30 giugno 2012
Rubiamo ai poveri per dare alle banche
La confraternita di usurai prezzolati che dopo il golpe dello scorso novembre usurpa i banchi del governo, continua a maramaldeggiare allegramente sotto la guida di Mario Monti e con il sostegno incondizionato di un parlamento composto da zombies, pronti a ratificare qualsiasi bestialità venga loro ordinata.
Lacrima Fornero ha iniziato ad impegnarsi con cura certosina nella sostituzione della produzione industriale con quella dei disoccupati, il tutto naturalmente al fine di creare la crescita e partendo dal presupposto che "il lavoro non è un diritto", bensì una creatura ectoplasmatica destinata a venire esorcizzata per sempre. Il "buon" Di Pietro e la Lega si scagliano contro le sue parole, ritenendole in contrasto con la costituzione. Ma sono stati (anche) loro a sostituire la costituzione con il Trattato di Lisbona , perchè continuare a fingere che quello che è ormai ridotto a carta straccia esista ancora?
I tagli dei servizi al cittadino e dello stato sociale oggi li chiamano "spending review", probabilmente perché usare il linguaggio del padrone incrementa l'appeal e contribuisce a far si che l'interessato non capisca una mazza di quello che viene ordito alle sue spalle....
Proprio nel nome dello spending review è partita la manovra Bondi che taglierà quel poco che resta del sistema sanitario italiano. Un taglio che dovrebbe far risparmiare allo stato circa 4 miliardi, necessari per pagare le missioni di guerra, ad oggi senza copertura finanziaria, per i primi interventi di ricostruzione in Emilia Romagna e per evitare che l'Iva venga aumentata.
Il fatto che per fare fronte al terremoto in Emilia Romagna fosse già stata inserita un'accisa sulla benzina e che il governo già abbia legiferato per mettersi al riparo da qualsiasi onere concernente la ricostruzione delle abitazioni distrutte nel corso di calamità naturali, viene come sempre bellamente sottaciuto. Tagliamo e tassiamo per non aumentare l'Iva è il mantra più in voga per giustificare tutte le manovre di questi ultimi mesi. A settembre, quando l'Iva salirà al 23%, come già disposto per legge, il gingle cambierà e nel gioco del bastone e della carota verrà inserito un nuovo spauracchio sul quale fare leva, magari la stessa Iva al 25%.
Che si tratti di "prending" review o di prendi e basta, l'unica certezza sembra essere quella concernente la destinazione d'uso dei denari. Missioni di guerra per conto terzi ed acquisti di armamenti a parte, quasi tutto il denaro sottratto alle tasche dei poveracci da Equitalia & company viene e verrà devoluto alle banche, per fare fronte alla bulimica ingordigia che ne rappresenta il tratto saliente.
Nel solo corso del 2012, ben 48 miliardi di euro estorti ai contribuenti italiani andranno infatti a rimpinguare le casse del sistema bancario europeo, ma in qualche caso è possibile anche fare di più. Come sta accadendo in questi giorni con Monte dei Paschi di Siena, che il governo italiano ha premiato con un prestito di 4 miliardi di euro, per il nuovo piano industriale che prevede la chiusura di 400 filiali e l'eliminazione di 4.600 dipendenti.
Il tutto nel nome della crescita prossima ventura, naturalmente.
di Marco Cedolin
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30 giugno 2012
Rubiamo ai poveri per dare alle banche
La confraternita di usurai prezzolati che dopo il golpe dello scorso novembre usurpa i banchi del governo, continua a maramaldeggiare allegramente sotto la guida di Mario Monti e con il sostegno incondizionato di un parlamento composto da zombies, pronti a ratificare qualsiasi bestialità venga loro ordinata.
Lacrima Fornero ha iniziato ad impegnarsi con cura certosina nella sostituzione della produzione industriale con quella dei disoccupati, il tutto naturalmente al fine di creare la crescita e partendo dal presupposto che "il lavoro non è un diritto", bensì una creatura ectoplasmatica destinata a venire esorcizzata per sempre. Il "buon" Di Pietro e la Lega si scagliano contro le sue parole, ritenendole in contrasto con la costituzione. Ma sono stati (anche) loro a sostituire la costituzione con il Trattato di Lisbona , perchè continuare a fingere che quello che è ormai ridotto a carta straccia esista ancora?
I tagli dei servizi al cittadino e dello stato sociale oggi li chiamano "spending review", probabilmente perché usare il linguaggio del padrone incrementa l'appeal e contribuisce a far si che l'interessato non capisca una mazza di quello che viene ordito alle sue spalle....
Proprio nel nome dello spending review è partita la manovra Bondi che taglierà quel poco che resta del sistema sanitario italiano. Un taglio che dovrebbe far risparmiare allo stato circa 4 miliardi, necessari per pagare le missioni di guerra, ad oggi senza copertura finanziaria, per i primi interventi di ricostruzione in Emilia Romagna e per evitare che l'Iva venga aumentata.
Il fatto che per fare fronte al terremoto in Emilia Romagna fosse già stata inserita un'accisa sulla benzina e che il governo già abbia legiferato per mettersi al riparo da qualsiasi onere concernente la ricostruzione delle abitazioni distrutte nel corso di calamità naturali, viene come sempre bellamente sottaciuto. Tagliamo e tassiamo per non aumentare l'Iva è il mantra più in voga per giustificare tutte le manovre di questi ultimi mesi. A settembre, quando l'Iva salirà al 23%, come già disposto per legge, il gingle cambierà e nel gioco del bastone e della carota verrà inserito un nuovo spauracchio sul quale fare leva, magari la stessa Iva al 25%.
Che si tratti di "prending" review o di prendi e basta, l'unica certezza sembra essere quella concernente la destinazione d'uso dei denari. Missioni di guerra per conto terzi ed acquisti di armamenti a parte, quasi tutto il denaro sottratto alle tasche dei poveracci da Equitalia & company viene e verrà devoluto alle banche, per fare fronte alla bulimica ingordigia che ne rappresenta il tratto saliente.
Nel solo corso del 2012, ben 48 miliardi di euro estorti ai contribuenti italiani andranno infatti a rimpinguare le casse del sistema bancario europeo, ma in qualche caso è possibile anche fare di più. Come sta accadendo in questi giorni con Monte dei Paschi di Siena, che il governo italiano ha premiato con un prestito di 4 miliardi di euro, per il nuovo piano industriale che prevede la chiusura di 400 filiali e l'eliminazione di 4.600 dipendenti.
Il tutto nel nome della crescita prossima ventura, naturalmente.
di Marco Cedolin
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