24 dicembre 2006

Il Vaticano ed il nazismo. Il Gatto e la volpe


Atroci racconti di assassinii e torture: come il papa giustifica gli omicidi

In un recente interrogatorio, l’avvocato difensore di papa Benedetto XVI, nel processo Alperin contro il Vaticano, ha ammesso che il Vaticano era coinvolto nel genocidio commesso in Croazia durante la Seconda guerra mondiale, quando furono uccisi mezzo milione tra Serbi ed Ebrei.

È assodato che la Santa sede collaborò con il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi per perpetrare questo orrendo crimine, sicché Johnatan Levy, avvocato delle vittime della carneficina, sta ora tentando di ottenere dei risarcimenti per i suoi assistiti, accusando la Banca del Vaticano di aver lavato denaro sporco frutto dei genocidi, nel periodo post-bellico.

Ciò che è incredibile su tale processo istruito presso la Corte federale di San Francisco, oltre al silenzio dei media su tali atrocità, à la sfrontatezza del difensore del papa che ha giustificato la partecipazione allo sterminio come “atto consentito dalle leggi internazionali”. Sebbene il procuratore abbia tagliato corto, dicendo che la Chiesa di Roma è al di sopra della legge, i suoi bizzarri argomenti sono conformi aldiritto canonico, secondo il quale la Chiesa cattolica ha il diritto di uccidere gli eretici senza che ciò sia una violazione delle norme internazionali della Chiesa stessa. Gli eretici sono coloro che non offrono la loro lealtà al papa e non seguono la dottrina di “Cristo”. Agli occhi di Roma ciò giustifica l’assassinio di innocenti come Serbi ed Ebrei durante la Seconda guerra mondiale. L’autore di Vatican assassins, Eric Jon Phelps, ricorda che l’attuale diritto canonico ancora in vigore legittima l’omicidio nei casi sopra citati.

Anche se non è stato accettato come prova al processo, è stato recentemente diffuso un documento filmato che mostra la connivenza tra Vaticano e Nazisti nel campo di sterminio di Jasenovac, dove furono massacrati Serbi ortodossi, Ebrei e Rom dagli Ustasha, i fascisti croati che applicarono ferocemente le leggi razziali promulgate in Germania. Le immagini del documentario permettono di scoprire il vergognoso ruolo del Vaticano nel genocidio.

Gli attori stanno ancora cercando di ottenere la restituzione del tesoro nazista e croato che fu illecitamente trasferito dallo I.O.R. in altri istituti di credito…

Levy ha aggiunto che presto gli autori del libro La guerra segreta contro gli Ebrei, pubblicheranno un altro saggio, Trinità blasfema, che esplora i collegamenti tra il Vaticano ad i Nazisti, con nuove agghiaccianti informazioni che ridefiniscono il ruolo della Chiesa cattolica nella storia del XX secolo.

21 dicembre 2006

Le imprese italiane che falliscono... il caso Ford


Sono ormai quattro anni che circa 250 concessionari della Ford stanno subendo processi fallimentari e cause legali contro la multinazionale automobilistica, senza che alcuna testata giornalistica abbia accolto le innumerevoli richieste per portare il caso all'attenzione dell'opinione pubblica.

Stefano Salvi, giornalista indipendente, dopo essere stato contattato poche settimane fa, ha aperto un'inchiesta per indagare e spiegare all'intero pubblico cosa stia accadendo in Italia nel mercato dell'automobile. La causa di Salvi, partendo da una grave tragedia che ha colpito i concessionari della Ford, è diretta infatti a richiamare l'attenzione su un qualcosa che si sta abbattendo sul settore automobilistico europeo, e in particolare in Italia. È stata messa in moto una macchina speculativa, un meccanismo da guerra, destinata a decimare ancora molte vittime, nel silenzio dei media, che dovrebbero vigilare sulla società, e delle Istituzioni, che invece dovrebbero controllare il sistema economico. Capiamo benissimo, che se sono impegnati con le "truffe di Affari tuoi" o "ai falsi dentisti" non possono certo occuparsi di casi in cui l'economia italiana viene massacrata dalle multinazionali e delle banche. Così come la Banca d'Italia, che è così preoccupata di scrivere bene il suo Statuto e di fare le giuste riforme, che non può fermarsi a controllare cosa fanno i suoi azionisti, le Banche, o i suoi padroni, i Banchieri.

Per circa 15 anni la Ford ha perpetuato una truffa da migliaia di miliardi di euro ai danni di piccoli imprenditori, mettendo in piedi un castello di finanziarie che ha fortemente indebitato i concessionari, creando un abnome debito inesistente, virtuale, dal quale trarre interessi perpetui.
In particolare, la Ford Italia aveva concluso dei contratti di concessionaria in base ai quali vendeva gli autoveicoli (emettendo fatture come se avvenisse una vendita definitiva) continuando a conservarne la proprietà fino al momento in cui non fossero venduti ad un consumatore. Questo sistema, assolutamente elusivo delle norme di trasparenza dei bilanci e delle norme tributarie, creava così degli utili fittizi, gonfiando i bilanci e i dati delle vendite: il fatturato saliva senza che fossero vendute sul mercato le auto, ma per il semplice fatto che uscivano dalla concessionaria. Inoltre, su questi bilanci così abbondanti, si è riuscito a piazzare sul mercato dei risparmiatori ad un ottimo prezzo i bond e le azioni emesse. Il reato di falso in bilancio e di false comunicazioni al mercato è di solito punito con l'arresto, perché con questo trucchetto si rischia di far cadere intere economie: non riusciamo neanche più a contare le truffe che si stanno abbattendo sulle borse e i mercati finanziari, e come soluzione hanno depenalizzato il reato.
Sebbene questo meccanismo costituisca un vero attentato agli Stati, non è niente in confronto a ciò che la Ford e la Ford Credit Bank hanno fatto a oltre 250 imprenditori, con una truffa di oltre 1500 miliardi di lire (circa 750 milioni di euro). Infatti, nel momento in cui le auto venivano (falsamente) fatturate e vendute (realmente) ai concessionari, la Ford Credit Bank apriva un credito a carico del concessionario, senza neanche avvisarlo: si accumulavano così milioni di euro sui conti, senza che i concessionari ne fossero messi a conoscenza, non avendo neanche questo diritto. Il risultato è stato che quando i concessionari chiedevano un prestito alla propria Banca, arrivava un allarme dalla Centrali rischi della Banca d'Italia (in cui sono registrati i prestiti erogati alle Banche) che informava che il cliente aveva già un debito milionario da onorare, e spesso che era addirittura insolvente.
Gli imprenditori non solo si vedevano negare il prestito di cui avevano bisogno per la propria impresa, o per vivere, ma le Banche immediatamente congelavano i loro fondi ed espropriavano tutte le loro proprietà, restando sul lastrico in pochi secondi, con pochi battiti su una tastiera di un pc.
Centinaia sono falliti, completamente spogliati di ogni avere, senza neanche la possibilità di pagare spese legali, molti si sono suicidati, perché non riuscivano più a reggere la pressione da parte delle Banche per dei debiti milionari mai contratti, assolutamente inesistenti.
La Ford ha percepito interessi usurai su quei milioni di euro (al 10%) senza che i concessionari avessero mai richiesto il finanziamento o avessero ritirato poi quei soldi: erano solo virtuali, e costavano lacrime e sangue per il semplice fatto che un computer li aveva scritti su un display.
Allo stesso tempo Ford aveva accesso allo stesso credito milionario presso la Banca d'Italia, potendo così effettuare con questo fondo, e con gli interessi percepiti, delle belle manovre speculative. Insomma, così Ford si è trasformata in una società che incassa utili non producendo automobili ma facendo le finanziarie sulle vendite, sui servizi bancari, al punto che si fabbrica un'auto per promuovere le carte di credito e i finanziamenti.
Questa è la realtà del nostro sistema industriale, e Ford non è che uno dei tanti casi che vengono alla luce quando ormai il crimine invisibile ha già mietuto le sue vittime. La Ford, come General Motors e la stessa Fiat, sono società indebitate, possedute dunque dalle Banche che ne hanno fatto uno strumento per fare utili mettendo su dei sistemi di denaro virtuali. Non dimentichiamo, per esempio, che Fiat, dopo che è stata alimentata da anni dai fondi statali per la Cassa Integrazione, è divenuta di proprietà delle più grandi banche d'affari Internazionali, e ha chiuso recentemente una joint venture con Crédit Agricole per promuovere un sistema di finanziamento dei concessionari e dei consumatori.
La Fiat ormai non produce auto in Italia da anni, gli stabilimenti italiani sono di rappresentanza, perché ha delocalizzato tutto in Turchia, in Sudamerica e in India, è diventata una multinazionale sull'orlo del fallimento, grazie alle Banche che adesso la sostengono e la stanno usando per chiudere i loro affari.

Il caso della Ford fa capire a tutti cosa sia il crimine invisibile con un realismo terribile e sconcertante: una Banca, sul beneplacito della Banca d'Italia, ha creato 750 milioni di euro di debito inesistente, producendo miliardi di interessi reali, fatto di vite umane, di imprese e di sacrifici. Le anime degli imprenditori sono state consumate dal debito, sono morte, sono state mortificate e umiliate. Un concessionario, in preda alla disperazione, ha deciso di togliersi la vita con un colpo al petto e uno alla testa, e della sua morte nessuno pagherà, nessuno indagherà perché la polizia è impegnata a scovare i ladri di telefonini, mentre la Guardia di Finanza a fare multe per scontrini. Se per caso non hanno idea su dove cominciare le indagini, possiamo suggerirlo noi, dare i recapiti degli uffici da perquisire e le banche dati da controllare. Non accettiamo alibi su queste cose.
Non temete, nessuna Associazione dei Consumatori, né Adusbef o Cadacons, difenderanno queste imprese, perché anche loro sono troppo impegnate alle truffe degli show televisivi. La scoperta della verità, la difesa dell'economia, è affidata alla libera e singola iniziativa di ciascun cittadino che deve vigilare sulle sue imprese, deve combattere per loro.
Porgiamo così i nostri complimenti a Stefano Salvi, alla sua iniziativa, indipendente e lucida, nella speranza che non siano i media ad ascoltarlo, ma i diretti interessati, le Banche, che capiscano che devono aver paura di noi e non delle Associazioni da casalinghe annoiate.

13 dicembre 2006

La Costituzione Europea: l'alto tradimento dei politici

L'ampliamento dell'Unione Europea è giunto ormai in un momento molto critico, in quanto gli Stati che hanno aderito al progetto attraversano gravi problemi interni tra contestazioni popolari e scandali politici. Allo stesso tempo le negoziazioni con la Turchia hanno avuto una dura battuta d'arresto, nonostante le pressioni della Comunità Europa e le forti contraddizioni sul fronte cipriota, con continui capovolgimenti nelle trattative sulle reciproche concessioni da fare per entrare in Europa. In maniera invisibile, si è aperta un'evidente frattura anche tra gli Stati fondatori, come Francia e Germania inquadrando in maniera molto critica l'attuale politica monetaria della Bce, considerata ormai non più rispondente alle esigenze dei singoli Stati che vedono aumentare l'inflazione e contrarre le esportazioni e il potere d'acquisto dei loro salari. In tutta quest'alea di grave malessere e incertezza all'interno degli Stati, i Governi continuano a rilanciare il progetto della Costituzione senza mai promuovere un dibattito politico di analisi e di discussione critica degli articoli contenuti. Fatto sta che la Francia, il Belgio e l'Olanda hanno già detto no alla Costituzione Europa e, con essa, hanno detto anche no all'Europa della Commissioni e dei Banchieri. Questa Costituzione oltrepassa il ruolo normale che dovrebbe avere all'interno di una democrazia, inserendo degli articoli che fissano definitivamente degli orientamenti economici "liberalisti", qualunque siano gli eventuali cambiamenti di maggioranza politica generata delle future elezioni. La Costituzione rende definitive le politiche economiche del futuro, la cui scelta deve di solito dipendere dagli elettori, e può anche variare nel tempo: la politica economica e sociale è stata così "costituzionalizzata", cosa che non accade in alcuna carta costituzionale se non con espressioni e termini molto vaghi.
Questo è ciò che si rileva ad una lettura superficiale, ritrovando le stesse parole e gli stessi articoli di quelli che erano i Trattati del Mercato Comune e della costituzione dell'Unione monetaria, con la differenza che oggi si deve costruire un'unione politica, e lo si fa senza principi democratici.
Lo scopo di questa Costituzione è sicuramente quello di chiudere definitivamente i paesi europei in una camicia di forza liberale, senza nessuna possibilità di cambiare politica in seguito, nella maniera più assoluta, in quanto secondo l'art IV-443-3 ( allegato alla Costituzione) per modificarla occorrerà l'unanimità degli Stati (25 attualmente) cosa che è praticamente irrealizzabile.

Che la Costituzione Europea sia foriera di uno Stato Totalitario, non basato sul popolo né sulla democrazia, lo si intuisce subito, ma leggerla e studiarla dà un quadro del nostro imminente futuro ben più macabro di ciò che si può immaginare.
Molti dei suoi contenuti, che dovrebbero essere intoccabili e sacri, come i diritti fondamentali dell'uomo, sono soggetti ad interpretazione e ad eccezioni nel caso si verifichino determinati eventi.

Viene infatti stabilito che le spiegazioni per l'interpretazione della Carta dei diritti fondamentali ( parte II della Costituzione) devono essere seguite dalle giurisdizioni dell'Unione e degli Stati membri ( art. II-112, 7), ma la Costituzione viene tempestata di chiarimenti che alla fine non permettono di applicare la Carta dei Diritti fondamentali, perché vengono stabiliti dei casi molto particolari e dettagliati che gli Stati non possono far ricorso alla parte II del testo.
Si tratta degli allegati alla Carta dei Diritti fondamentali, che figurano all'art. 12 sezione A dell'atto finale" (parte IV) alla fine del testo costituzionale ma parte giuridica integrante (art. IV-442), che hanno lo scopo di indicare in che modo i differenti articoli devono essere interpretati ed applicati sia sai dai giudici che dai politici (art. II-112, 7).

Così mentre la Carta dei diritti fondamentali vieta la pena di morte ( art. II-61), l'articolo 2 par.3 dell'allegato 12 ("Dichiarazione riguardante le spiegazioni relative alla Carta dei diritti fondamentali", parte IV All'atto finale) detta una serie di eccezioni al diritto alla vita: ( art. 2, par. 2) afferma che la morte non è considerata come inflitta in violazione del diritto alla vita se è necessaria per assicurare la difesa di ogni persona contro la violenza illegale, per effettuare un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona detenuta, per reprimere una sommossa o un'insurrezione.
Un Stato, può prevedere nella sua legislazione la pena di morte per gli atti commessi in tempo di guerra o di pericolo imminente di guerra ( art. 2, par. b dell'allegato n° 6 ).
È stata così legalizzata l'omicidio per legittima difesa e la pena di morte, in casi molto generici e soggetti a troppa discrezionalità: oggi che non esistono più guerre in territorio europeo, un'insurrezione popolare è una contestazione violenza del popolo, mentre il "pericolo imminente di guerra", è una "minaccia di atti terroristici".

E ancora, la Carta dei diritti fondamentali stabilisce che i cittadini non possono essere sottoposti in stato di schiavitù o essere costretti a compiere o un lavoro forzato obbligatorio (art. II-65). Tuttavia gli allegati precisano che il lavoro forzato non è vietato se si applica ai prigionieri, e ci interroghiamo dunque su chi siano i nostri prigionieri in un periodo di pace controllata salvo le minacce di terrorismo. Inoltre autorizzano la requisizione di cittadini per il lavoro forzato nel caso "di crisi o di calamità che minacciano la vita o il benessere della comunità ( art. 5 par. 2 dell'allegato 12, parte IV), dove per "lavoro forzato obbligatorio" ogni lavoro che deve svolgere una persona detenuta è nel periodo di libertà condizionale, ogni servizio di carattere militare proposto in sostituzione della leva militare, ogni servizio richiesto nel caso di crisi o di calamità che minacciano la vita o il benessere della comunità, ogni lavoro o servizio che fa parte degli obblighi civici normali.

Infine è stato reso oggetto di variazione anche il "diritto alla libertà e alla sicurezza" (art. II-66), perché ( al par. 1 dell'art. 5 dell'allegato 12) la detenzione viene ammessa anche su semplice sospetto o in via preventiva, o per le persone "contagiose", "pazzi", "tossicodipendenti" o "vagabondi".
La Costituzione sembra inoltre proteggere il diritto alla privacy dei cittadini dallo spionaggio sulla linea telefonica e la posta elettronica, con microfoni e microtelecamere a domicilio (art. II-67, par.1), ma è possibile utilizzare lo spionaggio della vita privata è necessario per il benessere economico del paese, la difesa dell'ordine, la prevenzione delle infrazioni penali o ancora "alla protezione della morale" e la protezione dei diritti e della libertà altrui ( par. 2 dell'art. 7 dell'allegato 12 ). Ogni persona ha diritto alla protezione dei dati personali, che devono essere trattati in modo leale, sulla base del consenso del suo titolare che ha diritto alla rettifica degli stessi ( art. II-68), ma gli allegati ( art.7 allegato n.12 ) rinviano tutte le eccezioni del caso alla direttiva 95/46/CE e al regolamento n° 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2000 [?!]. Questo per dire che sicuramente questo diritto non solo ha eccezioni molto vaghe perché ci sono continui rinvii a fonti esterne per confondere le idee, ma infonde in dubbio che le stesse limitazioni saranno oggetto di continua revisione perché le direttive e il regolamenti cambiano ogni giorno.

Le restrizioni alla libertà di espressione e di informazione ( art. II-71) sono autorizzate quando sono "previste dalla legge" e sono misure necessarie "alla sicurezza nazionale, la sicurezza pubblica, la difesa dell'ordine e la prevenzione del crimine", alla "protezione della salute o della morale" (art. 11 dell'allegato 12).

Se quanto precede può sembrare antidemocratico, nel prosieguo degli articoli si parla di Clonazione Umana, perché mentre la Carta dei diritti fondamentali la vieta ( art. II-63 ), gli allegati ( par. 2 dell'art. dell'allegato 12 ) fanno non solo dei riferimenti ancora a fonti esterne, ma precisano che non è vietata la clonazione riproduttiva, e poi non autorizzano né proibiscono le altre forme di clonazione. Lasciare un così ampio spazio di valutazione su un tema di fondamentale importanza è un vero crimine, in quanto si rimette la decisione finale ai comitati bioetici, alle commissioni composte dalle stesse industrie farmaceutiche e biotecnologiche, ai consulenti privati che data la loro "preparazione tecnica" sono in grado di valutare con più saggezza cosa sia "bioetico" e cosa "non è bioetico".

Nulla di tutto questo è stato detto ai cittadini italiani, che non sono stati neanche chiamati con un legittimo referendum, ad autorizzare un simile sopruso dello Stato italiano, al contrario di quanto è accaduto in Francia, che ha fatto una completa campagna informativa. Le ragioni del No infatti hanno prevalso,grazie dunque ad un approccio completamente diverso della partecipazione politica, mentre in Italia una ristretta cerchia di persona hanno ratificato un impegno a nome di tutto il popolo senza aver prima sollevato la questione. Il trasferimento nelle mani di entità non elette di un potere così grande, con norme e regole inamovibili, che costituzionalizzano parte dell'intero futuro che ci attende.

La costituzione europea, così come è scritta, complessa, lunga e non trasparente, proprio in virtù di questi meccanismi di rinvio a fonti esterne e dell'esistenza degli Allegati di interpretazione quasi invisibili, è lo specchio dell'Europa che stanno costruendo. La costruzione comunitaria attuale è solo una costruzione intellettuale che fa leva sull'odio verso lo stato, ma non è mai sopravvissuta una federazione di Stati senza il rispetto dei singoli popoli. L'Europa liberale non farà altro che aggravare le disuguaglianze in seno ai paesi ed alimentare la violenza sociale, mettendo in pericolo la stabilità degli Stati che piano piano scompariranno perché ogni potere si concentrerà nelle mani delle commissioni di esperti dell'Unione.
Occorre essere ormai coscienti che i principali membri della "Tavola Rotonda Europea" e delle commissioni nominate in occasione della redazione delle direttive sono gli stessi consulenti delle multinazionali. Loro le infrastrutture e i corridoi da creare, i progetti da finanziare, le ricerche scientifiche da promuovere, le campagne dei vaccini, le politiche agricole, le società di consulenza che le Amministrazioni locali devono contattare. Le Banche e le multinazionali hanno fatto in modo che i loro consulenti, i loro avvocati siedano nei principali centri direttivi in modo da divenire il loro braccio armato contro le nazioni e la giustizia, il loro esercito. Così come le Associazione e le organizzazioni mondiali, come Transparency International, le associazioni dei consumatori, sono finanziate dalla Comunità Europea con i fondi dei privati.
Fonte: La Tela

24 dicembre 2006

Il Vaticano ed il nazismo. Il Gatto e la volpe


Atroci racconti di assassinii e torture: come il papa giustifica gli omicidi

In un recente interrogatorio, l’avvocato difensore di papa Benedetto XVI, nel processo Alperin contro il Vaticano, ha ammesso che il Vaticano era coinvolto nel genocidio commesso in Croazia durante la Seconda guerra mondiale, quando furono uccisi mezzo milione tra Serbi ed Ebrei.

È assodato che la Santa sede collaborò con il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi per perpetrare questo orrendo crimine, sicché Johnatan Levy, avvocato delle vittime della carneficina, sta ora tentando di ottenere dei risarcimenti per i suoi assistiti, accusando la Banca del Vaticano di aver lavato denaro sporco frutto dei genocidi, nel periodo post-bellico.

Ciò che è incredibile su tale processo istruito presso la Corte federale di San Francisco, oltre al silenzio dei media su tali atrocità, à la sfrontatezza del difensore del papa che ha giustificato la partecipazione allo sterminio come “atto consentito dalle leggi internazionali”. Sebbene il procuratore abbia tagliato corto, dicendo che la Chiesa di Roma è al di sopra della legge, i suoi bizzarri argomenti sono conformi aldiritto canonico, secondo il quale la Chiesa cattolica ha il diritto di uccidere gli eretici senza che ciò sia una violazione delle norme internazionali della Chiesa stessa. Gli eretici sono coloro che non offrono la loro lealtà al papa e non seguono la dottrina di “Cristo”. Agli occhi di Roma ciò giustifica l’assassinio di innocenti come Serbi ed Ebrei durante la Seconda guerra mondiale. L’autore di Vatican assassins, Eric Jon Phelps, ricorda che l’attuale diritto canonico ancora in vigore legittima l’omicidio nei casi sopra citati.

Anche se non è stato accettato come prova al processo, è stato recentemente diffuso un documento filmato che mostra la connivenza tra Vaticano e Nazisti nel campo di sterminio di Jasenovac, dove furono massacrati Serbi ortodossi, Ebrei e Rom dagli Ustasha, i fascisti croati che applicarono ferocemente le leggi razziali promulgate in Germania. Le immagini del documentario permettono di scoprire il vergognoso ruolo del Vaticano nel genocidio.

Gli attori stanno ancora cercando di ottenere la restituzione del tesoro nazista e croato che fu illecitamente trasferito dallo I.O.R. in altri istituti di credito…

Levy ha aggiunto che presto gli autori del libro La guerra segreta contro gli Ebrei, pubblicheranno un altro saggio, Trinità blasfema, che esplora i collegamenti tra il Vaticano ad i Nazisti, con nuove agghiaccianti informazioni che ridefiniscono il ruolo della Chiesa cattolica nella storia del XX secolo.

21 dicembre 2006

Le imprese italiane che falliscono... il caso Ford


Sono ormai quattro anni che circa 250 concessionari della Ford stanno subendo processi fallimentari e cause legali contro la multinazionale automobilistica, senza che alcuna testata giornalistica abbia accolto le innumerevoli richieste per portare il caso all'attenzione dell'opinione pubblica.

Stefano Salvi, giornalista indipendente, dopo essere stato contattato poche settimane fa, ha aperto un'inchiesta per indagare e spiegare all'intero pubblico cosa stia accadendo in Italia nel mercato dell'automobile. La causa di Salvi, partendo da una grave tragedia che ha colpito i concessionari della Ford, è diretta infatti a richiamare l'attenzione su un qualcosa che si sta abbattendo sul settore automobilistico europeo, e in particolare in Italia. È stata messa in moto una macchina speculativa, un meccanismo da guerra, destinata a decimare ancora molte vittime, nel silenzio dei media, che dovrebbero vigilare sulla società, e delle Istituzioni, che invece dovrebbero controllare il sistema economico. Capiamo benissimo, che se sono impegnati con le "truffe di Affari tuoi" o "ai falsi dentisti" non possono certo occuparsi di casi in cui l'economia italiana viene massacrata dalle multinazionali e delle banche. Così come la Banca d'Italia, che è così preoccupata di scrivere bene il suo Statuto e di fare le giuste riforme, che non può fermarsi a controllare cosa fanno i suoi azionisti, le Banche, o i suoi padroni, i Banchieri.

Per circa 15 anni la Ford ha perpetuato una truffa da migliaia di miliardi di euro ai danni di piccoli imprenditori, mettendo in piedi un castello di finanziarie che ha fortemente indebitato i concessionari, creando un abnome debito inesistente, virtuale, dal quale trarre interessi perpetui.
In particolare, la Ford Italia aveva concluso dei contratti di concessionaria in base ai quali vendeva gli autoveicoli (emettendo fatture come se avvenisse una vendita definitiva) continuando a conservarne la proprietà fino al momento in cui non fossero venduti ad un consumatore. Questo sistema, assolutamente elusivo delle norme di trasparenza dei bilanci e delle norme tributarie, creava così degli utili fittizi, gonfiando i bilanci e i dati delle vendite: il fatturato saliva senza che fossero vendute sul mercato le auto, ma per il semplice fatto che uscivano dalla concessionaria. Inoltre, su questi bilanci così abbondanti, si è riuscito a piazzare sul mercato dei risparmiatori ad un ottimo prezzo i bond e le azioni emesse. Il reato di falso in bilancio e di false comunicazioni al mercato è di solito punito con l'arresto, perché con questo trucchetto si rischia di far cadere intere economie: non riusciamo neanche più a contare le truffe che si stanno abbattendo sulle borse e i mercati finanziari, e come soluzione hanno depenalizzato il reato.
Sebbene questo meccanismo costituisca un vero attentato agli Stati, non è niente in confronto a ciò che la Ford e la Ford Credit Bank hanno fatto a oltre 250 imprenditori, con una truffa di oltre 1500 miliardi di lire (circa 750 milioni di euro). Infatti, nel momento in cui le auto venivano (falsamente) fatturate e vendute (realmente) ai concessionari, la Ford Credit Bank apriva un credito a carico del concessionario, senza neanche avvisarlo: si accumulavano così milioni di euro sui conti, senza che i concessionari ne fossero messi a conoscenza, non avendo neanche questo diritto. Il risultato è stato che quando i concessionari chiedevano un prestito alla propria Banca, arrivava un allarme dalla Centrali rischi della Banca d'Italia (in cui sono registrati i prestiti erogati alle Banche) che informava che il cliente aveva già un debito milionario da onorare, e spesso che era addirittura insolvente.
Gli imprenditori non solo si vedevano negare il prestito di cui avevano bisogno per la propria impresa, o per vivere, ma le Banche immediatamente congelavano i loro fondi ed espropriavano tutte le loro proprietà, restando sul lastrico in pochi secondi, con pochi battiti su una tastiera di un pc.
Centinaia sono falliti, completamente spogliati di ogni avere, senza neanche la possibilità di pagare spese legali, molti si sono suicidati, perché non riuscivano più a reggere la pressione da parte delle Banche per dei debiti milionari mai contratti, assolutamente inesistenti.
La Ford ha percepito interessi usurai su quei milioni di euro (al 10%) senza che i concessionari avessero mai richiesto il finanziamento o avessero ritirato poi quei soldi: erano solo virtuali, e costavano lacrime e sangue per il semplice fatto che un computer li aveva scritti su un display.
Allo stesso tempo Ford aveva accesso allo stesso credito milionario presso la Banca d'Italia, potendo così effettuare con questo fondo, e con gli interessi percepiti, delle belle manovre speculative. Insomma, così Ford si è trasformata in una società che incassa utili non producendo automobili ma facendo le finanziarie sulle vendite, sui servizi bancari, al punto che si fabbrica un'auto per promuovere le carte di credito e i finanziamenti.
Questa è la realtà del nostro sistema industriale, e Ford non è che uno dei tanti casi che vengono alla luce quando ormai il crimine invisibile ha già mietuto le sue vittime. La Ford, come General Motors e la stessa Fiat, sono società indebitate, possedute dunque dalle Banche che ne hanno fatto uno strumento per fare utili mettendo su dei sistemi di denaro virtuali. Non dimentichiamo, per esempio, che Fiat, dopo che è stata alimentata da anni dai fondi statali per la Cassa Integrazione, è divenuta di proprietà delle più grandi banche d'affari Internazionali, e ha chiuso recentemente una joint venture con Crédit Agricole per promuovere un sistema di finanziamento dei concessionari e dei consumatori.
La Fiat ormai non produce auto in Italia da anni, gli stabilimenti italiani sono di rappresentanza, perché ha delocalizzato tutto in Turchia, in Sudamerica e in India, è diventata una multinazionale sull'orlo del fallimento, grazie alle Banche che adesso la sostengono e la stanno usando per chiudere i loro affari.

Il caso della Ford fa capire a tutti cosa sia il crimine invisibile con un realismo terribile e sconcertante: una Banca, sul beneplacito della Banca d'Italia, ha creato 750 milioni di euro di debito inesistente, producendo miliardi di interessi reali, fatto di vite umane, di imprese e di sacrifici. Le anime degli imprenditori sono state consumate dal debito, sono morte, sono state mortificate e umiliate. Un concessionario, in preda alla disperazione, ha deciso di togliersi la vita con un colpo al petto e uno alla testa, e della sua morte nessuno pagherà, nessuno indagherà perché la polizia è impegnata a scovare i ladri di telefonini, mentre la Guardia di Finanza a fare multe per scontrini. Se per caso non hanno idea su dove cominciare le indagini, possiamo suggerirlo noi, dare i recapiti degli uffici da perquisire e le banche dati da controllare. Non accettiamo alibi su queste cose.
Non temete, nessuna Associazione dei Consumatori, né Adusbef o Cadacons, difenderanno queste imprese, perché anche loro sono troppo impegnate alle truffe degli show televisivi. La scoperta della verità, la difesa dell'economia, è affidata alla libera e singola iniziativa di ciascun cittadino che deve vigilare sulle sue imprese, deve combattere per loro.
Porgiamo così i nostri complimenti a Stefano Salvi, alla sua iniziativa, indipendente e lucida, nella speranza che non siano i media ad ascoltarlo, ma i diretti interessati, le Banche, che capiscano che devono aver paura di noi e non delle Associazioni da casalinghe annoiate.

13 dicembre 2006

La Costituzione Europea: l'alto tradimento dei politici

L'ampliamento dell'Unione Europea è giunto ormai in un momento molto critico, in quanto gli Stati che hanno aderito al progetto attraversano gravi problemi interni tra contestazioni popolari e scandali politici. Allo stesso tempo le negoziazioni con la Turchia hanno avuto una dura battuta d'arresto, nonostante le pressioni della Comunità Europa e le forti contraddizioni sul fronte cipriota, con continui capovolgimenti nelle trattative sulle reciproche concessioni da fare per entrare in Europa. In maniera invisibile, si è aperta un'evidente frattura anche tra gli Stati fondatori, come Francia e Germania inquadrando in maniera molto critica l'attuale politica monetaria della Bce, considerata ormai non più rispondente alle esigenze dei singoli Stati che vedono aumentare l'inflazione e contrarre le esportazioni e il potere d'acquisto dei loro salari. In tutta quest'alea di grave malessere e incertezza all'interno degli Stati, i Governi continuano a rilanciare il progetto della Costituzione senza mai promuovere un dibattito politico di analisi e di discussione critica degli articoli contenuti. Fatto sta che la Francia, il Belgio e l'Olanda hanno già detto no alla Costituzione Europa e, con essa, hanno detto anche no all'Europa della Commissioni e dei Banchieri. Questa Costituzione oltrepassa il ruolo normale che dovrebbe avere all'interno di una democrazia, inserendo degli articoli che fissano definitivamente degli orientamenti economici "liberalisti", qualunque siano gli eventuali cambiamenti di maggioranza politica generata delle future elezioni. La Costituzione rende definitive le politiche economiche del futuro, la cui scelta deve di solito dipendere dagli elettori, e può anche variare nel tempo: la politica economica e sociale è stata così "costituzionalizzata", cosa che non accade in alcuna carta costituzionale se non con espressioni e termini molto vaghi.
Questo è ciò che si rileva ad una lettura superficiale, ritrovando le stesse parole e gli stessi articoli di quelli che erano i Trattati del Mercato Comune e della costituzione dell'Unione monetaria, con la differenza che oggi si deve costruire un'unione politica, e lo si fa senza principi democratici.
Lo scopo di questa Costituzione è sicuramente quello di chiudere definitivamente i paesi europei in una camicia di forza liberale, senza nessuna possibilità di cambiare politica in seguito, nella maniera più assoluta, in quanto secondo l'art IV-443-3 ( allegato alla Costituzione) per modificarla occorrerà l'unanimità degli Stati (25 attualmente) cosa che è praticamente irrealizzabile.

Che la Costituzione Europea sia foriera di uno Stato Totalitario, non basato sul popolo né sulla democrazia, lo si intuisce subito, ma leggerla e studiarla dà un quadro del nostro imminente futuro ben più macabro di ciò che si può immaginare.
Molti dei suoi contenuti, che dovrebbero essere intoccabili e sacri, come i diritti fondamentali dell'uomo, sono soggetti ad interpretazione e ad eccezioni nel caso si verifichino determinati eventi.

Viene infatti stabilito che le spiegazioni per l'interpretazione della Carta dei diritti fondamentali ( parte II della Costituzione) devono essere seguite dalle giurisdizioni dell'Unione e degli Stati membri ( art. II-112, 7), ma la Costituzione viene tempestata di chiarimenti che alla fine non permettono di applicare la Carta dei Diritti fondamentali, perché vengono stabiliti dei casi molto particolari e dettagliati che gli Stati non possono far ricorso alla parte II del testo.
Si tratta degli allegati alla Carta dei Diritti fondamentali, che figurano all'art. 12 sezione A dell'atto finale" (parte IV) alla fine del testo costituzionale ma parte giuridica integrante (art. IV-442), che hanno lo scopo di indicare in che modo i differenti articoli devono essere interpretati ed applicati sia sai dai giudici che dai politici (art. II-112, 7).

Così mentre la Carta dei diritti fondamentali vieta la pena di morte ( art. II-61), l'articolo 2 par.3 dell'allegato 12 ("Dichiarazione riguardante le spiegazioni relative alla Carta dei diritti fondamentali", parte IV All'atto finale) detta una serie di eccezioni al diritto alla vita: ( art. 2, par. 2) afferma che la morte non è considerata come inflitta in violazione del diritto alla vita se è necessaria per assicurare la difesa di ogni persona contro la violenza illegale, per effettuare un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona detenuta, per reprimere una sommossa o un'insurrezione.
Un Stato, può prevedere nella sua legislazione la pena di morte per gli atti commessi in tempo di guerra o di pericolo imminente di guerra ( art. 2, par. b dell'allegato n° 6 ).
È stata così legalizzata l'omicidio per legittima difesa e la pena di morte, in casi molto generici e soggetti a troppa discrezionalità: oggi che non esistono più guerre in territorio europeo, un'insurrezione popolare è una contestazione violenza del popolo, mentre il "pericolo imminente di guerra", è una "minaccia di atti terroristici".

E ancora, la Carta dei diritti fondamentali stabilisce che i cittadini non possono essere sottoposti in stato di schiavitù o essere costretti a compiere o un lavoro forzato obbligatorio (art. II-65). Tuttavia gli allegati precisano che il lavoro forzato non è vietato se si applica ai prigionieri, e ci interroghiamo dunque su chi siano i nostri prigionieri in un periodo di pace controllata salvo le minacce di terrorismo. Inoltre autorizzano la requisizione di cittadini per il lavoro forzato nel caso "di crisi o di calamità che minacciano la vita o il benessere della comunità ( art. 5 par. 2 dell'allegato 12, parte IV), dove per "lavoro forzato obbligatorio" ogni lavoro che deve svolgere una persona detenuta è nel periodo di libertà condizionale, ogni servizio di carattere militare proposto in sostituzione della leva militare, ogni servizio richiesto nel caso di crisi o di calamità che minacciano la vita o il benessere della comunità, ogni lavoro o servizio che fa parte degli obblighi civici normali.

Infine è stato reso oggetto di variazione anche il "diritto alla libertà e alla sicurezza" (art. II-66), perché ( al par. 1 dell'art. 5 dell'allegato 12) la detenzione viene ammessa anche su semplice sospetto o in via preventiva, o per le persone "contagiose", "pazzi", "tossicodipendenti" o "vagabondi".
La Costituzione sembra inoltre proteggere il diritto alla privacy dei cittadini dallo spionaggio sulla linea telefonica e la posta elettronica, con microfoni e microtelecamere a domicilio (art. II-67, par.1), ma è possibile utilizzare lo spionaggio della vita privata è necessario per il benessere economico del paese, la difesa dell'ordine, la prevenzione delle infrazioni penali o ancora "alla protezione della morale" e la protezione dei diritti e della libertà altrui ( par. 2 dell'art. 7 dell'allegato 12 ). Ogni persona ha diritto alla protezione dei dati personali, che devono essere trattati in modo leale, sulla base del consenso del suo titolare che ha diritto alla rettifica degli stessi ( art. II-68), ma gli allegati ( art.7 allegato n.12 ) rinviano tutte le eccezioni del caso alla direttiva 95/46/CE e al regolamento n° 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2000 [?!]. Questo per dire che sicuramente questo diritto non solo ha eccezioni molto vaghe perché ci sono continui rinvii a fonti esterne per confondere le idee, ma infonde in dubbio che le stesse limitazioni saranno oggetto di continua revisione perché le direttive e il regolamenti cambiano ogni giorno.

Le restrizioni alla libertà di espressione e di informazione ( art. II-71) sono autorizzate quando sono "previste dalla legge" e sono misure necessarie "alla sicurezza nazionale, la sicurezza pubblica, la difesa dell'ordine e la prevenzione del crimine", alla "protezione della salute o della morale" (art. 11 dell'allegato 12).

Se quanto precede può sembrare antidemocratico, nel prosieguo degli articoli si parla di Clonazione Umana, perché mentre la Carta dei diritti fondamentali la vieta ( art. II-63 ), gli allegati ( par. 2 dell'art. dell'allegato 12 ) fanno non solo dei riferimenti ancora a fonti esterne, ma precisano che non è vietata la clonazione riproduttiva, e poi non autorizzano né proibiscono le altre forme di clonazione. Lasciare un così ampio spazio di valutazione su un tema di fondamentale importanza è un vero crimine, in quanto si rimette la decisione finale ai comitati bioetici, alle commissioni composte dalle stesse industrie farmaceutiche e biotecnologiche, ai consulenti privati che data la loro "preparazione tecnica" sono in grado di valutare con più saggezza cosa sia "bioetico" e cosa "non è bioetico".

Nulla di tutto questo è stato detto ai cittadini italiani, che non sono stati neanche chiamati con un legittimo referendum, ad autorizzare un simile sopruso dello Stato italiano, al contrario di quanto è accaduto in Francia, che ha fatto una completa campagna informativa. Le ragioni del No infatti hanno prevalso,grazie dunque ad un approccio completamente diverso della partecipazione politica, mentre in Italia una ristretta cerchia di persona hanno ratificato un impegno a nome di tutto il popolo senza aver prima sollevato la questione. Il trasferimento nelle mani di entità non elette di un potere così grande, con norme e regole inamovibili, che costituzionalizzano parte dell'intero futuro che ci attende.

La costituzione europea, così come è scritta, complessa, lunga e non trasparente, proprio in virtù di questi meccanismi di rinvio a fonti esterne e dell'esistenza degli Allegati di interpretazione quasi invisibili, è lo specchio dell'Europa che stanno costruendo. La costruzione comunitaria attuale è solo una costruzione intellettuale che fa leva sull'odio verso lo stato, ma non è mai sopravvissuta una federazione di Stati senza il rispetto dei singoli popoli. L'Europa liberale non farà altro che aggravare le disuguaglianze in seno ai paesi ed alimentare la violenza sociale, mettendo in pericolo la stabilità degli Stati che piano piano scompariranno perché ogni potere si concentrerà nelle mani delle commissioni di esperti dell'Unione.
Occorre essere ormai coscienti che i principali membri della "Tavola Rotonda Europea" e delle commissioni nominate in occasione della redazione delle direttive sono gli stessi consulenti delle multinazionali. Loro le infrastrutture e i corridoi da creare, i progetti da finanziare, le ricerche scientifiche da promuovere, le campagne dei vaccini, le politiche agricole, le società di consulenza che le Amministrazioni locali devono contattare. Le Banche e le multinazionali hanno fatto in modo che i loro consulenti, i loro avvocati siedano nei principali centri direttivi in modo da divenire il loro braccio armato contro le nazioni e la giustizia, il loro esercito. Così come le Associazione e le organizzazioni mondiali, come Transparency International, le associazioni dei consumatori, sono finanziate dalla Comunità Europea con i fondi dei privati.
Fonte: La Tela