29 novembre 2007

UN SISTEMA FINANZIARIO SOTTO ASSEDIO



"Se si includono questi argomenti [i benefici promessi nella Previdenza Sociale, Assistenza Sanitaria Nazionale, nella Gestione dei Veterani ed in altri programmi di assistenza], si stima l'onere totale [del debito] al valore attuale del dollaro sia di circa 53 trilioni di dollari. Messa diversamente, l'onere totale corrente stimato è di quasi 175.000 dollari per ogni americano; ed ogni giorno quell'onere diventa più grande."
David Walker, Revisore Generale dei Conti degli Stati Uniti

"Le forze economiche che guidano l'equilibrio globale di risparmio e investimento si sono sviluppate nel decennio scorso, cosicché la ripidezza del recente declino nei rendimenti di lunga durata del dollaro e nei tassi a lungo termine collegati, suggerisce che possa essere in opera qualcosa di più ampio".
Alan Greenspan, ex presidente FED, 20 luglio 2005

"Il buco nero dei subprime sembra sempre più profondo, più scuro e spaventoso di quanto [le banche] pensino. Hanno avuto ricadute su... circa il 40 % del cumulo della parte di prestito speculativo e lì ci sono decisamente dei segni di disgelo".
Tony James, Presidente e CEO del Blackstone Group LP


Il sistema finanziario globale basato sul dollaro è in crisi e sta minacciando la prosperità e la stabilità di molte economie.
Eccessi finanziari di ogni genere hanno insidiato la sua legittimità e la sua efficienza. Il dollaro USA sta perdendo la sua predominanza come principale valuta di riserva internazionale mentre molte banche sono travolte dal subbuglio della crisi dei crediti subprime.

Lo scenario generale è la bolla senza precedenti dei beni immobili che c'è stata in tutto il mondo dal 1995 al 2005. Negli Stati Uniti, ad esempio, i prezzi delle case occupate dai proprietari sono aumentati annualmente di una media di circa il 9 %. Il valore di mercato del capitale delle case occupate dal proprietario negli Stati Uniti è aumentato da un po' meno di 8 trilioni di dollari del 1995 ad un po' più di 18 trilioni nel 2005. Da allora si sta contraendo, confermando il funzionamento del ciclo di 18 anni del mercato immobiliare teorizzato da Kuznets, che va dal picco del 1987 al picco del 2005.

Ciò che rende questo periodo particolarmente pericoloso è il fatto che è in gioco anche il ciclo dei 54 anni di Kondratieff di inflazione-disinflazione-deflazione, iniziato nel 1949 dopo che i prezzi si erano scongelati. L'inflazione mondiale è poi salita per venti anni fino al 1980, seguita da un periodo di disinflazione sotto la FED di Volcker. L'entrata della Cina nella World Trade Organization (WTO) l'11 dicembre 2001, con i suoi lavoratori in abbondanza e stipendi bassi, ha liberato notevoli forze deflazionistiche in tutto il mondo. Ciò a sua volta ha poi condotto ad aspettative di un'inflazione più bassa che hanno aperto la strada alla FED di Greenspan per tenere i tassi d'interesse ad un livello anormalmente basso.

Tassi di interesse persistentemente bassi ed aspettative di bassa inflazione hanno portato ad una frenesia nei prestiti e ad un vasto aumento nella valutazione del mercato, non solo dei beni immobili ma anche delle azioni e delle obbligazioni. Le banche ed altri istituti di credito ipotecario hanno approfittato dell'occasione per introdurre alcune innovazioni finanziarie per finanziare l'esplosione del mercato ipotecario. Queste innovazioni hanno provocato lo spaccamento del tradizionale collegamento diretto fra mutuatario e prestatore e la riduzione del rischio del prestatore normalmente associato ai prestiti ipotecari.

Quindi, con la connivenza delle agenzie di rating e del Sistema della Federal Reserve, grandi banche hanno inventato nuovi prodotti finanziari sotto vari nomi tipo "obbligazioni collateralizzate" (CBOs), "obbligazioni di debito collateralizzate" (CDOs), anche chiamate "veicoli di investimento strutturati" (SIVs), che hanno avuto le caratteristiche di cambiale finanziaria a breve termine fluttuante. Nel mercato delle ipoteche residenziali, ad esempio, i mediatori di ipoteche ed i prestatori "al minuto" vendevano i loro prestiti ipotecari alle banche, che a loro volta ne facevano un unico pacco e lo spezzettavano in differenti classi di titoli garantiti da ipoteche (RMBS), che portavano differenti livelli di rischio e di guadagno, prima di venderli agli investitori.

Quindi questi nuovi strumenti finanziari erano il risultato finale di un processo di "conversione dei beni in titoli" ed erano fette di pacchetti di prestiti, non solo prestiti ipotecari ma anche debiti delle carte di credito, prestiti per automobili, prestiti agli studenti ed altri crediti esigibili a breve termine. Ogni fetta portava un differente onere di rischio ed un differente rendimento. Con la benedizione delle agenzie di rating, le banche sono andate persino un po' oltre ed hanno cominciato a riunire le fette finanziarie più rischiose in pacchetti ancor più rischiosi dividendoli ancora per venderli agli investitori in cerca di rendimenti elevati.

Vendendo questi nuovi strumenti di debito agli investitori in cerca di rendimenti sempre più elevati, compresi i fondi monetari protetti ed i fondi pensione, le banche sono state doppiamente ricompensate. In primo luogo, per i loro sforzi hanno riscosso meravigliosi diritti di gestione. Ma in secondo luogo e di maggior importanza, hanno scaricato il rischio dei prestiti all'ignaro compratore di tali titoli, perché nel caso di default dei prestiti originali, la banca l'avrebbe fatta franca. Erano stati già pagati ed erano stati liberati dal rischio di default e di preclusione sui prestiti originali.

Il ruolo residuo delle banche era di raccogliere e distribuire interesse, finchè i mutuatari avevano effettuato i loro pagamenti degli interessi. Ma se i pagamenti si arrestavano, le perdite di capitale incontrate a causa del declino nel valore di prestiti non performanti sarebbero invece state sostenute dagli investitori dei CBO e CDO. Le stesse banche non avrebbero sofferto perdite e sarebbero state libere di usare le loro basi di capitale per impegnarsi in ulteriori vantaggiosi prestiti. Infatti, gli investitori alla fine della catena divennero i reali prestatori di ipoteca (senza raccogliere tutte le ricompense di tali rischiosi prestiti) e le banche poterono riutilizzare il loro capitale per arricchirsi sempre più con le loro operazioni di prestito. Questo era il periodo migliore per le banche e si abbuffavano senza freno. Alcune di loro hanno pagato ai loro impiegati decine di miliardi di dollari in indennità di fine d'anno.

Quindi, ed è qui che la FED ed altre agenzie di controllo sono venute a mancare, i prestatori di ipoteca di prima linea sono diventati sempre più aggressivi nei loro prestiti, con la completa certezza che avrebbero potuto scaricare proficuamente il rischio a valle. Ciò spiega l'espansione del mercato di ipoteche "subprime" in cui il prestito è stato fatto senza pagamenti in acconto, nessun pagamento d'interessi per un certo periodo e niente domande riguardo reddito e solvibilità del mutuatario. Queste non erano normali pratiche di prestito. Simili "schemi di Ponzi" [Charles Ponzi all'inizio del XX secolo divenne celebre, e venne arrestato, per investimenti fraudolenti ad alto profitto che presero il suo nome, ndt] non potevano durare per sempre. E quando i prezzi delle case hanno iniziato a calare, sono aumentati anche i pignoramenti, scuotendo così fino alle fondamenta la nuova casa finanziaria di carte. Le banche divennero le riluttanti proprietarie a valori molto ribassati di parte delle proprietà pignorate.

Perchè allora tante banche sono in difficoltà finanziarie, se il rischio del prestatore era stato trasferito agli ignari investitori? Essenzialmente, perché quando è scoppiato il boom delle case, la giacenza delle banche di "titoli con garanzia collaterale" invenduti era insolitamente alto. Quando il pifferaio ha smesso di suonare e gli investitori hanno smesso di comprare i rischiosi investimenti di recente creazione, il loro valore è precipitato in una notte e le banche sono rimaste con perdite enormi che non si sono ancora completamente riflesse nei loro bilanci finanziari. Quindi, le banche che non hanno scaricato i loro stock di pacchetti ipotecari sono state costrette ad accettare la proprietà di beni pignorati, a valori molto ribassati. Con poco o nessun collaterale dietro i prestiti, le perdite per crediti inesigibili sono diventate inevitabili.

Poiché nessuno sa per certo il valore di qualcosa che non è commerciato, serviranno mesi prima che le banche vengano a capo del totale delle perdite che hanno sofferto nei loro stock di "titoli basati su beni" preconfezionati ed invenduti. È più di una normale "crisi di liquidità" o di un "restringimento del credito " (che risulta quando la banca presta a breve termine ed investe in beni di lunga durata non liquidi); è più come una "crisi di solvibilità" se la base di capitale delle banche è sopraffatta dalla scoperta di enormi perdite finanziarie incontrate quando le banche sono costrette a vendere beni ipotecati in un mercato immobiliare in depressione.

E' questa confusione di operazioni bancarie e finanziarie che si sta sviluppando davanti ai nostri occhi e che sta minacciando il sistema finanziario americano ed internazionale. Ci sono quattro classi di perdenti. In primo luogo, gli acquirenti di case che hanno comprato le proprietà a prezzi inflazionati con poco o nessun acconto e che ora rischiano il pignoramento. In secondo luogo, gli investitori che hanno comprato cambiali finanziarie garantite con ipoteche non liquide e che sono in allarme per il rischio di perdere una parte o tutti i loro investimenti. In terzo luogo, gli azionisti delle banche che hanno tratto profitto finchè il sistema ha funzionato senza difficoltà ma che ora devono far fronte a valori delle azioni in declino. E, per concludere, chiunque tema di diventare vittima, direttamente o indirettamente, del rallentamento economico prossimo venturo.

Rodrigue Tremblay

27 novembre 2007

Energia pulita con le fonti alternative




Un quadrato di 210 per 210 chilometri. Poco più grande di metà della pianura padana. Ma nel Sahara.
«Questo quadrato ipotetico rappresenterebbe comunque poco più di un millesimo dei deserti esistenti – spiega il premio Nobel Carlo Rubbia – ma su di lui il Sole ogni anno irraggia in media 15 terawatt di energia, tanti quanti ne consuma l'intera nostra civiltà. E supponiamo, come ci dicono i trend, che al 2030 si vada al raddoppio. Si tratterebbe solo di aggiungere un altro millesimo di deserto solare, e di metterlo al lavoro».

Questo è il sogno energetico che ormai da più di un decennio muove centinaia di menti e di organizzazioni, pubbliche e private, non solo in Europa ma anche nel Nord-Africa, nel Mediterraneo e negli Usa. E non è solo un sogno, ma una necessità: «al 2025 l'Europa a 25 avrà un deficit elettrico di metà dei suoi consumi – dice Hans Muller-Steinaghen, del Dlr, centro aerospaziale tedesco – pari a oltre 230 gigawatt (l'Italia al 2030 per 16 gigawatt, ndr), a mano a mano che le vecchie centrali fossili verranno dismesse. E altri 230 aggiuntivi verranno dalla crescita dei consumi elettrici dei paesi Mediterranei e del Medio Oriente. Un fabbisogno enorme, che solo una fonte può sostenere: il grande solare desertico, l'unica con un potenziale di oltre cento volte gli scenari più estremi».

Per tre anni gli esperti tedeschi, guidati dal ministero dell'Ambiente di Berlino (insieme a colleghi giordani, marocchini, egiziani e algerini) hanno lavorato sugli scenari tecnologici di Trans-Csp e Med-Csp, due grossi volumi, irti di cifre e grafici, su come dovrà cambiare l'intero contesto energetico dei due continenti. Europa, Nord-Africa e Medio Oriente interconnessi da una sola rete elettrica ad alta capacità di trasporto in corrente continua, e grandi centrali solari termodinamiche a concentrazione desertiche (Csp, concentrated solar power) in grado di produrre e inviare centinaia di gigawatt di potenza fin nel nord-Europa, oltre a soddisfare i consumi locali (anche di acqua desalinizzata). Una visione grandiosa, quasi temeraria (uno dei suoi primi sostenitori, negli anni '90, è stato Carlo Rubbia), ma che ora comincia a diventare realtà.

Se ne è avuta una prova in occasione di World Solar Power 2007, la prima conferenza internazionale sul Csp tenutasi in Europa, a Siviglia. Una tre giorni che ha visto la partecipazione di un centinaio tra aziende, centri di ricerca e istituti finanziari provenienti da Europa, Usa e Medio Oriente. L'occasione per l'organizzatore, la spagnola Abengoa, di esibire la sua creatura solare nuova di zecca, la grande centrale Ps10 con i suoi 600 specchi da 120 metri quadri sempre puntati sulla torre centrale alta 115 metri a Sanlucar, capace di produrre 10 megawatt. Attiva dallo scorso giugno, Ps10 è la prima del suo genere di tipo commerciale (dopo una quindicina di torri solari di ricerca costruite negli ultimi venti anni) ed è già in costruzione Ps20, di doppia potenza (12mila case servite) e poi è allo studio Ps 50, con tecnologie ancora in fase di sviluppo.

Il caso spagnolo, infatti, è il primo e più massiccio segnale di movimento concreto. Lo scorso 25 maggio il Governo di Madrid ha assicurato, per decreto, una generosa tariffa elettrica incentivata per le centrali solari Csp fino a 50 megawatt: 26,9 centesimi di euro per chilowattora (quasi tre volte il prezzo di mercato) fissi per 25 anni. «Abbastanza per far partire i progetti con le tecnologie solari attuali – osserva Mark Geyer di Solar Paces, l'associazione mondiale del solare termodinamico – per ripagare gli investimenti e i finanziamenti. E soprattutto per avviare quella curva di apprendimento che, al 2020, dovrebbe far scendere il costo del chilowattora solare sotto la soglia magica dei dieci centesimi, competitiva con il gas e il carbone. A quella data gravati da una carbon tax o dal sequestro della CO2».

E la Spagna, con le sue grandi pianure meridionali a tassi di insolazione nord-africani, sta correndo: «Al ministero finora sono affluiti progetti per ben 4.100 megawatt complessivi, di cui 412 megawatt già approvati – spiega Almudena Carrasco della Red Electrica de Espana – una risposta ben superiore alle previsioni». Oggi si contano almeno 35 centrali solari in fase di avvio o di progetto, con una chiara concentrazione in Andalusia e in tutto il centro-sud spagnolo. «La maggiore concentrazione europea, e soltanto noi di Abengoa contiamo di investire due miliardi di euro in un sistema di quattro impianti a SanLucar-Siviglia da 131 megawatt complessivi – spiega Santiago Seage, presidente di Abengoa Solar – ma gli investimenti sono in moto in tutto il mondo. Ad oggi noi stimiamo progetti per 6 gigawatt complessivi (e 20 miliardi di euro) in Europa del Sud, Usa, Nordafrica e Medio Oriente. E presto si aggiungerà alla lista l'Asia, oltre alle prevedibili centrali australiane. E saranno in prima fila anche India e Cina».

Restiamo però al Mediterraneo. Marocco e Algeria sono già della partita. Il primo a Ain Ben Mathar, con un impianto ibrido solare Csp (20 megawatt) e gas a ciclo combinato da 470 megawatt. E i primi 183mila metri quadrati di specchi solari serviranno agli ingegneri marocchini per farsi le ossa, dal 2010 sulla nuova tecnologia. E poi replicarla per esportare in Europa, via interconnessione con la Spagna, elettricità pulita e a basso costo.

Altrettanto, e forse anche di più, per l'Algeria. Qui è stata già avviata una tariffa incentivata (non lontana da quella spagnola) e il primo passo prevede un impianto solare-gas da 160 megawatt a Hassi r'Mel. «Ma in questo complesso gasiero al centro dell'Algeria contiamo di sviluppare un tecnopolo solare tra i primi al mondo: al 2015 – dice Tewfik Hasni, direttore generale di Neal (New Energy Algeria, nuova consociata di Sonatrach) – prevediamo un investimento da un miliardo di dollari per 500 megawatt diretti al mercato interno e al 2020 un salto a 18 miliardi di dollari con un obbiettivo di 6mila megawatt solari per esportare elettricità in Europa. E vogliamo fare di Hassi r'Mel un punto di eccellenza mondiale, anche per lo sviluppo di nuove tecnologie». «E quella algerina è oggi la scommessa più massiccia, forse persino superiore a quella spagnola», commenta Carlo Rubbia.

Questi i progetti operativi presentati alla tre giorni di Siviglia. Ma anche Tunisia, Libia e Egitto stanno muovendosi. Israele ha già due centrali solari in funzione (e vari aziende leader, tra cui Solel e Luz due) mentre negli Emirati, ad Abu Dhabi, è stata recentemente inaugurata una intera nuova università tecnica, il Masdar Institute of Technology, interamente dedicata alle rinnovabili e con apporti del Mit e dell'Imperial College.

Il sogno dell'integrazione elettrica-solare del Mediterraneo, oltre ai collegamenti già attivi (Spagna-Marocco) prevede poi, al 2010, altri dodici elettrodotti (in tecnologia a corrente continua ad alto voltaggio) di cui quattro cross-mediterranei. E la Terna ha già annunciato il collegamento dalla Sicilia a Tunisi. Ma a questi dovrebbero seguire connessioni dirette con la Libia e dalla Sardegna all'Algeria. Mentre dalle coste spagnole partirà un cavo fino ad Orano.

E via Turchia la rete ad alta potenza risalirà fino in Germania. «Obbiettivo: al 2050 almeno 80 gigawatt affluiranno in Europa da una ventina di siti solari sulle altre sponde – conclude Muller-Steinaghen –. E almeno il 15% del consumo elettrico europeo dovrà essere assicurato, via solare, a 5-7 centesimi per chilowattora. Non è questione di sogni, ma di sopravvivenza e di sostenibilità. Per entrambi. Dobbiamo mettere al lavoro il nuovo oro del deserto».


Giuseppe Caravita

24 novembre 2007

I mutui subprime non pignorabili



STATI UNITI - La Deutsche Bank voleva pignorare 14 case di altrettanti proprietari che non riuscivano a pagare il mutuo a Cleveland, nell’Ohio.
Un giudice federale - di nome C.A. Boyko - ha dato torto alla potente banca.
Le cui azioni sono ulteriormente precipitate.
Ecco cosa attende i creditori esteri del debitore USA, si potrebbe concludere.
Ma la morale della storia è un’altra, molto più significativa.
E che suona vendetta per gli indebitati, e rovina per la speculazione.

Il giudice federale Boyko ha chiesto alla Deutsche di esibire i documenti comprovanti il titolo legale alle 14 case.
Le Deutsche Bank National Trust (la sussidiaria americana) non è stato in grado di farlo: non aveva in mano il contratto di mutuo vero e proprio, la prova dell’ipoteca gravante sugli immobili.
Tutto ciò che avevano erano delle «securities», obbligazioni, dove migliaia di mutui acquistati da piccole banche locali di prestito sono stati confezionati insieme dalla «ingegneria finanziaria» e rivenduti ad altri: fondi pensioni, privati risparmiatori, altre banche.

La Deutsche Bank stessa è stata sia confezionatrice di questi pacchetti tossici, sia - evidentemente - acquirente.
Si vendevano, eccome.
Standard & Poors assicurava che questi pacchetti erano AAA, ossia «sicuri», anche se (in una confezione che poteva contenere mille mutui) almeno un 20% erano stati contratti da debitori «subprime», ossia pagatori poco affidabili.
Ma si guadagnavano gli interessi su quelle «securities», consistenti nei ratei di mutuo che i più pagavano.

Si calcola che siano in circolazione 6.500 miliardi di dollari di questi pacchetti, titoli di debito «sostenuti» da patrimonio fisico, una casa («asset backed securities»).
Cifra eguale ai due terzi del reddito interno lordo americano.
Ed ora, grazie al giudice dell’Ohio, si scopre che - a causa della sofisticata struttura di quelle obbligazioni e della dispersione incredibile che hanno subito - non si riesce a sapere chi possieda il contratto di mutuo, il documento fisico comprovante l’ipoteca.

Miracolo della virtualizzazione estrema della finanza più disincarnata: tutto ciò che ha la Deutsche Bank è un documento, la famosa obbligazione-pacchetto, che rappresenta un «intento di cedere i diritti di mutuo».
Ma l’asset (l’immobile) che presuntivamente la «garantisce» («backed») non si sa di chi sia, né chi abbia in mano il documento relativo.
I geni della finanza creativa non avevano pensato a questo piccolo particolare.

Nel caso specifico, la Deutsche Bank ha agito come «Trustee» (fiduciario organizzatore) di «consorzi di cartolarizzazione» («securitization pools») di gruppi disparati di investitori sparsi per il mondo.
Ma il documento di mutuo richiesto dal giudice per provare che la banca era la creditrice e datrice del mutuo stesso, non è stato possibile esibirlo.
Dov’è?
Chi lo detiene?
Forse le piccole banche che hanno acceso il mutuo originario: ma quali?
Come identificarle, visto che la obbligazione («security») è un miscuglio di un migliaio di ipoteche diverse, anzi di porzioni di ipoteche?

Gli avvocati della Deutsche Bank hanno potuto solo sussurrare che in passato, per anni, le banche hanno potuto sequestrare i beni immobili a mutuo «securitizzato» senza suscitare obiezioni.
La risposta del giudice Boyko dovrà essere scritta nel marmo: «Le banche sembrano dare per scontato che siccome hanno fatto qualcosa per tanto tempo senza opposizione, la consuetudine equivalga alla legalità. Ora che questa pratica è stata messa alla prova, i loro argomenti legali deboli obbligano la corte a fermare la banca sul portone».

Si ritiene che siano forse due milioni di debitori con mutuo a tasso variabile (al 100% e con i primi due anni a tasso bassissimo); e che tra dicembre 2007 e luglio 2008 ben 690 miliardi di dollari di questi mutui subiranno un crudele rialzo degli interessi, perché il biennio di grazia scade.
E ciò proprio nel momento in cui la recessione si incrudelisce, e i redditi dei piccoli debitori probabilmente caleranno o cesseranno.
Centinaia di migliaia di abitanti ricorreranno all’ultima risorsa del debitore: non pagare il rateo mensile.
Si capisce bene perché, dopo questa sentenza - riguardante 14 villette unifamigliari, che la Deutsche Bank potrebbe comprarsi con un milionesimo dei suoi capitali - le azioni della banca tedesco -americana siano crollate.

Ora, se la decisione del giudice di Cleveland non sarà riformata dalla Corte suprema, milioni di debitori col mutuo andranno in fallimento, ma le banche non potranno sequestrare le case per rivenderle.
Per i piccoli proprietari insolventi sarà un dramma, anche perché le case tecnicamente requisibili crolleranno di prezzo (ma forse potranno continuare ad abitarle).
Ma per il sistema bancario americano (e quello internazionale che l’ha seguito nella follia) sarà come il grippaggio del motore in un’auto in corsa, o come uno di quegli ingorghi a croce uncinata dove nessuna auto può andare né avanti né indietro.
O meglio ancora, uno tsunami finanziario, come lo ha chiamato William Engdahl, a cui dobbiamo questa notizia .

Engdahl promette una seconda puntata, in cui specificherà le conseguenze.
Lo attendiamo con ansia, non riuscendo a comprendere sui due piedi tutti i titanici effetti convergenti e complessivi che questa sentenza avrà sul sistema finanziario mondiale e sull’economia sottostante; effetti sicuramente ampliati dalla globalizzazione stessa, che ha asportato le paratie difensive tra le economie nazionali.
La fantasia non arriva a tanto.
E si ha paura ad immaginare tutto.

«Le conseguenze di questa sentenza sono così immense, che non è possibile descriverle», ha infatti confidato all’EIR un’alta fonte della finanza europea .
Questo personaggio ha chiesto in giro nell’ambiente, e ancora nessuno sapeva della sentenza dell’Ohio.
Solo per questo, secondo lui, la baracca della finanza globale sta ancora in qualche modo in piedi.

Questo personaggio paventa inoltre che dietro l’incapacità della Deutsche Bank di fornire il documento dell’ipoteca ci sia un trucco e un buco potenziale ancora più spaventoso: forse la finanza creativa ha moltiplicato gli «asset» presunti (gli immobili) a sostegno delle obbligazioni «asset backed», vendendone più e più volte i medesimi presunti «attivi».
Qualcosa da far impallidire Enron e Parmalat messe assieme.

Ora comincia una nuova fase, ha detto questa fonte, in cui anche i mutui «prime» (contratti da famiglie solvibili e targati AAA) stanno «andando sotto».
Poi, verso fine anno, andranno sotto le borse, la seconda gamba dell’illusionista prosperità finanziaria.
«In ogni consiglio d’amministrazione domina il panico più completo, in quanto nessuno riesce a prevedere le conseguenze delle loro azioni».
Come non bastasse, nota la fonte dell’EIR, dal primo gennaio andranno in vigore le nuove norme mondialiste per i mercati finanziali, il «Basilea II», che essenzialmente consistono nel sostituire i vecchi vincoli di capitale bancario con un sistema di rating.

Di fatto, gli obblighi per le banche di tenere una quota di capitale come riserva porteranno ad un abbassamento di questo limite, mentre tutto sarà «valutato» con il rating.
Ma queste norme sono state pensate nei tempi del boom finanziario, quando le agenzie di rating erano ritenute vangelo (prima del disastro sub-prime), e quando nessuno poteva immaginare che un AAA potesse diventare un rating a rischio…
Ed oggi nessuno sa cosa accadrà quando entrerà in vigore Basilea II.
Paralizzati dalla paura e dall’impotenza, i consigli d’amministrazione penseranno a come cavarsela: non dalla crisi, ma dai plotoni d’esecuzione?
Magari.
Ma non ci contate.
Sappiamo già chi sarà impiccato alla grande crisi.
Nino Galloni fornisce infatti un dato che dice come si è arrivati a questo .

Nel 2006, il prodotto interno lordo USA è stato di 13 mila miliardi di dollari; per contro, il reddito nazionale netto degli americani è stato di 9 mila miliardi.
Ciò vuol dire che per comprare ciò che producono, gli americani (una forza-lavoro tra le più produttive del mondo) ha dovuto indebitarsi per la differenza (4 mila miliardi) o poco meno.
Ciò significa che il lavoro è stato retribuito il 30% in meno della produzione che dà.
E per giunta, deve pagare alle banche o ad altri prestatori il 30% del proprio reddito annuo medio.
A chi è andata la differenza enorme - 4 trilioni - tra redditi e valore della produzione?

A enti come Goldman Sachs, alla speculazione in generale, e alle guerre.
Succede anche in Italia, ma a noi è meno chiaro per chi stentiamo con potere d’acquisto calante, e per chi dobbiamo indebitarci: per la Casta, l’idrovora del nostro differenziale.
E gli uni e gli altri hanno tutti i mezzi per tenerci buoni: compresi i plotoni d’esecuzione.

Maurizio Blondet

23 novembre 2007

Quando il Parlamento europeo accusò il “sistema” berlusconiano “Raiset”.



Correva l’anno 2004, era di aprile e il Parlamento europeo, poco prima di chiudere i battenti per le nuove elezioni continentali, approvava a larga maggioranza trasversale una deliberazione sul pluralismo nei media, la libertà di comunicazione e i conflitti di interesse. In Italia era in piena funzione il “regime berlusconiano” nei media e, anche alla luce delle recenti intercettazioni telefoniche, esisteva un sistema di comprimere la realtà ad uso e consumo del Cavaliere di Arcore. L’anomalia italiana, rispetto alla situazione degli altri paesi europei saltò agli occhi dell’intero Parlamento europeo, allertato anche dagli esposti presentati da Articolo 21, dalla FNSI e dalla CGIL. “Parole al vento”, forse? Ma quell’atto di accusa istituzionale ora suona come profetico e anche come un monito a quanti tra gli organi di stampa, opinionisti “terzisti e cerchiobottisti”, preferirono voltarsi dall’altra parte o parlare di eccesso furore antiberlusconiano. Da allora l’Italia venne inserita nella lista degli “osservati speciali” dalle istituzioni internazionali che la retrocessero negli ultimi posti della speciale classifica sulla libertà fondamentali, come quella dell’informazione e del pluralismo. Ci voleva ,come sempre nella recente storia nazionale, l’intervento della magistratura, perché partiti e grande stampa si accorgessero del cancro che si stava insediando nel nostro sistema mediatico, senza che finora ( a 18 mesi dalla vittoria del centrosinistra) venisse cambiato lo stato delle cose. Speriamo che la lezione serva a qualcosa!
Ecco qui di seguito la parte della Risoluzione del Parlamento europeo.
"Situazione in Italia:
55. rileva che il tasso di concentrazione del mercato televisivo in Italia è oggi il più elevato d'Europa e che, nonostante l'offerta televisiva italiana consti di dodici canali nazionali e da dieci a quindici canali regionali e locali, il mercato è caratterizzato dal duopolio tra RAI e Mediaset, che complessivamente detengono quasi il 90% della quota totale di telespettatori e raccolgono il 96,8% delle risorse pubblicitarie, contro l'88% della Germania, l'82% della Gran Bretagna, il 77% della Francia e il 58% della Spagna;
56. rileva che il gruppo Mediaset è il più importante gruppo privato italiano nel settore delle comunicazioni e dei media televisivi e uno dei maggiori a livello mondiale, controllando tra l'altro reti televisive (RTI S.p.A.) e concessionarie di pubblicità (Publitalia '80), entrambe riconosciute formalmente in posizione dominante e in violazione della normativa nazionale (legge 249/97) dall'Autorità per la garanzia delle comunicazioni (delibera 226/03 ;
57. rileva che uno dei settori nel quale più evidente è il conflitto di interessi è quello della pubblicità, tanto che il gruppo Mediaset nel 2001 ha ottenuto i 2/3 delle risorse pubblicitarie televisive, pari ad un ammontare di 2500 milioni di euro, e che le principali società italiane hanno trasferito gran parte degli investimenti pubblicitari dalla carta stampata alle reti Mediaset e dalla Rai a Mediaset ;
58. rileva che il Presidente del Consiglio non ha risolto il suo conflitto di interessi, come si era esplicitamente impegnato, bensì ha incrementato la sua quota di controllo societario della società Mediaset (dal 48,639% al 51,023%): questa ha così ridotto drasticamente il proprio indebitamento netto, attraverso un sensibile incremento degli introiti pubblicitari a scapito delle entrate (e degli indici di ascolto) della concorrenza e, soprattutto, del finanziamento pubblicitario della carta stampata;
59. lamenta le ripetute e documentate ingerenze, pressioni e censure governative nell'organigramma e nella programmazione del servizio televisivo pubblico Rai (perfino nei programmi di satira), a partire dall'allontanamento di tre noti professionisti su clamorosa richiesta pubblica del Presidente del Consiglio nell'aprile 2002 – in un quadro in cui la maggioranza assoluta del consiglio di amministrazione della Rai e dell'apposito organo parlamentare di controllo è composta da membri dei partiti di governo; tali pressioni sono state poi estese anche su altri media non di sua proprietà, che hanno condotto fra l'altro, nel maggio 2003, alle dimissioni del direttore del Corriere della Sera;
60. rileva pertanto che il sistema italiano presenta un'anomalia dovuta a una combinazione unica di poteri economico, politico e mediatico nelle mani di un solo uomo, l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri italiano e al fatto che il governo italiano è, direttamente o indirettamente, in controllo di tutti i canali televisivi nazionali;
61. prende atto del fatto che in Italia da decenni il sistema radiotelevisivo opera in una situazione di assenza di legalità, accertata ripetutamente dalla Corte costituzionale e di fronte alla quale il concorso del legislatore ordinario e delle istituzioni preposte è risultato incapace del ritorno ad un regime legale; Rai e Mediaset continuano a controllare ciascuna tre emittenti televisive analogiche terrestri, malgrado la Corte costituzionale, con la sentenza n. 420 del 1994, avesse statuito che non è consentito ad uno stesso soggetto di irradiare più del 20% dei programmi televisivi su frequenze terrestri in ambito nazionale (vale a dire più di due programmi), ed avesse definito il regime normativo della legge n. 223/90 contrario alla Costituzione italiana, pur essendo un "regime transitorio"; nemmeno la legge 249/97 (Istituzione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo) aveva accolto le prescrizioni della Corte costituzionale che, con la sentenza 466/02, ne dichiarò l'illegittimità costituzionale limitatamente all'articolo 3, comma 7, "nella parte in cui non prevede la fissazione di un termine finale certo, e non prorogabile, che comunque non oltrepassi il 31 dicembre 2003, entro il quale i programmi, irradiati dalle emittenti eccedenti i limiti di cui al comma 6 dello stesso articolo 3, devono essere trasmessi esclusivamente via satellite o via cavo";
62. prende atto del fatto che la Corte costituzionale italiana, nel novembre 2002 (causa 466/2002), ha dichiarato che " ...la formazione dell'esistente sistema televisivo italiano privato in ambito nazionale ed in tecnica analogica trae origine da situazioni di mera occupazione di fatto delle frequenze (esercizio di impianti senza rilascio di concessioni e autorizzazioni), al di fuori di ogni logica di incremento del pluralismo nella distribuzione delle frequenze e di pianificazione effettiva dell'etere ... La descritta situazione di fatto non garantisce, pertanto, l'attuazione del principio del pluralismo informativo esterno, che rappresenta uno degli "imperativi" ineludibili emergenti dalla giurisprudenza costituzionale in materia ... In questo quadro la protrazione della situazione (peraltro aggravata) già ritenuta illegittima dalla sentenza n° 420 del 1994 ed il mantenimento delle reti considerate ancora "eccedenti" dal legislatore del 1997 esigono, ai fini della compatibilità con i principi costituzionali, che sia previsto un termine finale assolutamente certo, definitivo e dunque non eludibile" , e del fatto che ciononostante il termine per la riforma del settore audiovisivo non è stato rispettato e che il Presidente della Repubblica ha rinviato alle Camere la legge per la riforma del settore audiovisivo per un nuovo esame in quanto non conforme ai principi dichiarati dalla Corte costituzionale ;
63. prende atto altresì del fatto che gli indirizzi stabiliti dalla commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi per la concessionaria unica del servizio pubblico radiotelevisivo, come pure le numerose delibere, che certificano violazioni di legge da parte delle emittenti, adottate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (incaricata di far rispettare le leggi nel settore radiotelevisivo), non vengono rispettati dalle emittenti stesse che continuano a consentire l'accesso ai media televisivi nazionali in modo sostanzialmente arbitrario, persino in campagna elettorale;
64. auspica che la definizione legislativa, contenuta nel progetto di legge per la riforma del settore audiovisivo (Legge Gasparri, articolo 2, lettera G), del "sistema integrato delle comunicazioni" quale unico mercato rilevante non sia in contrasto con le regole comunitarie in materia di concorrenza, ai sensi dell'articolo 82 del trattato CE e di numerose sentenze della Corte di giustizia e non renda impossibile una definizione chiara e certa del mercato di riferimento;
65. auspica altresì che il "sistema di assegnazione delle frequenze", previsto dal progetto di legge Gasparri, non costituisca una mera legittimazione della situazione di fatto e che non si ponga in contrasto in particolare con la direttiva 2002/21/CE, con l'articolo 7 della direttiva 2002/20/CE e con la direttiva 2002/77/CE, le quali prevedono, fra l'altro, che l'attribuzione delle frequenze radio per i servizi di comunicazione elettronica si debba fondare su criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati;
66. sottolinea la sua profonda preoccupazione circa la non applicazione della legge e la non esecuzione delle sentenze della Corte costituzionale, in violazione del principio di legalità e dello Stato di diritto, nonché circa l'incapacità di riformare il settore audiovisivo, in conseguenza delle quali da decenni risulta considerevolmente indebolito il diritto dei cittadini a un'informazione pluralistica, diritto riconosciuto anche nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
67. esprime preoccupazione per il fatto che la situazione vigente in Italia possa insorgere in altri Stati membri e nei paesi in via di adesione qualora un magnate dei media decidesse di entrare in politica;
68. si rammarica che il Parlamento italiano non abbia ancora approvato una normativa per risolvere il conflitto di interessi del Presidente del Consiglio, così come era stato promesso che sarebbe avvenuto entro i primi cento giorni del governo;
69. ritiene che l'adozione di una riforma generale del settore audiovisivo possa essere facilitata qualora contenga salvaguardie specifiche e adeguate volte a prevenire attuali o futuri conflitti di interessi nelle attività dei responsabili locali, regionali o nazionali che detengono interessi sostanziali nel settore audiovisivo privato;
70. auspica inoltre che il disegno di legge Frattini sul conflitto di interessi non si limiti ad un riconoscimento di fatto del conflitto di interessi del Premier, ma preveda dispositivi adeguati per evitare il perdurare di questa situazione;
71. si rammarica del fatto che, se gli obblighi degli Stati membri di assicurare il pluralismo dei media fossero stati definiti dopo il Libro verde sul pluralismo del 1992, probabilmente si sarebbe potuta evitare l'attuale situazione in Italia.
Al monito del Parlamento europeo il governo di Berlusconi rispose a suo modo: da difensore dell'azienda del "padre- padrone". Furono così approvate due leggi "vergogna", la Frattini per il conflitto d'interessi e la Gasparri sulla riforma della Rai ed il sistema dei media. Oggi sappiamo a chi facevano comodo.
Gianni Rossi

21 novembre 2007

La lunga mano di Berlusconi sulla Rai


Un asse segreto tra dirigenti Rai e Mediaset per oscurare la vittoria elettorale dell'Ulivo nelle elezioni regionali del 2005. E' quanto trapela dalla pubblicazione su Repubblica dei brogliacci delle intercettazioni depositate nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento di HDC, la holding dell' ex sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi, Luigi Crespi.

Tra le varie sintesi pubblicate sulla doppia pagina di Repubblica, ve ne è una del dirigente rai ed ex segretaria del cavaliere Debora Bergamini. Alle 15 del 22 aprile "Debbi" afferma, secondo le indagini, "che Cattaneo (all'allora direttore generale rai, ndr) ha chiesto di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbe chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali".

Insomma, un sistematico tentativo di minimizzare la portata della vitoria dell'Ulivo alle regionali, tanto che alle 16 "Debbi" Bergamini avrebbe affermato che Benito (Benassi, vice direttore marketing Rai) ha intuito che il dg ' Cattaneo, " vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia piu' confusione possibile per camuffare la loro portata".

Debora Bergamini chiama il responsabile della prima rete e secondo gli investigatori che li intercettano "lo informa della programmazione televisiva di Canale 5. Del Noce dice di aver parlato con Rossella (allora direttore del Tg5, ndr). Debora dice di aver parlato con Mauro Crippa di Mediaset".

Il lunedi' 4 aprile, la Bergamini, secondo le intercettazioni, avrebbe parlato al telefono con un responsabile Mediaset dicendo che "loro fanno la prima serata sul Due per le elezioni e gli chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5".

Insomma, il servizio pubblico messo al servizio della disinformatia in una rete fittissima di contatti tra i dirigenti fedeli a Berlusconi sia a Mediaset, della quale è come tutti sappiamo, il "mero proprietario", sia in Rai di cui appare dalle intercettazioni il padrone di fatto. Fatti salvi i non frequentissimi atti di seria resistenza da parte di alcuni dirigenti e giornalisti del servizio pubblico. Secondo Repubblica, vi sarebbero state anche telefonate ad Arcore ma quelle non possono essere trascritte perché riguardano la residenza di un parlamentare.

Il quadro che ne viene fuori è sconfortante. Notisti politici che si raccomandano al Cavaliere e subito dopo approdano in parlamento. Interventi del Tiger Team di Berlusconi in Rai per non far pesare persino la morte del Papa sull'affluenza alle urne e sulla guida del festival di Sanremo. La programmazione soggiogata agli interessi politico mediatici dell'allora presidente del consiglio al punto che il direttore generale Cattaneo, secondo gli investigatori della Finanza, "per Bergamini dice di aver parlato con Bonaiuti che era con Piersilvio, ma lui sta tenendo duro anche con gli altri dicendo che non è il caso di mandare in onda i dati.".

Erano i tempi in cui noi di articolo21 parlavamo di bavaglio mediatico, ma non sapevamo sino a qual punto e con quale intelligente metodica intesa col concorrente Mediaset.

Berlusconi, quello dell'edito contro Biagi, Santoro e Luttazzi, e con la consueta faccia di bronzo, aveva detto che in Rai, non avrebbe spostato una pianta. Già, nessuna pianta, tranne quella organica, a cominciare dal dg per piegarli ai suoi interessi d'intesa con la rete concorrente.

Bene ha fatto l'attuale dg Cappon a preannunciare azioni di tutela legale. Ma quel che vorrebbero i lavoratori rai e gli abbonati è un'autentica tutela politica, etica e morale del pubblico interesse. Perché non tutto quel che è lecito è opportuno.

Certo appaiono poco opportuni, decisamente contrari agli interessi della Rai, i Tiger Team di Supersilvio, i dg oscuratori e i dirigenti imbavagliatori, le infiltrazioni di interessi indicibili nella macchina del servizio pubblico. Mai più asservito. Mai più.
Ulderico Fortezza

20 novembre 2007

Il vuoto � ...pieno. Il pieno � ...vuoto.



Il Giornale Online"Cio' che e' pieno e' incredibilmente vuoto,
cio' che e' vuoto e' incredibilmente pieno"

Sembrerebbe una citazione dalle Upanishad o comunque da qualche trattato esoterico; proviamo invece a vedere tale affermazione, apparentemente paradossale, alla luce della Fisica attuale.Chiunque abbia frequentato una scuola secondaria dovrebbe sapere come e' costituita la materia: ogni oggetto materiale e' costituito da molecole, ogni molecola da atomi, ogni atomo da elettroni e da un nucleo, ogni nucleo da nucleoni [protoni e neutroni].

Fermiamoci pure qui in questa scomposizione verso il sempre piu' piccolo, anche se ora sappiamo che gli stessi nucleoni sono formati da particelle piu' piccole dette Quarks e nessuno sa se questo gioco di scatole cinesi si ferma ad un certo livello o prosegue senza fine [particelle entro particelle entro particelle entro particelle...]. Quello che di solito nelle scuole non viene sottolineato e di cui percio' non si ha una percezione comune, e' che anche nell'oggetto piu' solido, anche nell'oggetto piu' denso, tra molecola e molecola c'e' il vuoto; all'interno della molecola, tra atomo e atomo , c'e' il vuoto; all'interno dell'atomo , tra elettroni e nucleo, c'e' il vuoto; all'interno del nucleo, tra i vari protoni e neutroni, c'e' ancora il vuoto [abbiamo deciso di fermarci a questo livello ma sappiamo che anche all'interno dei nucleoni c'e' ancora vuoto!].

Quanto vuoto? Per rispondere a questa legittima domanda, immaginiamo che la nostra terra, questo pianeta su cui posiamo i piedi e ci appare ben solido e compatto, lo sia ancora di piu': immaginiamo che sia fatto di acciaio, una bella immensa sfera di acciaio con un diametro di 12730 chilometri. Cosa di piu' duro e impenetrabile? Tra l'altro una terra cosi' fatta avrebbe la ragguardevole massa di circa 8 milioni di miliardi di miliardi di chilogrammi [ o se preferite, 'peserebbe' ottomila miliardi di miliardi di tonnellate!].

Un bel po' di materia, non c'e' che dire: eppure se invece di usare i vostri occhi poteste vederla attraverso un supermicroscopio che permetta di vedere i nucleoni, puntando questo strumento verso questa enorme sfera di acciaio cio' che vedreste e' essenzialmente il vuoto!

Certo, un vuoto con tanti piccoli puntini, i nucleoni, un po' come la volta del cielo punteggiata di stelle. Se potessimo raccogliere tutti questi puntini e addensarli uno accanto all'altro per formare una sfera, ovvero, in altre parole, se potessimo eliminare il vuoto dalla originaria sfera di acciaio , otteremmo una sfera piu' piccola di circa diecimila miliardi di volte (una sfera di soli 400 metri di raggio). Se ancora non avete chiara la proporzione che c'e' nella materia tra "pieno" e "vuoto", immaginate che il vostro corpo sia diviso in dieci milioni di milioni di cubetti; ebbene, se riusciste ad riunire tutti i vostri nucleoni [tutta la vostra 'materia'], solo uno di questi dieci milioni di milioni di cubetti sarebbe pieno [e non completamente!].

Spero che a questo punto conveniate che la prima parte dell'affermazione ["cio' che e' pieno e' incredibilmente vuoto"] sia ben dimostrata, nell'ambito della Fisica attuale.

Veniamo quindi alla seconda parte, apparentemente contraddittoria: "cio' che e' vuoto e' incredibilmente pieno".


Purtroppo, la giustificazione di tale affermazione, si trova in una parte della Fisica moderna, che va sotto il nome di Meccanica Quantistica. Questa teoria non solo non viene insegnata nelle scuole secondarie, ma e' anche intrinsecamente "difficile": essa contiene importantissime e rivoluzionarie e sorprendenti affermazioni sull'intima, se volete "ultima", natura delle cose; affermazioni che, pur essendo state ampiamente 'verificate' ed utilizzate nei piu' svariati contesti [il vostro computer, il vostro compact disc, la bomba atomica, si basano sulla Meccanica Quantistica!] tuttavia non possono essere adeguatamente tradotte nel linguaggio comune, se non al prezzo di imprecisioni e/o di paradossali violazioni del senso comune [in altri termini, conosciamo qualcosa sull'intima natura dell'Universo, ma questa conoscenza non puo' essere espressa in parole: non vi sovviene niente, o voi del versante 'esoterico'?].

Saro' dunque costretto a dire in parole cio' che in parole non puo' essere adeguatamente e chiaramente detto. Ebbene, secondo la Meccanica Quantistica, il "vuoto" non e' affatto vuoto, anzi e' incocepibilmente "pieno" dal momento che in esso continuamente si creano tutte le particelle possibili, in esso continuamente nascono elettroni, protoni, neutroni, fotoni [luce!]; esso, il "vuoto", e' percio' il germe di tutte le cose!

Ma se questo e' vero, se e' vero che dal vuoto [onnipresente, come abbiamo visto] emergono, affiorano, vengono all'esistenza continuamente ed incessantemente materia ed energia, in tutte le forme e quantita' concepibili, perche', nella nostra esperienza ordinaria, non ce ne accorgiamo affatto? Anzi, di piu', perche' non siamo sopraffatti da questo rigurgito enorme e senza fine?

Parte della risposta e': perche' tutto questo, come viene incessantemente creato dal "vuoto", altrettanto incessantemente viene distrutto, riassorbito dal "vuoto" stesso. Ogni cosa, letteralmente ogni cosa che possiate immaginare, nasce continuamente dal "vuoto" [intorno a voi, dentro di voi!], vive la sua vita, e muore tornando al "vuoto". E' come un grande ribollire, una grande, vertiginosa danza cosmica, tanto che qualche Fisico l'ha paragonata alla "danza di Shiva".

Eppure noi non ne siamo consapevoli, non possiamo vedere o toccare la bellissima farfalla che proprio in questo istante si e' formata, emergendo dal vuoto, avanti i nostri occhi, non possiamo odorare la profumatissima rosa che sta sbocciando proprio ora avanti a noi... Di nuovo, perche' ? [D'altra parte e' forse un bene che sia cosi': immaginate un proiettile che si materializza proprio adesso nel vostro torace!]

Il punto e' che la vita di queste "creazioni" e' effimera: esse non vivono, di norma, sufficientemente a lungo per essere percepite anche dagli strumenti piu' raffinati; sono veramente forme fuggevoli, fantasmi impalpabili ! A questo punto, qualcuno giustamente potrebbe nutrire seri dubbi sulla loro effettiva esistenza; fugare questi dubbi, spiegare cioe' completamente quali sono le prove che abbiamo della "realta'" dei fenomeni sopra descritti, eccede i limiti di questo scritto.

E' opportuno comunque menzionare due "prove": primo, pur se le singole cose che affiorano e affondano nel'oceano del vuoto generalmente non sono "osservabili", e' tuttavia osservabile, visibile, misurabile l'effetto complessivo di tutto questo ribollire, di questa grande danza (e di fatto e' stato misurato, lo trovate sui 'sacri testi' di Fisica con il nome di "polarizzazione del vuoto"); secondo, dicendo che la vita di queste "creature" (in termini tecnici: "fluttuazioni") e' effimera, non si vuol significare che essa e' necessariamente brevissima, anzi , ci sono "fluttuazioni" che possono durare anni, millenni, miliardi di anni! Di fatto il tempo della loro vita e' legato alla loro energia dal famoso 'Principio di Indeterminazione' di Heisemberg; detto in parole, quanto piu' energetiche, quanto piu' "grosse", massicce [massa e energia, come ha scoperto Einstein, sono essenzialmente la stessa cosa] sono queste creazioni, tanto meno durano, tanto prima muoiono.

Per farci una idea quantitativa, prendiamo in considerazione la particella piu' leggera conosciuta, cioe' l'elettrone [la sua massa e' di appena un centesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di grammo!], e chiediamoci quanto vive un elettrone creatosi spontaneamente dal vuoto: ebbene, il 'Principio di Indeterminazione' ci dice che esso puo' vivere , al massimo!, un centesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo. Per renderci conto di quanto piccolo sia questo intervallo di tempo, consideriamo che:

- l'occhio umano non separa due immagini che si susseguono in meno di un decimo di secondo [cioe' "misura" al massimo un decimo di secondo],

- un buon orologio digitale misura un centesimo di secondo,

- un buon orologio elettronico arriva sul milionesimo di secondo,

- un orologio atomico arriva a un centesimo di miliardesimo di secondo.

E' facile capire dunque che non abbiamo strumenti, ne' naturali ne' artificiali per accorgersi di qualcosa che vive cosi' poco! In realta' nella Fisica delle alte energie, abbiamo "misurato", in condizioni molto eccezionali, tempi anche piu' piccoli [fino ad un decimillesimo del tempo sopra citato]; ricordiamo tuttavia che l'elettrone e' per l'appunto la particella piu' leggera e che, per il 'Principio di Indeterminazione', di quanto e' piu' grande la massa [o meglio l'energia] da creare, di tanto e' piu' piccolo il suo tempo di vita.

Cosi', un protone che nasca spontaneamente dal vuoto, essendo circa duemila volte piu' pesante dell'elettrone, vivra' per un tempo duemila volte piu' piccolo, cioe' al massimo cinque milionesimi di miliardesimo di miliardesimo di secondo; un oggetto che avesse il vostro peso, puo' si' nascere dal vuoto , ma vivrebbe solo 0 , 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 secondi, cioe' un miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo [un tempo cosi' piccolo che molti fisici dubitano perfino che possa esistere].

Abbiamo quindi fatto vedere come nella Fisica moderna "cio' che e' vuoto e' incredibilmente pieno"; eppure, per le ragioni sopra elencate, ci puo' sembrare che questo "pieno" sia in realta' qualcosa di inconsistente, di illusorio, una specie di gioco di prestigio. Ma le sorprese non sono ancora finite, come in tutti gli spettacoli, il numero d'effetto e' stato lasciato per ultimo. Non abbiamo infatti ancora preso in considerazione l'esistenza di energie negative: ad esempio l'energia di un campo gravitazionale che si crea tra le masse e' negativa. Abbiamo cosi' questo effetto paradossale: piu' aumenta la massa, cioe' la quantita' di materia, creata dal vuoto, meno tempo dovrebbe vivere, dato che cresce la sua energia positiva di "massa" [in accordo alla nota formula di Einstein: Energia= massa per velocita' della luce al quadrato]; tuttavia, se la massa creata e' abbastanza consistente, comincia a crearsi anche una considerevole energia negativa, dovuta alla forza di attrazione gravitazionale tra le varie parti di materia creata.

Cosicche', per una massa abbastanza grande, l'energia totale creata puo' essere vicina a zero e quindi, sempre per il 'Principio di Indeterminazione', la massa creata potrebbe durare per un tempo anche lunghissimo [al limite infinito, se l'energia fosse esattamente zero]. Ma quanta massa e' necessaria, perche' l'energia totale sia vicina a zero? La risposta e' [sorpresa?!]: la massa dell'universo!

Si, secondo le nostre attuali conoscenze, l'intero nostro universo ha una energia totale molto vicina a zero e quindi l'intero nostro universo potrebbe non essere altro che una "fluttuazione" del vuoto; noi, la terra, il sole, le stelle, le galassie, tutta questa immensita' che e' nata almeno quindici miliardi di anni fa, potrebbe essere una increspatura del vuoto, una bolla che forse sara' riassorbita [secondo le stime attuali piu' affidabili] tra quaranta, cinquanta miliardi di annni [o forse mai piu', se l'energia fosse esattamente zero].

E si, ci sono piu' cose tra vuoto e vuoto di quante sappia immaginarne ogni filosofia...

Mario Bruschi

19 novembre 2007

Scoperto il gene che rende immuni al virus Hiv


Grazie ad una ricerca condotta in collaborazione fra l'Istituto di immunologia dell'Università di Milano, l'Unità operativa di malattie infettive dell'azienda sanitaria di Firenze e l'Università di Osaka, in Giappone, si è scoperto che esistono persone con un particolare profilo genetico che sono immuni dal contagio del virus Hiv.


Tra circa due anni, con un semplice test, sarà possibile sapere se si è portatori dell'immunità all'Hiv e soprattutto questa scoperta potrà condurre a nuove terapie e soprattutto ad un vaccino anti-Aids.

La ricerca è iniziata a partire da uno studio giapponese su un virus che attacca i topi e che produce un tumore del sangue: il "Retrovirus di Friend". Alcuni topi erano totalmente immuni da questo virus molto simile a quello dell'Aids. Studiando il DNA di questi topi, è stato individuato il gene responsabile di questa immunità. Da questa scoperta è nata l'idea che anche nel DNA umano potesse esistere geni attivi che rendono immuni dall'Aids. A questo punto si è inserito il gruppo di ricerca italiano.
Sono stati analizzati i profili genetici di 50 coppie eterosessuali "discordanti" in cui, cioè, uno dei due soggetti sieropositivo e l'altro negativo pur in presenza di rapporti sessuali non protetti.

In quei casi non si osservava la trasmissione dell'Hiv. Successivamente nel campione sono state incluse un centinaio di prostitute che praticano sesso non protetto.
Il professor Mario Clerici, immunologo, uno dei coordinatori della ricerca, spiega: "Si trattava di verificare che, nei soggetti monitorati, alla mancanza di trasmissione corrispondeva un profilo genetico simile e si è visto, infatti, che in tutti i casi analizzati la protezione dal virus corrispondeva a un dato corredo genetico".

Dopodichè, i ricercatori hanno verificato se questo gene era presente anche in quei soggetti sieropositivi in cui non si registra progressione della malattia. E anche in questo caso l'esito è stato positivo: il gene 22Q1213 era presente, all'altezza del cromosoma 22. Clerici precisa: "non si tratta di una mutazione genetica ma della forma normale dell'assetto genetico e che quindi viene trasmesso ai figli. A conferma di un grosso vantaggio selettivo". I ricercatori, per verificare la protezione di questo corredo genetico, hanno messo in vitro le cellule "protette" naturalmente a contatto con il virus dell'Hiv: il virus non è riuscito a penetrare nelle cellule. Clerici spiega che è stato osservato che sono necessarie dosi mille volte più alte di virus perchè quelle cellule sane vengano attaccate.
La protezione dal virus è data dalla proteina sintetizzata dal gene 22Q1213 che blocca il virus sin dalle fasi iniziali di ingresso nell'organismo.

In queste persone, quindi, il sistema immunitario riesce a bloccare il virus. Questa proteina è quindi di fondamentale importanza per lo studio di terapie e vaccini. "Una proteina - continua Clerici - che stiamo codificando proprio a fine terapeutico. Quando l'avremo identificata e saremo in grado di sintetizzarla la strada per il vaccino sarà tutta in discesa". Secondo l'esperto si tratta di un principio innovativo: attivare il sistema immunitario per mettere a punto terapie basate non solo su farmaci antiretrovirali ma anche sulle naturali capacità del sistema immunitario di contrastare il virus Hiv. Tra alcuni giorni il professor Clerici e i colleghi Masaaki Miyazawa, Sergio Lo Caputo e Francesco Mazzotta, presenteranno a Budapest i risultati di questa ricerca che potrebbe segnare una svolta nella storia della medicina.
Fonte: Redazione MolecularLab.it

17 novembre 2007

Fallujah:La strage nascosta



Anche se gran parte della popolazione mondiale non lo accetta per molti motivi (programmazione mentale, indifferenza, ecc.), ormai è certo che nel mondo esiste il più potente regime militare guerrafondaio. Si tratta del regime statunitense. Un regime sanguinario che invade paesi sovrani massacrando centinaia di migliaia di innocenti con la complicità diretta di molti paesi europei come la Gran Bretagna, l'Italia, ecc.

Dopo l'Afghanistan, invaso esclusivamente per motivi strategici, l'Iraq è stato invaso dagli Usa e successivamente dalle nazioni complici (la famosa infame e ipocrita «missione di pace») perché produceva armi di distruzione di massa. Una motivazione che in seguito è stata categoricamente smentita. Ma guarda caso, coloro che hanno invaso l'Iraq, perché secondo il loro punto di vista produceva armi di distruzione di massa e quindi andava fermato per il bene dell'umanità, hanno utilizzato a Fallujah armi di distruzione di massa; armi categoricamente vietate dalle convenzioni internazionali. Le Nazioni Unite, lo stesso organo che sta preparando delle sanzioni contro l'Iran, hanno fatto finta di niente, come al solito.

A mio avviso, la cosa più triste è che l'umanità ha permesso che accadesse tutto ciò ! Ed è ancora seduta a guardare senza fare nulla mentre i «costruttori di pace», come si definiscono, effettuano genocidi e ne stanno preparando altri. Sembra quasi che questa strana umanità, che io definisco umanità da spazzatura perché ormai da tempo morta spiritualmente e psichicamente, stia seduta comodamente a guardare ed aspettare pure anche la prossima invasione (genocidio), quella dell'Iran.


SPEZZONI TRATTI DAL DOCUMENTO INCHIESTA DI RAINEWS24

JEFF EGLEHART (EX MARINE)

“Ero in missione a fallaujah all'interno della ranger zone. Ero a 150 metri da dove si svolgeva l'attacco. Abbiamo ricevuto l'ordine diretto che qualsiasi individuo che camminava o si muoveva era un obbiettivo”.

Domanda voce maschile: È vero che avevate ordine di sparare anche a ragazzi di dieci anni ?

Risposta marine: “Quando siamo arrivati in Irak c'era uno standard di combattente: dai 18 ai 65 anni, ma quando siamo giunti a Fallujah il target è sparito perché effettivamente in città c’erano ragazzi di 10 anni che usavano il mitra”.

A suo figlio cosa racconterebbe della battaglia di Fallujah ?

Risposta marine: “Che è stato un genocidio, è stato bombardato tutto il bombardabile. Non è stata una guerra ma un omicidio di massa”.

Di quest'omicidio di massa noi non abbiamo potuto vedere nulla. Sono pericolose le informazioni che escono da Fallujah, i pochi che hanno cercato di diffonderle ne sanno qualcosa. Due giornalisti di Al Arabya sono stati arrestati dalla polizia irachena nel marzo scorso, le loro video cassette sono state sequestrate. Il collaboratore di Diario morto in Iraq, Enzo Baldoni, nelle ultime settimane stava lavorando su Fallujah, così come la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena è stata rapita proprio mentre stava realizzando un’inchiesta sui profughi della città.

Viene il sospetto che la storia di come è stata esportata la democrazia a Fallujah non deve essere raccontata.

Voce maschile: lei aveva raccolto informazioni particolari su Fallujah ?

VOCE FEMMINILE: GIULIANA SGRENA (GIORNALISTA “IL MANIFESTO”) “Non solo su Fallujha, avevo ascoltato racconti da parte degli abitanti sull'utilizzo di armi particolari, tipo napalm, a Baghdad durante la battaglia dell'aeroporto nell'aprile del 2003, e poi avevo raccolto, poco prima di andare a intervistare i profughi della città, testimonianze da altri abitanti di Fallujah su l'uso di armi al fosforo bianco. In particolare, delle donne che avevano cercato di rientrare nelle loro case avevano trovato delle polveri particolari disperse su tutta la casa, gli stessi americani gli avevano detto di pulire la casa con detergenti, perché quelle polveri erano molto pericolose. Infatti, loro avevano avuto degli effetti sul loro corpo, sanguinamenti e cose molto strane. Io avrei voluto intervistare queste persone, ma purtroppo i miei rapitori, che si dicevano appartenere alla resistenza di Fallujah, mi hanno impedito di raccontare quello che avevo saputo di Fallujah rapendomi.

Questa guerra non può avere testimoni ! Non può avere testimoni perché si basa sulle menzogne. Gli americani hanno concesso di andare a Fallujah solo ai giornalisti “embedded”. Nonostante questo, per esempio è uscita l'immagine del marine che spara sul combattente ferito e disarmato all'interno della moschea di Fallujah. Ma proprio perché questa immagine è uscita, non si sà bene come, ed è stata diffusa in tutto il mondo, il giornalista dell'Nbc che l'aveva ripresa è stato immediatamente espulso dal corpo degli embedded”.

SECONDA VOCE FEMMINILE: PAOLA GASPAROLI ONG. “UN PONTE PER”

“C'è anche la storia inquietante di un giornalista indipendente, che entra a Fallujah a gennaio, rimane per 10 giorni, intervista persone, filma. Esce dalla città, esce dall'Iraq, dalla Giordania e arriva negli Stati Uniti, si ferma in un albergo e va in spiaggia, quando rientra scopre che la porta della camera è stata forzata, le cassette del suo girato trafugate, le uniche sparite quelle riguardanti il lavoro fatto a Fallujah. Il suo nome è Mark Manning, anche questo può far parte del tentativo di non far dire esattamente cosa è successo a Fallujah“.

Fallujah è il cuore del triangolo sunnita, l'area più ostile all'occupazione americana. Crocevia tra Baghdad e la Giordania. È… anzi era, la città delle moschee e della scienza. La distruzione descritta in un rapporto del gennaio del 2005 dell'Unami, l'ufficio dell'Onu in Iraq, rimasto a lungo segreto, è definita “scioccante”. Le case colpite sono circa 37 mila. Gli americani segnano con una x rossa le case ripulite o disinfestate, come scrivono sui loro rapporti. Sui morti ancora oggi non ci sono cifre ufficiali. “Posso onestamente dire che non sono a conoscenza di alcun civile ucciso”, ha dichiarato il generale dei marines John Sattler, il 18 novembre. Le immagini girate i giorni seguenti all'attacco sembrano smentirlo: le vittime civili furono a centinaia.

Vivere da quelle parti non è certo facile se si spara anche a chi ha un drappo bianco in mano in segno di resa …qualcuno riesce a scappare altri no…

Negli ospedali si raccolgono queste testimonianze :

Donna di Fallujah: (parla in modo concitato)

“Questo bimbo ha perso una gamba, è stato ferito con la sua mamma ! Sono dei mujaheddin ? È forse lui al Zarquawi ?”

Voce maschile:

“Questo è mio figlio … dopo il primo bombardamento degli americani in aprile il suo corpo è cominciato a cambiare, il cranio è cresciuto”.

VOCE MASCHILE

Il dott. Mohammad Hadeed con una sua equipe entra a Fallujah autorizzato dagli americani, con il triste compito di riconoscere e seppellire i morti. Il filmato girato, come si vede dalla data, dopo i bombardamenti di novembre, mostra i corpi di civili uccisi, di donne sorprese a pregare con il misbaha in mano, il rosario islamico, i corpi mostrano strane ferite, alcuni sono consumati fino alle ossa, altri hanno la pelle staccata dalla carne …

Ma non si vedono segni di proiettili. I volti sono letteralmente fusi, così come alcune parti del corpo, i vestiti incredibilmente intatti, e così si riescono a distinguere gli insorgenti che indossavano giubbotti da combattimento, dai civili…

Anche gli animali sono morti senza segni apparenti di ferite.

Nel filmato c'è documentata anche l'inquietante storia del'Imam Hassan Nuymy (Noaimi’), di Baghdad, ricercato e arrestato dalle nuove milizie irachene, addestrate dagli americani, perché sospettato di essere troppo vicino alla resistenza di Fallujah, trovato morto con altre 5 persone. Sui corpi i segni di una tremenda tortura: la pelle ustionata di chi è stato messo su una graticola, i buchi praticati probabilmente da un trapano. Metodi tremendi, usati ci dicono, dai servizi segreti di alcuni paesi mediorientali per estorcere informazioni.

Mohamad Tareq Al-Deraji, laureato in biologia, è direttore del centro studi per i diritti umani, un'organizzazione nata a Fallujah nel 2004. Mohamad è stato invitato al parlamento europeo da alcuni deputati della sinistra, per raccontare ciò che accade nella sua città.

SECONDA VOCE MASCHILE : MOHAMED

“Signori e signore vi vorrei ringraziare per il vostro invito al parlamento europeo, io sono partito dalla mia città per denunciare la situazione in Iraq, c’era stato detto che sarebbe stata portata la democrazia, invece c’è un aumento della violenza, della violazione continua dei diritti umani, non solo a Fallujah, ma in tutte le città dell'Iraq”.

Domanda voce maschile: si aspettava più parlamentari presenti ad ascoltarla …?

Risposta Mohamed: “Non so… spero molto in voi giornalisti per raccontare ciò che accade nella mia città.

Mohamed apre il suo pc e ci mostra la foto di una vittima di Falluja: una donna coricata sul fianco, i vestiti intatti che nascondono un corpo bruciato, un velo che copre come una sindone un volto fuso dal calore.

Mohamed: “Nel quartiere di Al Skarj ci sono stati corpi di persone uccise sicuramente da armi particolari, non c'erano proiettili, si sono bruciati solo i corpi, solamente i corpi, non i vestiti…è strano ! Le ferite erano particolari… quale tipo di armi abbiano usato non lo sappiamo esattamente …”

In quale stato avete trovato i morti ?

“In differenti modi, molti sono stati uccisi nel sonno altri mentre cucinavano, altri ancora mentre pregavano… Quando siamo entrati a Fallujah ci hanno detto che i soldati americani hanno dato fuoco a corpi di iracheni morti per coprire le prove dell’utilizzo di armi chimiche e dei loro effetti. Testimoni hanno visto una pioggia di sostanze incendiarie di vario colore, quando colpivano la gente i corpi cominciavano a bruciare e anche quelli che non erano colpiti avevano difficoltà a respirare”.

D: Perché tanta durezza in questi bombardamenti ?

R:“Nella battaglia di aprile cercavano chi aveva ucciso i 4 contrattor americani. Nella battaglia di novembre hanno cercato Al Zarqawi, per me è stata una scusa per distruggere Fallujah. Io abito a Falluja, né io né altri hanno mai visto Al Zarqawi, i suoi luogotenenti, né ne abbiamo mai sentito parlare. Hanno distrutto più di cento case dove dicevano che c'era Al Zarqawi. Ebbene, perché non è stato ucciso Al Zarqawi ?“.

Il Colorado è un grande stato, uno di quelli che ha dato più uomini all’esercito americano nella battaglia in Iraq. A circa 150 chilometri a ovest di Denver, tra le montagne, incontriamo Jeff e Garret, due marines, insieme hanno gestito un sito web che dava informazioni sulla guerra dall’Iraq, ma quando l’intelligence l’ha scoperto, l'ha subito chiuso. Ci mostrano del materiale filmato a Falluja girato da un compagno.

D: Garret, lei faceva il cecchino ha mai ucciso civili ?

R: Si, li ho uccisi !

D: Quando ?

R: Durante gli scontri, la gente cercava di scappare anche con le macchine, nel panico venivano verso di noi, e io ho sparato. L'orrore provato per aver ucciso degli innocenti mi ha dato la spinta definitiva per raccontare quello che stava avvenendo in Iraq.

D: Jeff , invece lei ha partecipato all’attacco nel novembre del 2004, quello più terribile, sono state usate armi chimiche a Fallujah ?

JEFF EGLEHART (EX MARINE) R: Da parte degli Stati Uniti? Assolutamente si. Sicuramente il fosforo bianco, probabilmente il napalm, chiamato mk 77

D: Ne è sicuro ?

R: Si

D: Come fa ad esserne certo ?

R:“ Ho sentito per radio l'ordine di fare attenzione perché veniva usato il fosforo bianco, nel linguaggio militare viene chiamato Willy Pete”.

Contrariamente a quanto detto dal dipartimento di stato americano, il fosforo non è stato usato in campo aperto per illuminare le truppe nemiche: per quello sono stati usati i traccianti. La pioggia di fuoco scaraventata dagli elicotteri americani sulla città di Fallujah, la notte dell'8 novembre, come mostrato da questo documento eccezionale, prova che l'agente chimico è stato usato in maniera massiccia e indiscriminata sui quartieri di Fallujah…

Nei giorni seguenti, la foto di un satellite americano così riprendeva Fallujaha: una città annerita, bruciata.

JEFF EGLEHART (EX MARINE) R:“Il fosforo bianco… quando esplode si disperde come una nuvola. Se colpisce un essere umano lo consuma fino all’osso, ma non necessariamente brucia i vestiti, perché agisce sulle molecole che contengono acqua. Brucia l'ossigeno e inalandolo si muore”

D: Lei ha visto l'effetto di queste armi ?

R: “Si, ho visto dei corpi bruciati. La differenza tra le altre armi e il fosforo bianco si vede. Brucia sciogliendo la carne e deformando il corpo, lo scioglie… Durante i bombardamenti sono stati colpiti sia civili che combattenti, sono stati uccisi… donne e bambini. Anche gli animali. L'effetto di questa nuvola colpisce fino a 150 metri di diametro e chi è in quel raggio è spacciato.”

D: Alcuni filmati testimoniano violazioni all'interno di moschee, di croci nere dipinte sui muri e sul corano, lei sa qualcosa in merito ?

R:“Ho sentito di molti vandalismi da parte di soldati frustrati da molti mesi di combattimento, soprattutto a Baghdad, Mosul…. Anche questo fatto di dipingere le croci e del corano buttato in terra è molto comune. Un nostro giornale militare, l'Army Times, parlava di questo.”

D: È vero che avete aspettato il risultato delle elezioni, la conferma della vittoria di Bush per bombardare Fallujah ?

“Sono contento che mi abbia fatto questa domanda, perché è andata esattamente così. Abbiamo avuto direttamente ordine dal Pentagono di non attaccare fino al risultato delle elezioni. Questo ha fatto innervosire molto i militari”.

Alice Mahon è stata parlamentare laburista dal 1987 fino a pochi mesi fa, a quando ha deciso di abbandonare i banchi di Wenstmiste. La Mahon aveva presentato fin dal 2003 numerose interrogazioni parlamentari chiedendo al ministero della difesa inglese se fosse vero che gli Stati Uniti avevano utilizzato armi chimiche, e il ministero, dopo aver negato più volte, nella risposta del 13 giugno 2005 risponde così…

“Ho il rammarico di dirvi che sono sinceramente dispiaciuto, che questa non è la verità e che ora dobbiamo correggerci. Gli USA hanno distrutto il loro arsenale di napalm usato in vietnam nel 2001, ma dai rapporti dei marines in servizio in Iraq nel 2003 si legge che è stato usato l'mk77. La bomba incendiaria mk77 non ha la stessa composizione del napalm ma ha lo stesso effetto distruttivo. Il pentagono ci ha informato che questi ordigni non vengono generalmente usati in aree dove sono presenti civili“.

ALICE MAHON ( EX DEPUTATO LABOUR PARTY)

“Ho deciso di non ricandidarmi perché non volevo più appoggiare un governo, un primo ministro, che secondo me si è reso protagonista di crimini di guerra… All'inizio avevamo sentito che l'esercito americano aveva usato sostanze simili al napalm, alla fine lo hanno ammesso”.

D: voce maschile: Una convenzione dell'ONU, che gli Stati Uniti non hanno firmato, aveva messo al bando il napalm. L'mk 77 è così diverso ?

“No, non è per niente diverso, ha esattamente lo stesso effetto del napalm, ha solo cambiato nome, brucia ugualmente i corpi delle vittime. Addirittura li scioglie. È una vergogna che gli Stati Uniti lo usino, è una vergogna che il nostro governo li copra”.

D: voce maschile: Questa guerra è cominciata perché si era alla ricerca di armi di distruzioni di massa. Non è paradossale sapere che le armi chimiche sono state usate proprio dagli Stati Uniti ?

“È assolutamente così, l'ipocrisia di questa guerra è sempre stata puzzolente. Era cominciata con la scusa di cercare le armi di distruzione di massa… Gli Usa volevano solo controllare il petrolio di quella regione. Però non si può scappare dalla verità, primo o poi il governo americano e quello inglese dovranno rispondere di questi crimini”.

IRAQ CONFIDENTIAL

In Iraq, l’ispettore ONU per gli armamenti Scott Ritter e il suo team erano determinati a scovare le armi di distruzione di massa. La CIA era altrettanto determinata a fermarli. La verità era che l’Iraq non possedeva alcuna arma di distruzione di massa. Al tempo, se questa informazione fosse uscita allo scoperto avrebbe impedito agli Stati Uniti l’intervento militare in quel paese.

Iraq Confidential trasmette la reale disillusione di un patriota che scopre le menzogne e le malefatte del proprio governo. Ritter racconta un mondo di sotterfugi e raggiri, in cui niente è come sembra. Una schiera di personaggi (uomini del Mossad, dell’MI6, della CIA…) arricchisce una poderosa narrazione, che rende il volume intrigante come un thriller.
fonte:www.nonapritequelportale.com

16 novembre 2007

La giustizia e, la legge dell'Amore


Al Presidente della Repubblica Italia
Agli Onorevoli Deputati e Senatori
Alle forze di pubblica sicurezza
Alle forze armate
Al Popolo del mondo intero
e soprattutto a tutti gli Uomini di buona volontà!

Innanzitutto la giustizia non è solo un termine letterario ma uno specifico sentimento e desiderio innato che fa parte del DNA dell'uomo così come il bisogno di essere amati ed amare.


Purtroppo, però, da quando esiste l'uomo sulla terra, la giustizia è stata esercitata da uomini che non sono mai riusciti a gestirla ed a rispettarla in maniera perfetta (questo vale per tutte le epoche e le società – nda). Inoltre c'è da considerare che l'uomo ha interpretato la giustizia in modo soggettivo e relativo.

Soggettivo, in quanto ogni uomo interpreta ciò che può sembrare giusto e ciò che può sembrare sbagliato in base a tre fattori:

1) Conoscenza e consapevolezza personale
2) Usanze, tendenze, costumi e conoscenze dell'epoca in cui vive
3) Legislazione imposta dal potere umano di turno

Queste hanno influito sulla coscienza dell'individuo, sul suo modo di percepire il senso di giustizia, sul suo modo di pensare e comportarsi (chi più chi meno – nda).

Relativo, in quanto ha giudicato sé stesso e gli altri in relazione alla concezione di giustizia personale e della legge vigente al suo tempo oltre che in base a vantaggi o svantaggi personali… e nel caso di un governante anche in relazione alla detenzione del suo potere.

Quindi possiamo affermare che il termine con cui ci riteniamo giusti individualmente e come società strutturata, è differente da persona a persona, da società a società e da epoca ad epoca. Non tralasciando comunque che ci sono ed esisteranno sempre dei fattori di base come l'omicidio, la rapina, il sopruso, la violenza… che rimangono inalterati nel tempo e in ogni società. Ma oltre a questi ci sono tutti quei comportamenti che possono comunque arrecare danni gravi ad altri o alla natura, ma che variano e cambiano nel tempo.

Questo è un bug… un errore della Matrix…!! Che non viene percepito dall'umanità in maniera totale in quanto la vita umana ha breve durata in confronto alla storia secolare. Ma la Giustizia dovrebbe essere Ente Supremo, immutabile, univoca, imparziale, indifferenziata, super partes ed eterna. Ma questo non è affatto così sulla terra. PERCHE'??

Perché l'umanità non ha ancora compreso che non potrà mai giudicare e distinguere davvero il bene (vero) dal male (vero), senza prima conoscere l'universo intero! E ciò è impossibile allo stato attuale. Ma una Giustizia giusta, immutabile, imparziale e Suprema ESISTE COMUNQUE al di fuori della Matrix terrena! Così come esistono tra le migliaia di leggi umane, quelle giuste, utili e veramente importanti!
Eppure assistiamo da secoli al triste spettacolo dell'ingiustizia in ogni sua variegata e, a volte, inconoscibile forma.

Quasi tutti gli esseri umani nella loro vita si sono innalzati a giudici degli altri e spesso solo per “sentito dire”, da informazioni indirette e incomplete, per passaparola… in cui l'ingiustizia assume la forma più bieca e non riconoscibile come tale… IL PETTEGOLEZZO!

Nel nostro secolo le notizie indirette e spesso incomplete vengono rilanciate nel mondo dei media e, a loro volta, sono riprese dagli uffici di redazione che, a loro volta, le passano ai capi redattori per la correzione e gli aggiustamenti del “caso” a loro insindacabile giudizio; poi le ripassano agli speaker delle radio, ai giornalisti ed agli annunciatori TV per darle “in pasto” all'opinione pubblica, così come viene lanciata la carne agli alligatori nelle gabbie.

Da questo passaggio in poi nasce un'ulteriore passaparola di: “HAI SENTITO.”? Così nasce il “giustizialismo”! La forma più devastante e aberrante di manipolazione del senso di giustizia nella coscienza individuale e collettiva. Diventa di fatto “gossip”, senza che NESSUNO se ne renda mai conto… tanto per parlare, che male si fa… ??

Ultimo esempio eclatante è ciò che è accaduto domenica scorsa al nostro fratello umano Gabriele. [Riposi nella pace in attesa della sua chiamata]

Sin dai primi momenti, tutti i media, pur riportando la notizia della morte di una persona, non hanno fatto altro che spostare l'attenzione dal fatto più grave e importante, EVIDENZIANDO i termini: ultrà, tifosi, scontri, violenza, teppisti, illegalità, sicurezza, criminali ecc., mentre, in sottofondo alla notizia, passava quasi inosservata la frase: poliziotto spara in aria...

Il TG1, pur dando ampio risalto all'evento manda in continuazione una registrazione video in cui si vede sempre la stessa scena: “un operatore in tuta bianca con alcune persone intorno che apre e chiude il portellone posteriore dell'auto della vittima… senza che ci sia nessuno intorno alla scena del crimine…”. Signori siamo o no in un luogo pubblico?? In genere, le persone sono assetate di guardare le disgrazie… o no? Quante volte per strada quando succede un piccolo incidente TUTTI fanno la fila per guardare??

Quel giorno non c'era nessuno!!! Solo poche persone delle forze di PS. Come mai..?

Nel frattempo (in diretta TV) l'inviata [speciale..??] sul posto del TG1 cosa fa??
Con i potenti mezzi della Televisione Nazionale telefona, badate bene, IN DIRETTA al conduttore del telegiornale.. .TELEFONA??!! E la telecamera??
NESSUNA intervista in diretta ai proprietari o agli avventori o ai presenti (ce ne saranno stati o era deserto?…), nessuna immagine in diretta… nemmeno fossero a Khatmandù… frasi confuse… spiegazioni frammentarie…; non si sa ancora nulla… scontri fra tifosi… gruppi di ultrà.. poliziotto spara in aria per dividere e disperdere i VIOLENTI… nessuno si è accorto di NULLA, sino a quando si sono presentati gli agenti della DIGOS per “sequestrare” i nastri delle telecamere a circuito chiuso... COME..?? Nessuno si accorge di una mega rissa in una stazione di servizio...?? Nessuno nella piazzola di domenica quando il popolo nazional-lavoratore spende i pochi soldi nelle autostrade verso le gioie domenicali…?? Ma se sono sempre piene le piazzole delle stazioni di servizio quando ci passo io la domenica - può essere che sbaglio itinerario… forse…?

A seguire, sul 1° canale nazionale, il programma “Buona Domenica” apre la puntata con “L'Arena” povero spettacolo di gossip domenicale condotto dal 'Gilletti', incentra la discussione tutta sui teppisti, violenti, criminali, tifosi e ultrà, facendo addirittura rivedere le immagini degli scontri in cui perse la vita, un'altra vittima, il povero Raciti.

Gli invitati ipocriti benpensanti e benvestiti, ma poveri in sapienza non fanno altro che urlare, inveire, accusare… i giovani senza più valori, le società calcistiche responsabili dei comportamenti dei loro tifosi, delle leggi troppo permissive, del bisogno di prevenire e reprimere con mano forte gli scalmanati, di inasprire le pene per i violenti. Chiedono pene più severe e certe. Il messaggio è: mettiamoli tutti dentro e buttiamo le chiavi!

Mentre l'imparziale e candido pseudo-giornalista 'Gilletti' con il suo visino buonista dirigeva il concerto, gli venivano consegnate veline su cosa doveva dire, di questi potenziali intellettuali da mercatino del quartiere.

Mentre tutto questo intratteneva i poveri [nel senso letterale] rimasti a casa con il poco denaro a disposizione per arrivare a fine mese [altrimenti sarebbero stati tutti sulle autostrade per viaggiare felici verso mete domenicali… e forse è per questo motivo che la stazione di servizio era deserta], il parallelo tam-tam telefonico percorreva l'Italia da Nord a Sud gridando: “…un poliziotto ha ucciso un tifoso seduto in auto.. innocente…”. Potete immaginare che, nel frattempo, gruppi formati da poche centinaia di chissà quali soggetti abbiano iniziato un'opera di violenza su cui si sono automaticamente concentrati i media e così il faro alogeno è stato spostato dalla scena del delitto e dalla sua gravità per amplificare l'operato di facinorosi e fasulli ultrà che sono serviti da copertura ed offuscamento della reazione dell'opinione pubblica.

Di fatto TUTTI il giorno dopo ricordavano un morto, ma soprattutto la violenza dei teppisti di strada.
Complimenti, informazione giornalistica per la professionalità e l'imparzialità!!!

Di chi è la colpa…?? Cosa è successo veramente…?? Chi ha sparato e perché…?? Chi era Gabriele…?? Domande che rimarranno inevase! Mentre rimane la morte di un'altra vittima del male assoluto, dell'ingiustizia, della superficialità, della mancanza di rispetto dell'uomo verso il suo fratello!!!

Non desidero addentrarmi nei meandri del bosco: non è mio compito in questo momento. Quello che lo spirito desidera in questo triste momento è solo fratellanza e Amore.

Tu che leggi non lasciarti possedere dai vestiti che porti… non permettere che la divisa da te scelta, che sia da tifoso o da militare, da giudice o da governante… ti possieda al punto da ANNULLARE la tua coscienza: quello che hai di fronte è un TUO FRATELLO, nel bene e nel male.

UCCIDERESTI TUO FRATELLO O TUA SORELLA?? SMETTILA DI ODIARE IL TUO SIMILE!
CHI SEI TU, UOMO PER TOGLIERE IL DIRITTO ALLA VITA DI UN TUO FRATELLO??!!
CHI SEI TU CHE GIUDICHI, PENSANDO DI NON ESSERE MAI GIUDICATO??!!
CHI SEI TU CHE TI FAI GIUSTIZIA DA SOLO, FACENDO LA STESSA COSA DI QUELLI CHE CONDANNI??!!
CHI SEI TU CHE, NEL NOME DELLA GIUSTIZIA, CONDANNI ED UCCIDI??!!
CHI SEI TU CHE, NEL NOME DI DIO, TI ERGI A GIUDICE DELL'UOMO??!!
CHI SEI TU CHE, SUCCUBE DI ALTRI UOMINI, UBBIDISCI LORO QUANDO TI ORDINANO DI UCCIDERE UN TUO FRATELLO??!!
CHI SEI TU CHE, NEL NOME DEL TUO DOLORE, UCCIDI CHI HA UCCISO??!!
CHI SEI TU CHE TI FAI POSSEDERE DAL MALE, ANNULLANDOTI COME ESSERE UMANO??!!
CHI SEI TU, UOMO??!!

SEI UN SEMPLICE UOMO, UNA CREATURA, UN PUNTINO SU UN PUNTO UN PO' PIU' GRANDE IN UN IMMENSO MARE DI PUNTI, UN NIENTE DI FRONTE AL CREATORE DEGLI UNIVERSI IMMANI. CREDI TU DI NON DOVERNE MAI RENDERE CONTO??? STAI SICURO CHE NE RENDERAI CONTO ANCHE TU CHE SEI SFUGGITO AL TRIBUNALE UMANO!!!

IPOCRITA!!

Abbandona le tue vesti.. spogliati dei tuoi giudizi.. rinasci come un VERO UOMO..!!
Ama e lasciati amare, abbraccia e lasciati abbracciare, condividi con tutto e con tutti la tua vera essenza, godi pienamente della gioia di stringerti con gli altri tuoi simili di qualsiasi natura, colore, divisa, appartenenza, classe, istruzione.. ecc. ecc.

SIAMO TUTTI FRATELLI SU UN UNICO PUNTO DISPERSO NELLO SPAZIO INFINITO!!


Fratello tifoso, Fratello ladro, Fratello drogato, Fratello ubriacone, Fratello disperato, Fratello senza casa e lavoro, Fratello nella strada, Fratello di sinistra, Fratello di destra, Fratello di centro, Fratello poliziotto, Fratello carabiniere, Fratello finanziere, Fratello soldato, Fratello operaio, Fratello artigiano, Fratello dirigente, Fratello deputato, Fratello senatore...

Onorevole PRESIDENTE

ASCOLTATE UNA VOCE CHE GRIDA NEL DESERTO...


Non giudicate ed il Padre non vi giudicherà. Egli infatti vi giudicherà con lo stesso criterio che voi usate per giudicare gli altri. Con la stessa misura con la quale voi trattate gli altri, Dio tratterà voi. Fate agli altri tutto quello che vorreste fosse fatto a voi.
Quando verrà il giorno del giudizio, molti mi diranno: “Signore, Signore! Tu sai che noi abbiamo parlato a nome tuo, e invocando il tuo nome abbiamo fatto molte opere potenti. Ma allora io dirò: Non vi ho mai conosciuti. Andate via da me… operatori di illegalità.

Se conosciamo e parliamo tutte le lingue del mondo e anche quelle degli [angeli] ma non abbiamo Amore, siamo un cembalo rimbombante, uno strumento che suona a vuoto.
Se abbiamo il dono di essere profeti e di conoscere tutti i misteri, se possediamo tutta la scienza e tanta fede da smuovere i monti, ma non abbiamo vero Amore, non siamo niente.
Se diamo tutti i nostri averi ai poveri, se sacrifichiamo il nostro corpo
ma non abbiamo vero Amore, non serve a nulla.
Perché chi Ama davvero è... paziente e generoso. Chi Ama non è mai invidioso, non si vanta non si gonfia di orgoglio.
Chi Ama è generoso, è rispettoso... non cerca mai il proprio interesse, non cede alla collera ed al male... dimentica i torti subiti.
Chi Ama davvero non gode dell'ingiustizia, la Verità è la sua gioia.
Chi Ama è sempre comprensivo, sempre fiducioso, sempre paziente, sempre aperto alla speranza.
L'Amore non tramonta mai. Cesseranno i doni dello Spirito…
il dono delle lingue cesserà, la profezia sarà eliminata, la conoscenza svanirà. Poiché abbiamo conoscenza parziale e la profezia è limitata.
Ma quando sarà arrivato ciò che è perfetto, ciò che è parziale sarà eliminato.
Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo e ragionavo come un bambino.
Ma, da quando sono un uomo, ho smesso di agire così.
Poiché oggi vediamo in maniera confusa, come per mezzo di un vecchio specchio,
ma allora sarà faccia a faccia.
Al presente conosciamo parzialmente, ma allora conosceremo accuratamente
come siamo accuratamente conosciuti.
Ora dunque ci sono tre cose che non svaniranno: fede… speranza… amore.
Ma di queste la più GRANDE di tutte è...

AMORE...!


B O J S

15 novembre 2007

E, venne il grande gelo


A Napoli i pignoramenti di case sono aumentati del 29%, a Milano del 22%, a Roma del 21%. Ma le cifre assolute sono piccole: nessuno si accorgerà delle 317 famiglie in più rispetto al 2006 che a Napoli non sono riuscite e pagare il mutuo variabile, o delle 317 di Roma, o delle 227 di Milano. Sul lastrico, ma non saranno un problema sociale.
Consoliamoci: in USA, la Commissione Economia del Congresso prevede che entro il 2008 le famiglie americane buttate fuori di casa saranno due milioni.
Sub-prime borrowers.
Il prezzo della casa mediana americana era di 262.600 dollari a marzo; in settembre è sceso a 211.700. un crollo del 18%, rapidissimo.
In Italia, dicono le banche, non può accadere.
Solo l'1% di mutui non vengono pagati.
E' la lunga abitudine a mentire, o la abituale cieca, avida stupidità?
A tre mesi dal colossale collasso speculativo americano, ancora non si prende atto del disastro.E il collasso continua.


Merrill Lynch ha ammesso di avere in tasca «obbligazioni sostenute da debito» (CDO) ed altre carabattole derivate e sub-prime fantasiosamente confezionati per 8,4 miliardi di dollari.
Ora, visto che nessuno vuol comprare quella rumenta, deve detrarre la cifra come perdita.
Meno di un mese fa aveva mentito: solo 5 miliardi di dollari di perdite, aveva assicurato.
La cifra è astronomica: si pensi che la bancarotta del Long Term Capital Management nel 1997, un fondo speculativo fondato da due cretinissimi premi Nobel (Merton e Sholes) aprì un buco di 4,6 miliardi di dollari, provocando la necessità di un intervento-salvataggio di Stato.
Merrill Lynch è fallita, e cerca un compratore: invano, di questi tempi.
Altre splendide banche speculative, di cui i media ci hanno raccontato le epiche storie, saranno trascinate nel baratro, gonfie di CDO che avevano scritto all'attivo per cifre insensate («valori» definiti in base a formule matematiche e valutazioni delle agenzie di rating, non dal mercato), ed ora valgono zero.
Vediamo: solo le perdite del terzo trimestre hanno divorato un quinto del capitale proprio di Merrill Lynch.
Il che significa che i prestiti che potrà concedere si contrarranno di un multiplo della perdita.
Così la rovina degli speculatori finanziari si riflette sull'economia reale: meno fidi e meno mutui, a prezzi più cari.
E non solo: «C'è il timore che le quattro più grandi banche USA stiano ancora cercando di nascondere i loro debiti», dice Hans Redeker, capo del valutario a BNP Paribas .
Quello che è finito è la sola grande industria americana rimasta: «L'America si è specializzata nella produzione di debiti (delle famiglie, delle imprese e delle istituzioni pubbliche) e nella vendita di tali debiti a detentori esteri [fondi-pensione tedeschi, assicurazioni giapponesi, magari anche comuni italiani ed altri gonzi], che stanno per accorgersi che rischiano di non essere mai rimborsati», scrive il sito d'analisi francese Europe 2020.
E fa il paragone coi «prestiti russi»: titoli di debito emessi dal regime zarista prima del 1917 - la Russia era in frenetico sviluppo economico sotto lo Zar, aveva bisogno di capitali - furono comprati in massa da risparmiatori europei, specie francesi.
Poi arrivarono i bolscevichi: e con quei fogli di carta filigranata, ornati di aquile, diversi francesi si fecero la tappezzeria.Ora è peggio.L'America è già in stato d'insolvenza, dato che il cumulo dei debiti privati, pubblici e familiari supera il quadruplo del prodotto interno lordo.
E gli effetti mondiali già si vedono.
Il Giappone è tornato in recessione: la costruzione di case nuove è calata del 23,4% in luglio, e del 43,4% in agosto.Londra ha conosciuto la prima corsa agli sportelli dal 1878, quando fallì la City of Glasgow Bank. La Banca Centrale Europea ha iniettato 400 miliardi di euro in liquidità - cifra mai vista - senza esito apparente.La Spagna ha il 98% dei mutui a tasso variabile di tutta la eurozona (trionfo dell'edilizia speculativa), ed ora l'intera eurozona subisce un aumento dei tassi di almeno mezzo punto: la Spagna è spacciata, e tanto più gli spagnoli che hanno comprato la casa all'apice dei prezzi, e la dovranno vendere a prezzi crollanti.
In Inghilterra, il costo dei fidi per le imprese è rincarato di quasi il 2%.

La Federal Reserve non solo ha iniettato, ma ha tagliato i tassi di mezzo punto e sta versando denaro alle banche accettando come collaterale quei CDO che non valgono nulla: anche con lo sconto, è come comprasse escrementi di cane come gioielli.
Si calcola che tutta quella cacca confezionata in pacchetti emessa dalle banche ammontasse a 2 trilioni di dollari, duemila miliardi, ovviamente prima del diluvio.
Ben Bernanke ha chiamato le banche a creare un fondo di salvataggio da 100 miliardi: eterno ottimista.
Non stupisce che il dollaro canadese valga ora di più di quello americano, e che i detentori di cacca e Buoni del Tesoro USA, Arabia Saudita in testa, si siano sganciati dal dollaro, e Taiwan, Corea, Vietnam e Cina stiano alleggerendosi di dollari USA.
La Banca d'Inghilterra ha avvertito, nel suo periodico «Financial stability Report», che «i prestatori sono ancora in seri guai», e che resta il rischio di «un crollo della proprietà commerciale», e le azioni sono «particolarmente vulnerabili».
La crisi d'agosto, conclude, può ripetersi «su scala ancora più larga».
E il petrolio è a 92 dollari.
Che cosa si vuole di più per parlare di grande recessione imminente?

Siamo nella prima delle sette fasi della crisi sistemica predetta da Europe 2020: la trasmissione globale della infezione finanziaria scoppiata in USA, e il passaggio dalla crisi di liquidità alla «crisi di fiducia in tutti i valori finanziari e monetari americani» .
«Bisognerà attendere ancora un anno perché la vastità delle perdite generate dalla crisi dei subprime e la sua amplificazione attraverso i CDO si manifesti pienamente» e si ripercuota sui sistemi finanziari occidentali, sui detentori di «attivi finanziari» USA, e sull'economia reale.
Dopo, verranno le altre fasi.Ci limitiamo a darne l'elenco secondo Europe 2020:

Fase 2 - «Crollo borsistico, in particolare in Asia. Da - 20% a –50% in un anno, secondo le varie regioni del mondo».
Fase 3: - Esplosione delle varie bolle immobiliari mondiali: Regno Unito, Spagna, Francia e Paesi emergenti.
Fase 4 - Tempesta monetaria. La volatilità al massimo e dollaro al minimo.
Fase 5 - Stagflazione (inflazione più stagnazione) dell'economia globale. Recessione-inflazione in USA, crescita molle in Europa, recessione.
Fase 6 - «Grande depressione» in USA, crisi sociale e salita dei militari alla gestione del potere.
Fase 7 - Accelerazione brutale della ricomposizione strategica globale, attacco all'Iran, Israele sull'orlo dell'abisso, caos medio-orientale, crisi energetica. Il futuro ci dirà cosa significano davvero queste linee sibilline.Ma qualcosa già si prospetta nella testa di qualche speculatore.«La minaccia al capitalismo è all'orizzonte», ha detto al Telegraph Bernard Connolly, global strategist della Banque AG: «La socializzazione del rischio porterà in vari Paesi alla socializzazione della ricchezza. Gli investitori che ora brigano per farsi salvare dallo Stato dovrebbero stare attenti a quel che vogliono. La democrazia ha i suoi modi per farli pagare. Ricordate che in Inghilterra, negli anni '70, c'era una tassa del 98% sui dividendi».
Speriamo almeno questo.
Il peggio è che non c'è nessuno al comando, capace di governare una simile crisi.

Il 18 ottobre scorso, quando Bush ha evocato la terza guerra mondiale, è stato ridicolizzato e aggredito dal vivo dai giornalisti alla conferenza-stampa.
Lui s'è arrabbiato, ha perso il controllo.Gli succede spesso.
Molte visite ufficiali sono state cancellate per «ragioni mediche», più probabilmente per ubriachezza. E' stato notato che Laura, la moglie di Bush jr., non l'ha accompagnato al vertice APEC di Sidney a settembre.
Si dice che Laura abbia le carte per il divorzio già pronte, e che abbia accettato di apparire al fianco del marito solo finchè resterà in carica, dietro emolumento.
La madre, Barbara Bush, ha accusato il figlio di distruggere il nome della famiglia.
George Bush senior, l'ex-presidente, è in rotta con il figlio e lo tratta praticamente come un interdetto.
Bush è una larva esausta, vaneggiante, irosa.
Gran parte del comando è in mano a Dick Cheney, un uomo che ha avuto almeno quattro insulti cardiaci dal '78, ed ha subito operazioni maggiori, fra cui un'angioplastia coronarica d'urgenza nel 2001, l'impianto permanente di un defibrillatore, e un intervento di riparazione per un aneurisma dell'arteria poplitea.
E' un arteriosclerotico grave e uno zombie tenuto su da pillole, come un Breznev dei tempi sovietici.
Due uomini senza futuro, agonizzanti, sono alla testa della più massiccia forza armata nucleare mai vista, impegnati in due guerre perdute, e ne minacciano una terza.
C'è davvero qualcosa di apocalittico in questa potenza politica senza cervello, eterodiretta verso la rovina.

Appare come «il simulacro della bestia» a cui il suggeritore occulto anticristico, il falso agnello, «infonde lo spirito in modo che potesse parlare».
«Ed esercitava tutta l'autorità della prima bestia per conto di essa».
Apocalisse, 13, 11-17.

Maurizio Blondet

29 novembre 2007

UN SISTEMA FINANZIARIO SOTTO ASSEDIO



"Se si includono questi argomenti [i benefici promessi nella Previdenza Sociale, Assistenza Sanitaria Nazionale, nella Gestione dei Veterani ed in altri programmi di assistenza], si stima l'onere totale [del debito] al valore attuale del dollaro sia di circa 53 trilioni di dollari. Messa diversamente, l'onere totale corrente stimato è di quasi 175.000 dollari per ogni americano; ed ogni giorno quell'onere diventa più grande."
David Walker, Revisore Generale dei Conti degli Stati Uniti

"Le forze economiche che guidano l'equilibrio globale di risparmio e investimento si sono sviluppate nel decennio scorso, cosicché la ripidezza del recente declino nei rendimenti di lunga durata del dollaro e nei tassi a lungo termine collegati, suggerisce che possa essere in opera qualcosa di più ampio".
Alan Greenspan, ex presidente FED, 20 luglio 2005

"Il buco nero dei subprime sembra sempre più profondo, più scuro e spaventoso di quanto [le banche] pensino. Hanno avuto ricadute su... circa il 40 % del cumulo della parte di prestito speculativo e lì ci sono decisamente dei segni di disgelo".
Tony James, Presidente e CEO del Blackstone Group LP


Il sistema finanziario globale basato sul dollaro è in crisi e sta minacciando la prosperità e la stabilità di molte economie.
Eccessi finanziari di ogni genere hanno insidiato la sua legittimità e la sua efficienza. Il dollaro USA sta perdendo la sua predominanza come principale valuta di riserva internazionale mentre molte banche sono travolte dal subbuglio della crisi dei crediti subprime.

Lo scenario generale è la bolla senza precedenti dei beni immobili che c'è stata in tutto il mondo dal 1995 al 2005. Negli Stati Uniti, ad esempio, i prezzi delle case occupate dai proprietari sono aumentati annualmente di una media di circa il 9 %. Il valore di mercato del capitale delle case occupate dal proprietario negli Stati Uniti è aumentato da un po' meno di 8 trilioni di dollari del 1995 ad un po' più di 18 trilioni nel 2005. Da allora si sta contraendo, confermando il funzionamento del ciclo di 18 anni del mercato immobiliare teorizzato da Kuznets, che va dal picco del 1987 al picco del 2005.

Ciò che rende questo periodo particolarmente pericoloso è il fatto che è in gioco anche il ciclo dei 54 anni di Kondratieff di inflazione-disinflazione-deflazione, iniziato nel 1949 dopo che i prezzi si erano scongelati. L'inflazione mondiale è poi salita per venti anni fino al 1980, seguita da un periodo di disinflazione sotto la FED di Volcker. L'entrata della Cina nella World Trade Organization (WTO) l'11 dicembre 2001, con i suoi lavoratori in abbondanza e stipendi bassi, ha liberato notevoli forze deflazionistiche in tutto il mondo. Ciò a sua volta ha poi condotto ad aspettative di un'inflazione più bassa che hanno aperto la strada alla FED di Greenspan per tenere i tassi d'interesse ad un livello anormalmente basso.

Tassi di interesse persistentemente bassi ed aspettative di bassa inflazione hanno portato ad una frenesia nei prestiti e ad un vasto aumento nella valutazione del mercato, non solo dei beni immobili ma anche delle azioni e delle obbligazioni. Le banche ed altri istituti di credito ipotecario hanno approfittato dell'occasione per introdurre alcune innovazioni finanziarie per finanziare l'esplosione del mercato ipotecario. Queste innovazioni hanno provocato lo spaccamento del tradizionale collegamento diretto fra mutuatario e prestatore e la riduzione del rischio del prestatore normalmente associato ai prestiti ipotecari.

Quindi, con la connivenza delle agenzie di rating e del Sistema della Federal Reserve, grandi banche hanno inventato nuovi prodotti finanziari sotto vari nomi tipo "obbligazioni collateralizzate" (CBOs), "obbligazioni di debito collateralizzate" (CDOs), anche chiamate "veicoli di investimento strutturati" (SIVs), che hanno avuto le caratteristiche di cambiale finanziaria a breve termine fluttuante. Nel mercato delle ipoteche residenziali, ad esempio, i mediatori di ipoteche ed i prestatori "al minuto" vendevano i loro prestiti ipotecari alle banche, che a loro volta ne facevano un unico pacco e lo spezzettavano in differenti classi di titoli garantiti da ipoteche (RMBS), che portavano differenti livelli di rischio e di guadagno, prima di venderli agli investitori.

Quindi questi nuovi strumenti finanziari erano il risultato finale di un processo di "conversione dei beni in titoli" ed erano fette di pacchetti di prestiti, non solo prestiti ipotecari ma anche debiti delle carte di credito, prestiti per automobili, prestiti agli studenti ed altri crediti esigibili a breve termine. Ogni fetta portava un differente onere di rischio ed un differente rendimento. Con la benedizione delle agenzie di rating, le banche sono andate persino un po' oltre ed hanno cominciato a riunire le fette finanziarie più rischiose in pacchetti ancor più rischiosi dividendoli ancora per venderli agli investitori in cerca di rendimenti elevati.

Vendendo questi nuovi strumenti di debito agli investitori in cerca di rendimenti sempre più elevati, compresi i fondi monetari protetti ed i fondi pensione, le banche sono state doppiamente ricompensate. In primo luogo, per i loro sforzi hanno riscosso meravigliosi diritti di gestione. Ma in secondo luogo e di maggior importanza, hanno scaricato il rischio dei prestiti all'ignaro compratore di tali titoli, perché nel caso di default dei prestiti originali, la banca l'avrebbe fatta franca. Erano stati già pagati ed erano stati liberati dal rischio di default e di preclusione sui prestiti originali.

Il ruolo residuo delle banche era di raccogliere e distribuire interesse, finchè i mutuatari avevano effettuato i loro pagamenti degli interessi. Ma se i pagamenti si arrestavano, le perdite di capitale incontrate a causa del declino nel valore di prestiti non performanti sarebbero invece state sostenute dagli investitori dei CBO e CDO. Le stesse banche non avrebbero sofferto perdite e sarebbero state libere di usare le loro basi di capitale per impegnarsi in ulteriori vantaggiosi prestiti. Infatti, gli investitori alla fine della catena divennero i reali prestatori di ipoteca (senza raccogliere tutte le ricompense di tali rischiosi prestiti) e le banche poterono riutilizzare il loro capitale per arricchirsi sempre più con le loro operazioni di prestito. Questo era il periodo migliore per le banche e si abbuffavano senza freno. Alcune di loro hanno pagato ai loro impiegati decine di miliardi di dollari in indennità di fine d'anno.

Quindi, ed è qui che la FED ed altre agenzie di controllo sono venute a mancare, i prestatori di ipoteca di prima linea sono diventati sempre più aggressivi nei loro prestiti, con la completa certezza che avrebbero potuto scaricare proficuamente il rischio a valle. Ciò spiega l'espansione del mercato di ipoteche "subprime" in cui il prestito è stato fatto senza pagamenti in acconto, nessun pagamento d'interessi per un certo periodo e niente domande riguardo reddito e solvibilità del mutuatario. Queste non erano normali pratiche di prestito. Simili "schemi di Ponzi" [Charles Ponzi all'inizio del XX secolo divenne celebre, e venne arrestato, per investimenti fraudolenti ad alto profitto che presero il suo nome, ndt] non potevano durare per sempre. E quando i prezzi delle case hanno iniziato a calare, sono aumentati anche i pignoramenti, scuotendo così fino alle fondamenta la nuova casa finanziaria di carte. Le banche divennero le riluttanti proprietarie a valori molto ribassati di parte delle proprietà pignorate.

Perchè allora tante banche sono in difficoltà finanziarie, se il rischio del prestatore era stato trasferito agli ignari investitori? Essenzialmente, perché quando è scoppiato il boom delle case, la giacenza delle banche di "titoli con garanzia collaterale" invenduti era insolitamente alto. Quando il pifferaio ha smesso di suonare e gli investitori hanno smesso di comprare i rischiosi investimenti di recente creazione, il loro valore è precipitato in una notte e le banche sono rimaste con perdite enormi che non si sono ancora completamente riflesse nei loro bilanci finanziari. Quindi, le banche che non hanno scaricato i loro stock di pacchetti ipotecari sono state costrette ad accettare la proprietà di beni pignorati, a valori molto ribassati. Con poco o nessun collaterale dietro i prestiti, le perdite per crediti inesigibili sono diventate inevitabili.

Poiché nessuno sa per certo il valore di qualcosa che non è commerciato, serviranno mesi prima che le banche vengano a capo del totale delle perdite che hanno sofferto nei loro stock di "titoli basati su beni" preconfezionati ed invenduti. È più di una normale "crisi di liquidità" o di un "restringimento del credito " (che risulta quando la banca presta a breve termine ed investe in beni di lunga durata non liquidi); è più come una "crisi di solvibilità" se la base di capitale delle banche è sopraffatta dalla scoperta di enormi perdite finanziarie incontrate quando le banche sono costrette a vendere beni ipotecati in un mercato immobiliare in depressione.

E' questa confusione di operazioni bancarie e finanziarie che si sta sviluppando davanti ai nostri occhi e che sta minacciando il sistema finanziario americano ed internazionale. Ci sono quattro classi di perdenti. In primo luogo, gli acquirenti di case che hanno comprato le proprietà a prezzi inflazionati con poco o nessun acconto e che ora rischiano il pignoramento. In secondo luogo, gli investitori che hanno comprato cambiali finanziarie garantite con ipoteche non liquide e che sono in allarme per il rischio di perdere una parte o tutti i loro investimenti. In terzo luogo, gli azionisti delle banche che hanno tratto profitto finchè il sistema ha funzionato senza difficoltà ma che ora devono far fronte a valori delle azioni in declino. E, per concludere, chiunque tema di diventare vittima, direttamente o indirettamente, del rallentamento economico prossimo venturo.

Rodrigue Tremblay

27 novembre 2007

Energia pulita con le fonti alternative




Un quadrato di 210 per 210 chilometri. Poco più grande di metà della pianura padana. Ma nel Sahara.
«Questo quadrato ipotetico rappresenterebbe comunque poco più di un millesimo dei deserti esistenti – spiega il premio Nobel Carlo Rubbia – ma su di lui il Sole ogni anno irraggia in media 15 terawatt di energia, tanti quanti ne consuma l'intera nostra civiltà. E supponiamo, come ci dicono i trend, che al 2030 si vada al raddoppio. Si tratterebbe solo di aggiungere un altro millesimo di deserto solare, e di metterlo al lavoro».

Questo è il sogno energetico che ormai da più di un decennio muove centinaia di menti e di organizzazioni, pubbliche e private, non solo in Europa ma anche nel Nord-Africa, nel Mediterraneo e negli Usa. E non è solo un sogno, ma una necessità: «al 2025 l'Europa a 25 avrà un deficit elettrico di metà dei suoi consumi – dice Hans Muller-Steinaghen, del Dlr, centro aerospaziale tedesco – pari a oltre 230 gigawatt (l'Italia al 2030 per 16 gigawatt, ndr), a mano a mano che le vecchie centrali fossili verranno dismesse. E altri 230 aggiuntivi verranno dalla crescita dei consumi elettrici dei paesi Mediterranei e del Medio Oriente. Un fabbisogno enorme, che solo una fonte può sostenere: il grande solare desertico, l'unica con un potenziale di oltre cento volte gli scenari più estremi».

Per tre anni gli esperti tedeschi, guidati dal ministero dell'Ambiente di Berlino (insieme a colleghi giordani, marocchini, egiziani e algerini) hanno lavorato sugli scenari tecnologici di Trans-Csp e Med-Csp, due grossi volumi, irti di cifre e grafici, su come dovrà cambiare l'intero contesto energetico dei due continenti. Europa, Nord-Africa e Medio Oriente interconnessi da una sola rete elettrica ad alta capacità di trasporto in corrente continua, e grandi centrali solari termodinamiche a concentrazione desertiche (Csp, concentrated solar power) in grado di produrre e inviare centinaia di gigawatt di potenza fin nel nord-Europa, oltre a soddisfare i consumi locali (anche di acqua desalinizzata). Una visione grandiosa, quasi temeraria (uno dei suoi primi sostenitori, negli anni '90, è stato Carlo Rubbia), ma che ora comincia a diventare realtà.

Se ne è avuta una prova in occasione di World Solar Power 2007, la prima conferenza internazionale sul Csp tenutasi in Europa, a Siviglia. Una tre giorni che ha visto la partecipazione di un centinaio tra aziende, centri di ricerca e istituti finanziari provenienti da Europa, Usa e Medio Oriente. L'occasione per l'organizzatore, la spagnola Abengoa, di esibire la sua creatura solare nuova di zecca, la grande centrale Ps10 con i suoi 600 specchi da 120 metri quadri sempre puntati sulla torre centrale alta 115 metri a Sanlucar, capace di produrre 10 megawatt. Attiva dallo scorso giugno, Ps10 è la prima del suo genere di tipo commerciale (dopo una quindicina di torri solari di ricerca costruite negli ultimi venti anni) ed è già in costruzione Ps20, di doppia potenza (12mila case servite) e poi è allo studio Ps 50, con tecnologie ancora in fase di sviluppo.

Il caso spagnolo, infatti, è il primo e più massiccio segnale di movimento concreto. Lo scorso 25 maggio il Governo di Madrid ha assicurato, per decreto, una generosa tariffa elettrica incentivata per le centrali solari Csp fino a 50 megawatt: 26,9 centesimi di euro per chilowattora (quasi tre volte il prezzo di mercato) fissi per 25 anni. «Abbastanza per far partire i progetti con le tecnologie solari attuali – osserva Mark Geyer di Solar Paces, l'associazione mondiale del solare termodinamico – per ripagare gli investimenti e i finanziamenti. E soprattutto per avviare quella curva di apprendimento che, al 2020, dovrebbe far scendere il costo del chilowattora solare sotto la soglia magica dei dieci centesimi, competitiva con il gas e il carbone. A quella data gravati da una carbon tax o dal sequestro della CO2».

E la Spagna, con le sue grandi pianure meridionali a tassi di insolazione nord-africani, sta correndo: «Al ministero finora sono affluiti progetti per ben 4.100 megawatt complessivi, di cui 412 megawatt già approvati – spiega Almudena Carrasco della Red Electrica de Espana – una risposta ben superiore alle previsioni». Oggi si contano almeno 35 centrali solari in fase di avvio o di progetto, con una chiara concentrazione in Andalusia e in tutto il centro-sud spagnolo. «La maggiore concentrazione europea, e soltanto noi di Abengoa contiamo di investire due miliardi di euro in un sistema di quattro impianti a SanLucar-Siviglia da 131 megawatt complessivi – spiega Santiago Seage, presidente di Abengoa Solar – ma gli investimenti sono in moto in tutto il mondo. Ad oggi noi stimiamo progetti per 6 gigawatt complessivi (e 20 miliardi di euro) in Europa del Sud, Usa, Nordafrica e Medio Oriente. E presto si aggiungerà alla lista l'Asia, oltre alle prevedibili centrali australiane. E saranno in prima fila anche India e Cina».

Restiamo però al Mediterraneo. Marocco e Algeria sono già della partita. Il primo a Ain Ben Mathar, con un impianto ibrido solare Csp (20 megawatt) e gas a ciclo combinato da 470 megawatt. E i primi 183mila metri quadrati di specchi solari serviranno agli ingegneri marocchini per farsi le ossa, dal 2010 sulla nuova tecnologia. E poi replicarla per esportare in Europa, via interconnessione con la Spagna, elettricità pulita e a basso costo.

Altrettanto, e forse anche di più, per l'Algeria. Qui è stata già avviata una tariffa incentivata (non lontana da quella spagnola) e il primo passo prevede un impianto solare-gas da 160 megawatt a Hassi r'Mel. «Ma in questo complesso gasiero al centro dell'Algeria contiamo di sviluppare un tecnopolo solare tra i primi al mondo: al 2015 – dice Tewfik Hasni, direttore generale di Neal (New Energy Algeria, nuova consociata di Sonatrach) – prevediamo un investimento da un miliardo di dollari per 500 megawatt diretti al mercato interno e al 2020 un salto a 18 miliardi di dollari con un obbiettivo di 6mila megawatt solari per esportare elettricità in Europa. E vogliamo fare di Hassi r'Mel un punto di eccellenza mondiale, anche per lo sviluppo di nuove tecnologie». «E quella algerina è oggi la scommessa più massiccia, forse persino superiore a quella spagnola», commenta Carlo Rubbia.

Questi i progetti operativi presentati alla tre giorni di Siviglia. Ma anche Tunisia, Libia e Egitto stanno muovendosi. Israele ha già due centrali solari in funzione (e vari aziende leader, tra cui Solel e Luz due) mentre negli Emirati, ad Abu Dhabi, è stata recentemente inaugurata una intera nuova università tecnica, il Masdar Institute of Technology, interamente dedicata alle rinnovabili e con apporti del Mit e dell'Imperial College.

Il sogno dell'integrazione elettrica-solare del Mediterraneo, oltre ai collegamenti già attivi (Spagna-Marocco) prevede poi, al 2010, altri dodici elettrodotti (in tecnologia a corrente continua ad alto voltaggio) di cui quattro cross-mediterranei. E la Terna ha già annunciato il collegamento dalla Sicilia a Tunisi. Ma a questi dovrebbero seguire connessioni dirette con la Libia e dalla Sardegna all'Algeria. Mentre dalle coste spagnole partirà un cavo fino ad Orano.

E via Turchia la rete ad alta potenza risalirà fino in Germania. «Obbiettivo: al 2050 almeno 80 gigawatt affluiranno in Europa da una ventina di siti solari sulle altre sponde – conclude Muller-Steinaghen –. E almeno il 15% del consumo elettrico europeo dovrà essere assicurato, via solare, a 5-7 centesimi per chilowattora. Non è questione di sogni, ma di sopravvivenza e di sostenibilità. Per entrambi. Dobbiamo mettere al lavoro il nuovo oro del deserto».


Giuseppe Caravita

24 novembre 2007

I mutui subprime non pignorabili



STATI UNITI - La Deutsche Bank voleva pignorare 14 case di altrettanti proprietari che non riuscivano a pagare il mutuo a Cleveland, nell’Ohio.
Un giudice federale - di nome C.A. Boyko - ha dato torto alla potente banca.
Le cui azioni sono ulteriormente precipitate.
Ecco cosa attende i creditori esteri del debitore USA, si potrebbe concludere.
Ma la morale della storia è un’altra, molto più significativa.
E che suona vendetta per gli indebitati, e rovina per la speculazione.

Il giudice federale Boyko ha chiesto alla Deutsche di esibire i documenti comprovanti il titolo legale alle 14 case.
Le Deutsche Bank National Trust (la sussidiaria americana) non è stato in grado di farlo: non aveva in mano il contratto di mutuo vero e proprio, la prova dell’ipoteca gravante sugli immobili.
Tutto ciò che avevano erano delle «securities», obbligazioni, dove migliaia di mutui acquistati da piccole banche locali di prestito sono stati confezionati insieme dalla «ingegneria finanziaria» e rivenduti ad altri: fondi pensioni, privati risparmiatori, altre banche.

La Deutsche Bank stessa è stata sia confezionatrice di questi pacchetti tossici, sia - evidentemente - acquirente.
Si vendevano, eccome.
Standard & Poors assicurava che questi pacchetti erano AAA, ossia «sicuri», anche se (in una confezione che poteva contenere mille mutui) almeno un 20% erano stati contratti da debitori «subprime», ossia pagatori poco affidabili.
Ma si guadagnavano gli interessi su quelle «securities», consistenti nei ratei di mutuo che i più pagavano.

Si calcola che siano in circolazione 6.500 miliardi di dollari di questi pacchetti, titoli di debito «sostenuti» da patrimonio fisico, una casa («asset backed securities»).
Cifra eguale ai due terzi del reddito interno lordo americano.
Ed ora, grazie al giudice dell’Ohio, si scopre che - a causa della sofisticata struttura di quelle obbligazioni e della dispersione incredibile che hanno subito - non si riesce a sapere chi possieda il contratto di mutuo, il documento fisico comprovante l’ipoteca.

Miracolo della virtualizzazione estrema della finanza più disincarnata: tutto ciò che ha la Deutsche Bank è un documento, la famosa obbligazione-pacchetto, che rappresenta un «intento di cedere i diritti di mutuo».
Ma l’asset (l’immobile) che presuntivamente la «garantisce» («backed») non si sa di chi sia, né chi abbia in mano il documento relativo.
I geni della finanza creativa non avevano pensato a questo piccolo particolare.

Nel caso specifico, la Deutsche Bank ha agito come «Trustee» (fiduciario organizzatore) di «consorzi di cartolarizzazione» («securitization pools») di gruppi disparati di investitori sparsi per il mondo.
Ma il documento di mutuo richiesto dal giudice per provare che la banca era la creditrice e datrice del mutuo stesso, non è stato possibile esibirlo.
Dov’è?
Chi lo detiene?
Forse le piccole banche che hanno acceso il mutuo originario: ma quali?
Come identificarle, visto che la obbligazione («security») è un miscuglio di un migliaio di ipoteche diverse, anzi di porzioni di ipoteche?

Gli avvocati della Deutsche Bank hanno potuto solo sussurrare che in passato, per anni, le banche hanno potuto sequestrare i beni immobili a mutuo «securitizzato» senza suscitare obiezioni.
La risposta del giudice Boyko dovrà essere scritta nel marmo: «Le banche sembrano dare per scontato che siccome hanno fatto qualcosa per tanto tempo senza opposizione, la consuetudine equivalga alla legalità. Ora che questa pratica è stata messa alla prova, i loro argomenti legali deboli obbligano la corte a fermare la banca sul portone».

Si ritiene che siano forse due milioni di debitori con mutuo a tasso variabile (al 100% e con i primi due anni a tasso bassissimo); e che tra dicembre 2007 e luglio 2008 ben 690 miliardi di dollari di questi mutui subiranno un crudele rialzo degli interessi, perché il biennio di grazia scade.
E ciò proprio nel momento in cui la recessione si incrudelisce, e i redditi dei piccoli debitori probabilmente caleranno o cesseranno.
Centinaia di migliaia di abitanti ricorreranno all’ultima risorsa del debitore: non pagare il rateo mensile.
Si capisce bene perché, dopo questa sentenza - riguardante 14 villette unifamigliari, che la Deutsche Bank potrebbe comprarsi con un milionesimo dei suoi capitali - le azioni della banca tedesco -americana siano crollate.

Ora, se la decisione del giudice di Cleveland non sarà riformata dalla Corte suprema, milioni di debitori col mutuo andranno in fallimento, ma le banche non potranno sequestrare le case per rivenderle.
Per i piccoli proprietari insolventi sarà un dramma, anche perché le case tecnicamente requisibili crolleranno di prezzo (ma forse potranno continuare ad abitarle).
Ma per il sistema bancario americano (e quello internazionale che l’ha seguito nella follia) sarà come il grippaggio del motore in un’auto in corsa, o come uno di quegli ingorghi a croce uncinata dove nessuna auto può andare né avanti né indietro.
O meglio ancora, uno tsunami finanziario, come lo ha chiamato William Engdahl, a cui dobbiamo questa notizia .

Engdahl promette una seconda puntata, in cui specificherà le conseguenze.
Lo attendiamo con ansia, non riuscendo a comprendere sui due piedi tutti i titanici effetti convergenti e complessivi che questa sentenza avrà sul sistema finanziario mondiale e sull’economia sottostante; effetti sicuramente ampliati dalla globalizzazione stessa, che ha asportato le paratie difensive tra le economie nazionali.
La fantasia non arriva a tanto.
E si ha paura ad immaginare tutto.

«Le conseguenze di questa sentenza sono così immense, che non è possibile descriverle», ha infatti confidato all’EIR un’alta fonte della finanza europea .
Questo personaggio ha chiesto in giro nell’ambiente, e ancora nessuno sapeva della sentenza dell’Ohio.
Solo per questo, secondo lui, la baracca della finanza globale sta ancora in qualche modo in piedi.

Questo personaggio paventa inoltre che dietro l’incapacità della Deutsche Bank di fornire il documento dell’ipoteca ci sia un trucco e un buco potenziale ancora più spaventoso: forse la finanza creativa ha moltiplicato gli «asset» presunti (gli immobili) a sostegno delle obbligazioni «asset backed», vendendone più e più volte i medesimi presunti «attivi».
Qualcosa da far impallidire Enron e Parmalat messe assieme.

Ora comincia una nuova fase, ha detto questa fonte, in cui anche i mutui «prime» (contratti da famiglie solvibili e targati AAA) stanno «andando sotto».
Poi, verso fine anno, andranno sotto le borse, la seconda gamba dell’illusionista prosperità finanziaria.
«In ogni consiglio d’amministrazione domina il panico più completo, in quanto nessuno riesce a prevedere le conseguenze delle loro azioni».
Come non bastasse, nota la fonte dell’EIR, dal primo gennaio andranno in vigore le nuove norme mondialiste per i mercati finanziali, il «Basilea II», che essenzialmente consistono nel sostituire i vecchi vincoli di capitale bancario con un sistema di rating.

Di fatto, gli obblighi per le banche di tenere una quota di capitale come riserva porteranno ad un abbassamento di questo limite, mentre tutto sarà «valutato» con il rating.
Ma queste norme sono state pensate nei tempi del boom finanziario, quando le agenzie di rating erano ritenute vangelo (prima del disastro sub-prime), e quando nessuno poteva immaginare che un AAA potesse diventare un rating a rischio…
Ed oggi nessuno sa cosa accadrà quando entrerà in vigore Basilea II.
Paralizzati dalla paura e dall’impotenza, i consigli d’amministrazione penseranno a come cavarsela: non dalla crisi, ma dai plotoni d’esecuzione?
Magari.
Ma non ci contate.
Sappiamo già chi sarà impiccato alla grande crisi.
Nino Galloni fornisce infatti un dato che dice come si è arrivati a questo .

Nel 2006, il prodotto interno lordo USA è stato di 13 mila miliardi di dollari; per contro, il reddito nazionale netto degli americani è stato di 9 mila miliardi.
Ciò vuol dire che per comprare ciò che producono, gli americani (una forza-lavoro tra le più produttive del mondo) ha dovuto indebitarsi per la differenza (4 mila miliardi) o poco meno.
Ciò significa che il lavoro è stato retribuito il 30% in meno della produzione che dà.
E per giunta, deve pagare alle banche o ad altri prestatori il 30% del proprio reddito annuo medio.
A chi è andata la differenza enorme - 4 trilioni - tra redditi e valore della produzione?

A enti come Goldman Sachs, alla speculazione in generale, e alle guerre.
Succede anche in Italia, ma a noi è meno chiaro per chi stentiamo con potere d’acquisto calante, e per chi dobbiamo indebitarci: per la Casta, l’idrovora del nostro differenziale.
E gli uni e gli altri hanno tutti i mezzi per tenerci buoni: compresi i plotoni d’esecuzione.

Maurizio Blondet

23 novembre 2007

Quando il Parlamento europeo accusò il “sistema” berlusconiano “Raiset”.



Correva l’anno 2004, era di aprile e il Parlamento europeo, poco prima di chiudere i battenti per le nuove elezioni continentali, approvava a larga maggioranza trasversale una deliberazione sul pluralismo nei media, la libertà di comunicazione e i conflitti di interesse. In Italia era in piena funzione il “regime berlusconiano” nei media e, anche alla luce delle recenti intercettazioni telefoniche, esisteva un sistema di comprimere la realtà ad uso e consumo del Cavaliere di Arcore. L’anomalia italiana, rispetto alla situazione degli altri paesi europei saltò agli occhi dell’intero Parlamento europeo, allertato anche dagli esposti presentati da Articolo 21, dalla FNSI e dalla CGIL. “Parole al vento”, forse? Ma quell’atto di accusa istituzionale ora suona come profetico e anche come un monito a quanti tra gli organi di stampa, opinionisti “terzisti e cerchiobottisti”, preferirono voltarsi dall’altra parte o parlare di eccesso furore antiberlusconiano. Da allora l’Italia venne inserita nella lista degli “osservati speciali” dalle istituzioni internazionali che la retrocessero negli ultimi posti della speciale classifica sulla libertà fondamentali, come quella dell’informazione e del pluralismo. Ci voleva ,come sempre nella recente storia nazionale, l’intervento della magistratura, perché partiti e grande stampa si accorgessero del cancro che si stava insediando nel nostro sistema mediatico, senza che finora ( a 18 mesi dalla vittoria del centrosinistra) venisse cambiato lo stato delle cose. Speriamo che la lezione serva a qualcosa!
Ecco qui di seguito la parte della Risoluzione del Parlamento europeo.
"Situazione in Italia:
55. rileva che il tasso di concentrazione del mercato televisivo in Italia è oggi il più elevato d'Europa e che, nonostante l'offerta televisiva italiana consti di dodici canali nazionali e da dieci a quindici canali regionali e locali, il mercato è caratterizzato dal duopolio tra RAI e Mediaset, che complessivamente detengono quasi il 90% della quota totale di telespettatori e raccolgono il 96,8% delle risorse pubblicitarie, contro l'88% della Germania, l'82% della Gran Bretagna, il 77% della Francia e il 58% della Spagna;
56. rileva che il gruppo Mediaset è il più importante gruppo privato italiano nel settore delle comunicazioni e dei media televisivi e uno dei maggiori a livello mondiale, controllando tra l'altro reti televisive (RTI S.p.A.) e concessionarie di pubblicità (Publitalia '80), entrambe riconosciute formalmente in posizione dominante e in violazione della normativa nazionale (legge 249/97) dall'Autorità per la garanzia delle comunicazioni (delibera 226/03 ;
57. rileva che uno dei settori nel quale più evidente è il conflitto di interessi è quello della pubblicità, tanto che il gruppo Mediaset nel 2001 ha ottenuto i 2/3 delle risorse pubblicitarie televisive, pari ad un ammontare di 2500 milioni di euro, e che le principali società italiane hanno trasferito gran parte degli investimenti pubblicitari dalla carta stampata alle reti Mediaset e dalla Rai a Mediaset ;
58. rileva che il Presidente del Consiglio non ha risolto il suo conflitto di interessi, come si era esplicitamente impegnato, bensì ha incrementato la sua quota di controllo societario della società Mediaset (dal 48,639% al 51,023%): questa ha così ridotto drasticamente il proprio indebitamento netto, attraverso un sensibile incremento degli introiti pubblicitari a scapito delle entrate (e degli indici di ascolto) della concorrenza e, soprattutto, del finanziamento pubblicitario della carta stampata;
59. lamenta le ripetute e documentate ingerenze, pressioni e censure governative nell'organigramma e nella programmazione del servizio televisivo pubblico Rai (perfino nei programmi di satira), a partire dall'allontanamento di tre noti professionisti su clamorosa richiesta pubblica del Presidente del Consiglio nell'aprile 2002 – in un quadro in cui la maggioranza assoluta del consiglio di amministrazione della Rai e dell'apposito organo parlamentare di controllo è composta da membri dei partiti di governo; tali pressioni sono state poi estese anche su altri media non di sua proprietà, che hanno condotto fra l'altro, nel maggio 2003, alle dimissioni del direttore del Corriere della Sera;
60. rileva pertanto che il sistema italiano presenta un'anomalia dovuta a una combinazione unica di poteri economico, politico e mediatico nelle mani di un solo uomo, l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri italiano e al fatto che il governo italiano è, direttamente o indirettamente, in controllo di tutti i canali televisivi nazionali;
61. prende atto del fatto che in Italia da decenni il sistema radiotelevisivo opera in una situazione di assenza di legalità, accertata ripetutamente dalla Corte costituzionale e di fronte alla quale il concorso del legislatore ordinario e delle istituzioni preposte è risultato incapace del ritorno ad un regime legale; Rai e Mediaset continuano a controllare ciascuna tre emittenti televisive analogiche terrestri, malgrado la Corte costituzionale, con la sentenza n. 420 del 1994, avesse statuito che non è consentito ad uno stesso soggetto di irradiare più del 20% dei programmi televisivi su frequenze terrestri in ambito nazionale (vale a dire più di due programmi), ed avesse definito il regime normativo della legge n. 223/90 contrario alla Costituzione italiana, pur essendo un "regime transitorio"; nemmeno la legge 249/97 (Istituzione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo) aveva accolto le prescrizioni della Corte costituzionale che, con la sentenza 466/02, ne dichiarò l'illegittimità costituzionale limitatamente all'articolo 3, comma 7, "nella parte in cui non prevede la fissazione di un termine finale certo, e non prorogabile, che comunque non oltrepassi il 31 dicembre 2003, entro il quale i programmi, irradiati dalle emittenti eccedenti i limiti di cui al comma 6 dello stesso articolo 3, devono essere trasmessi esclusivamente via satellite o via cavo";
62. prende atto del fatto che la Corte costituzionale italiana, nel novembre 2002 (causa 466/2002), ha dichiarato che " ...la formazione dell'esistente sistema televisivo italiano privato in ambito nazionale ed in tecnica analogica trae origine da situazioni di mera occupazione di fatto delle frequenze (esercizio di impianti senza rilascio di concessioni e autorizzazioni), al di fuori di ogni logica di incremento del pluralismo nella distribuzione delle frequenze e di pianificazione effettiva dell'etere ... La descritta situazione di fatto non garantisce, pertanto, l'attuazione del principio del pluralismo informativo esterno, che rappresenta uno degli "imperativi" ineludibili emergenti dalla giurisprudenza costituzionale in materia ... In questo quadro la protrazione della situazione (peraltro aggravata) già ritenuta illegittima dalla sentenza n° 420 del 1994 ed il mantenimento delle reti considerate ancora "eccedenti" dal legislatore del 1997 esigono, ai fini della compatibilità con i principi costituzionali, che sia previsto un termine finale assolutamente certo, definitivo e dunque non eludibile" , e del fatto che ciononostante il termine per la riforma del settore audiovisivo non è stato rispettato e che il Presidente della Repubblica ha rinviato alle Camere la legge per la riforma del settore audiovisivo per un nuovo esame in quanto non conforme ai principi dichiarati dalla Corte costituzionale ;
63. prende atto altresì del fatto che gli indirizzi stabiliti dalla commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi per la concessionaria unica del servizio pubblico radiotelevisivo, come pure le numerose delibere, che certificano violazioni di legge da parte delle emittenti, adottate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (incaricata di far rispettare le leggi nel settore radiotelevisivo), non vengono rispettati dalle emittenti stesse che continuano a consentire l'accesso ai media televisivi nazionali in modo sostanzialmente arbitrario, persino in campagna elettorale;
64. auspica che la definizione legislativa, contenuta nel progetto di legge per la riforma del settore audiovisivo (Legge Gasparri, articolo 2, lettera G), del "sistema integrato delle comunicazioni" quale unico mercato rilevante non sia in contrasto con le regole comunitarie in materia di concorrenza, ai sensi dell'articolo 82 del trattato CE e di numerose sentenze della Corte di giustizia e non renda impossibile una definizione chiara e certa del mercato di riferimento;
65. auspica altresì che il "sistema di assegnazione delle frequenze", previsto dal progetto di legge Gasparri, non costituisca una mera legittimazione della situazione di fatto e che non si ponga in contrasto in particolare con la direttiva 2002/21/CE, con l'articolo 7 della direttiva 2002/20/CE e con la direttiva 2002/77/CE, le quali prevedono, fra l'altro, che l'attribuzione delle frequenze radio per i servizi di comunicazione elettronica si debba fondare su criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati;
66. sottolinea la sua profonda preoccupazione circa la non applicazione della legge e la non esecuzione delle sentenze della Corte costituzionale, in violazione del principio di legalità e dello Stato di diritto, nonché circa l'incapacità di riformare il settore audiovisivo, in conseguenza delle quali da decenni risulta considerevolmente indebolito il diritto dei cittadini a un'informazione pluralistica, diritto riconosciuto anche nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
67. esprime preoccupazione per il fatto che la situazione vigente in Italia possa insorgere in altri Stati membri e nei paesi in via di adesione qualora un magnate dei media decidesse di entrare in politica;
68. si rammarica che il Parlamento italiano non abbia ancora approvato una normativa per risolvere il conflitto di interessi del Presidente del Consiglio, così come era stato promesso che sarebbe avvenuto entro i primi cento giorni del governo;
69. ritiene che l'adozione di una riforma generale del settore audiovisivo possa essere facilitata qualora contenga salvaguardie specifiche e adeguate volte a prevenire attuali o futuri conflitti di interessi nelle attività dei responsabili locali, regionali o nazionali che detengono interessi sostanziali nel settore audiovisivo privato;
70. auspica inoltre che il disegno di legge Frattini sul conflitto di interessi non si limiti ad un riconoscimento di fatto del conflitto di interessi del Premier, ma preveda dispositivi adeguati per evitare il perdurare di questa situazione;
71. si rammarica del fatto che, se gli obblighi degli Stati membri di assicurare il pluralismo dei media fossero stati definiti dopo il Libro verde sul pluralismo del 1992, probabilmente si sarebbe potuta evitare l'attuale situazione in Italia.
Al monito del Parlamento europeo il governo di Berlusconi rispose a suo modo: da difensore dell'azienda del "padre- padrone". Furono così approvate due leggi "vergogna", la Frattini per il conflitto d'interessi e la Gasparri sulla riforma della Rai ed il sistema dei media. Oggi sappiamo a chi facevano comodo.
Gianni Rossi

21 novembre 2007

La lunga mano di Berlusconi sulla Rai


Un asse segreto tra dirigenti Rai e Mediaset per oscurare la vittoria elettorale dell'Ulivo nelle elezioni regionali del 2005. E' quanto trapela dalla pubblicazione su Repubblica dei brogliacci delle intercettazioni depositate nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento di HDC, la holding dell' ex sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi, Luigi Crespi.

Tra le varie sintesi pubblicate sulla doppia pagina di Repubblica, ve ne è una del dirigente rai ed ex segretaria del cavaliere Debora Bergamini. Alle 15 del 22 aprile "Debbi" afferma, secondo le indagini, "che Cattaneo (all'allora direttore generale rai, ndr) ha chiesto di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbe chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali".

Insomma, un sistematico tentativo di minimizzare la portata della vitoria dell'Ulivo alle regionali, tanto che alle 16 "Debbi" Bergamini avrebbe affermato che Benito (Benassi, vice direttore marketing Rai) ha intuito che il dg ' Cattaneo, " vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia piu' confusione possibile per camuffare la loro portata".

Debora Bergamini chiama il responsabile della prima rete e secondo gli investigatori che li intercettano "lo informa della programmazione televisiva di Canale 5. Del Noce dice di aver parlato con Rossella (allora direttore del Tg5, ndr). Debora dice di aver parlato con Mauro Crippa di Mediaset".

Il lunedi' 4 aprile, la Bergamini, secondo le intercettazioni, avrebbe parlato al telefono con un responsabile Mediaset dicendo che "loro fanno la prima serata sul Due per le elezioni e gli chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5".

Insomma, il servizio pubblico messo al servizio della disinformatia in una rete fittissima di contatti tra i dirigenti fedeli a Berlusconi sia a Mediaset, della quale è come tutti sappiamo, il "mero proprietario", sia in Rai di cui appare dalle intercettazioni il padrone di fatto. Fatti salvi i non frequentissimi atti di seria resistenza da parte di alcuni dirigenti e giornalisti del servizio pubblico. Secondo Repubblica, vi sarebbero state anche telefonate ad Arcore ma quelle non possono essere trascritte perché riguardano la residenza di un parlamentare.

Il quadro che ne viene fuori è sconfortante. Notisti politici che si raccomandano al Cavaliere e subito dopo approdano in parlamento. Interventi del Tiger Team di Berlusconi in Rai per non far pesare persino la morte del Papa sull'affluenza alle urne e sulla guida del festival di Sanremo. La programmazione soggiogata agli interessi politico mediatici dell'allora presidente del consiglio al punto che il direttore generale Cattaneo, secondo gli investigatori della Finanza, "per Bergamini dice di aver parlato con Bonaiuti che era con Piersilvio, ma lui sta tenendo duro anche con gli altri dicendo che non è il caso di mandare in onda i dati.".

Erano i tempi in cui noi di articolo21 parlavamo di bavaglio mediatico, ma non sapevamo sino a qual punto e con quale intelligente metodica intesa col concorrente Mediaset.

Berlusconi, quello dell'edito contro Biagi, Santoro e Luttazzi, e con la consueta faccia di bronzo, aveva detto che in Rai, non avrebbe spostato una pianta. Già, nessuna pianta, tranne quella organica, a cominciare dal dg per piegarli ai suoi interessi d'intesa con la rete concorrente.

Bene ha fatto l'attuale dg Cappon a preannunciare azioni di tutela legale. Ma quel che vorrebbero i lavoratori rai e gli abbonati è un'autentica tutela politica, etica e morale del pubblico interesse. Perché non tutto quel che è lecito è opportuno.

Certo appaiono poco opportuni, decisamente contrari agli interessi della Rai, i Tiger Team di Supersilvio, i dg oscuratori e i dirigenti imbavagliatori, le infiltrazioni di interessi indicibili nella macchina del servizio pubblico. Mai più asservito. Mai più.
Ulderico Fortezza

20 novembre 2007

Il vuoto � ...pieno. Il pieno � ...vuoto.



Il Giornale Online"Cio' che e' pieno e' incredibilmente vuoto,
cio' che e' vuoto e' incredibilmente pieno"

Sembrerebbe una citazione dalle Upanishad o comunque da qualche trattato esoterico; proviamo invece a vedere tale affermazione, apparentemente paradossale, alla luce della Fisica attuale.Chiunque abbia frequentato una scuola secondaria dovrebbe sapere come e' costituita la materia: ogni oggetto materiale e' costituito da molecole, ogni molecola da atomi, ogni atomo da elettroni e da un nucleo, ogni nucleo da nucleoni [protoni e neutroni].

Fermiamoci pure qui in questa scomposizione verso il sempre piu' piccolo, anche se ora sappiamo che gli stessi nucleoni sono formati da particelle piu' piccole dette Quarks e nessuno sa se questo gioco di scatole cinesi si ferma ad un certo livello o prosegue senza fine [particelle entro particelle entro particelle entro particelle...]. Quello che di solito nelle scuole non viene sottolineato e di cui percio' non si ha una percezione comune, e' che anche nell'oggetto piu' solido, anche nell'oggetto piu' denso, tra molecola e molecola c'e' il vuoto; all'interno della molecola, tra atomo e atomo , c'e' il vuoto; all'interno dell'atomo , tra elettroni e nucleo, c'e' il vuoto; all'interno del nucleo, tra i vari protoni e neutroni, c'e' ancora il vuoto [abbiamo deciso di fermarci a questo livello ma sappiamo che anche all'interno dei nucleoni c'e' ancora vuoto!].

Quanto vuoto? Per rispondere a questa legittima domanda, immaginiamo che la nostra terra, questo pianeta su cui posiamo i piedi e ci appare ben solido e compatto, lo sia ancora di piu': immaginiamo che sia fatto di acciaio, una bella immensa sfera di acciaio con un diametro di 12730 chilometri. Cosa di piu' duro e impenetrabile? Tra l'altro una terra cosi' fatta avrebbe la ragguardevole massa di circa 8 milioni di miliardi di miliardi di chilogrammi [ o se preferite, 'peserebbe' ottomila miliardi di miliardi di tonnellate!].

Un bel po' di materia, non c'e' che dire: eppure se invece di usare i vostri occhi poteste vederla attraverso un supermicroscopio che permetta di vedere i nucleoni, puntando questo strumento verso questa enorme sfera di acciaio cio' che vedreste e' essenzialmente il vuoto!

Certo, un vuoto con tanti piccoli puntini, i nucleoni, un po' come la volta del cielo punteggiata di stelle. Se potessimo raccogliere tutti questi puntini e addensarli uno accanto all'altro per formare una sfera, ovvero, in altre parole, se potessimo eliminare il vuoto dalla originaria sfera di acciaio , otteremmo una sfera piu' piccola di circa diecimila miliardi di volte (una sfera di soli 400 metri di raggio). Se ancora non avete chiara la proporzione che c'e' nella materia tra "pieno" e "vuoto", immaginate che il vostro corpo sia diviso in dieci milioni di milioni di cubetti; ebbene, se riusciste ad riunire tutti i vostri nucleoni [tutta la vostra 'materia'], solo uno di questi dieci milioni di milioni di cubetti sarebbe pieno [e non completamente!].

Spero che a questo punto conveniate che la prima parte dell'affermazione ["cio' che e' pieno e' incredibilmente vuoto"] sia ben dimostrata, nell'ambito della Fisica attuale.

Veniamo quindi alla seconda parte, apparentemente contraddittoria: "cio' che e' vuoto e' incredibilmente pieno".


Purtroppo, la giustificazione di tale affermazione, si trova in una parte della Fisica moderna, che va sotto il nome di Meccanica Quantistica. Questa teoria non solo non viene insegnata nelle scuole secondarie, ma e' anche intrinsecamente "difficile": essa contiene importantissime e rivoluzionarie e sorprendenti affermazioni sull'intima, se volete "ultima", natura delle cose; affermazioni che, pur essendo state ampiamente 'verificate' ed utilizzate nei piu' svariati contesti [il vostro computer, il vostro compact disc, la bomba atomica, si basano sulla Meccanica Quantistica!] tuttavia non possono essere adeguatamente tradotte nel linguaggio comune, se non al prezzo di imprecisioni e/o di paradossali violazioni del senso comune [in altri termini, conosciamo qualcosa sull'intima natura dell'Universo, ma questa conoscenza non puo' essere espressa in parole: non vi sovviene niente, o voi del versante 'esoterico'?].

Saro' dunque costretto a dire in parole cio' che in parole non puo' essere adeguatamente e chiaramente detto. Ebbene, secondo la Meccanica Quantistica, il "vuoto" non e' affatto vuoto, anzi e' incocepibilmente "pieno" dal momento che in esso continuamente si creano tutte le particelle possibili, in esso continuamente nascono elettroni, protoni, neutroni, fotoni [luce!]; esso, il "vuoto", e' percio' il germe di tutte le cose!

Ma se questo e' vero, se e' vero che dal vuoto [onnipresente, come abbiamo visto] emergono, affiorano, vengono all'esistenza continuamente ed incessantemente materia ed energia, in tutte le forme e quantita' concepibili, perche', nella nostra esperienza ordinaria, non ce ne accorgiamo affatto? Anzi, di piu', perche' non siamo sopraffatti da questo rigurgito enorme e senza fine?

Parte della risposta e': perche' tutto questo, come viene incessantemente creato dal "vuoto", altrettanto incessantemente viene distrutto, riassorbito dal "vuoto" stesso. Ogni cosa, letteralmente ogni cosa che possiate immaginare, nasce continuamente dal "vuoto" [intorno a voi, dentro di voi!], vive la sua vita, e muore tornando al "vuoto". E' come un grande ribollire, una grande, vertiginosa danza cosmica, tanto che qualche Fisico l'ha paragonata alla "danza di Shiva".

Eppure noi non ne siamo consapevoli, non possiamo vedere o toccare la bellissima farfalla che proprio in questo istante si e' formata, emergendo dal vuoto, avanti i nostri occhi, non possiamo odorare la profumatissima rosa che sta sbocciando proprio ora avanti a noi... Di nuovo, perche' ? [D'altra parte e' forse un bene che sia cosi': immaginate un proiettile che si materializza proprio adesso nel vostro torace!]

Il punto e' che la vita di queste "creazioni" e' effimera: esse non vivono, di norma, sufficientemente a lungo per essere percepite anche dagli strumenti piu' raffinati; sono veramente forme fuggevoli, fantasmi impalpabili ! A questo punto, qualcuno giustamente potrebbe nutrire seri dubbi sulla loro effettiva esistenza; fugare questi dubbi, spiegare cioe' completamente quali sono le prove che abbiamo della "realta'" dei fenomeni sopra descritti, eccede i limiti di questo scritto.

E' opportuno comunque menzionare due "prove": primo, pur se le singole cose che affiorano e affondano nel'oceano del vuoto generalmente non sono "osservabili", e' tuttavia osservabile, visibile, misurabile l'effetto complessivo di tutto questo ribollire, di questa grande danza (e di fatto e' stato misurato, lo trovate sui 'sacri testi' di Fisica con il nome di "polarizzazione del vuoto"); secondo, dicendo che la vita di queste "creature" (in termini tecnici: "fluttuazioni") e' effimera, non si vuol significare che essa e' necessariamente brevissima, anzi , ci sono "fluttuazioni" che possono durare anni, millenni, miliardi di anni! Di fatto il tempo della loro vita e' legato alla loro energia dal famoso 'Principio di Indeterminazione' di Heisemberg; detto in parole, quanto piu' energetiche, quanto piu' "grosse", massicce [massa e energia, come ha scoperto Einstein, sono essenzialmente la stessa cosa] sono queste creazioni, tanto meno durano, tanto prima muoiono.

Per farci una idea quantitativa, prendiamo in considerazione la particella piu' leggera conosciuta, cioe' l'elettrone [la sua massa e' di appena un centesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di grammo!], e chiediamoci quanto vive un elettrone creatosi spontaneamente dal vuoto: ebbene, il 'Principio di Indeterminazione' ci dice che esso puo' vivere , al massimo!, un centesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo. Per renderci conto di quanto piccolo sia questo intervallo di tempo, consideriamo che:

- l'occhio umano non separa due immagini che si susseguono in meno di un decimo di secondo [cioe' "misura" al massimo un decimo di secondo],

- un buon orologio digitale misura un centesimo di secondo,

- un buon orologio elettronico arriva sul milionesimo di secondo,

- un orologio atomico arriva a un centesimo di miliardesimo di secondo.

E' facile capire dunque che non abbiamo strumenti, ne' naturali ne' artificiali per accorgersi di qualcosa che vive cosi' poco! In realta' nella Fisica delle alte energie, abbiamo "misurato", in condizioni molto eccezionali, tempi anche piu' piccoli [fino ad un decimillesimo del tempo sopra citato]; ricordiamo tuttavia che l'elettrone e' per l'appunto la particella piu' leggera e che, per il 'Principio di Indeterminazione', di quanto e' piu' grande la massa [o meglio l'energia] da creare, di tanto e' piu' piccolo il suo tempo di vita.

Cosi', un protone che nasca spontaneamente dal vuoto, essendo circa duemila volte piu' pesante dell'elettrone, vivra' per un tempo duemila volte piu' piccolo, cioe' al massimo cinque milionesimi di miliardesimo di miliardesimo di secondo; un oggetto che avesse il vostro peso, puo' si' nascere dal vuoto , ma vivrebbe solo 0 , 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 secondi, cioe' un miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo [un tempo cosi' piccolo che molti fisici dubitano perfino che possa esistere].

Abbiamo quindi fatto vedere come nella Fisica moderna "cio' che e' vuoto e' incredibilmente pieno"; eppure, per le ragioni sopra elencate, ci puo' sembrare che questo "pieno" sia in realta' qualcosa di inconsistente, di illusorio, una specie di gioco di prestigio. Ma le sorprese non sono ancora finite, come in tutti gli spettacoli, il numero d'effetto e' stato lasciato per ultimo. Non abbiamo infatti ancora preso in considerazione l'esistenza di energie negative: ad esempio l'energia di un campo gravitazionale che si crea tra le masse e' negativa. Abbiamo cosi' questo effetto paradossale: piu' aumenta la massa, cioe' la quantita' di materia, creata dal vuoto, meno tempo dovrebbe vivere, dato che cresce la sua energia positiva di "massa" [in accordo alla nota formula di Einstein: Energia= massa per velocita' della luce al quadrato]; tuttavia, se la massa creata e' abbastanza consistente, comincia a crearsi anche una considerevole energia negativa, dovuta alla forza di attrazione gravitazionale tra le varie parti di materia creata.

Cosicche', per una massa abbastanza grande, l'energia totale creata puo' essere vicina a zero e quindi, sempre per il 'Principio di Indeterminazione', la massa creata potrebbe durare per un tempo anche lunghissimo [al limite infinito, se l'energia fosse esattamente zero]. Ma quanta massa e' necessaria, perche' l'energia totale sia vicina a zero? La risposta e' [sorpresa?!]: la massa dell'universo!

Si, secondo le nostre attuali conoscenze, l'intero nostro universo ha una energia totale molto vicina a zero e quindi l'intero nostro universo potrebbe non essere altro che una "fluttuazione" del vuoto; noi, la terra, il sole, le stelle, le galassie, tutta questa immensita' che e' nata almeno quindici miliardi di anni fa, potrebbe essere una increspatura del vuoto, una bolla che forse sara' riassorbita [secondo le stime attuali piu' affidabili] tra quaranta, cinquanta miliardi di annni [o forse mai piu', se l'energia fosse esattamente zero].

E si, ci sono piu' cose tra vuoto e vuoto di quante sappia immaginarne ogni filosofia...

Mario Bruschi

19 novembre 2007

Scoperto il gene che rende immuni al virus Hiv


Grazie ad una ricerca condotta in collaborazione fra l'Istituto di immunologia dell'Università di Milano, l'Unità operativa di malattie infettive dell'azienda sanitaria di Firenze e l'Università di Osaka, in Giappone, si è scoperto che esistono persone con un particolare profilo genetico che sono immuni dal contagio del virus Hiv.


Tra circa due anni, con un semplice test, sarà possibile sapere se si è portatori dell'immunità all'Hiv e soprattutto questa scoperta potrà condurre a nuove terapie e soprattutto ad un vaccino anti-Aids.

La ricerca è iniziata a partire da uno studio giapponese su un virus che attacca i topi e che produce un tumore del sangue: il "Retrovirus di Friend". Alcuni topi erano totalmente immuni da questo virus molto simile a quello dell'Aids. Studiando il DNA di questi topi, è stato individuato il gene responsabile di questa immunità. Da questa scoperta è nata l'idea che anche nel DNA umano potesse esistere geni attivi che rendono immuni dall'Aids. A questo punto si è inserito il gruppo di ricerca italiano.
Sono stati analizzati i profili genetici di 50 coppie eterosessuali "discordanti" in cui, cioè, uno dei due soggetti sieropositivo e l'altro negativo pur in presenza di rapporti sessuali non protetti.

In quei casi non si osservava la trasmissione dell'Hiv. Successivamente nel campione sono state incluse un centinaio di prostitute che praticano sesso non protetto.
Il professor Mario Clerici, immunologo, uno dei coordinatori della ricerca, spiega: "Si trattava di verificare che, nei soggetti monitorati, alla mancanza di trasmissione corrispondeva un profilo genetico simile e si è visto, infatti, che in tutti i casi analizzati la protezione dal virus corrispondeva a un dato corredo genetico".

Dopodichè, i ricercatori hanno verificato se questo gene era presente anche in quei soggetti sieropositivi in cui non si registra progressione della malattia. E anche in questo caso l'esito è stato positivo: il gene 22Q1213 era presente, all'altezza del cromosoma 22. Clerici precisa: "non si tratta di una mutazione genetica ma della forma normale dell'assetto genetico e che quindi viene trasmesso ai figli. A conferma di un grosso vantaggio selettivo". I ricercatori, per verificare la protezione di questo corredo genetico, hanno messo in vitro le cellule "protette" naturalmente a contatto con il virus dell'Hiv: il virus non è riuscito a penetrare nelle cellule. Clerici spiega che è stato osservato che sono necessarie dosi mille volte più alte di virus perchè quelle cellule sane vengano attaccate.
La protezione dal virus è data dalla proteina sintetizzata dal gene 22Q1213 che blocca il virus sin dalle fasi iniziali di ingresso nell'organismo.

In queste persone, quindi, il sistema immunitario riesce a bloccare il virus. Questa proteina è quindi di fondamentale importanza per lo studio di terapie e vaccini. "Una proteina - continua Clerici - che stiamo codificando proprio a fine terapeutico. Quando l'avremo identificata e saremo in grado di sintetizzarla la strada per il vaccino sarà tutta in discesa". Secondo l'esperto si tratta di un principio innovativo: attivare il sistema immunitario per mettere a punto terapie basate non solo su farmaci antiretrovirali ma anche sulle naturali capacità del sistema immunitario di contrastare il virus Hiv. Tra alcuni giorni il professor Clerici e i colleghi Masaaki Miyazawa, Sergio Lo Caputo e Francesco Mazzotta, presenteranno a Budapest i risultati di questa ricerca che potrebbe segnare una svolta nella storia della medicina.
Fonte: Redazione MolecularLab.it

17 novembre 2007

Fallujah:La strage nascosta



Anche se gran parte della popolazione mondiale non lo accetta per molti motivi (programmazione mentale, indifferenza, ecc.), ormai è certo che nel mondo esiste il più potente regime militare guerrafondaio. Si tratta del regime statunitense. Un regime sanguinario che invade paesi sovrani massacrando centinaia di migliaia di innocenti con la complicità diretta di molti paesi europei come la Gran Bretagna, l'Italia, ecc.

Dopo l'Afghanistan, invaso esclusivamente per motivi strategici, l'Iraq è stato invaso dagli Usa e successivamente dalle nazioni complici (la famosa infame e ipocrita «missione di pace») perché produceva armi di distruzione di massa. Una motivazione che in seguito è stata categoricamente smentita. Ma guarda caso, coloro che hanno invaso l'Iraq, perché secondo il loro punto di vista produceva armi di distruzione di massa e quindi andava fermato per il bene dell'umanità, hanno utilizzato a Fallujah armi di distruzione di massa; armi categoricamente vietate dalle convenzioni internazionali. Le Nazioni Unite, lo stesso organo che sta preparando delle sanzioni contro l'Iran, hanno fatto finta di niente, come al solito.

A mio avviso, la cosa più triste è che l'umanità ha permesso che accadesse tutto ciò ! Ed è ancora seduta a guardare senza fare nulla mentre i «costruttori di pace», come si definiscono, effettuano genocidi e ne stanno preparando altri. Sembra quasi che questa strana umanità, che io definisco umanità da spazzatura perché ormai da tempo morta spiritualmente e psichicamente, stia seduta comodamente a guardare ed aspettare pure anche la prossima invasione (genocidio), quella dell'Iran.


SPEZZONI TRATTI DAL DOCUMENTO INCHIESTA DI RAINEWS24

JEFF EGLEHART (EX MARINE)

“Ero in missione a fallaujah all'interno della ranger zone. Ero a 150 metri da dove si svolgeva l'attacco. Abbiamo ricevuto l'ordine diretto che qualsiasi individuo che camminava o si muoveva era un obbiettivo”.

Domanda voce maschile: È vero che avevate ordine di sparare anche a ragazzi di dieci anni ?

Risposta marine: “Quando siamo arrivati in Irak c'era uno standard di combattente: dai 18 ai 65 anni, ma quando siamo giunti a Fallujah il target è sparito perché effettivamente in città c’erano ragazzi di 10 anni che usavano il mitra”.

A suo figlio cosa racconterebbe della battaglia di Fallujah ?

Risposta marine: “Che è stato un genocidio, è stato bombardato tutto il bombardabile. Non è stata una guerra ma un omicidio di massa”.

Di quest'omicidio di massa noi non abbiamo potuto vedere nulla. Sono pericolose le informazioni che escono da Fallujah, i pochi che hanno cercato di diffonderle ne sanno qualcosa. Due giornalisti di Al Arabya sono stati arrestati dalla polizia irachena nel marzo scorso, le loro video cassette sono state sequestrate. Il collaboratore di Diario morto in Iraq, Enzo Baldoni, nelle ultime settimane stava lavorando su Fallujah, così come la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena è stata rapita proprio mentre stava realizzando un’inchiesta sui profughi della città.

Viene il sospetto che la storia di come è stata esportata la democrazia a Fallujah non deve essere raccontata.

Voce maschile: lei aveva raccolto informazioni particolari su Fallujah ?

VOCE FEMMINILE: GIULIANA SGRENA (GIORNALISTA “IL MANIFESTO”) “Non solo su Fallujha, avevo ascoltato racconti da parte degli abitanti sull'utilizzo di armi particolari, tipo napalm, a Baghdad durante la battaglia dell'aeroporto nell'aprile del 2003, e poi avevo raccolto, poco prima di andare a intervistare i profughi della città, testimonianze da altri abitanti di Fallujah su l'uso di armi al fosforo bianco. In particolare, delle donne che avevano cercato di rientrare nelle loro case avevano trovato delle polveri particolari disperse su tutta la casa, gli stessi americani gli avevano detto di pulire la casa con detergenti, perché quelle polveri erano molto pericolose. Infatti, loro avevano avuto degli effetti sul loro corpo, sanguinamenti e cose molto strane. Io avrei voluto intervistare queste persone, ma purtroppo i miei rapitori, che si dicevano appartenere alla resistenza di Fallujah, mi hanno impedito di raccontare quello che avevo saputo di Fallujah rapendomi.

Questa guerra non può avere testimoni ! Non può avere testimoni perché si basa sulle menzogne. Gli americani hanno concesso di andare a Fallujah solo ai giornalisti “embedded”. Nonostante questo, per esempio è uscita l'immagine del marine che spara sul combattente ferito e disarmato all'interno della moschea di Fallujah. Ma proprio perché questa immagine è uscita, non si sà bene come, ed è stata diffusa in tutto il mondo, il giornalista dell'Nbc che l'aveva ripresa è stato immediatamente espulso dal corpo degli embedded”.

SECONDA VOCE FEMMINILE: PAOLA GASPAROLI ONG. “UN PONTE PER”

“C'è anche la storia inquietante di un giornalista indipendente, che entra a Fallujah a gennaio, rimane per 10 giorni, intervista persone, filma. Esce dalla città, esce dall'Iraq, dalla Giordania e arriva negli Stati Uniti, si ferma in un albergo e va in spiaggia, quando rientra scopre che la porta della camera è stata forzata, le cassette del suo girato trafugate, le uniche sparite quelle riguardanti il lavoro fatto a Fallujah. Il suo nome è Mark Manning, anche questo può far parte del tentativo di non far dire esattamente cosa è successo a Fallujah“.

Fallujah è il cuore del triangolo sunnita, l'area più ostile all'occupazione americana. Crocevia tra Baghdad e la Giordania. È… anzi era, la città delle moschee e della scienza. La distruzione descritta in un rapporto del gennaio del 2005 dell'Unami, l'ufficio dell'Onu in Iraq, rimasto a lungo segreto, è definita “scioccante”. Le case colpite sono circa 37 mila. Gli americani segnano con una x rossa le case ripulite o disinfestate, come scrivono sui loro rapporti. Sui morti ancora oggi non ci sono cifre ufficiali. “Posso onestamente dire che non sono a conoscenza di alcun civile ucciso”, ha dichiarato il generale dei marines John Sattler, il 18 novembre. Le immagini girate i giorni seguenti all'attacco sembrano smentirlo: le vittime civili furono a centinaia.

Vivere da quelle parti non è certo facile se si spara anche a chi ha un drappo bianco in mano in segno di resa …qualcuno riesce a scappare altri no…

Negli ospedali si raccolgono queste testimonianze :

Donna di Fallujah: (parla in modo concitato)

“Questo bimbo ha perso una gamba, è stato ferito con la sua mamma ! Sono dei mujaheddin ? È forse lui al Zarquawi ?”

Voce maschile:

“Questo è mio figlio … dopo il primo bombardamento degli americani in aprile il suo corpo è cominciato a cambiare, il cranio è cresciuto”.

VOCE MASCHILE

Il dott. Mohammad Hadeed con una sua equipe entra a Fallujah autorizzato dagli americani, con il triste compito di riconoscere e seppellire i morti. Il filmato girato, come si vede dalla data, dopo i bombardamenti di novembre, mostra i corpi di civili uccisi, di donne sorprese a pregare con il misbaha in mano, il rosario islamico, i corpi mostrano strane ferite, alcuni sono consumati fino alle ossa, altri hanno la pelle staccata dalla carne …

Ma non si vedono segni di proiettili. I volti sono letteralmente fusi, così come alcune parti del corpo, i vestiti incredibilmente intatti, e così si riescono a distinguere gli insorgenti che indossavano giubbotti da combattimento, dai civili…

Anche gli animali sono morti senza segni apparenti di ferite.

Nel filmato c'è documentata anche l'inquietante storia del'Imam Hassan Nuymy (Noaimi’), di Baghdad, ricercato e arrestato dalle nuove milizie irachene, addestrate dagli americani, perché sospettato di essere troppo vicino alla resistenza di Fallujah, trovato morto con altre 5 persone. Sui corpi i segni di una tremenda tortura: la pelle ustionata di chi è stato messo su una graticola, i buchi praticati probabilmente da un trapano. Metodi tremendi, usati ci dicono, dai servizi segreti di alcuni paesi mediorientali per estorcere informazioni.

Mohamad Tareq Al-Deraji, laureato in biologia, è direttore del centro studi per i diritti umani, un'organizzazione nata a Fallujah nel 2004. Mohamad è stato invitato al parlamento europeo da alcuni deputati della sinistra, per raccontare ciò che accade nella sua città.

SECONDA VOCE MASCHILE : MOHAMED

“Signori e signore vi vorrei ringraziare per il vostro invito al parlamento europeo, io sono partito dalla mia città per denunciare la situazione in Iraq, c’era stato detto che sarebbe stata portata la democrazia, invece c’è un aumento della violenza, della violazione continua dei diritti umani, non solo a Fallujah, ma in tutte le città dell'Iraq”.

Domanda voce maschile: si aspettava più parlamentari presenti ad ascoltarla …?

Risposta Mohamed: “Non so… spero molto in voi giornalisti per raccontare ciò che accade nella mia città.

Mohamed apre il suo pc e ci mostra la foto di una vittima di Falluja: una donna coricata sul fianco, i vestiti intatti che nascondono un corpo bruciato, un velo che copre come una sindone un volto fuso dal calore.

Mohamed: “Nel quartiere di Al Skarj ci sono stati corpi di persone uccise sicuramente da armi particolari, non c'erano proiettili, si sono bruciati solo i corpi, solamente i corpi, non i vestiti…è strano ! Le ferite erano particolari… quale tipo di armi abbiano usato non lo sappiamo esattamente …”

In quale stato avete trovato i morti ?

“In differenti modi, molti sono stati uccisi nel sonno altri mentre cucinavano, altri ancora mentre pregavano… Quando siamo entrati a Fallujah ci hanno detto che i soldati americani hanno dato fuoco a corpi di iracheni morti per coprire le prove dell’utilizzo di armi chimiche e dei loro effetti. Testimoni hanno visto una pioggia di sostanze incendiarie di vario colore, quando colpivano la gente i corpi cominciavano a bruciare e anche quelli che non erano colpiti avevano difficoltà a respirare”.

D: Perché tanta durezza in questi bombardamenti ?

R:“Nella battaglia di aprile cercavano chi aveva ucciso i 4 contrattor americani. Nella battaglia di novembre hanno cercato Al Zarqawi, per me è stata una scusa per distruggere Fallujah. Io abito a Falluja, né io né altri hanno mai visto Al Zarqawi, i suoi luogotenenti, né ne abbiamo mai sentito parlare. Hanno distrutto più di cento case dove dicevano che c'era Al Zarqawi. Ebbene, perché non è stato ucciso Al Zarqawi ?“.

Il Colorado è un grande stato, uno di quelli che ha dato più uomini all’esercito americano nella battaglia in Iraq. A circa 150 chilometri a ovest di Denver, tra le montagne, incontriamo Jeff e Garret, due marines, insieme hanno gestito un sito web che dava informazioni sulla guerra dall’Iraq, ma quando l’intelligence l’ha scoperto, l'ha subito chiuso. Ci mostrano del materiale filmato a Falluja girato da un compagno.

D: Garret, lei faceva il cecchino ha mai ucciso civili ?

R: Si, li ho uccisi !

D: Quando ?

R: Durante gli scontri, la gente cercava di scappare anche con le macchine, nel panico venivano verso di noi, e io ho sparato. L'orrore provato per aver ucciso degli innocenti mi ha dato la spinta definitiva per raccontare quello che stava avvenendo in Iraq.

D: Jeff , invece lei ha partecipato all’attacco nel novembre del 2004, quello più terribile, sono state usate armi chimiche a Fallujah ?

JEFF EGLEHART (EX MARINE) R: Da parte degli Stati Uniti? Assolutamente si. Sicuramente il fosforo bianco, probabilmente il napalm, chiamato mk 77

D: Ne è sicuro ?

R: Si

D: Come fa ad esserne certo ?

R:“ Ho sentito per radio l'ordine di fare attenzione perché veniva usato il fosforo bianco, nel linguaggio militare viene chiamato Willy Pete”.

Contrariamente a quanto detto dal dipartimento di stato americano, il fosforo non è stato usato in campo aperto per illuminare le truppe nemiche: per quello sono stati usati i traccianti. La pioggia di fuoco scaraventata dagli elicotteri americani sulla città di Fallujah, la notte dell'8 novembre, come mostrato da questo documento eccezionale, prova che l'agente chimico è stato usato in maniera massiccia e indiscriminata sui quartieri di Fallujah…

Nei giorni seguenti, la foto di un satellite americano così riprendeva Fallujaha: una città annerita, bruciata.

JEFF EGLEHART (EX MARINE) R:“Il fosforo bianco… quando esplode si disperde come una nuvola. Se colpisce un essere umano lo consuma fino all’osso, ma non necessariamente brucia i vestiti, perché agisce sulle molecole che contengono acqua. Brucia l'ossigeno e inalandolo si muore”

D: Lei ha visto l'effetto di queste armi ?

R: “Si, ho visto dei corpi bruciati. La differenza tra le altre armi e il fosforo bianco si vede. Brucia sciogliendo la carne e deformando il corpo, lo scioglie… Durante i bombardamenti sono stati colpiti sia civili che combattenti, sono stati uccisi… donne e bambini. Anche gli animali. L'effetto di questa nuvola colpisce fino a 150 metri di diametro e chi è in quel raggio è spacciato.”

D: Alcuni filmati testimoniano violazioni all'interno di moschee, di croci nere dipinte sui muri e sul corano, lei sa qualcosa in merito ?

R:“Ho sentito di molti vandalismi da parte di soldati frustrati da molti mesi di combattimento, soprattutto a Baghdad, Mosul…. Anche questo fatto di dipingere le croci e del corano buttato in terra è molto comune. Un nostro giornale militare, l'Army Times, parlava di questo.”

D: È vero che avete aspettato il risultato delle elezioni, la conferma della vittoria di Bush per bombardare Fallujah ?

“Sono contento che mi abbia fatto questa domanda, perché è andata esattamente così. Abbiamo avuto direttamente ordine dal Pentagono di non attaccare fino al risultato delle elezioni. Questo ha fatto innervosire molto i militari”.

Alice Mahon è stata parlamentare laburista dal 1987 fino a pochi mesi fa, a quando ha deciso di abbandonare i banchi di Wenstmiste. La Mahon aveva presentato fin dal 2003 numerose interrogazioni parlamentari chiedendo al ministero della difesa inglese se fosse vero che gli Stati Uniti avevano utilizzato armi chimiche, e il ministero, dopo aver negato più volte, nella risposta del 13 giugno 2005 risponde così…

“Ho il rammarico di dirvi che sono sinceramente dispiaciuto, che questa non è la verità e che ora dobbiamo correggerci. Gli USA hanno distrutto il loro arsenale di napalm usato in vietnam nel 2001, ma dai rapporti dei marines in servizio in Iraq nel 2003 si legge che è stato usato l'mk77. La bomba incendiaria mk77 non ha la stessa composizione del napalm ma ha lo stesso effetto distruttivo. Il pentagono ci ha informato che questi ordigni non vengono generalmente usati in aree dove sono presenti civili“.

ALICE MAHON ( EX DEPUTATO LABOUR PARTY)

“Ho deciso di non ricandidarmi perché non volevo più appoggiare un governo, un primo ministro, che secondo me si è reso protagonista di crimini di guerra… All'inizio avevamo sentito che l'esercito americano aveva usato sostanze simili al napalm, alla fine lo hanno ammesso”.

D: voce maschile: Una convenzione dell'ONU, che gli Stati Uniti non hanno firmato, aveva messo al bando il napalm. L'mk 77 è così diverso ?

“No, non è per niente diverso, ha esattamente lo stesso effetto del napalm, ha solo cambiato nome, brucia ugualmente i corpi delle vittime. Addirittura li scioglie. È una vergogna che gli Stati Uniti lo usino, è una vergogna che il nostro governo li copra”.

D: voce maschile: Questa guerra è cominciata perché si era alla ricerca di armi di distruzioni di massa. Non è paradossale sapere che le armi chimiche sono state usate proprio dagli Stati Uniti ?

“È assolutamente così, l'ipocrisia di questa guerra è sempre stata puzzolente. Era cominciata con la scusa di cercare le armi di distruzione di massa… Gli Usa volevano solo controllare il petrolio di quella regione. Però non si può scappare dalla verità, primo o poi il governo americano e quello inglese dovranno rispondere di questi crimini”.

IRAQ CONFIDENTIAL

In Iraq, l’ispettore ONU per gli armamenti Scott Ritter e il suo team erano determinati a scovare le armi di distruzione di massa. La CIA era altrettanto determinata a fermarli. La verità era che l’Iraq non possedeva alcuna arma di distruzione di massa. Al tempo, se questa informazione fosse uscita allo scoperto avrebbe impedito agli Stati Uniti l’intervento militare in quel paese.

Iraq Confidential trasmette la reale disillusione di un patriota che scopre le menzogne e le malefatte del proprio governo. Ritter racconta un mondo di sotterfugi e raggiri, in cui niente è come sembra. Una schiera di personaggi (uomini del Mossad, dell’MI6, della CIA…) arricchisce una poderosa narrazione, che rende il volume intrigante come un thriller.
fonte:www.nonapritequelportale.com

16 novembre 2007

La giustizia e, la legge dell'Amore


Al Presidente della Repubblica Italia
Agli Onorevoli Deputati e Senatori
Alle forze di pubblica sicurezza
Alle forze armate
Al Popolo del mondo intero
e soprattutto a tutti gli Uomini di buona volontà!

Innanzitutto la giustizia non è solo un termine letterario ma uno specifico sentimento e desiderio innato che fa parte del DNA dell'uomo così come il bisogno di essere amati ed amare.


Purtroppo, però, da quando esiste l'uomo sulla terra, la giustizia è stata esercitata da uomini che non sono mai riusciti a gestirla ed a rispettarla in maniera perfetta (questo vale per tutte le epoche e le società – nda). Inoltre c'è da considerare che l'uomo ha interpretato la giustizia in modo soggettivo e relativo.

Soggettivo, in quanto ogni uomo interpreta ciò che può sembrare giusto e ciò che può sembrare sbagliato in base a tre fattori:

1) Conoscenza e consapevolezza personale
2) Usanze, tendenze, costumi e conoscenze dell'epoca in cui vive
3) Legislazione imposta dal potere umano di turno

Queste hanno influito sulla coscienza dell'individuo, sul suo modo di percepire il senso di giustizia, sul suo modo di pensare e comportarsi (chi più chi meno – nda).

Relativo, in quanto ha giudicato sé stesso e gli altri in relazione alla concezione di giustizia personale e della legge vigente al suo tempo oltre che in base a vantaggi o svantaggi personali… e nel caso di un governante anche in relazione alla detenzione del suo potere.

Quindi possiamo affermare che il termine con cui ci riteniamo giusti individualmente e come società strutturata, è differente da persona a persona, da società a società e da epoca ad epoca. Non tralasciando comunque che ci sono ed esisteranno sempre dei fattori di base come l'omicidio, la rapina, il sopruso, la violenza… che rimangono inalterati nel tempo e in ogni società. Ma oltre a questi ci sono tutti quei comportamenti che possono comunque arrecare danni gravi ad altri o alla natura, ma che variano e cambiano nel tempo.

Questo è un bug… un errore della Matrix…!! Che non viene percepito dall'umanità in maniera totale in quanto la vita umana ha breve durata in confronto alla storia secolare. Ma la Giustizia dovrebbe essere Ente Supremo, immutabile, univoca, imparziale, indifferenziata, super partes ed eterna. Ma questo non è affatto così sulla terra. PERCHE'??

Perché l'umanità non ha ancora compreso che non potrà mai giudicare e distinguere davvero il bene (vero) dal male (vero), senza prima conoscere l'universo intero! E ciò è impossibile allo stato attuale. Ma una Giustizia giusta, immutabile, imparziale e Suprema ESISTE COMUNQUE al di fuori della Matrix terrena! Così come esistono tra le migliaia di leggi umane, quelle giuste, utili e veramente importanti!
Eppure assistiamo da secoli al triste spettacolo dell'ingiustizia in ogni sua variegata e, a volte, inconoscibile forma.

Quasi tutti gli esseri umani nella loro vita si sono innalzati a giudici degli altri e spesso solo per “sentito dire”, da informazioni indirette e incomplete, per passaparola… in cui l'ingiustizia assume la forma più bieca e non riconoscibile come tale… IL PETTEGOLEZZO!

Nel nostro secolo le notizie indirette e spesso incomplete vengono rilanciate nel mondo dei media e, a loro volta, sono riprese dagli uffici di redazione che, a loro volta, le passano ai capi redattori per la correzione e gli aggiustamenti del “caso” a loro insindacabile giudizio; poi le ripassano agli speaker delle radio, ai giornalisti ed agli annunciatori TV per darle “in pasto” all'opinione pubblica, così come viene lanciata la carne agli alligatori nelle gabbie.

Da questo passaggio in poi nasce un'ulteriore passaparola di: “HAI SENTITO.”? Così nasce il “giustizialismo”! La forma più devastante e aberrante di manipolazione del senso di giustizia nella coscienza individuale e collettiva. Diventa di fatto “gossip”, senza che NESSUNO se ne renda mai conto… tanto per parlare, che male si fa… ??

Ultimo esempio eclatante è ciò che è accaduto domenica scorsa al nostro fratello umano Gabriele. [Riposi nella pace in attesa della sua chiamata]

Sin dai primi momenti, tutti i media, pur riportando la notizia della morte di una persona, non hanno fatto altro che spostare l'attenzione dal fatto più grave e importante, EVIDENZIANDO i termini: ultrà, tifosi, scontri, violenza, teppisti, illegalità, sicurezza, criminali ecc., mentre, in sottofondo alla notizia, passava quasi inosservata la frase: poliziotto spara in aria...

Il TG1, pur dando ampio risalto all'evento manda in continuazione una registrazione video in cui si vede sempre la stessa scena: “un operatore in tuta bianca con alcune persone intorno che apre e chiude il portellone posteriore dell'auto della vittima… senza che ci sia nessuno intorno alla scena del crimine…”. Signori siamo o no in un luogo pubblico?? In genere, le persone sono assetate di guardare le disgrazie… o no? Quante volte per strada quando succede un piccolo incidente TUTTI fanno la fila per guardare??

Quel giorno non c'era nessuno!!! Solo poche persone delle forze di PS. Come mai..?

Nel frattempo (in diretta TV) l'inviata [speciale..??] sul posto del TG1 cosa fa??
Con i potenti mezzi della Televisione Nazionale telefona, badate bene, IN DIRETTA al conduttore del telegiornale.. .TELEFONA??!! E la telecamera??
NESSUNA intervista in diretta ai proprietari o agli avventori o ai presenti (ce ne saranno stati o era deserto?…), nessuna immagine in diretta… nemmeno fossero a Khatmandù… frasi confuse… spiegazioni frammentarie…; non si sa ancora nulla… scontri fra tifosi… gruppi di ultrà.. poliziotto spara in aria per dividere e disperdere i VIOLENTI… nessuno si è accorto di NULLA, sino a quando si sono presentati gli agenti della DIGOS per “sequestrare” i nastri delle telecamere a circuito chiuso... COME..?? Nessuno si accorge di una mega rissa in una stazione di servizio...?? Nessuno nella piazzola di domenica quando il popolo nazional-lavoratore spende i pochi soldi nelle autostrade verso le gioie domenicali…?? Ma se sono sempre piene le piazzole delle stazioni di servizio quando ci passo io la domenica - può essere che sbaglio itinerario… forse…?

A seguire, sul 1° canale nazionale, il programma “Buona Domenica” apre la puntata con “L'Arena” povero spettacolo di gossip domenicale condotto dal 'Gilletti', incentra la discussione tutta sui teppisti, violenti, criminali, tifosi e ultrà, facendo addirittura rivedere le immagini degli scontri in cui perse la vita, un'altra vittima, il povero Raciti.

Gli invitati ipocriti benpensanti e benvestiti, ma poveri in sapienza non fanno altro che urlare, inveire, accusare… i giovani senza più valori, le società calcistiche responsabili dei comportamenti dei loro tifosi, delle leggi troppo permissive, del bisogno di prevenire e reprimere con mano forte gli scalmanati, di inasprire le pene per i violenti. Chiedono pene più severe e certe. Il messaggio è: mettiamoli tutti dentro e buttiamo le chiavi!

Mentre l'imparziale e candido pseudo-giornalista 'Gilletti' con il suo visino buonista dirigeva il concerto, gli venivano consegnate veline su cosa doveva dire, di questi potenziali intellettuali da mercatino del quartiere.

Mentre tutto questo intratteneva i poveri [nel senso letterale] rimasti a casa con il poco denaro a disposizione per arrivare a fine mese [altrimenti sarebbero stati tutti sulle autostrade per viaggiare felici verso mete domenicali… e forse è per questo motivo che la stazione di servizio era deserta], il parallelo tam-tam telefonico percorreva l'Italia da Nord a Sud gridando: “…un poliziotto ha ucciso un tifoso seduto in auto.. innocente…”. Potete immaginare che, nel frattempo, gruppi formati da poche centinaia di chissà quali soggetti abbiano iniziato un'opera di violenza su cui si sono automaticamente concentrati i media e così il faro alogeno è stato spostato dalla scena del delitto e dalla sua gravità per amplificare l'operato di facinorosi e fasulli ultrà che sono serviti da copertura ed offuscamento della reazione dell'opinione pubblica.

Di fatto TUTTI il giorno dopo ricordavano un morto, ma soprattutto la violenza dei teppisti di strada.
Complimenti, informazione giornalistica per la professionalità e l'imparzialità!!!

Di chi è la colpa…?? Cosa è successo veramente…?? Chi ha sparato e perché…?? Chi era Gabriele…?? Domande che rimarranno inevase! Mentre rimane la morte di un'altra vittima del male assoluto, dell'ingiustizia, della superficialità, della mancanza di rispetto dell'uomo verso il suo fratello!!!

Non desidero addentrarmi nei meandri del bosco: non è mio compito in questo momento. Quello che lo spirito desidera in questo triste momento è solo fratellanza e Amore.

Tu che leggi non lasciarti possedere dai vestiti che porti… non permettere che la divisa da te scelta, che sia da tifoso o da militare, da giudice o da governante… ti possieda al punto da ANNULLARE la tua coscienza: quello che hai di fronte è un TUO FRATELLO, nel bene e nel male.

UCCIDERESTI TUO FRATELLO O TUA SORELLA?? SMETTILA DI ODIARE IL TUO SIMILE!
CHI SEI TU, UOMO PER TOGLIERE IL DIRITTO ALLA VITA DI UN TUO FRATELLO??!!
CHI SEI TU CHE GIUDICHI, PENSANDO DI NON ESSERE MAI GIUDICATO??!!
CHI SEI TU CHE TI FAI GIUSTIZIA DA SOLO, FACENDO LA STESSA COSA DI QUELLI CHE CONDANNI??!!
CHI SEI TU CHE, NEL NOME DELLA GIUSTIZIA, CONDANNI ED UCCIDI??!!
CHI SEI TU CHE, NEL NOME DI DIO, TI ERGI A GIUDICE DELL'UOMO??!!
CHI SEI TU CHE, SUCCUBE DI ALTRI UOMINI, UBBIDISCI LORO QUANDO TI ORDINANO DI UCCIDERE UN TUO FRATELLO??!!
CHI SEI TU CHE, NEL NOME DEL TUO DOLORE, UCCIDI CHI HA UCCISO??!!
CHI SEI TU CHE TI FAI POSSEDERE DAL MALE, ANNULLANDOTI COME ESSERE UMANO??!!
CHI SEI TU, UOMO??!!

SEI UN SEMPLICE UOMO, UNA CREATURA, UN PUNTINO SU UN PUNTO UN PO' PIU' GRANDE IN UN IMMENSO MARE DI PUNTI, UN NIENTE DI FRONTE AL CREATORE DEGLI UNIVERSI IMMANI. CREDI TU DI NON DOVERNE MAI RENDERE CONTO??? STAI SICURO CHE NE RENDERAI CONTO ANCHE TU CHE SEI SFUGGITO AL TRIBUNALE UMANO!!!

IPOCRITA!!

Abbandona le tue vesti.. spogliati dei tuoi giudizi.. rinasci come un VERO UOMO..!!
Ama e lasciati amare, abbraccia e lasciati abbracciare, condividi con tutto e con tutti la tua vera essenza, godi pienamente della gioia di stringerti con gli altri tuoi simili di qualsiasi natura, colore, divisa, appartenenza, classe, istruzione.. ecc. ecc.

SIAMO TUTTI FRATELLI SU UN UNICO PUNTO DISPERSO NELLO SPAZIO INFINITO!!


Fratello tifoso, Fratello ladro, Fratello drogato, Fratello ubriacone, Fratello disperato, Fratello senza casa e lavoro, Fratello nella strada, Fratello di sinistra, Fratello di destra, Fratello di centro, Fratello poliziotto, Fratello carabiniere, Fratello finanziere, Fratello soldato, Fratello operaio, Fratello artigiano, Fratello dirigente, Fratello deputato, Fratello senatore...

Onorevole PRESIDENTE

ASCOLTATE UNA VOCE CHE GRIDA NEL DESERTO...


Non giudicate ed il Padre non vi giudicherà. Egli infatti vi giudicherà con lo stesso criterio che voi usate per giudicare gli altri. Con la stessa misura con la quale voi trattate gli altri, Dio tratterà voi. Fate agli altri tutto quello che vorreste fosse fatto a voi.
Quando verrà il giorno del giudizio, molti mi diranno: “Signore, Signore! Tu sai che noi abbiamo parlato a nome tuo, e invocando il tuo nome abbiamo fatto molte opere potenti. Ma allora io dirò: Non vi ho mai conosciuti. Andate via da me… operatori di illegalità.

Se conosciamo e parliamo tutte le lingue del mondo e anche quelle degli [angeli] ma non abbiamo Amore, siamo un cembalo rimbombante, uno strumento che suona a vuoto.
Se abbiamo il dono di essere profeti e di conoscere tutti i misteri, se possediamo tutta la scienza e tanta fede da smuovere i monti, ma non abbiamo vero Amore, non siamo niente.
Se diamo tutti i nostri averi ai poveri, se sacrifichiamo il nostro corpo
ma non abbiamo vero Amore, non serve a nulla.
Perché chi Ama davvero è... paziente e generoso. Chi Ama non è mai invidioso, non si vanta non si gonfia di orgoglio.
Chi Ama è generoso, è rispettoso... non cerca mai il proprio interesse, non cede alla collera ed al male... dimentica i torti subiti.
Chi Ama davvero non gode dell'ingiustizia, la Verità è la sua gioia.
Chi Ama è sempre comprensivo, sempre fiducioso, sempre paziente, sempre aperto alla speranza.
L'Amore non tramonta mai. Cesseranno i doni dello Spirito…
il dono delle lingue cesserà, la profezia sarà eliminata, la conoscenza svanirà. Poiché abbiamo conoscenza parziale e la profezia è limitata.
Ma quando sarà arrivato ciò che è perfetto, ciò che è parziale sarà eliminato.
Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo e ragionavo come un bambino.
Ma, da quando sono un uomo, ho smesso di agire così.
Poiché oggi vediamo in maniera confusa, come per mezzo di un vecchio specchio,
ma allora sarà faccia a faccia.
Al presente conosciamo parzialmente, ma allora conosceremo accuratamente
come siamo accuratamente conosciuti.
Ora dunque ci sono tre cose che non svaniranno: fede… speranza… amore.
Ma di queste la più GRANDE di tutte è...

AMORE...!


B O J S

15 novembre 2007

E, venne il grande gelo


A Napoli i pignoramenti di case sono aumentati del 29%, a Milano del 22%, a Roma del 21%. Ma le cifre assolute sono piccole: nessuno si accorgerà delle 317 famiglie in più rispetto al 2006 che a Napoli non sono riuscite e pagare il mutuo variabile, o delle 317 di Roma, o delle 227 di Milano. Sul lastrico, ma non saranno un problema sociale.
Consoliamoci: in USA, la Commissione Economia del Congresso prevede che entro il 2008 le famiglie americane buttate fuori di casa saranno due milioni.
Sub-prime borrowers.
Il prezzo della casa mediana americana era di 262.600 dollari a marzo; in settembre è sceso a 211.700. un crollo del 18%, rapidissimo.
In Italia, dicono le banche, non può accadere.
Solo l'1% di mutui non vengono pagati.
E' la lunga abitudine a mentire, o la abituale cieca, avida stupidità?
A tre mesi dal colossale collasso speculativo americano, ancora non si prende atto del disastro.E il collasso continua.


Merrill Lynch ha ammesso di avere in tasca «obbligazioni sostenute da debito» (CDO) ed altre carabattole derivate e sub-prime fantasiosamente confezionati per 8,4 miliardi di dollari.
Ora, visto che nessuno vuol comprare quella rumenta, deve detrarre la cifra come perdita.
Meno di un mese fa aveva mentito: solo 5 miliardi di dollari di perdite, aveva assicurato.
La cifra è astronomica: si pensi che la bancarotta del Long Term Capital Management nel 1997, un fondo speculativo fondato da due cretinissimi premi Nobel (Merton e Sholes) aprì un buco di 4,6 miliardi di dollari, provocando la necessità di un intervento-salvataggio di Stato.
Merrill Lynch è fallita, e cerca un compratore: invano, di questi tempi.
Altre splendide banche speculative, di cui i media ci hanno raccontato le epiche storie, saranno trascinate nel baratro, gonfie di CDO che avevano scritto all'attivo per cifre insensate («valori» definiti in base a formule matematiche e valutazioni delle agenzie di rating, non dal mercato), ed ora valgono zero.
Vediamo: solo le perdite del terzo trimestre hanno divorato un quinto del capitale proprio di Merrill Lynch.
Il che significa che i prestiti che potrà concedere si contrarranno di un multiplo della perdita.
Così la rovina degli speculatori finanziari si riflette sull'economia reale: meno fidi e meno mutui, a prezzi più cari.
E non solo: «C'è il timore che le quattro più grandi banche USA stiano ancora cercando di nascondere i loro debiti», dice Hans Redeker, capo del valutario a BNP Paribas .
Quello che è finito è la sola grande industria americana rimasta: «L'America si è specializzata nella produzione di debiti (delle famiglie, delle imprese e delle istituzioni pubbliche) e nella vendita di tali debiti a detentori esteri [fondi-pensione tedeschi, assicurazioni giapponesi, magari anche comuni italiani ed altri gonzi], che stanno per accorgersi che rischiano di non essere mai rimborsati», scrive il sito d'analisi francese Europe 2020.
E fa il paragone coi «prestiti russi»: titoli di debito emessi dal regime zarista prima del 1917 - la Russia era in frenetico sviluppo economico sotto lo Zar, aveva bisogno di capitali - furono comprati in massa da risparmiatori europei, specie francesi.
Poi arrivarono i bolscevichi: e con quei fogli di carta filigranata, ornati di aquile, diversi francesi si fecero la tappezzeria.Ora è peggio.L'America è già in stato d'insolvenza, dato che il cumulo dei debiti privati, pubblici e familiari supera il quadruplo del prodotto interno lordo.
E gli effetti mondiali già si vedono.
Il Giappone è tornato in recessione: la costruzione di case nuove è calata del 23,4% in luglio, e del 43,4% in agosto.Londra ha conosciuto la prima corsa agli sportelli dal 1878, quando fallì la City of Glasgow Bank. La Banca Centrale Europea ha iniettato 400 miliardi di euro in liquidità - cifra mai vista - senza esito apparente.La Spagna ha il 98% dei mutui a tasso variabile di tutta la eurozona (trionfo dell'edilizia speculativa), ed ora l'intera eurozona subisce un aumento dei tassi di almeno mezzo punto: la Spagna è spacciata, e tanto più gli spagnoli che hanno comprato la casa all'apice dei prezzi, e la dovranno vendere a prezzi crollanti.
In Inghilterra, il costo dei fidi per le imprese è rincarato di quasi il 2%.

La Federal Reserve non solo ha iniettato, ma ha tagliato i tassi di mezzo punto e sta versando denaro alle banche accettando come collaterale quei CDO che non valgono nulla: anche con lo sconto, è come comprasse escrementi di cane come gioielli.
Si calcola che tutta quella cacca confezionata in pacchetti emessa dalle banche ammontasse a 2 trilioni di dollari, duemila miliardi, ovviamente prima del diluvio.
Ben Bernanke ha chiamato le banche a creare un fondo di salvataggio da 100 miliardi: eterno ottimista.
Non stupisce che il dollaro canadese valga ora di più di quello americano, e che i detentori di cacca e Buoni del Tesoro USA, Arabia Saudita in testa, si siano sganciati dal dollaro, e Taiwan, Corea, Vietnam e Cina stiano alleggerendosi di dollari USA.
La Banca d'Inghilterra ha avvertito, nel suo periodico «Financial stability Report», che «i prestatori sono ancora in seri guai», e che resta il rischio di «un crollo della proprietà commerciale», e le azioni sono «particolarmente vulnerabili».
La crisi d'agosto, conclude, può ripetersi «su scala ancora più larga».
E il petrolio è a 92 dollari.
Che cosa si vuole di più per parlare di grande recessione imminente?

Siamo nella prima delle sette fasi della crisi sistemica predetta da Europe 2020: la trasmissione globale della infezione finanziaria scoppiata in USA, e il passaggio dalla crisi di liquidità alla «crisi di fiducia in tutti i valori finanziari e monetari americani» .
«Bisognerà attendere ancora un anno perché la vastità delle perdite generate dalla crisi dei subprime e la sua amplificazione attraverso i CDO si manifesti pienamente» e si ripercuota sui sistemi finanziari occidentali, sui detentori di «attivi finanziari» USA, e sull'economia reale.
Dopo, verranno le altre fasi.Ci limitiamo a darne l'elenco secondo Europe 2020:

Fase 2 - «Crollo borsistico, in particolare in Asia. Da - 20% a –50% in un anno, secondo le varie regioni del mondo».
Fase 3: - Esplosione delle varie bolle immobiliari mondiali: Regno Unito, Spagna, Francia e Paesi emergenti.
Fase 4 - Tempesta monetaria. La volatilità al massimo e dollaro al minimo.
Fase 5 - Stagflazione (inflazione più stagnazione) dell'economia globale. Recessione-inflazione in USA, crescita molle in Europa, recessione.
Fase 6 - «Grande depressione» in USA, crisi sociale e salita dei militari alla gestione del potere.
Fase 7 - Accelerazione brutale della ricomposizione strategica globale, attacco all'Iran, Israele sull'orlo dell'abisso, caos medio-orientale, crisi energetica. Il futuro ci dirà cosa significano davvero queste linee sibilline.Ma qualcosa già si prospetta nella testa di qualche speculatore.«La minaccia al capitalismo è all'orizzonte», ha detto al Telegraph Bernard Connolly, global strategist della Banque AG: «La socializzazione del rischio porterà in vari Paesi alla socializzazione della ricchezza. Gli investitori che ora brigano per farsi salvare dallo Stato dovrebbero stare attenti a quel che vogliono. La democrazia ha i suoi modi per farli pagare. Ricordate che in Inghilterra, negli anni '70, c'era una tassa del 98% sui dividendi».
Speriamo almeno questo.
Il peggio è che non c'è nessuno al comando, capace di governare una simile crisi.

Il 18 ottobre scorso, quando Bush ha evocato la terza guerra mondiale, è stato ridicolizzato e aggredito dal vivo dai giornalisti alla conferenza-stampa.
Lui s'è arrabbiato, ha perso il controllo.Gli succede spesso.
Molte visite ufficiali sono state cancellate per «ragioni mediche», più probabilmente per ubriachezza. E' stato notato che Laura, la moglie di Bush jr., non l'ha accompagnato al vertice APEC di Sidney a settembre.
Si dice che Laura abbia le carte per il divorzio già pronte, e che abbia accettato di apparire al fianco del marito solo finchè resterà in carica, dietro emolumento.
La madre, Barbara Bush, ha accusato il figlio di distruggere il nome della famiglia.
George Bush senior, l'ex-presidente, è in rotta con il figlio e lo tratta praticamente come un interdetto.
Bush è una larva esausta, vaneggiante, irosa.
Gran parte del comando è in mano a Dick Cheney, un uomo che ha avuto almeno quattro insulti cardiaci dal '78, ed ha subito operazioni maggiori, fra cui un'angioplastia coronarica d'urgenza nel 2001, l'impianto permanente di un defibrillatore, e un intervento di riparazione per un aneurisma dell'arteria poplitea.
E' un arteriosclerotico grave e uno zombie tenuto su da pillole, come un Breznev dei tempi sovietici.
Due uomini senza futuro, agonizzanti, sono alla testa della più massiccia forza armata nucleare mai vista, impegnati in due guerre perdute, e ne minacciano una terza.
C'è davvero qualcosa di apocalittico in questa potenza politica senza cervello, eterodiretta verso la rovina.

Appare come «il simulacro della bestia» a cui il suggeritore occulto anticristico, il falso agnello, «infonde lo spirito in modo che potesse parlare».
«Ed esercitava tutta l'autorità della prima bestia per conto di essa».
Apocalisse, 13, 11-17.

Maurizio Blondet