"Eliminare l'incertezza". Il governatore della Banca centrale europea Jean Claude Trichet ha battuto su 'incertezza', parola chiave in tempo di crisi, per sostenere l'accordo Basilea3. Il nuovo regolmento è strumento necessario per evitare il ripetersi degli eccessi emersi nella crisi finanziaria, quando le banche si trovarono a dover ricorrere ai capitali pubblici per evitare il fallimento.
Il testo licenziato dai governatori delle banche centrali verrà adottato ufficialmente al prossimo G20 di novembre. I punti principali riguardano le riserve, e i cosidetti 'buffer', dei cuscinetti di capitale che dovranno essere accantonati in funzione di possibili 'rschi' del sistema. E sui punti chiave dell'accordo restano le posizioni conflittuali di chi vede una opportunità - invocata nel bel mezzo della crisi - di costruire degli argini alti e forti per evitare che il rischio provochi il default e chi, invece, legge i provvedimenti contenuti nelle regole di slavguardia di Basilea3 come un impedimento alla ripresa, fragile, con la possibilità di indebolire il settore bancario, bloccando così il flusso del denaro verso l'economia, le imprese. Per questo le dichiarazioni ufficiali che vengono dal Financial stability board,che ha impresso uno potente spinta per l'accordo, sono incentrate su questo argomento: "Le banche italiane saranno in grado di muoversi verso livelli patrimoniali più elevati con gradualità - ha detto il governatore Mario Draghi - assicurando al tempo stesso il sostegno alle imprese e all'economia".
Le associazioni confindustriali sono pessimiste, mentre le nuove regole - che troveranno graduale applicazione in un lasso di tempo assai lungo, dal 2013 e fino al 2020 - hanno trovato una calda accoglienza nei listini di borsa italiani.
Emilio Barucci è docente di finanza matematica al Politecnico di Milano e redattore del sito nelMerito.com.
PeaceReporter lo ha intervistato.
Basilea3 è il tentativo di riscrivere le regole riguardo a un punto cruciale della crisi finanziaria, il comportamento degli intermediari. Si cerca di intervenire su quanto capitale le banche debbano detenere a fronte delle attività che svolgono. La crisi finanziaria ha mostrato che il capitale che avevano era insufficiente per affrontare la cirsi. Detto altrimenti, le banche erano poco solide. La direzione in cui si va è quella di chiedere più capitale e questo vorrà dire che gli istituti di credito saranno meno liberi di fare 'quello che volevano' e dovranno cercare capitale sul mercato. Faranno meno utili, dovranno emettere azioni o altri strumenti, quindi la torta degli utili sarà più piccola, perchè avranno più azionisti da soddisfare.
Nonostante la gradualità dell'applicazione delle nuove regole, le associazioni industriali e la banche hanno paventato la possibilità di intaccare una già fragile ripresa. E' un argomento 'corporativo'?
Le banche si sono difese in tutta Europa dicendo che con questi requisiti o aumentano il capitale proprio o diminuiscono le attività che svolgono. E hanno detto che potrebbero diminuire il finanziamento all'economia reale, quindi alle imprese e ai risparmiatori. Questo approccio, questa difesa del sistema bancario, era prevedibile. Perché si sta scontrando la volontà di rendere le banche più robuste e più stabili, mentre le banche vogliono essere completamente libere. La crisi finanziaria ha mostrato che c'è un contrasto fra la stabilità del sistema e la capacità delle banche a svolgere attività ad ampio spettro. I governatori delle banche centrali hanno detto che quello che è successo nel 2007 dimostra che ci dobbiamo dotare di strumenti più forti per impedire una prossima crisi.
La difesa delle banche, secondo me, è ingiustificata. Molti studi dicono che queste regole avranno una modesta ricaduta sul fatto che non vi sia la capacità di finanziare l'economia.
Esiste un problema di competitività fra banche europee e il sistema statunitense?
Le banche europee sostengono che le banche Usa avevano meno attività dirette all'economia reale e che in Basilea3 ci sono regole penalizzanti che dovrebbero interessare soprattutto le banche statunitensi, perché quelle italiane ed europee hanno sempre avuto un occhio di riguardo all'economia. Non credo che ci sia un problema di concorrenza, ma è chiaro che un ridisegno delle regole così profondo ci porterà a banche che torneranno a fare il loro mestiere, invece di fare finanza.
Ha letto le regole. Giudizio positivo o negativo?
Se le cifre sono quelle riportate sui giornali, io dico positivo. All'inizio le cifre che giravano erano troppo penalizzanti. Ora siamo di fronte a misure forti, ma non eccessivamente penalizzanti.
Le regole di Basilea3 come incideranno sui prodotti 'derivati'?
Si è scelta una strada per cui molti titoli derivati scambiati in mercati regolamentati vengono penalizzati, perché le banche saranno meno incentivate a tenerli nel loro portafoglio. Al posto di un divieto, si è scelta la strada di dare incentivi alle banche perché non li usino in maniera sconsiderata. Bisognerà vedere se questi incentivi raggiungeranno il loro scopo o meno. Ma questa era l'unica strada che si poteva battere.
di Angelo Miotto
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