IPS
In un’intervista a “IPS” Baer ha parlato delle implicazioni regionali del conflitto di Gaza e delle sue opinioni sulla Guardia Rivoluzionaria Iraniana, su Hamas e sugli Hezbollah, i tre gruppi principali del Medio Oriente che sono annoverati tra i terroristi.
A seguire estratti dall'intervista.
IPS: Alcuni analisti ritengono che gli attacchi ad Hamas a Gaza, due anni dopo la guerra dei 34 giorni fra Israele e gli Hezbollah, facciano parte di un più vasto piano che si concluderà con l’attacco agli stabilimenti nucleari dell’Iran. Israele sta davvero seguendo questa strada?
Robert Baer: No. Penso che esista un veto militare per gli attacchi all’Iran. Non è proprio possibile.
IPS: Perché è impossibile?
RB: Beh, per un motivo: sappiamo che ci sarebbe una reazione iraniana nel Golfo. L’Iran non risponderebbe ad un attacco, come quello fatto ad Hamas, solo localmente. La sua sarebbe una reazione di portata internazionale. Non c’è scampo. E’ questa la loro forza di deterrenza. In Iran è molto importante capire molte lezioni.
Se andate a vedere il sito del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Iraniana (IRGC), potrete vedere ciò che hanno imparato dalla guerra Iran-Iraq. Queste sono guerre d’attrito; vanno avanti per sempre. Non potete vincerle, soprattutto contro gli Stati Uniti. Perciò essi hanno sviluppato un’abilità bellica secondaria e asimmetrica, la guerriglia, che è molto efficace.
Sapete già che alcune delle migliori menti dell’Iran sono entrate fra i Pasdaran (La Guardia Rivoluzionaria), e non è detto che essi siano fanatici. In un certo senso erano solo persone più nazionaliste di altre. E so, per esperienza diretta, che queste persone fra i Pasdaran, che agiscono a livello operativo, sono probabilmente i più capaci, intelligenti guerriglieri e strateghi politici di tutto il medio oriente, compresi Israele e Giordania. Sanno molto bene ciò che stanno facendo. E non sono chiaramente inseriti in alcuno schieramento politico dell’Iran.
[La Guardia Rivoluzionaria Iraniana]
IPS: E’ fuori questione anche un possibile attacco di Israele, limitato alle basi nucleari Iraniane? Dato ciò che abbiamo letto in un recente articolo del New York Times, secondo cui lo scorso anno i leader israeliani avevano chiesto al presidente Bush di avviare un attacco di questo genere, ma il presidente non aveva accettato.
RB. E’ totalmente fuori questione. Anche Bush lo ha capito. Il New York Times ha detto bene quando ha scritto che Bush aveva posto il veto ad un attacco di Israele, semplicemente perché esiste un equilibrio di forze nel Medio Oriente tra gli Usa e l’Iran ed è un equilibrio piuttosto alla pari. Non intendo per quanto riguarda forze come aerei, carri armati e sottomarini, ma per quel che riguarda il monopolio della violenza, in cui c’è eguaglianza. Non c’è dubbio su questa eguaglianza. Potreste bombardare Teheran, ma cosa ne ricavereste? Nulla. Sarebbe come il bombardamento della sede delle Nazioni Unite a Gaza da parte di Israele. Che cosa ne ha guadagnato Israele? Nulla. Certo loro possono distruggere quella sede, ma che cosa ne ricaveranno? Hamas continuerà ad esistere.
Potete bombardare tutte le basi militari dell’Iran per due settimane filate, ma l’Iran resta ancora lì – ha ancora la capacità di proiettare la sua forza, di proiettare la sua volontà e può darsi anche che esca da questo tipo di conflitto ancora più forte. La forza dell’Iran è basata sull’economia, il prezzo del petrolio non vi incide un granché, semplicemente perché l’idea di armare gli Hezbollah o di sostenere Hamas a Damasco, in termini monetari non significa nulla. Voglio dire che anche se il petrolio scendesse sino a 10 dollari al barile esso costituirebbe comunque ancora una difesa sufficiente per l’Iran.
IPS: Obama ha ripetutamente detto di voler parlare con i leaders iraniani e di voler portare cambiamenti nella politica estera americana. In che modo Dennis Ross, incaricato come consulente-chiave per l’Iran potrà contribuire al mantenimento delle sue promesse?
RB: Dennis Ross –la cosa importante è che piace a Israele. Se vi sarà un dialogo con l’Iran, gli israeliani sanno che lui non li tradirà. Voglio dire che per anni e anni loro lo hanno messo alla prova. E’ un ebreo, è stato onesto nei confronti degli israeliani; li ha seguiti nei loro progetti, anche in quelli più pazzi. Se vi sarà un dialogo gli israeliani sanno che non avranno sorprese. Se Obama avesse affidato l’incarico a qualcuno di nuovo, qualche professore di Harvard che gli israeliani non conoscevano, lo avrebbero immediatamente tagliato fuori e ci sarebbe stato un’enorme contraccolpo politica.
IPS: Date le posizioni di Ross su certe questioni del Medio oriente ed in particolare sull’Iran, nel corso degli ultimi dieci anni, come farà Obama ad essere in grado di adottare una nuova politica estera in quella regione?
RB: Beh, lui (Obama) ha bisogno del sostegno del Partito Democratico per portare avanti queste politiche ed è per questo che ha introdotto nel suo governo persone come Dennis Ross e Denny Blair, il direttore della National Intelligence, semplicemente perché ha bisogno di questo appoggio politico. Non può portarsi nel governo persone non esperte e contrapporle al Partito Democratico perché se esiste una possibile apertura con l’Iran, sarà in accordo con Israele, può darsi un accordo implicito, non espresso, semplicemente perché gli israeliani devono essere d’accordo.
Nelle politiche americane non è possibile fare alcuna cosa in Medio Oriente senza l’approvazione di Tel Aviv, almeno a certi livelli. E’ impossibile. Voglio dire che non mi viene in mente un’altra nazione, tantomeno una superpotenza, in tutta la storia, che sia così obbligata verso un paese così piccolo. Non posso neppure immaginarlo.
IPS E perché è così?
RB: Guardate New York. Guardate i suoi quotidiani principali. Danno la priorità all'agenda sionista. Lo fanno. Io non sono ebreo. Non sono niente. Non m’importa degli israeliani. E non sono un antisemita. Dico solo quel che è. Ho suggerito al mio editore di scrivere un libro su Israele, e lui mi ha risposto: scordatelo! Non puoi parlare della realtà di Israele. L’unico posto in cui puoi parlare di questo è in Israele. Loro ti dicono cose che non sentirai mai negli Stati Uniti.
IPS: Che cosa ?
RB: Ad esempio, perché a Gaza ci sono persone così infelici? Beh, se doveste vivere in prigione, non sareste infelici? Non troverete mai queste cose sul New York Times; guardate il New York Times: è quasi un’estensione israeliana.
IPS: Che impatto avrà il conflitto di Gaza sui futuri rapporti fra Israele, Iran e Stati Uniti? I recenti attacchi hanno distrutto completamente Hamas?
RB: No, è impossibile. Hamas è un’idea. Hamas non è un’organizzazione. E’ un’idea e, a meno che Israele non proceda spingendo un milione e mezzo di persone in Egitto, non sottometterà mai Gaza. Possono continuare e far valere la loro leadership e mettere in prigione diecimila persone, ma Hamas ne verrà fuori più forte. Chi perderà in questa guerra sarà Fatah.
[Hassan Nasrallah con Michel Aoun]
IPS Quali sono le principali caratteristiche di Hamas e degli Hezbollah sotto il profilo politico e militare?
RB: Essi ridefiniscono l’idea bellica geograficamente. Il fatto che gli Hezbollah si nascondano nelle grotte e che usino fibre ottiche per comunicare dimostra una combinazione di grandi tecnologie abbinate a un modo di combattere primitivo. Voglio dire: quale esercito nel mondo, ad eccezione degli Hezbollah, usa fibre ottiche per comunicare? Non si possono intercettare le fibre ottiche. Non c’è nulla che si possa fare.
Guardate il leader Hezbollah Nasrallah. Ha ridisegnato la politica islamica perché si è alleato con un Cristiano [Michel Aoun del Movimento Patriottico Libero]. Bin Laden vuole uccidere i Cristiani; semplifico le cose in questo modo. Nasrallah li vede come degli alleati.
Robert "Bob" B. Baer (1 luglio 1952) è uno scrittore ed ex ufficiale della CIA dal 1976 al 1997. Nel 2003 pubblica "La disfatta della CIA" e l'anno successivo "Dormire con il diavolo"
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