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11 marzo 2008

Made in Inflazione:la vera causa


Questo articolo, fotografa la situazione italiana mettendo a fuoco i difetti e le contraddizioni della nostra società civile.

Se fossimo in campo economico si potrebbe affermare, senza timore di smentita, che la società italiana vive, da 20 anni circa, in regime di duopolio.
Infatti che perdano o vincano le elezioni, i 2 schieramenti politici si presentano ormai da quasi 20 anni con gli stessi leader (si fa per dire) e portaborse.
Non c’è paura di sconfitta: tanto o vince Prodi o vince Berlusconi.
E chi perde ora vincerà la prossima volta.
E per i cittadini non cambia nulla.

Se prendiamo le leggi di Prodi e le giriamo su Berlusconi, cambiandone il nome, e facciamo lo stesso con le leggi varate dall’altro schieramento, non se ne accorge nessuno.
Infatti che vincano gli uni o gli altri non cambia assolutamente nulla!
Regime di duopolio, appunto, dove cane non scaccia cane ma lo protegge.

Ma lo spunto di questo articolo non parte da considerazioni politiche ma da un articolo di Maurizio d’Orlando comparso su asianews.it e recentemente fatto circolare nella lista di centrofondi.it da considerarsi a dir poco profetico e premonitore della attuale situazione dei mercati finanziari.
Nell’articolo si afferma quanto segue: «A causa di una montagna di mutui fuori parametro (subprime) concessa dalle società di credito fondiario in America, molte banche stanno entrando in crisi. Si parla di giganti come Citygroup e Bank of America negli USA ed in Europa di possibile crollo per banche del calibro di Deutsche Bank, Barclys, BNP Paribas e di alcune finanziarie (AXA) e fondi pensione.Si parla di un buco di oltre 20 miliardi di dollari USA di titoli circolanti emessi nei mercati e privi di patrimonialità reale, di cui né il grande pubblico, né i professionisti di New York si erano accorti. Non si parla più di un problema di liquidità, ma di un problema di solvibilità.Il problema si è originato negli USA a partire dal 1987, quando con pressioni della lobby bancaria - mediante elargizioni costate 300 milioni di Dollari USA - si è riusciti ad ottenere, passo dopo passo, l’abolizione della legge Glass-Steagall, approvata dal parlamento americano dopo la crisi del ‘29. La completa abolizione della legge è stata ottenuta nel 1999 grazie al Presidente Bill Clinton.A suo tempo la legge era stata approvata per evitare il conflitto d’interessi tra banche e società che sottoscrivono obbligazioni ed azioni.Principale fautore di questa liberalizzazione finanziaria è stato il precedente presidente della FED, Alan Greenspan.Questi, divenuto governatore nel 1987, prima di tale nomina era stato membro del consiglio di amministrazione della J.P. Morgan, la prima banca ad usufruire della liberalizzazione.Nei 18 anni di governatorato di Greenspan si è avuta la più grande espansione della finanza speculativa della storia mondiale e la crisi più che imminente avrebbe dimensioni planetarie.In questo ultimo periodo i grandi gruppi finanziari e bancari si sono premuniti piazzando i titoli spazzatura sia in Europa che in Asia.Questi titoli sono valutati AA o addirittura AAA dalle agenzie, cosiddette indipendenti, di valutazione dei valori mobiliari, come Standard & Poors, Moody’s e Fitch…A essere esposte in prima linea dovrebbero esserci teoricamente i fondi pensione, le assicurazioni e le grandi fondazioni americane, come pure i maggiori gruppi finanziari e bancari statunitensi, che sono all’origine dell’emissione incontrollata di titoli atipici di questi lunghi decenni.

Eppure c’è da dubitare che chi ha le chiavi del potere finanziario e monetario sia chiamato a rispondere dei propri misfatti. Alla radice del problema, infatti, ci sono le Banche Centrali ed in primo luogo la FED, che da tempo aveva un chiaro quadro della situazione…».

Ed infine la ciliegina sulla torta: « Chi controlla la FED sa dunque che non può fornire la soluzione nell’ambito stesso della FED. In questo scenario… gli Stati Uniti si preparano, insieme a Canada e Messico, a lanciare una moneta unica, detta ‘Amero’. La soluzione proposta sarebbe l’abolizione del dollaro, sostituito dalla valuta dell’Unione del Nord America»…

In sintesi prima i banchieri a suon di tangenti ai politici (300 milioni di dollari dichiarati) fanno abolire le leggi a suo tempo create in USA per impedire un nuovo tracollo economico sul pianeta come quello del 1929; poi inondano il pianeta di moneta finanziaria senza valore intrinseco nell’economia reale, ma gravata comunque di interesse che l’economia reale ignara accetta e paga.

Quando l’economia reale strozzata dai debiti (soprattutto dagli interessi sui debiti) non ce la fa più, il banchiere che comanda - «colui che controlla la FED»- decide di abbandonare la barca, creare una nuova moneta (ovviamente gravata di interesse a debito) e abbandonare la società civile con in mano dollari che andranno bene solo per accendersi i sigari.
Unico problema: far fare ai politici una legge che dia corso legale alla nuova valuta.

E in questo l’articolo di Asia News ci informa che Greenspan e il CFR (Council on Foreign Relations) sono già all’opera.

Si tratta solo di avere il tempo per prezzolare i politici di turno.
A chi studia economia in una qualunque università occidentale viene insegnato che (primo esempio di globalizzazione al mondo) le Banche Centrali (Federal Riserve, BCE, Banca d’Italia, ecc.) sono state delegate dai singoli Stati nazionali a disciplinare l’emissione della moneta per evitare che questa fosse appannaggio degli appetiti elettorali dei sistemi politici.

Come può essere quindi, che siano proprio i banchieri a prezzolare i politici per fare della moneta esattamente l’uso che si voleva evitare da parte dei politici?

E come può essere che ciò riaccada dopo il 1929 quando si sapeva già, grazie a quella esperienza, come sarebbe andata a finire comportandosi in quel modo?

E come può essere che vi sia un soggetto che possiede (o decide per) la Federal Riserve e che noi non si sappia chi sia pur avendo un così grande potere?

Che è poi il potere dei poteri: quello di decidere l’emissione della moneta.

Come mai non viene mai citato in TV o sui giornali?
Come può essere che qualcuno decida di cambiare valuta senza coinvolgere le istituzioni democratiche di quel Paese in questa decisione?


E ancora: In Europa la situazione è identica o diversa?
Chi decide quanti euro ogni anno debbano essere messi in circolazione?
Chi possiede e ha potere decisionale nella BCE?
A chi rendono conto questi signori se compiono misfatti?
Quali controlli il parlamento europeo e i singoli Stati nazionali hanno sulla BCE?
E sulle banche nazionali?
A cosa è dovuta l’inflazione?
Perché se la moneta è in mano ai banchieri per evitare abuso da parte del sistema politico le monete continuano a svalutarsi?

Gli euro emessi appartengono agli Stati nazionali o alla BCE, che è un soggetto privato e che indebita gli Stati quando questi ricevono nuova moneta?
Con quali criteri e soprattutto chi decide quale interesse passivo applicare sulla moneta presa a debito dagli Stati nazionali e di conseguenza poi dai cittadini verso le banche?
Perché il parlamento italiano può decidere di occupare militarmente uno Stato straniero ma non può deliberare sulla propria moneta?
Ed infine, perché su queste tematiche c’è la totale disinformazione da parte dei mass media ufficiali?

Siamo sull’orlo di una crisi economica inevitabile salvo un miracolo.

Il sistema bancario, principale responsabile di questa crisi, se ne lava le mani e da nessuna parte viene messo sotto accusa.
Anzi i banchieri li troviamo come primi ministri o presidenti della repubblica.
Il sistema politico, occidentale in generale e italiano in particolare, ha dimostrato incompetenza e sudditanza a questo sistema.
Tutti noi sappiamo perfettamente che se anche va al governo la coalizione opposta non cambierà nulla.
Il cittadino fondamentalmente è al muro ed è impotente perché non capisce come funziona il sistema.
Non sa dove è il trucco, se trucco c’è.

Non sa cosa fare perché gli è stato fatto credere negli ultimi 70 anni che l’unico sistema economico possibile è quello occidentale, in quanto è il migliore e ha dato abbondanza e prosperità a tutti.

Non ce né un altro migliore.
L’altro possibile, cioè il comunismo, è morto da tempo perché peggiore di quello occidentale..

Ma noi sappiamo che non è così.
Sappiamo, nonostante il colpevole silenzio dei media ufficiali, che è possibile ricorrere ad un sistema monetario diverso, dove la moneta appartiene agli Stati e non a banchieri privati, senza che questo metta in discussione la società occidentale ed i suoi valori sociali, politici e democratici; sappiamo che, ad esempio, solo in Italia esistono oltre una ventina di esperimenti di moneta complementare (in Germania sono più di 100) che cercano di far sì che la spesa dei cittadini rimanga all’interno dell’economia nazionale e non se ne vada a gonfiare gli investimenti speculativi asiatici; sappiamo che il problema del deficit dello Stato italiano è collegato al debito che viene contratto dallo Stato verso banchieri privati allorché nuova moneta viene immessa in circolazione, e non solo per l’eccesso di spesa della «casta politica» rispetto alla raccolta delle imposte; sappiamo che i banchieri internazionali non vogliono che le masse siano informate su questi meccanismi, altrimenti non potrebbero più spiegare ai cittadini come mai Prodi e Letta sono stipendiati dalla Goldmann Sachs quando non hanno incarichi governativi, e che la Goldman è l’advisor (vale a dire il consulente che dice a chi vendere e a quale prezzo) per eccellenza quando lo Stato italiano vende qualche azienda pubblica; sappiamo che la scuola di pensiero dell’insigne economista Federico Caffè, misteriosamente scomparso nel 1987, che si opponeva alle distorsioni di questo sistema finanziario, non è morta con lui.

Allora riteniamo che sia giunto il momento di cominciare ad illustrare, da questo sito, quale è il trucco del capitalismo.
Che i banchieri internazionali lo vogliano o no.
Se chiedete a qualcuno quale sia la causa dell’inflazione, se il vostro interlocutore è onesto non otterrete nessuna risposta.
Se non lo è, comincerà a ripetere qualche informazione presa qui e là.
Vi parlerà dell’aumento del prezzo del petrolio (ma senza dirvi che un aumento sino a 150 $
al barile è stato deciso a tavolino più di un anno fa in una riunione del gruppo Buildenberg); oppure citerà qualche sciopero degli autotrasportatori, o parlerà della siccità.
Ma non potrà dire nulla che possa spiegare il costante, irreversibile e durevole fenomeno di perdita di valore della moneta a medio e lungo termine cui tutti siamo abituati a convivere da quando siamo nati.
Come mai?

Si è già detto nella prima parte di questo articolo (1) che nel 1987, grazie a pressioni della lobby bancaria e a Greenspan, già governatore della FED (Federal Reserve), era stato abrogato in USA
il sistema che impediva interferenze bancarie nelle aziende che chiedevano prestiti, al fine di evitare un nuovo 1929.
Tolti i vincoli alle banche, dopo qualche anno sta iniziando a succedere né più ne meno quello che è successo nel 1929.
Quello che negli USA è stato fatto da Greenspan in Italia è stato fatto da Ciampi, che nel 1993 ha abrogato la legge bancaria del ‘36.

Non deve stupire che in Italia (ed in Europa) sia avvenuto quello che è già avvenuto in USA.
Mentre Alan Greespan prima di diventare governatore della FED era membro del Consiglio di Amministrazione della J.P. Morgan, da noi molti dirigenti del ministero del Tesoro ed i vari Ciampi, Prodi, Draghi, ecc., sono stati ai vertici di Goldman Sachs, una delle principali banche d’affari del pianeta, nonché il principale advisor per la (s)vendita dell’IRI diretta proprio da Romano Prodi e indagata assieme alla stessa JP Morgan e Lehman brothers, dalla procura
di Pescara per truffa ai danni dell’erario italiano.

Anche il futuro è già stato assicurato qualunque schieramento vinca le elezioni.
E’ infatti del 18 giugno 2007 la notizia della nomina ad advisor di Goldman Sachs di Gianni Letta, già sottosegretario alla presidenza del consiglio del Governo presieduto da Silvio Berlusconi .

La lobby bancaria dunque si comporta come tutte le lobby: persegue esclusivamente il suo interesse e quello dei suoi soci.
Stupisce quindi che a questa lobby, in tutte le economie capitalistiche, sia stato trasferito dai singoli Stati nazionali il potere di emettere moneta attraverso il cosiddetto «sistema delle Banche Centrali nazionali private».
Potere che, tra l’altro, è stato trasferito in regime di monopolio, e si colloca al di sopra delle leggi e di qualsiasi possibilità di controllo degli Stati nazionali, che in qualche modo hanno, a differenza delle Banche Centrali private, organismi eletti dalla cittadinanza secondo criteri democratici.

Eppure questo sistema viene propagandato presso la società civile come il sistema monetario più progredito, anzi come «l’unico possibile» in quanto frutto dell’evoluzione naturale dei sistemi economici più efficienti e liberi.
Niente di più falso naturalmente, come vedremo in seguito.
Ma stupisce soprattutto la mancanza di critica sostanziale a questo sistema monetario da parte
della classe politica e del mondo accademico nonostante, dopo alcuni anni di soggiogamento a questo sistema monetario, emergano ovunque inevitabilmente due amare e drammatiche verità che contrastano proprio con le motivazioni e gli obiettivi che hanno portato alla costituzione dell’attuale sistema monetario basato sulle Banche Centrali private:

- l’aumento sistematico ed irreversibile dell’indebitamento da parte dei soggetti che utilizzano
la moneta nei confronti dei soggetti che emettono la moneta: paradosso che vede gli Stati nazionali e la cittadinanza intera, vale a dire l’economia reale che produce beni e servizi, sempre più indebitata nei confronti del sistema bancario, che non produce né beni né servizi;
- il perdurare dell’inflazione e della perdita di valore della moneta rispetto al sistema dei prezzi.

Nelle università di economia si insegna che è stato necessario togliere ai governi nazionali (democraticamente eletti) la sovranità monetaria (cioè il potere di decidere quanta moneta emettere, nei confronti di chi e a quali condizioni di interesse) in quanto questi utilizzavano tale strumento prevalentemente per fini politici ed elettorali.
Vale a dire stampavano troppa cartamoneta rispetto al reale fabbisogno dell’economia reale e questo creava inflazione.

L’esempio che più spesso veniva citato negli anni ‘80 era quello della repubblica tedesca di Weimar post prima guerra mondiale, e della sua iperinflazione per eccesso di cartamoneta stampata.
Da qui la necessità di pervenire ad un sistema monetario internazionale più stabile e non asservito al sistema politico o al dittatore di turno (3).

Questo percorso è stato realizzato a tappe in Europa con il trattato di Maastricht del 1992, che ha portato dapprima alla costituzione della BCE (Banca Centrale Europea), omonimo della FED
in USA, ed al sistema SEBC (Sistema Europeo delle Banche Centrali) composto dalle Banche Centrali Nazionali (BCN), e successivamente all’introduzione della moneta unica.
Il sistema SEBC ha il compito di coordinare una politica monetaria unica nei Paesi dell’euro. L’obiettivo dichiarato del neonato «Eurosistema» era ed è il mantenimento della stabilità dei prezzi.

Per questo motivo agli Stati che adottavano l’euro era richiesto da subito:
Un rapporto tra deficit pubblico e PIL non superiore al 3%;
Un rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60%.

La BCE sin dall’inizio ha mostrato di sapere bene quale sia la causa principale dell’inflazione.
Nel Bollettino mensile della BCE Febbraio 1999 alla pagina 27 si affermava infatti che «Vi è
un ampio consenso, fondato su un’evidenza empirica ragguardevole, sul fatto che la dinamica
dei prezzi nel medio-lungo periodo abbia un’origine monetaria ...» (4).
Il sistema BCE - Banche Centrali (i cui costi sono a carico nostro) aveva ed ha, pertanto, tutti
gli strumenti per operare la stabilizzazione dei prezzi all’interno del sistema euro: gli è stato conferito il monopolio dell’emissione monetaria (proprio per sottrarla alle politiche ed ai rischi inflattivi degli Stati nazionali e dei politici); opera in assoluta autonomia rispetto agli Stati nazionali; mostra di conoscere che la reale causa dell’inflazione è un problema di massa monetaria in circolazione, di cui lo stesso sistema BCE-SEBC ha il monopolio di emissione.

E allora perché non eliminano il problema?
Non avremo per caso costruito anche a livello europeo un ulteriore carrozzone mangiasoldi
che non serve a nulla?
Per entrare nell’euro ci hanno chiesto sacrifici.
E per rimanerci sopportiamo ogni anno finanziarie assurde.
Ma se tutto questo è stato fatto per stabilizzare i prezzi e difenderci dall’inflazione perché i prezzi continuano ad aumentare?
Perché la moneta che abbiamo in tasca continua a perdere di valore anno dopo anno?
Quando una cosa non viene capita da un interlocutore attento dopo che è stata ripetuta più volte, o è una bufala oppure non si vuole che sia capita.
Allora vediamo dove è il trucco, se trucco c’è.

Molti non sanno che la BCE è un soggetto privato.
Nessun organismo comunitario o nazionale può imporre direttive o controlli alla BCE. Analogamente al sistema vigente in USA con la Federal Riserve, gli unici soggetti a cui risponde
la BCE sono i suoi soci, che sono in linea di massima le Banche Centrali (BCN) degli Stati aderenti all’euro, anch’esse a suo tempo privatizzate o rese autonome dalle influenze degli Stati nazionali, con alcune inspiegabili anomalie in quanto sono soci, ad esempio, alcune Banche Centrali di Stati non aderenti all’euro come la Gran Bretagna.
I soci della BCE sono quindi privati.
E i soci dei soci della BCE anche.

La Banca d’Italia ad esempio, che ha un diritto di partecipazione in BCE del 14,57% (9), è posseduta interamente da banche ed enti privati (vi è anche l’INPS) (5).
Ma allora, se la BCE ed i suoi soci banchieri sono soggetti privati, così potenti da condizionare tutti i governi ed imporre un sistema monetario che concede solo e solo a loro di battere moneta, e di determinarne il tasso di interesse, senza alcun controllo da parte di chicchessia, non è per caso che sono loro a determinare volontariamente l’inflazione perché così ci guadagnano?
E a scapito dell’intera economia reale?

Margrit Kennedy nel suo libro «La moneta libera da inflazione e da interesse» (6) documenta esattamente una situazione analoga in Germania negli anni ‘80, dove il 90% della popolazione pagava endemicamente interessi passivi allo 0,2% della popolazione, con un 10% circa che riusciva a rimanere in una situazione di pareggio.
Trattandosi della Germania e non di una repubblica delle banane qualsiasi, non è credibile che un sistema così concepito possa essere casuale.
Né che sia frutto dell’evoluzione naturale del mercato.
Ci sarà pure un motivo se anche in periodi di congiuntura sfavorevole gli unici uffici che non si riducono mai sono (oltre a quelli pubblici) gli sportelli bancari e se alle banche appartengono i più bei palazzi in qualunque città andiate.

Secondo quanto documentato nell’interessante saggio del ricercatore indipendente Rudo de Ruijter «I segreti del denaro, dell’interesse e dell’inflazione», la principale causa dell’inflazione è data dalla facoltà concessa alle banche di immettere moneta creditizia in base al meccanismo della riserva frazionaria.
De Ruijter sottolinea che con questo meccanismo «i prestiti hanno un effetto nascosto. Quando colui che ha ricevuto il finanziamento spende i soldi, chi li riceve li deposita nella sua banca che, proprio grazie a questo deposito, può effettuare nuovi prestiti. Anche i soldi di questi nuovi finanziamenti verranno spesi e diventeranno depositi in altre banche. E così via. Naturalmente
ad ogni passaggio la banca incassa interessi. E’ un enorme girotondo che crea denaro e gonfia
la massa monetaria totale del Paese. Ogni volta che i prestiti concessi da una banca diventano depositi in un’altra banca comincia un nuovo giro di finanziamenti … Le banche creano nuova moneta, ma non possono magicamente creare nuovi beni da comprare. Se la gente dispone di più soldi ma la quantità di beni da comprare resta invariata, tutto quel che succede è che i prezzi salgano. Il valore facciale del denaro diminuisce. E’ quella che si chiama inflazione. Allora, quando le banche mettono in circolazione nuovo denaro, il valore dell’unità monetaria diminuisce…».

Ora è più chiaro su chi ci guadagna e chi no se permane un regime perenne di inflazione?
Abbiamo ceduto la sovranità monetaria ad un soggetto privato che fa esclusivamente il suo interesse e quello dei suoi soci, e lo fa a danno dell’intera economia reale.
Ma le caratteristiche dell’attuale sistema monetario comportano anche altre conseguenze, tutte
a favore delle banche e deleterie per gli altri.

Claudio Bianchini
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11 marzo 2008

Made in Inflazione:la vera causa


Questo articolo, fotografa la situazione italiana mettendo a fuoco i difetti e le contraddizioni della nostra società civile.

Se fossimo in campo economico si potrebbe affermare, senza timore di smentita, che la società italiana vive, da 20 anni circa, in regime di duopolio.
Infatti che perdano o vincano le elezioni, i 2 schieramenti politici si presentano ormai da quasi 20 anni con gli stessi leader (si fa per dire) e portaborse.
Non c’è paura di sconfitta: tanto o vince Prodi o vince Berlusconi.
E chi perde ora vincerà la prossima volta.
E per i cittadini non cambia nulla.

Se prendiamo le leggi di Prodi e le giriamo su Berlusconi, cambiandone il nome, e facciamo lo stesso con le leggi varate dall’altro schieramento, non se ne accorge nessuno.
Infatti che vincano gli uni o gli altri non cambia assolutamente nulla!
Regime di duopolio, appunto, dove cane non scaccia cane ma lo protegge.

Ma lo spunto di questo articolo non parte da considerazioni politiche ma da un articolo di Maurizio d’Orlando comparso su asianews.it e recentemente fatto circolare nella lista di centrofondi.it da considerarsi a dir poco profetico e premonitore della attuale situazione dei mercati finanziari.
Nell’articolo si afferma quanto segue: «A causa di una montagna di mutui fuori parametro (subprime) concessa dalle società di credito fondiario in America, molte banche stanno entrando in crisi. Si parla di giganti come Citygroup e Bank of America negli USA ed in Europa di possibile crollo per banche del calibro di Deutsche Bank, Barclys, BNP Paribas e di alcune finanziarie (AXA) e fondi pensione.Si parla di un buco di oltre 20 miliardi di dollari USA di titoli circolanti emessi nei mercati e privi di patrimonialità reale, di cui né il grande pubblico, né i professionisti di New York si erano accorti. Non si parla più di un problema di liquidità, ma di un problema di solvibilità.Il problema si è originato negli USA a partire dal 1987, quando con pressioni della lobby bancaria - mediante elargizioni costate 300 milioni di Dollari USA - si è riusciti ad ottenere, passo dopo passo, l’abolizione della legge Glass-Steagall, approvata dal parlamento americano dopo la crisi del ‘29. La completa abolizione della legge è stata ottenuta nel 1999 grazie al Presidente Bill Clinton.A suo tempo la legge era stata approvata per evitare il conflitto d’interessi tra banche e società che sottoscrivono obbligazioni ed azioni.Principale fautore di questa liberalizzazione finanziaria è stato il precedente presidente della FED, Alan Greenspan.Questi, divenuto governatore nel 1987, prima di tale nomina era stato membro del consiglio di amministrazione della J.P. Morgan, la prima banca ad usufruire della liberalizzazione.Nei 18 anni di governatorato di Greenspan si è avuta la più grande espansione della finanza speculativa della storia mondiale e la crisi più che imminente avrebbe dimensioni planetarie.In questo ultimo periodo i grandi gruppi finanziari e bancari si sono premuniti piazzando i titoli spazzatura sia in Europa che in Asia.Questi titoli sono valutati AA o addirittura AAA dalle agenzie, cosiddette indipendenti, di valutazione dei valori mobiliari, come Standard & Poors, Moody’s e Fitch…A essere esposte in prima linea dovrebbero esserci teoricamente i fondi pensione, le assicurazioni e le grandi fondazioni americane, come pure i maggiori gruppi finanziari e bancari statunitensi, che sono all’origine dell’emissione incontrollata di titoli atipici di questi lunghi decenni.

Eppure c’è da dubitare che chi ha le chiavi del potere finanziario e monetario sia chiamato a rispondere dei propri misfatti. Alla radice del problema, infatti, ci sono le Banche Centrali ed in primo luogo la FED, che da tempo aveva un chiaro quadro della situazione…».

Ed infine la ciliegina sulla torta: « Chi controlla la FED sa dunque che non può fornire la soluzione nell’ambito stesso della FED. In questo scenario… gli Stati Uniti si preparano, insieme a Canada e Messico, a lanciare una moneta unica, detta ‘Amero’. La soluzione proposta sarebbe l’abolizione del dollaro, sostituito dalla valuta dell’Unione del Nord America»…

In sintesi prima i banchieri a suon di tangenti ai politici (300 milioni di dollari dichiarati) fanno abolire le leggi a suo tempo create in USA per impedire un nuovo tracollo economico sul pianeta come quello del 1929; poi inondano il pianeta di moneta finanziaria senza valore intrinseco nell’economia reale, ma gravata comunque di interesse che l’economia reale ignara accetta e paga.

Quando l’economia reale strozzata dai debiti (soprattutto dagli interessi sui debiti) non ce la fa più, il banchiere che comanda - «colui che controlla la FED»- decide di abbandonare la barca, creare una nuova moneta (ovviamente gravata di interesse a debito) e abbandonare la società civile con in mano dollari che andranno bene solo per accendersi i sigari.
Unico problema: far fare ai politici una legge che dia corso legale alla nuova valuta.

E in questo l’articolo di Asia News ci informa che Greenspan e il CFR (Council on Foreign Relations) sono già all’opera.

Si tratta solo di avere il tempo per prezzolare i politici di turno.
A chi studia economia in una qualunque università occidentale viene insegnato che (primo esempio di globalizzazione al mondo) le Banche Centrali (Federal Riserve, BCE, Banca d’Italia, ecc.) sono state delegate dai singoli Stati nazionali a disciplinare l’emissione della moneta per evitare che questa fosse appannaggio degli appetiti elettorali dei sistemi politici.

Come può essere quindi, che siano proprio i banchieri a prezzolare i politici per fare della moneta esattamente l’uso che si voleva evitare da parte dei politici?

E come può essere che ciò riaccada dopo il 1929 quando si sapeva già, grazie a quella esperienza, come sarebbe andata a finire comportandosi in quel modo?

E come può essere che vi sia un soggetto che possiede (o decide per) la Federal Riserve e che noi non si sappia chi sia pur avendo un così grande potere?

Che è poi il potere dei poteri: quello di decidere l’emissione della moneta.

Come mai non viene mai citato in TV o sui giornali?
Come può essere che qualcuno decida di cambiare valuta senza coinvolgere le istituzioni democratiche di quel Paese in questa decisione?


E ancora: In Europa la situazione è identica o diversa?
Chi decide quanti euro ogni anno debbano essere messi in circolazione?
Chi possiede e ha potere decisionale nella BCE?
A chi rendono conto questi signori se compiono misfatti?
Quali controlli il parlamento europeo e i singoli Stati nazionali hanno sulla BCE?
E sulle banche nazionali?
A cosa è dovuta l’inflazione?
Perché se la moneta è in mano ai banchieri per evitare abuso da parte del sistema politico le monete continuano a svalutarsi?

Gli euro emessi appartengono agli Stati nazionali o alla BCE, che è un soggetto privato e che indebita gli Stati quando questi ricevono nuova moneta?
Con quali criteri e soprattutto chi decide quale interesse passivo applicare sulla moneta presa a debito dagli Stati nazionali e di conseguenza poi dai cittadini verso le banche?
Perché il parlamento italiano può decidere di occupare militarmente uno Stato straniero ma non può deliberare sulla propria moneta?
Ed infine, perché su queste tematiche c’è la totale disinformazione da parte dei mass media ufficiali?

Siamo sull’orlo di una crisi economica inevitabile salvo un miracolo.

Il sistema bancario, principale responsabile di questa crisi, se ne lava le mani e da nessuna parte viene messo sotto accusa.
Anzi i banchieri li troviamo come primi ministri o presidenti della repubblica.
Il sistema politico, occidentale in generale e italiano in particolare, ha dimostrato incompetenza e sudditanza a questo sistema.
Tutti noi sappiamo perfettamente che se anche va al governo la coalizione opposta non cambierà nulla.
Il cittadino fondamentalmente è al muro ed è impotente perché non capisce come funziona il sistema.
Non sa dove è il trucco, se trucco c’è.

Non sa cosa fare perché gli è stato fatto credere negli ultimi 70 anni che l’unico sistema economico possibile è quello occidentale, in quanto è il migliore e ha dato abbondanza e prosperità a tutti.

Non ce né un altro migliore.
L’altro possibile, cioè il comunismo, è morto da tempo perché peggiore di quello occidentale..

Ma noi sappiamo che non è così.
Sappiamo, nonostante il colpevole silenzio dei media ufficiali, che è possibile ricorrere ad un sistema monetario diverso, dove la moneta appartiene agli Stati e non a banchieri privati, senza che questo metta in discussione la società occidentale ed i suoi valori sociali, politici e democratici; sappiamo che, ad esempio, solo in Italia esistono oltre una ventina di esperimenti di moneta complementare (in Germania sono più di 100) che cercano di far sì che la spesa dei cittadini rimanga all’interno dell’economia nazionale e non se ne vada a gonfiare gli investimenti speculativi asiatici; sappiamo che il problema del deficit dello Stato italiano è collegato al debito che viene contratto dallo Stato verso banchieri privati allorché nuova moneta viene immessa in circolazione, e non solo per l’eccesso di spesa della «casta politica» rispetto alla raccolta delle imposte; sappiamo che i banchieri internazionali non vogliono che le masse siano informate su questi meccanismi, altrimenti non potrebbero più spiegare ai cittadini come mai Prodi e Letta sono stipendiati dalla Goldmann Sachs quando non hanno incarichi governativi, e che la Goldman è l’advisor (vale a dire il consulente che dice a chi vendere e a quale prezzo) per eccellenza quando lo Stato italiano vende qualche azienda pubblica; sappiamo che la scuola di pensiero dell’insigne economista Federico Caffè, misteriosamente scomparso nel 1987, che si opponeva alle distorsioni di questo sistema finanziario, non è morta con lui.

Allora riteniamo che sia giunto il momento di cominciare ad illustrare, da questo sito, quale è il trucco del capitalismo.
Che i banchieri internazionali lo vogliano o no.
Se chiedete a qualcuno quale sia la causa dell’inflazione, se il vostro interlocutore è onesto non otterrete nessuna risposta.
Se non lo è, comincerà a ripetere qualche informazione presa qui e là.
Vi parlerà dell’aumento del prezzo del petrolio (ma senza dirvi che un aumento sino a 150 $
al barile è stato deciso a tavolino più di un anno fa in una riunione del gruppo Buildenberg); oppure citerà qualche sciopero degli autotrasportatori, o parlerà della siccità.
Ma non potrà dire nulla che possa spiegare il costante, irreversibile e durevole fenomeno di perdita di valore della moneta a medio e lungo termine cui tutti siamo abituati a convivere da quando siamo nati.
Come mai?

Si è già detto nella prima parte di questo articolo (1) che nel 1987, grazie a pressioni della lobby bancaria e a Greenspan, già governatore della FED (Federal Reserve), era stato abrogato in USA
il sistema che impediva interferenze bancarie nelle aziende che chiedevano prestiti, al fine di evitare un nuovo 1929.
Tolti i vincoli alle banche, dopo qualche anno sta iniziando a succedere né più ne meno quello che è successo nel 1929.
Quello che negli USA è stato fatto da Greenspan in Italia è stato fatto da Ciampi, che nel 1993 ha abrogato la legge bancaria del ‘36.

Non deve stupire che in Italia (ed in Europa) sia avvenuto quello che è già avvenuto in USA.
Mentre Alan Greespan prima di diventare governatore della FED era membro del Consiglio di Amministrazione della J.P. Morgan, da noi molti dirigenti del ministero del Tesoro ed i vari Ciampi, Prodi, Draghi, ecc., sono stati ai vertici di Goldman Sachs, una delle principali banche d’affari del pianeta, nonché il principale advisor per la (s)vendita dell’IRI diretta proprio da Romano Prodi e indagata assieme alla stessa JP Morgan e Lehman brothers, dalla procura
di Pescara per truffa ai danni dell’erario italiano.

Anche il futuro è già stato assicurato qualunque schieramento vinca le elezioni.
E’ infatti del 18 giugno 2007 la notizia della nomina ad advisor di Goldman Sachs di Gianni Letta, già sottosegretario alla presidenza del consiglio del Governo presieduto da Silvio Berlusconi .

La lobby bancaria dunque si comporta come tutte le lobby: persegue esclusivamente il suo interesse e quello dei suoi soci.
Stupisce quindi che a questa lobby, in tutte le economie capitalistiche, sia stato trasferito dai singoli Stati nazionali il potere di emettere moneta attraverso il cosiddetto «sistema delle Banche Centrali nazionali private».
Potere che, tra l’altro, è stato trasferito in regime di monopolio, e si colloca al di sopra delle leggi e di qualsiasi possibilità di controllo degli Stati nazionali, che in qualche modo hanno, a differenza delle Banche Centrali private, organismi eletti dalla cittadinanza secondo criteri democratici.

Eppure questo sistema viene propagandato presso la società civile come il sistema monetario più progredito, anzi come «l’unico possibile» in quanto frutto dell’evoluzione naturale dei sistemi economici più efficienti e liberi.
Niente di più falso naturalmente, come vedremo in seguito.
Ma stupisce soprattutto la mancanza di critica sostanziale a questo sistema monetario da parte
della classe politica e del mondo accademico nonostante, dopo alcuni anni di soggiogamento a questo sistema monetario, emergano ovunque inevitabilmente due amare e drammatiche verità che contrastano proprio con le motivazioni e gli obiettivi che hanno portato alla costituzione dell’attuale sistema monetario basato sulle Banche Centrali private:

- l’aumento sistematico ed irreversibile dell’indebitamento da parte dei soggetti che utilizzano
la moneta nei confronti dei soggetti che emettono la moneta: paradosso che vede gli Stati nazionali e la cittadinanza intera, vale a dire l’economia reale che produce beni e servizi, sempre più indebitata nei confronti del sistema bancario, che non produce né beni né servizi;
- il perdurare dell’inflazione e della perdita di valore della moneta rispetto al sistema dei prezzi.

Nelle università di economia si insegna che è stato necessario togliere ai governi nazionali (democraticamente eletti) la sovranità monetaria (cioè il potere di decidere quanta moneta emettere, nei confronti di chi e a quali condizioni di interesse) in quanto questi utilizzavano tale strumento prevalentemente per fini politici ed elettorali.
Vale a dire stampavano troppa cartamoneta rispetto al reale fabbisogno dell’economia reale e questo creava inflazione.

L’esempio che più spesso veniva citato negli anni ‘80 era quello della repubblica tedesca di Weimar post prima guerra mondiale, e della sua iperinflazione per eccesso di cartamoneta stampata.
Da qui la necessità di pervenire ad un sistema monetario internazionale più stabile e non asservito al sistema politico o al dittatore di turno (3).

Questo percorso è stato realizzato a tappe in Europa con il trattato di Maastricht del 1992, che ha portato dapprima alla costituzione della BCE (Banca Centrale Europea), omonimo della FED
in USA, ed al sistema SEBC (Sistema Europeo delle Banche Centrali) composto dalle Banche Centrali Nazionali (BCN), e successivamente all’introduzione della moneta unica.
Il sistema SEBC ha il compito di coordinare una politica monetaria unica nei Paesi dell’euro. L’obiettivo dichiarato del neonato «Eurosistema» era ed è il mantenimento della stabilità dei prezzi.

Per questo motivo agli Stati che adottavano l’euro era richiesto da subito:
Un rapporto tra deficit pubblico e PIL non superiore al 3%;
Un rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60%.

La BCE sin dall’inizio ha mostrato di sapere bene quale sia la causa principale dell’inflazione.
Nel Bollettino mensile della BCE Febbraio 1999 alla pagina 27 si affermava infatti che «Vi è
un ampio consenso, fondato su un’evidenza empirica ragguardevole, sul fatto che la dinamica
dei prezzi nel medio-lungo periodo abbia un’origine monetaria ...» (4).
Il sistema BCE - Banche Centrali (i cui costi sono a carico nostro) aveva ed ha, pertanto, tutti
gli strumenti per operare la stabilizzazione dei prezzi all’interno del sistema euro: gli è stato conferito il monopolio dell’emissione monetaria (proprio per sottrarla alle politiche ed ai rischi inflattivi degli Stati nazionali e dei politici); opera in assoluta autonomia rispetto agli Stati nazionali; mostra di conoscere che la reale causa dell’inflazione è un problema di massa monetaria in circolazione, di cui lo stesso sistema BCE-SEBC ha il monopolio di emissione.

E allora perché non eliminano il problema?
Non avremo per caso costruito anche a livello europeo un ulteriore carrozzone mangiasoldi
che non serve a nulla?
Per entrare nell’euro ci hanno chiesto sacrifici.
E per rimanerci sopportiamo ogni anno finanziarie assurde.
Ma se tutto questo è stato fatto per stabilizzare i prezzi e difenderci dall’inflazione perché i prezzi continuano ad aumentare?
Perché la moneta che abbiamo in tasca continua a perdere di valore anno dopo anno?
Quando una cosa non viene capita da un interlocutore attento dopo che è stata ripetuta più volte, o è una bufala oppure non si vuole che sia capita.
Allora vediamo dove è il trucco, se trucco c’è.

Molti non sanno che la BCE è un soggetto privato.
Nessun organismo comunitario o nazionale può imporre direttive o controlli alla BCE. Analogamente al sistema vigente in USA con la Federal Riserve, gli unici soggetti a cui risponde
la BCE sono i suoi soci, che sono in linea di massima le Banche Centrali (BCN) degli Stati aderenti all’euro, anch’esse a suo tempo privatizzate o rese autonome dalle influenze degli Stati nazionali, con alcune inspiegabili anomalie in quanto sono soci, ad esempio, alcune Banche Centrali di Stati non aderenti all’euro come la Gran Bretagna.
I soci della BCE sono quindi privati.
E i soci dei soci della BCE anche.

La Banca d’Italia ad esempio, che ha un diritto di partecipazione in BCE del 14,57% (9), è posseduta interamente da banche ed enti privati (vi è anche l’INPS) (5).
Ma allora, se la BCE ed i suoi soci banchieri sono soggetti privati, così potenti da condizionare tutti i governi ed imporre un sistema monetario che concede solo e solo a loro di battere moneta, e di determinarne il tasso di interesse, senza alcun controllo da parte di chicchessia, non è per caso che sono loro a determinare volontariamente l’inflazione perché così ci guadagnano?
E a scapito dell’intera economia reale?

Margrit Kennedy nel suo libro «La moneta libera da inflazione e da interesse» (6) documenta esattamente una situazione analoga in Germania negli anni ‘80, dove il 90% della popolazione pagava endemicamente interessi passivi allo 0,2% della popolazione, con un 10% circa che riusciva a rimanere in una situazione di pareggio.
Trattandosi della Germania e non di una repubblica delle banane qualsiasi, non è credibile che un sistema così concepito possa essere casuale.
Né che sia frutto dell’evoluzione naturale del mercato.
Ci sarà pure un motivo se anche in periodi di congiuntura sfavorevole gli unici uffici che non si riducono mai sono (oltre a quelli pubblici) gli sportelli bancari e se alle banche appartengono i più bei palazzi in qualunque città andiate.

Secondo quanto documentato nell’interessante saggio del ricercatore indipendente Rudo de Ruijter «I segreti del denaro, dell’interesse e dell’inflazione», la principale causa dell’inflazione è data dalla facoltà concessa alle banche di immettere moneta creditizia in base al meccanismo della riserva frazionaria.
De Ruijter sottolinea che con questo meccanismo «i prestiti hanno un effetto nascosto. Quando colui che ha ricevuto il finanziamento spende i soldi, chi li riceve li deposita nella sua banca che, proprio grazie a questo deposito, può effettuare nuovi prestiti. Anche i soldi di questi nuovi finanziamenti verranno spesi e diventeranno depositi in altre banche. E così via. Naturalmente
ad ogni passaggio la banca incassa interessi. E’ un enorme girotondo che crea denaro e gonfia
la massa monetaria totale del Paese. Ogni volta che i prestiti concessi da una banca diventano depositi in un’altra banca comincia un nuovo giro di finanziamenti … Le banche creano nuova moneta, ma non possono magicamente creare nuovi beni da comprare. Se la gente dispone di più soldi ma la quantità di beni da comprare resta invariata, tutto quel che succede è che i prezzi salgano. Il valore facciale del denaro diminuisce. E’ quella che si chiama inflazione. Allora, quando le banche mettono in circolazione nuovo denaro, il valore dell’unità monetaria diminuisce…».

Ora è più chiaro su chi ci guadagna e chi no se permane un regime perenne di inflazione?
Abbiamo ceduto la sovranità monetaria ad un soggetto privato che fa esclusivamente il suo interesse e quello dei suoi soci, e lo fa a danno dell’intera economia reale.
Ma le caratteristiche dell’attuale sistema monetario comportano anche altre conseguenze, tutte
a favore delle banche e deleterie per gli altri.

Claudio Bianchini