28 ottobre 2010

La crisi sistemica globale: primavera di austerità e gravi inceppamenti

the-casinomicsIl blog Informazione Scorretta (curato da Felice Capretta) ha pubblicato una parziale traduzione del Rapporto 47 del GEAB, il gruppo di analisti economici eterodossi che cerca di trarre previsioni dall'osservazione della Grande Crisi in atto. La volontà di stabilire date precise li espone a ovvie smentite (anche se sembrano spesso soltanto date rimandate). Tuttavia spesso colgono in anticipo importanti tendenze. Anche non cedendo al fascino divinatorio di un testo che ci dica a che punto saremo fra un mese o un anno, sono interessanti i rimandi a dati economici reali e verificabili. Buona lettura.

1 - La crisi sistemica globale - Primavera 2011:
Benvenuti negli Stati Uniti dell'austerità / Verso una gravissima avaria del sistema economico e finanziario mondiale.

Come anticipato dal LEAP/E2020 lo scorso Febbraio nel GEAB N. 42, (gli affezionati lettori ricorderanno le tre onde anomale convergenti) la seconda metà del 2010 sarà fondamentalmente caratterizzata da un improvviso peggioramento della crisi, evidenziato sia dalla fine dell'illusoria ripresa pubblicizzata dai leader occidentali [1]e sia dalle migliaia di miliardi inghiottiti dalle banche e dai piani, di breve respiro, di «stimolo» economico.

I mesi a venire riveleranno una semplice, anche se dolorosa, realtà: l'economia occidentale, in particolare quella USA [2], non è davvero mai uscita dalla recessione[3].

Gli impressionanti dati statistici registrati dall'estate 2009 sono stati solo la conseguenza di breve durata delle massicce iniezioni di liquidità nel sistema che era divenuto essenzialmente insolvente proprio come i consumatori USA[4].

Posti al cuore della crisi sistemica globale fin dalla sua nascita, gli Stati Uniti dimostreranno nei prossimi mesi che stanno conducendo l'economia e la finanzia globale nel «cuore dell'oscurità»[5] proprio perché non riescono a venir fuori dalla loro «Molto Grande Depressione»[6].

Quindi, mentre viene fuori degli sconvolgimenti politici delle elezioni USA il prossimo Novembre, con una crescita di nuovo negativa, il mondo dovrà fronteggiare una «Gravissima Avaria» del sitema economico e finanziario globale fondato oltre 60 anni fa sulla assoluta necessità per l'economia USA di non rimanere mai a lungo in recessione.

Ora la prima metà del 2011 imporrà che l'economia USA subisca una dose di rigore finanziario senza precedenti facendo piombare il pianeta in un nuovo caos finanziario, monetario, economico e sociale[7].

In questo numero del GEAB, il nostro gruppo quindi anticiperà per i prossimi mesi, differenti aspetti di questo nuovo sviluppo della crisi, in particolare la natura del meccanismo di austerità imposta che colpirà gli Stati Uniti, gli sviluppi del maledetto dibattito su «inflazione/deflazione», l'effettivo incremento del PIL USA, la strategia delle banche centrali e le dirette conseguenze per l'Asia e l'Europa.

Come facciamo ogni mese, illustreremo le nostre raccomandazioni strategiche e operative.

Inoltre, in via particolare, questo numero del GEAB offre un estratto dal nuovo libro di Frank Biancheri «The Global Crisis: The Path to the World After - France, Europe and World in the Decade 2010-2020» (La Crisi Globale: il cammino verso il mondo dopo[-crisi] - Francia, Europa e il mondo nella decade 2010-2020)[8]


consumer_metrics

Andamento comparato del Grownth Index del CMI (rosso) e del PIL USA (verde) (2005 - 2010) - Fonte: Dshort, 08/26/2010.

I trimestri a venire saranno particolamente pericolosi per il sistema finanziario ed economico.

Il Chairman delle FED Ben Bernanke ha lanciato il seguente messaggio, nel modo più diplomatico possibile, alla recente riunione dei banchieri centrali a Jackson Hole nel Wyomimng: anche se le politiche per ravvivare l'economia USA sono fallite, o il resto del mondo continua a finanziare il deficit USA in perdita, sperando che ad un certo punto nel futuro la scommessa paghi ed evitando il collasso del sistema globale, oppure gli Stati Uniti continueranno a monetizzare il loro debito e convertiranno tutti i dollari e i titoli del tesoro in mano al resto del mondo in banconote del monopoli.

Come ogni potere messo nell'angolo, gli Stati Uniti sono ora obbligati ad introdurre la minaccia di pressione per ottenere ciò che vogliono.

Meno di un anno fa i leader del resto del mondo e gli ufficiali finanziari si erano offerti volontariamente di «rimettere a galla la nave USA».

Comunque, oggi, le cose sono cambiate drasticamente dato che le nobile rassicurazioni di Washington (da parte della FED come da parte dell'amministrazione Obama) si sono dimostrate essere pura arroganza basata sulla pretesa di aver compreso la natura della crisi e sull'illusione di possedere i mezzi per controllarla.

Comunque, la crescita USA evapora trimestre dopo trimestre[8] e ridiventa negativa dalla fine del 2010.

Il tasso di disoccupazione non ha smesso di crescere e si porrà tra la stabilità mostrata nelle statistiche ufficiali e la perdita, nei prossimi sei mesi, per più di due milioni di americani del posto di lavoro (LEAP/E2020 crede che il reale tasso di disoccupazione si attesti ora oltre il 20%[9); il mercato USA delle case rimane depresso ai minimi storici e riprenderà la sua caduta a partire dall'ultimo trimestre 2010; infine, ma non meno importante, come si può ben immaginare date le circostanze, i consumatori USA sono e rimarranno assenti stabilmente dato che il loro stato di insolvenza continua e addirittura peggiora[10]per quegli americani, uno su cinque, che non hanno un lavoro.

Dietro questi fattori statistici si nascondono tre realtà che cambieranno radicalmente il paesaggio politico, economico e sociale degli USA e del resto del mondo nei prossimi trimestri non appena questi arriveranno all'opinione pubblica.


doppia_mazzata
«Stati Uniti - la doppia mazzata: niente capitale, niente lavoro»
- Correlazione tra la caduta dei prezzi delle case e l'andamento della disoccupazione stato per stato (2006-2009) - Fonte: FMI / OIT / OsloConference, 07/2010


La rabbia popolare paralizzerà Washington a partire da Novembre 2010

In primo luogo, c'è una realtà diffusa e molto deprimente, un vero viaggio «al cuore dell'oscurità», che consiste in milioni di americani (quasi sessanta milioni di loro adesso dipendono dai Food stamps per vivere [sussidi per i più poveri, ndt]) che non hanno più un lavoro, una casa o del denaro da parte e che si stanno chiedendo come faranno a sopravvivere negli anni a venire[11].

Questi sono giovani[12], pensionati, afro-americani, lavoratori, impiegati nei servizi[13], ... e costituiscono quella massa di cittadini arrabbiati che si faranno sentire con violenza il prossimo novembre e trascinando Washington in una tragico vicolo cieco politico.

I sostenitori dei movimenti «Tea Party[14]» e «nuovi secessionisti[15]» ... vogliono «spezzare la Macchina di Washington» (e per estensione quella di Wall Street) senza avere proposte credibili per risolvere la miriade di problemi del paese[16].

Le elezioni di Novembre 2010 saranno la prima opportunità per questa «America sofferente» di esprimersi sulla crisi e sulle sue conseguenze. E questi voti, riguadagnati dai repubblicani o persino dagli estremisti, contribuiranno a paralizzare ancora di più l'amministrazione Obama e il Congresso (che probabilmente ritornerà ad essere a maggioranza repubblicana), col solo effetto di spingere il paese in un tragico ingorgo proprio quando tutte la luci stanno ridiventando di nuovo rosse.

Inoltre, questa espressione di rabbia diffusa si scontrerà, da dicembre in avanti, con l'uscita del rapporto della Commisione per il deficit creata dal presidente Obama, e questo porterà il problema del deficit al cuore del dibattito pubblico all'inizio del 2011[17].

Per esempio, stamo già vedendo un'espressione molto particolare di questa rabbia diffusa contro Wall Street nel fatto che gli americani stanno abbandonando il mercato azionario[18]: ogni mese un crescente numero di «piccoli investitori» lasciano Wall Street e i mercati finanziari[19], al punto che oggi più del 70% delle transazioni sono nelle mani delle principali istituzioni e altri «high frequency trader».

Se si tiene a mente l'immagine tradizionale che vede le borse oggi come i templi del capitalismo moderno, allora stiamo assistendo ad un fenomeno di perdita di fiducia simile alla disaffezione della gente, testimoniata da dimostrazioni ufficiali, sperimentata dal sistema comunista prima della su caduta.



Il grosso dell'economia USA ora è dipendente dai fondi pubblici

C'è anche una drammatica realtà economica: la maggior parte dell'economia USA è ora direttamente dipendente dal governo federale e/o dalla Federal Reserve.

Immobiliare, auto, difesa (e tramite questa una grande parte delle industrie dell'alta tecnologia), agricoltura,... sono settori che ora possono solo sopravvivere (e anche così per alcuni solo cono grande difficoltà) perché sono supportati dagli aiuti federali e/o dalle politiche di supporto della Fed.

Inoltre, la gran parte degli stati e delle grandi città in tutto il paese non possono rimanere in attivo con le loro forze e dipendono da Washington per riuscirci[20].

Quindi, se un domani queste spese del governo federale e della Fed non potessero essere mantenute, o persino se non potessero essere aumentate, dato che il primo ha un già un deficit abissale e la seconda ha già un enorme numero di attivi fantasma in bilancio[21], la maggior parte dell'economia e del sistema sociale del paese crollerebbero come un castello di carte[22].

In termini di attivi fantasma, i due grafici sotto illustrano perfettamente il trasferimento dei debiti dalle banche private alla Fed, che ha solo reso ai contribuenti USA responsabile dei debiti delle maggiori banche USA... un abuso che alimenta parecchio la «frustrazione» di molti concittadini americani.

Qui, Barack Obama aveva ragione a dire ai banchieri USA nel marzo 2009 «la mia amministrazione è la sola cosa che si para tra voi e i forconi».

Tra le altre cose, questo è ciò che lo rende così impopolare nel suo paese.

Ma se la prospettiva di una economia USA come un «castello di carte» era già stata chiaramente considerata dal nostro gruppo col GEAB Nr.2 nel febbraio 2006, è solo di recente che i «pricipali» media stanno cominciando a riconoscere questo fatto.

Come sempre nel caso di profonde crisi, questa consapevolezza è un segno di vicino cambiamanto per il peggio perché presagisce un busco cambiamento nel comportamento di molti attori globali[24], in particolare riguardo alla famosa «fuga dal rischio» che tradizionalmente porta questi a favorire i beni del governo USA ... e che, crediamo, comincerà a invertirsi dall'inizio del 2011.

La FED adesso sa di essere impotente

Finalmente esiste un effetto finanziario e monetario particolarmente tragico in quanto i giocatori sono diventati consapevoli della situazione senza uscita: la FED adesso sa di essere impotente.

Nonostante gli sforzi straordinari (interessi a tasso zero, quantitave easing, supporto enorme al mercato dei mutui immobiliari, eguale supporto alle banche, triplicazione del suo stato patrimoniale, …) in atto dal settembre del 2008, l'economia americana non riparte.
I leader della FED hanno scoperto di essere solo una parte del sistema, in questo caso il sistema finanziario USA, progettato dal 1945 per essere il cuore solvente del sistema finanziario globale.

Tuttavia il consumatore americano è diventato insolvente, il consumatore che, negli ultimi trent'anni, e' diventato in modo graduale il giocatore economico centrale di questo cuore finanziario (con più del 70% dipendente dalla spesa famigliare).

E' questa insolvenza delle famiglie USA che ha vanificato gli sforzi della FED.

Avvezzi ad essere virtuosi e per questo ad avere la possibilità di manipolare i processi e le dinamiche degli eventi, i banchieri centrali USA credevano di poter «imbrogliare» le famiglie, dandogli un'altra volta l'illusione di ricchezza e quindi spingendole a ripristinare il consumo e con questo far rivivere la macchina economica e finanziaria dell'intero paese.

Fino all'estate del 2010 non hanno creduto nella natura sistemica della crisi oppure non hanno capito che quello che stava causando i problemi era fuori portata degli strumenti della banca centrale, per quanto possa essere potente.

Solo nelle recenti settimane hanno trovato due verità: le loro politiche hanno fallito e non hanno armi ne' munizioni.

Da qui il tono molto depresso nelle discussioni delle banche centrali ai meeting di Jackson Hole, nonché la mancanza del consenso per le azioni future e quindi gli infiniti dibattiti sulla natura dei rischi che vanno affrontati nei prossimi mesi (per esempio inflazione o deflazione, sapendo che gli strumenti interni del sistema che misuravano le conseguenze di questi trend non sono neanche più rilevanti come analizziamo in questa edizione), ma anche gli scontri sempre più violenti tra i promotori della crescita rinnovata attraverso il debito ed i sostenitori della riduzione del deficit... nonché il discorso di Ben Bernake pieno di minacce velate ai suoi colleghi delle banche centrali: in termini ambigui ha fatto passare il seguente messaggio:

«Proveremo di tutto per evitare il collasso economico e finanziario e voi continuerete a finanziare tutto, proprio tutto»

oppure sguinzaglieremo l'inflazione e con essa il dollaro deprezzerà e i bond del tesoro USA non varranno più molto.

Quando un banchiere centrale si esprime come un esattore c'è una situazione pericolosa in casa.

La risposta delle banche centrali più grandi del mondo verrà rivelata nei prossimi due quadrimestri. La ECB ha già fatto capire in modo chiaro che la nuova politica di stimolo all'innalzamento del deficit statunitense sarebbe un suicidio per gli USA.

La Cina, pur dicendo di non voler accelerare le cose, passa già il suo tempo a vendere gli asset USA per comprare quelli Giapponesi (cosa che viene riflessa nel valore storico del rapporto di cambio tra dollaro e Yen).

Per quanto riguarda il Giappone, in questo momento e' forzato ad essere allineato sia con Washington sia con Pechino... e probabilmente cancellerà tutte le proprie politiche finanziarie e monetarie.

Nei futuri quadrimestri, la FED come anche il governo federale, scopriranno che nel momento in cui gli USA non saranno più considerati un succoso sinonimo del profitto e/o del potere distribuito, vedranno la propria abilità nel convincere i loro partner declinare velocemente e pesantemente, in special modo quando il secondo mette in discussione l'importanza delle politiche scelte.

Le conseguenze di queste tre realtà, che gradualmente fanno sentire la loro presenza nella coscienza globale, nonché in quella degli USA, faranno si, secondo il team LEAP/E2020, che gli USA entrino nel 2011 in un era di austerità mai vista da quando il paese e' diventato il cuore del sistema globale economico e finanziario. Il blocco della politica federale nel contesto dell'elettorato ammalato e stanco di Washington e Wall Street, la massiccia dipendenza sui fondi federali da parte dell'intera economia USA e l'impotenza della FED, incapace di evitare una situazione di crescente riluttanza nel finanziare il deficit USA, verranno combinate per spingere il paese nell'austerità.

Un'austerità che sta già affliggendo almeno il 20% della popolazione e che direttamente affligge un americano su due preoccupati di andare ad aggiungersi ai senza tetto, a quelli senza lavoro ed ai disoccupati a lungo termine. Per queste decine di milioni di americani l'austerità e' qui e si chiama impoverimento duraturo.

Quello che succederà entro la primavera del 2011 e', quindi, un cambiamento nei discorsi ufficiali, nelle politiche budgetarie e nella consapevolezza internazionale dell'idea che gli USA non sono più «il paese della cuccagna», ma «la terra di pochi».

Oltre alle scelte politiche nazionali, c'è anche la scoperta di una nuova limitazione per il paese: gli USA non si possono permettere un nuovo stimolo. Piuttosto che un collasso multi decennale, come la situazione Giapponese, molti decision makers saranno tentati dalla terapia shock... la stessa terapia che, con il FMI, gli USA raccomandano all'America latina, ai paesi asiatici e all'Europa dell'est.


Grazie a Trinetra e Markozu per questa parte.


Saluti felici

Felice Capretta

Nessun commento:

28 ottobre 2010

La crisi sistemica globale: primavera di austerità e gravi inceppamenti

the-casinomicsIl blog Informazione Scorretta (curato da Felice Capretta) ha pubblicato una parziale traduzione del Rapporto 47 del GEAB, il gruppo di analisti economici eterodossi che cerca di trarre previsioni dall'osservazione della Grande Crisi in atto. La volontà di stabilire date precise li espone a ovvie smentite (anche se sembrano spesso soltanto date rimandate). Tuttavia spesso colgono in anticipo importanti tendenze. Anche non cedendo al fascino divinatorio di un testo che ci dica a che punto saremo fra un mese o un anno, sono interessanti i rimandi a dati economici reali e verificabili. Buona lettura.

1 - La crisi sistemica globale - Primavera 2011:
Benvenuti negli Stati Uniti dell'austerità / Verso una gravissima avaria del sistema economico e finanziario mondiale.

Come anticipato dal LEAP/E2020 lo scorso Febbraio nel GEAB N. 42, (gli affezionati lettori ricorderanno le tre onde anomale convergenti) la seconda metà del 2010 sarà fondamentalmente caratterizzata da un improvviso peggioramento della crisi, evidenziato sia dalla fine dell'illusoria ripresa pubblicizzata dai leader occidentali [1]e sia dalle migliaia di miliardi inghiottiti dalle banche e dai piani, di breve respiro, di «stimolo» economico.

I mesi a venire riveleranno una semplice, anche se dolorosa, realtà: l'economia occidentale, in particolare quella USA [2], non è davvero mai uscita dalla recessione[3].

Gli impressionanti dati statistici registrati dall'estate 2009 sono stati solo la conseguenza di breve durata delle massicce iniezioni di liquidità nel sistema che era divenuto essenzialmente insolvente proprio come i consumatori USA[4].

Posti al cuore della crisi sistemica globale fin dalla sua nascita, gli Stati Uniti dimostreranno nei prossimi mesi che stanno conducendo l'economia e la finanzia globale nel «cuore dell'oscurità»[5] proprio perché non riescono a venir fuori dalla loro «Molto Grande Depressione»[6].

Quindi, mentre viene fuori degli sconvolgimenti politici delle elezioni USA il prossimo Novembre, con una crescita di nuovo negativa, il mondo dovrà fronteggiare una «Gravissima Avaria» del sitema economico e finanziario globale fondato oltre 60 anni fa sulla assoluta necessità per l'economia USA di non rimanere mai a lungo in recessione.

Ora la prima metà del 2011 imporrà che l'economia USA subisca una dose di rigore finanziario senza precedenti facendo piombare il pianeta in un nuovo caos finanziario, monetario, economico e sociale[7].

In questo numero del GEAB, il nostro gruppo quindi anticiperà per i prossimi mesi, differenti aspetti di questo nuovo sviluppo della crisi, in particolare la natura del meccanismo di austerità imposta che colpirà gli Stati Uniti, gli sviluppi del maledetto dibattito su «inflazione/deflazione», l'effettivo incremento del PIL USA, la strategia delle banche centrali e le dirette conseguenze per l'Asia e l'Europa.

Come facciamo ogni mese, illustreremo le nostre raccomandazioni strategiche e operative.

Inoltre, in via particolare, questo numero del GEAB offre un estratto dal nuovo libro di Frank Biancheri «The Global Crisis: The Path to the World After - France, Europe and World in the Decade 2010-2020» (La Crisi Globale: il cammino verso il mondo dopo[-crisi] - Francia, Europa e il mondo nella decade 2010-2020)[8]


consumer_metrics

Andamento comparato del Grownth Index del CMI (rosso) e del PIL USA (verde) (2005 - 2010) - Fonte: Dshort, 08/26/2010.

I trimestri a venire saranno particolamente pericolosi per il sistema finanziario ed economico.

Il Chairman delle FED Ben Bernanke ha lanciato il seguente messaggio, nel modo più diplomatico possibile, alla recente riunione dei banchieri centrali a Jackson Hole nel Wyomimng: anche se le politiche per ravvivare l'economia USA sono fallite, o il resto del mondo continua a finanziare il deficit USA in perdita, sperando che ad un certo punto nel futuro la scommessa paghi ed evitando il collasso del sistema globale, oppure gli Stati Uniti continueranno a monetizzare il loro debito e convertiranno tutti i dollari e i titoli del tesoro in mano al resto del mondo in banconote del monopoli.

Come ogni potere messo nell'angolo, gli Stati Uniti sono ora obbligati ad introdurre la minaccia di pressione per ottenere ciò che vogliono.

Meno di un anno fa i leader del resto del mondo e gli ufficiali finanziari si erano offerti volontariamente di «rimettere a galla la nave USA».

Comunque, oggi, le cose sono cambiate drasticamente dato che le nobile rassicurazioni di Washington (da parte della FED come da parte dell'amministrazione Obama) si sono dimostrate essere pura arroganza basata sulla pretesa di aver compreso la natura della crisi e sull'illusione di possedere i mezzi per controllarla.

Comunque, la crescita USA evapora trimestre dopo trimestre[8] e ridiventa negativa dalla fine del 2010.

Il tasso di disoccupazione non ha smesso di crescere e si porrà tra la stabilità mostrata nelle statistiche ufficiali e la perdita, nei prossimi sei mesi, per più di due milioni di americani del posto di lavoro (LEAP/E2020 crede che il reale tasso di disoccupazione si attesti ora oltre il 20%[9); il mercato USA delle case rimane depresso ai minimi storici e riprenderà la sua caduta a partire dall'ultimo trimestre 2010; infine, ma non meno importante, come si può ben immaginare date le circostanze, i consumatori USA sono e rimarranno assenti stabilmente dato che il loro stato di insolvenza continua e addirittura peggiora[10]per quegli americani, uno su cinque, che non hanno un lavoro.

Dietro questi fattori statistici si nascondono tre realtà che cambieranno radicalmente il paesaggio politico, economico e sociale degli USA e del resto del mondo nei prossimi trimestri non appena questi arriveranno all'opinione pubblica.


doppia_mazzata
«Stati Uniti - la doppia mazzata: niente capitale, niente lavoro»
- Correlazione tra la caduta dei prezzi delle case e l'andamento della disoccupazione stato per stato (2006-2009) - Fonte: FMI / OIT / OsloConference, 07/2010


La rabbia popolare paralizzerà Washington a partire da Novembre 2010

In primo luogo, c'è una realtà diffusa e molto deprimente, un vero viaggio «al cuore dell'oscurità», che consiste in milioni di americani (quasi sessanta milioni di loro adesso dipendono dai Food stamps per vivere [sussidi per i più poveri, ndt]) che non hanno più un lavoro, una casa o del denaro da parte e che si stanno chiedendo come faranno a sopravvivere negli anni a venire[11].

Questi sono giovani[12], pensionati, afro-americani, lavoratori, impiegati nei servizi[13], ... e costituiscono quella massa di cittadini arrabbiati che si faranno sentire con violenza il prossimo novembre e trascinando Washington in una tragico vicolo cieco politico.

I sostenitori dei movimenti «Tea Party[14]» e «nuovi secessionisti[15]» ... vogliono «spezzare la Macchina di Washington» (e per estensione quella di Wall Street) senza avere proposte credibili per risolvere la miriade di problemi del paese[16].

Le elezioni di Novembre 2010 saranno la prima opportunità per questa «America sofferente» di esprimersi sulla crisi e sulle sue conseguenze. E questi voti, riguadagnati dai repubblicani o persino dagli estremisti, contribuiranno a paralizzare ancora di più l'amministrazione Obama e il Congresso (che probabilmente ritornerà ad essere a maggioranza repubblicana), col solo effetto di spingere il paese in un tragico ingorgo proprio quando tutte la luci stanno ridiventando di nuovo rosse.

Inoltre, questa espressione di rabbia diffusa si scontrerà, da dicembre in avanti, con l'uscita del rapporto della Commisione per il deficit creata dal presidente Obama, e questo porterà il problema del deficit al cuore del dibattito pubblico all'inizio del 2011[17].

Per esempio, stamo già vedendo un'espressione molto particolare di questa rabbia diffusa contro Wall Street nel fatto che gli americani stanno abbandonando il mercato azionario[18]: ogni mese un crescente numero di «piccoli investitori» lasciano Wall Street e i mercati finanziari[19], al punto che oggi più del 70% delle transazioni sono nelle mani delle principali istituzioni e altri «high frequency trader».

Se si tiene a mente l'immagine tradizionale che vede le borse oggi come i templi del capitalismo moderno, allora stiamo assistendo ad un fenomeno di perdita di fiducia simile alla disaffezione della gente, testimoniata da dimostrazioni ufficiali, sperimentata dal sistema comunista prima della su caduta.



Il grosso dell'economia USA ora è dipendente dai fondi pubblici

C'è anche una drammatica realtà economica: la maggior parte dell'economia USA è ora direttamente dipendente dal governo federale e/o dalla Federal Reserve.

Immobiliare, auto, difesa (e tramite questa una grande parte delle industrie dell'alta tecnologia), agricoltura,... sono settori che ora possono solo sopravvivere (e anche così per alcuni solo cono grande difficoltà) perché sono supportati dagli aiuti federali e/o dalle politiche di supporto della Fed.

Inoltre, la gran parte degli stati e delle grandi città in tutto il paese non possono rimanere in attivo con le loro forze e dipendono da Washington per riuscirci[20].

Quindi, se un domani queste spese del governo federale e della Fed non potessero essere mantenute, o persino se non potessero essere aumentate, dato che il primo ha un già un deficit abissale e la seconda ha già un enorme numero di attivi fantasma in bilancio[21], la maggior parte dell'economia e del sistema sociale del paese crollerebbero come un castello di carte[22].

In termini di attivi fantasma, i due grafici sotto illustrano perfettamente il trasferimento dei debiti dalle banche private alla Fed, che ha solo reso ai contribuenti USA responsabile dei debiti delle maggiori banche USA... un abuso che alimenta parecchio la «frustrazione» di molti concittadini americani.

Qui, Barack Obama aveva ragione a dire ai banchieri USA nel marzo 2009 «la mia amministrazione è la sola cosa che si para tra voi e i forconi».

Tra le altre cose, questo è ciò che lo rende così impopolare nel suo paese.

Ma se la prospettiva di una economia USA come un «castello di carte» era già stata chiaramente considerata dal nostro gruppo col GEAB Nr.2 nel febbraio 2006, è solo di recente che i «pricipali» media stanno cominciando a riconoscere questo fatto.

Come sempre nel caso di profonde crisi, questa consapevolezza è un segno di vicino cambiamanto per il peggio perché presagisce un busco cambiamento nel comportamento di molti attori globali[24], in particolare riguardo alla famosa «fuga dal rischio» che tradizionalmente porta questi a favorire i beni del governo USA ... e che, crediamo, comincerà a invertirsi dall'inizio del 2011.

La FED adesso sa di essere impotente

Finalmente esiste un effetto finanziario e monetario particolarmente tragico in quanto i giocatori sono diventati consapevoli della situazione senza uscita: la FED adesso sa di essere impotente.

Nonostante gli sforzi straordinari (interessi a tasso zero, quantitave easing, supporto enorme al mercato dei mutui immobiliari, eguale supporto alle banche, triplicazione del suo stato patrimoniale, …) in atto dal settembre del 2008, l'economia americana non riparte.
I leader della FED hanno scoperto di essere solo una parte del sistema, in questo caso il sistema finanziario USA, progettato dal 1945 per essere il cuore solvente del sistema finanziario globale.

Tuttavia il consumatore americano è diventato insolvente, il consumatore che, negli ultimi trent'anni, e' diventato in modo graduale il giocatore economico centrale di questo cuore finanziario (con più del 70% dipendente dalla spesa famigliare).

E' questa insolvenza delle famiglie USA che ha vanificato gli sforzi della FED.

Avvezzi ad essere virtuosi e per questo ad avere la possibilità di manipolare i processi e le dinamiche degli eventi, i banchieri centrali USA credevano di poter «imbrogliare» le famiglie, dandogli un'altra volta l'illusione di ricchezza e quindi spingendole a ripristinare il consumo e con questo far rivivere la macchina economica e finanziaria dell'intero paese.

Fino all'estate del 2010 non hanno creduto nella natura sistemica della crisi oppure non hanno capito che quello che stava causando i problemi era fuori portata degli strumenti della banca centrale, per quanto possa essere potente.

Solo nelle recenti settimane hanno trovato due verità: le loro politiche hanno fallito e non hanno armi ne' munizioni.

Da qui il tono molto depresso nelle discussioni delle banche centrali ai meeting di Jackson Hole, nonché la mancanza del consenso per le azioni future e quindi gli infiniti dibattiti sulla natura dei rischi che vanno affrontati nei prossimi mesi (per esempio inflazione o deflazione, sapendo che gli strumenti interni del sistema che misuravano le conseguenze di questi trend non sono neanche più rilevanti come analizziamo in questa edizione), ma anche gli scontri sempre più violenti tra i promotori della crescita rinnovata attraverso il debito ed i sostenitori della riduzione del deficit... nonché il discorso di Ben Bernake pieno di minacce velate ai suoi colleghi delle banche centrali: in termini ambigui ha fatto passare il seguente messaggio:

«Proveremo di tutto per evitare il collasso economico e finanziario e voi continuerete a finanziare tutto, proprio tutto»

oppure sguinzaglieremo l'inflazione e con essa il dollaro deprezzerà e i bond del tesoro USA non varranno più molto.

Quando un banchiere centrale si esprime come un esattore c'è una situazione pericolosa in casa.

La risposta delle banche centrali più grandi del mondo verrà rivelata nei prossimi due quadrimestri. La ECB ha già fatto capire in modo chiaro che la nuova politica di stimolo all'innalzamento del deficit statunitense sarebbe un suicidio per gli USA.

La Cina, pur dicendo di non voler accelerare le cose, passa già il suo tempo a vendere gli asset USA per comprare quelli Giapponesi (cosa che viene riflessa nel valore storico del rapporto di cambio tra dollaro e Yen).

Per quanto riguarda il Giappone, in questo momento e' forzato ad essere allineato sia con Washington sia con Pechino... e probabilmente cancellerà tutte le proprie politiche finanziarie e monetarie.

Nei futuri quadrimestri, la FED come anche il governo federale, scopriranno che nel momento in cui gli USA non saranno più considerati un succoso sinonimo del profitto e/o del potere distribuito, vedranno la propria abilità nel convincere i loro partner declinare velocemente e pesantemente, in special modo quando il secondo mette in discussione l'importanza delle politiche scelte.

Le conseguenze di queste tre realtà, che gradualmente fanno sentire la loro presenza nella coscienza globale, nonché in quella degli USA, faranno si, secondo il team LEAP/E2020, che gli USA entrino nel 2011 in un era di austerità mai vista da quando il paese e' diventato il cuore del sistema globale economico e finanziario. Il blocco della politica federale nel contesto dell'elettorato ammalato e stanco di Washington e Wall Street, la massiccia dipendenza sui fondi federali da parte dell'intera economia USA e l'impotenza della FED, incapace di evitare una situazione di crescente riluttanza nel finanziare il deficit USA, verranno combinate per spingere il paese nell'austerità.

Un'austerità che sta già affliggendo almeno il 20% della popolazione e che direttamente affligge un americano su due preoccupati di andare ad aggiungersi ai senza tetto, a quelli senza lavoro ed ai disoccupati a lungo termine. Per queste decine di milioni di americani l'austerità e' qui e si chiama impoverimento duraturo.

Quello che succederà entro la primavera del 2011 e', quindi, un cambiamento nei discorsi ufficiali, nelle politiche budgetarie e nella consapevolezza internazionale dell'idea che gli USA non sono più «il paese della cuccagna», ma «la terra di pochi».

Oltre alle scelte politiche nazionali, c'è anche la scoperta di una nuova limitazione per il paese: gli USA non si possono permettere un nuovo stimolo. Piuttosto che un collasso multi decennale, come la situazione Giapponese, molti decision makers saranno tentati dalla terapia shock... la stessa terapia che, con il FMI, gli USA raccomandano all'America latina, ai paesi asiatici e all'Europa dell'est.


Grazie a Trinetra e Markozu per questa parte.


Saluti felici

Felice Capretta

Nessun commento: