloro che credono che la presenza di un regolatore di rischio sistematico avrebbe potuto cavarsela meglio di Alan Greenspan, non conoscono il modo di agire di Washington. Il governo è composto da persone che prima di tutto, e soprattutto, vogliono fare carriera.
E il modo migliore per fare carriera a Washington è andare dietro a chi ha già detto qualcosa. Se tutto ciò non era ovvio prima del collasso, ora certamente lo è.
Quante persone all’interno del governo hanno perso il loro lavoro per non aver saputo prevedere la crisi? Quante altre invece hanno ottenuto una promozione? Infatti, i personaggi più rilevanti in campo economico nella squadra di Obama, tutti, senza eccezione, non sono riusciti a prevedere la bolla. Alcuni potrebbero pensare che si tratti di un requisito per lavorare.
Questa mancanza di responsabilità tra economisti e analisti finanziari è il problema vero e proprio che deve essere preso in considerazione. Fino a che non si costringerà questi signori ad assumersi le proprie responsabilità, come invece succede per i custodi o i lavapiatti, non ci sarà mai alcun incentivo a uscire dal mucchio e far notare disastri in agguato come la bolla immobiliare.
La realtà è che noi già abbiamo un regolatore di rischio sistematico. Si chiama Federal Reserve Board. Lo hanno spento del tutto. Faremmo meglio a prevenire un’altra crisi facendo assumere al nostro attuale regolatore di rischio la responsabilità del suo fallimento (licenziando persone) piuttosto che facendo finta di avere un qualche buco nella nostra struttura regolatrice e creare una burocrazia persino peggiore di questa.
E naturalmente dovremmo insegnare l’aritmetica ai nostri economisti.
Dean Baker è co-direttore del Center for Economic and Policy Research (CEPR). È autore di Plunder and Blunder: The Rise and Fall of the Bubble Economy.
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