Alla conferenza stampa mensile della BCE il 4 aprile, Mario Draghi si è alterato quando gli è stato ripetutamente chiesto se la confisca dei conti a Cipro rappresenta un modello per l'intera Eurozona, e lo ha negato. Ma come ha fatto presente un giornalista, il testo della direttiva UE in esame al Parlamento Europeo prescrive esattamente ciò che è stato fatto a Cipro. Lo stesso Draghi ha sollecitato il Parlamento e il Consiglio UE ad approvare la legge ben prima della data pianificata, e cioè "già nel 2014".
Il testo della direttiva sulla "liquidazione bancaria" riflette l'input del lavoro svolto dal Financial Stability Board sotto Draghi e della Banca per i Regolamenti Internazionali (che ospita il FSB). È come se recasse la firma di Mario Draghi, in veste di capo del FSB e della BCE. La politica è esplicita: salvare il sistema e non la gente. È Franklin Roosevelt e Glass-Steagall al contrario.
Come abbiamo recentemente spiegato, la direttiva è stata presentata nel giugno 2012 e propone che i depositi non protetti (al di sopra dei 100 mila euro) potranno essere confiscati per salvare ("bail-in") le banche in difficoltà. Mentre afferma in termini generali che i depositi protetti non saranno inclusi nel capitale del bail-in, essa ne esclude anche i derivati, se la loro inclusione minaccia la stabilità del sistema. Nella Sezione 5, Articolo 38, 3 della legge, si afferma che "Laddove le autorità applicano lo strumento del bail-in, esse possono escludere dall'applicazione dei poteri di conversione [in azioni] e di cancellazione l'esposizione in derivati che non rientra nell'ambito del punto (d) del paragrafo 2 [esposizione con scadenza originaria di meno di un mese], se tale esclusione è necessaria o idonea per raggiungere gli obiettivi specificati nei punti (a) e (b) dell'Articolo 26".
Quali sono questi obiettivi? "Gli obiettivi della liquidazione… sono: (a) assicurare la continuità delle funzioni critiche; (b) evitare effetti negativi significativi sulla stabilità finanziaria, come ad esempio impedire il contagio, e mantenere la disciplina di mercato".
In altre parole, qualora la cancellazione del debito finanziario minacci la stabilità del sistema, quel debito deve essere pagato – s'intende, con i soldi dei risparmiatori.
Lo scopo della manovra è affermato con grande franchezza in un documento d'indirizzo della BCE pubblicato nel luglio 2012. Il documento, intitolato Forbearance, resolution and deposit insurance, è stato emesso dal Consiglio Scientifico dell'European Systemic Risk Board, l'ufficio speciale istituito dalla BCE nel 2010. Esso afferma che "deve essere data priorità alla protezione del sistema e non dei creditori. Le regole devono assicurare la responsabilità di azionisti e creditori, in particolare quelli subordinati. Le eccezioni, ad esempio per i correntisti e i risparmiatori, devono essere definite chiaramente e senza ambiguità, e devono essere adeguatamente finanziate".
Più avanti: "La liquidazione bancaria deve essere gestita da una autorità europea che abbia come obiettivo primario quello della protezione del sistema. Le perdite devono avere accesso a finanziamenti primari attraverso un prelievo sull'industria [finanziaria] e il contribuente deve servire come riserva. I fondi di garanzia dei depositi devono essere usati per finanziare la protezione che debba essere estesa ai risparmiatori nei confronti di perdite subite attraverso la liquidazione bancaria".
Il rapporto poi si riferisce alla direttiva UE che "è stata pubblicata proprio mentre questo rapporto veniva completato. (...) Ad una lettura superficiale della proposta della Commissione, sembra comunque chiaro che essa vada nella direzione raccomandata dall'ASC, seppur non abbastanza a fondo. Su alcuni punti importanti, i suggerimenti contenuti in questo rapporto vanno oltre la proposta della Commissione". Non è chiaro se quei suggerimenti sono stati incorporati nella bozza attualmente in discussione al Parlamento Europeo, che in seguito approderà al Consiglio.
by (MoviSol)
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