05 settembre 2006

I terroristi del governo


Come ogni anno, il Gotha dell’economia, dell’industria e della politica s’incontra a settembre a Cernobbio per definire le linee guida dell’economia italiana: l’anno economico non inizia mai il primo di Gennaio ma il primo di Settembre, dopo il ritorno dalle vacanze e quando si deve preparare la Finanziaria.
Ah, che bel gioco la Finanziaria ! Uno spazio tutto virtuale nel quale scrivere cifre che non saranno mai vere, perché tutti sanno che le cose andranno diversamente, ma è importante sapere che a settembre lo Stato deve redigere la sua legge Finanziaria: uno Stato rimandato a settembre tutti gli anni.
A settembre tutti sono più seri ed attenti: le parole che più vanno di moda sono “rigore” e “sviluppo”, mentre “speranza” e “benessere” vengono rinviati alla prossima campagna elettorale, mica sono fessi.
Per giustificare quello che ci fregheranno nel prossimo anno devono trovare delle giustificazioni: gli scorsi anni era la crescita a non essere sufficiente, il gettito fiscale scarso (con tutti quei condoni…) e bisognava tirare la cinghia.
Oggi la crescita è un po’ aumentata ed il gettito fiscale pure: come giustificare la “mannaia” per il 2007?
La prima scusa è l’Europa: ragazzi, se vogliamo rimanere in Europa mettetevi a novanta gradi e rimaneteci, perché per stare nell’UE bisogna sollevare il sederino, non lamentarsi e, possibilmente, cantare.
Per parecchi anni Tremonti fece delle leggi Finanziarie che non vinsero il primo premio soltanto perché quelle di Paolo Cirino Pomicino sono tuttora un record imbattuto: l’ex ministro democristiano ripropose il famoso “gioco delle tre carte” nella finanza, dopo che era stato proibito persino nelle aree di servizio delle autostrade.
Nel 1992, l’allora ministro Goria se ne andò in televisione a dire che “entro qualche mese non ci sarebbero più stati soldi per pagare stipendi e pensioni”, ed inaugurò con quell’esternazione una serie di Finanziarie che ricacciarono in gola agli italiani la voglia di vivere. Non si fanno più figli in Italia? E lo crediamo bene: con la cinghia che ci fanno tirare passa anche l’appetito, altro che far figli.
Quest’anno va molto di moda la “questione” pensioni: dobbiamo risistemare le pensioni perché ce lo chiede l’Europa, perché la gente invecchia e non si decide a morire (ma vi sembra questo il modo di comportarvi nell’economia liberista globalizzata?), cosicché la finanza langue per colpa di legioni di sciagurati pensionati che dilapidano la ricchezza del Paese, comprando pane, latte e – la domenica – un biglietto del tram per andare a trovare i nipotini.
Abbiamo cercato di ridurre la sanità al minimo per cercare di farli ragionare – è forse bello continuare a sopravvivere in questo modo? – ma gli italiani resistono e non crepano, accidenti a loro.
Non importa se Tremonti presentava delle Finanziarie dove sosteneva di colmare i “buchi” di bilancio vendendo la Fontana di Trevi – almeno Totò lo sapeva fare veramente – perché le famose “cartolarizzazioni” altro non sono che operazioni di bilancio nelle quali si mettono nella colonna delle entrate le possibili vendite di beni dello Stato. E’ ancor peggio che vendere l’argenteria: l’orologio d’oro si può portarlo al Banco dei Pegni, le case e le vecchie caserme bisogna trovare qualcuno che le compri.
Se qualcuno ha ancora dei dubbi, provi a considerare di pagare una rata del mutuo con la promessa della futura vendita di un bosco ereditato da un lontano parente: se la Banca lo accetta…per lo Stato, invece, la cosa è accettata senza condizioni.
Il bello della faccenda è che per anni l’UE ha accettato le Finanziarie piene dei “pagherò” che Tremonti s’inventava da un giorno all’altro: le case dei militari, i palazzi della politica (quelli li ha venduti, e lo Stato li affitta con una pigione annua astronomica, che in pochi anni restituirà ai “buoni” acquirenti – i soliti ignoti – l’intero capitale), le spiagge. Se fosse rimasto sulla poltrona dell’Economia siamo curiosi di sapere cosa si sarebbe inventato: la vetta del Cervino? l’interno dell’Etna? il fondo del Tirreno?
Eppure – meraviglia delle meraviglie – l’Europa accettava tutto, anche i biglietti delle Ferrovie obliterati.
Cambia il governo e da Prodi, l’Europa, s’attende serietà: come può non essere serio l’ex presidente della Commissione Europea?
Finalmente riforme “strutturali”, ossia mettersi a novanta gradi: quando sento la parola “strutturale” – non so perché – avverto un brivido lungo la schiena.
La prima riforma è quella delle pensioni: italiani, lavorate di più e sbafate di meno! Qualcuno ricorda che Berlusconi diminuì le aliquote IRPEF (le imposte sul reddito delle persone fisiche) per i redditi che superavano i 500.000 euro annui? Lor signori devono continuare a pagare meno tasse e noi dobbiamo farci tagliare le pensioni?
Puntualmente, giungono statistiche allarmanti (per noi che dobbiamo rimanere a novanta gradi) e rassicuranti per coloro che devono sorvegliare che ci restiamo, ben fermi e senza protestare troppo.
“La spesa pensionistica – nel 2006 – è aumentata di 3,8 miliardi”. Punto. Messa giù così sembra una sentenza senza appello: fintanto che non troveremo i 3,8 miliardi – cari italiani – rimanete con il sedere all’aria.
Se invece ci prende la curiosità d’andare a verificare a quanto ammonta la spesa pensionistica in Italia la cosa si sgonfia da sola: furono 151,8 miliardi nel 2005 e dovrebbero essere circa 155,6 miliardi nel 2006, il che significa che la spesa pensionistica è aumentata di circa il 2,5%, ossia pressappoco come l’inflazione (quella che ci raccontano) e le retribuzioni (che, con il trucco di dare gli arretrati a contratto abbondantemente scaduto, è un’altra presa per i fondelli[1]).
Potrà esserci lo scarto di qualche decimale, ma non sembra proprio che su simili valori si possa intessere una retorica da Repubblica di Weimer. Io, quasi quasi, mi rialzerei e proverei a riallacciarmi i calzoni.
Come possiamo chiamare questo modo di fare?
Terrorismo economico, disinformazione, presa per il…
Non importa: vediamo, invece, come i nostri solerti parlamentari hanno risolto per loro stessi il problema delle retribuzioni e delle pensioni:
Stipendio base Euro 9.980
Portaborse Euro 4.030 (normalmente un parente)
Rimborso spese affitto Euro 2.900
Indennità di carica Euro 335 - 6.455 (secondo la carica)
Stipendio totale Euro 19.150
Oh, per lo stipendio siamo a posto…l’ultimo aumento – a gennaio 2005 – era stato di “soli” 1.135 euro il mese: ah, attenzione, per non infastidire la ragioneria dello Stato con elaborati calcoli, tutti gli emolumenti sono esenti da tasse. Fra un po’ saranno due anni senza aumenti…che dite, è ora di “ritoccare” un po’ lo stipendio?
E per i “trombati”, ossia per coloro che non riescono nemmeno più a rimediare un posto da consigliere regionale, provinciale, comunale…che si fa?
Il dramma della disoccupazione colpisce senza preavviso: da un giorno all’altro ti ritrovi senza portaborse, solo in una piazza romana spazzata dal vento e ti tocca osservare i tuoi ex colleghi che entrano a Montecitorio e che ti salutano appena. Sì, sei diventato come un lebbroso, un clochard da evitare: chissà se avranno anche cancellato il mio numero di cellulare dal loro?
Adesso ti tocca comprare la scheda del telefonino, pagare il dentista, il ristorante…
Sì, perché ”prima” avevi gratis: cellulare, cinema, teatro, spese postali, autobus, metropolitana, ferrovie, aerei (nazionali), autostrade, piscine, palestre, cliniche, ristoranti…
Chi non ha mai provato sulla propria pelle il dramma di perdere il posto di lavoro non potrà mai capirli: per fortuna, molti italiani possono – dopo che i vari boiardi di Stato si sono “mangiati” la chimica, l’elettronica e tanto d’altro – comprenderli per aver vissuto personalmente quell’esperienza, e potranno capire perché – dopo soli 35 mesi da parlamentari – hanno diritto a ricevere una pensione di circa 3.000 euro. Poveracci, caduti così in basso. Noi contiamo gli anni, loro i mesi; per noi le pensioni si contano con le centinaia, per loro con le migliaia: e che volete che sia un piccolo salto d’esponente!
tratto da Carlo Bertani

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05 settembre 2006

I terroristi del governo


Come ogni anno, il Gotha dell’economia, dell’industria e della politica s’incontra a settembre a Cernobbio per definire le linee guida dell’economia italiana: l’anno economico non inizia mai il primo di Gennaio ma il primo di Settembre, dopo il ritorno dalle vacanze e quando si deve preparare la Finanziaria.
Ah, che bel gioco la Finanziaria ! Uno spazio tutto virtuale nel quale scrivere cifre che non saranno mai vere, perché tutti sanno che le cose andranno diversamente, ma è importante sapere che a settembre lo Stato deve redigere la sua legge Finanziaria: uno Stato rimandato a settembre tutti gli anni.
A settembre tutti sono più seri ed attenti: le parole che più vanno di moda sono “rigore” e “sviluppo”, mentre “speranza” e “benessere” vengono rinviati alla prossima campagna elettorale, mica sono fessi.
Per giustificare quello che ci fregheranno nel prossimo anno devono trovare delle giustificazioni: gli scorsi anni era la crescita a non essere sufficiente, il gettito fiscale scarso (con tutti quei condoni…) e bisognava tirare la cinghia.
Oggi la crescita è un po’ aumentata ed il gettito fiscale pure: come giustificare la “mannaia” per il 2007?
La prima scusa è l’Europa: ragazzi, se vogliamo rimanere in Europa mettetevi a novanta gradi e rimaneteci, perché per stare nell’UE bisogna sollevare il sederino, non lamentarsi e, possibilmente, cantare.
Per parecchi anni Tremonti fece delle leggi Finanziarie che non vinsero il primo premio soltanto perché quelle di Paolo Cirino Pomicino sono tuttora un record imbattuto: l’ex ministro democristiano ripropose il famoso “gioco delle tre carte” nella finanza, dopo che era stato proibito persino nelle aree di servizio delle autostrade.
Nel 1992, l’allora ministro Goria se ne andò in televisione a dire che “entro qualche mese non ci sarebbero più stati soldi per pagare stipendi e pensioni”, ed inaugurò con quell’esternazione una serie di Finanziarie che ricacciarono in gola agli italiani la voglia di vivere. Non si fanno più figli in Italia? E lo crediamo bene: con la cinghia che ci fanno tirare passa anche l’appetito, altro che far figli.
Quest’anno va molto di moda la “questione” pensioni: dobbiamo risistemare le pensioni perché ce lo chiede l’Europa, perché la gente invecchia e non si decide a morire (ma vi sembra questo il modo di comportarvi nell’economia liberista globalizzata?), cosicché la finanza langue per colpa di legioni di sciagurati pensionati che dilapidano la ricchezza del Paese, comprando pane, latte e – la domenica – un biglietto del tram per andare a trovare i nipotini.
Abbiamo cercato di ridurre la sanità al minimo per cercare di farli ragionare – è forse bello continuare a sopravvivere in questo modo? – ma gli italiani resistono e non crepano, accidenti a loro.
Non importa se Tremonti presentava delle Finanziarie dove sosteneva di colmare i “buchi” di bilancio vendendo la Fontana di Trevi – almeno Totò lo sapeva fare veramente – perché le famose “cartolarizzazioni” altro non sono che operazioni di bilancio nelle quali si mettono nella colonna delle entrate le possibili vendite di beni dello Stato. E’ ancor peggio che vendere l’argenteria: l’orologio d’oro si può portarlo al Banco dei Pegni, le case e le vecchie caserme bisogna trovare qualcuno che le compri.
Se qualcuno ha ancora dei dubbi, provi a considerare di pagare una rata del mutuo con la promessa della futura vendita di un bosco ereditato da un lontano parente: se la Banca lo accetta…per lo Stato, invece, la cosa è accettata senza condizioni.
Il bello della faccenda è che per anni l’UE ha accettato le Finanziarie piene dei “pagherò” che Tremonti s’inventava da un giorno all’altro: le case dei militari, i palazzi della politica (quelli li ha venduti, e lo Stato li affitta con una pigione annua astronomica, che in pochi anni restituirà ai “buoni” acquirenti – i soliti ignoti – l’intero capitale), le spiagge. Se fosse rimasto sulla poltrona dell’Economia siamo curiosi di sapere cosa si sarebbe inventato: la vetta del Cervino? l’interno dell’Etna? il fondo del Tirreno?
Eppure – meraviglia delle meraviglie – l’Europa accettava tutto, anche i biglietti delle Ferrovie obliterati.
Cambia il governo e da Prodi, l’Europa, s’attende serietà: come può non essere serio l’ex presidente della Commissione Europea?
Finalmente riforme “strutturali”, ossia mettersi a novanta gradi: quando sento la parola “strutturale” – non so perché – avverto un brivido lungo la schiena.
La prima riforma è quella delle pensioni: italiani, lavorate di più e sbafate di meno! Qualcuno ricorda che Berlusconi diminuì le aliquote IRPEF (le imposte sul reddito delle persone fisiche) per i redditi che superavano i 500.000 euro annui? Lor signori devono continuare a pagare meno tasse e noi dobbiamo farci tagliare le pensioni?
Puntualmente, giungono statistiche allarmanti (per noi che dobbiamo rimanere a novanta gradi) e rassicuranti per coloro che devono sorvegliare che ci restiamo, ben fermi e senza protestare troppo.
“La spesa pensionistica – nel 2006 – è aumentata di 3,8 miliardi”. Punto. Messa giù così sembra una sentenza senza appello: fintanto che non troveremo i 3,8 miliardi – cari italiani – rimanete con il sedere all’aria.
Se invece ci prende la curiosità d’andare a verificare a quanto ammonta la spesa pensionistica in Italia la cosa si sgonfia da sola: furono 151,8 miliardi nel 2005 e dovrebbero essere circa 155,6 miliardi nel 2006, il che significa che la spesa pensionistica è aumentata di circa il 2,5%, ossia pressappoco come l’inflazione (quella che ci raccontano) e le retribuzioni (che, con il trucco di dare gli arretrati a contratto abbondantemente scaduto, è un’altra presa per i fondelli[1]).
Potrà esserci lo scarto di qualche decimale, ma non sembra proprio che su simili valori si possa intessere una retorica da Repubblica di Weimer. Io, quasi quasi, mi rialzerei e proverei a riallacciarmi i calzoni.
Come possiamo chiamare questo modo di fare?
Terrorismo economico, disinformazione, presa per il…
Non importa: vediamo, invece, come i nostri solerti parlamentari hanno risolto per loro stessi il problema delle retribuzioni e delle pensioni:
Stipendio base Euro 9.980
Portaborse Euro 4.030 (normalmente un parente)
Rimborso spese affitto Euro 2.900
Indennità di carica Euro 335 - 6.455 (secondo la carica)
Stipendio totale Euro 19.150
Oh, per lo stipendio siamo a posto…l’ultimo aumento – a gennaio 2005 – era stato di “soli” 1.135 euro il mese: ah, attenzione, per non infastidire la ragioneria dello Stato con elaborati calcoli, tutti gli emolumenti sono esenti da tasse. Fra un po’ saranno due anni senza aumenti…che dite, è ora di “ritoccare” un po’ lo stipendio?
E per i “trombati”, ossia per coloro che non riescono nemmeno più a rimediare un posto da consigliere regionale, provinciale, comunale…che si fa?
Il dramma della disoccupazione colpisce senza preavviso: da un giorno all’altro ti ritrovi senza portaborse, solo in una piazza romana spazzata dal vento e ti tocca osservare i tuoi ex colleghi che entrano a Montecitorio e che ti salutano appena. Sì, sei diventato come un lebbroso, un clochard da evitare: chissà se avranno anche cancellato il mio numero di cellulare dal loro?
Adesso ti tocca comprare la scheda del telefonino, pagare il dentista, il ristorante…
Sì, perché ”prima” avevi gratis: cellulare, cinema, teatro, spese postali, autobus, metropolitana, ferrovie, aerei (nazionali), autostrade, piscine, palestre, cliniche, ristoranti…
Chi non ha mai provato sulla propria pelle il dramma di perdere il posto di lavoro non potrà mai capirli: per fortuna, molti italiani possono – dopo che i vari boiardi di Stato si sono “mangiati” la chimica, l’elettronica e tanto d’altro – comprenderli per aver vissuto personalmente quell’esperienza, e potranno capire perché – dopo soli 35 mesi da parlamentari – hanno diritto a ricevere una pensione di circa 3.000 euro. Poveracci, caduti così in basso. Noi contiamo gli anni, loro i mesi; per noi le pensioni si contano con le centinaia, per loro con le migliaia: e che volete che sia un piccolo salto d’esponente!
tratto da Carlo Bertani

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