La complessa vicenda del giudice Clementina Forleo assume contorni oscuri e meritevoli di grande attenzione. Le ultime tappe della storia la vedono in veste di gip di Milano occuparsi dell'inchiesta “Antonveneta” e delle scalate bancarie dei "Furbetti del quartierino". Nel 2008 il CSM la trasferì a Cremona per incompatibilità “ambientale” in quanto ritenne le sue dichiarazioni, ad Annozero sui “poteri forti”, lesive del decoro dell'ordine giudiziario. Prima il TAR del Lazio e poi il Consiglio di Stato, però, annullarono quel provvedimento costringendo il CSM a reintegrarla a Milano. Ma c'è un elemento molto inquietante ancora poco esplorato: il sospetto di un complotto.
L'accusa proviene dal giudice Guido Salvini, magistrato fortemente impegnato sui temi della giustizia, che, per ragioni di indipendenza personale, non aderisce al alcuna corrente organizzata della magistratura. Un professionista serio che si è occupato di vicende molto delicate: dalle inchieste sul terrorismo alla strage di piazza Fontana, da Gladio ai casi Parmalat e EniPower, dalle nuove Brigate Rosse allo scandalo Telecom-Sismi fino all'attuale inchiesta su Calciopoli. E' stato consulente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’occultamento dei fascicoli relativi alle stragi nazifasciste (il cosiddetto Armadio della Vergogna) e consulente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Il 19 giugno 2011, il dott Salvini inviò una email, sulla mailing list di Magistratura Indipendente, affermando di essere stato “testimone diretto dello sviluppo dell’azione ambientale contro la collega (Clementina Forleo)” dato che all’epoca era anche lui GIP presso il Tribunale di Milano e di “aver assistito a scene desolanti quali l’indizione con passa parola di riunioni pomeridiane in alcune stanze per discutere la strategia contro la collega, guidate dai maggiorenti dell’ufficio tra cui un paio di colleghi Verdi più rancorosi di tutti, come spesso accade, anche se del tutto estranei al caso”. Il dott. Salvini aggiunse di essersi dissociato da tali iniziative che gli ricordavano le “Giornate dell’odio” descritte da George Orwell nel romanzo “1984” e commentò la vicenda affermando che “non ci si comporta così tra magistrati ed è facile e privo di rischi accerchiare una persona in un ufficio e magari in questo modo anche portarla a sbagliare, visto anche il carattere poco diplomatico della vittima”.
Parole agghiaccianti che delineano scenari ai limiti dell'eversione. Se tali fatti fossero accertati, infatti, saremmo di fronte ad una congiura di magistrati che ordiscono trame tendenti a far mutare la composizione degli uffici giudiziari. Un duro attacco all'amministrazione della Giustizia repubblicana.
Il Comitato di Presidenza del CSM (di cui fa parte di diritto il Procuratore Generale della Cassazione) e l'attuale ministro della Giustizia sono stati messi al corrente della vicenda direttamente dalla Dott.ssa Forleo. La politica sulla vicenda tace. La stampa sonnecchia. Nessuno si strappa le vesti. Lancio un appello ai politici ed ai media: accendete i riflettori su questa vicenda. Mi rivolgo, in particolar modo, ai parlamentari "culturalmente" più sensibili al tema: i magistrati vanno difesi dagli attacchi della mafia, dalla delegittimazione dei politici ma anche dalle congiure di palazzo. Sempre. Tutelarli significa difendere la democrazia.
Sono trascorsi otto mesi.
Il CSM non ha ancora convocato il dott. Salvini. Cosa aspetta?
Gli italiani vogliono sapere.
Stay tuned!
di Gaetano Montalbano
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