12 maggio 2012
Come denunciare il golpe bancario?
Circola una recente denuncia penale che sta facendo sognare molte brave persone, ma che rischia di infliggere una grossa delusione. Per una ragione tecnica. Però non disperate, perché resta una possibilità di azione – correggendo il tiro.
Nel 2005, nella prima edizione del mio saggio €uroschiavi, formulai una denuncia penale per crimini di assoggettamento dell’Italia al potere straniero ed eversione della Costituzione mediante la cessione a privati e a potenze esterne (BCE) della sovranità monetaria. Indicavo come autori dei fatti i vertici politici e le autorità monetarie. Ipotizzavo i reati di cui agli art. 241, 283 e 416 bis (associazione mafiosa). Tra l’altro, scrivevo:
«Attentato all’indipendenza dello Stato (art. 241 CP): [I]. Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo.
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno donato la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE, e sottoponendo così la Repubblica al potere indipendente e sovrano di organismi privati e, il secondo, addirittura esterno alla Repubblica stessa. La denominazione di “istituto di diritto pubblico” applicata recentemente alla Banca d’Italia è ingannevole e non cambia le cose: per quanto le norme statutarie siano formulate dallo Stato, la gestione e la proprietà sono totalmente autoreferenziali e private.
Attentato contro la costituzione dello Stato (art. 283 CP): [I]. Chiunque commette un fatto diretto a mutare la Costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno concorso a istituire il sistema di dominio della finanza privata sullo Stato. »
Qualcuno raccolse il mio suggerimento e presentò una denuncia su questo schema. Ma nel 2006 le istituzioni reagirono prontamente, e si misero al sicuro, con una legge che ha sanato il loro operato passato e futuro. Così l’opera di eversione costituzionale e di sottoposizione dell’Italia a poteri esterni è potuta progredire.
Come hanno fatto, tecnicamente? Hanno modificato il Codice Penale introducendo, nelle fattispecie di reato applicabili, il requisito dell’elemento della violenza. Se non si usa violenza, non si realizza il reato di attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato, o alla Costituzione, etc. E quanto, da parte delle istituzioni, si sovverte la Costituzione o si assoggetta lo Stato a poteri esterni, lo si fa con leggi e trattati, non con la violenza. Così coperti, nello stesso anno, 2006, hanno riformato lo Statuto della Banca d’Italia, per legittimarne la completa privatizzazione.
Ecco, ad esempio, il testo dell’art. 241 nella formulazione modificata (sopra ho riprodotto quella originaleprecedente):
«C.p. art. 241. Attentati contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti violenti diretti e idonei a sottoporre il territorio dello Stato [c.p. 4] o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.
La pena è aggravata se il fatto è commesso con violazione dei doveri inerenti l’esercizio di funzioni pubbliche.»
Recentemente, l’avv. Paola Musu e il giornalista Paolo Barnard, promotore in Italia della Modern Money Theory, hanno reso noto di aver sporto denuncia penale contro i vertici dello Stato per reati contro l’ordine costituzionale e l’indipendenza dello Stato, commessi attraverso la cessione della sovranità monetaria e politica al sistema bancario privato, o perlomeno a guida privata, intorno a cui ruota l’Euro.
I denuncianti individuano i colpevoli “in particolare nelle persone del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, dei ministri in carica, dei membri del Parlamento che hanno votato le succitate misure di svuotamento democratico dello Stato italiano e della nostra Carta Costituzionale, ciascuno nelle persone attualmente e medio tempore in carica in relazione all’arco temporale interessato, nonché tutte le altre persone eventualmente coinvolte.”
I reati che essi ravvisano sono i seguenti:
241 c.p. attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato;
270 c.p. associazioni sovversive;
283 c.p. attentato contro la Costituzione dello Stato;
287 c.p. usurpazione di potere politico;
289 c.p. attentato contro gli organi costituzionali;
294 c.p. attentato contro i diritti politici del cittadino;
304 c.p. cospirazione politica mediante accordo;
305 c.p. cospirazione politica mediante associazione.
Musu e Barnard pare non si siano accorti del suddetto “dettaglio”. La loro denuncia espone fatti che erano reati prima di quella legge del 2006, ma ora non lo sono più (tranne i reati riferibili agli artt. 287 e 294, che però non credo siano realizzati).
Quindi la loro denuncia difficilmente avrà il seguito sperato. Però aspettate prima di gettare la spugna.
L’istituzione di un apparato di potere come il Sistema Europeo delle Banche Centrali o, peggio, come il Meccanismo Europeo di Stabilità, costituisce, sostanzialmente, una eversione radicale delle costituzioni democratiche di molti paesi coinvolti e la loro sottomissione a un potere esterno, autocratico, non democratico. Per il Codice Penale italiano, però, tale attività non integra più i reati suddetti né quello di Alto tradimento (art. 90, 2° comma, della Costituzione, a carico del capo dello Stato). Non integra i detti reati, perché, dal 2006, tutte quelle fattispecie di reato richiedono anche l’elemento della violenza, che è stato introdotto dalla Legge 24/02/2006 n. 85, denominata “Modifiche del Codice Penale in materia di reati di opinione.” In realtà il legislatore non mirava ad aumentare la libertà di opinione, ma a legittimare l’attentato alla libertà e all’indipendenza dello Stato, la sovversione del suo ordinamento, l’eversione dell’ordine democratico, che erano in via di esecuzione.
Riformulando quegli articoli, si sapeva dove si voleva arrivare: a proibire la rivoluzione ma a legittimare il colpo di Stato, il colpo di palazzo – cioè legittimare la violazione della costituzione da parte del potere costituito. Quindi chi compie una violenza estrema ma usando armi legislative, agisce nel lecito; chi per contro, reagendo contro quella violenza estrema, che subisce sulla propria vita, dignità, libertà, compie una violenza minima, come incendiare cassonetti, ma illecita, quello sì, quello commette reato. Però ha ancora il diritto di suicidarsi. Questo diritto non glielo hanno ancora tolto, né tassato.
Che fare, a questo punto?
Le cose cambierebbero se pm e giudici iniziassero a considerare come violenza, ai fini della ravvisabilità dei predetti reati, anche quella compiuta mediante manipolazioni dei mercati e altri mezzi finanziari, le manovre per far impennare lo spread o crollare i titoli di Stato, e simili. Perciò tecnicamente consiglio a chi si diletta nel presentare simili denunce, di spiegare, nelle loro denunce e memorie aggiuntive, che sussiste l’elemento della violenza, e in che cosa consiste.
Ma c’è qualcosa di ancora più interessante, specialmente in questo periodo di crescente tassazione, di suicidi fiscali, e di riluttanza del potere politico a tagliare la spesa pubblica parassitaria – 60 miliardi solo per tangenti, scrive la Corte dei Conti. Tra sprechi e creste, almeno 70 miliardi se ne vanno ogni anno nelle voci gonfiate di spese per acquisti di beni e servizi. E almeno altrettanti per appalti pure gonfiati. Dovevano fare la spending review, dovevano applicare i costi standard per porre fine alla moltiplicazione per 5 dei costi da Milano a Palermo, e ora finiscono per concedere, forse, 2,2 miliardi di risparmi, poi forse altri 2. Cioè la politica dice: io faccio buchi nei bilanci perché spreco e rubo, e siccome sprecare e rubare è mio interesse, non smetto di farlo, e i buchi che apro li dovete colmare voi cittadini con le tasse, e se non vi va bene potete suicidarvi.
Però à chiaro che buona parte, gran parte, di quei 140 miliardi di sprechi e ruberie va ad organizzazioni mafiose che manovrano gli appalti e i subappalti assieme alla politica.
E allora si può studiare di denunciare per concorso esterno in associazione mafiosa coloro che, come ministri, pubblici amministratori e funzionari di controllo, pur vedendo come molte spese pubbliche sono gonfiate per procurare profitti alla criminalità organizzata, omettono e hanno omesso di impedire tali illeciti, e continuano a mandare avanti quella spesa a spreco e mangerie, e magari ne traggono benefici in termini di voti nelle elezioni.
di Marco Della Luna
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12 maggio 2012
Come denunciare il golpe bancario?
Circola una recente denuncia penale che sta facendo sognare molte brave persone, ma che rischia di infliggere una grossa delusione. Per una ragione tecnica. Però non disperate, perché resta una possibilità di azione – correggendo il tiro.
Nel 2005, nella prima edizione del mio saggio €uroschiavi, formulai una denuncia penale per crimini di assoggettamento dell’Italia al potere straniero ed eversione della Costituzione mediante la cessione a privati e a potenze esterne (BCE) della sovranità monetaria. Indicavo come autori dei fatti i vertici politici e le autorità monetarie. Ipotizzavo i reati di cui agli art. 241, 283 e 416 bis (associazione mafiosa). Tra l’altro, scrivevo:
«Attentato all’indipendenza dello Stato (art. 241 CP): [I]. Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo.
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno donato la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE, e sottoponendo così la Repubblica al potere indipendente e sovrano di organismi privati e, il secondo, addirittura esterno alla Repubblica stessa. La denominazione di “istituto di diritto pubblico” applicata recentemente alla Banca d’Italia è ingannevole e non cambia le cose: per quanto le norme statutarie siano formulate dallo Stato, la gestione e la proprietà sono totalmente autoreferenziali e private.
Attentato contro la costituzione dello Stato (art. 283 CP): [I]. Chiunque commette un fatto diretto a mutare la Costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno concorso a istituire il sistema di dominio della finanza privata sullo Stato. »
Qualcuno raccolse il mio suggerimento e presentò una denuncia su questo schema. Ma nel 2006 le istituzioni reagirono prontamente, e si misero al sicuro, con una legge che ha sanato il loro operato passato e futuro. Così l’opera di eversione costituzionale e di sottoposizione dell’Italia a poteri esterni è potuta progredire.
Come hanno fatto, tecnicamente? Hanno modificato il Codice Penale introducendo, nelle fattispecie di reato applicabili, il requisito dell’elemento della violenza. Se non si usa violenza, non si realizza il reato di attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato, o alla Costituzione, etc. E quanto, da parte delle istituzioni, si sovverte la Costituzione o si assoggetta lo Stato a poteri esterni, lo si fa con leggi e trattati, non con la violenza. Così coperti, nello stesso anno, 2006, hanno riformato lo Statuto della Banca d’Italia, per legittimarne la completa privatizzazione.
Ecco, ad esempio, il testo dell’art. 241 nella formulazione modificata (sopra ho riprodotto quella originaleprecedente):
«C.p. art. 241. Attentati contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti violenti diretti e idonei a sottoporre il territorio dello Stato [c.p. 4] o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.
La pena è aggravata se il fatto è commesso con violazione dei doveri inerenti l’esercizio di funzioni pubbliche.»
Recentemente, l’avv. Paola Musu e il giornalista Paolo Barnard, promotore in Italia della Modern Money Theory, hanno reso noto di aver sporto denuncia penale contro i vertici dello Stato per reati contro l’ordine costituzionale e l’indipendenza dello Stato, commessi attraverso la cessione della sovranità monetaria e politica al sistema bancario privato, o perlomeno a guida privata, intorno a cui ruota l’Euro.
I denuncianti individuano i colpevoli “in particolare nelle persone del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, dei ministri in carica, dei membri del Parlamento che hanno votato le succitate misure di svuotamento democratico dello Stato italiano e della nostra Carta Costituzionale, ciascuno nelle persone attualmente e medio tempore in carica in relazione all’arco temporale interessato, nonché tutte le altre persone eventualmente coinvolte.”
I reati che essi ravvisano sono i seguenti:
241 c.p. attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato;
270 c.p. associazioni sovversive;
283 c.p. attentato contro la Costituzione dello Stato;
287 c.p. usurpazione di potere politico;
289 c.p. attentato contro gli organi costituzionali;
294 c.p. attentato contro i diritti politici del cittadino;
304 c.p. cospirazione politica mediante accordo;
305 c.p. cospirazione politica mediante associazione.
Musu e Barnard pare non si siano accorti del suddetto “dettaglio”. La loro denuncia espone fatti che erano reati prima di quella legge del 2006, ma ora non lo sono più (tranne i reati riferibili agli artt. 287 e 294, che però non credo siano realizzati).
Quindi la loro denuncia difficilmente avrà il seguito sperato. Però aspettate prima di gettare la spugna.
L’istituzione di un apparato di potere come il Sistema Europeo delle Banche Centrali o, peggio, come il Meccanismo Europeo di Stabilità, costituisce, sostanzialmente, una eversione radicale delle costituzioni democratiche di molti paesi coinvolti e la loro sottomissione a un potere esterno, autocratico, non democratico. Per il Codice Penale italiano, però, tale attività non integra più i reati suddetti né quello di Alto tradimento (art. 90, 2° comma, della Costituzione, a carico del capo dello Stato). Non integra i detti reati, perché, dal 2006, tutte quelle fattispecie di reato richiedono anche l’elemento della violenza, che è stato introdotto dalla Legge 24/02/2006 n. 85, denominata “Modifiche del Codice Penale in materia di reati di opinione.” In realtà il legislatore non mirava ad aumentare la libertà di opinione, ma a legittimare l’attentato alla libertà e all’indipendenza dello Stato, la sovversione del suo ordinamento, l’eversione dell’ordine democratico, che erano in via di esecuzione.
Riformulando quegli articoli, si sapeva dove si voleva arrivare: a proibire la rivoluzione ma a legittimare il colpo di Stato, il colpo di palazzo – cioè legittimare la violazione della costituzione da parte del potere costituito. Quindi chi compie una violenza estrema ma usando armi legislative, agisce nel lecito; chi per contro, reagendo contro quella violenza estrema, che subisce sulla propria vita, dignità, libertà, compie una violenza minima, come incendiare cassonetti, ma illecita, quello sì, quello commette reato. Però ha ancora il diritto di suicidarsi. Questo diritto non glielo hanno ancora tolto, né tassato.
Che fare, a questo punto?
Le cose cambierebbero se pm e giudici iniziassero a considerare come violenza, ai fini della ravvisabilità dei predetti reati, anche quella compiuta mediante manipolazioni dei mercati e altri mezzi finanziari, le manovre per far impennare lo spread o crollare i titoli di Stato, e simili. Perciò tecnicamente consiglio a chi si diletta nel presentare simili denunce, di spiegare, nelle loro denunce e memorie aggiuntive, che sussiste l’elemento della violenza, e in che cosa consiste.
Ma c’è qualcosa di ancora più interessante, specialmente in questo periodo di crescente tassazione, di suicidi fiscali, e di riluttanza del potere politico a tagliare la spesa pubblica parassitaria – 60 miliardi solo per tangenti, scrive la Corte dei Conti. Tra sprechi e creste, almeno 70 miliardi se ne vanno ogni anno nelle voci gonfiate di spese per acquisti di beni e servizi. E almeno altrettanti per appalti pure gonfiati. Dovevano fare la spending review, dovevano applicare i costi standard per porre fine alla moltiplicazione per 5 dei costi da Milano a Palermo, e ora finiscono per concedere, forse, 2,2 miliardi di risparmi, poi forse altri 2. Cioè la politica dice: io faccio buchi nei bilanci perché spreco e rubo, e siccome sprecare e rubare è mio interesse, non smetto di farlo, e i buchi che apro li dovete colmare voi cittadini con le tasse, e se non vi va bene potete suicidarvi.
Però à chiaro che buona parte, gran parte, di quei 140 miliardi di sprechi e ruberie va ad organizzazioni mafiose che manovrano gli appalti e i subappalti assieme alla politica.
E allora si può studiare di denunciare per concorso esterno in associazione mafiosa coloro che, come ministri, pubblici amministratori e funzionari di controllo, pur vedendo come molte spese pubbliche sono gonfiate per procurare profitti alla criminalità organizzata, omettono e hanno omesso di impedire tali illeciti, e continuano a mandare avanti quella spesa a spreco e mangerie, e magari ne traggono benefici in termini di voti nelle elezioni.
di Marco Della Luna
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