31 ottobre 2007

Carro armato invisibile: gia fatto!


L'ultima invenzione in fatto di tecnologia militare è il carro armato invisibile. Il Ministero della Difesa britannico ha annunciato di aver messo a punto una tecnologia che rende non solo i mezzi militari, ma anche i soldati, invisibili, e che sarà utilizzabile entro cinque anni. La tecnologia è ancora tenuta segreta e i ricercatori del Ministero della Difesa, che hanno realizzato il brevetto con gli ingegneri reali, non vogliono diffonderne i dettagli. Ciò che é certo è che un sistema di telecamere e proiettori, cattura le immagini esterne che circondano il mezzo e le riflette sul carro armato, che si mimetizza perfettamente a seconda del contesto in cui si trova.

"Per avvertirne la presenza bisogna toccarlo" - spiega al Sun l'esperto di 'fisica dell'invisibilita" John Pendry dell'Imperial College di Londra (personaggio che ricorda l'inventore di gadget 'Q' di James Bond) - ormai la teoria è fatta, è necessario solo svilupparla". Secondo il docente, l'unico difetto è che il funzionamento del carro armato dipende da telecamere e proiettori. "Il prossimo obiettivo - ha concluso - è renderlo invisibile senza l'uso di videocamere, è complicato, ma possibile". La dimostrazione del brevetto ha lasciato esterrefatti i presenti, ma gli scienziati della QinetiQ (la sezione di ricerca del Ministro della difesa) non hanno voluto commentato il nuovo modellino, fa sapere il tabloid britannico. La tecnologia invisibile è particolarmente ambita al momento: il governo americano sta spendendo decine di milioni di dollari nel settore, mentre in Giappone è stato realizzato il giubbotto che diventa invisibile.

Fonte: www.ansa.it

30 ottobre 2007

Gli Annunaki e i Giganti


Gli Anunnaki: questi sono definiti dai Sumeri, abitanti del pianeta Nibiru ovvero il dodicesimo componente del nostro sistema stellare il cui periodo di rotazione intorno al Sole è di 3600 anni indicato come uno Shar il cui significato è anno. –

Orbene, se uno Shar equivale ad un anno e se paragoniamo la nostra vita a quella degli Anunnaki, questi, per i popoli della Terra figurano come Immortali e, pertanto divinizzati dagli uomini di quel lontano tempo dove si aveva, come oggi, la certezza che il Vivere di un mortale significa, con matematica certezza, morire.
Non sappiamo quale possa essere stata la durata della vita degli Anunnaki, ma se interpretiamo le Sacre Scritture (la Torah) secondo questi concetti, molte cose possono cambiare circa la valutazione degli avvenimenti pre Diluvio come anche le manifestazioni megalitiche che troviamo disseminate sul nostro pianeta e tutte riferite agli equinozi e solstizi, come anche la successione di eventi che definiamo occasionali come miracoli (esclusi dalle Sacre Scritture) che però si verificano, strani personaggi, strani conflitti e tanti altri fenomeni che risultano fuori della logica corrente.
Dalle Sacre Scritture apprendiamo anche che, a seguito dell'unione degli esseri diversi con le femmine della Terra che diede origine ai Giganti (nuova razza di dimensioni superiori a quelle degli uomini dell'epoca), il Signore Creatore limitò la durata della vita a 120 anni.
Risulterebbe ben chiaro che questa limitazione è indicizzata a coloro che visitarono questa terra e non agli uomini terrestri che già erano di per se stessi limitati.
I versetti in questione, per questa ragione trovano una loro giustifica solo se si riferiscono proprio a queste presenze estranee alla Terra e, pertanto, i 120 anni, per noi significherebbero 3600x120 nostri anni lunari, tempo di vita massimo per gli Anunnaki post diluvio, ma che per noi sono equivalenti ad una eternità. -
Su questa base è possibile elaborare un principio di lavoro che terrebbe conto di un evento dubbio e molto discusso che riguarda la visita dei Magi descritti dal Vangelo di S. Matteo dove si parla di una stella che guidò costoro fino alla stalla dove era nato il Re dei Re.-
Sempre dalle Sacre Scritture (la Torah) si parla di “Figli di Dio” (la definizione Angeli è puramente arbitraria) che si unirono, ma una più corretta traduzione dall'Aramaico dovrebbe corrispondere a "Buona Compatibilità", con le figlie degli uomini dando origine a nuove generazioni (uomini che sarebbero stati potenti sulla terra) ed a Giganti. -/span>
Orbene se quanto ipotizzato in precedenza dovesse avvicinarsi ad una remota realtà, si giustificherebbero le costruzioni megalitiche senza alcuna iscrizione o incisioni rupestri perché questi esseri come anche i padri Anunnaki non avrebbero avuto bisogno di comunicare nel modo a noi noto in quanto il loro periodo vitale, riferito al nostro, non sarebbe servito sicuramente per una comunicazione distante nel tempo, perché ciò che per noi è un secolo o più, per questi esseri sarebbe stato solamente una frazione di ora; quindi, esisteva una condizione di mancanza di necessità di trasmettere nel tempo. -
Dei Giganti vi sono prove tangibili anche se i ritrovamenti europei (Europa settentrionale) non risultano ufficializzati mentre per alcuni ritrovamenti americani vi sono notizie in merito.

Questi esseri, per la durata della vita ipotizzata in precedenza e che riteniamo ancora come base di lavoro, avrebbero avuto la possibilità di conoscenze che per noi sono quasi impossibili da immaginare, ma che, sicuramente avranno impressionato i nostri antenati tanto da riconoscere in loro divinità specie poi se non potevano constatarne la morte in conseguenza della forte differenza di tempo vivibile. –
Come si è ipotizzato in precedenza, dall'unione di Anunnaki e femmine umane, oltre ai Giganti si sarebbero originati altri esseri (Ibridi) più simili agli uomini con una durata della vita che, di generazione in generazione, sarebbe rientrata nei limiti della vita terrena tanto da far accettare ai viventi umani il loro inserimento nelle comunità primordiali che, poi, in funzione dell'apporto genetico superiore, avrebbero organizzato comunità agricole utilizzando tecniche d'avanguardia per l'epoca e, successivamente comunità organizzate al cui vertice sociale, per le capacità e poteri non proporzionati ai tempi, si sarebbe insediato uno degli ibridi e discendente dei primi Anunnaki e da questi anche protetto e pilotato. -
La testimonianza dell'arrivo di questi esseri esiste e ci viene fornita dai Sumeri mentre non esiste alcuna documentazione di ritorno di costoro al Pianeta d'origine il che lascia pensare che questi rimasero e lo sono ancora oggi fra noi terrestri in forme diverse, non visibili secondo il nostro metro, ma sicuramente capaci di influenzare le nostre civiltà secondo i loro scopi. -
Dovunque oggi troviamo segni megalitici, sicuramente vi sarà stata la presenza di Anunnaki e loro ibridi.
Se accettiamo queste idee, possiamo non escludere che essi siano presenti anche ai giorni nostri, ma che noi non siamo in grado di riconoscerli a causa del divario di tempo che ci divide e che caratterizza due tipi di vita, ma possiamo solo osservare le ricadute di certi fatti o eventi che anche oggi si verificano e che non trovano eloquenti riscontri logici come per esempio, i Miracoli come si è usi chiamarli, ma su questo argomento riteniamo aprire una nuova discussione dopo altre considerazioni ed ampliamento dell'argomento.
Ritornando al pianeta Nibiru ed alla sua reale esistenza di cui non dovrebbero esserci dubbi o nell’attesa che la scienza ufficiale comunichi gli ultimi rilevamenti astrofisici, in base ai ritrovamenti archeologici di alcuni Faraoni e dipinti ritrovati in alcune tombe egizie, per non parlare dei popoli del Sud America ed Asiatici, si nota una spiccata conoscenza dell’Astronomia e di particolari specifici come quelli del sistema stellare della costellazione di Orione.
E' molto probabile che questo pianeta del sistema solare abbia anche una seconda funzione, ovvero quella di navetta stellare che consenta l'avvicinamento a qualche pianeta di una delle stelle della costellazione avente anche esso un'orbita allungata come quella del nostro Nibiru. -
Questo probabile evento spiegherebbe le conoscenze Egizie circa quella costellazione e la mancanza di qualsiasi presenza di residuo umano nei sarcofagi delle tre piramidi principali e sepolture di Faraoni del periodo pre dinastico pur essendosi verificati i loro regni le cui prove sono tangibili dopo i ritrovamenti archeologici attuali.
Per quanto concerne i siti megalitici come Stonehenge dovrebbe essere facile capire che l'insieme dei massi così posti doveva servire ad individuare gli equinozi ed i Solstizi.
Il perché potrebbe essere in quanto proprio gli Equinozi ed i Solstizi rappresenterebbero l'unico elemento di riferimento tra il sistema Nibiru e quello terrestre e quindi l'elemento di paragone e calcolo per quegli esseri ibridi a conoscenza delle proprie origini, ma soggetti sempre più alle leggi fisiche e temporali del nostro pianeta.

In pratica, solo gli equinozi ed i Solstizi potevano stabilire un anello di congiunzione tra il tempo dei padri e le nuove condizioni di coloro che, sempre più diventavano Terrestri assoggettando la nuova forma vivente al metabolismo umano legato alla rotazione del nostro pianeta intorno al Sole.
Lo stesso dovrebbe essere per la Sfinge Egizia la cui datazione dovrebbe ricadere all'incirca verso l'anno 13000/12000 se non prima e che dovrebbe indicare la probabile collocazione nel cielo della costellazione propria di contatto del pianeta Nibiru con l'equivalente di altro sistema stellare.
Quanto stiamo proponendo è a livello di pura ipotesi confortata solamente da alcune osservazioni di documentazioni archeologiche che sembrano inspiegabili e da comportamenti umani che esulano dalla normale prassi di vita quotidiana, ma disponendo di opportune apparecchiature scientifiche e di un Laboratorio chimico di ricerca organica, sufficientemente attrezzato in grado di analizzare campioni di DNA, siamo sicuri che dal paragone delle analisi strutturali del DNA prelevato da reperti umani di epoca risalente al 13000/12.000 a. C. o antecedente con quello di alcuni popoli come gli Assiri, i Babilonesi, gli Egizi di epoca Pre dinastica e di popolazioni Nord europee e quello di esseri umani dell'Era Moderna, si individuerebbero diverse diversità strutturali che, tramite la recente mappatura del Genoma Umano, ci indicherebbero su quali funzioni genetiche sarà stato possibile e se esso lo è ancora oggi, un intervento estraneo che modifichi l'uomo in un ibrido apparentemente simile, ma diverso nei contenuti, dagli altri. -
Sulla base di queste congetture è ipotizzabile anche che proprio i Sumeri siano stati dei diretti discendenti dei primi ibridi perché proprio di loro si sa poco dell'origine mentre si è a conoscenza del modo di calcolo e della scrittura completa in tutte le sue parti di trasformazione fonica non riscontrabile in altre popolazioni dello stesso periodo.
In pratica, essi potrebbero essere un residuo sopravvissuto al cataclisma che va sotto il nome di Diluvio e, nello stesso tempo, essere stati testimoni di un successivo trasbordo di Anunnaki colonizzatori che usarono altre forme di sovrapposizione con il genere terrestre che esiste a tutt'oggi, ma che non siamo ancora in grado di identificare.
Forse alcuni passi biblici fanno riferimento a questi esseri chiamandoli "Figli di DIO" in modo generico e questo varrebbe anche per i testi riferiti al profeta Ezechiele.
Su questo argomento occorrerebbe una migliore lettura dei Testi del Mar Morto ed interpretare con maggiore accortezza, se già non fatto dagli Studiosi Israeliti e non divulgato quanto in essi contenuto .
Qualcosa emerge dal "Libro di Enok"e dal Documento di Damasco (Allegato n.1) , ma esso è praticamente sottratto alla lettura pubblica ad opera di caste religiose che ritengono pericoloso la divulgazione di taluni testi. –
E' molto probabile che al nuovo arrivo gli Anunnaki avessero trovato un nuovo genere umano, già formato ed in grado di ostacolarli nell'intento colonizzatore del nostro pianeta che prevedeva, forse, l'imposizione della loro volontà a tutto il genere umano .
Questo nuovo popolo potrebbe essere proprio Israele ovvero il "Vincitore".

29 ottobre 2007

La fucilazione del maresciallo D'auria


Per capirne di più ci siamo affidati alla trascrizione stenografica
della comunicazione al Parlamento e a "Pagine di Difesa" con un
risultato pressoché identico.

La percezione che ne abbiamo ricavato è quella di un pastone di
clamorosi depistaggi e di flagranti omissioni.

Il sospetto è che in ogni caso si tratti di un unico, maldestro,
tentativo di disinformazione dettato dall'esigenza di salvare
l'immagine dell'Italietta messaggera di "pace" in Afghanistan e
dell'inconsueto avventurismo (decisionista) del Presidente del
Consiglio che ha dato il via al blitz da New York, dopo un colloquio a
quattr'occhi con Karzai e Kalilzad.

A convincere il sempre problematico Prof "Titano", sembra che questa
volta siano state le pressioni del Segretario Generale Ban Ki Moon e
quelle dell'Ambasciatore USA al Palazzo di Vetro.

Le bufale propalate dai "media" sono partite dalla Toyota Corolla dove
sarebbero stati legati e imbavagliati Lorenzo D'Auria, l'altro
sottufficiale del Sismi e l'interprete afghano per arrivare al
presunto imbarco del plotone di Consubim sugli A 109 Mangusta.

Su "Repubblica" D'Avanzo contribuirà da par suo a rendere
ulteriormente inintelligibile il resto con un mix di tempi e
ricostruzioni ampiamente manipolate.

Per sapere che il Maresciallo del Sismi colpito gravemente alla testa
aveva prestato servizio nella Folgore, come il Sergente Marracino
(suicidato al Poligono Garibaldi di Nassiryia) del 185° RAO,
Reggimento di "eccellenza" da cui è spesso transitato personale per
il SISMI, si è dovuto aspettare, chissà perché, la sua morte.

Esaminando lo spazio del bagagliaio dello stesso modello di auto usata
da Calipari per la liberazione della Sgrena abbiamo trovato
problematico comprimerci un uomo, per un viaggio di trasferimento su
terreno fortemente accidentato, magari per conservare un briciolo di
sopravvivenza a un ostaggio prezioso, e valutato palesemente
insostenibile farcene stare 3 come si è voluto pervicacemente
accreditare.

Una ricostruzione confermata sia dal Ministro della Difesa Parisi sia
da tutti i giornali e tivvù, pubbliche e private.

L'autista che accompagnava il gruppo esplorante, stando ai resoconti,
sarebbe misteriosamente sfuggito alla cattura e al conflitto a fuoco.

Lo si è dato in una prima versione per rientrato al PRT di Herat e
successivamente per disperso, facendo intendere una sua presunta
collusione con la banda dei rapitori.

Anche in questo caso si tratta con tutta probabilità di una
ricostruzione finalizzata alla necessità di dare ai "liberatori" degli
italo-afghani, SBS e Consubim, un'immagine di operatività ad altissima
specializzazione.

Un morto, un ferito grave e due leggeri come risultato sul terreno
della liberazione di 4 ostaggi avrebbe potuto incrinare il mito
dell'efficienza militare delle truppe d'assalto di ISAF e di Enduring
Freedom e suggerire, in casi analoghi, la necessità di una trattativa
con i "terroristi" piuttosto che il ricorso alla forza, agli effetti
di ritorno del "fuoco amico".

Per l'uso degli elicotteri Agusta-Westland da parte degli Incursori
della Marina Militare poi si è addirittura entrati a vele spiegate nel
falso.

L'Amm. Branciforte, visto l'esito del blitz, ha fatto sapere a Palazzo
Chigi che d'ora in avanti, valutati i risultati, il metodo delle
"maniere forti" dovrà essere abbandonato anche alla luce di una
situazione sul terreno ampiamente compromessa per Nato e Usa nelle
province di confine col Pakistan. L'on Brutti al Copaco ha parlato di
un avvicinamento della guerriglia alle 4 provincie affidate al West
Rac a guida italiana di Herat.

L' 109 è un biposto da combattimento con 2 abitacoli separati, uno
per il pilota e uno per il navigatore-armiere. All'aereoporto
dell'"Italian Air Force" ne hanno in dotazione 3.

Lo Stato Maggiore del PRT sarebbe riuscito a infilarci, a quanto ci
hanno detto, fra andata e ritorno missione, 30 incursori del Varignano
con tanto di armi ed equipaggiamento.

Insomma, un bim-bum-bam da prestigiatori.

L'Afganistan è e rimane un osso particolarmente duro da far digerire
all'opinione pubblica del Bel Paese.

Dalla cartina pubblicata in data Venerdì 12 Ottobre sul giornalone
della Finegil ci sono tutte le "missioni italiane" all'estero con
tanti di scarponi impiegati sul terreno eccetto quelli che stazionano
ad Herat e a Kabul e i 300 che si apprestano a partire per il Darfur
con "asset privilegiati".

Ci sarà tempo per entrare nel linguaggio misterioso della Spectre e
dei suoi collaboratori ai "maccaroni" al Consiglio di Sicurezza:
l'esimio Vicepresidente del Consiglio e il suo tuttofare al Palazzo di
Vetro l'ambasciatore Spatafora.

Mancano invece i costi-missione semestrali e annui degli impegni
umanitari del Bel Paese all'estero.

Gli importi, parziali e totali, di finanziamento possono spaventare e
attirare critiche a cui è sempre più difficile replicare.

Specie quando l'"antipolitica" va alla grande e i Padroni delle
Ferriere cominciano a farsela addosso.

Passiamo ad altro di più serio.

Avevamo avanzato il dubbio, scrivendolo, che sul corpo di Lorenzo
D'Auria, per essere stato stabilizzato in un centro clinico di
Enduring Freedom, non sarebbero stati trovati proiettili ritenuti.

La dichiarazione del portavoce della NATO in Afghanistan che
attribuiva a terroristi patshun lo sparo dei colpi che avevano attinto
il Maresciallo Lorenzo D'Auria non lasciava alcun dubbio.

Non ci sarebbero né proiettili deformati né frammenti di calibro 5.56
degli M 16 di Consubim, né di 270 R delle SBS o di altre armi di
accompagnamento in calibro 7.62X 54 in dotazione alla NATO.

Gli AK 47 dei terroristi Taliban, come si sa, sputano 7,62x33. Roba
facilmente riconoscibile da quella NATO anche quando le camiciature si
deformano nell'impatto.

Ce lo suggeriva l'esperienza vissuta dal Capitano Roberto Punzo
dell'UNTSO colpito da schegge di granata alla colonna vertebrale in
Libano nel Luglio-Agosto 2006 a 40 km ad est di Naqura durante un
bombardamento di Tsahal.

L'ufficiale, che rimarrà inchiodato su una sedia a rotelle, sarà
prelevato da un Black Hawk e trasportato nell'ospedale di Rambam in
territorio israeliano per l'asportazione dei frammenti metallici e
"restituito" a Beirut, dopo l'intervento chirurgico, e da qui al Celio
dove rimarrà in cura nel Reparto Spinale 6 mesi.

È possibile che la "Toyota Corolla" e i pick-up siano rimasti dove
sono stati fermati dalle migliaia di proiettili proiettili sparati
(unicamente?) dalla SBS.

L'azione di fuoco è durata 4 minuti e 37 secondi. Almeno così si è
sostenuto. Un diluvio di piombo. Una fucilazione in abbondanza. E qui
si entra nel "giallo".

Bastano 2 Mangusta A 109, in scorta di protezione, un C 47 C e una
squadra di operatori del West Rac per trasportarne ad Herat la
carcassa e da lì imbarcarla su un C 130 J per farla arrivare nel giro
di meno di 8-10 ore a Ciampino.

Il Pm Franco Ionta potrebbe facilmente rendersi conto della
traiettoria, del tipo e del numero dei proiettili che hanno attinto il
bagagliaio dell'auto ancor prima di poter affidare una perizia
balistica ad un esperto del Tribunale di Roma e se ci sono tracce
organiche da cui ricavare la compatibilità con il DNA di D'Auria.
Tanto per essere certi della bontà della ricostruzione.

Non vorremmo sentirci dire tra qualche tempo che la Toyota Corolla è
sparita nel nulla o è stata imbottita di esplosivo e fatta detonare.
di Giancarlo Chetoni

28 ottobre 2007

Una macchinazione sempre perfetta


La situazione sembra semplice da interpretare: da un lato, un giudice integerrimo e determinato; dall'altra, alcuni uomini politici che vogliono impedire che il magistrato scopra verità compromettenti sui legami tra uomini delle istituzioni e logge massoniche. Con chi si schiererà mai l'opinione pubblica? Con De Magistris.

Sia ben chiaro: credo che egli sia una persona corretta e rispettosa della Costituzione, ma penso pure sia l'attore inconsapevole di un dramma la cui trama è stata scritta da un regista occulto. Costui ha deciso che è venuto il momento di screditare una casta "politica" già poco credibile, per far posto (Si vedano I protocolli dei savi di Sion) ad una nuova classe dirigente (in realtà non dirige né comanda alcunché) autorevole e carismatica, ma in realtà non solo scelta e comandata dalle solite èlites invisibili, ma anche assai peggiore perché infinitamente più scaltra, nonostante sia formata da persone che appaiono stupide. De Magistris è solo uno strumento per quanto inconsapevole: servirà forse ad eliminare qualche cariatide presto sostituita da una cricca di "salvatori". Non furono i magistrati milanesi ad affossare tutta quella classe politica che ruotava attorno a Craxi, Andreotti e Forlani, cui subentrarono poi barattieri ancora più sfacciati? L'operazione "mani pulite" fu gattopardesca: ieri, come oggi, la folla si infiamma per sostenere i suoi beniamini, ma non sa che è tutto un imbroglio architettato dai soliti ignoti.

Svegliamoci! Queste nuove figure sono dei pifferai magici: da Veltroni a Grullo, dall'idolo di Pietro al Pecoraro. Sono figuri che presto diverranno insigni esponenti di una classe dirigente polarizzata attorno all'aborto del Partito Demoncratico. Mentre il volgo si entusiasma e si infervora, acclamando i magistrati onesti, i burattinai, compiaciuti, si fregano le mani. Il popolino ancora una volta è stato gabbato: non sarà più costretto a sorbire una minestra insipida, perché è pronta una deliziosa pietanza... avvelenata.

Non si spiegherebbero altrimenti i messaggi in codice lanciati dal Dottor Balanzone e dal suo capo Hans: segni cornigeri mostrati, in modo più o meno palese, segni che sono un segno di appartenenza e non un gesto scaramantico, come potrebbero pensare gli ingenui. Questi messaggi, di solito, sono mandati in concomitanza di momenti cruciali, di punti di svolta. Il petrolio ha superato i 92 dollari al barile, l'E.N.E.L. preannuncia interruzioni dell'energia elettrica per il prossimo inverno, l’inflazione è sempre più inarrestabile, l'avvelenamento della biosfera continua serrato, divampano sempre nuove crisi e conflitti... e la gente si illude che, con le primarie, si possano risolvere i problemi e manifestare la propria volontà di partecipare alla vita "politica". Intanto il Pecoraro, sorriso ebete e voce suadente, raduna le sue mansuete, candide pecorelle per... sgozzarle.
Zret

26 ottobre 2007

L'altra faccia della LUNA


Martedì 30 Ottobre, 2007 alle 9:00 del mattino, un piccolo gruppo di ricerca privato, chiamato The Enterprise Mission, terrà una conferenza stampa alla National Press Club in Washington DC.

L’oggetto della conferenza sarà: perchè la NASA ha eseguito il lancio dello Space Shuttle “Discovery” il 23 di Ottobre scorso, nonostante i continui avvertimenti degli ingegneri e del Centro di Sicurezza di non eseguirlo?

E’ evidente che la NASA non ha imparato nulla dal suo precendente disastro del Challenger Columbia, oppure non era importante preoccuparsene.

E’ possibile che i documenti classificati della NASA circa il ritrovamento di speciali reperti lunari, siano una pressione per completare entro il 2010 il programma Shuttle e dar alito ad una nuova “Corsa alla Luna”?

Attualmente il Giappone sta sorvolando l’orbita lunare con la più sofisticata missione dai tempi dell’Apollo. La Cina ha eseguito ieri il lancio di una grandiosa missione lunare. Nell’Aprile del 2008, l’India lancerà la sua prima missione lunare, e recentemente la Russia ha annunciato il suo ambizioso piano, non solo di spedire dei cosmonauti sulla Luna entro il 2025, ma per costruire delle basi permanenti.

Tutto ciò sta accadendo proprio adesso che le “Visioni di una Esplorazione Spaziale” (VSE) di George W. Bush, in cui si sottolinea la decisione improvvisa di “restituire agli Americani l’esplorazione lunare”, sono state esternate inspiegabilmente proprio nel bel mezzo della sua Guerra.

Perché questo brusco cambio di rotta su un programma lunare del 21° secolo, dopo oltre trent’anni in cui la Luna è stata praticamente ignorata? L’Apollo ha davvero trovato qualcosa di grande importanza sul nostro satellite, che la NASA ha volutamente dimenticato di avvertirci? Questo ha qualcosa a che vedere con l’inspiegabile urgenza di lanciare il Discovery, nonostante gli avvertimenti degli organi di sicurezza?

Tutto questo mi da da pensare. Ci sono cambiamenti troppo bruschi nell’aria per essere ignorati, e mentre noi siamo qui a torcigliarci le budella sui grossi problemi di casa nostra, come il bavaglio a De Magistris per esempio, qualcuno altrove macchina delle vere e proprie manovre diversive per farci guardare nella direzione sbagliata, mentre qualcosa di grosso si sta muovendo all’orizzonte.

Proprio qualche giorno fà, sono rimasto a bocca aperta di fronte allo spudorato tentativo di far entrare nella testa della gente la minaccia Aliena. Di fronte ad un incredulo anchorman del colosso televisivo MSNBC, in diretta, l’ex Ministro della Difesa Hon Paul Hellyer, accusa George W. Bush di stare preparando un attacco intergalattico contro “visitatori che vanno e vengono…“, e vorrebbe acaparrarsi una posizione militare strategica sul suolo lunare in modo da avere “una migliore posizione d’attacco...”
A. Doria

25 ottobre 2007

Putin vuole la data per il ritiro USA dall'IRAQ


È il Presidente Putin suo sesto telefono cellulare in quanto provenienti per ufficio
Il Presidente russo Vladimir Putin ha detto che gli Usa dovrebbero fissare una data per il ritiro dall'Iraq.

Egli ha parlato nel corso di una ripresa dal vivo televisiva su domande e risposte con il pubblico, che parlava sia di politica interna che estera.

Putin ha detto che fintanto che gli Stati Uniti evitato hanno una impostazione di una data certa, la leadership irachena ", non si fretta di costruire le proprie forze di sicurezza".

Egli ha anche detto la Russia pianificata "grandioso" migliorare le sue forze armate.

Nuova tecnologia missilistica e di una revisione del arsenale nucleare sono state anche previste, ha detto.

Scudo

Putin ha detto telespettatori che la presenza americana in Iraq è stato motivato in parte da un desiderio di "stabilire il controllo delle riserve di petrolio del paese".

Ma ha detto che gli Stati Uniti è ora impegnata in un "inutile" battaglia contro una sollevazione popolare.

"Si può cancellare politico mappa alcuni regime tirannico ... ma è assolutamente inutile per combattere con un popolo", ha detto.

Ha assicurato il suo pubblico che la Russia, a differenza dell'Iraq, è stata militarmente forte abbastanza per difendere il proprio territorio e delle sue risorse naturali.

Putin inoltre avvertito che la Russia potrebbe aumentare il suo spiegamento di armi se Washington è andato avanti con i piani per costruire una scudo.

Mosca e Washington hanno già sostenuto piani americani per la costruzione di missili basi nei paesi che una volta erano parte dell'Unione Sovietica, la sfera di influenza.

Altri temi discussi dai leader russo, facendo inclusa l'economia e la minaccia del terrorismo.

Egli ha detto di essere impegnato a ridurre l'inflazione e punta a un calo registrato attacchi terroristici, come prova la sua politica di sicurezza è stato dando i suoi frutti.

'Primo ministro'

Il Cremlino ha detto che i Russi hanno presentato più di un milione di domande per telefono, messaggi di testo o tramite Internet .

Giovedì telefono cellulare in mezzo proviene crescente speculazione circa i piani di Putin dopo la sua seconda presidenziali termine termina nel mese di marzo.

Ma Putin, che sta valutando di diventare primo ministro quando si passi verso il basso, ha detto che era contro cambiando l'equilibrio di potere tra il presidente e il governo.

"Non è opportuno prendere tutte le competenze di distanza da parte del governo o di caricare più poteri" sul governo, agenzia di stampa Interfax ha citato come dicendo.

Sotto la costituzione russa, il Presidente Putin non è consentito a funzionare per un terzo mandato di presidente consecutivi, e non vi è stata la speculazione che egli usa il premierato di mantenere il potere.

Egli ha detto di aver accettato una proposta della pro Cremlino Russia Unita a capo del partito nella lista elezioni parlamentari di dicembre - una mossa che rappresenterebbe una garanzia per lui un seggio nel prossimo Parlamento.

Questa è la sesta volta, il Presidente Putin ha fatto il telefono cellulare in quanto provenienti per ufficio.


Putin vuole US data per chiudere l'Iraq
Il Presidente russo Vladimir Putin. File foto È il Presidente Putin suo sesto telefono cellulare in quanto provenienti per ufficio Il Presidente russo Vladimir Putin ha detto che gli Usa dovrebbero fissare una data per il ritiro dall'Iraq. Egli ha parlato nel corso di un vivere televisiva di domande e risposte con il pubblico, che copra sia di politica interna ed estera. Putin ha detto che fintanto che gli Stati Uniti evitato impostazione di un estraibile data, la leadership irachena ", non si fretta di costruire le proprie forze di sicurezza". Egli ha anche detto la Russia pianificata "grandioso" migliorare le sue forze armate. Nuova tecnologia missilistica e di una revisione del arsenale nucleare sono state anche previste, ha detto. Scudo Putin ha detto telespettatori che la presenza americana in Iraq è stato motivato in parte da un desiderio di "stabilire il controllo delle riserve di petrolio del paese". Ma ha detto che gli Stati Uniti è ora impegnata in un "inutile" battaglia contro una sollevazione popolare. "Si può cancellare politico mappa alcuni regime tirannico ... ma è assolutamente inutile per combattere con un popolo", ha detto. Ha assicurato il suo pubblico che la Russia, a differenza dell'Iraq, è stata militarmente forte abbastanza per difendere il proprio territorio e delle sue risorse naturali. Putin inoltre avvertito che la Russia potrebbe aumentare il suo spiegamento di armi se Washington è andato avanti con i piani per costruire una scudo. Mosca e Washington hanno già sostenuto piani americani per la costruzione di missili basi nei paesi che una volta erano parte dell'Unione Sovietica, la sfera di influenza. Altri temi discussi dai leader russo, facendo inclusa l'economia e la minaccia del terrorismo. Egli ha detto di essere impegnato a ridurre l'inflazione e punta a un calo registrato attacchi terroristici, come prova la sua politica di sicurezza è stato dando i suoi frutti. 'Primo ministro' Russi presentate più di un milione di domande per telefono, messaggi di testo o tramite Internet, il Cremlino ha detto. Giovedì telefono cellulare in mezzo proviene crescente speculazione circa i piani di Putin dopo la sua seconda presidenziali termine termina nel mese di marzo. Ma Putin, che sta valutando di diventare primo ministro quando si passi verso il basso, ha detto che era contro cambiando l'equilibrio di potere tra il presidente e il governo. "Non è opportuno prendere tutte le competenze di distanza da parte del governo o di caricare più poteri" sul governo, agenzia di stampa Interfax ha citato come dicendo. Sotto la costituzione russa, il Presidente Putin non è consentito a funzionare per un terzo mandato di presidente consecutivi, e non vi è stata la speculazione che egli usa il premierato di mantenere il potere. Egli ha detto di aver accettato una proposta della pro Cremlino Russia Unita a capo del partito nella lista elezioni parlamentari di dicembre - una mossa che rappresenterebbe una garanzia per lui un seggio nel prossimo Parlamento. Questa è la sesta volta, il Presidente Putin ha fatto il telefono cellulare in quanto provenienti per ufficio.


Putin wants US date to quit Iraq

It is President Putin's sixth phone-in since coming to office
Russian President Vladimir Putin has said the US should set a date for a withdrawal from Iraq.

He was speaking during a live televised question-and-answer session with the public covering both domestic and foreign policy issues.

Mr Putin said that as long as the US avoided setting a pull-out date, the Iraqi leadership "won't rush to build up its own security forces".

He also said Russia planned "grandiose" improvements to its armed forces.

New missile technology and an overhaul of the nuclear arsenal were also planned, he said.

Missile shield

Mr Putin told viewers that the US presence in Iraq was motivated in part by a desire to "establish control of the country's oil reserves".

But he said the US was now engaged in a "pointless" battle against a popular uprising.

"One can wipe off a political map some tyrannical regime... but it's absolutely pointless to fight with a people," he said.

He assured his audience that Russia, unlike Iraq, was militarily strong enough to defend its territory and its natural resources.

Mr Putin also warned that Russia would boost its deployment of weapons if Washington went ahead with plans to build a missile shield.

Moscow and Washington have already argued over US plans to build missile bases in countries that were once part of the Soviet Union's sphere of influence.

Other topics discussed by the Russian leader included the economy and the threat of terrorism.

He said he was committed to cutting inflation and pointed to a drop in recorded terror attacks as proof his security policy was bearing fruit.

'Prime Minister'

Russians submitted more than one million questions by telephone, text messages or via the internet, the Kremlin said.

Thursday's phone-in comes amid growing speculation about Mr Putin's plans after his second presidential term ends in March.

But Mr Putin, who is considering becoming prime minister when he steps down, said he was against changing the balance of power between president and government.

"It is not expedient to take any powers away from the government or to load more powers" on the government, Interfax news agency quoted him as saying.

Under the Russian constitution, Mr Putin is not allowed to run for a third consecutive term as president, and there has been speculation that he will use the premiership to retain power.

He said he had accepted a proposal by the pro-Kremlin United Russia to head the party's list in December's parliamentary election - a move that would guarantee him a seat in the next parliament.

This is the sixth time Mr Putin has done the phone-in since coming to office.

La Banda dei Briganti


Quando i popoli manifestano di capire i vecchi inganni del sistema, ecco che ne vengono elaborati di nuovi. Di solito si tratta di nuovi partiti, nuovi personaggi o nuova propaganda. Come tutti sanno, da recente la “sinistra” ha messo a punto un piano di “rinnovamento”, che ha trovato il suo culmine nelle primarie del 14 ottobre scorso, che hanno visto trionfare Walter Veltroni quale leader del nuovo Partito Democratico. Che si tratti dell’ennesima truffa non è difficile capirlo.
Cosa propone Veltroni?

Cosa ha mai detto di concreto per cambiare in meglio la realtà del paese? Ha mai detto che dovranno essere abrogate tutte le leggi che permettono lo sfruttamento lavorativo? Ha mai detto che il paese deve riappropriarsi della sovranità monetaria per non cadere più nella truffa del debito? Ha mai detto di voler liberare il paese dall’occupazione militare delle basi Usa? Ha mai detto di aumentare le tasse sui grandi guadagni finanziari?

Se non ha detto nulla di tutto questo, in che modo crede di dover risollevare le sorti del paese? Se non vuole arginare il potere delle banche, quale “democrazia” ci propone? Quella falsa, che maschera la dittatura del gruppo dominante?
E’ evidente che si tratta di una trappola. Se cadiamo nella trappola del nuovo partito e del nuovo leader accettiamo i crimini dell’attuale classe dirigente, perché in realtà si tratta di sostenere persone che obbediscono agli stessi poteri.

Veltroni dice cose che trovano approvazione e colpiscono l’attenzione, ma non propone nulla di concreto per risolvere i problemi che solleva. Ad esempio, sostiene che uno dei problemi principali sia la crisi ambientale: “La nuova Italia nasce dalla riscrittura di almeno quattro grandi capitoli della nostra vicenda nazionale: ambiente, nuovo patto tra le generazioni, formazione e sicurezza. I mutamenti climatici sono il primo banco di prova di questa vera e propria sfida… l’effetto serra è causato dal modo tradizionale di produrre e consumare energia”.
Ma non parla di dover imporre regole certe, o di dover fare pressione su Washington e Pechino per indurre le autorità ad approvare leggi che costringano gli industriali, ovunque operino, ad utilizzare misure di protezione ambientale. Veltroni solleva problemi ma, come tutti i politici del sistema attuale, si guarda bene dallo spiegare con chiarezza quali sono le cause e come occorre affrontarli efficacemente.
Egli parla di energie “pulite”, ma non solleva affatto il problema dei rigassificatori e degli inceneritori messi al bando dalla UE (normativa UE 2001/77/CE) e imposti dal governo Prodi. Egli stesso, come sindaco di Roma non ha affrontato diversi problemi ambientali, come quello della discarica di Malagrotta, dunque non è pensabile che abbia davvero a cuore questo problema. E’ assai più probabile che egli sollevi i problemi cari ai cittadini, soltanto per suscitare consenso.
Veltroni fa appello alla “tecnologia”, come fosse una sorta di bacchetta magica che per incanto risolverà ogni problema: “Quello a cui pensiamo è l’ambientalismo dei sì. Sì a utilizzare le immense possibilità della tecnologia per difendere la natura”.(1) Si guarda bene però dal sollevare il problema della tecnologia utilizzata soltanto per accrescere i profitti, senza rispetto alcuno per la salute e per l’ambiente.

Il discorso di Veltroni al Lingotto di Torino, il 27 giugno del 2007, era finalizzato ad esaltare ad oltranza l’attuale sistema di potere, nascondendo le magagne e facendo credere ai cittadini che accettarlo significa anche migliorare le sorti del paese. Sarebbe come dire che gettarsi del quinto piano può essere un atto che migliora la salute.
Veltroni utilizza artifici retorici per offuscare la realtà, e per apparire come un leader diverso dagli altri. Egli ostenta un improbabile senso di “umanità”, assumendo un atteggiamento paternalistico o spiritualistico, ma evitando accuratamente le vere questioni che vessano il paese, come le leggi che intralciano la lotta alla mafia o quelle che legalizzano lo sfruttamento lavorativo. Veltroni vorrebbe porsi come leader di tutti, dei cittadini comuni e della Confindustria, e ricevendo il plauso da parte di quest’ultima già possiamo capire in che misura difenderà gli interessi dei lavoratori.
Egli parla in generale della “lotta alla precarietà”, ma si guarda bene dal promettere in modo chiaro di voler sopprimere tutte le leggi che rendono possibile il precariato. Gli altri leader di sinistra, durante la campagna elettorale del 2006, avevano promesso in modo generico le stesse cose che promette Veltroni, ma una volta al potere hanno fatto tutto il contrario. Veltroni promette “entro dieci anni, questo divario di opportunità - di vita, di successo e di felicità - si riduca del 30%, facendo ripartire quella mobilità sociale che, forte dai primi anni ‘60 fino alla metà degli anni ‘70, ha progressivamente frenato, fino ad arrestarsi del tutto”.
Ma non spiega che la crescita economica del paese è stata bloccata dal debito e dalle misure di globalizzazione (privatizzazione, delocalizzazione, ecc.) imposte da Washington, e dunque, come può egli credere di poter migliorare la condizione economico-finanziaria del paese senza affrontare i mali alla radice? In parole povere, dove prenderà i soldi per il rilancio, se le banche continueranno a succhiarci il sangue attraverso il debito-truffa? Veltroni non se la prende mai con i responsabili dei problemi, vorrebbe rendere il mondo migliore lasciando al loro posto chi lo rende peggiore.
E’ evidente che egli sta barando, per indurre gli elettori ad avere fiducia in lui. Una fiducia che potrà avere conseguenze tragiche per gli italiani.

Veltroni denuncia la forte pressione fiscale, ma non dice che gran parte del Pil viene saccheggiato dalle banche, e dunque le sue proposte di abbassare la pressione fiscale sono campate in aria e non potranno trovare alcuna attuazione, proprio come è avvenuto con tutti i governi del sistema. Parla di “lotta all’evasione” ma non parla dei paradisi fiscali che la rendono possibile, e non dice che l’intero sistema è fondato sui privilegi fiscali dei più ricchi.
La sua retorica è tanto più suadente quanto più gli italiani si sentono insicuri, temono il futuro e desiderano politici che mostrino di non essere corrotti. La sua retorica mira a catturare le speranze e a rivitalizzare le illusioni.
E’ possibile capire già da adesso che egli non manterrà le promesse, e che mira soltanto a portare avanti la sua carriera politica, altrimenti direbbe agli italiani la verità su tutto, senza nascondere la vera origine dei nostri problemi. Veltroni si permette persino di minimizzare e mistificare il dissenso:

“E’ così, con un’alta capacità di risposta, che si combatterà l’antipolitica… Chi invece indica qualunquisticamente la politica come il nemico, chi soffia demagogicamente sul fuoco dell’insoddisfazione, ha il dovere di dire cosa si dovrebbe sostituire alla politica e alle istituzioni.”.(2)

Egli utilizza gli stessi inganni verbali del sistema, e dunque, parla di “antipolitica” rendendo implicito che l’attuale sistema sia la sola “politica” possibile. E’ un inganno retorico utilizzare il prefisso “anti” per etichettare qualcosa che si vuol far apparire come negativa, da rifiutare. Tutti i giornalisti di regime, come pappagalli, utilizzano il termine “antipolitica” per indicare coloro che rifiutano l’attuale sistema, giudicandolo corrotto. Ma non si tratta affatto di “antipolitica” poiché l’attuale regime non è una vera “politica”, ma soltanto un sistema dittatoriale mascherato da “democrazia”, in cui i cittadini sono indotti a credere con l’inganno di avere la sovranità. Veltroni ripropone la separazione sinistra/destra, riconoscendosi nella sinistra, ma senza spiegarci con chiarezza cosa lo renderebbe leader di “sinistra”. Mai un cenno alla necessità di arginare il potere della classe ricca, mai un cenno alla necessità di aumentare gli stipendi e le pensioni per adattarle alle devastazioni dell’euro. Quando parla dei lavoratori lo fa con tono quasi metafisico, come farebbe il papa. Nulla di concreto, nulla di vero. Tutto questo fa ben capire perché il sistema lo abbia sponsorizzato così tanto da farne un sicuro futuro capo di governo. Egli sa prendere per i fondelli gli italiani, come Fassino, D’Alema e Prodi non riescono più a fare. Per ammantarsi di prestigio, Veltroni scomoda persino illustri personaggi storici, come Robert Kennedy, dicendo di trovare la giusta ispirazione nel loro operato. In realtà è assai più probabile che egli si consulti a tempo pieno con i cosiddetti “spin doctors” (dottori del raggiro, manipolatori di opinioni), per trovare il modo più efficace di truffare gli elettori.

Il Partito Democratico, di cui egli è diventato leader, non è altro che un partito-burla, perché non rappresenta nulla di nuovo nel panorama politico italiano. Siamo ormai giunti alla realtà “nominale”, ossia, la novità non sta più nella realtà dei fatti, come dovrebbe essere, ma nei nuovi nomi o nei nuovi loghi. In armonia col sistema, Veltroni si limita a proporre novità fittizie, come fossero virtuali, in un panorama desolante in cui almeno due terzi degli italiani comprendono assai bene che in Parlamento non vengono affrontati i loro veri problemi.
Anche dal punto di vista “umano”, Veltroni è un truffatore. Si mostra interessato ai diritti umani ma, come gli altri leader di “sinistra” (e di destra) affronta le questioni umane (Rom, immigrati, emarginati, ecc.) vantandosi, com’è di moda, di avere “tolleranza zero”, e perseguitando gli individui più deboli senza pietà, come il suo omologo Sergio Cofferati, si vanta di fare a Bologna. E’ questa la nuova “sinistra”: quella che ritiene pericolosi i lavavetri più che i criminali che torturano e uccidono in Iraq o in Afghanistan. Una sinistra che chiude i centri sociali e che fa deportare i Rom. Una sinistra che vuole rimanere tale anche quando dimostra impietosamente di mettere in pratica principi degni del fascismo, reprimendo i cittadini che rifiutano ciò che degrada l’ambiente o mette in pericolo la loro esistenza. Una sinistra autoritaria che vuole spacciarsi per rispettabile e vuole distinguersi dalla “destra” soltanto per abbindolare gli elettori che ancora credono che in Italia esista una “sinistra”.
A Roma, come nel resto dell’Italia, i tagli alla spesa pubblica si traducono nel peggioramento della qualità delle strutture sanitarie, nell’insufficienza degli asili e dei servizi agli anziani e ai disabili.
Veltroni, pur essendo, come sindaco, assai consapevole del peso di tali problemi, non ha mai denunciato questa realtà, che tende a peggiorare con le finanziarie. Egli si è occupato soprattutto di curare la sua immagine mediatica, in modo da apparire come un sindaco autorevole e capace di risolvere problemi.

La questione della “sicurezza” è stata creata ad oc da un regime che non sempre utilizza carabinieri e poliziotti per proteggere realmente la cittadinanza, preferendo creare situazioni di insicurezza e paura. In tal modo potrà creare ghetti e degrado, per poi ergere i propri fantocci a paladini della “sicurezza”, suscitando quel bisogno di protezione e di fiducia che altrimenti non ci sarebbe. Veltroni lancia proclami ambiziosi: “Fare un’Italia nuova. E’ questa la ragione, la missione, il senso del Partito democratico. Riunire l’Italia, farla sentire di nuovo una grande nazione, cosciente e orgogliosa di sé”.(3)
Ma un’Italia nuova non dovrebbe certo appoggiare un politico che non offre nulla che possa scardinare realmente il vecchio regime. Le false sinistre hanno trovato nelle primarie un metodo utile per far credere alla gente di contare qualcosa dal punto di vista politico. In realtà è un’illusione, perché i personaggi che vengono candidati sono scelti dall’alto, e nessuna formazione politica dell’attuale sistema rischierebbe di candidare persone che realmente possano avversare gli interessi del gruppo di potere. Dunque, la scelta non è una vera scelta, ma un’illusione di scelta.
Qualcuno crede che sostenendo il nuovo Partito Democratico si possano contrastare le politiche della destra di Berlusconi, ignorando che le due fazioni politiche sono assai più vicine fra loro di quanto mostrino, e che sono strettamente alleate nel contrastare gli interessi e la sovranità popolare.

Le primarie hanno dato la possibilità di propagandare il sostegno da parte di oltre 3 milioni e mezzo di italiani. Ma anche questa è una truffa. Molti testimoni hanno detto che le irregolarità nei seggi delle primarie non si contavano: gente che votava tre o quattro volte e extracomunitari che si affollavano ai seggi facendo il giro dei gazebo anche sei o sette volte. E’ assai probabile che gli extracomunitari non abbiano pagato un euro, ma, al contrario, abbiano ricevuto qualche euro, altrimenti non si spiegherebbe tale assalto ai seggi. Ad Agrigento, il consigliere comunale Giuseppe Arnone ha chiamato i Carabinieri per denunciare i brogli che si stavano verificando al seggio. Arnone ha raccontato che molti extracomunitari venivano accompagnati direttamente da alcuni candidati inseriti nelle liste, che suggerivano loro cosa votare.
Nel pomeriggio inoltrato avevano votato un milione e mezzo di persone, e ci vorrebbero far credere che in pochissime ore avrebbero votato altri 2 milioni di persone, portando la cifra totale dei votanti a oltre 3 milioni e mezzo. Chi c’era a controllare la regolarità delle operazioni elettorali? Nessuno. Chi può controllare che non abbiano gonfiato la cifra dei votanti? Nessuno. C’è da credere a personaggi che mentono ogni giorno in Parlamento e al governo? Non sarebbe un grande segno di saggezza. Già alle primarie del 16 ottobre del 2005, che hanno visto il trionfo di Prodi, venne strombazzato che gli elettori erano stati 4,3 milioni. Un anno e mezzo dopo diverse fonti dissero che probabilmente i votanti non erano stati più di 2 milioni. Ad esempio, il “Velino” ha svelato che l’elenco degli elettori in mano all’Ulivo registrava 2 milioni di votanti. Nessuna smentita, nemmeno da parte del fiduciario di Prodi, Mario Barbi, che si è limitato a dire che “verificherà”. All’epoca, i ragazzi di Azione giovani di Reggio Calabria denunciarono che nei seggi era possibile votare molte volte. Il presidente provinciale di Ag, Daniele Romano raccontò: “Alcuni di noi hanno votato più volte, addirittura senza documenti, altri senza averne diritto perché residenti fuori Reggio, altri ancora senza firmare la famosa liberatoria di cui si parlava”.(4)

Il punto è: perché tutte queste truffe? Evidentemente, il sistema sa di fare acqua da tutte le parti e di dover imbrogliare per suscitare consensi.
Gonfiare le cifre dei votanti equivale ad una forma di propaganda, che mira a far credere agli italiani che c’è ancora molta gente che ha fiducia nel sistema, mentre in realtà ce n’è sempre meno. Chi ormai è avvezzo a capire la potenzialità truffaldina di questi personaggi difficilmente può credere alla loro propaganda, anche se fatta con nuove forme. Le parole preferite da Veltroni sono “governo stabile”, “governi democratici” o “grandi democrazie d’Europa”. Ricorda i presidenti americani, che nei loro discorsi citano centinaia di volte la parola “democrazia”, ma impediscono con la forza delle armi l’autodeterminazione dei popoli. Se davvero Veltroni credesse nella democrazia si ergerebbe a difendere le lotte dei vicentini contro le basi americane o le lotte dei No-tav, poiché si tratterebbe in tal caso di proteggere il democratico diritto dei cittadini a scegliere ciò che riguarda il proprio territorio. E invece, Veltroni difende il governo, dichiarando un “pieno, coerente e deciso sostegno all’azione del Governo Prodi”. E’ evidente che egli parla non di una vera democrazia, ma della democrazia-truffa che attualmente c’è in Italia. Non abbiamo bisogno della democrazia di cui egli parla, ma di una vera democrazia, che ci sarà quando lui e tutti quelli come lui saranno costretti a fare un altro mestiere.

Il 20 ottobre, un milione di persone partecipano al corteo contro il precariato, e a chi gli chiede cosa ne pensa, Veltroni risponde: “è un importante fatto democratico”. Ci mancherebbe che dovessero proibire anche i cortei di protesta. Furbescamente, egli non perde occasione per utilizzare il termine “democratico” e per evitare di esprimere chiaramente cosa ne pensa delle leggi infami sul lavoro. Intanto, mentre Veltroni esibisce le sue performance, l’Italia va sempre più alla deriva, ormai dominata da reti mafiose/massoniche che il governo protegge anche bloccando il lavoro dei magistrati.
Veltroni non ha mai denunciato la grave corruzione che attanaglia le nostre istituzioni, chiaro segno che egli stesso ne è parte. Agli italiani che dicono: “provo a crederci e poi valuterò i risultati”, possiamo rispondere: già da adesso, dai suoi stessi discorsi, è possibile capire chi realmente è Veltroni e cosa farà una volta al potere. Se accetteremo di dare ancora fiducia ai nuovi fantocci del sistema, arriveranno altre beffe e altre truffe, con amare conseguenze.
Chiediamoci con sincerità: possiamo permetterci di farci ancora abbindolare dalle truffe degli attuali politici?
Non sarebbe ora di dire basta?

Antonella Randazzo

24 ottobre 2007

Torta a torta



A Porta a Porta, si cucinavano torte e altri dolciumi. La puntata, inaspettatamente, non riguardava Cogne, né Garlasco, né Rignano, ma il caro-vita. Insieme al fornaio e al panettiere, ne discutevano Lorena Bianchetti e altri squisiti ospiti. Ieri Bruno Vespa si è recato in Vigilanza per raccogliere gli applausi degli uomini dei partiti, che nei giorni scorsi avevano tentato di processare Michele Santoro per aver raccontato una storia vera, cioè il caso De Magistris, anzi Mastella. Solo Beppe Giulietti si é astenuto dalla simpatica cerimonia, tutta inchini e riverenze, quadriglie e minuetti tra l’insetto e i suoi “editori di riferimento”, come ebbe a definirli ai tempi d’oro della Dc di Forlani e Andreotti.

Come già Mastella collegato dal Columbus Day, anche il presidente Mario Landolfi - che passò un bigliettino a Gad Lerner per segnalare una sua protetta al neodirettore del Tg1 - si è molto complimentato per la proverbiale imparzialità e il leggendario pluralismo di cui è campione l’insetto. Da quando, nel 1969, annunciò dalla questura di Milano che Pietro Valpreda era il mostro di Piazza Fontana. “Se tutte le trasmissioni fossero come Porta a Porta - ha flautato Landolfi - la Vigilanza potrebbe abbassare la saracinesca”.

Poi è intervenuto il suo vice, il margherito Giorgio Merlo, entusiasta per la visita dell’insetto che “ha confermato come la salvaguardia del pluralismo e il rigoroso rispetto delle regole rappresentano (il congiuntivo non è il suo forte, ndr) i postulati essenziali per i conduttori del servizio pubblico... a prescindere dalle solidarietà corporative e sindacali nei confronti dei vari conduttori”. Allusione agli interventi dei sindacati della stampa a difesa di Floris e Santoro.

Poi ha parlato Vespa: “Preferisco che gli interlocutori siate voi”, ha detto ai suoi santi protettori, “tremo all’idea che il Tg1 debba essere portatore di interessi altrui” cioè, eventualmente, dei cittadini L’importante è che continuino a comandare i partiti, altrimenti 4 sere a settimana se le scorda. Poi ha confidato di scegliere “i temi sull’attualità quando sono caldi”: un po’ come le torte sfornate l’altra sera dai cuochi di redazione, che avevano rimpiazzato il plastico della villetta di Cogne e la bicicletta di Garlasco con un grande forno a microonde. Naturalmente, ha sottolineato, “non ho mai avuto condizionamenti né dall’azienda né dalla politica”: infatti obbedisce da solo, prima che arrivino gli ordini. Due le sue stelle polari: “ferreo controllo delle notizie che diamo” e “assoluto equilibrio dei servizi”.

Qualcuno minimamente informato - non è il caso della commissione di Vigilanza - avrebbe potuto domandare a chi avesse affidato il controllo ferreo della notizia (falsa) dell’assoluzione definitiva di Andreotti: a un cuoco? Qualcun altro potrebbe ricordare quando Vespa lesse una mail anonima che “testimoniava” l’innocenza degli agenti arrestati a Napoli per le violenze contro i no-global, e domandare se l’avesse fatta controllare da un pasticciere.

Quando poi ha sostenuto di aver “vinto tutte le cause in 10 anni”, qualcuno con un minimo di memoria avrebbe potuto rammentargli i 260 milioni pagati dalla Rai a Scattone e Ferraro (gli assassini di Marta Russo) per un’intervista esclusiva al Tg1 e una a Porta a Porta nel giugno ’99: la famiglia Russo fece causa, visto che i due non avevano pagato i danni a cui erano stati condannati, e scopri che il “servizio pubblico” diretto da Agostino Saccà aveva appoggiato il versamento sul conto di un prestanome per aggirare il blocco dei beni disposto dal tribunale; la Rai, per uscire dalla causa dovette sborsare altri 200 milioni.

L’anno scorso Vespa è stato condannato a pagare 82 mila euro a Roberto Zaccaria per aver inventato - in un libro Rai-Eri - un complotto dell’allora presidente Rai contro Berlusconi con Biagi, Luttazzi e Santoro. Tutte balle. Ieri l’insetto ha molto lacrimato per la serata che dovrà cedere a Benigni.

In effetti, 3 sere sono poche. Perché non dargli anche venerdì, sabato e domenica?

Marco Travaglio


23 ottobre 2007

L’impero del meno male: La decrescita


Mi convinco sempre sempre di più che la sinistra abbia sottovalutato la forza del liberismo e la sua forza anche nella sinistra stessa. Soprattutto ha sottovalutato il fatto che il mito della crescita ha un posto centrale sia nel dispositivo del liberalismo che in quello del capitalismo. Su questo punto dobbiamo dire che purtroppo Marx si è sbagliato. Ha pensato che fosse possibile, sostituire all’«accumulazione» cattiva del capitale [accumulazione è il nome marxista della crescita], quella buona di un altro sistema. Questo non è vero, l’accumulazione del capitale è sempre legata all’economia di mercato. Da questo punto di vista, i cosiddetti socialisti utopisti, come per esempio William Morris di «News from Nowhere», avevano capito meglio di Marx il carattere perverso della crescita, il fatto che essa sia legata al sistema termoindustriale, e quindi ai rapporti capitalistici. Oggi dobbiamo fare i conti con questa eredità.

Uno scienziato francese, Hubert Reeves, molti anni fa raccontava questa favola. Un giorno un vecchio pianeta nelle sue divagazioni incontra la Terra che non aveva visto da alcuni milioni di anni. Allora dice: «Come stai?». La Terra risponde: «Non mi sento molto bene, credo di avere una malattia mortale». «E come si chiama questa malattia?». «Si chiama umanità». «Ah – conclude il vecchio pianeta –, anch’io l’avevo presa alcuni milioni di anni fa. Ma guarisce da sola, si autodistrugge».

E’ vero che oggi sembra che l’umanità rischia di sparire. Abbiamo molti segnali che lo confermano quasi ogni giorno. Sappiamo che stiamo vivendo la sesta estinzione delle specie, la quinta è quella che ha avuto luogo 65 milioni di anni fa, quella che ha visto sparire i dinosauri. Solo che ci sono tre differenze tra la quinta e la sesta: questa è organizzata dall’uomo e procede a una velocità terrificante. Per fortuna la natura ha una vitalità straordinaria e una capacità di adattarsi sorprendente, ma quando i cambiamenti sono così veloci è impossibile per la natura adattarsi.
Un’altra importante differenza è che anche l’umanità potrebbe essere la vittima di questa sesta estinzione. Lo sarà sicuramente se non facciamo niente.

La scommessa della decrescita è diversa. Non pensiamo che l’umanità sia una specie votata al suicidio, o che non ci sia speranza. Pensiamo infatti che il suicidio faccia parte dell’essenza della società della crescita, ma non di tutte le società umane. Che la nostra società, la società moderna, sia candidata al suicidio ma non l’umanità in quanto tale. La decrescita scommette che sia possibile salvare l’umanità, ma solo a condizione di uscire dal paradigma della modernità, della società della crescita.
Che cos’é quindi una società come la nostra? È una società che ha per unico fine la crescita senza limiti. È un’idea assurda per questa idea si deve consumare sempre di più, produrre ancora di più rifiuti e profitti. Per promuovere questa idea ci sono tre grandi strumenti: la pubblicità che ci invita sempre a consumare cose di cui non abbiamo veramente bisogno; l’obsolescenza programmata e il credito.

La scommessa della decrescita è l’umanità possa fare una rivoluzione culturale, uscire dalla società di crescita, di deglobalizzarsi e ritrovare il locale, di uscire dal capitalismo e quindi dall’accumulazione illimitata, sotto l’impulso di due forze, una forza positiva e una forza negativa.
La forza positiva è l’aspirazione all’ideale che vivremmo meglio se vivessimo in un altro modo. Questa è la grande lezione del mio maestro Ivan Illich, che per quarant’anni ha predicato nel deserto. Invece di prendere come slogan, come fa il governo francese attuale, «lavorare di più per guadagnare di più» diceva «lavorare di meno per vivere meglio». Di sicuro lavorando meno si produrrebbe meno o si distruggerebbe meno il pianeta e avremmo più tempo per godere della vita, per ritrovare il senso della vita. Forse meno ricchezze in termini di prodotto interno lordo ma più ricchezze in termini di vita, di ricerca del piacere e della felicità. E consumare meglio è possibile.

Il grande, uno dei grandi precursori della decrescita, che recentemente è morto in Francia, l’amico André Gorz, negli anni ’70 e ‘80 aveva descritto degli scenari per dimostrare come era possibile allo stesso tempo ridurre il tempo di lavoro, diminuire la disoccupazione e aumentare la felicità.
Oggi siamo tossicodipendenti di consumismo. Lo siamo tutti. E allora dobbiamo intraprendere una terapia, dobbiamo liberarci da questa dipendenza, ma non è facile. Naturalmente l’aspirazione a un’ideale, a un mondo più giusto, a un mondo più sostenibile ha un ruolo importante ma non basterà. Questo è il motore positivo. Il motore negativo invece è la pedagogia delle catastrofi. È per questo che paradossalmente sono molto ottimista, perché sono certo che ci saranno catastrofi.

Il progetto di costruire una società della decrescita dunque è un’utopia, un’utopia nel senso concreto e positivo della parola che è un altro mondo possibile. Ho proposto di realizzare questo progetto attraverso uno schema delle otto «R»: Rivalutare, Riconcettualizzare, Ristrutturare, Ridistribuire, Rilocalizzare, Ridurre, Riutilizzare, Riciclare. Ogni volta che faccio una conferenza c’é qualcuno nella sala che mi dice: «Lei ha dimenticato una R molto importante, si deve anche reinventare la democrazia». Un altro mi dice: «Si deve ri-cittadinare». Il concorso è aperto, si possono aggiungere molte altre R.

Questa proposta non é un programma politico perché non sono un politico, sono uno scienziato, un intellettuale, non è il mio lavoro fare un programma politico. Ma è un progetto politico, l’utopia di una società autonoma. Il progetto della decrescita non è nuovo, la cosa nuova è che la parola decrescita parla all’immaginario. Questo ‘de’ crea un colpo, come è possibile rimettere in questione il fondamento della nostra società, di tutto il nostro mondo. E allora questo crea una reazione molto forte. Alcuni che avevano dubbi sul nostro mondo, sulla società, dicono: “Sì, bastava pensarci, ha ragione, abbiamo trovato alla fine la cosa importante”. E altri dicono “Ma è impossibile. Come parlare di decrescita?”. Se non parliamo di decrescita andiamo verso la catastrofe e l’apocalisse.

Ora vorrei in alcune parole spiegare come opporre l’utopia concreta alla altra grande utopia dell’occidente che è il liberismo. Il liberismo è anche un grande progetto, un progetto che ha strutturato l’occidente per secoli. Dobbiamo prendere coscienza che in questo progetto la cosa più importante è il mito della crescita. Nella sinistra c’è la tentazione di separare il liberalismo buono dal liberismo cattivo. Fondamentalmente, però, sono come dottor Jekyll e mister Hide, due facce della medesima medaglia, strettamente legate anche se diverse.
E’ un progetto fantastico, il liberismo, nato nel medioevo in reazione all’orrore per le guerre, soprattutto quelle civili. E’ un progetto grandioso, il liberismo, e precisamente è l’utopia di una società autonoma. Una società autonoma che si basa sull’individualismo, sull’emancipazione dell’umanità, sul progetto della modernità, della liberazione dalla trascendenza, dalla tradizione, della religione e dalla gerarchia.
Il problema di questo progetto è nelle sue aporie: l’aporia della libertà è la libertà di sfruttare gli altri. L’individualismo è un progetto autodistruttivo e l’uguaglianza ancora di più. L’uguaglianza assoluta è impossibile perché per natura non siamo uguali, quindi la strada che il liberismo ha trovato, soprattutto attraverso il suo aspetto economico, è di reinventare un’eteronomia che permette il funzionamento della società moderna: l’eteronomia della mano invisibile.

Se c’é la mano invisibile allora nessuno può rimpiangere della sua povertà, nessuno è responsabile delle disuguaglianze, sono le leggi del mercato. Basta leggerlo su tutti i giornali: se i popoli del sud sono più poveri la colpa, in fondo, è loro. Non è colpa più delle grandi imprese o dei governi, è la legge del mercato, la stessa legge per tutti. Una legge che funziona benissimo e che funziona perfino meglio se c’é la continua fuga in avanti della crescita infinita. Che ha come corollario l’idea che se l’uguaglianza non è realizzata oggi, almeno domani le disuguaglianze saranno minori. Se oggi non possiamo comprare l’ultimo modello di automobile, certamente potremo farlo domani, grazie alla crescita.
Questo meccanismo ha funzionato per tanti anni gloriosi tra il 1945 e il 1975. E’ vero che gli operai hanno potuto comprare una macchina, un frigorifero. E’ vero che le cose che prima erano riservate ai ricchi sono diventate delle comuni. Questo permette alla società liberista di funzionare.

Un amico, un filosofo, ha scritto recentemente un bel libro che si intitola «L’impero del meno male». Sono riusciti a creare, con il liberismo e la crescita, l’impero del meno male, ma oggi questo non basta più. Perché il problema è che oggi ci si confronta con l’autodistruzione sociale perché l’ingiustizia, aporia strutturale di questo stesso meccanismo, è diventata senza limite.
SERGE LATOUCHE

Le nuove SS: Blackwater


Nel corso della conferenza stampa data il 3 ottobre a Baghdad, il Primo ministro iracheno Nuri Al-Maliki ha affermato che le prove contro Blackwater sono così abbondanti che la nota società di mercenari “non è idonea” a continuare ad operare in Iraq, paese in cui vanta contratti per la sicurezza nell'ordine delle centinaia di milioni di dollari. Maliki ha parlato dopo che l'on. Henry Waxman aveva rilasciato al Congresso USA un documento di 15 cartelle che riferisce di oltre 200 sparatorie della Blackwater contro civili iracheni, in cui i mercenari hanno aperto il fuoco senza essere seriamente provocati. Dopo il più noto di questi incidenti verificatosi il 16 settembre, in cui rimasero vittima, a seconda delle versioni, dagli 11 ai 20 civili inermi, Al-Maliki mise subito al bando Blackwater, ma dovette poi concedere un differimento del foglio di via per attendere il completamento delle inchieste aperte sul caso dalle autorità USA (In Iraq i dipendenti di imprese di sicurezza privata non sono sottoposti alle leggi del paese). Nell'ultima conferenza stampa Al-Maliki ha ribadito che Blackwater deve sloggiare subito.
“Si tratta di un'organizzazione modellata sulle SS”, ha detto Lyndon LaRouche, in riferimento alla nota formazione della milizia privata finanziata dai grandi sponsor di Himmler. “Il Congresso dovrebbe ammetterlo e trarne le conseguenze. Sono le SS di Felix Rohatyn e di George Shultz. Ma ce l'ha il fegato di dire che questi killer sono le SS di Rohatyn? La politica di fondo della Blackwater è stata messa a punto nel Middlebury College, di cui Rohatyn è il guru”. Il dibattito politico sulla privatizzazione della difesa USA in effetti si svolse nel 2004 soprattutto al Middlebury College, sotto l'egida del Centro per gli Affari Internazionali di Rohatyn.
LaRouche sottolinea inoltre che un altro modello di fondo della Blackwater è la Compagnia delle Indie Orientali britannica. Un nuovo libro sulla Blackwater scritto da Jeremy Scahill porta come sottotitolo “L'ascesa del più potente esercito mercenario del mondo” ma, secondo LaRouche, la definizione “è sbagliata. Sono gli inglesi, sono essi ad avere i più potenti eserciti mercenari”. In effetti, compagnie inglesi come la AEGIS ed altre contano in Iraq oltre 21.000 mercenari, mentre la Blackwater ne conta meno di 10.000. Al vertice di Aegis Defence Services figura Tim Spicer, ex direttore delle famigerate imprese di mercenari Executive Outcome e Sandline. Il più grande contratto per la sicurezza privata in Iraq è stato accordato alla Aegis dal Pentagono.
Dalle prime indagine condotte dall'EIR sul conto di Blackwater risulta che essa recluta presso le basi paramilitari dei nostalgici di Pinochet in Cile. Interessante anche la figura di Edgar Prince, padre di Erik Prince, attuale amministratore delegato di Blackwater. Edgar era vice presidente del Council for National Policy, un gruppo segreto della destra religiosa che il 28 settembre ha ospitato Dick Cheney a Salt Lake City per discutere il bombardamento nucleare dell'Iran. Edgar è anche stato uno sponsor del destrorso Gary Bauer e il principale finanziatore del Family Research Council, la base di Bauer e di James Dobson.

22 ottobre 2007

Cheney è un alieno?


Il titolo è una provocazione ma, per definire tutto il "sistema" che gira intorno a Cheney, sono necessarie alcune "fortune" che non sono "terrestri". Andiamo con ordine.
Il Congresso degli Stati Uniti continua a rifiutarsi di prendere le misure necessarie a risolvere la crisi finanziaria ed economica in corso e perché l'amministrazione Bush-Cheney si è imbarcata in una politica guerrafondaia. Questi motivi, ha spiegato LaRouche, risalgono all'11 settembre:

“Nell'estate del 2001 la recessione procedeva a tutto vapore. Si era al collasso, il sistema era scosso. Poi, il famoso 11 settembre, qualcuno, cooperando dall'interno dei massimi vertici del potere negli Stati Uniti, ha scatenato quell'incidente, che porta il nome di 11/9. Fu un lavoro effettuato con la complicità dell'Impero Britannico. Fu effettuato con la complicità di elementi dell'Arabia Saudita, come indicano chiaramente tutte le prove. Fu un atto terroristico contro gli Stati Uniti compiuto con la complicità di elementi ad altissimo livello negli Stati Uniti, con un copertura organizzata da gente ad alto livello negli Stati Uniti.
“Ora, certi fatti non sono noti, e non dico quello di cui sono al corrente. Ma posso dire di sapere, senza dubbio, che i fatti del 9/11 sono un 'inside job', sono opera di sabotatori interni. Si trattò di un lavoro realizzato dall'interno per contribuire a ciò che l'amministrazione Bush-Cheney rappresenta. E da allora, chi sa qualcosa su come funziona il governo, il nostro sistema politico, sa che è più o meno così. Basta guardare a quello che fanno il Congresso o le istituzioni politiche, per accorgersi che sono in preda alla paura! Perché sanno che questo tipo di fenomeno ha perso piede.
“Ciò che dissi nel gennaio 2001, alla vigilia del primo insediamento ufficiale di questo presidente alla Casa Bianca, è che occorreva considerare come precedente una situazione in cui vigevano condizioni economiche simili a quelle che stavo indicando, l'incendio del Reichstag orchestrato da Hermann Göring allo scopo di fare di Hitler non soltanto il Cancelliere della Germania, ma un dittatore. Ed Hitler è rimasto un dittatore dalla notte successiva a quell'incendio del Reichstag fino al giorno in cui è morto!
Oggi, "Cheney è la testa d'ariete in quest'operazione, e la gente ha paura del vice presidente a motivo dell'11/9!"
“Ci chiediamo allora: chi ha lanciato questa operazione contro gli Stati Uniti? E' stata gestita dall'Impero Britannico. Nella vita politica, nella campagna presidenziale, vediamo le ombre di questo problema. La campagna presidenziale è uno scherzo di cattivo gusto. Hillary Clinton ha detto alcune cose importanti, ma non si rende conto di quale sia effettivamente il problema. Non ha idea di quale sia la soluzione, ma lei è quella che si avvicina di più a dire la verità, perché tutti gli altri sono davvero molto distanti. Dennis Kucinich ha detto alcune verità, ma questa faccenda non sa proprio come affrontarla. Io invece so come affrontarla - e so di più di quello che dico: con la complicità di certa gente in Arabia Saudita, con l'Impero Britannico, che attraverso la BAE condivide il potere con l'Arabia Saudita, è stato fatto il servizio agli Stati Uniti, quell'11 settmbre. E da allora viviamo sotto le conseguenze di ciò. Su questo sono certo e altri fatti si verranno a sapere quando sarà il momento opportuno”.
Nel resto del discorso di apertura e durante il dibattito, LaRouche ha ribadito le misure necessarie per creare una muraglia ("firewall") per salvaguardare l'economia USA e procedere verso una ripresa economica, a cominciare dalla sua proposta di legge sui mutui ed ha descritto la natura dell'opposizione che impedisce l'adozione di queste misure. C'è solo un modo, ha spiegato LaRouche, in cui il sistema economico attuale può continuare ad esistere: sotto una dittatura! Ma se gli USA vogliono sopravvivere come repubblica costituzionale, allora occorre usare la Costituzione per tornare al Sistema Americano di economia politica, ripristinando un sistema creditizio e abbandonando l'impero finanziario globale britannico che domina l'economia mondiale almeno dal 1971. (

Alcune mosse contro Cheney in corso
Diverse iniziative pubbliche importanti, tra cui quella dell'ex presidente Jimmy Carter, sono state adottate nei confronti di Dick Cheney, denunciandone il ruolo nella guerra e in altri abusi. Particolarmente interessante è la denuncia fatta da John Dean, ex consigliere della Casa Bianca di Nixon, della manovra di Cheney per conferire all'esecutivo poteri dittatoriali subito dopo i fatti dell'11 settembre. Intervistato a “Countdown” della MSNBC il 10 ottobre, Dean ha spiegato come la Casa Bianca sia riuscita ad appropriarsi di tanto potere subito dopo quegli attentati: “Sappiamo quello che diversi centri studi speravano o dicevano. Non voglio dire che speravano che accadessero la parodia e la tragedia a cui allora assistemmo, ma certamente credevano di aver bisogno di un evento scatenante per far passare molte decisioni politiche che covavano da anni. I neoconservatori hanno visto in questo un'opportunità. Era già nel cassetto. Non hanno fatto altro che aprirlo e usare l'11 settembre per far approvare il tutto. Ed hanno incontrato un pubblico e un Congresso molto arrendevoli. Erano maturi."
Lo stesso 10 ottobre BBC e CNN hanno mandato in onda un'intervista con l'ex presidente Jimmy Carter. L'intervistatore della nota emittente inglese ha chiesto un commento sulla notizia pubblicata lo stesso giorno dal New York Times secondo cui Cheney e la Rice avrebbero litigato sulla necessità di bombardare preventivamente la Siria, come proponeva il primo. Carter ha risposto:
“Bè, come al solito Dick Cheney sbaglia. E' un militante che ha evitato il servizio militare, ed è stato il più energicamente dedito, negli ultimi dieci o più anni, a realizzare ciò in cui ha sempre creduto, cioè che gli Stati Uniti avrebbero il diritto di esercitare la loro potenza con mezzi militari in altre parti del mondo. E qui di nuovo cerca di promuovere quella che ben potrebbe essere un'avventura militare controproducente e catastrofica ... Certamente lui è stato un disastro per la nostra economia. Ritengo che sia stato fin troppo persuasivo nei confronti del presidente George Bush e molto spesso ha prevalso. Ma uno dei suoi scopi principali era di andare in Iraq sotto falsi pretesti e ancora oggi si dice convinto che quei falsi pretesti fossero giusti. Ancora sostiene che Saddam Hussein fosse coinvolto negli attacchi dell'11 settembre, ancora sostiene che l'Iraq ... avesse armi di distruzione di massa - tutte cose che sono state sconfessate da qualsiasi fonte ragionevole”.
All'intervistatore della CNN Wolf Blitzer Carter ha spiegato: “Per la prima volta in vita mia, il nostro paese ha abbandonato i principi di fondo dei diritti umani. Abbiamo detto che la Convenzione di Ginevra non vale per i reclusi di Abu Ghraib e Guantanamo. E abbiamo detto che possiamo torturare i prigionieri...”. Blitzer gli ha chiesto: “Dunque lei ritiene che gli Stati Uniti, sotto questa amministrazione, abbiano fatto ricorso alla tortura?”, e Carter ha risposto: “Non è che lo penso, lo so con certezza”, ed ha aggiunto che Bush ha ridefinito in maniera falsa il significato della parola tortura.
La trasmissione “Frontline” della PBS trasmette il 16 ottobre un servizio intitolato “La legge di Cheney” annunciato su internet con queste parole: “Da tre decenni il vice presidente Dick Cheney conduce una guerra segreta e spesso aspra per espandere i poteri della presidenza ...” Si documenterà lo “scontro” con il Congresso sulle intercettazioni non autorizzate e il licenziamento dei Procuratori per motivi politici.
fonte: movisol

Onstar e, il tuo motore si spegne!


La General Motor ha pianificato di equipaggiare 1.7 milioni, tra i veicoli che produrrà nel 2009, con un sistema che abiliterà gli operatori della OnStar di spegnere l’alimentazione del motore di un veicolo qualora la polizia lo richiedesse.

Il sistema OnStar della General Motors rende già disponibile un sistema di tracciamento GPS che dà modo alla polizia di rintracciare ogni veicolo equipaggiato. Con la nuova tecnologia, se richiesto dalla polizia, un operatore OnStar informerà gli occupanti del veicolo e disabiliterà l’erogazione del carburante. Il motore inizierà a rallentare a una velocità a passo d’uomo, per permettere al guidatore di accostare. I freni e le altre funzioni elettriche del veicolo continueranno a funzionare.

L’intento di questo sistema è di eliminare di fatto il numero di inseguimenti, che possono essere pericolosi sia per i pedoni e gli altri veicoli, sia per la stessa polizia. Un recente studio ha dimostrato che dal 1994 al 2002, ci sono stati 2,654 incidenti che hanno coinvolto 3,965 veicoli e 3,146 morti durante gli inseguimenti.

L’idea di questo sistema (geniale quanto la cicala che vuole insegnare economia e commercio alla formica N.d.A) è apparsa in Quantico, un recente libro di fantascienza dall’autore Greg Bear. Nella storia, un racconto basato sulla biotecnologia, la guerra al terrore e un futuro non molto lontano, la polizia può utilizzare un Cop Block per fermare qualsiasi veicolo si trovi sotto il suo raggio.

Questa notizia è apparsa su LiveScience.com, e probabilmente non l’ho ancora digerita per il verso giusto. Potrei sicuramente prendere in considerazione un lato positivo: finalmente forse non assisteremo più a quelle riprese spappola-coronarie di inseguimenti e sparatorie eseguite dagli elicotteri; successivamente però, non posso non considerare l’enorme abuso di potere che lo Stato di Polizia che vige nel mondo sta contribuendo a generare.

Io immagino un mondo in cui tutto questo non è mai esistito. Immagino un mondo in cui le mura dell’ingiustizia non sono mai state erette, e l’innocenza ed il peccato sono sempre andati di pari passo sporcandosi a vicenda. Immagino la Terra ed i suoi Figli come non hanno mai vissuto. Assaporo gli odori del raccolto fresco, del lino grezzo e della cena in tavola. Voglio lasciarmi cullare da un mandala che ho dipinto, da un brano che ho composto, da un frutto che ho coltivato e da una statua che ho scolpito. Prostro il mio rispetto di fronte alla tecnologia in armonia coerente con la natura, e la natura integrata saggiamente nella tecnologia… quei giorni sono l’Adesso… l’Ora… il Subito, anche se, di tanto in tanto, quel maledetto 1984 sembra esser stato soltanto un giardino fiorito.

A. Doria

21 ottobre 2007

Una nonlegge per gli Inpunibili. Gelli docet


Due settimane fa, ad Annozero, avevo evocato Licio Gelli e il Piano di rinascita della P2 e me ne hanno dette di tutti i colori. In realtà, ero stato troppo ottimista. Ormai siamo oltre Gelli, oltre la P2. Siamo al golpe politico-giudiziario.
Per una volta, inseguire gli aspetti tecnico-giuridici della decisione del Procuratore generale di Catanzaro di strappare di mano l’inchiesta “Why Not” su Prodi, Mastella & C. al titolare, cioè al pm Luigi De Magistris, è inutile e fuorviante. Meglio andare subito alla sostanza, che è questa: il magistrato che aveva raccolto elementi sufficienti per indagare Mastella per abuso, truffa e finanziamento illecito, cioè riteneva di aver trovato i soldi, non potrà portare a termine la sua indagine, ormai in dirittura d’arrivo. Il fascicolo passerà a un altro magistrato, che impiegherà mesi per studiarsi tutti gli atti. E, se non vorrà fare la fine di De Magistris - attaccato da destra e da sinistra, difeso da nessuno, ispezionato per mesi e mesi, trascinato dinanzi al Csm, proposto per il trasferimento immediato e infine espropriato del suo lavoro - ascolterà l’amorevole consiglio che gli danno il governo e l’opposizione una volta tanto compatte: archiviare tutto, lasciar perdere, voltarsi dall’altra parte.
Checchè se ne dica, questa non è una questione privata fra De Magistris e Mastella. Questa è la soluzione finale dopo vent’anni di guerra della politica alla Giustizia. E’ il coronamento del sogno dei vari Gelli, Craxi e Berlusconi di fermare sul nascere le indagini sul potere. Gelli, Craxi e Berlusconi, nella loro ingenuità, pensavano che per farlo occorresse modificare la Costituzione, scrivendoci che la carriera dei pm è separata da quella dei giudici e che le procure devono obbedire al governo.
Mastella e chi gli sta dietro hanno capito che non occorre cambiare le norme: basta creare le condizioni di fatto perché tutto ciò accada. Appena un pm apre un fascicolo sugli amici di un ministro, se ne chiede il trasferimento (del pm, non del ministro). Anche se la richiesta non sta in piedi, non importa: quando il magistrato arriverà al sodo, salendo di livello dagli amici del ministro al ministro stesso, il ministro sosterrà che il pm lo fa perché ce l’ha con lui. E, col gioco delle tre carte, riuscirà a convincere qualche alto magistrato a scambiare le cause con gli effetti e a scippare l’indagine al pm per “incompatibilità”. Come se fosse il pm ad avercela col ministro, e non il ministro ad avercela col pm. Si chiama “guerra preventiva”, e non l’ha neppure inventata Mastella. L’aveva già teorizzata Mao: “Colpirne uno per educarne cento”. Funziona.” Marco Travaglio

20 ottobre 2007

Insetti Robot: La CIA sperimenta


NEW YORK - Vanessa Alarcon li ha visti per la prima volta il mese scorso, nel corso di una manifestazione contro la guerra a Lafayette Square. "Ho sentito qualcuno esclamare: "Santo cielo, guardate là"". Così ricorda la studentessa di New York all'ultimo anno di università. "Ho alzato lo sguardo e mi sono chiesta che cosa fossero... sembravano libellule o elicotteri in miniatura. Di certo, però, non erano insetti". Bernard Crane, avvocato di Washington, era anche lui tra la folla. "Mai visto nulla del genere in vita mia. Erano troppo grandi per essere libellule".

Questi sono soltanto alcuni tra i tanti avvistamenti avvenuti nel corso di recenti avvenimenti politici a Washington e New York. In molti sospettano che si possa trattare di droni (veicoli aerei telecomandati, Ndt) a forma di insetto, strumenti hi-tech di sorveglianza messi forse a punto dal Dipartimento per la Sicurezza Interna. Altri, invece, pensano che dopo tutto non sono altro che libellule, un'antica specie di insetti che perfino i biologi concordano essere molto somiglianti tanto a robot che a piccole creature.

Nessuna agenzia ammette di aver messo a punto droni spia delle dimensioni di un insetto, ma molteplici agenzie governative ed enti privati degli Stati Uniti effettivamente hanno ammesso che ci stanno provando. Alcune società di ricerca sovvenzionate con fondi federali stanno perfino allevando insetti vivi nei quali sono stati inseriti chip elettronici. Gli insetti robot - in inglese "robobug" - avrebbero la possibilità di seguire i sospetti, di guidare sul bersaglio i missili o di perlustrare le macerie degli edifici crollati alla ricerca di sopravvissuti.

A onor del vero, la Cia aveva messo a punto una libellula spia già negli anni Sessanta, e perfino gli scettici ammettono che un'agenzia potrebbe realmente essere riuscita in gran segreto a rendere una cosa del genere operativa e funzionale. Velivoli robot sono usati dall'esercito sin dalla Seconda guerra mondiale. Dai documenti del Dipartimento della Difesa emerge che sono oggi in uso un centinaio di modelli diversi, alcuni piccoli come uccellini, altri delle dimensioni di un piccolo aereo.

Nonostante tutto, però, passare dalle dimensioni di un uccellino a quelle di un insetto non è soltanto questione di dimensioni più minuscole. È soltanto in tempi molto recenti che gli scienziati sono infatti pervenuti a comprendere fino in fondo in che modo gli insetti riescano a volare, un'impresa biomeccanica che, nonostante tutti quanti ne siamo testimoni oculari, per decenni è stata ritenuta "teoricamente impossibile".

Risale soltanto a un mese fa la scoperta, effettuata da alcuni ricercatori della Cornell University di come le libellule regolino il movimento delle loro ali anteriori e posteriori per risparmiare energia quando si librano in volo. Problema che gli esperti di robotica non riescono invece a risolvere in quanto i loro velivoli (almeno quelli conosciuti) tendono a consumare molta energia e necessitano quindi di batterie molto grandi e pesanti.
La Cia è stata tra le prime ad affrontare il problema.

L'insectothopter, messo a punto dall'ufficio Ricerche e Sviluppo della Cia trenta anni fa, era in tutto e per tutto simile a una libellula e conteneva un minuscolo motore a benzina in grado di azionare quattro ali. Era in grado di volare, ma alla fine fu considerato un insuccesso perché non era riusciva ad affrontare i venti di traverso. Che il Dipartimento della Difesa sia impegnato a cercare di mettere a punto una cosa del genere pare però pressoché assodato. Alcuni ricercatori stanno inserendo alcuni chip nelle pupe delle falene - lo stadio intermedio tra il bruco e la farfalla adulta in grado di volare - per far sì che si schiudano "falene cyborg" perfettamente sane.

Ma c'è anche chi prendendo ispirazione dalla Cia, sta cercando di costruire velivoli in grado di volare con carburanti chimici piuttosto che a batteria. L'Entomopter, ancora nelle fasi iniziali di sviluppo presso i laboratori del Georgia Institute of Technology, simile a un aereo giocattolo più che a un insetto, trasforma il combustibile liquido in gas bollente, che aziona quattro ali che battono e attrezzature varie.

Anche se un giorno tutte le difficoltà e gli ostacoli tecnici dovessero essere superati, i micro-velivoli dalle dimensioni di un insetto saranno sempre un investimento rischioso. "Possono essere ingoiati da un uccello, rimanere impigliati in una ragnatela. Per quanto intelligente possa essere se un uccello arriva a 30miglia orarie non c'è modo di evitarlo. Insomma non sono utilizzabili per operazioni di spionaggio".

Ma allora, che cosa hanno visto Crane, Alarcon e qualche altro manifestante presente alla marcia di Washington? E che cosa vide nel 2004, durante la Convention Nazionale Repubblicana di New York, un osservatore - forse un manifestante paranoico che marciava per la pace - che descrisse su Internet una "libellula nera immobile nell'aria a una trentina di metri d'altezza, nel bel mezzo della Settima strada, che pareva fissarci"?

Con ogni probabilità, secondo Jerry Louton, entomologo del Museo Nazionale di Storia Naturale, hanno visto delle vere libellule, se si tiene conto che Washington ospita alcune specie di grandi dimensioni e decorazioni spettacolari, che possono lasciare sbalorditi. Ma in realtà ci sarebbero anche alcuni dettagli che secondo lui non quadrano affatto. Tre distinte persone presenti alla dimostrazione di Washington hanno descritto una fila di sfere, dalle dimensioni di piccole bacche, attaccate alla coda delle grandi libellule - un'attrezzatura che Louton non riesce a spiegarsi. Oltre tutto hanno anche riferito di aver visto almeno tre libellule far manovra all'unisono e "le libellule non volano mai in gruppo".

Mara Verheyden-Hilliard di Partnership for Civil Justice ha detto che il suo gruppo sta svolgendo indagini sulle dichiarazioni dei testimoni e ha presentato una richiesta formale di informazioni con il Freedom of Information Act inoltrata a svariate agenzie federali. Secondo lei, se simili dispositivi dovessero essere usati per spiare gli attivisti politici si tratterebbe di una "significativa violazione dei diritti civili della popolazione".

(Copyright The Washington Post-la Repubblica

18 ottobre 2007

Marion, facci vedere i soldi!


E’ difficile da credere che tu sia riuscita a buttare via tutti quei sudati soldi provenienti dalle sponsorizzazioni. Immagino che ora non ti possa affidare ad avvocati “ostruzionisti” perchè sei andata a dire tutte quelle balle ai federali.

Gli atleti dell’atletica leggera sono proprio come i monaci birmani –completamente dipendenti dalle elemosine. Non c’è affatto da meravigliarsi che il doping sia comparso insieme alle promozioni televisive.

Mi ricordo di quando le università non facevano affari con le aziende produttrici di calzature sportive. È forse un’altra coincidenza che il denaro abbia iniziato a scorrere quando le aziende di scarpe spostarono la produzione da luoghi “semplicemente con bassi salari” tipo Taiwan e la Corea del sud a paesi da super sfruttamento come la Cina e l’Indonesia?

E’ difficile criticare questa strategia da un punto di vista del business; una volta contai 37 pubblicità fotografiche in un unico supplemento sportivo di USA Today. Un funzionario sportivo universitario una volta definì “quasi incomprensibile” che la Adidas desse $ 7,5 milioni l’anno alla Università del Michigan (sottraendola alla Nike). Ciò era in realtà parte di un enorme gara al rialzo iniziata dalla Nike quando offrì centotré milioni di dollari all’anno alla nazionale tedesca di calcio. Ma loro si tennero la Adidas e i soli suoi $ 70 milioni all’anno.

L’Adidas si sente potente dopo essersi divorata la Reebok lo scorso anno–rendendo miliardario l’esibizionista dei “diritti umani” Paul Fireman. Il gigante tedesco delle scarpe si è recentemente vantato che l’acquisizione ha fatto aumentare l’influenza dell’azienda presso i fornitori. In parole povere ciò vuol dire prezzi più bassi pagati alle fabbriche e più sofferenza per i lavoratori.

Quanto la Nike aveva offerto alla squadra tedesca era quasi l’intero budget per il “marketing internazionale” a disposizione del gigante delle scarpe appena 15 anni fa. È un grande aiuto quando dittatori compiacenti (disperati?) congelano per 10 anni il salario minimo, come è successo in Vietnam tra il 1996 e il 2006. L’80% delle scarpe sportive di marca sono oggi prodotte in paesi con il partito unico.

Per tornare a Marion Jones: alla Nike piacciono le donne forti, vero? Dipende. Le donne coraggiose, che si oppongono ai brutali appaltatori di queste aziende, vengono distrutte, sono solo detriti ai bordi della catena di montaggio dei beni globali.

C’è una parola per descrivere questo modello di commercio “avido di steroidi”: spietato. La parola è stata usata per descrivere nel 2003, nel suo necrologio, il padre degli agenti di marketing sportivo. Egli era “spietato” quando si trattava di far ottenere a Tiger Woods o Derek Jeter tutto ciò che potevano ottenere dalla Nike (gli agenti sportivi ottengono il 20% degli accordi di sponsorizzazione, ma solo circa il 3% dei contratti dei giocatori con i club sportivi).

“Fatemi vedere i soldi!”

Jeff Ballinger

Articolo originale
Show Me da Money, Marion!

Hard to believe that you could burn through all that sweat-stained endorsement cash. I guess that you really can’t scrimp on “stonewalling” lawyers when you’ve been fibbing to the feds.

Track and field athletes used to be like Burmese monks–dependent on alms. Is it really any wonder that performance-enhancing drugs appeared about the same time as image-enhancing TV ads?

I can also remember when universities did no deals with sports shoe companies. Is it another coincidence that the money really started to flow when shoe companies shifted production from ‘merely low-wage’ locales like S. Korea and Taiwan to super-exploitation sites in China and Indonesia? Hard to argue with the strategy from a business point of view; I once counted 37 swooshes in photos in a single USA Today sports section. One university sports official called it “almost unfathomable” that Adidas is giving $7.5 million a year to the University of Michigan (snatching it from Nike). This was actually part of a macho bidding war started by Nike when it offered $103 million per year to Germany’s national soccer team. They retained Adidas for a mere $70 mil./yr.

Adidas is feeling flush after gobbling up Reebok last year - making that “human rights” poseur, Paul Fireman, a billionaire. The German shoe giant bragged recently that the acquisition increased the company’s leverage with suppliers. In plain language, that means lower prices paid to factories and more pain for workers.

What Nike offered the German team was nearly the entire “international marketing” budget for the shoe giant just 15 years ago. It helps when compliant (desperate?) dictators will freeze the minimum wage for 10 years, as happened in Vietnam (1996-2006). Eighty percent of expensive sport shoes are now made in one-party states.

Back to Marion Jones: Nike likes strong women , right? That depends. Brave women who’ll stand up to brutal shoe contractors get sacked, just detritus along the global commodity chain roadside.

There is a word for this ‘greed-on-steroids’ business model: ruthless. The word was used to describe the father of the sports agent business in his 2003 obituary. He was “ruthless” in getting Tiger Woods or Derek Jeter all that they could get from Nike (sports agents get 20% of endorsement deals, but only around 3% of player’s contracts with sports clubs).

“Show me da money!”

31 ottobre 2007

Carro armato invisibile: gia fatto!


L'ultima invenzione in fatto di tecnologia militare è il carro armato invisibile. Il Ministero della Difesa britannico ha annunciato di aver messo a punto una tecnologia che rende non solo i mezzi militari, ma anche i soldati, invisibili, e che sarà utilizzabile entro cinque anni. La tecnologia è ancora tenuta segreta e i ricercatori del Ministero della Difesa, che hanno realizzato il brevetto con gli ingegneri reali, non vogliono diffonderne i dettagli. Ciò che é certo è che un sistema di telecamere e proiettori, cattura le immagini esterne che circondano il mezzo e le riflette sul carro armato, che si mimetizza perfettamente a seconda del contesto in cui si trova.

"Per avvertirne la presenza bisogna toccarlo" - spiega al Sun l'esperto di 'fisica dell'invisibilita" John Pendry dell'Imperial College di Londra (personaggio che ricorda l'inventore di gadget 'Q' di James Bond) - ormai la teoria è fatta, è necessario solo svilupparla". Secondo il docente, l'unico difetto è che il funzionamento del carro armato dipende da telecamere e proiettori. "Il prossimo obiettivo - ha concluso - è renderlo invisibile senza l'uso di videocamere, è complicato, ma possibile". La dimostrazione del brevetto ha lasciato esterrefatti i presenti, ma gli scienziati della QinetiQ (la sezione di ricerca del Ministro della difesa) non hanno voluto commentato il nuovo modellino, fa sapere il tabloid britannico. La tecnologia invisibile è particolarmente ambita al momento: il governo americano sta spendendo decine di milioni di dollari nel settore, mentre in Giappone è stato realizzato il giubbotto che diventa invisibile.

Fonte: www.ansa.it

30 ottobre 2007

Gli Annunaki e i Giganti


Gli Anunnaki: questi sono definiti dai Sumeri, abitanti del pianeta Nibiru ovvero il dodicesimo componente del nostro sistema stellare il cui periodo di rotazione intorno al Sole è di 3600 anni indicato come uno Shar il cui significato è anno. –

Orbene, se uno Shar equivale ad un anno e se paragoniamo la nostra vita a quella degli Anunnaki, questi, per i popoli della Terra figurano come Immortali e, pertanto divinizzati dagli uomini di quel lontano tempo dove si aveva, come oggi, la certezza che il Vivere di un mortale significa, con matematica certezza, morire.
Non sappiamo quale possa essere stata la durata della vita degli Anunnaki, ma se interpretiamo le Sacre Scritture (la Torah) secondo questi concetti, molte cose possono cambiare circa la valutazione degli avvenimenti pre Diluvio come anche le manifestazioni megalitiche che troviamo disseminate sul nostro pianeta e tutte riferite agli equinozi e solstizi, come anche la successione di eventi che definiamo occasionali come miracoli (esclusi dalle Sacre Scritture) che però si verificano, strani personaggi, strani conflitti e tanti altri fenomeni che risultano fuori della logica corrente.
Dalle Sacre Scritture apprendiamo anche che, a seguito dell'unione degli esseri diversi con le femmine della Terra che diede origine ai Giganti (nuova razza di dimensioni superiori a quelle degli uomini dell'epoca), il Signore Creatore limitò la durata della vita a 120 anni.
Risulterebbe ben chiaro che questa limitazione è indicizzata a coloro che visitarono questa terra e non agli uomini terrestri che già erano di per se stessi limitati.
I versetti in questione, per questa ragione trovano una loro giustifica solo se si riferiscono proprio a queste presenze estranee alla Terra e, pertanto, i 120 anni, per noi significherebbero 3600x120 nostri anni lunari, tempo di vita massimo per gli Anunnaki post diluvio, ma che per noi sono equivalenti ad una eternità. -
Su questa base è possibile elaborare un principio di lavoro che terrebbe conto di un evento dubbio e molto discusso che riguarda la visita dei Magi descritti dal Vangelo di S. Matteo dove si parla di una stella che guidò costoro fino alla stalla dove era nato il Re dei Re.-
Sempre dalle Sacre Scritture (la Torah) si parla di “Figli di Dio” (la definizione Angeli è puramente arbitraria) che si unirono, ma una più corretta traduzione dall'Aramaico dovrebbe corrispondere a "Buona Compatibilità", con le figlie degli uomini dando origine a nuove generazioni (uomini che sarebbero stati potenti sulla terra) ed a Giganti. -/span>
Orbene se quanto ipotizzato in precedenza dovesse avvicinarsi ad una remota realtà, si giustificherebbero le costruzioni megalitiche senza alcuna iscrizione o incisioni rupestri perché questi esseri come anche i padri Anunnaki non avrebbero avuto bisogno di comunicare nel modo a noi noto in quanto il loro periodo vitale, riferito al nostro, non sarebbe servito sicuramente per una comunicazione distante nel tempo, perché ciò che per noi è un secolo o più, per questi esseri sarebbe stato solamente una frazione di ora; quindi, esisteva una condizione di mancanza di necessità di trasmettere nel tempo. -
Dei Giganti vi sono prove tangibili anche se i ritrovamenti europei (Europa settentrionale) non risultano ufficializzati mentre per alcuni ritrovamenti americani vi sono notizie in merito.

Questi esseri, per la durata della vita ipotizzata in precedenza e che riteniamo ancora come base di lavoro, avrebbero avuto la possibilità di conoscenze che per noi sono quasi impossibili da immaginare, ma che, sicuramente avranno impressionato i nostri antenati tanto da riconoscere in loro divinità specie poi se non potevano constatarne la morte in conseguenza della forte differenza di tempo vivibile. –
Come si è ipotizzato in precedenza, dall'unione di Anunnaki e femmine umane, oltre ai Giganti si sarebbero originati altri esseri (Ibridi) più simili agli uomini con una durata della vita che, di generazione in generazione, sarebbe rientrata nei limiti della vita terrena tanto da far accettare ai viventi umani il loro inserimento nelle comunità primordiali che, poi, in funzione dell'apporto genetico superiore, avrebbero organizzato comunità agricole utilizzando tecniche d'avanguardia per l'epoca e, successivamente comunità organizzate al cui vertice sociale, per le capacità e poteri non proporzionati ai tempi, si sarebbe insediato uno degli ibridi e discendente dei primi Anunnaki e da questi anche protetto e pilotato. -
La testimonianza dell'arrivo di questi esseri esiste e ci viene fornita dai Sumeri mentre non esiste alcuna documentazione di ritorno di costoro al Pianeta d'origine il che lascia pensare che questi rimasero e lo sono ancora oggi fra noi terrestri in forme diverse, non visibili secondo il nostro metro, ma sicuramente capaci di influenzare le nostre civiltà secondo i loro scopi. -
Dovunque oggi troviamo segni megalitici, sicuramente vi sarà stata la presenza di Anunnaki e loro ibridi.
Se accettiamo queste idee, possiamo non escludere che essi siano presenti anche ai giorni nostri, ma che noi non siamo in grado di riconoscerli a causa del divario di tempo che ci divide e che caratterizza due tipi di vita, ma possiamo solo osservare le ricadute di certi fatti o eventi che anche oggi si verificano e che non trovano eloquenti riscontri logici come per esempio, i Miracoli come si è usi chiamarli, ma su questo argomento riteniamo aprire una nuova discussione dopo altre considerazioni ed ampliamento dell'argomento.
Ritornando al pianeta Nibiru ed alla sua reale esistenza di cui non dovrebbero esserci dubbi o nell’attesa che la scienza ufficiale comunichi gli ultimi rilevamenti astrofisici, in base ai ritrovamenti archeologici di alcuni Faraoni e dipinti ritrovati in alcune tombe egizie, per non parlare dei popoli del Sud America ed Asiatici, si nota una spiccata conoscenza dell’Astronomia e di particolari specifici come quelli del sistema stellare della costellazione di Orione.
E' molto probabile che questo pianeta del sistema solare abbia anche una seconda funzione, ovvero quella di navetta stellare che consenta l'avvicinamento a qualche pianeta di una delle stelle della costellazione avente anche esso un'orbita allungata come quella del nostro Nibiru. -
Questo probabile evento spiegherebbe le conoscenze Egizie circa quella costellazione e la mancanza di qualsiasi presenza di residuo umano nei sarcofagi delle tre piramidi principali e sepolture di Faraoni del periodo pre dinastico pur essendosi verificati i loro regni le cui prove sono tangibili dopo i ritrovamenti archeologici attuali.
Per quanto concerne i siti megalitici come Stonehenge dovrebbe essere facile capire che l'insieme dei massi così posti doveva servire ad individuare gli equinozi ed i Solstizi.
Il perché potrebbe essere in quanto proprio gli Equinozi ed i Solstizi rappresenterebbero l'unico elemento di riferimento tra il sistema Nibiru e quello terrestre e quindi l'elemento di paragone e calcolo per quegli esseri ibridi a conoscenza delle proprie origini, ma soggetti sempre più alle leggi fisiche e temporali del nostro pianeta.

In pratica, solo gli equinozi ed i Solstizi potevano stabilire un anello di congiunzione tra il tempo dei padri e le nuove condizioni di coloro che, sempre più diventavano Terrestri assoggettando la nuova forma vivente al metabolismo umano legato alla rotazione del nostro pianeta intorno al Sole.
Lo stesso dovrebbe essere per la Sfinge Egizia la cui datazione dovrebbe ricadere all'incirca verso l'anno 13000/12000 se non prima e che dovrebbe indicare la probabile collocazione nel cielo della costellazione propria di contatto del pianeta Nibiru con l'equivalente di altro sistema stellare.
Quanto stiamo proponendo è a livello di pura ipotesi confortata solamente da alcune osservazioni di documentazioni archeologiche che sembrano inspiegabili e da comportamenti umani che esulano dalla normale prassi di vita quotidiana, ma disponendo di opportune apparecchiature scientifiche e di un Laboratorio chimico di ricerca organica, sufficientemente attrezzato in grado di analizzare campioni di DNA, siamo sicuri che dal paragone delle analisi strutturali del DNA prelevato da reperti umani di epoca risalente al 13000/12.000 a. C. o antecedente con quello di alcuni popoli come gli Assiri, i Babilonesi, gli Egizi di epoca Pre dinastica e di popolazioni Nord europee e quello di esseri umani dell'Era Moderna, si individuerebbero diverse diversità strutturali che, tramite la recente mappatura del Genoma Umano, ci indicherebbero su quali funzioni genetiche sarà stato possibile e se esso lo è ancora oggi, un intervento estraneo che modifichi l'uomo in un ibrido apparentemente simile, ma diverso nei contenuti, dagli altri. -
Sulla base di queste congetture è ipotizzabile anche che proprio i Sumeri siano stati dei diretti discendenti dei primi ibridi perché proprio di loro si sa poco dell'origine mentre si è a conoscenza del modo di calcolo e della scrittura completa in tutte le sue parti di trasformazione fonica non riscontrabile in altre popolazioni dello stesso periodo.
In pratica, essi potrebbero essere un residuo sopravvissuto al cataclisma che va sotto il nome di Diluvio e, nello stesso tempo, essere stati testimoni di un successivo trasbordo di Anunnaki colonizzatori che usarono altre forme di sovrapposizione con il genere terrestre che esiste a tutt'oggi, ma che non siamo ancora in grado di identificare.
Forse alcuni passi biblici fanno riferimento a questi esseri chiamandoli "Figli di DIO" in modo generico e questo varrebbe anche per i testi riferiti al profeta Ezechiele.
Su questo argomento occorrerebbe una migliore lettura dei Testi del Mar Morto ed interpretare con maggiore accortezza, se già non fatto dagli Studiosi Israeliti e non divulgato quanto in essi contenuto .
Qualcosa emerge dal "Libro di Enok"e dal Documento di Damasco (Allegato n.1) , ma esso è praticamente sottratto alla lettura pubblica ad opera di caste religiose che ritengono pericoloso la divulgazione di taluni testi. –
E' molto probabile che al nuovo arrivo gli Anunnaki avessero trovato un nuovo genere umano, già formato ed in grado di ostacolarli nell'intento colonizzatore del nostro pianeta che prevedeva, forse, l'imposizione della loro volontà a tutto il genere umano .
Questo nuovo popolo potrebbe essere proprio Israele ovvero il "Vincitore".

29 ottobre 2007

La fucilazione del maresciallo D'auria


Per capirne di più ci siamo affidati alla trascrizione stenografica
della comunicazione al Parlamento e a "Pagine di Difesa" con un
risultato pressoché identico.

La percezione che ne abbiamo ricavato è quella di un pastone di
clamorosi depistaggi e di flagranti omissioni.

Il sospetto è che in ogni caso si tratti di un unico, maldestro,
tentativo di disinformazione dettato dall'esigenza di salvare
l'immagine dell'Italietta messaggera di "pace" in Afghanistan e
dell'inconsueto avventurismo (decisionista) del Presidente del
Consiglio che ha dato il via al blitz da New York, dopo un colloquio a
quattr'occhi con Karzai e Kalilzad.

A convincere il sempre problematico Prof "Titano", sembra che questa
volta siano state le pressioni del Segretario Generale Ban Ki Moon e
quelle dell'Ambasciatore USA al Palazzo di Vetro.

Le bufale propalate dai "media" sono partite dalla Toyota Corolla dove
sarebbero stati legati e imbavagliati Lorenzo D'Auria, l'altro
sottufficiale del Sismi e l'interprete afghano per arrivare al
presunto imbarco del plotone di Consubim sugli A 109 Mangusta.

Su "Repubblica" D'Avanzo contribuirà da par suo a rendere
ulteriormente inintelligibile il resto con un mix di tempi e
ricostruzioni ampiamente manipolate.

Per sapere che il Maresciallo del Sismi colpito gravemente alla testa
aveva prestato servizio nella Folgore, come il Sergente Marracino
(suicidato al Poligono Garibaldi di Nassiryia) del 185° RAO,
Reggimento di "eccellenza" da cui è spesso transitato personale per
il SISMI, si è dovuto aspettare, chissà perché, la sua morte.

Esaminando lo spazio del bagagliaio dello stesso modello di auto usata
da Calipari per la liberazione della Sgrena abbiamo trovato
problematico comprimerci un uomo, per un viaggio di trasferimento su
terreno fortemente accidentato, magari per conservare un briciolo di
sopravvivenza a un ostaggio prezioso, e valutato palesemente
insostenibile farcene stare 3 come si è voluto pervicacemente
accreditare.

Una ricostruzione confermata sia dal Ministro della Difesa Parisi sia
da tutti i giornali e tivvù, pubbliche e private.

L'autista che accompagnava il gruppo esplorante, stando ai resoconti,
sarebbe misteriosamente sfuggito alla cattura e al conflitto a fuoco.

Lo si è dato in una prima versione per rientrato al PRT di Herat e
successivamente per disperso, facendo intendere una sua presunta
collusione con la banda dei rapitori.

Anche in questo caso si tratta con tutta probabilità di una
ricostruzione finalizzata alla necessità di dare ai "liberatori" degli
italo-afghani, SBS e Consubim, un'immagine di operatività ad altissima
specializzazione.

Un morto, un ferito grave e due leggeri come risultato sul terreno
della liberazione di 4 ostaggi avrebbe potuto incrinare il mito
dell'efficienza militare delle truppe d'assalto di ISAF e di Enduring
Freedom e suggerire, in casi analoghi, la necessità di una trattativa
con i "terroristi" piuttosto che il ricorso alla forza, agli effetti
di ritorno del "fuoco amico".

Per l'uso degli elicotteri Agusta-Westland da parte degli Incursori
della Marina Militare poi si è addirittura entrati a vele spiegate nel
falso.

L'Amm. Branciforte, visto l'esito del blitz, ha fatto sapere a Palazzo
Chigi che d'ora in avanti, valutati i risultati, il metodo delle
"maniere forti" dovrà essere abbandonato anche alla luce di una
situazione sul terreno ampiamente compromessa per Nato e Usa nelle
province di confine col Pakistan. L'on Brutti al Copaco ha parlato di
un avvicinamento della guerriglia alle 4 provincie affidate al West
Rac a guida italiana di Herat.

L' 109 è un biposto da combattimento con 2 abitacoli separati, uno
per il pilota e uno per il navigatore-armiere. All'aereoporto
dell'"Italian Air Force" ne hanno in dotazione 3.

Lo Stato Maggiore del PRT sarebbe riuscito a infilarci, a quanto ci
hanno detto, fra andata e ritorno missione, 30 incursori del Varignano
con tanto di armi ed equipaggiamento.

Insomma, un bim-bum-bam da prestigiatori.

L'Afganistan è e rimane un osso particolarmente duro da far digerire
all'opinione pubblica del Bel Paese.

Dalla cartina pubblicata in data Venerdì 12 Ottobre sul giornalone
della Finegil ci sono tutte le "missioni italiane" all'estero con
tanti di scarponi impiegati sul terreno eccetto quelli che stazionano
ad Herat e a Kabul e i 300 che si apprestano a partire per il Darfur
con "asset privilegiati".

Ci sarà tempo per entrare nel linguaggio misterioso della Spectre e
dei suoi collaboratori ai "maccaroni" al Consiglio di Sicurezza:
l'esimio Vicepresidente del Consiglio e il suo tuttofare al Palazzo di
Vetro l'ambasciatore Spatafora.

Mancano invece i costi-missione semestrali e annui degli impegni
umanitari del Bel Paese all'estero.

Gli importi, parziali e totali, di finanziamento possono spaventare e
attirare critiche a cui è sempre più difficile replicare.

Specie quando l'"antipolitica" va alla grande e i Padroni delle
Ferriere cominciano a farsela addosso.

Passiamo ad altro di più serio.

Avevamo avanzato il dubbio, scrivendolo, che sul corpo di Lorenzo
D'Auria, per essere stato stabilizzato in un centro clinico di
Enduring Freedom, non sarebbero stati trovati proiettili ritenuti.

La dichiarazione del portavoce della NATO in Afghanistan che
attribuiva a terroristi patshun lo sparo dei colpi che avevano attinto
il Maresciallo Lorenzo D'Auria non lasciava alcun dubbio.

Non ci sarebbero né proiettili deformati né frammenti di calibro 5.56
degli M 16 di Consubim, né di 270 R delle SBS o di altre armi di
accompagnamento in calibro 7.62X 54 in dotazione alla NATO.

Gli AK 47 dei terroristi Taliban, come si sa, sputano 7,62x33. Roba
facilmente riconoscibile da quella NATO anche quando le camiciature si
deformano nell'impatto.

Ce lo suggeriva l'esperienza vissuta dal Capitano Roberto Punzo
dell'UNTSO colpito da schegge di granata alla colonna vertebrale in
Libano nel Luglio-Agosto 2006 a 40 km ad est di Naqura durante un
bombardamento di Tsahal.

L'ufficiale, che rimarrà inchiodato su una sedia a rotelle, sarà
prelevato da un Black Hawk e trasportato nell'ospedale di Rambam in
territorio israeliano per l'asportazione dei frammenti metallici e
"restituito" a Beirut, dopo l'intervento chirurgico, e da qui al Celio
dove rimarrà in cura nel Reparto Spinale 6 mesi.

È possibile che la "Toyota Corolla" e i pick-up siano rimasti dove
sono stati fermati dalle migliaia di proiettili proiettili sparati
(unicamente?) dalla SBS.

L'azione di fuoco è durata 4 minuti e 37 secondi. Almeno così si è
sostenuto. Un diluvio di piombo. Una fucilazione in abbondanza. E qui
si entra nel "giallo".

Bastano 2 Mangusta A 109, in scorta di protezione, un C 47 C e una
squadra di operatori del West Rac per trasportarne ad Herat la
carcassa e da lì imbarcarla su un C 130 J per farla arrivare nel giro
di meno di 8-10 ore a Ciampino.

Il Pm Franco Ionta potrebbe facilmente rendersi conto della
traiettoria, del tipo e del numero dei proiettili che hanno attinto il
bagagliaio dell'auto ancor prima di poter affidare una perizia
balistica ad un esperto del Tribunale di Roma e se ci sono tracce
organiche da cui ricavare la compatibilità con il DNA di D'Auria.
Tanto per essere certi della bontà della ricostruzione.

Non vorremmo sentirci dire tra qualche tempo che la Toyota Corolla è
sparita nel nulla o è stata imbottita di esplosivo e fatta detonare.
di Giancarlo Chetoni

28 ottobre 2007

Una macchinazione sempre perfetta


La situazione sembra semplice da interpretare: da un lato, un giudice integerrimo e determinato; dall'altra, alcuni uomini politici che vogliono impedire che il magistrato scopra verità compromettenti sui legami tra uomini delle istituzioni e logge massoniche. Con chi si schiererà mai l'opinione pubblica? Con De Magistris.

Sia ben chiaro: credo che egli sia una persona corretta e rispettosa della Costituzione, ma penso pure sia l'attore inconsapevole di un dramma la cui trama è stata scritta da un regista occulto. Costui ha deciso che è venuto il momento di screditare una casta "politica" già poco credibile, per far posto (Si vedano I protocolli dei savi di Sion) ad una nuova classe dirigente (in realtà non dirige né comanda alcunché) autorevole e carismatica, ma in realtà non solo scelta e comandata dalle solite èlites invisibili, ma anche assai peggiore perché infinitamente più scaltra, nonostante sia formata da persone che appaiono stupide. De Magistris è solo uno strumento per quanto inconsapevole: servirà forse ad eliminare qualche cariatide presto sostituita da una cricca di "salvatori". Non furono i magistrati milanesi ad affossare tutta quella classe politica che ruotava attorno a Craxi, Andreotti e Forlani, cui subentrarono poi barattieri ancora più sfacciati? L'operazione "mani pulite" fu gattopardesca: ieri, come oggi, la folla si infiamma per sostenere i suoi beniamini, ma non sa che è tutto un imbroglio architettato dai soliti ignoti.

Svegliamoci! Queste nuove figure sono dei pifferai magici: da Veltroni a Grullo, dall'idolo di Pietro al Pecoraro. Sono figuri che presto diverranno insigni esponenti di una classe dirigente polarizzata attorno all'aborto del Partito Demoncratico. Mentre il volgo si entusiasma e si infervora, acclamando i magistrati onesti, i burattinai, compiaciuti, si fregano le mani. Il popolino ancora una volta è stato gabbato: non sarà più costretto a sorbire una minestra insipida, perché è pronta una deliziosa pietanza... avvelenata.

Non si spiegherebbero altrimenti i messaggi in codice lanciati dal Dottor Balanzone e dal suo capo Hans: segni cornigeri mostrati, in modo più o meno palese, segni che sono un segno di appartenenza e non un gesto scaramantico, come potrebbero pensare gli ingenui. Questi messaggi, di solito, sono mandati in concomitanza di momenti cruciali, di punti di svolta. Il petrolio ha superato i 92 dollari al barile, l'E.N.E.L. preannuncia interruzioni dell'energia elettrica per il prossimo inverno, l’inflazione è sempre più inarrestabile, l'avvelenamento della biosfera continua serrato, divampano sempre nuove crisi e conflitti... e la gente si illude che, con le primarie, si possano risolvere i problemi e manifestare la propria volontà di partecipare alla vita "politica". Intanto il Pecoraro, sorriso ebete e voce suadente, raduna le sue mansuete, candide pecorelle per... sgozzarle.
Zret

26 ottobre 2007

L'altra faccia della LUNA


Martedì 30 Ottobre, 2007 alle 9:00 del mattino, un piccolo gruppo di ricerca privato, chiamato The Enterprise Mission, terrà una conferenza stampa alla National Press Club in Washington DC.

L’oggetto della conferenza sarà: perchè la NASA ha eseguito il lancio dello Space Shuttle “Discovery” il 23 di Ottobre scorso, nonostante i continui avvertimenti degli ingegneri e del Centro di Sicurezza di non eseguirlo?

E’ evidente che la NASA non ha imparato nulla dal suo precendente disastro del Challenger Columbia, oppure non era importante preoccuparsene.

E’ possibile che i documenti classificati della NASA circa il ritrovamento di speciali reperti lunari, siano una pressione per completare entro il 2010 il programma Shuttle e dar alito ad una nuova “Corsa alla Luna”?

Attualmente il Giappone sta sorvolando l’orbita lunare con la più sofisticata missione dai tempi dell’Apollo. La Cina ha eseguito ieri il lancio di una grandiosa missione lunare. Nell’Aprile del 2008, l’India lancerà la sua prima missione lunare, e recentemente la Russia ha annunciato il suo ambizioso piano, non solo di spedire dei cosmonauti sulla Luna entro il 2025, ma per costruire delle basi permanenti.

Tutto ciò sta accadendo proprio adesso che le “Visioni di una Esplorazione Spaziale” (VSE) di George W. Bush, in cui si sottolinea la decisione improvvisa di “restituire agli Americani l’esplorazione lunare”, sono state esternate inspiegabilmente proprio nel bel mezzo della sua Guerra.

Perché questo brusco cambio di rotta su un programma lunare del 21° secolo, dopo oltre trent’anni in cui la Luna è stata praticamente ignorata? L’Apollo ha davvero trovato qualcosa di grande importanza sul nostro satellite, che la NASA ha volutamente dimenticato di avvertirci? Questo ha qualcosa a che vedere con l’inspiegabile urgenza di lanciare il Discovery, nonostante gli avvertimenti degli organi di sicurezza?

Tutto questo mi da da pensare. Ci sono cambiamenti troppo bruschi nell’aria per essere ignorati, e mentre noi siamo qui a torcigliarci le budella sui grossi problemi di casa nostra, come il bavaglio a De Magistris per esempio, qualcuno altrove macchina delle vere e proprie manovre diversive per farci guardare nella direzione sbagliata, mentre qualcosa di grosso si sta muovendo all’orizzonte.

Proprio qualche giorno fà, sono rimasto a bocca aperta di fronte allo spudorato tentativo di far entrare nella testa della gente la minaccia Aliena. Di fronte ad un incredulo anchorman del colosso televisivo MSNBC, in diretta, l’ex Ministro della Difesa Hon Paul Hellyer, accusa George W. Bush di stare preparando un attacco intergalattico contro “visitatori che vanno e vengono…“, e vorrebbe acaparrarsi una posizione militare strategica sul suolo lunare in modo da avere “una migliore posizione d’attacco...”
A. Doria

25 ottobre 2007

Putin vuole la data per il ritiro USA dall'IRAQ


È il Presidente Putin suo sesto telefono cellulare in quanto provenienti per ufficio
Il Presidente russo Vladimir Putin ha detto che gli Usa dovrebbero fissare una data per il ritiro dall'Iraq.

Egli ha parlato nel corso di una ripresa dal vivo televisiva su domande e risposte con il pubblico, che parlava sia di politica interna che estera.

Putin ha detto che fintanto che gli Stati Uniti evitato hanno una impostazione di una data certa, la leadership irachena ", non si fretta di costruire le proprie forze di sicurezza".

Egli ha anche detto la Russia pianificata "grandioso" migliorare le sue forze armate.

Nuova tecnologia missilistica e di una revisione del arsenale nucleare sono state anche previste, ha detto.

Scudo

Putin ha detto telespettatori che la presenza americana in Iraq è stato motivato in parte da un desiderio di "stabilire il controllo delle riserve di petrolio del paese".

Ma ha detto che gli Stati Uniti è ora impegnata in un "inutile" battaglia contro una sollevazione popolare.

"Si può cancellare politico mappa alcuni regime tirannico ... ma è assolutamente inutile per combattere con un popolo", ha detto.

Ha assicurato il suo pubblico che la Russia, a differenza dell'Iraq, è stata militarmente forte abbastanza per difendere il proprio territorio e delle sue risorse naturali.

Putin inoltre avvertito che la Russia potrebbe aumentare il suo spiegamento di armi se Washington è andato avanti con i piani per costruire una scudo.

Mosca e Washington hanno già sostenuto piani americani per la costruzione di missili basi nei paesi che una volta erano parte dell'Unione Sovietica, la sfera di influenza.

Altri temi discussi dai leader russo, facendo inclusa l'economia e la minaccia del terrorismo.

Egli ha detto di essere impegnato a ridurre l'inflazione e punta a un calo registrato attacchi terroristici, come prova la sua politica di sicurezza è stato dando i suoi frutti.

'Primo ministro'

Il Cremlino ha detto che i Russi hanno presentato più di un milione di domande per telefono, messaggi di testo o tramite Internet .

Giovedì telefono cellulare in mezzo proviene crescente speculazione circa i piani di Putin dopo la sua seconda presidenziali termine termina nel mese di marzo.

Ma Putin, che sta valutando di diventare primo ministro quando si passi verso il basso, ha detto che era contro cambiando l'equilibrio di potere tra il presidente e il governo.

"Non è opportuno prendere tutte le competenze di distanza da parte del governo o di caricare più poteri" sul governo, agenzia di stampa Interfax ha citato come dicendo.

Sotto la costituzione russa, il Presidente Putin non è consentito a funzionare per un terzo mandato di presidente consecutivi, e non vi è stata la speculazione che egli usa il premierato di mantenere il potere.

Egli ha detto di aver accettato una proposta della pro Cremlino Russia Unita a capo del partito nella lista elezioni parlamentari di dicembre - una mossa che rappresenterebbe una garanzia per lui un seggio nel prossimo Parlamento.

Questa è la sesta volta, il Presidente Putin ha fatto il telefono cellulare in quanto provenienti per ufficio.


Putin vuole US data per chiudere l'Iraq
Il Presidente russo Vladimir Putin. File foto È il Presidente Putin suo sesto telefono cellulare in quanto provenienti per ufficio Il Presidente russo Vladimir Putin ha detto che gli Usa dovrebbero fissare una data per il ritiro dall'Iraq. Egli ha parlato nel corso di un vivere televisiva di domande e risposte con il pubblico, che copra sia di politica interna ed estera. Putin ha detto che fintanto che gli Stati Uniti evitato impostazione di un estraibile data, la leadership irachena ", non si fretta di costruire le proprie forze di sicurezza". Egli ha anche detto la Russia pianificata "grandioso" migliorare le sue forze armate. Nuova tecnologia missilistica e di una revisione del arsenale nucleare sono state anche previste, ha detto. Scudo Putin ha detto telespettatori che la presenza americana in Iraq è stato motivato in parte da un desiderio di "stabilire il controllo delle riserve di petrolio del paese". Ma ha detto che gli Stati Uniti è ora impegnata in un "inutile" battaglia contro una sollevazione popolare. "Si può cancellare politico mappa alcuni regime tirannico ... ma è assolutamente inutile per combattere con un popolo", ha detto. Ha assicurato il suo pubblico che la Russia, a differenza dell'Iraq, è stata militarmente forte abbastanza per difendere il proprio territorio e delle sue risorse naturali. Putin inoltre avvertito che la Russia potrebbe aumentare il suo spiegamento di armi se Washington è andato avanti con i piani per costruire una scudo. Mosca e Washington hanno già sostenuto piani americani per la costruzione di missili basi nei paesi che una volta erano parte dell'Unione Sovietica, la sfera di influenza. Altri temi discussi dai leader russo, facendo inclusa l'economia e la minaccia del terrorismo. Egli ha detto di essere impegnato a ridurre l'inflazione e punta a un calo registrato attacchi terroristici, come prova la sua politica di sicurezza è stato dando i suoi frutti. 'Primo ministro' Russi presentate più di un milione di domande per telefono, messaggi di testo o tramite Internet, il Cremlino ha detto. Giovedì telefono cellulare in mezzo proviene crescente speculazione circa i piani di Putin dopo la sua seconda presidenziali termine termina nel mese di marzo. Ma Putin, che sta valutando di diventare primo ministro quando si passi verso il basso, ha detto che era contro cambiando l'equilibrio di potere tra il presidente e il governo. "Non è opportuno prendere tutte le competenze di distanza da parte del governo o di caricare più poteri" sul governo, agenzia di stampa Interfax ha citato come dicendo. Sotto la costituzione russa, il Presidente Putin non è consentito a funzionare per un terzo mandato di presidente consecutivi, e non vi è stata la speculazione che egli usa il premierato di mantenere il potere. Egli ha detto di aver accettato una proposta della pro Cremlino Russia Unita a capo del partito nella lista elezioni parlamentari di dicembre - una mossa che rappresenterebbe una garanzia per lui un seggio nel prossimo Parlamento. Questa è la sesta volta, il Presidente Putin ha fatto il telefono cellulare in quanto provenienti per ufficio.


Putin wants US date to quit Iraq

It is President Putin's sixth phone-in since coming to office
Russian President Vladimir Putin has said the US should set a date for a withdrawal from Iraq.

He was speaking during a live televised question-and-answer session with the public covering both domestic and foreign policy issues.

Mr Putin said that as long as the US avoided setting a pull-out date, the Iraqi leadership "won't rush to build up its own security forces".

He also said Russia planned "grandiose" improvements to its armed forces.

New missile technology and an overhaul of the nuclear arsenal were also planned, he said.

Missile shield

Mr Putin told viewers that the US presence in Iraq was motivated in part by a desire to "establish control of the country's oil reserves".

But he said the US was now engaged in a "pointless" battle against a popular uprising.

"One can wipe off a political map some tyrannical regime... but it's absolutely pointless to fight with a people," he said.

He assured his audience that Russia, unlike Iraq, was militarily strong enough to defend its territory and its natural resources.

Mr Putin also warned that Russia would boost its deployment of weapons if Washington went ahead with plans to build a missile shield.

Moscow and Washington have already argued over US plans to build missile bases in countries that were once part of the Soviet Union's sphere of influence.

Other topics discussed by the Russian leader included the economy and the threat of terrorism.

He said he was committed to cutting inflation and pointed to a drop in recorded terror attacks as proof his security policy was bearing fruit.

'Prime Minister'

Russians submitted more than one million questions by telephone, text messages or via the internet, the Kremlin said.

Thursday's phone-in comes amid growing speculation about Mr Putin's plans after his second presidential term ends in March.

But Mr Putin, who is considering becoming prime minister when he steps down, said he was against changing the balance of power between president and government.

"It is not expedient to take any powers away from the government or to load more powers" on the government, Interfax news agency quoted him as saying.

Under the Russian constitution, Mr Putin is not allowed to run for a third consecutive term as president, and there has been speculation that he will use the premiership to retain power.

He said he had accepted a proposal by the pro-Kremlin United Russia to head the party's list in December's parliamentary election - a move that would guarantee him a seat in the next parliament.

This is the sixth time Mr Putin has done the phone-in since coming to office.

La Banda dei Briganti


Quando i popoli manifestano di capire i vecchi inganni del sistema, ecco che ne vengono elaborati di nuovi. Di solito si tratta di nuovi partiti, nuovi personaggi o nuova propaganda. Come tutti sanno, da recente la “sinistra” ha messo a punto un piano di “rinnovamento”, che ha trovato il suo culmine nelle primarie del 14 ottobre scorso, che hanno visto trionfare Walter Veltroni quale leader del nuovo Partito Democratico. Che si tratti dell’ennesima truffa non è difficile capirlo.
Cosa propone Veltroni?

Cosa ha mai detto di concreto per cambiare in meglio la realtà del paese? Ha mai detto che dovranno essere abrogate tutte le leggi che permettono lo sfruttamento lavorativo? Ha mai detto che il paese deve riappropriarsi della sovranità monetaria per non cadere più nella truffa del debito? Ha mai detto di voler liberare il paese dall’occupazione militare delle basi Usa? Ha mai detto di aumentare le tasse sui grandi guadagni finanziari?

Se non ha detto nulla di tutto questo, in che modo crede di dover risollevare le sorti del paese? Se non vuole arginare il potere delle banche, quale “democrazia” ci propone? Quella falsa, che maschera la dittatura del gruppo dominante?
E’ evidente che si tratta di una trappola. Se cadiamo nella trappola del nuovo partito e del nuovo leader accettiamo i crimini dell’attuale classe dirigente, perché in realtà si tratta di sostenere persone che obbediscono agli stessi poteri.

Veltroni dice cose che trovano approvazione e colpiscono l’attenzione, ma non propone nulla di concreto per risolvere i problemi che solleva. Ad esempio, sostiene che uno dei problemi principali sia la crisi ambientale: “La nuova Italia nasce dalla riscrittura di almeno quattro grandi capitoli della nostra vicenda nazionale: ambiente, nuovo patto tra le generazioni, formazione e sicurezza. I mutamenti climatici sono il primo banco di prova di questa vera e propria sfida… l’effetto serra è causato dal modo tradizionale di produrre e consumare energia”.
Ma non parla di dover imporre regole certe, o di dover fare pressione su Washington e Pechino per indurre le autorità ad approvare leggi che costringano gli industriali, ovunque operino, ad utilizzare misure di protezione ambientale. Veltroni solleva problemi ma, come tutti i politici del sistema attuale, si guarda bene dallo spiegare con chiarezza quali sono le cause e come occorre affrontarli efficacemente.
Egli parla di energie “pulite”, ma non solleva affatto il problema dei rigassificatori e degli inceneritori messi al bando dalla UE (normativa UE 2001/77/CE) e imposti dal governo Prodi. Egli stesso, come sindaco di Roma non ha affrontato diversi problemi ambientali, come quello della discarica di Malagrotta, dunque non è pensabile che abbia davvero a cuore questo problema. E’ assai più probabile che egli sollevi i problemi cari ai cittadini, soltanto per suscitare consenso.
Veltroni fa appello alla “tecnologia”, come fosse una sorta di bacchetta magica che per incanto risolverà ogni problema: “Quello a cui pensiamo è l’ambientalismo dei sì. Sì a utilizzare le immense possibilità della tecnologia per difendere la natura”.(1) Si guarda bene però dal sollevare il problema della tecnologia utilizzata soltanto per accrescere i profitti, senza rispetto alcuno per la salute e per l’ambiente.

Il discorso di Veltroni al Lingotto di Torino, il 27 giugno del 2007, era finalizzato ad esaltare ad oltranza l’attuale sistema di potere, nascondendo le magagne e facendo credere ai cittadini che accettarlo significa anche migliorare le sorti del paese. Sarebbe come dire che gettarsi del quinto piano può essere un atto che migliora la salute.
Veltroni utilizza artifici retorici per offuscare la realtà, e per apparire come un leader diverso dagli altri. Egli ostenta un improbabile senso di “umanità”, assumendo un atteggiamento paternalistico o spiritualistico, ma evitando accuratamente le vere questioni che vessano il paese, come le leggi che intralciano la lotta alla mafia o quelle che legalizzano lo sfruttamento lavorativo. Veltroni vorrebbe porsi come leader di tutti, dei cittadini comuni e della Confindustria, e ricevendo il plauso da parte di quest’ultima già possiamo capire in che misura difenderà gli interessi dei lavoratori.
Egli parla in generale della “lotta alla precarietà”, ma si guarda bene dal promettere in modo chiaro di voler sopprimere tutte le leggi che rendono possibile il precariato. Gli altri leader di sinistra, durante la campagna elettorale del 2006, avevano promesso in modo generico le stesse cose che promette Veltroni, ma una volta al potere hanno fatto tutto il contrario. Veltroni promette “entro dieci anni, questo divario di opportunità - di vita, di successo e di felicità - si riduca del 30%, facendo ripartire quella mobilità sociale che, forte dai primi anni ‘60 fino alla metà degli anni ‘70, ha progressivamente frenato, fino ad arrestarsi del tutto”.
Ma non spiega che la crescita economica del paese è stata bloccata dal debito e dalle misure di globalizzazione (privatizzazione, delocalizzazione, ecc.) imposte da Washington, e dunque, come può egli credere di poter migliorare la condizione economico-finanziaria del paese senza affrontare i mali alla radice? In parole povere, dove prenderà i soldi per il rilancio, se le banche continueranno a succhiarci il sangue attraverso il debito-truffa? Veltroni non se la prende mai con i responsabili dei problemi, vorrebbe rendere il mondo migliore lasciando al loro posto chi lo rende peggiore.
E’ evidente che egli sta barando, per indurre gli elettori ad avere fiducia in lui. Una fiducia che potrà avere conseguenze tragiche per gli italiani.

Veltroni denuncia la forte pressione fiscale, ma non dice che gran parte del Pil viene saccheggiato dalle banche, e dunque le sue proposte di abbassare la pressione fiscale sono campate in aria e non potranno trovare alcuna attuazione, proprio come è avvenuto con tutti i governi del sistema. Parla di “lotta all’evasione” ma non parla dei paradisi fiscali che la rendono possibile, e non dice che l’intero sistema è fondato sui privilegi fiscali dei più ricchi.
La sua retorica è tanto più suadente quanto più gli italiani si sentono insicuri, temono il futuro e desiderano politici che mostrino di non essere corrotti. La sua retorica mira a catturare le speranze e a rivitalizzare le illusioni.
E’ possibile capire già da adesso che egli non manterrà le promesse, e che mira soltanto a portare avanti la sua carriera politica, altrimenti direbbe agli italiani la verità su tutto, senza nascondere la vera origine dei nostri problemi. Veltroni si permette persino di minimizzare e mistificare il dissenso:

“E’ così, con un’alta capacità di risposta, che si combatterà l’antipolitica… Chi invece indica qualunquisticamente la politica come il nemico, chi soffia demagogicamente sul fuoco dell’insoddisfazione, ha il dovere di dire cosa si dovrebbe sostituire alla politica e alle istituzioni.”.(2)

Egli utilizza gli stessi inganni verbali del sistema, e dunque, parla di “antipolitica” rendendo implicito che l’attuale sistema sia la sola “politica” possibile. E’ un inganno retorico utilizzare il prefisso “anti” per etichettare qualcosa che si vuol far apparire come negativa, da rifiutare. Tutti i giornalisti di regime, come pappagalli, utilizzano il termine “antipolitica” per indicare coloro che rifiutano l’attuale sistema, giudicandolo corrotto. Ma non si tratta affatto di “antipolitica” poiché l’attuale regime non è una vera “politica”, ma soltanto un sistema dittatoriale mascherato da “democrazia”, in cui i cittadini sono indotti a credere con l’inganno di avere la sovranità. Veltroni ripropone la separazione sinistra/destra, riconoscendosi nella sinistra, ma senza spiegarci con chiarezza cosa lo renderebbe leader di “sinistra”. Mai un cenno alla necessità di arginare il potere della classe ricca, mai un cenno alla necessità di aumentare gli stipendi e le pensioni per adattarle alle devastazioni dell’euro. Quando parla dei lavoratori lo fa con tono quasi metafisico, come farebbe il papa. Nulla di concreto, nulla di vero. Tutto questo fa ben capire perché il sistema lo abbia sponsorizzato così tanto da farne un sicuro futuro capo di governo. Egli sa prendere per i fondelli gli italiani, come Fassino, D’Alema e Prodi non riescono più a fare. Per ammantarsi di prestigio, Veltroni scomoda persino illustri personaggi storici, come Robert Kennedy, dicendo di trovare la giusta ispirazione nel loro operato. In realtà è assai più probabile che egli si consulti a tempo pieno con i cosiddetti “spin doctors” (dottori del raggiro, manipolatori di opinioni), per trovare il modo più efficace di truffare gli elettori.

Il Partito Democratico, di cui egli è diventato leader, non è altro che un partito-burla, perché non rappresenta nulla di nuovo nel panorama politico italiano. Siamo ormai giunti alla realtà “nominale”, ossia, la novità non sta più nella realtà dei fatti, come dovrebbe essere, ma nei nuovi nomi o nei nuovi loghi. In armonia col sistema, Veltroni si limita a proporre novità fittizie, come fossero virtuali, in un panorama desolante in cui almeno due terzi degli italiani comprendono assai bene che in Parlamento non vengono affrontati i loro veri problemi.
Anche dal punto di vista “umano”, Veltroni è un truffatore. Si mostra interessato ai diritti umani ma, come gli altri leader di “sinistra” (e di destra) affronta le questioni umane (Rom, immigrati, emarginati, ecc.) vantandosi, com’è di moda, di avere “tolleranza zero”, e perseguitando gli individui più deboli senza pietà, come il suo omologo Sergio Cofferati, si vanta di fare a Bologna. E’ questa la nuova “sinistra”: quella che ritiene pericolosi i lavavetri più che i criminali che torturano e uccidono in Iraq o in Afghanistan. Una sinistra che chiude i centri sociali e che fa deportare i Rom. Una sinistra che vuole rimanere tale anche quando dimostra impietosamente di mettere in pratica principi degni del fascismo, reprimendo i cittadini che rifiutano ciò che degrada l’ambiente o mette in pericolo la loro esistenza. Una sinistra autoritaria che vuole spacciarsi per rispettabile e vuole distinguersi dalla “destra” soltanto per abbindolare gli elettori che ancora credono che in Italia esista una “sinistra”.
A Roma, come nel resto dell’Italia, i tagli alla spesa pubblica si traducono nel peggioramento della qualità delle strutture sanitarie, nell’insufficienza degli asili e dei servizi agli anziani e ai disabili.
Veltroni, pur essendo, come sindaco, assai consapevole del peso di tali problemi, non ha mai denunciato questa realtà, che tende a peggiorare con le finanziarie. Egli si è occupato soprattutto di curare la sua immagine mediatica, in modo da apparire come un sindaco autorevole e capace di risolvere problemi.

La questione della “sicurezza” è stata creata ad oc da un regime che non sempre utilizza carabinieri e poliziotti per proteggere realmente la cittadinanza, preferendo creare situazioni di insicurezza e paura. In tal modo potrà creare ghetti e degrado, per poi ergere i propri fantocci a paladini della “sicurezza”, suscitando quel bisogno di protezione e di fiducia che altrimenti non ci sarebbe. Veltroni lancia proclami ambiziosi: “Fare un’Italia nuova. E’ questa la ragione, la missione, il senso del Partito democratico. Riunire l’Italia, farla sentire di nuovo una grande nazione, cosciente e orgogliosa di sé”.(3)
Ma un’Italia nuova non dovrebbe certo appoggiare un politico che non offre nulla che possa scardinare realmente il vecchio regime. Le false sinistre hanno trovato nelle primarie un metodo utile per far credere alla gente di contare qualcosa dal punto di vista politico. In realtà è un’illusione, perché i personaggi che vengono candidati sono scelti dall’alto, e nessuna formazione politica dell’attuale sistema rischierebbe di candidare persone che realmente possano avversare gli interessi del gruppo di potere. Dunque, la scelta non è una vera scelta, ma un’illusione di scelta.
Qualcuno crede che sostenendo il nuovo Partito Democratico si possano contrastare le politiche della destra di Berlusconi, ignorando che le due fazioni politiche sono assai più vicine fra loro di quanto mostrino, e che sono strettamente alleate nel contrastare gli interessi e la sovranità popolare.

Le primarie hanno dato la possibilità di propagandare il sostegno da parte di oltre 3 milioni e mezzo di italiani. Ma anche questa è una truffa. Molti testimoni hanno detto che le irregolarità nei seggi delle primarie non si contavano: gente che votava tre o quattro volte e extracomunitari che si affollavano ai seggi facendo il giro dei gazebo anche sei o sette volte. E’ assai probabile che gli extracomunitari non abbiano pagato un euro, ma, al contrario, abbiano ricevuto qualche euro, altrimenti non si spiegherebbe tale assalto ai seggi. Ad Agrigento, il consigliere comunale Giuseppe Arnone ha chiamato i Carabinieri per denunciare i brogli che si stavano verificando al seggio. Arnone ha raccontato che molti extracomunitari venivano accompagnati direttamente da alcuni candidati inseriti nelle liste, che suggerivano loro cosa votare.
Nel pomeriggio inoltrato avevano votato un milione e mezzo di persone, e ci vorrebbero far credere che in pochissime ore avrebbero votato altri 2 milioni di persone, portando la cifra totale dei votanti a oltre 3 milioni e mezzo. Chi c’era a controllare la regolarità delle operazioni elettorali? Nessuno. Chi può controllare che non abbiano gonfiato la cifra dei votanti? Nessuno. C’è da credere a personaggi che mentono ogni giorno in Parlamento e al governo? Non sarebbe un grande segno di saggezza. Già alle primarie del 16 ottobre del 2005, che hanno visto il trionfo di Prodi, venne strombazzato che gli elettori erano stati 4,3 milioni. Un anno e mezzo dopo diverse fonti dissero che probabilmente i votanti non erano stati più di 2 milioni. Ad esempio, il “Velino” ha svelato che l’elenco degli elettori in mano all’Ulivo registrava 2 milioni di votanti. Nessuna smentita, nemmeno da parte del fiduciario di Prodi, Mario Barbi, che si è limitato a dire che “verificherà”. All’epoca, i ragazzi di Azione giovani di Reggio Calabria denunciarono che nei seggi era possibile votare molte volte. Il presidente provinciale di Ag, Daniele Romano raccontò: “Alcuni di noi hanno votato più volte, addirittura senza documenti, altri senza averne diritto perché residenti fuori Reggio, altri ancora senza firmare la famosa liberatoria di cui si parlava”.(4)

Il punto è: perché tutte queste truffe? Evidentemente, il sistema sa di fare acqua da tutte le parti e di dover imbrogliare per suscitare consensi.
Gonfiare le cifre dei votanti equivale ad una forma di propaganda, che mira a far credere agli italiani che c’è ancora molta gente che ha fiducia nel sistema, mentre in realtà ce n’è sempre meno. Chi ormai è avvezzo a capire la potenzialità truffaldina di questi personaggi difficilmente può credere alla loro propaganda, anche se fatta con nuove forme. Le parole preferite da Veltroni sono “governo stabile”, “governi democratici” o “grandi democrazie d’Europa”. Ricorda i presidenti americani, che nei loro discorsi citano centinaia di volte la parola “democrazia”, ma impediscono con la forza delle armi l’autodeterminazione dei popoli. Se davvero Veltroni credesse nella democrazia si ergerebbe a difendere le lotte dei vicentini contro le basi americane o le lotte dei No-tav, poiché si tratterebbe in tal caso di proteggere il democratico diritto dei cittadini a scegliere ciò che riguarda il proprio territorio. E invece, Veltroni difende il governo, dichiarando un “pieno, coerente e deciso sostegno all’azione del Governo Prodi”. E’ evidente che egli parla non di una vera democrazia, ma della democrazia-truffa che attualmente c’è in Italia. Non abbiamo bisogno della democrazia di cui egli parla, ma di una vera democrazia, che ci sarà quando lui e tutti quelli come lui saranno costretti a fare un altro mestiere.

Il 20 ottobre, un milione di persone partecipano al corteo contro il precariato, e a chi gli chiede cosa ne pensa, Veltroni risponde: “è un importante fatto democratico”. Ci mancherebbe che dovessero proibire anche i cortei di protesta. Furbescamente, egli non perde occasione per utilizzare il termine “democratico” e per evitare di esprimere chiaramente cosa ne pensa delle leggi infami sul lavoro. Intanto, mentre Veltroni esibisce le sue performance, l’Italia va sempre più alla deriva, ormai dominata da reti mafiose/massoniche che il governo protegge anche bloccando il lavoro dei magistrati.
Veltroni non ha mai denunciato la grave corruzione che attanaglia le nostre istituzioni, chiaro segno che egli stesso ne è parte. Agli italiani che dicono: “provo a crederci e poi valuterò i risultati”, possiamo rispondere: già da adesso, dai suoi stessi discorsi, è possibile capire chi realmente è Veltroni e cosa farà una volta al potere. Se accetteremo di dare ancora fiducia ai nuovi fantocci del sistema, arriveranno altre beffe e altre truffe, con amare conseguenze.
Chiediamoci con sincerità: possiamo permetterci di farci ancora abbindolare dalle truffe degli attuali politici?
Non sarebbe ora di dire basta?

Antonella Randazzo

24 ottobre 2007

Torta a torta



A Porta a Porta, si cucinavano torte e altri dolciumi. La puntata, inaspettatamente, non riguardava Cogne, né Garlasco, né Rignano, ma il caro-vita. Insieme al fornaio e al panettiere, ne discutevano Lorena Bianchetti e altri squisiti ospiti. Ieri Bruno Vespa si è recato in Vigilanza per raccogliere gli applausi degli uomini dei partiti, che nei giorni scorsi avevano tentato di processare Michele Santoro per aver raccontato una storia vera, cioè il caso De Magistris, anzi Mastella. Solo Beppe Giulietti si é astenuto dalla simpatica cerimonia, tutta inchini e riverenze, quadriglie e minuetti tra l’insetto e i suoi “editori di riferimento”, come ebbe a definirli ai tempi d’oro della Dc di Forlani e Andreotti.

Come già Mastella collegato dal Columbus Day, anche il presidente Mario Landolfi - che passò un bigliettino a Gad Lerner per segnalare una sua protetta al neodirettore del Tg1 - si è molto complimentato per la proverbiale imparzialità e il leggendario pluralismo di cui è campione l’insetto. Da quando, nel 1969, annunciò dalla questura di Milano che Pietro Valpreda era il mostro di Piazza Fontana. “Se tutte le trasmissioni fossero come Porta a Porta - ha flautato Landolfi - la Vigilanza potrebbe abbassare la saracinesca”.

Poi è intervenuto il suo vice, il margherito Giorgio Merlo, entusiasta per la visita dell’insetto che “ha confermato come la salvaguardia del pluralismo e il rigoroso rispetto delle regole rappresentano (il congiuntivo non è il suo forte, ndr) i postulati essenziali per i conduttori del servizio pubblico... a prescindere dalle solidarietà corporative e sindacali nei confronti dei vari conduttori”. Allusione agli interventi dei sindacati della stampa a difesa di Floris e Santoro.

Poi ha parlato Vespa: “Preferisco che gli interlocutori siate voi”, ha detto ai suoi santi protettori, “tremo all’idea che il Tg1 debba essere portatore di interessi altrui” cioè, eventualmente, dei cittadini L’importante è che continuino a comandare i partiti, altrimenti 4 sere a settimana se le scorda. Poi ha confidato di scegliere “i temi sull’attualità quando sono caldi”: un po’ come le torte sfornate l’altra sera dai cuochi di redazione, che avevano rimpiazzato il plastico della villetta di Cogne e la bicicletta di Garlasco con un grande forno a microonde. Naturalmente, ha sottolineato, “non ho mai avuto condizionamenti né dall’azienda né dalla politica”: infatti obbedisce da solo, prima che arrivino gli ordini. Due le sue stelle polari: “ferreo controllo delle notizie che diamo” e “assoluto equilibrio dei servizi”.

Qualcuno minimamente informato - non è il caso della commissione di Vigilanza - avrebbe potuto domandare a chi avesse affidato il controllo ferreo della notizia (falsa) dell’assoluzione definitiva di Andreotti: a un cuoco? Qualcun altro potrebbe ricordare quando Vespa lesse una mail anonima che “testimoniava” l’innocenza degli agenti arrestati a Napoli per le violenze contro i no-global, e domandare se l’avesse fatta controllare da un pasticciere.

Quando poi ha sostenuto di aver “vinto tutte le cause in 10 anni”, qualcuno con un minimo di memoria avrebbe potuto rammentargli i 260 milioni pagati dalla Rai a Scattone e Ferraro (gli assassini di Marta Russo) per un’intervista esclusiva al Tg1 e una a Porta a Porta nel giugno ’99: la famiglia Russo fece causa, visto che i due non avevano pagato i danni a cui erano stati condannati, e scopri che il “servizio pubblico” diretto da Agostino Saccà aveva appoggiato il versamento sul conto di un prestanome per aggirare il blocco dei beni disposto dal tribunale; la Rai, per uscire dalla causa dovette sborsare altri 200 milioni.

L’anno scorso Vespa è stato condannato a pagare 82 mila euro a Roberto Zaccaria per aver inventato - in un libro Rai-Eri - un complotto dell’allora presidente Rai contro Berlusconi con Biagi, Luttazzi e Santoro. Tutte balle. Ieri l’insetto ha molto lacrimato per la serata che dovrà cedere a Benigni.

In effetti, 3 sere sono poche. Perché non dargli anche venerdì, sabato e domenica?

Marco Travaglio


23 ottobre 2007

L’impero del meno male: La decrescita


Mi convinco sempre sempre di più che la sinistra abbia sottovalutato la forza del liberismo e la sua forza anche nella sinistra stessa. Soprattutto ha sottovalutato il fatto che il mito della crescita ha un posto centrale sia nel dispositivo del liberalismo che in quello del capitalismo. Su questo punto dobbiamo dire che purtroppo Marx si è sbagliato. Ha pensato che fosse possibile, sostituire all’«accumulazione» cattiva del capitale [accumulazione è il nome marxista della crescita], quella buona di un altro sistema. Questo non è vero, l’accumulazione del capitale è sempre legata all’economia di mercato. Da questo punto di vista, i cosiddetti socialisti utopisti, come per esempio William Morris di «News from Nowhere», avevano capito meglio di Marx il carattere perverso della crescita, il fatto che essa sia legata al sistema termoindustriale, e quindi ai rapporti capitalistici. Oggi dobbiamo fare i conti con questa eredità.

Uno scienziato francese, Hubert Reeves, molti anni fa raccontava questa favola. Un giorno un vecchio pianeta nelle sue divagazioni incontra la Terra che non aveva visto da alcuni milioni di anni. Allora dice: «Come stai?». La Terra risponde: «Non mi sento molto bene, credo di avere una malattia mortale». «E come si chiama questa malattia?». «Si chiama umanità». «Ah – conclude il vecchio pianeta –, anch’io l’avevo presa alcuni milioni di anni fa. Ma guarisce da sola, si autodistrugge».

E’ vero che oggi sembra che l’umanità rischia di sparire. Abbiamo molti segnali che lo confermano quasi ogni giorno. Sappiamo che stiamo vivendo la sesta estinzione delle specie, la quinta è quella che ha avuto luogo 65 milioni di anni fa, quella che ha visto sparire i dinosauri. Solo che ci sono tre differenze tra la quinta e la sesta: questa è organizzata dall’uomo e procede a una velocità terrificante. Per fortuna la natura ha una vitalità straordinaria e una capacità di adattarsi sorprendente, ma quando i cambiamenti sono così veloci è impossibile per la natura adattarsi.
Un’altra importante differenza è che anche l’umanità potrebbe essere la vittima di questa sesta estinzione. Lo sarà sicuramente se non facciamo niente.

La scommessa della decrescita è diversa. Non pensiamo che l’umanità sia una specie votata al suicidio, o che non ci sia speranza. Pensiamo infatti che il suicidio faccia parte dell’essenza della società della crescita, ma non di tutte le società umane. Che la nostra società, la società moderna, sia candidata al suicidio ma non l’umanità in quanto tale. La decrescita scommette che sia possibile salvare l’umanità, ma solo a condizione di uscire dal paradigma della modernità, della società della crescita.
Che cos’é quindi una società come la nostra? È una società che ha per unico fine la crescita senza limiti. È un’idea assurda per questa idea si deve consumare sempre di più, produrre ancora di più rifiuti e profitti. Per promuovere questa idea ci sono tre grandi strumenti: la pubblicità che ci invita sempre a consumare cose di cui non abbiamo veramente bisogno; l’obsolescenza programmata e il credito.

La scommessa della decrescita è l’umanità possa fare una rivoluzione culturale, uscire dalla società di crescita, di deglobalizzarsi e ritrovare il locale, di uscire dal capitalismo e quindi dall’accumulazione illimitata, sotto l’impulso di due forze, una forza positiva e una forza negativa.
La forza positiva è l’aspirazione all’ideale che vivremmo meglio se vivessimo in un altro modo. Questa è la grande lezione del mio maestro Ivan Illich, che per quarant’anni ha predicato nel deserto. Invece di prendere come slogan, come fa il governo francese attuale, «lavorare di più per guadagnare di più» diceva «lavorare di meno per vivere meglio». Di sicuro lavorando meno si produrrebbe meno o si distruggerebbe meno il pianeta e avremmo più tempo per godere della vita, per ritrovare il senso della vita. Forse meno ricchezze in termini di prodotto interno lordo ma più ricchezze in termini di vita, di ricerca del piacere e della felicità. E consumare meglio è possibile.

Il grande, uno dei grandi precursori della decrescita, che recentemente è morto in Francia, l’amico André Gorz, negli anni ’70 e ‘80 aveva descritto degli scenari per dimostrare come era possibile allo stesso tempo ridurre il tempo di lavoro, diminuire la disoccupazione e aumentare la felicità.
Oggi siamo tossicodipendenti di consumismo. Lo siamo tutti. E allora dobbiamo intraprendere una terapia, dobbiamo liberarci da questa dipendenza, ma non è facile. Naturalmente l’aspirazione a un’ideale, a un mondo più giusto, a un mondo più sostenibile ha un ruolo importante ma non basterà. Questo è il motore positivo. Il motore negativo invece è la pedagogia delle catastrofi. È per questo che paradossalmente sono molto ottimista, perché sono certo che ci saranno catastrofi.

Il progetto di costruire una società della decrescita dunque è un’utopia, un’utopia nel senso concreto e positivo della parola che è un altro mondo possibile. Ho proposto di realizzare questo progetto attraverso uno schema delle otto «R»: Rivalutare, Riconcettualizzare, Ristrutturare, Ridistribuire, Rilocalizzare, Ridurre, Riutilizzare, Riciclare. Ogni volta che faccio una conferenza c’é qualcuno nella sala che mi dice: «Lei ha dimenticato una R molto importante, si deve anche reinventare la democrazia». Un altro mi dice: «Si deve ri-cittadinare». Il concorso è aperto, si possono aggiungere molte altre R.

Questa proposta non é un programma politico perché non sono un politico, sono uno scienziato, un intellettuale, non è il mio lavoro fare un programma politico. Ma è un progetto politico, l’utopia di una società autonoma. Il progetto della decrescita non è nuovo, la cosa nuova è che la parola decrescita parla all’immaginario. Questo ‘de’ crea un colpo, come è possibile rimettere in questione il fondamento della nostra società, di tutto il nostro mondo. E allora questo crea una reazione molto forte. Alcuni che avevano dubbi sul nostro mondo, sulla società, dicono: “Sì, bastava pensarci, ha ragione, abbiamo trovato alla fine la cosa importante”. E altri dicono “Ma è impossibile. Come parlare di decrescita?”. Se non parliamo di decrescita andiamo verso la catastrofe e l’apocalisse.

Ora vorrei in alcune parole spiegare come opporre l’utopia concreta alla altra grande utopia dell’occidente che è il liberismo. Il liberismo è anche un grande progetto, un progetto che ha strutturato l’occidente per secoli. Dobbiamo prendere coscienza che in questo progetto la cosa più importante è il mito della crescita. Nella sinistra c’è la tentazione di separare il liberalismo buono dal liberismo cattivo. Fondamentalmente, però, sono come dottor Jekyll e mister Hide, due facce della medesima medaglia, strettamente legate anche se diverse.
E’ un progetto fantastico, il liberismo, nato nel medioevo in reazione all’orrore per le guerre, soprattutto quelle civili. E’ un progetto grandioso, il liberismo, e precisamente è l’utopia di una società autonoma. Una società autonoma che si basa sull’individualismo, sull’emancipazione dell’umanità, sul progetto della modernità, della liberazione dalla trascendenza, dalla tradizione, della religione e dalla gerarchia.
Il problema di questo progetto è nelle sue aporie: l’aporia della libertà è la libertà di sfruttare gli altri. L’individualismo è un progetto autodistruttivo e l’uguaglianza ancora di più. L’uguaglianza assoluta è impossibile perché per natura non siamo uguali, quindi la strada che il liberismo ha trovato, soprattutto attraverso il suo aspetto economico, è di reinventare un’eteronomia che permette il funzionamento della società moderna: l’eteronomia della mano invisibile.

Se c’é la mano invisibile allora nessuno può rimpiangere della sua povertà, nessuno è responsabile delle disuguaglianze, sono le leggi del mercato. Basta leggerlo su tutti i giornali: se i popoli del sud sono più poveri la colpa, in fondo, è loro. Non è colpa più delle grandi imprese o dei governi, è la legge del mercato, la stessa legge per tutti. Una legge che funziona benissimo e che funziona perfino meglio se c’é la continua fuga in avanti della crescita infinita. Che ha come corollario l’idea che se l’uguaglianza non è realizzata oggi, almeno domani le disuguaglianze saranno minori. Se oggi non possiamo comprare l’ultimo modello di automobile, certamente potremo farlo domani, grazie alla crescita.
Questo meccanismo ha funzionato per tanti anni gloriosi tra il 1945 e il 1975. E’ vero che gli operai hanno potuto comprare una macchina, un frigorifero. E’ vero che le cose che prima erano riservate ai ricchi sono diventate delle comuni. Questo permette alla società liberista di funzionare.

Un amico, un filosofo, ha scritto recentemente un bel libro che si intitola «L’impero del meno male». Sono riusciti a creare, con il liberismo e la crescita, l’impero del meno male, ma oggi questo non basta più. Perché il problema è che oggi ci si confronta con l’autodistruzione sociale perché l’ingiustizia, aporia strutturale di questo stesso meccanismo, è diventata senza limite.
SERGE LATOUCHE

Le nuove SS: Blackwater


Nel corso della conferenza stampa data il 3 ottobre a Baghdad, il Primo ministro iracheno Nuri Al-Maliki ha affermato che le prove contro Blackwater sono così abbondanti che la nota società di mercenari “non è idonea” a continuare ad operare in Iraq, paese in cui vanta contratti per la sicurezza nell'ordine delle centinaia di milioni di dollari. Maliki ha parlato dopo che l'on. Henry Waxman aveva rilasciato al Congresso USA un documento di 15 cartelle che riferisce di oltre 200 sparatorie della Blackwater contro civili iracheni, in cui i mercenari hanno aperto il fuoco senza essere seriamente provocati. Dopo il più noto di questi incidenti verificatosi il 16 settembre, in cui rimasero vittima, a seconda delle versioni, dagli 11 ai 20 civili inermi, Al-Maliki mise subito al bando Blackwater, ma dovette poi concedere un differimento del foglio di via per attendere il completamento delle inchieste aperte sul caso dalle autorità USA (In Iraq i dipendenti di imprese di sicurezza privata non sono sottoposti alle leggi del paese). Nell'ultima conferenza stampa Al-Maliki ha ribadito che Blackwater deve sloggiare subito.
“Si tratta di un'organizzazione modellata sulle SS”, ha detto Lyndon LaRouche, in riferimento alla nota formazione della milizia privata finanziata dai grandi sponsor di Himmler. “Il Congresso dovrebbe ammetterlo e trarne le conseguenze. Sono le SS di Felix Rohatyn e di George Shultz. Ma ce l'ha il fegato di dire che questi killer sono le SS di Rohatyn? La politica di fondo della Blackwater è stata messa a punto nel Middlebury College, di cui Rohatyn è il guru”. Il dibattito politico sulla privatizzazione della difesa USA in effetti si svolse nel 2004 soprattutto al Middlebury College, sotto l'egida del Centro per gli Affari Internazionali di Rohatyn.
LaRouche sottolinea inoltre che un altro modello di fondo della Blackwater è la Compagnia delle Indie Orientali britannica. Un nuovo libro sulla Blackwater scritto da Jeremy Scahill porta come sottotitolo “L'ascesa del più potente esercito mercenario del mondo” ma, secondo LaRouche, la definizione “è sbagliata. Sono gli inglesi, sono essi ad avere i più potenti eserciti mercenari”. In effetti, compagnie inglesi come la AEGIS ed altre contano in Iraq oltre 21.000 mercenari, mentre la Blackwater ne conta meno di 10.000. Al vertice di Aegis Defence Services figura Tim Spicer, ex direttore delle famigerate imprese di mercenari Executive Outcome e Sandline. Il più grande contratto per la sicurezza privata in Iraq è stato accordato alla Aegis dal Pentagono.
Dalle prime indagine condotte dall'EIR sul conto di Blackwater risulta che essa recluta presso le basi paramilitari dei nostalgici di Pinochet in Cile. Interessante anche la figura di Edgar Prince, padre di Erik Prince, attuale amministratore delegato di Blackwater. Edgar era vice presidente del Council for National Policy, un gruppo segreto della destra religiosa che il 28 settembre ha ospitato Dick Cheney a Salt Lake City per discutere il bombardamento nucleare dell'Iran. Edgar è anche stato uno sponsor del destrorso Gary Bauer e il principale finanziatore del Family Research Council, la base di Bauer e di James Dobson.

22 ottobre 2007

Cheney è un alieno?


Il titolo è una provocazione ma, per definire tutto il "sistema" che gira intorno a Cheney, sono necessarie alcune "fortune" che non sono "terrestri". Andiamo con ordine.
Il Congresso degli Stati Uniti continua a rifiutarsi di prendere le misure necessarie a risolvere la crisi finanziaria ed economica in corso e perché l'amministrazione Bush-Cheney si è imbarcata in una politica guerrafondaia. Questi motivi, ha spiegato LaRouche, risalgono all'11 settembre:

“Nell'estate del 2001 la recessione procedeva a tutto vapore. Si era al collasso, il sistema era scosso. Poi, il famoso 11 settembre, qualcuno, cooperando dall'interno dei massimi vertici del potere negli Stati Uniti, ha scatenato quell'incidente, che porta il nome di 11/9. Fu un lavoro effettuato con la complicità dell'Impero Britannico. Fu effettuato con la complicità di elementi dell'Arabia Saudita, come indicano chiaramente tutte le prove. Fu un atto terroristico contro gli Stati Uniti compiuto con la complicità di elementi ad altissimo livello negli Stati Uniti, con un copertura organizzata da gente ad alto livello negli Stati Uniti.
“Ora, certi fatti non sono noti, e non dico quello di cui sono al corrente. Ma posso dire di sapere, senza dubbio, che i fatti del 9/11 sono un 'inside job', sono opera di sabotatori interni. Si trattò di un lavoro realizzato dall'interno per contribuire a ciò che l'amministrazione Bush-Cheney rappresenta. E da allora, chi sa qualcosa su come funziona il governo, il nostro sistema politico, sa che è più o meno così. Basta guardare a quello che fanno il Congresso o le istituzioni politiche, per accorgersi che sono in preda alla paura! Perché sanno che questo tipo di fenomeno ha perso piede.
“Ciò che dissi nel gennaio 2001, alla vigilia del primo insediamento ufficiale di questo presidente alla Casa Bianca, è che occorreva considerare come precedente una situazione in cui vigevano condizioni economiche simili a quelle che stavo indicando, l'incendio del Reichstag orchestrato da Hermann Göring allo scopo di fare di Hitler non soltanto il Cancelliere della Germania, ma un dittatore. Ed Hitler è rimasto un dittatore dalla notte successiva a quell'incendio del Reichstag fino al giorno in cui è morto!
Oggi, "Cheney è la testa d'ariete in quest'operazione, e la gente ha paura del vice presidente a motivo dell'11/9!"
“Ci chiediamo allora: chi ha lanciato questa operazione contro gli Stati Uniti? E' stata gestita dall'Impero Britannico. Nella vita politica, nella campagna presidenziale, vediamo le ombre di questo problema. La campagna presidenziale è uno scherzo di cattivo gusto. Hillary Clinton ha detto alcune cose importanti, ma non si rende conto di quale sia effettivamente il problema. Non ha idea di quale sia la soluzione, ma lei è quella che si avvicina di più a dire la verità, perché tutti gli altri sono davvero molto distanti. Dennis Kucinich ha detto alcune verità, ma questa faccenda non sa proprio come affrontarla. Io invece so come affrontarla - e so di più di quello che dico: con la complicità di certa gente in Arabia Saudita, con l'Impero Britannico, che attraverso la BAE condivide il potere con l'Arabia Saudita, è stato fatto il servizio agli Stati Uniti, quell'11 settmbre. E da allora viviamo sotto le conseguenze di ciò. Su questo sono certo e altri fatti si verranno a sapere quando sarà il momento opportuno”.
Nel resto del discorso di apertura e durante il dibattito, LaRouche ha ribadito le misure necessarie per creare una muraglia ("firewall") per salvaguardare l'economia USA e procedere verso una ripresa economica, a cominciare dalla sua proposta di legge sui mutui ed ha descritto la natura dell'opposizione che impedisce l'adozione di queste misure. C'è solo un modo, ha spiegato LaRouche, in cui il sistema economico attuale può continuare ad esistere: sotto una dittatura! Ma se gli USA vogliono sopravvivere come repubblica costituzionale, allora occorre usare la Costituzione per tornare al Sistema Americano di economia politica, ripristinando un sistema creditizio e abbandonando l'impero finanziario globale britannico che domina l'economia mondiale almeno dal 1971. (

Alcune mosse contro Cheney in corso
Diverse iniziative pubbliche importanti, tra cui quella dell'ex presidente Jimmy Carter, sono state adottate nei confronti di Dick Cheney, denunciandone il ruolo nella guerra e in altri abusi. Particolarmente interessante è la denuncia fatta da John Dean, ex consigliere della Casa Bianca di Nixon, della manovra di Cheney per conferire all'esecutivo poteri dittatoriali subito dopo i fatti dell'11 settembre. Intervistato a “Countdown” della MSNBC il 10 ottobre, Dean ha spiegato come la Casa Bianca sia riuscita ad appropriarsi di tanto potere subito dopo quegli attentati: “Sappiamo quello che diversi centri studi speravano o dicevano. Non voglio dire che speravano che accadessero la parodia e la tragedia a cui allora assistemmo, ma certamente credevano di aver bisogno di un evento scatenante per far passare molte decisioni politiche che covavano da anni. I neoconservatori hanno visto in questo un'opportunità. Era già nel cassetto. Non hanno fatto altro che aprirlo e usare l'11 settembre per far approvare il tutto. Ed hanno incontrato un pubblico e un Congresso molto arrendevoli. Erano maturi."
Lo stesso 10 ottobre BBC e CNN hanno mandato in onda un'intervista con l'ex presidente Jimmy Carter. L'intervistatore della nota emittente inglese ha chiesto un commento sulla notizia pubblicata lo stesso giorno dal New York Times secondo cui Cheney e la Rice avrebbero litigato sulla necessità di bombardare preventivamente la Siria, come proponeva il primo. Carter ha risposto:
“Bè, come al solito Dick Cheney sbaglia. E' un militante che ha evitato il servizio militare, ed è stato il più energicamente dedito, negli ultimi dieci o più anni, a realizzare ciò in cui ha sempre creduto, cioè che gli Stati Uniti avrebbero il diritto di esercitare la loro potenza con mezzi militari in altre parti del mondo. E qui di nuovo cerca di promuovere quella che ben potrebbe essere un'avventura militare controproducente e catastrofica ... Certamente lui è stato un disastro per la nostra economia. Ritengo che sia stato fin troppo persuasivo nei confronti del presidente George Bush e molto spesso ha prevalso. Ma uno dei suoi scopi principali era di andare in Iraq sotto falsi pretesti e ancora oggi si dice convinto che quei falsi pretesti fossero giusti. Ancora sostiene che Saddam Hussein fosse coinvolto negli attacchi dell'11 settembre, ancora sostiene che l'Iraq ... avesse armi di distruzione di massa - tutte cose che sono state sconfessate da qualsiasi fonte ragionevole”.
All'intervistatore della CNN Wolf Blitzer Carter ha spiegato: “Per la prima volta in vita mia, il nostro paese ha abbandonato i principi di fondo dei diritti umani. Abbiamo detto che la Convenzione di Ginevra non vale per i reclusi di Abu Ghraib e Guantanamo. E abbiamo detto che possiamo torturare i prigionieri...”. Blitzer gli ha chiesto: “Dunque lei ritiene che gli Stati Uniti, sotto questa amministrazione, abbiano fatto ricorso alla tortura?”, e Carter ha risposto: “Non è che lo penso, lo so con certezza”, ed ha aggiunto che Bush ha ridefinito in maniera falsa il significato della parola tortura.
La trasmissione “Frontline” della PBS trasmette il 16 ottobre un servizio intitolato “La legge di Cheney” annunciato su internet con queste parole: “Da tre decenni il vice presidente Dick Cheney conduce una guerra segreta e spesso aspra per espandere i poteri della presidenza ...” Si documenterà lo “scontro” con il Congresso sulle intercettazioni non autorizzate e il licenziamento dei Procuratori per motivi politici.
fonte: movisol

Onstar e, il tuo motore si spegne!


La General Motor ha pianificato di equipaggiare 1.7 milioni, tra i veicoli che produrrà nel 2009, con un sistema che abiliterà gli operatori della OnStar di spegnere l’alimentazione del motore di un veicolo qualora la polizia lo richiedesse.

Il sistema OnStar della General Motors rende già disponibile un sistema di tracciamento GPS che dà modo alla polizia di rintracciare ogni veicolo equipaggiato. Con la nuova tecnologia, se richiesto dalla polizia, un operatore OnStar informerà gli occupanti del veicolo e disabiliterà l’erogazione del carburante. Il motore inizierà a rallentare a una velocità a passo d’uomo, per permettere al guidatore di accostare. I freni e le altre funzioni elettriche del veicolo continueranno a funzionare.

L’intento di questo sistema è di eliminare di fatto il numero di inseguimenti, che possono essere pericolosi sia per i pedoni e gli altri veicoli, sia per la stessa polizia. Un recente studio ha dimostrato che dal 1994 al 2002, ci sono stati 2,654 incidenti che hanno coinvolto 3,965 veicoli e 3,146 morti durante gli inseguimenti.

L’idea di questo sistema (geniale quanto la cicala che vuole insegnare economia e commercio alla formica N.d.A) è apparsa in Quantico, un recente libro di fantascienza dall’autore Greg Bear. Nella storia, un racconto basato sulla biotecnologia, la guerra al terrore e un futuro non molto lontano, la polizia può utilizzare un Cop Block per fermare qualsiasi veicolo si trovi sotto il suo raggio.

Questa notizia è apparsa su LiveScience.com, e probabilmente non l’ho ancora digerita per il verso giusto. Potrei sicuramente prendere in considerazione un lato positivo: finalmente forse non assisteremo più a quelle riprese spappola-coronarie di inseguimenti e sparatorie eseguite dagli elicotteri; successivamente però, non posso non considerare l’enorme abuso di potere che lo Stato di Polizia che vige nel mondo sta contribuendo a generare.

Io immagino un mondo in cui tutto questo non è mai esistito. Immagino un mondo in cui le mura dell’ingiustizia non sono mai state erette, e l’innocenza ed il peccato sono sempre andati di pari passo sporcandosi a vicenda. Immagino la Terra ed i suoi Figli come non hanno mai vissuto. Assaporo gli odori del raccolto fresco, del lino grezzo e della cena in tavola. Voglio lasciarmi cullare da un mandala che ho dipinto, da un brano che ho composto, da un frutto che ho coltivato e da una statua che ho scolpito. Prostro il mio rispetto di fronte alla tecnologia in armonia coerente con la natura, e la natura integrata saggiamente nella tecnologia… quei giorni sono l’Adesso… l’Ora… il Subito, anche se, di tanto in tanto, quel maledetto 1984 sembra esser stato soltanto un giardino fiorito.

A. Doria

21 ottobre 2007

Una nonlegge per gli Inpunibili. Gelli docet


Due settimane fa, ad Annozero, avevo evocato Licio Gelli e il Piano di rinascita della P2 e me ne hanno dette di tutti i colori. In realtà, ero stato troppo ottimista. Ormai siamo oltre Gelli, oltre la P2. Siamo al golpe politico-giudiziario.
Per una volta, inseguire gli aspetti tecnico-giuridici della decisione del Procuratore generale di Catanzaro di strappare di mano l’inchiesta “Why Not” su Prodi, Mastella & C. al titolare, cioè al pm Luigi De Magistris, è inutile e fuorviante. Meglio andare subito alla sostanza, che è questa: il magistrato che aveva raccolto elementi sufficienti per indagare Mastella per abuso, truffa e finanziamento illecito, cioè riteneva di aver trovato i soldi, non potrà portare a termine la sua indagine, ormai in dirittura d’arrivo. Il fascicolo passerà a un altro magistrato, che impiegherà mesi per studiarsi tutti gli atti. E, se non vorrà fare la fine di De Magistris - attaccato da destra e da sinistra, difeso da nessuno, ispezionato per mesi e mesi, trascinato dinanzi al Csm, proposto per il trasferimento immediato e infine espropriato del suo lavoro - ascolterà l’amorevole consiglio che gli danno il governo e l’opposizione una volta tanto compatte: archiviare tutto, lasciar perdere, voltarsi dall’altra parte.
Checchè se ne dica, questa non è una questione privata fra De Magistris e Mastella. Questa è la soluzione finale dopo vent’anni di guerra della politica alla Giustizia. E’ il coronamento del sogno dei vari Gelli, Craxi e Berlusconi di fermare sul nascere le indagini sul potere. Gelli, Craxi e Berlusconi, nella loro ingenuità, pensavano che per farlo occorresse modificare la Costituzione, scrivendoci che la carriera dei pm è separata da quella dei giudici e che le procure devono obbedire al governo.
Mastella e chi gli sta dietro hanno capito che non occorre cambiare le norme: basta creare le condizioni di fatto perché tutto ciò accada. Appena un pm apre un fascicolo sugli amici di un ministro, se ne chiede il trasferimento (del pm, non del ministro). Anche se la richiesta non sta in piedi, non importa: quando il magistrato arriverà al sodo, salendo di livello dagli amici del ministro al ministro stesso, il ministro sosterrà che il pm lo fa perché ce l’ha con lui. E, col gioco delle tre carte, riuscirà a convincere qualche alto magistrato a scambiare le cause con gli effetti e a scippare l’indagine al pm per “incompatibilità”. Come se fosse il pm ad avercela col ministro, e non il ministro ad avercela col pm. Si chiama “guerra preventiva”, e non l’ha neppure inventata Mastella. L’aveva già teorizzata Mao: “Colpirne uno per educarne cento”. Funziona.” Marco Travaglio

20 ottobre 2007

Insetti Robot: La CIA sperimenta


NEW YORK - Vanessa Alarcon li ha visti per la prima volta il mese scorso, nel corso di una manifestazione contro la guerra a Lafayette Square. "Ho sentito qualcuno esclamare: "Santo cielo, guardate là"". Così ricorda la studentessa di New York all'ultimo anno di università. "Ho alzato lo sguardo e mi sono chiesta che cosa fossero... sembravano libellule o elicotteri in miniatura. Di certo, però, non erano insetti". Bernard Crane, avvocato di Washington, era anche lui tra la folla. "Mai visto nulla del genere in vita mia. Erano troppo grandi per essere libellule".

Questi sono soltanto alcuni tra i tanti avvistamenti avvenuti nel corso di recenti avvenimenti politici a Washington e New York. In molti sospettano che si possa trattare di droni (veicoli aerei telecomandati, Ndt) a forma di insetto, strumenti hi-tech di sorveglianza messi forse a punto dal Dipartimento per la Sicurezza Interna. Altri, invece, pensano che dopo tutto non sono altro che libellule, un'antica specie di insetti che perfino i biologi concordano essere molto somiglianti tanto a robot che a piccole creature.

Nessuna agenzia ammette di aver messo a punto droni spia delle dimensioni di un insetto, ma molteplici agenzie governative ed enti privati degli Stati Uniti effettivamente hanno ammesso che ci stanno provando. Alcune società di ricerca sovvenzionate con fondi federali stanno perfino allevando insetti vivi nei quali sono stati inseriti chip elettronici. Gli insetti robot - in inglese "robobug" - avrebbero la possibilità di seguire i sospetti, di guidare sul bersaglio i missili o di perlustrare le macerie degli edifici crollati alla ricerca di sopravvissuti.

A onor del vero, la Cia aveva messo a punto una libellula spia già negli anni Sessanta, e perfino gli scettici ammettono che un'agenzia potrebbe realmente essere riuscita in gran segreto a rendere una cosa del genere operativa e funzionale. Velivoli robot sono usati dall'esercito sin dalla Seconda guerra mondiale. Dai documenti del Dipartimento della Difesa emerge che sono oggi in uso un centinaio di modelli diversi, alcuni piccoli come uccellini, altri delle dimensioni di un piccolo aereo.

Nonostante tutto, però, passare dalle dimensioni di un uccellino a quelle di un insetto non è soltanto questione di dimensioni più minuscole. È soltanto in tempi molto recenti che gli scienziati sono infatti pervenuti a comprendere fino in fondo in che modo gli insetti riescano a volare, un'impresa biomeccanica che, nonostante tutti quanti ne siamo testimoni oculari, per decenni è stata ritenuta "teoricamente impossibile".

Risale soltanto a un mese fa la scoperta, effettuata da alcuni ricercatori della Cornell University di come le libellule regolino il movimento delle loro ali anteriori e posteriori per risparmiare energia quando si librano in volo. Problema che gli esperti di robotica non riescono invece a risolvere in quanto i loro velivoli (almeno quelli conosciuti) tendono a consumare molta energia e necessitano quindi di batterie molto grandi e pesanti.
La Cia è stata tra le prime ad affrontare il problema.

L'insectothopter, messo a punto dall'ufficio Ricerche e Sviluppo della Cia trenta anni fa, era in tutto e per tutto simile a una libellula e conteneva un minuscolo motore a benzina in grado di azionare quattro ali. Era in grado di volare, ma alla fine fu considerato un insuccesso perché non era riusciva ad affrontare i venti di traverso. Che il Dipartimento della Difesa sia impegnato a cercare di mettere a punto una cosa del genere pare però pressoché assodato. Alcuni ricercatori stanno inserendo alcuni chip nelle pupe delle falene - lo stadio intermedio tra il bruco e la farfalla adulta in grado di volare - per far sì che si schiudano "falene cyborg" perfettamente sane.

Ma c'è anche chi prendendo ispirazione dalla Cia, sta cercando di costruire velivoli in grado di volare con carburanti chimici piuttosto che a batteria. L'Entomopter, ancora nelle fasi iniziali di sviluppo presso i laboratori del Georgia Institute of Technology, simile a un aereo giocattolo più che a un insetto, trasforma il combustibile liquido in gas bollente, che aziona quattro ali che battono e attrezzature varie.

Anche se un giorno tutte le difficoltà e gli ostacoli tecnici dovessero essere superati, i micro-velivoli dalle dimensioni di un insetto saranno sempre un investimento rischioso. "Possono essere ingoiati da un uccello, rimanere impigliati in una ragnatela. Per quanto intelligente possa essere se un uccello arriva a 30miglia orarie non c'è modo di evitarlo. Insomma non sono utilizzabili per operazioni di spionaggio".

Ma allora, che cosa hanno visto Crane, Alarcon e qualche altro manifestante presente alla marcia di Washington? E che cosa vide nel 2004, durante la Convention Nazionale Repubblicana di New York, un osservatore - forse un manifestante paranoico che marciava per la pace - che descrisse su Internet una "libellula nera immobile nell'aria a una trentina di metri d'altezza, nel bel mezzo della Settima strada, che pareva fissarci"?

Con ogni probabilità, secondo Jerry Louton, entomologo del Museo Nazionale di Storia Naturale, hanno visto delle vere libellule, se si tiene conto che Washington ospita alcune specie di grandi dimensioni e decorazioni spettacolari, che possono lasciare sbalorditi. Ma in realtà ci sarebbero anche alcuni dettagli che secondo lui non quadrano affatto. Tre distinte persone presenti alla dimostrazione di Washington hanno descritto una fila di sfere, dalle dimensioni di piccole bacche, attaccate alla coda delle grandi libellule - un'attrezzatura che Louton non riesce a spiegarsi. Oltre tutto hanno anche riferito di aver visto almeno tre libellule far manovra all'unisono e "le libellule non volano mai in gruppo".

Mara Verheyden-Hilliard di Partnership for Civil Justice ha detto che il suo gruppo sta svolgendo indagini sulle dichiarazioni dei testimoni e ha presentato una richiesta formale di informazioni con il Freedom of Information Act inoltrata a svariate agenzie federali. Secondo lei, se simili dispositivi dovessero essere usati per spiare gli attivisti politici si tratterebbe di una "significativa violazione dei diritti civili della popolazione".

(Copyright The Washington Post-la Repubblica

18 ottobre 2007

Marion, facci vedere i soldi!


E’ difficile da credere che tu sia riuscita a buttare via tutti quei sudati soldi provenienti dalle sponsorizzazioni. Immagino che ora non ti possa affidare ad avvocati “ostruzionisti” perchè sei andata a dire tutte quelle balle ai federali.

Gli atleti dell’atletica leggera sono proprio come i monaci birmani –completamente dipendenti dalle elemosine. Non c’è affatto da meravigliarsi che il doping sia comparso insieme alle promozioni televisive.

Mi ricordo di quando le università non facevano affari con le aziende produttrici di calzature sportive. È forse un’altra coincidenza che il denaro abbia iniziato a scorrere quando le aziende di scarpe spostarono la produzione da luoghi “semplicemente con bassi salari” tipo Taiwan e la Corea del sud a paesi da super sfruttamento come la Cina e l’Indonesia?

E’ difficile criticare questa strategia da un punto di vista del business; una volta contai 37 pubblicità fotografiche in un unico supplemento sportivo di USA Today. Un funzionario sportivo universitario una volta definì “quasi incomprensibile” che la Adidas desse $ 7,5 milioni l’anno alla Università del Michigan (sottraendola alla Nike). Ciò era in realtà parte di un enorme gara al rialzo iniziata dalla Nike quando offrì centotré milioni di dollari all’anno alla nazionale tedesca di calcio. Ma loro si tennero la Adidas e i soli suoi $ 70 milioni all’anno.

L’Adidas si sente potente dopo essersi divorata la Reebok lo scorso anno–rendendo miliardario l’esibizionista dei “diritti umani” Paul Fireman. Il gigante tedesco delle scarpe si è recentemente vantato che l’acquisizione ha fatto aumentare l’influenza dell’azienda presso i fornitori. In parole povere ciò vuol dire prezzi più bassi pagati alle fabbriche e più sofferenza per i lavoratori.

Quanto la Nike aveva offerto alla squadra tedesca era quasi l’intero budget per il “marketing internazionale” a disposizione del gigante delle scarpe appena 15 anni fa. È un grande aiuto quando dittatori compiacenti (disperati?) congelano per 10 anni il salario minimo, come è successo in Vietnam tra il 1996 e il 2006. L’80% delle scarpe sportive di marca sono oggi prodotte in paesi con il partito unico.

Per tornare a Marion Jones: alla Nike piacciono le donne forti, vero? Dipende. Le donne coraggiose, che si oppongono ai brutali appaltatori di queste aziende, vengono distrutte, sono solo detriti ai bordi della catena di montaggio dei beni globali.

C’è una parola per descrivere questo modello di commercio “avido di steroidi”: spietato. La parola è stata usata per descrivere nel 2003, nel suo necrologio, il padre degli agenti di marketing sportivo. Egli era “spietato” quando si trattava di far ottenere a Tiger Woods o Derek Jeter tutto ciò che potevano ottenere dalla Nike (gli agenti sportivi ottengono il 20% degli accordi di sponsorizzazione, ma solo circa il 3% dei contratti dei giocatori con i club sportivi).

“Fatemi vedere i soldi!”

Jeff Ballinger

Articolo originale
Show Me da Money, Marion!

Hard to believe that you could burn through all that sweat-stained endorsement cash. I guess that you really can’t scrimp on “stonewalling” lawyers when you’ve been fibbing to the feds.

Track and field athletes used to be like Burmese monks–dependent on alms. Is it really any wonder that performance-enhancing drugs appeared about the same time as image-enhancing TV ads?

I can also remember when universities did no deals with sports shoe companies. Is it another coincidence that the money really started to flow when shoe companies shifted production from ‘merely low-wage’ locales like S. Korea and Taiwan to super-exploitation sites in China and Indonesia? Hard to argue with the strategy from a business point of view; I once counted 37 swooshes in photos in a single USA Today sports section. One university sports official called it “almost unfathomable” that Adidas is giving $7.5 million a year to the University of Michigan (snatching it from Nike). This was actually part of a macho bidding war started by Nike when it offered $103 million per year to Germany’s national soccer team. They retained Adidas for a mere $70 mil./yr.

Adidas is feeling flush after gobbling up Reebok last year - making that “human rights” poseur, Paul Fireman, a billionaire. The German shoe giant bragged recently that the acquisition increased the company’s leverage with suppliers. In plain language, that means lower prices paid to factories and more pain for workers.

What Nike offered the German team was nearly the entire “international marketing” budget for the shoe giant just 15 years ago. It helps when compliant (desperate?) dictators will freeze the minimum wage for 10 years, as happened in Vietnam (1996-2006). Eighty percent of expensive sport shoes are now made in one-party states.

Back to Marion Jones: Nike likes strong women , right? That depends. Brave women who’ll stand up to brutal shoe contractors get sacked, just detritus along the global commodity chain roadside.

There is a word for this ‘greed-on-steroids’ business model: ruthless. The word was used to describe the father of the sports agent business in his 2003 obituary. He was “ruthless” in getting Tiger Woods or Derek Jeter all that they could get from Nike (sports agents get 20% of endorsement deals, but only around 3% of player’s contracts with sports clubs).

“Show me da money!”