29 settembre 2007

Blog: i nuovi MEDIA


«Qualcuno doveva alzarsi a dire che la democrazia non può sopravvivere con queste interferenze delle corporation e del governo sui mezzi di informazione»: si è vantato così Dan Rather, il celebre anchorman, davanti a Larry King, l'altro celeberrimo anchorman.Poi,Rupert Murdoch da anni avverte i suoi compari editori che la rete sta demolendo i media classici e la loro presunta autorevolezza.
L'ha fatto nel 2005 in modo molto esplicito : «Io sono cresciuto in un mondo informativo altamente centralizzato, dove le notizie erano strettamente controllate da pochi direttori, che ci dicevano cosa potevamo e dovevamo sapere. Le mie due figlie giovani, sono nate nel mondo digitale.
Noi che siamo in posizione di determinare come le informazioni vengono confezionate e diffuse, in questo mondo digitale siamo immigrati freschi. Ci dobbiamo 'sforzare' di applicare la mentalità digitale … dobbiamo capire che la prossima generazione, che ha accesso alle notizie, siano dai giornali o da altra fonte, hanno un diverso criterio di aspettative sul tipo di informazione da cercare, e sul come le ottengono, e da chi».
«Non s'affidano più a una figura divina di informatore; e per estendere l'immagine religiosa, non vogliono più le notizie presentate come vangelo. Anzi, vogliono le notizie a loro richiesta. Vogliono il controllo sui loro media, non esserne controllati».
E citava i sondaggi: «I consumatori (sic) fra i 18 e i 34 anni usano sempre più il web come mezzo di comunicazione per i loro consumi. … il 44% degli interrogati hanno detto di usare un portale almeno una volta al giorno per avere informazioni giornalistiche, contro solo un 19% che compra e legge ogni giorno un quotidiano. Ancor più sinistramente, una proiezione a tre anni mostra che ad usare internet per informarsi saranno il 39%, e quelli che si aspettano di comprare di più i giornali solo l'8%».
Murdoch diamone atto, non fa la solita lagna.
Non dice che quello di internet è un giornalismo «secondario» in quanto parassistario dei MSM. Non parla di complottisti marginali.
Non fa la lezione: notizie incontrollate e «non bilanciate» o «di parte», dove «i fatti non sono separati dalle opinioni».
Non dice: giornalismo di bassa qualità.
Forse perché sa cosa pensare della qualità dei media «autorevoli»: e basta leggere un pezzo di Magdi Allam, che costa a Il Corriere 22 mila euro mensili, per capirlo.
E basta considerare che il 98% delle notizie pubblicate dai grandi media sono prese pari pari da tre agenzie internazionali, senza alcun controllo delle fonti, a scatola chiusa.
Di parte, poi, lo sono tutti, e ancor più quelli che si danno l'aria di «oggettivi».
Già da come presentano i «fatti» si intuisce che ci mettono, surrettiziamente, la «opinione» autorizzata.
Vecchi trucchi che non incantano più.

La vera differenza è più cruciale: che internet è gratis, e che non ci si guadagna: né i giornalisti, né gli editori né la pubblicità.
Così accade già, in America, che bravi giornalisti professionali lavorano per i media mainstream per lo stipendio, poi tengono i blog dove si sfogano, e rivelano per niente quello che non hanno potuto dire nella sfera della libertà vigilata.
E allora, dove è più probabile trovare le notizie di cui fidarsi?
Là dove si scrive per carriera e stipendio, o dove si scrive per sfogarsi e liberarsi la coscienza, gratis?
Ciò nuocerà a noi giornalisti come casta pagata benino (o troppo bene, Allam), ma è un ritorno - tramite il mezzo elettronico - al giornalismo delle origini.
Quello che c'era prima che i giornali e le TV diventassero veicoli servili della pubblicità (il più sporco e irresponsabile dei poteri forti); quello di cui si ha un'idea quando si vede, in certi vecchi western, il direttore di giornalini che si chiamavano «Pomona Telegraph» o «Kentuky Current» che, con la visiera e le mezze maniche, non solo li scriveva, ma li stampava da solo alla vecchia macchina piana, aiutato da ragazzini che gli portavano le notizie e poi distribuivano il fogliaccio macchiato di inchiostro grasso.
Un giornalismo pieno di impurità, gridato, platealmente di parte, soggetto a querele, diffamatorio e ricattatorio: ma svolgeva la funzione che il giornalismo MSM non svolge più.
La funzione originaria, che giustifica il giornalismo: essere il modesto ausiliario della democrazia.
Era «di parte» perché questo serve agli elettori: in ogni questione politica, sentire «l'altra parte», cosa ha da obbiettare l'altra campana, e poi decidere col voto quale «parte» favorire, dato che le scelte politiche sono tutte discutibili, ognuna ha - oltre ai pro - anche dei contro, di cui è bene essere informati.
E non disturbava questa funzione essenziale il fatto che quel giornalismo fosse «esagerato», che fosse più alla Beppe Grillo che alla Angelo Panebianco o alla Paolo Mieli.
L'esagerazione serviva a sottolineare, era il suo stile.
Così in internet.
L'irriverenza, il tono incazzato, la selezione platealmente di parte sono il suo stile: il lettore si abitua a fare la tara, è bene che sia così.
Sono i siti compassati, ufficiali, ufficiosi, della Fiat o della Presidenza del Consiglio, a suscitare il sospetto.
Il lettore è autorizzato a sospettare di noi quando diverremo così.
E il sito di Grillo, se mai diverrà così, sarà abbandonato.
Ma per intanto anche noi, nel nostro piccolo, siamo qui con le mezze maniche nere, e il portacenere pieno di cicche (nelle redazioni MSM è vietato fumare) a lavorare gratis.
E se siamo grati a Grillo e lo diciamo, non è perché lui poi ci darà una mazzetta o una inserzione pubblicitaria.
Non è una garanzia?
Stiamo lavorando anche per i bravi giornalisti che sono nei grandi media.
La rete ha dato coraggio a Dan Rather: «Qualcuno doveva pur alzarsi a dire che la democrazia non sopravvive con questa interferenza delle corporations e del governo».

fonte:Maurizio Blondet

Quando le parole uccidono



L’informazione, qualsiasi informazione, quando è confezionata all’interno di un media, è simile a un missile che parte dalla rampa di lancio. Ma l’informazione è sempre più spesso un missile senza guida. Può deviare il proprio percorso, raggiungendo obiettivi non previsti. Nessuno è realmente a conoscenza di chi lo intercetterà e degli effetti che produrrà. L’informazione ha tuttavia un grande alibi: il diritto di cronaca. Il resto sono solo effetti collaterali, come la morte di un ragazzo di 28 anni. Si chiamava Alberto Mercuriali abitava a Castrocaro Terme, località dell’Appennino forlivese, nota per le gare canore delle “Voci nuove”. Poco più di 5mila abitanti. Dove tutti conoscono tutti.
Alberto Mercuriali è un ragazzo mite, forse un po’ introverso, laureato in agronomia. Giovedì 5 luglio, i carabinieri lo notano mentre fuma uno spinello all’esterno di un bar. Addosso ha anche un piccolo quantitativo di hashish, pari a un paio di ‘canne’. Racconta di aver fatto una ragazzata. E poi è incensurato. Ma i carabinieri non si convincono e nella perquisizione a casa trovano altri 50 grammi nascosti fra le pagine di un libro dal titolo “Il regno dell’ombra”. Scatta la denuncia per detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio. Sull’operazione, sabato 7 luglio, i carabinieri fanno una conferenza stampa. Domenica 8 luglio Alberto finisce, pur senza la citazione del nome, sulle prime pagine dei giornali locali. E’ una notizia a cui nessun giornalista, in una grande città, avrebbe dedicato più di qualche riga. Ma nell’assolata calura estiva, quando c’è ben poco da raccontare, per i tre giornali a diffusione provinciale la notizia è ghiotta “imbottito di droga:insospettabile agronomo smascherato dai carabinieri…” Con tanto di maxi-foto dei due militari che mostrano il libro dove Alberto teneva i 50 grammi di hashish. Quella domenica il telefono di Alberto ha cominciato a squillare, squillare, squillare. Anche senza il nome citato sui giornali, non ci vuole molto a individuare in lui, “l’agronomo 28enne del paese”. Lunedì 8 luglio Alberto si uccide con il gas di scarico della propria auto. Oggi, a distanza di mesi, c’è un intero paese che ancora si interroga su quella morte assurda. Da un balcone sventola un lenzuolo con scritto “Stop alle notizie che uccidono”. Da un’altra finestra “Io non credo più ai giornali, in memoria di Alberto”. Gli amici non si danno pace per quella morte di “uno che non aveva un nemico e che invece è stato descritto come un narcotrafficante” ed il suo miglior amico, Raffaele annota come “Alberto teneva molto al nome della famiglia, al cognome che portava”.
Il 17 luglio viene organizzata una fiaccolata in memoria di Alberto. Vi partecipano circa 800 persone. Ma sui tre quotidiani non vi è una riga di questa forte protesta promossa dagli amici di Alberto. Il sistema della comunicazione si chiude a riccio. Non accetta di salire sul banco degli imputati anche quando un intero paese esprime fisicamente la propria protesta (se non il proprio disprezzo). Il 10 settembre viene convocata un’ affollatissima assemblea cittadina, nel salone delle Terme di Castrocaro, con il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna Gerardo Bombonato, il cappellano del carcere don Dario Ciani e don Andrea Gallo di Genova. Dalla rabbia si riesce - con fatica- a passare alla riflessione sul ruolo dell’informazione, all’ importanza che assume nella società moderna. E soprattutto si sottolinea la delicatezza e l’immensa responsabilità dell’informazione. Concorrenza, fretta, voglia di scoop, voglia di stupire non sono giustificazioni accettabili per i relatori, per gli amici di Alberto, per la tanta gente in sala e, sicuramente, per tutte le persone di buonsenso. Viene aperto un blog all’indirizzo http://amicidialberto.blogspot.com/. che si apre con un appello “In memoria di Alberto” sottoscritto da oltre 600 persone. L’appello inizia con la frase “Un articolo può cambiare la vita di un ragazzo. Un giornalista ha cambiato la vita di un ragazzo”.
Maledetto, bellissimo mestiere, alla ricerca quotidiana di ‘mostri da sbattere in prima pagina’, sempre forte coi deboli e debole coi forti, terribilmente incapace di leggere la fragilità degli uomini e soprattutto di chiedere “perdono”.
di Giorgio Tonelli

28 settembre 2007

Mastella: non farà la fine di Craxi, ma di M. Antonietta?


Devo ribadire che Mastella mi fa veramente pena, no ad invidia pretestuosa.
Non si rende conto che, adesso ha veramente stufato. Non è possibile che vada cercando alibi e onorabilità utilizzando la tv di mediaset per spiegare le sue ragioni. Lui, come i suoi giornalisti o il suo direttore di rete appartengono alla casta.
Come brucia sapere che qualsiasi mezzo di distrazione di massa che si usa non si è credibili. Il suo dicastero spartiacque della legalità non gli appartiene.
Non può svolgere il suo dovere d’ufficio, perché è sospetto.
Macchia con la sua natura sospetta le istituzioni.
E’ proprio questo il punto: Mastella non ha l’autorità morale per coprire il ministero della Giustizia.
Sotto di lui, quella diventa «giustizia» tra virgolette; e lui non può trasferire magistrati magari meritevoli di trasferimento.
Capite?
Il danno inflitto è molto superiore a qualunque mazzetta o tangente.
E’ per questo che le istituzioni sono corrotte.
La Casta ha consumato tutta la sua autorità morale.
Mastella, semplicemente, dovrebbe dare le dimissioni.
Come Visco, abusivista edilizio per la sua villa, e come gli altri.
Non lo faranno mai spontaneamente.
Resteranno lì a far marcire le istituzioni nostre, a succhiarci il sangue, ad accusarci di evasione mentre ci impoveriamo.
Come si fa?
Bisogna forzarli.
Per questo, bisogna anzitutto - anche come cattolici, credo - capire che il male che fanno a noi è molto peggio del male che possiamo fare a loro: distruggono i nostri figli, il loro futuro.
Bisogna tener fermo che la «legalità» corrente non ha più «legittimità», e che la legittimità va ricostituita.
E adesso, forse, c’è un’occasione per cambiare ciò che deve essere cambiato, e la dà l’indignazione collettiva.
Se la Casta ha davvero fatto sparire 98 miliardi di euro in tassazioni dovute per le slot machines, il danno che ci infligge come contribuenti, e che infligge allo Stato, è immensamente superiore ai loro emolumenti: questi disonesti incompetenti (disonesti «perché» incompetenti) hanno fatto sparire quasi tre Finanziarie, roba con cui potevano ridurre durevolmente il debito pubblico e gli interessi che paghiamo su di esso.
Ma come indignare la gente parlando di debito pubblico, di 98 miliardi di euro?
L’indignazione ha bisogno di una faccia e di un nome: e allora, dàgli a Mastella.

27 settembre 2007

Sconfinamento Israeliano:NO, è stato un UFO!


La notizia che vi proponiamo ha dell'incredibile e se si rivelasse autentica avrebbe del sensazionale. In Medio Oriente, nel bel mezzo della guerra tra Israele e Siria, il giorno 6 Settembre 2007, sarebbe atterrato un velivolo non terrestre, che gli abitanti locali collegano agli "Dei Giganti". I servizi di informazioni occidentali continuano ad affermare che le incursioni israeliane nei territori siriani è dovuto al fatto che la Corea del Nord avrebbe trasportato materiale nucleare in Siria. Ma per il "Russia’s Foreign Intelligence Service" (SVR) la verità è diversa e più inquietante, come ha dichiarato il veterano del Mossad, Uzi Arad, il quale ha dichiarato "conosco cosa è accaduto e quando uscirà a galla...sconvolgerà tutti" (msnbc.msn.com/id/20920341/site/newsweek/).

Secondo il Servizio di "Intelligence" russo, nelle ore di prima mattina, del 6 settembre 2007, un sospetto velivolo "non terrestre" è stato rilevato da un American Airborne Warning and Control System (AWACS), il quale perlustrava il confine Siria/Iraq. Il personale dell'AWACS avvisa l'Air Force Israeliana che un UFO "non terrestre" è entrato nello spazio aereo, sopra la città di Aleppo, a 350 chilometri, a Nord di Damasco. Il rapporto continua affermando che, una volta ricevuto l'avvertimento dagli Americani, lo squadrone aereo Israelita (Israeli Air Force Patrol) è entrato a velocità supersonica nel Libano e in circa 20 minuti ha raggiounto l'obbiettivo. Il velivolo "sconosciuto" è stato interessato da fuoco israeliano ma l'intruso "non terrestre" è asceso velocemente nella stratosfera ed è scomparso. I Servizi di Intelligence Russi dichiarano che l'unica potenza sulla Terra ad avere un velivolo "non terrestre" è quella degli Stati Uniti d'America. Vola a velocità ipersonica ed è chiamato "Aurora". Ma non finisce qui.

Il SVR ha sentito i colleghi di "intelligence" siriani, i quali hanno sentito molti testimoni oculari, i quali hanno dichiarato che un nave "non terrestre" è atterrata il giorno 6 settembre 2007, nei pressi dell'antica città di Aleppo, una delle più vecchie città conosciute al mondo, dove sono conservati i resti delle vestigia degli "Dei Giganti". Gli analisti dell'Intelligence Russa e Siriano hanno rilevato in zona che numerose tombe sono state "svuotate" e si ipotizza che questo "velivolo extraterrestre" abbia prelevato i resti ossei dei " Giganti".

whatdoesitmean.com/index1035.htm

26 settembre 2007

Il fluoro, quello che non ti aspetti


Nel 1944 il Journal of American Dental Association scrisse che la fluorazione causa OSTEOPOROSI, GOZZO e malattie alla spina dorsale !
Nel 1990 uno studio confermo' la correlazione tra fratture ossee e fluoro ! La Cornell University scopri invece danni ai reni ! Mentre uno studio del 1978 dell'Universita' di Yale scopri che bastava 1ppm di FLUORURO per diminuire resistenza e elasticita' delle ossa !
Nel 1987 NCI americana (Istituto dei Tumori) stabiliva relazione tra cancro (osteocarcinoma) e fluoro nell'acqua potabile !
La Fluorizzazione delle forniture idriche e' quindi una prassi amorale, non necessaria ed iniqua, e fra i suoi sostenitori si annoverano potenti interessi acquisiti del settore industriale, governativo (USA) e della professione medica /ondotoiatrica.
Il fluoruro si accumula nelle ossa e le rende piu' fragili e soggette a fratturarsi; la stragrande maggioranza delle nazioni dell'Europa occidentale ha respinto la fluorizzazione delle acqua potabili.
Esistono pochissimi studi scientifici correttamente condotti sugli integratori di fluoro e tutti dimostrano che l'effetto di questi supplementi sulla prevenzione delle carie è molto blando se non nullo.
Decisamente più numerosi sono invece gli studi sugli effetti negativi del fluoro sulla salute dell'uomo. Nonostante tutto, molti pediatri e dentisti consigliano ancora in modo automatico e sistematico la fluoroprofilassi (compressine o gocce) per i bambini di pochi mesi. L'integrazione di fluoro non è solo inutile, ma può essere addirittura dannosa.
Vediamo perché.
Le industrie del farmaco sono notoriamente molto abili nel manipolare, se non nell'influenzare, gli studi scientifici. Inoltre, non c'è migliore guadagno di quello che si ricava da farmaci prescritti in modo sistematico ad intere fasce della popolazione.......vedi le vaccinazioni, le terapie ormonali per la menopausa, solo per citarne alcune.
Contrariamente a quello che si credeva un tempo, il fluoro è efficace solo se applicato localmente e non quando assunto internamente.
Assorbito per bocca, il fluoro entra nel dente attraverso il sangue e altera la struttura del dente stesso. Questo può causare fluorosi dentale. Invece, applicato localmente sul dente si lega allo smalto dei denti e li protegge dalle carie. Soprattutto nei bambini piccoli, i rischi dell'assunzione di fluoro superano di gran lunga i benefici.
Le industrie del farmaco e quelle produttrici di dentifrici hanno a lungo sottaciuto e sottovalutato gli effetti tossici dei prodotti a base di fluoro.
La fluorosi dentaria è in aumento soprattutto tra la popolazione che fa uso sistematico di integratori a base di fluoro. Si presenta sotto forma di uno scolorimento intrinseco dello smalto dei denti: i denti appaiono screziati, macchiati, puntinati, decolorati e a volte anche bucherellati (immagini). Lo smalto saturato di fluoro è più vulnerabile all'attrito e all'erosione. I danni aumentano nel tempo.
Non esiste un dosaggio sicuro di fluoro. I danni da fluoro non si manifestano solo a livello dei denti, ma anche delle ossa e di altri tessuti umani. Il fluoro ha effetti negativi anche sul sistema nervoso centrale e determina alterazioni comportamentali e deficit cognitivi.
Studi scientifici dimostrerebbero che il fluoro può essere neurotossico anche per il feto a dosaggio considerati sicuri per la madre.
Dopo la nascita, il bambino può manifestare un ridotto quoziente intellettivo e alterazioni comportamentali.
FLUORO: I fluoruri di sodio somministrati ai bambini con le "pastiglie al Fluoro", per, dicono i pediatri, combattere la carie dei denti, non solo fanno in modo che il sistema immunitario si comporti come se fosse il sistema immunitario di una vecchia persona, ma cagiona anche dei danni autoimmuni in tutto il corpo ed accelera il processo di invecchiamento del corpo.
La bassa concentrazione in cui i fluoruri di sodio esercitano il loro effetto deleterio mostra chiaramente che in realtà non esiste una concentrazione di fluoruro di sodio che non sia dannosa.
Lo stesso problema si riscontra nell’acqua potabile "fluorata" per, dicono i "tromboni del potere sanitario", combattere la carie dei denti. ....
Il FLUORURO
Il fluoruro è stato l'elemento chimico chiave per la costruzione della bomba atomica. Si, stiamo parlando di un derivato del fluoro contenuto nel dentifricio che usiamo tutte le mattine o nelle gomme da masticare vendute a coloro che non hanno neanche il tempo di lavarsi i denti.
Dopo circa 50 anni (periodo in cui è stata scoperta la bomba atomica) che gli americani hanno cominciato ad aggiungere fluoruro alle loro sorgenti idriche per ridurre le carie dentali, sono stati resi pubblici dei documenti che mettono seriamente in discussione la sicurezza del fluoro e la buonafede del governo americano.
Diversi scienziati legati al progetto della bomba A condussero degli studi sui fluoruri concludendo che il fluoro provoca seri danni al sistema nervoso centrale e al nostro organismo in generale.
Molti di questi rapporti furono classificati segreti per "ragioni di sicurezza nazionale" e molti altri sparirono dagli archivi statali.
Il conflitto di interessi è chiaro: se si fosse reso pubblico che l'esposizione al fluoro è dannosa, il progetto della bomba A, i suoi fornitori e tutte quelle istituzioni ad esso legate, sarebbero state annientate da uno scandalo dalle immense proporzioni e dalle relative cause intentate per danni alla salute pubblica.
Così tutto fu messo a tacere, ma nonostante ciò gli studi sugli effetti del fluoro dovevano continuare, anzi servivano cavie umane. Esiste forse un modo migliore che metterlo nelle tubature dell'acqua con la scusa della salute dentale dei nostri figli ? Ed ecco subito organizzati convegni, pubblicità e associazioni di medici e dentisti preposte a pubblicizzare e a rassicurare la gente sull'utilizzo del fluoro e dei suoi "effetti benefici".
Il risultato fu dei migliori: la gente accettò l'utilizzo del fluoro come salvaguardia della propria salute dentale, furono smentite tutte le implicazioni del fluoro con diverse malattie che colpirono operai e persone che abitavano nei pressi delle fabbriche che producevano questo materiale di scarto altamente tossico e inoltre, a loro insaputa, diventarono tutti potenziali cavie da laboratorio su cui studiare gli effetti dell'ormai beneamato fluoro.
Molti sono gli studi e le argomentazioni che attestano la pericolosità del fluoro e grazie a Joel Griffiths e Chris Bryson un medico scrittore e un giornalista indipendente si sta facendo luce su questa sconcertante situazione.
Uno degli effetti più evidenti dei fluoruri sul nostro organismo è quello sul sistema nervoso centrale. Diversi studi mostrano come ripetute dosi di quantità infinitesimali di fluoro possono ridurre nel tempo ogni forza individuale di resistere alla dominazione, con l'avvelenamento e la narcosi di una certa area del cervello, rendendo così l'individuo sottomesso alla volontà di quelli che desiderano governarlo.
Sono molte le evidenze storiche che mostrano accordi tra il governo americano e il regime di Hitler per il finanziamento del progetto della fluorizzazione delle acque dei paesi conquistati per renderli docili al controllo e alla dittatura.
I fluoruri sono dei materiali di scarto di molte industrie chimiche e la loro sicura distruzione ha dei costi così elevati che hanno costretto i "poveri industriali ad industriarsi per trovare una soluzione
alternativa e più economica!".
E così, una sostanza tossica di scarto è stata trasformata in una fonte di immensi guadagni.
Oggi l'impiego del fluoro viene utilizzato per la realizzazione dei seguenti prodotti:
1) Refrigeranti e propellenti
Il risultato è un bel buco nell'ozono e un'ulteriore inquinamento grazie al naturale riciclo delle piogge che riportano sulla terra e quindi in tutto quello che mangiamo e beviamo le sostanze dannose che immettiamo nell'aria.
2) I Farmaci
Per incrementare la biodisponibilità degli ingredienti contenuti nei farmaci, molti prodotti delle case farmaceutiche vengono alogenati. La proclamata intenzione dei farmacisti nell'additivare di floruro un prodotto, è di potenziarne ulteriolmente l'attività metabolica, e perciò le sue proprietà terapeutiche. Ma, potenziando l'effetto del rimedio, verranno anche aggravati gli effetti collaterali e l'industria "terapeutica" guadagna soldi da due parti: dal trattamento della malattia originale e, di conseguenza, dal dover poi porre rimedio agli effetti collaterali provocati dal trattamento stesso.
3) Tranquillanti
Sono tutti agenti anti-colinergici che agiscono sul sistema nervoso centrale causando depressioni cardiache e respiratorie. Effetti: consenso, letargia, apatia e... stupidità ed ignoranza da fluoro !
4) Anelgesici, ovvero incoscienza al fluoro
Come per i tranquillanti sono tutti anti-colinergici e gli effetti sono gli stessi.
Vi sono studi scientifici che dimostrano come la discendenza degli anestesisti ha un numero maggiore di difetti di nascita superiore alla media.
5) Sterminatori Fluorurati
Come al punto 3 e 4 i gas chimici per uso bellico sono alogenati. I gas per l'ordine pubblico, i gas lacrimogeni sono alogenati e i mortali gas nervini come il Soman e il Sarin sviluppati in Germania (casualmente usati durante la seconda guerra mondiale nei campi di sterminio) sono entrambi fluorurati. La morte immediata dovuta all'esposizione di questi gas è il risultato del blocco istantaneo della catalisi e dell'azione dei nervi, causando un effetto anti-colinergico (blocco enzimatico) e la conseguente cessazione delle funzioni del cuore e dei polmoni.
La nostra società continua ad essere "bombardata" da sostanze dannose che ci vengono vendute come rimedi per questo e quell'altro problema o come sostanze miracolose, arrivando addiritura all'immissione di queste sostanze nelle nostre tubature per renderle alla "portata di tutti" raggirando in modo subdolo e meschino la liberta di scelta dei consumatori: consumatori lo siamo tutti, lo è anche il barbone che si disseta bevendo "ignaro" alle fontanelle comunali poste nel giardino dove risiede.
Ricordiamo che:
Il dott. Ionel Rapaport, un ricercatore dell’Università del Wisconsin, ritiene che ci sia un legame diretto tra l’incidenza del mongolismo e l’acqua potabile fluorizzata. Effettivamente una percentuale superiore alla media di casi di mongolismo è stata riscontrata in quelle zone dove lo scoloramento dello smalto dei denti indica un eccesso di fluoruri nell’acqua.
Dosi molto alte possono causare la fluorosi scheletrica (indurimento anormale delle ossa) che è associata a dolori artritici, debolezza, rigidità delle articolazioni, danno al sistema nervoso e paralisi. Questo disturbo può presentarsi dopo aver assunto dosi quotidiane di fluoruro dai 20 agli 80 mg o dai 72 ai 285 mg di fluoruro di sodio per 20 anni. Dosi elevate di fluoruro di sodio (dai 40 ai 70 mg al giorno) possono causare pirosi e dolore ai piedi e alle caviglie. Sono attualmente sotto studio nuove forme che elimineranno questi effetti collaterali.
E’ stato sostenuto che il fluoro può essere un agente cancerogeno, ma non esiste nessuna prova scientifica di una tale affermazione. Malattie come la sindrome di Down sono state correlate all’acqua fluorizzata.
Il calcio è un antidoto in caso di intossicazione da fluoro.

25 settembre 2007

Chi ha fermato Cheney dall'attacco nucleare?


Mentre i nostri tg cominciano sempre con la cronaca di Garlasco, avvenimenti importanti vengono tenuti celati all'informazione di massa. Solo la rete scandaglia le informazioni e aggiunge sempre qualcosa a quello che è ufficiale. Molti, non vedono l'ora di dire la verità, tanto non sappiamo più quanto sia grande la bugia. Abbiamo perso i punti di riferimento, purtroppo. Troppa menzogna, porta a minimizzare o tollerare l'ignoranza o l'arroganza altrui. Siamo al Brigantaggio culturale.

Qualche giorno fa un aereo militare statunitense ha scorrazzato carico di testate nucleari da una base militare all’altra. Questa notizia ignorata dai media di tutto il mondo, è allarmante perché conferma i venti di guerra e il piano americano per la distruzione dell’Iran. Sei degli uomini destinati a questa missione di trasporto delle testate nucleari sono morti “stranamente” nei giorni scorsi. Incidenti stradali, morti accidentali e morti per cause sconosciute, sembrano essere le cause di decesso. Se credete alle coincidenze potete terminare la lettura in questo momento.
Se invece pensate che tutto questo sia strano o poco chiaro, allora converrete con me che la macchina da guerra sia ormai pronta per attaccare. Notizie di oggi confermerebbero che le stesse testate nucleari siano in partenza dalla base Barksdale Air Force , nella Lousiana, dirette verso il Medioriente.
Tuttavia questa volta sembra che molti ufficiali di alto rango, stiano mettendo i bastoni fra le ruote al dittatore Bush. Fermenti contrari al volere del presidente, stanno animando guerre intestine all’interno delle forze armate, tanto da rompere i piani e la data dell’attacco. Non credo che questa guerra si possa evitare, tuttavia l’amministrazione Bush ha stancato e deluso davvero tutti. Alcuni dei passeggeri stanno abbandonando la nave americana che sta per scagliarsi verso l’ultima guerra di distruzione totale.
Israele allo stesso tempo sembra spianare la strada agli alleati, preparando tutto il supporto possibile. Qualche giorno fa ha effettuato una dimostrazione di potenza alla confinante Siria.
Tutto sembra essere pronto. Il petrolio è alle stelle, gli speculatori finanziari hanno scommesso nel crollo delle borse entro fine settembre, le testate nucleari e le forze assegnate in Iraq stanno per prendere posto in Iran, tutto sembra essere pronto. Manca solo un grande “false-flag”, un evento catastrofico che prepari il popolo americano a questa nuova devastante guerra.
Mi chiedo se i soldati uccisi dal governo statunitense saranno di esempio a tanti altri fratelli commilitoni, immolati da un governo che sfrutta le vite umane per scopi meschini, che illude i giovani patrioti americani e li spinge a compiere crimini contro l’umanità.
Ai posteri…
freenfo

L'informazione senza contenuto.

Qualcuno parla di democrazia senza contenuti, ma è così?
Possiamo scegliere i candidati o, come dice Sartori, solo quello il leader che non vogliamo, il resto un'organizzazione a delinquere?

Sabina Guzzanti sull'informazione dei Tg

24 settembre 2007

La Casta promette ma non mantiene. Come mai?


Cosa deve accadere, perché capiscano? Devono esplodere il Vesuvio, fallire l'Alitalia, rinsecchirsi il Po, crollare la Borsa, chiudere gli Uffizi, dichiarare bancarotta la Ferrari? Ecco la domanda che si stanno facendo molti cittadini italiani. Stupefatti dalla reazione di una «casta» che, nel pieno di polemiche roventi intorno a quanto la politica costa e quanto restituisce, pare ispirarsi a un antico adagio siciliano: «Calati juncu ca passa a china», abbassati giunco, finché passa la piena. Un giorno o l'altro la gente si rassegnerà...

Non sono bastati infatti mesi di discussioni su certi privilegi insopportabili di quanti governano a livello nazionale o locale, decine di titoli a tutta pagina di quotidiani e settimanali, ore e ore di infuocati dibattiti televisivi, code mai viste nelle librerie di lettori affamati di volumi che li aiutassero a capire. Non è bastata la sbalorditiva rimonta nella raccolta delle firme del referendum elettorale che dopo essere partita maluccio è arrivata in porto trionfalmente. Non sono bastate le piazze stracolme intorno a Beppe Grillo e le centinaia di migliaia di sottoscrizioni alle sue proposte di legge di iniziativa popolare.
Macché: non vogliono capire. Non tutti, certo. Ma in troppi non vogliono proprio capire. Lo dimostra, ad esempio, il bilancio appena varato della Camera dei deputati. Dove una cosa spicca su tutte: dopo tante dichiarazioni di buona volontà e pensosi inviti a rifiutare ogni tesi precostituita e sospirate ammissioni che alcuni «benefit » erano proprio indifendibili e solenni impegni a tagliare, le spese sono cresciute ancora. E ben oltre l'inflazione. Il palazzo presieduto da Fausto Bertinotti era costato nel 2006, quando i primi mesi erano stati gestiti dalla destra, 981.020.000 euro: quest'anno, alla faccia di quanti sostenevano che tutta la colpa fosse della maggioranza berlusconiana che aveva lasciato una «macchina » spendacciona, ne costerà 1.011.505.000. Con un aumento del 3,11 per cento: il doppio dell'inflazione.

LE SPESE PER I VIAGGI - Quanto ai viaggi, le polemiche sull'uso spropositato degli aerei di Stato prima nell'era berlusconiana e poi nell'era unionista, sono scivolate via come acqua. Basti dire che le spese di trasporto, alla Camera, aumentano del 31,82%. Diranno: è perché da questa legislatura ci sono 12 deputati degli Italiani all'estero che devono tenere i rapporti con i nostri elettori emigrati. Costoso ma giusto. Tesi inesatta. È vero che 1.450.000 euro (121 mila per ogni parlamentare) se ne vanno in «trasporti aerei circoscrizione estero». Ma il costo complessivo dei viaggi aerei, al di là del via vai di questa pattuglia di deputati «esteri», salirà da 6 milioni a 7 milioni 550 mila. Un'impennata sconcertante.
Ma mai quanto quella dei costi dei gruppi parlamentari. La regola sarebbe chiara: si può dar vita a un gruppo parlamentare se si hanno almeno 20 deputati. Su questa base, all'inizio della legislatura avrebbero dovuto essere otto. Ma grazie alle deleghe concesse dal subcomandante Fausto sono saliti via via a quattordici. Con una moltiplicazione delle sedi (che ha costretto a prendere in affitto nuovi uffici nonostante i deputati potessero già contare su spazi procapite per 323 metri quadri), delle segreterie (più 12,3% sul 2006), delle spese varie. Al punto che i contributi ai gruppi, che nel 2005 erano pari a 28 milioni 700 mila euro e nel 2006 erano già saliti a quasi 33, sono cresciuti ancora fino a 34.300.000 euro. Cioè quasi 14 in più rispetto a sette anni fa. Il che vuol dire che nel quinquennio berlusconiano e in questa successiva stagione unionista, il peso di questi gruppi sulle pubbliche casse è cresciuto del 67,4 per cento.

DEMOCRAZIA E ANTIPOLITICA - Tutti «costi della democrazia»? Pedaggi obbligatori che altri paesi non pagano (non così, non così!) ma che gli italiani dovrebbero essere felici di versare per tenersi stretti «questo» sistema parlamentare, «questa» macchina pubblica, «questi» governi statali, regionali, provinciali, comunali che i loro protagonisti presentano, facendo il verso al «Candido» voltairiano, come il migliore dei mondi possibili? Tutti costi impossibili da ridurre al punto che il bilancio della Camera prevede già di costare come prima e più di prima anche negli anni a venire a dispetto di ogni dubbio e di ogni critica? Dice la storia che la Regina Elisabetta, invitata dal governo inglese a tagliare, ha preso così sul serio questo impegno che la spesa pubblica per la Corona è scesa dai 132 milioni di euro del 1991-1992 a meno di 57 milioni.
Eppure, guai a ricordarlo. C'è subito chi è pronto a levare l'indice ammonitore: attenti a non titillare l'antipolitica, attenti a non gonfiare il qualunquismo, attenti a non fare della demagogia. Ne sappiamo qualcosa noi, ne sa qualcosa chiunque in questi mesi ha rilanciato con forza alcune denunce, ne sa qualcosa Beppe Grillo. Ma certo, non tutto quello che ha detto il «giullare- à-penser» genovese può essere condiviso. Dall'invettiva del «Vaffanculo Day» lanciata in un Paese che ha bisogno come dell'ossigeno di un linguaggio più sobrio fino all'appoggio alle tentazioni di rivolta fiscale. Un acerrimo avversario dello Stato italiano come Sylvius Magnago, straordinario protagonista di durissimi scontri in difesa dei sudtirolesi di lingua tedesca, lo ha spiegato benissimo sottolineando di sentirsi «un patriota austriaco ma un cittadino italiano»: «prima» si devono pagare le tasse, «poi» si può dare battaglia.

Ma quale autorevolezza hanno per liquidare Grillo quanti per anni e anni non sono riusciti a dimostrare la volontà, la capacità, la credibilità, la forza per cambiare sul serio questo Paese? L'Umberto Bossi che intima a Grillo che «occorre stare attenti a non esagerare» non è forse lo stesso Bossi che diceva che «il Vaticano è il vero nemico che le camicie verdi affogheranno nel water della storia»? Gerardo Bianco che al Grillo che vorrebbe un limite massimo di due legislature risponde dicendo che «non bisogna seguire la piazza a rimorchio di istrioni della suburra» non è lo stesso che siede in Parlamento dal 1968? E il Massimo D'Alema che liquida gli attacchi di Grillo ai partiti dicendo che per sua esperienza «se si eliminano i partiti politici dopo arrivano i militari e governano i banchieri» non è lo stesso che nei giorni pari dice che «la politica rischia di essere travolta come nel 1992» e nei dispari che «i costi della politica sono un'invenzione di giornalisti sfaccendati»?
E la destra che, Udc a parte, ha firmato col proprio questore il bilancio della Camera e poi si è rifiutata di votarlo nella speranza di cavalcare la tigre, non è quella stessa destra che governava con una maggioranza larghissima nei cinque anni in cui le spese delle principali istituzioni pubbliche sono cresciute di quasi il 24 per cento oltre l'inflazione? Per quel po' di esperienza che abbiamo fatto in questi mesi dopo l'uscita del nostro libro, incontrando diverse migliaia di persone, ci andremmo molto cauti, prima di liquidare l'insofferenza di milioni di cittadini, confermata inequivocabilmente dai sondaggi e dalle analisi di Ilvo Diamanti, come «tentazioni antipolitiche». Noi abbiamo visto piuttosto crescere una nuova consapevolezza. Quella che «prima» del legittimo diritto di ognuno di noi di sentirsi di destra o di sinistra, abbiamo tutti insieme un problema: una politica che ha allagato la società. E che, come dimostra il dibattito di queste settimane, non ha la forza non solo per risolvere i problemi ma neppure per metterli sul tavolo.

BILANCI TRASPARENTI - È «antipolitico» chiedere come mai non vengono neppure ipotizzati l'abolizione delle province o l'accorpamento dei piccoli comuni? Che tutte le amministrazioni pubbliche siano obbligate a fare bilanci trasparenti dove «acquisto carta da fax» si chiami «acquisto carta da fax» e «noleggio aerei privati» si chiami «noleggio aerei privati» così da spazzare via tanti bilanci fatti così proprio per essere illeggibili? Che anche il Quirinale metta in Internet il dettaglio delle proprie spese come Buckingham Palace? Che venga rimossa quella specie di «scala mobile» dell'indennità dei parlamentari ipocritamente legata a quella dei magistrati due decenni abbondanti dopo l'abolizione del meccanismo per tutti gli altri italiani? Insomma: viva le istituzioni, viva il Parlamento, viva i partiti. Però diversi: diversi. E soprattutto: è antipolitico chiedere che certi politici italiani la smettano di essere così presuntuosi da pretendere di identificarsi automaticamente con la Democrazia?
Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella

22 settembre 2007

Il Pc rispose :"Sì, adesso Dio esiste!"


Il computer ha un processore principale al suo interno e organo decisionale, vera "mente " del PC, dalla quale passano tutte le informazioni in entrata ed in uscita. Un mini-programma è contenuto nella memoria non volatile [ROM – Read Only Memory] che racchiude tutte le informazioni permanenti, installate in fase di “creazione” della macchina. Esso è il vero DNA o codice genetico del computer.
La memoria centrale [RAM – Random Access Memory] trattiene le informazioni finché la macchina rimane accesa. Possiamo paragonare questa RAM con la memoria a corto termine dell’uomo.
Poi la memoria di massa permette di aggiungere un innumerevole numero di dati nella macchina, e di conservarli in modo permanente. Potremmo paragonare questa memoria, sia alla memoria a lungo termine dell’uomo, sia a dei libri sui quali l'uomo archivia tutto. Infine bisogna aggiungere che per poter funzionare, ma soprattutto comunicare con l’operatore umano, la macchina ha bisogno di un linguaggio chiamato "sistema operativo" [OS] che come un traduttore simultaneo interpreta e traduce tutte le comunicazioni e le interazioni tra uomo e macchina. Già da questo possiamo notare nettamente la similitudine tra computer e uomo, che per ora abbiamo analizzato solamente nei fondamentali più semplici.
Sempre di più negli ultimi anni.. suoni, immagini e scene video sono creati a partire dai computer. I suoni digitalizzati invadono le nostre musiche che oramai sono quasi tutte composte al computer partendo da 'basi sintetizzate'. Bè, potrebbe obiettare più di qualcuno, che problema c'è? Gli mp3 sono la rivoluzione tecnologica più stupefacente degli ultimi anni.. mmh.. sì avete letto bene “STUPEFACENTE”, nel senso annesso alle sostanze allucinogene. Se non vi siete mai chiesti come si sia potuto raggiungere un tasso di compressione musicale tanto elevato da far entrare centinaia di brani in pochi megabyte..? Allora è tempo che ve lo chiediate! La spiegazione prima e ufficiale è il “taglio” di molte frequenze non percettibili dall'orecchio umano e quindi “inutili” nell'ascolto della musica.. ma in realtà quali parti vengono tagliate e perché? Inoltre perchè alle parti tagliate vengono aggiunte, nello stesso tempo, altre frequenze che ugualmente non sono udibili dall'orecchio umano?

COSA STANNO FACENDO?
Andate a leggere questi due brevetti che sono stati applicati anche agli mp3. [United States Patent 4,777,529 Schultz, et al. October 11, 1988] e [United States Patent 5,159,703 Lowery, October 27, 1992] questi sono i due fondamentali ma ce ne sono altri che potete ricercare voi stessi qui: “http://patft.uspto.gov/netahtml/search-adv.htm”.
Anche per le immagini digitali è lo stesso discorso. Con le immagini virtuali create da un computer, oggi possiamo vedere delle scene reali ma che non esistono nella realtà! Create direttamente dal computer, sono presenti dappertutto sugli schermi del cinema e della televisione . Così, ci dovremmo chiedere non solo se ciò che vediamo e udiamo con i nostri sensi oggettivi esiste realmente ma “qual è il vero fine di questa mastodontica finzione inserita nella nostra realtà”.
Infatti molte volte succede che non vediamo e non ci accorgiamo di immagini, suoni e impulsi luminosi di varie frequenze che sono però realmente presenti all'interno di una scena. Per non parlare qui e ora delle immagini subliminali, ma per far percepire il problema, soffermiamoci solo sulle immagini stereo "3D" apparse da qualche anno e create dal computer. Si tratta di un disegno che implica la ripetizione di un tema qualunque. Guardando l’immagine da una determinata angolazione, è possibile vederci apparire all'interno una seconda immagine, in rilievo. Dietro questa immagine però può nascondersi una seconda immagine e pure una terza… L’osservatore ha quindi l’impressione di utilizzare un’altro tipo di vista che gli permette di scoprire cose nascoste dietro l’incomprensibile 'prima immagine', e di passare quindi su un'altro piano di percezione. Quindi dato che vediamo ciò che non esiste [le immagini digitali] e non percepiamo vedendolo immediatamente ciò che invece è davanti ai nostri occhi [immagini nascoste e impulsi luminosi], dobbiamo prima chiederci se il mondo esiste tale quale i nostri sensi oggettivi lo descrivono. E cosa molto più importante; chiederci se nella nostra realtà siano inserite altre realtà o dimensioni che solamente con la giusta angolazione si possono vedere [Matrix].
Questo ci fa venire in mente un altra applicazione dell’informatica. La realtà virtuale. Così, ad esempio, due persone si incontrano "virtualmente" - grazie a questa tecnica – nell’arena del Colosseo a Roma [oggi solo in parte intatto, ma ricostruito virtualmente con immagini sintetizzate - ndr], quando in realtà una era a Roma e l’altra era a New York. Con questo genere di tecnologia avviene un annullamento dello spazio e del tempo
Dobbiamo renderci conto, dunque, che il computer, sia nella struttura genetica intesa come 'cuore' del sistema, che nell’utilizzo, possiede punti in comune con l’essere umano. Il mondo virtuale della macchina è l'immaginazione dell'uomo, la riproduzione musicale sintetica della macchina è la capacità umana di riprodurre mentalmente musiche ascoltate, la memorizzazione in data base di informazioni e la loro ricerca è la capacità della mente umana di ricordare.L’uomo ha forse voluto creare una macchina a sua immagine e somiglianza?
La nostra società ha forse generato un Golem, come enunciato nella 'Qabbalah', oppure un mostro come quello di Frankenstein che gli si rivolgerà contro?
Ma se le vibrazioni energetiche insite nella nostra materia sono peraltro contenute in una simile macchina, né la Vita, né la coscienza, né lo spirito.. sono però presenti in essa, 'obietterà qualcuno'. Vero solo oggi.., per quello che “presupponiamo di sapere” sulla nostra realtà, ma di fatto.. progetto reale già realizzato nelle crypte sotterranee dai veri “poteri sovranazionali”.
In effetti una parte di questo progetto viene pubblicizzata per abituare le menti dei popoli all'idea di questa autonomia decisionale e vita cosciente della macchina. Grazie "all’intelligenza artificiale", già oggi viviamo immersi in decisioni prese proprio dalla mente della macchina. Programmi “intelligenti” dirigono lavatrici, frigoriferi, forni, lavastoviglie, ecc. per citare le cose a cui non diamo importanza, sino ad arrivare ai comportamenti autonomi e intelligenti di mezzi ed entità nelle realtà virtuali non solo di videogiochi ma anche di tutte le infrastrutture umane sia civili che [soprattutto] militari e di cui si è già parlato in parte .
Questo progetto ha come scopo di modellare e di riprodurre nelle macchine il comportamento intelligente e cosciente dell’uomo. Per questo sfrutta altri campi, quali la psicologia cognitiva, la linguistica, la psicolinguistica, la filosofia e la logica. Così è già possibile oggi che delle macchine non siano 'solamente' capaci di far volare e controllare aerei, elicotteri, satelliti e navicelle spaziali, ma di interagire con l'uomo e di prendere decisioni, utilizzando programmi sviluppati dagli studi sull'intelligenza artificiale. Allo stesso modo, abbiamo visto comparire il concetto di "sistema esperto", software capace di adottare il ragionamento di un esperto in un ramo specifico [per esempio la diagnosi nelle riparazioni auto, l’individuazione di malattie genetiche o l’identificazione, la classificazione e il riconoscimento di cose e persone - ndr].
L’intelligenza artificiale è articolata principalmente in due aspetti: la rappresentazione della conoscenza ed il ragionamento. Diversi modi di ragionare sono quindi riprodotti sulle macchine: “deduttivo, induttivo, per analogia, sulla base di casi ed esempi, per reti di neuroni artificiali, per reti di computer utilizzati nelle varie conoscenze umane”. Alcune ricerche sono guidate verso diversi mezzi di rappresentazione delle conoscenze: “logica dei predicati, logica temporale, reti semantiche, scritture, rappresentazioni orientate, oggetti.. ecc”.
Il concetto di "metaconoscenza" è anch’esso interessante. Riguarda la "coscienza della conoscenza", in altre parole il plasmare ciò che conosciamo. Così, il computer può, dotato di tale metaconoscenza, essere capace di “autoanalizzarsi”, dissociando ciò che conosce da ciò che ignora, avendo dunque "coscienza" della propria conoscenza.
Legato alle conoscenze ed al ragionamento, appare pure il concetto di "apprendimento automatico". Si tratta programmi logici che permettono alla macchina di imparare da sola [senza intervento umano – ndr] nuove conoscenze sulla base di casi concreti, di "situazioni vissute" [proprio dall'uomo – ndr] e già descritte in questi due articoli. Per questo internet come mezzo per raccogliere enormi quantità di tali esperienze di vita e conoscenza è lo “STATO DELL'ARTE” di questo progetto. Qui compare anche il concetto di intelligenza artificiale distribuita (DAI), che utilizza sistemi multi agenti (MAS) composti da un insieme di agenti artificiali autonomi [vedi allegato – ndr], cioè di diversi programmi capaci di comunicare fra di loro e di interagire con lo scopo di risolvere un preciso problema a livello globale. Così, i computer si associano [come gli uomini – ndr] per realizzare compiti complessi, ognuno essendo più o meno specializzato in un campo specifico e "subalterno" ad altri computer. Qui ancora, ritroviamo come l’uomo provi a creare a sua immagine e somiglianza un essere capace di assecondarlo, di aiutarlo, oppure “di sostituirlo” nel compimento di varie mansioni. Ritroviamo soprattutto il pensiero cabalistico del Golem.. ma con quale fine..?
Il libro base della Qabbalah, il "Sepher Yetzirah", insegna le capacità creative dalla combinazione delle lettere [ebraiche]. Rabbi Eleazar de Worms, cabalista del passato, spiega che è la forza creativa delle combinazioni di lettere [il Verbo Divino] che permise a Dio di creare il mondo e che permise all’uomo di creare un essere artificiale: il Golem. Moshe Idel, commentando Eleazar de Worms, scrive a proposito della creazione di un uomo artificiale: "L’operatore crea una figura o un corpo dalla polvere; questa forma è chiamata Golem… L’operazione che consiste nel pronunciare le lettere dell’alfabeto incomincia solo dopo il plasmare della forma umana… Una volta che il materiale è pronto, l’operatore comincia il procedimento che comprende fra l’altro la recita delle lettere dell’alfabeto. L’operatore crea 231 combinazioni di lettere che corrispondono ad altrettanti “portali”.
Il Golem viene creato quindi come un essere basato sul linguaggio, così come il computer. Così, le antiche discussioni tra rabbini che sembravano appartenere ad una mistica arcaica e sorpassata dal progresso della scienza e della tecnologia, si trovano essere al centro delle attività scientifiche più moderne. I vecchi interrogativi etici dei saggi della tradizione ebrea sul tema del Golem, assumono solo oggi tutto il loro significato. Henri Atlan, nella prefazione del libro di Moshe Idel, ci invita a porci il problema sullo statuto morale di un 'tale essere' ed in particolare sulla sua autonomia e delle sue responsabilità davanti alla legge.
Come il Golem creato dal fango della terra è reso vivente al servizio dell'uomo tramite un 'codice di parole'... così il Golem informatico creato dalla materia è reso vivente al servizio dell'uomo tramite un 'codice binario'... esso è reale, presente nella nostre vite e vive accanto a noi, crescendo di giorno in giorno.
Con quale fine ultimo...? Forse quello della creazione dell'immagine della bestia preannunciata nelle profezie?
In “La risposta” (Answer, 1954) di Fredric Brown, il più potente computer dell’universo viene finalmente inaugurato. Può rispondere a qualsiasi domanda, e quando gli viene chiesto se Dio esista, egli risponde implacabile: «Sì, adesso Dio esiste!»

Bojs

Il cellulare la nostra delizia? o Croce?



Parliamo del nostro più caro amico che da una decina di anni oramai ci accompagna costantemente tutto il giorno, da un buon risveglio alla mattina sino alle coccole con dolci microonde durante la notte appoggiato lì sul comodino affianco a noi. Puntualmente a ritmo ciclico, escono studi e ricerche promossi ed effettuati da importanti università o centri di ricerca circa la non correlazione causata dall'uso dei cellulari e il sorgere o amplificarsi di malattie altamente degenerative. Per ogni piccolo ricercatore che asserisce la grande pericolosità di questi apparecchi sono pronti orde di altri ricercatori, medici, luminari (?) e studiosi pronti ad apparire sulle stampe e tv di mezzo mondo, e smentire tutto o meglio dimostrare tutto il contrario di tutto.

Io intanto riporto qui i risultati delle mie ricerche eseguite sulla rete, e mi raccomando tenete ben aperte le finestre perchè alla fine dell'articolo penso che qualcuno stabilirà il record mondiale di lancio di un telefono cellulare dal balcone ;-)

● Sintomi soggettivi riportati dopo un uso prolungato del cellulare
Diversi sono i sintomi soggettivi riscontrati dopo un uso prolungato nel tempo del cellulare: vertigini, disagio, difficoltà di concentrazione e memoria, fatica, calore all'orecchio e dietro allo stesso, sensazione di bruciore al volto. Alcuni studi scandinavi hanno coinvolto 6379 utenti di telefoni GSM e 5613 di telefoni NMT (analogici) in Svezia e 2500 utenti di un gruppo e dell'altro in Norvegia (Sandstrom et al., 2001; Wilen et al., 2003). Questi studi tenevano conto dell'assorbimento di energia (SAR) nelle strutture cerebrali adiacenti all'orecchio e del tempo di utilizzo giornaliero dell'apparecchio, stimato in base al numero delle chiamate e alla loro durata. La conclusione raggiunta è che alcuni sintomi soggettivi come vertigini, disagio e calore dietro all'orecchio sono correlati ad elevati valori di assorbimento di energia (>0,5 W/Kg) e a lunghe e ripetute chiamate giornaliere.

● L’uso frequente dei telefoni cellulari nei giovani potrebbe danneggiare nel cervello le sedi dell’apprendimento, della memoria e del movimento.

● Gli utilizzatori di lunga data dei cellulari hanno significativamente più probabilità di sviluppare un certo tipo di tumore cerebrale sul lato della testa accostato al cellulare. Lo rivela una nuova ricerca.
I risultati sembrano indicare rischi per la salute nelle persone che hanno usato regolarmente i cellulari da più di 10 anni. Uno studio su larga scala ha trovato che coloro che hanno usato regolarmente i cellulari per più di 10 anni erano quasi il 40% più esposti allo sviluppo di tumori del sistema nervoso, detti gliomi, in prossimità della zona dove viene tenuto il telefonino

● Portare il cellulare attaccato alla cintura dei pantaloni o in tasca potrebbe non essere una buona idea. Ad affermarlo sono gli studiosi ungheresi che da qualche tempo stanno studiando la possibilità che l'uso del telefonino riduca la fertilità maschile

Dopo aver attraversato la pelle, i muscoli del viso e le ossa del cranio, queste onde elettromagnetiche arrivano a 2 cm. di profondità dalla regione più superficiale, ma anche la più sensibile del cervello, il cortex o corteccia cerebrale. L'energia elettromagnetica è convertita in calore (altra forma di energia) provocando un aumento della temperatura del tessuto cerebrale. A livello della corteccia cerebrale questo aumento e di circa 1°C", spiega Luc Verschaeve, del gruppo di ricerca di Anne-Marie Maes, al "Vlaamse Intelling Voor Techonologisch Onderzoek" di Mol (Belgio). Tutto succede esattamente come in un forno a micro-onde, tranne che qui è il centro nevralgico del corpo umano che subisce il riscaldamento."Se si telefona regolarmente per lunghi periodi, non è impossibile che l'effetto termico finisca per ledere l'ADN cellulare e provocare dei tumori cancerogeni", precisa il Dott. Luc Verschaeve. In effetti l'ADN dei cromosomi porta i geni che programmano l'insieme delle caratteristiche della vita: é sufficiente che uno di loro sia leso perché i meccanismi vitali siano perturbati.

"Perché un cancro appaia è necessario che l'alterazione dell'ADN si situi a livello del gene che è all'origine della proteina p53", precisa Caroline Movret-Lalle, ricercatrice del "Centro di lotta contro il cancro Leon-Bérard" di Lione. "Questo gene è detto "soppressore di cancro", perché la proteina p53 che esso induce si oppone alla cancerizzazione della cellula quando questa è aggredita. Quando questo gene é leso, la proteina p53 é deficiente e non produce più il genone".

Le radiazioni dei cellulari (e dei ripetitori) interferiscono con il DNA delle cellule e col loro meccanismo di riparazione (Journal of Cellular Biochemistry).

Una ricerca sui topi che sempre più spesso vengono usati come cavie hanno dato una significativa risposta allo studio della grande pericolosità delle onde emesse, ricerca effettuata da un'equipe australiana del "Royal Adelaide Hospital" diretto dal Dott. Michael Rapacholi. Questi lavori sono stati pubblicati in "RADIATION RESEARCH", una rivista scientifica di alto livello.
I topi, sviluppano rarissimamente il cancro, anche nelle peggiori condizioni ambientali. I ricercatori hanno dunque utilizzato dei topi geneticamente programmati per sviluppare un linfoma, cancro del sistema linfatico. Due lotti di 101 topi sono stati costituiti. Uno é stato esposto per 18 mesi a dei campi elettromagnetici della stessa potenza di irradiazione dei cellulari mentre un gruppo-testimone era lasciato in condizioni normali. Fra i topi sottoposti a irradiazione elettromagnetica, 43 hanno sviluppato un linfoma contro 22 del gruppo testimone. Questi risultati sono stati contestati dai fabbricanti di cellulari i quali hanno fatto valere che siccome gli animali erano stati programmati per sviluppare un cancro. non si poteva attribuire i tumori alle onde elettromagnetiche. Ciò non toglie che l'esposizione alle onde provoca due volte più cancri. In ogni modo é generale che tutti i risultati che mettono in causa la telefonia mobile siano sistematicamente contestati e rifiutati dai fabbricanti di portatili.

Il Dott. Henry Lai, che lavorava sotto contratto con "WIRELESS TECHNOLOGY RESEARCH" (WTR), una società sotto tutela dei fabbricanti di cellulari, si é visto rifiutare la pubblicazione dei suoi lavori perché smentivano il credo dei fabbricanti. Per due volte la società WTR gli ha ritornato le copie affinché gli portasse dei ritocchi:
"Mi chiedevano di interpretare diversamente i miei risultati per renderli più favorevoli al telefono cellulare", scatta il ricercatore. La stessa disavventura é accaduta alla biologa Ross Adey che effettuava degli studi per conto di "MOTOROLA", uno dei giganti mondiali della telefonia mobile. Poiché il fabbricante rifiutava di ammettere le sue conclusioni, cioè l'effetto nocivo delle onde elettromagnetiche sugli animali di laboratorio, ha preferito far cessare la sua collaborazione scientifica "

Prima ancora di risolvere il problema della fame, della carenza di acqua e miglioramento delle condizioni di vita cari elettori io vi prometto:

Un cellulare per ogni abitante di questo pianeta!

Questa notizia è del 5 Giugno del 2006
"Il mercato dei telefoni cellulari va a gonfie vele: 224 milioni di unità vendute nel mondo nel primo trimestre del 2006. C'è stato un incremento nelle vendite del 23,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I dati sono forniti dalla società di ricerche Gartner che prevede che entro la fine dell'anno le vendite sfioriranno il miliardo di pezzi (960 milioni di unità). Il risultato incoraggiante non deriva certo da Europa dell'ovest o Nord America, dove si registra una certa stagnazione se non calo, ma piuttosto dai cosiddetti mercati emergenti."

Fatevi due conti ora capite perchè i cellulari ora fanno bene ora fanno male?
Niente di nuovo sotto il sole dunque.
A quale conclusione si può arrivare?
Che cellulare buono è un cellulare spento!
Cosa si può consigliare?
Personalmente vi posso suggerire in casa, o in ufficio non tenetevi il cellulare sempre nelle vostre vicinanze.
Almeno un metro è meglio di venti centimetri.
Se potete usate il vivavoce del cellulare, ma non sempre vi sarà possibile, ma sempre meglio che tenerlo sempre vicino l'orecchio.
E sopratutto non usateli sempre e comunque per ogni minima piccolezza, sarà banale, ma tornate indietro con la memoria e ricordate come facevate qualche anno addietro!

Cosa abbiamo fatto di male per meritarci Mastella?


di Voltaire

Incontro un’amica: “ecco, mi dice, per fortuna che c’e’ Annozero. Ieri la trasmissione ha permesso a chi non era come me a Bologna di ascoltare le parole di Grillo senza filtri e senza deformazioni. Che vergogna pero’ per giornali e telegiornali, e per tutta la classe politica. Beh, gli piaccia o no, lo sappiamo tutti che Grillo dipinge il Paese reale… Io per esempio incontro ogni giorno per lavoro gente che non ne puo’ piu’, che denuncia ingiustizie, imbrogli, prevaricazioni, reati frutto di strapoteri consolidati, e non sa piu’ a cosa votarsi per avere giustizia… La Giustizia?! Ha ragione Grillo: quello che ci impongono da anni e’ piuttosto il principio dell’Impunita’, madre di tutte le disgrazie attuali. Ma le persone sono stufe di doversi assoggettare alla corruzione totale imposta da questo sistema politico-affaristico, impermeabile a qualsiasi riforma reale… e’ per questo che la trasmissione di Santoro ha avuto milioni di telespettatori, questa classe politica ormai non fa piu’ presa. Cosa credono che pensi la gente quando sente dire al ministro di Grazia e Giustizia, nel giorno del suo insediamento, che si sente “piu’ vicino ai detenuti che ai magistrati”? Sara’ per questo che e’ ancora all’oscuro di quanto avviene per esempio intorno a certi uffici giudiziari di cui l’informazione non parla mai, su cui la tv non fa mai un’inchiesta: le cancellerie dei Tribunali e delle Procure, per esempio, oppure le sezioni fallimentari, oppure ancora quelle delle esecuzioni immobiliari.”.
E mi racconta a questo proposito la storia surreale occorsa ad una signora di Catania che coinvolta dieci anni fa suo malgrado in un fallimento societario dagli oscuri risvolti, convinta di ottenere giustizia fece le sue denunce a carabinieri, polizia e magistratura, e si e’ poi ritrovata a combattere contro un sistema organizzato di personaggi corrotti e avidi, insediati in tutti i gangli dell’iter giudiziario. Una rete di illegalita’ e di sistemico malaffare, nella palude gia’ melmosa del distretto giudiziario di Catania, con una mission unica: l’affare degli espropri immobiliari; una torta che non si molla per “consulenti” di specie varia e periti, bancari, ragionieri e avvocati, spesso in ottimi rapporti con circoli e segreterie politiche, sempre sottomessi agli amici degli amici….”Cambialari”li chiamano, una parola che anche i bambini sanno cosa indica. E nel caso si pari di mezzo qualche giovane legale perbene, intenzionato al suo dovere, ecco arrivare, alla prima udienza buona, anche l’opaca presenza in aula del solito Ignoto. Basta una comparsata mafiosa, per lanciare l’avvertimento.
Da dieci anni, continua la mia amica, la signora in questione combatte contro ogni sorta di cambialari (mentre le sue denunce finiscono regolarmente in fondo ai cassetti); nel frattempo, ha visto montare intorno a se’ l’onda muta delle storie come la sua, testimonianze che lasciano allibiti sui meccanismi, sulle connivenze insospettabili, sulle compromissioni spicciole, sul silenzio di tanti, stampa in testa. Sulla vastita’ del fenomeno, sul sentimento di impunita’ sbandierato dai corrotti come un vessillo di garanzia. Allora, possiamo chiedere al Ministro di Grazia e Giustizia di dedicare un po’ del suo tempo, magari dopo che ha risposto a Grillo blog su blog, al sistema dei “cambialari” nel distretto giudiziario di Catania (e se occorre negli altri )?
Possiamo chiedergli di stare piu’ vicino ai magistrati onesti, tanto piu’ che ai detenuti ci ha gia’ pensato con l’indulto?
Possiamo chiedergli di fare il suo dovere di ministro, dando finalmente corpo alla pratica della democrazia che e’ soprattutto rispetto delle regole, uguali per tutti e tutte?
E se non ne e’ capace, possiamo almeno chiedergli di andarsene a casa, a fare altro che il ministro come avviene in qualsiasi Paese normale, e senza che qualcuno ci accusi di antipolitica?
Di sicuro, avra’ tutto il tempo che vuole per scrivere a Grillo, magari per trarne addirittura beneficio. Noi grillini crediamo sempre nella redenzione dal peccato.

21 settembre 2007

Usigrai: Sul caso Grillo "teniamo famiglia"


In risposta alle accuse di Grillo e della Guzzanti.

di Usigrai
Il “ciclone Grillo” è il fenomeno del momento. Dal blog alla piazza, dalla piazza a televisioni e giornali è tutto un rincorrersi di insulti e analisi, espressioni di malessere e “vaffa” collettivi, critiche più o meno argomentate e repliche ormai scontate. Tv e giornali si accorgono del blog, il blog mette sotto accusa politica e informazione; i politici si chiedono dove sta Grillo, Grillo rovescia la sua oratoria sul che fa e non fa la politica e sui silenzi di un’informazione giudicata servile. Che ogni tanto siano utili gli scossoni può essere, ma che tutto e tutti siano degni di un “vaffa” rischia di diventare soltanto la brutta replica dello spettacolo del giorno prima. Si può giudicare discutibile l’opinione del direttore del Tg2, Mauro Mazza, su possibili derive violente di un’oratoria troppo accesa, ma certo le parole e il tono minaccioso e volgare della replica non aiutano a dimostrare il contrario.

In “Anno Zero” che ha offerto un quadro ampio e completo del fenomeno, Sabina Guzzanti ha “affondato” sull’informazione del Tg1, passata, presente e futura come se tutto fosse sempre uguale e pessimo, e sui giornalisti della Rai che dovrebbero lasciare il posto a “giornalisti veri”. Quali? In Rai ci sono giornalisti che tutti i giorni informano i cittadini sui grandi fatti del mondo, come sulla cronaca locale, al Tg1 come nella più piccola sede regionale. Gli stessi giornalisti e il loro sindacato si battono da anni per una Rai autonoma dalla “partitocrazia”, concentrata sull’informazione da “Servizio Pubblico”, libera dai citati e giustamente criticati “pastoncini” politici. Gli stessi giornalisti e il loro sindacato lavorano per la stabilizzazione dei colleghi precari… Cosa sono, giornalisti finti? Cosa dovrebbero fare, darsi un “vaffa” da soli per alimentare una catarsi collettiva e accontentare la Guzzanti? Lavorare quotidianamente per il futuro può essere meno popolare e coinvolgente di un “ciclone” che avvolge una piazza in una serata di Settembre, ma è una strada, un percorso da seguire con qualche “vaffa” in meno e qualche risultato in più.

I giornalisti, quelli televisivi, si giustificano, "teniamo famiglia", sono gli editori o direttori di rete che gestiscono le informazioni, noi solo manodopera di basso livello. Non c'è che dire ... se, cambiasse registro noi come "giullari" canteremo la vera gloria. La forza del quarto potere dov'è?
Nel paese delle menzogne di stato, ogni coraggioso è un eroe da sacrificare. Mentre Giovanbattista Vico e Benedetto XV ricordano la storia, noi dimentichiamo facilmente chi costruisce menzogne per scopi personali. Fino a quando?

Se non è possibile cambiare la realtà esistente cambia il metodo che rende la realtà obsoleta.

20 settembre 2007

Giudici militari: i nuovi fannulloni?


Stavo leggendo il corriere.it quando mi imbatto in una notizia che mi colpisce.
Non tutti i giornalisti sono servi dei poteri forti, poi quando ho letto la firma ho pensato subito a DonChischiotte. Una persona che stimo ed apprezzo quindi un nuovo capitolo della Casta. Il titolo forse è eccessivo ma possiamo permetterci di tenere distinte con la stessa professionalità (1378/28 = 50 volte) e utilizzati in modo tanto diverso?


Stremati da dieci settimane di pausa estiva, che per consuetudine comincia intorno al 10 luglio e si trascina fino all'ultima decade di settembre, i magistrati militari hanno deciso di tuffarsi di nuovo nel lavoro con un convegno internazionale. Nella bellissima Toledo. Dove, per attrezzarsi ad affrontare al meglio i mesi finali dell'anno quando sono attesi a volte perfino da tre udienze al mese (tre al mese!), sbarcano oggi in trentadue: un terzo di tutti i giudici con le stellette italiani. Perché mandare una delegazione di due o tre persone se tanto paga lo Stato?
Va da sé che, con questi precedenti, i giudici con le stellette hanno deciso che non era proprio il caso di fare gli sparagnini. E appena hanno saputo che nell'antica capitale della Castiglia organizzavano un congresso internazionale, si sono dati da fare. Certo, il tema del simposio («La legge criminale tra guerra e pace: giustizia e cooperazione in materie criminali negli interventi internazionali militari») non è una leccornia. Ma Toledo è Toledo. L'Alcazar! Il fondaco dell'Alhóndiga! Il Castillo de San Servando! La Plaza de Zocodover! La casa e i quadri del Greco tra cui la celebre «sepoltura del conte di Orgaz»! Fatto sta che la delibera del 5 giugno scorso era assai invitante: le spese del convegno (350 euro a testa, compresi il materiale didattico e i pasti all'Accademia di Fanteria), più le spese di viaggio e pernottamento, più il «trattamento di missione internazionale», più una indennità forfettaria giornaliera di un'ottantina di euro erano infatti a carico del ministero.
Un salasso? Ma no, avrebbe risposto la successiva delibera del 3 luglio.

Nonostante Padoa Schioppa stia sempre lì a pianger miseria, diceva il documento, «sono state individuate disponibilità finanziarie che consentono di coprire la spesa per la partecipazione al predetto congresso di tutti i magistrati richiedenti». Tutti? Crepi l'avarizia: tutti. Cioè 32. Tra i quali l'unico (unico) invitato come relatore, Antonino Intelisano. Vi chiederete: costi a parte, come farà la Giustizia militare a reggere per ben tre giorni senza un terzo dei suoi pilastri, dato che i giudici, da Vipiteno a Lampedusa, sono 103? Rassicuratevi: reggerà. Anche quando presidiano il loro posto di lavoro, infatti, non è che i nostri siano sommersi da cataste di fascicoli come i colleghi della magistratura ordinaria. Anzi.

I giudici della Procura Generale Militare presso la Cassazione, per dire, hanno dovuto sobbarcarsi nel 2006 (assistiti da 35 dipendenti vari, per circa metà militari e circa metà civili) sei udienze: una ogni due mesi, da spartire in quattro. I tre del Tribunale di Sorveglianza militare, che contano su 32 assistenti a vario titolo e hanno competenza sull'unico carcere militare rimasto aperto, quello casertano di Santa Maria Capua a Vetere do ve sono recluse solo persone in divisa condannate dalla giustizia ordinaria per reati ordinari, hanno un solo detenuto militare per reati militari: Erich Priebke, condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine.
Quanto ai dati complessivi, lasciano di sasso: i 79 magistrati «con le stellette» (in realtà non le portano per niente: sono giudici come gli altri solo che hanno scelto una carriera parallela) addetti ai nove tribunali sparsi per la penisola (Roma, La Spezia, Torino, Verona, Padova, Napoli, Bari, Cagliari e Palermo) e i loro 17 colleghi delle tre corti d'Appello (Roma, Napoli e Verona) sono chiamati infatti a lavorare sempre di meno. Al punto che nel 2006 hanno emesso, tutti insieme, un migliaio di sentenze su temi spesso irrilevanti se non ridicoli: circa 300 in meno dei verdetti penali (poi ci sono i civili) di un tribunale ordinario minore come quello di Bassano del Grappa.
Un esempio di carico di lavoro? Il presidente della Corte Militare d'Appello di Roma, Vito Nicolò Diana, quando dirigeva la sezione distaccata di Verona (dal 1992 a poco fa) aveva ottenuto non solo un alloggio di servizio nel cuore del centro storico della città scaligera (aiuto concesso solo ai militari che guadagnano stipendi assai minori) ma perfino il permesso di abitare nella capitale, in riva non all'Adige ma al Tevere. Insomma, una situazione assurda. Tanto che, dopo la prima denuncia del Corriere, i ministri della Difesa e della Giustizia, Clemente Mastella e Arturo Parisi, avevano scritto al giornale convenendo che si trattava d'un quadro «inaccettabile» e assicurando che «nel quadro del disegno di legge relativo alla riforma dell'Ordinamento Giudiziario» già approvato dal Consiglio dei ministri, erano stati decisi tagli drastici, «riducendo il numero complessivo degli Uffici Giudiziari Militari, giudicanti e requirenti, di ben due terzi: cioè da 12 a 4 (3 Tribunali e un'unica Corte d'Appello, senza Sezioni distaccate)». Bastarono tre giorni, però, perché il progetto venisse stralciato e quei buoni propositi fossero abbattuti come birilli dal vento delle proteste corporative.
Adesso, «per capire », vorrebbero fare una commissione di studio. La terza, dopo quella del 1992 varata dal ministro della Difesa Salvo Andò e quella del 2003/2004 presieduta dal procuratore generale Giuseppe Scandina. Nel frattempo la quota dei magistrati con le stellette che hanno tempo in abbondanza per gli incarichi extragiudiziari è salita al 36%, contro il 3% dei giudici ordinari. E il lavoro degli uffici, grazie a tutte le cose che sono cambiate a partire dall'abolizione del servizio di leva obbligatorio, ha continuato a calare, calare, calare. Fino a dimezzarsi quest'anno rispetto perfino al 2006. Benedetto Roberti, uno dei giudici che con Sergio Dini e pochi altri invoca da anni una riforma, ricorda che nel 1997, quando faceva il Gup a Torino, arrivò da solo a 1.375 sentenze. Sapete quante ne ha emesse quest'anno il giudice che fa quello stesso lavoro? Tenetevi forte: 28.
Gian Antonio Stella

19 settembre 2007

Mazza: Il Disinformatore di stato.



Il direttore della Tv di Stato pagato dal nostro canone si esibisce, oggi, con toni dai più ritenuti eccessivi, contro Beppe Grillo. Con premeditazione prende il suo editoriale e, invece di fare informazione, è pagato per quello, prende la pistola e spara verso il comico genovese.
“Cosa accadrebbe se un mattino, un brutto mattino, qualcuno, ascoltati quegli insulti, quelle male parole contro Tizio o contro Caio, premesse un grilletto all'improvviso?"
Lui, lo ha già fatto e, come può una persona usare il suo status per accusare o sparare verso qualcuno? Risposta. Esistono persone che sono intoccabili, impunibili ed onnipotenti e fanno parte della Casta.
Ho aperto questo sito da circa un anno solo perché disgustato dalle informazione che i vari mazza e fede stanno propinando. Disinformazione su argomenti importanti quali signoraggio, rete4 ed altri mentre una tambureggiante informazione sulla cronaca di delitti ed omicidi eccellenti.
Dov’è l’informazione che dichiara rete4 illegittima?
Dov’è l’informazione che dichiara l’eldorado dei parlamentari?
Dov’è l’informazione sugli aiuti di stato ai giornali e paragiornali?
Dov’è l’informazione sulla frode da 98 miliardi di euro ai monopoli di stato?
Dov’è l’informazione sul grand’uomo di Draghi mentre la sua banca sottrae 4 miliardi di euro allo stato?
Ma piuttosto dov’era quando si decideva la linea editoriale fondato tutto sul sensazionalismo, catastrofismo e porcate quali carestie e virus sconosciuti?
Il suo posto è stato imposto dalla politica e, quindi, risponde solo alla politica ma, vada a farlo in un canale dove denaro e interessi si coniugano con male e banche.
Se nessuno non gli fa presente il suo compito è bene che si dia una regolata e faccia un telegiornale per informare la gente sulle mille domande giornaliere che non fanno.

Io, che ho partecipato alla manifestazione( la prima!),laureato ed incensurato, non terrorista, non ho mai pensato di usare violenza e, mi ritrovo accusato di qualunquismo, ma da quale pulpito? L’aria che si sta respirando ha iniziato a spezzare le catene che la Casta ha confezionato con molta cura.
Un solco che si sta allargando giorno per giorno ma, fino a quando?
Chi fermerà la marea umana di richieste serie e legittime?
Il sistema ha iniziato il conto alla rovescia e, menti consapevoli stanno costruendo la nuova Arca della Santa Alleanza.

ps.link
disinformazione fede
disinformazione tg
Sabina Guzzanti sull'informazione dei Tg

18 settembre 2007

Gli aumenti automatici dei politici. Perchè?


Oggi le news battono vicende quotidiane come due pesi e due misure vengono fatte quotidianamente fra i cittadini e la casta.
Cose che si ripetono quotidianamente anche se i giornalisti non sono così sensibili a cogliere queste sfumature. Blondet, traccia con lucidità gli schieramenti che si fronteggiano e le corporazioni e caste che approfittano di questo sciagurato momento storico. Ma, il petrolio, i mutui, Grillo sono leve per sollevare un macigno che se inizia a rotolare può travolgere tutto questo sistema fondato su menzogne, caste e aridità sia culturale che intellettuale.

Uno vorrebbe parlare d'altro, ma non si può.
Ci tocca fare i blogghisti. Ci tocca incanaglirci, per colpa loro.
Due notizie da rassegna-stampa mattutina.
La prima: i senatori hanno ricevuto un ulteriore aumento automatico di 200 euro mensili.
Molti dicono di non essersene accorti: ovvio, 200 euro possono sfuggire su un emolumento che, con gli ammenicoli, giunge a 15 mila euro al mese.
Netti.
L'aumento è automatico, nel senso che scatta con gli aumenti (parimenti automatici) gratificati alla magistratura.
Ma alla Camera, vista l'aria che tira, hanno almeno soprasseduto.
Al Senato no: lì, c'è Bertinotti.
E' la prova che ciò che si chiama «sinistra» oggi non è altro che il corpo sociale dei miliardari di Stato, l'oligarchia dei parassiti pubblici.
Seconda notizia: la magistratura ha messo in libertà lo zingaro (pardon: rom) che guidando ubriaco, ad aprile ad Ascoli, ha ammazzato quattro passanti.
Cinque mesi per una strage.
I giudici dicono: non si poteva tenerlo in galera di più, in attesa di giudizio.
Tanto più che «collaborava», infatti ha confessato anche una tentata rapina.
Del resto, l'hanno mandato agli arresti domiciliari.
Che significato abbiano arresti «domiciliari» per un nomade in roulotte, è facile capire: hanno reso il delinquente introvabile uccel di bosco.
Più di quei cinque mesi, non pagherà.
Un cittadini obietta, mite, che la magistratura pare usare due pesi e due misure: dopotutto, ha comminato due anni e mezzo a quel cittadino esasperato che ha sciolto gli ormeggi del panfilo di Della Valle, dove dormiva beato Mastella.
Due anni e mezzo.
Interviene un altro cittadino (dell'Ulivo) e protesta: basta con questa antipolitica!

Le due situazioni sono diverse: il rom non è stato ancora giudicato, certamente i giudici gli infliggeranno - dopo processo - molti più anni che al cittadino anti-Mastella.
Così non si fa che alimentare il qualunquismo.
Il giornalista (di La Repubblica) gli dà ragione.
Invece il cittadino non-qualunquista ha torto marcio.
Il cittadino che ha sciolto gli ormeggi è stato giudicato per direttissima.
Quanto al rom stragista, i giudici non hanno trovato il tempo, in cinque mesi, di mandarlo al processo.
Qui, niente direttissima.
E' evidente cosa la magistratura - la magistratura come casta, come burocrazia inadempiente - considera «allarme sociale»: non lo zingaro ubriaco che ammazza comuni cittadini (cioè noi), ma il cittadino che turba il sonno di Mastella con un dispettuccio.
Per quello la punizione deve essere rapida ed esemplare, fino alla giustizia sommaria.
Per lo zingaro no, si può aspettare.
Fino a far decorrere i termini per incuria.
I crimini contro i cittadini sono lasciati impuniti.
Le mancanze di rispetto contro la Casta, sono ferocemente represse.
I due episodi vanno letti insieme, perchè sono fenomeni della stessa classe parassitaria, ne rivelano la mentalità, e il disprezzo con cui ci tratta.
Un' imprenditrice che, per subentrare al padre nella titolarità della piccola azienda, deve produrre documenti bollati per 27 chili - là dove basterebbe una auto-dichiarazione alla Camera di Commercio - conferma la mentalità della casta ancora più chiaramente: per costoro, il nemico è il cittadino normale intento a normali legittime occupazioni.
E' quello che va messo sotto asfissiante controllo dai molteplici enti burocratici pubblici che si occupano di lui; è quello ad essere sospetto in ogni sua azione, e che deve provare ad ogni passo le sue buone intenzioni.
Il rom criminale omicida, invece, dalla casta è ritenuto degno di fiducia.

Lì, nessun controllo: vada agli arresti «domiciliari» nel camper, poi si ripresenti, fra un paio d'anni, a giudizio.
La burocrazia inadempiente non ha nemmeno la coscienza che la sua esistenza (costosissima) si legittima con l'agevolare le attività economiche produttive: è lì, invece, per ostacolarle, tassarle, controllarle in modo schiacciante.
Nella sua stupidità, è disposta a strozzare l'oca dalle uova d'oro, da cui dipendono infine i suoi emolumenti miliardari.
Quel che interessa al corpo che si proclama «servizio pubblico» è mettere il cittadino al proprio servizio: provi lui che è onesto, produca i documenti, le carte (bollate, ossia tassate) per dimostrare che ha diritto di agire.
Ciò dice che una sola è la battaglia politica urgente, che la gente che spera in Beppe Grillo deve tenersi fissa in testa: detto brutalmente, la lotta di coloro che i soldi all'erario li versano, contro coloro che i soldi dall'erario li prendono.
E' molto semplice.
Il rischio è che la protesta civile - degnissima - si sgrani in richieste secondare, ecologiste (Pecoraro Scanio è già lì a sfregarsi le mani), e faccia perdere di vista la battaglia primaria e preliminare.
Ma già vedete come reagiscono: che vuole questo Grillo, disturba, eccone un altro a volersi far eleggere.
Non c'è più posto, non ci sono più soldi, sono tutti nostri.
Tutti a proclamare: non ci può essere democrazia senza partiti!
Senza partiti, solo la dittatura!
Fascisti! .
Mica solo a «sinistra», naturalmente.
Berlusconi è irritatissimo: stava già confezionando la sua tribuna artificiale, la Brambilla, ed ecco arriva questo Grillo a disturbare.

La Lega (cadavere vivente) è ancora più allarmata: questo ci toglie il monopolio della protesta qualunquista, ci ruba spazio sui TG mentre versiamo l'ampolla padana.
Eppure ci sono dei senatori leghisti: ma non hanno protestato per l'aumento di 200 euro, mica l'hanno rifiutato (demagoghi per un giorno), manco se ne sono accorti.
Il loro qualunquismo ha dei chiari limiti.
Nello stesso tempo, la Lega ha ridimensionato La Padania - costa troppo, bisogna risparmiare, i 4 miliardi annui di sostegno pubblico non bastano - e perciò hanno licenziato 11 giornalisti.
I più bravi, ossia i più indipendenti (gli yes-men sono stati assorbiti dal partito cadavere, con stipendio).
Anzi, peggio che licenziato: li hanno messi in cassa integrazione a 900 euro mensili, così non hanno nemmeno la liquidazione (mi correggo: la liquidazione non c'è più per nessuno, si sono incamerati anche il TFR, è una loro «riforma»).
La Lega ha voluto un giornale che non si vende, ma a pagare non è la Lega - partito che, come tutte le cose inutili, durerà in eterno - ma i giornalisti che hanno dovuto fare un giornale sbagliato.
Mica facile, dopo essere stati magari per dieci anni a lavorare per La Padania, trovare lavoro in altro giornale: sei bollato.
Hai dato al partito-cadavere anche la tua credibilità professionale, e lui l'ha sm… di m… di maiale, alla Calderoli.
La Lega è la Casta, non c'è differenza: noi 15 mila euro, voi 900.
Ecco tutto: semplicissima la lotta da fare, senza perdersi in rivoli secondari.
Un lettore mi racconta la comparsata di Prodi da Bruno Vespa.
Io me la sono risparmiata: Vespa è un altro della casta, la TV di Stato lo paga una serqua di miliardi, pari a 3.287 euro l'ora.
Per quali qualità è pagato Vespa?
Perchè è ben «posizionato».
Rendita di posizione, come tutti loro.
Miliardario pubblico.
Parassita.
Al sicuro da ogni sciagura, di quelle che subiscono i colleghi de La Padania.
C'è un modo di essere «giornalisti» che rende miliardi.
Un altro che porta alla Cassa integrazione a 900 euro.

Ebbene: da Vespa, Prodi beato e arrogante ci ha insultato tutti.
Contro il «popolo di Grillo», ha detto: «Attenzione, la società italiana non è meglio dei politici. Guardate i recenti concorsi nelle università».
Doppio, triplo insulto.
Anzitutto, perchè sono appunto le istituzioni corrotte che corrompono il popolo: il cittadino deve diventare «cliente» delle loro clientele, altrimenti non fa carriera e non trova lavoro; manco trova un banco all'università.
E le istituzioni le hanno corrotte loro.
Inoltre, la gente che dà fiducia a Grillo - dopo essere stata ripetutamente tradita da altri - è, almeno in via di principio, proprio quella società che paga le tasse e che non ne ha benefici. Quella che il servizio pubblico ha messo al proprio servizio, come una torma di schiavi.
Se non è «migliore dei politici», aspira ad esserne migliore.
Non chiede favori clientelari, ma che altri non ne approfittino: chiede insomma l'uguaglianza di fronte alla legge, un minimo di sanità nella «democrazia».
Il terzo insulto è il peggiore.
E' come sentirsi fare l'occhiolino da uno sfruttatore di prostitute: ma va là che non sei meglio di me, anche a te piacciono le pollastrelle...
O il rom liberato che ci dice, strizzando l'occhio: ma dài, anche a te piace bere...
Ciò è ripugnante.
Sotto sotto, c'è l'invito vergognoso: non fateci la morale, venite invece nelle nostre clientele, profittate della greppia, ci sono ancora delle briciole per voi.
Guardate il rom, è libero.
Guardate il cittadino che ha sciolto il panfilo a Mastella: s'è beccato due anni e mezzo.
Siate disonesti, conviene anche a voi.
Che rispondere a chi ti strizza l'occhio così?
L'impulso è ricorrere alla violenza: del resto, una politica seria sa che al fondo c'è sempre la violenza.
La violenza deve essere «ultima ratio», ma quando l'oppressione di un'oligarchia delinquenziale giunge a certi punti, cacciarla con la forza diventa un dovere.
Anzitutto verso se stessi.

Il punto è che la Casta ha il monopolio della violenza.
Per di più, «legale».
Ha al suo servizio mezzo milione di poliziotti, carabinieri, finanzieri, e tutti i giudici.
Non ci mette niente a schiacciarci.
Questo ci dovrebbe dire come la battaglia in cui la gente che segue Grillo s'è messa sia pericolosa, fatale.
Bisognerebbe almeno guadagnarsi i tutori dell'ordine.
Ai finanzieri: il senatore a vita vi manda a comprare la cocaina, vi ha reso suoi servi, vi disonora. Vi conviene?
Ai carabinieri e ai PS: quante volte dovrete riarrestare il rom pluriomicida, reso uccel di bosco dalla «giustizia», a rischio della vostra vita?
Magistrati imberbi, ideologici, insindacabili e ben pagati vi umiliano, vanificano ogni giorno il vostro lavoro difficile, per una paga che è meno della metà di quello che danno a Vespa per un'ora.
Dove sta la giustizia che avete giurato di difendere?

17 settembre 2007

La speculazione delle banche a carico dei c\c


Le banche negli ultimi tempi hanno macinato utili spaventosi. Le loro fusioni solo per una sorta di accaparramento clienti. Non tutti sanno dei metodi sempre più sofisticati e truffaldini operati da gestori di banche o superbanche.

Il come, l'ha spiegato su «Libero Mercato» Andrea Consoli, un imprenditore che dai derivati è stato rovinato.
Non che lui abbia chiesto alla banca di comprargli dei derivati.
No, lui voleva solo un ampliamento del fido di 100 mila euro, non poi tanto per un'azienda come la sua, con 25 dipendenti e 3,5 milioni di euro di fatturato.
La risposta delle banche con cui lavora - Intesa San Paolo e Unicredit - è stata picche.
«La direzione Unicredit ci chiede performances più alte», ha risposto un funzionario, «ed oggi i risultati non si fanno con gli interessi passivi che i clienti pagano sui prestiti concessi, ma con strumenti finanziari diversi. Ma se voi collaborate all'aumento dei nostri risultati, vi lasciamo sforare dal fido in essere».
E come collaborare?
«Potremmo aprire un prestito vincolato di una certa somma che in realtà voi non riceverete e quindi non dovrete restituirci. In cambio vi lasceremo sconfinare oltre il vostro fido».
Non c'è altro da fare.
L'imprenditore si trova ad accettare, firmando documenti, un prestito fittizio («Che non dovrete restituirci») pari a un milione di yen.
Perchè yen, se i miei clienti sono italiani, anzi concittadini?
L'imprenditore non se lo chiede.
Evidentemente, Unicredit sta facendo «carry trade»: compra yen a tasso zero, e li investe in tassi alti in Europa.
Ma non lo fa a proprio rischio: obbliga una impresa ignara ad accollarselo.
Quanto alla concessione di sforare, non è un regalo: sul fido il cliente paga il 9%, sugli sforamenti il 13,50%.
Un affare aggiuntivo.
Passa il tempo.
Di colpo, le altre banche con cui l'azienda lavora gli ingiungono il rientro: il suo indebitamento è eccessivo rispetto al giro d'affari.
E difatti, il peso degli oneri finanziari dell'azienda prima sana è salito a 85 mila euro d'interessi. Di cui 35 mila sono gli interessi sul prestito in yen, mai ricevuto, mai utilizzato e non utilizzabile.
Nulla di grave, risponde il funzionario Unicredit: le offriamo un prestito semestrale di 75 mila euro, rinnovabile, con cui potrà chiudere i conti presso le altre banche.
C'è una sola, piccola condizione: acquisti uno strumento finanziario «piuttosto conveniente», sempre per aiutare la banca a fare i risultati «veri» chiesti dalla sede centrale.
Lo strumento finanziario conveniente è un derivato, una scommessa sul cambio euro-dollaro: inutile per il cliente, che non esporta e quindi non ha rischi di cambio.
Appunto, risponde il funzionario: alla peggio, il derivato per lei è ininfluente, alla meglio ci guadagna anche lei.
«Oggi anche le aziende medie si affacciano, contestualmente alla loro attività, sui mercati finanziari».
Ancora una volta, l'imprenditore deve accettare.
Compra il derivato.
Solo più tardi si accorgerà che «quando sottoscrivi un derivato, contestualmente sottoscrivi (spesso senza saperlo) il prestito per accedere al derivato, la parte chiamata 'il nominale'».
Nel caso dell'imprenditore, il nominale era 500 mila dollari.
La banca che non gli ha ampliato un fido di 100 mila euro (troppo rischioso), ora lo ha esposto per mezzo milione di dollari.
Su questo prestito, il cliente paga interessi passivi «da vertigini», schiacciato dall'effetto-leva tipico della strumento «piuttosto conveniente».
Ancora una volta, la banca speculava sulla finanza creativa, ma a spese del cliente produttivo.
Non è il caso di raccontare il resto.
Le altre offerte di salvataggio avanzate da Unicredit a favore dell'impresa che Unicredit ha rovinato: messa l'azienda sotto un consorzio «di garanzia» di perfetti sconosciuti (trovati dalla banca), l'offerta di un altro derivato (stavolta da un milione di euro), la richiesta di sempre nuove garanzie per le quali l'imprenditore ha ipotecato la casa di proprietà...
Tutto inutile, perchè le spese bancarie, commissioni e interessi passivi hanno mangiato tutto, tutto.
Fino al giorno in cui un bancario arriva nel negozio e, di fronte ai clienti, gli urla di pagare sull'unghia 5 mila euro, un assegno passivo emesso sul conto corrente.
Ma il conto corrente non aveva un attivo di 20 mila euro?

Non più: la banca l'aveva prosciugato qualche ora prima, per pagarsi le competenze sue e gli interessi del famoso derivato.
Un derivato che non aveva venduto, nonostante l'ordine del cliente.
Il quale scopre altro: per esempio di avere quattro conti anzichè i due che sapeva, evidentemente su cui la banca faceva operazioni a suo nome, e a sua insaputa.
Ora, la vittima ha portato i libri in tribunale.
Fallito: 25 dipendenti sul lastrico.
Un'azienda sana strangolata da Unicredit.
Con i metodi che l'imprenditore descrive.
Se ha detto la verità, questi metodi sono una intera biblioteca di delitti, crimini penali e civili evidenti: patto leonino, truffa, usura, falsi...
In altri Paesi, un magistrato avrebbe già aperto una pratica contro Alessandro Profumo e i suoi complici, lo ridurrebbe alla condizione di galeotto come è accaduto in USA ai mascalzoni di Enron, suoi pari.
Ma in Italia, queste denunce cadono nel vuoto.
Non c'è un giudice a Verona, sede di Unicredit.
Profumo, Geronzi, Bazoli, i nostri splendidi banchieri, sono ammanicati con la Casta, protetti dalla Casta, parte di essa.
Hanno speculato sui derivati, ma non ci hanno perso niente.
Hanno fatto perdere non si sa quante piccole imprese che andavano bene, che i derivati nemmeno sapevano cosa fossero, e non ne avevano bisogno.
Vedete: qui non c'è «l'alta moralità della mano invisibile».
Qui ci sono zampini e zamponi che ti derubano, ti spogliano e ti mandano in fallimento in due modi: con le tasse e con l'usura truffaldina.
Ma l'entità è la stessa, ed una sola.
Qui, il nostro '29 non somiglierà a quello inglese.

29 settembre 2007

Blog: i nuovi MEDIA


«Qualcuno doveva alzarsi a dire che la democrazia non può sopravvivere con queste interferenze delle corporation e del governo sui mezzi di informazione»: si è vantato così Dan Rather, il celebre anchorman, davanti a Larry King, l'altro celeberrimo anchorman.Poi,Rupert Murdoch da anni avverte i suoi compari editori che la rete sta demolendo i media classici e la loro presunta autorevolezza.
L'ha fatto nel 2005 in modo molto esplicito : «Io sono cresciuto in un mondo informativo altamente centralizzato, dove le notizie erano strettamente controllate da pochi direttori, che ci dicevano cosa potevamo e dovevamo sapere. Le mie due figlie giovani, sono nate nel mondo digitale.
Noi che siamo in posizione di determinare come le informazioni vengono confezionate e diffuse, in questo mondo digitale siamo immigrati freschi. Ci dobbiamo 'sforzare' di applicare la mentalità digitale … dobbiamo capire che la prossima generazione, che ha accesso alle notizie, siano dai giornali o da altra fonte, hanno un diverso criterio di aspettative sul tipo di informazione da cercare, e sul come le ottengono, e da chi».
«Non s'affidano più a una figura divina di informatore; e per estendere l'immagine religiosa, non vogliono più le notizie presentate come vangelo. Anzi, vogliono le notizie a loro richiesta. Vogliono il controllo sui loro media, non esserne controllati».
E citava i sondaggi: «I consumatori (sic) fra i 18 e i 34 anni usano sempre più il web come mezzo di comunicazione per i loro consumi. … il 44% degli interrogati hanno detto di usare un portale almeno una volta al giorno per avere informazioni giornalistiche, contro solo un 19% che compra e legge ogni giorno un quotidiano. Ancor più sinistramente, una proiezione a tre anni mostra che ad usare internet per informarsi saranno il 39%, e quelli che si aspettano di comprare di più i giornali solo l'8%».
Murdoch diamone atto, non fa la solita lagna.
Non dice che quello di internet è un giornalismo «secondario» in quanto parassistario dei MSM. Non parla di complottisti marginali.
Non fa la lezione: notizie incontrollate e «non bilanciate» o «di parte», dove «i fatti non sono separati dalle opinioni».
Non dice: giornalismo di bassa qualità.
Forse perché sa cosa pensare della qualità dei media «autorevoli»: e basta leggere un pezzo di Magdi Allam, che costa a Il Corriere 22 mila euro mensili, per capirlo.
E basta considerare che il 98% delle notizie pubblicate dai grandi media sono prese pari pari da tre agenzie internazionali, senza alcun controllo delle fonti, a scatola chiusa.
Di parte, poi, lo sono tutti, e ancor più quelli che si danno l'aria di «oggettivi».
Già da come presentano i «fatti» si intuisce che ci mettono, surrettiziamente, la «opinione» autorizzata.
Vecchi trucchi che non incantano più.

La vera differenza è più cruciale: che internet è gratis, e che non ci si guadagna: né i giornalisti, né gli editori né la pubblicità.
Così accade già, in America, che bravi giornalisti professionali lavorano per i media mainstream per lo stipendio, poi tengono i blog dove si sfogano, e rivelano per niente quello che non hanno potuto dire nella sfera della libertà vigilata.
E allora, dove è più probabile trovare le notizie di cui fidarsi?
Là dove si scrive per carriera e stipendio, o dove si scrive per sfogarsi e liberarsi la coscienza, gratis?
Ciò nuocerà a noi giornalisti come casta pagata benino (o troppo bene, Allam), ma è un ritorno - tramite il mezzo elettronico - al giornalismo delle origini.
Quello che c'era prima che i giornali e le TV diventassero veicoli servili della pubblicità (il più sporco e irresponsabile dei poteri forti); quello di cui si ha un'idea quando si vede, in certi vecchi western, il direttore di giornalini che si chiamavano «Pomona Telegraph» o «Kentuky Current» che, con la visiera e le mezze maniche, non solo li scriveva, ma li stampava da solo alla vecchia macchina piana, aiutato da ragazzini che gli portavano le notizie e poi distribuivano il fogliaccio macchiato di inchiostro grasso.
Un giornalismo pieno di impurità, gridato, platealmente di parte, soggetto a querele, diffamatorio e ricattatorio: ma svolgeva la funzione che il giornalismo MSM non svolge più.
La funzione originaria, che giustifica il giornalismo: essere il modesto ausiliario della democrazia.
Era «di parte» perché questo serve agli elettori: in ogni questione politica, sentire «l'altra parte», cosa ha da obbiettare l'altra campana, e poi decidere col voto quale «parte» favorire, dato che le scelte politiche sono tutte discutibili, ognuna ha - oltre ai pro - anche dei contro, di cui è bene essere informati.
E non disturbava questa funzione essenziale il fatto che quel giornalismo fosse «esagerato», che fosse più alla Beppe Grillo che alla Angelo Panebianco o alla Paolo Mieli.
L'esagerazione serviva a sottolineare, era il suo stile.
Così in internet.
L'irriverenza, il tono incazzato, la selezione platealmente di parte sono il suo stile: il lettore si abitua a fare la tara, è bene che sia così.
Sono i siti compassati, ufficiali, ufficiosi, della Fiat o della Presidenza del Consiglio, a suscitare il sospetto.
Il lettore è autorizzato a sospettare di noi quando diverremo così.
E il sito di Grillo, se mai diverrà così, sarà abbandonato.
Ma per intanto anche noi, nel nostro piccolo, siamo qui con le mezze maniche nere, e il portacenere pieno di cicche (nelle redazioni MSM è vietato fumare) a lavorare gratis.
E se siamo grati a Grillo e lo diciamo, non è perché lui poi ci darà una mazzetta o una inserzione pubblicitaria.
Non è una garanzia?
Stiamo lavorando anche per i bravi giornalisti che sono nei grandi media.
La rete ha dato coraggio a Dan Rather: «Qualcuno doveva pur alzarsi a dire che la democrazia non sopravvive con questa interferenza delle corporations e del governo».

fonte:Maurizio Blondet

Quando le parole uccidono



L’informazione, qualsiasi informazione, quando è confezionata all’interno di un media, è simile a un missile che parte dalla rampa di lancio. Ma l’informazione è sempre più spesso un missile senza guida. Può deviare il proprio percorso, raggiungendo obiettivi non previsti. Nessuno è realmente a conoscenza di chi lo intercetterà e degli effetti che produrrà. L’informazione ha tuttavia un grande alibi: il diritto di cronaca. Il resto sono solo effetti collaterali, come la morte di un ragazzo di 28 anni. Si chiamava Alberto Mercuriali abitava a Castrocaro Terme, località dell’Appennino forlivese, nota per le gare canore delle “Voci nuove”. Poco più di 5mila abitanti. Dove tutti conoscono tutti.
Alberto Mercuriali è un ragazzo mite, forse un po’ introverso, laureato in agronomia. Giovedì 5 luglio, i carabinieri lo notano mentre fuma uno spinello all’esterno di un bar. Addosso ha anche un piccolo quantitativo di hashish, pari a un paio di ‘canne’. Racconta di aver fatto una ragazzata. E poi è incensurato. Ma i carabinieri non si convincono e nella perquisizione a casa trovano altri 50 grammi nascosti fra le pagine di un libro dal titolo “Il regno dell’ombra”. Scatta la denuncia per detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio. Sull’operazione, sabato 7 luglio, i carabinieri fanno una conferenza stampa. Domenica 8 luglio Alberto finisce, pur senza la citazione del nome, sulle prime pagine dei giornali locali. E’ una notizia a cui nessun giornalista, in una grande città, avrebbe dedicato più di qualche riga. Ma nell’assolata calura estiva, quando c’è ben poco da raccontare, per i tre giornali a diffusione provinciale la notizia è ghiotta “imbottito di droga:insospettabile agronomo smascherato dai carabinieri…” Con tanto di maxi-foto dei due militari che mostrano il libro dove Alberto teneva i 50 grammi di hashish. Quella domenica il telefono di Alberto ha cominciato a squillare, squillare, squillare. Anche senza il nome citato sui giornali, non ci vuole molto a individuare in lui, “l’agronomo 28enne del paese”. Lunedì 8 luglio Alberto si uccide con il gas di scarico della propria auto. Oggi, a distanza di mesi, c’è un intero paese che ancora si interroga su quella morte assurda. Da un balcone sventola un lenzuolo con scritto “Stop alle notizie che uccidono”. Da un’altra finestra “Io non credo più ai giornali, in memoria di Alberto”. Gli amici non si danno pace per quella morte di “uno che non aveva un nemico e che invece è stato descritto come un narcotrafficante” ed il suo miglior amico, Raffaele annota come “Alberto teneva molto al nome della famiglia, al cognome che portava”.
Il 17 luglio viene organizzata una fiaccolata in memoria di Alberto. Vi partecipano circa 800 persone. Ma sui tre quotidiani non vi è una riga di questa forte protesta promossa dagli amici di Alberto. Il sistema della comunicazione si chiude a riccio. Non accetta di salire sul banco degli imputati anche quando un intero paese esprime fisicamente la propria protesta (se non il proprio disprezzo). Il 10 settembre viene convocata un’ affollatissima assemblea cittadina, nel salone delle Terme di Castrocaro, con il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna Gerardo Bombonato, il cappellano del carcere don Dario Ciani e don Andrea Gallo di Genova. Dalla rabbia si riesce - con fatica- a passare alla riflessione sul ruolo dell’informazione, all’ importanza che assume nella società moderna. E soprattutto si sottolinea la delicatezza e l’immensa responsabilità dell’informazione. Concorrenza, fretta, voglia di scoop, voglia di stupire non sono giustificazioni accettabili per i relatori, per gli amici di Alberto, per la tanta gente in sala e, sicuramente, per tutte le persone di buonsenso. Viene aperto un blog all’indirizzo http://amicidialberto.blogspot.com/. che si apre con un appello “In memoria di Alberto” sottoscritto da oltre 600 persone. L’appello inizia con la frase “Un articolo può cambiare la vita di un ragazzo. Un giornalista ha cambiato la vita di un ragazzo”.
Maledetto, bellissimo mestiere, alla ricerca quotidiana di ‘mostri da sbattere in prima pagina’, sempre forte coi deboli e debole coi forti, terribilmente incapace di leggere la fragilità degli uomini e soprattutto di chiedere “perdono”.
di Giorgio Tonelli

28 settembre 2007

Mastella: non farà la fine di Craxi, ma di M. Antonietta?


Devo ribadire che Mastella mi fa veramente pena, no ad invidia pretestuosa.
Non si rende conto che, adesso ha veramente stufato. Non è possibile che vada cercando alibi e onorabilità utilizzando la tv di mediaset per spiegare le sue ragioni. Lui, come i suoi giornalisti o il suo direttore di rete appartengono alla casta.
Come brucia sapere che qualsiasi mezzo di distrazione di massa che si usa non si è credibili. Il suo dicastero spartiacque della legalità non gli appartiene.
Non può svolgere il suo dovere d’ufficio, perché è sospetto.
Macchia con la sua natura sospetta le istituzioni.
E’ proprio questo il punto: Mastella non ha l’autorità morale per coprire il ministero della Giustizia.
Sotto di lui, quella diventa «giustizia» tra virgolette; e lui non può trasferire magistrati magari meritevoli di trasferimento.
Capite?
Il danno inflitto è molto superiore a qualunque mazzetta o tangente.
E’ per questo che le istituzioni sono corrotte.
La Casta ha consumato tutta la sua autorità morale.
Mastella, semplicemente, dovrebbe dare le dimissioni.
Come Visco, abusivista edilizio per la sua villa, e come gli altri.
Non lo faranno mai spontaneamente.
Resteranno lì a far marcire le istituzioni nostre, a succhiarci il sangue, ad accusarci di evasione mentre ci impoveriamo.
Come si fa?
Bisogna forzarli.
Per questo, bisogna anzitutto - anche come cattolici, credo - capire che il male che fanno a noi è molto peggio del male che possiamo fare a loro: distruggono i nostri figli, il loro futuro.
Bisogna tener fermo che la «legalità» corrente non ha più «legittimità», e che la legittimità va ricostituita.
E adesso, forse, c’è un’occasione per cambiare ciò che deve essere cambiato, e la dà l’indignazione collettiva.
Se la Casta ha davvero fatto sparire 98 miliardi di euro in tassazioni dovute per le slot machines, il danno che ci infligge come contribuenti, e che infligge allo Stato, è immensamente superiore ai loro emolumenti: questi disonesti incompetenti (disonesti «perché» incompetenti) hanno fatto sparire quasi tre Finanziarie, roba con cui potevano ridurre durevolmente il debito pubblico e gli interessi che paghiamo su di esso.
Ma come indignare la gente parlando di debito pubblico, di 98 miliardi di euro?
L’indignazione ha bisogno di una faccia e di un nome: e allora, dàgli a Mastella.

27 settembre 2007

Sconfinamento Israeliano:NO, è stato un UFO!


La notizia che vi proponiamo ha dell'incredibile e se si rivelasse autentica avrebbe del sensazionale. In Medio Oriente, nel bel mezzo della guerra tra Israele e Siria, il giorno 6 Settembre 2007, sarebbe atterrato un velivolo non terrestre, che gli abitanti locali collegano agli "Dei Giganti". I servizi di informazioni occidentali continuano ad affermare che le incursioni israeliane nei territori siriani è dovuto al fatto che la Corea del Nord avrebbe trasportato materiale nucleare in Siria. Ma per il "Russia’s Foreign Intelligence Service" (SVR) la verità è diversa e più inquietante, come ha dichiarato il veterano del Mossad, Uzi Arad, il quale ha dichiarato "conosco cosa è accaduto e quando uscirà a galla...sconvolgerà tutti" (msnbc.msn.com/id/20920341/site/newsweek/).

Secondo il Servizio di "Intelligence" russo, nelle ore di prima mattina, del 6 settembre 2007, un sospetto velivolo "non terrestre" è stato rilevato da un American Airborne Warning and Control System (AWACS), il quale perlustrava il confine Siria/Iraq. Il personale dell'AWACS avvisa l'Air Force Israeliana che un UFO "non terrestre" è entrato nello spazio aereo, sopra la città di Aleppo, a 350 chilometri, a Nord di Damasco. Il rapporto continua affermando che, una volta ricevuto l'avvertimento dagli Americani, lo squadrone aereo Israelita (Israeli Air Force Patrol) è entrato a velocità supersonica nel Libano e in circa 20 minuti ha raggiounto l'obbiettivo. Il velivolo "sconosciuto" è stato interessato da fuoco israeliano ma l'intruso "non terrestre" è asceso velocemente nella stratosfera ed è scomparso. I Servizi di Intelligence Russi dichiarano che l'unica potenza sulla Terra ad avere un velivolo "non terrestre" è quella degli Stati Uniti d'America. Vola a velocità ipersonica ed è chiamato "Aurora". Ma non finisce qui.

Il SVR ha sentito i colleghi di "intelligence" siriani, i quali hanno sentito molti testimoni oculari, i quali hanno dichiarato che un nave "non terrestre" è atterrata il giorno 6 settembre 2007, nei pressi dell'antica città di Aleppo, una delle più vecchie città conosciute al mondo, dove sono conservati i resti delle vestigia degli "Dei Giganti". Gli analisti dell'Intelligence Russa e Siriano hanno rilevato in zona che numerose tombe sono state "svuotate" e si ipotizza che questo "velivolo extraterrestre" abbia prelevato i resti ossei dei " Giganti".

whatdoesitmean.com/index1035.htm

26 settembre 2007

Il fluoro, quello che non ti aspetti


Nel 1944 il Journal of American Dental Association scrisse che la fluorazione causa OSTEOPOROSI, GOZZO e malattie alla spina dorsale !
Nel 1990 uno studio confermo' la correlazione tra fratture ossee e fluoro ! La Cornell University scopri invece danni ai reni ! Mentre uno studio del 1978 dell'Universita' di Yale scopri che bastava 1ppm di FLUORURO per diminuire resistenza e elasticita' delle ossa !
Nel 1987 NCI americana (Istituto dei Tumori) stabiliva relazione tra cancro (osteocarcinoma) e fluoro nell'acqua potabile !
La Fluorizzazione delle forniture idriche e' quindi una prassi amorale, non necessaria ed iniqua, e fra i suoi sostenitori si annoverano potenti interessi acquisiti del settore industriale, governativo (USA) e della professione medica /ondotoiatrica.
Il fluoruro si accumula nelle ossa e le rende piu' fragili e soggette a fratturarsi; la stragrande maggioranza delle nazioni dell'Europa occidentale ha respinto la fluorizzazione delle acqua potabili.
Esistono pochissimi studi scientifici correttamente condotti sugli integratori di fluoro e tutti dimostrano che l'effetto di questi supplementi sulla prevenzione delle carie è molto blando se non nullo.
Decisamente più numerosi sono invece gli studi sugli effetti negativi del fluoro sulla salute dell'uomo. Nonostante tutto, molti pediatri e dentisti consigliano ancora in modo automatico e sistematico la fluoroprofilassi (compressine o gocce) per i bambini di pochi mesi. L'integrazione di fluoro non è solo inutile, ma può essere addirittura dannosa.
Vediamo perché.
Le industrie del farmaco sono notoriamente molto abili nel manipolare, se non nell'influenzare, gli studi scientifici. Inoltre, non c'è migliore guadagno di quello che si ricava da farmaci prescritti in modo sistematico ad intere fasce della popolazione.......vedi le vaccinazioni, le terapie ormonali per la menopausa, solo per citarne alcune.
Contrariamente a quello che si credeva un tempo, il fluoro è efficace solo se applicato localmente e non quando assunto internamente.
Assorbito per bocca, il fluoro entra nel dente attraverso il sangue e altera la struttura del dente stesso. Questo può causare fluorosi dentale. Invece, applicato localmente sul dente si lega allo smalto dei denti e li protegge dalle carie. Soprattutto nei bambini piccoli, i rischi dell'assunzione di fluoro superano di gran lunga i benefici.
Le industrie del farmaco e quelle produttrici di dentifrici hanno a lungo sottaciuto e sottovalutato gli effetti tossici dei prodotti a base di fluoro.
La fluorosi dentaria è in aumento soprattutto tra la popolazione che fa uso sistematico di integratori a base di fluoro. Si presenta sotto forma di uno scolorimento intrinseco dello smalto dei denti: i denti appaiono screziati, macchiati, puntinati, decolorati e a volte anche bucherellati (immagini). Lo smalto saturato di fluoro è più vulnerabile all'attrito e all'erosione. I danni aumentano nel tempo.
Non esiste un dosaggio sicuro di fluoro. I danni da fluoro non si manifestano solo a livello dei denti, ma anche delle ossa e di altri tessuti umani. Il fluoro ha effetti negativi anche sul sistema nervoso centrale e determina alterazioni comportamentali e deficit cognitivi.
Studi scientifici dimostrerebbero che il fluoro può essere neurotossico anche per il feto a dosaggio considerati sicuri per la madre.
Dopo la nascita, il bambino può manifestare un ridotto quoziente intellettivo e alterazioni comportamentali.
FLUORO: I fluoruri di sodio somministrati ai bambini con le "pastiglie al Fluoro", per, dicono i pediatri, combattere la carie dei denti, non solo fanno in modo che il sistema immunitario si comporti come se fosse il sistema immunitario di una vecchia persona, ma cagiona anche dei danni autoimmuni in tutto il corpo ed accelera il processo di invecchiamento del corpo.
La bassa concentrazione in cui i fluoruri di sodio esercitano il loro effetto deleterio mostra chiaramente che in realtà non esiste una concentrazione di fluoruro di sodio che non sia dannosa.
Lo stesso problema si riscontra nell’acqua potabile "fluorata" per, dicono i "tromboni del potere sanitario", combattere la carie dei denti. ....
Il FLUORURO
Il fluoruro è stato l'elemento chimico chiave per la costruzione della bomba atomica. Si, stiamo parlando di un derivato del fluoro contenuto nel dentifricio che usiamo tutte le mattine o nelle gomme da masticare vendute a coloro che non hanno neanche il tempo di lavarsi i denti.
Dopo circa 50 anni (periodo in cui è stata scoperta la bomba atomica) che gli americani hanno cominciato ad aggiungere fluoruro alle loro sorgenti idriche per ridurre le carie dentali, sono stati resi pubblici dei documenti che mettono seriamente in discussione la sicurezza del fluoro e la buonafede del governo americano.
Diversi scienziati legati al progetto della bomba A condussero degli studi sui fluoruri concludendo che il fluoro provoca seri danni al sistema nervoso centrale e al nostro organismo in generale.
Molti di questi rapporti furono classificati segreti per "ragioni di sicurezza nazionale" e molti altri sparirono dagli archivi statali.
Il conflitto di interessi è chiaro: se si fosse reso pubblico che l'esposizione al fluoro è dannosa, il progetto della bomba A, i suoi fornitori e tutte quelle istituzioni ad esso legate, sarebbero state annientate da uno scandalo dalle immense proporzioni e dalle relative cause intentate per danni alla salute pubblica.
Così tutto fu messo a tacere, ma nonostante ciò gli studi sugli effetti del fluoro dovevano continuare, anzi servivano cavie umane. Esiste forse un modo migliore che metterlo nelle tubature dell'acqua con la scusa della salute dentale dei nostri figli ? Ed ecco subito organizzati convegni, pubblicità e associazioni di medici e dentisti preposte a pubblicizzare e a rassicurare la gente sull'utilizzo del fluoro e dei suoi "effetti benefici".
Il risultato fu dei migliori: la gente accettò l'utilizzo del fluoro come salvaguardia della propria salute dentale, furono smentite tutte le implicazioni del fluoro con diverse malattie che colpirono operai e persone che abitavano nei pressi delle fabbriche che producevano questo materiale di scarto altamente tossico e inoltre, a loro insaputa, diventarono tutti potenziali cavie da laboratorio su cui studiare gli effetti dell'ormai beneamato fluoro.
Molti sono gli studi e le argomentazioni che attestano la pericolosità del fluoro e grazie a Joel Griffiths e Chris Bryson un medico scrittore e un giornalista indipendente si sta facendo luce su questa sconcertante situazione.
Uno degli effetti più evidenti dei fluoruri sul nostro organismo è quello sul sistema nervoso centrale. Diversi studi mostrano come ripetute dosi di quantità infinitesimali di fluoro possono ridurre nel tempo ogni forza individuale di resistere alla dominazione, con l'avvelenamento e la narcosi di una certa area del cervello, rendendo così l'individuo sottomesso alla volontà di quelli che desiderano governarlo.
Sono molte le evidenze storiche che mostrano accordi tra il governo americano e il regime di Hitler per il finanziamento del progetto della fluorizzazione delle acque dei paesi conquistati per renderli docili al controllo e alla dittatura.
I fluoruri sono dei materiali di scarto di molte industrie chimiche e la loro sicura distruzione ha dei costi così elevati che hanno costretto i "poveri industriali ad industriarsi per trovare una soluzione
alternativa e più economica!".
E così, una sostanza tossica di scarto è stata trasformata in una fonte di immensi guadagni.
Oggi l'impiego del fluoro viene utilizzato per la realizzazione dei seguenti prodotti:
1) Refrigeranti e propellenti
Il risultato è un bel buco nell'ozono e un'ulteriore inquinamento grazie al naturale riciclo delle piogge che riportano sulla terra e quindi in tutto quello che mangiamo e beviamo le sostanze dannose che immettiamo nell'aria.
2) I Farmaci
Per incrementare la biodisponibilità degli ingredienti contenuti nei farmaci, molti prodotti delle case farmaceutiche vengono alogenati. La proclamata intenzione dei farmacisti nell'additivare di floruro un prodotto, è di potenziarne ulteriolmente l'attività metabolica, e perciò le sue proprietà terapeutiche. Ma, potenziando l'effetto del rimedio, verranno anche aggravati gli effetti collaterali e l'industria "terapeutica" guadagna soldi da due parti: dal trattamento della malattia originale e, di conseguenza, dal dover poi porre rimedio agli effetti collaterali provocati dal trattamento stesso.
3) Tranquillanti
Sono tutti agenti anti-colinergici che agiscono sul sistema nervoso centrale causando depressioni cardiache e respiratorie. Effetti: consenso, letargia, apatia e... stupidità ed ignoranza da fluoro !
4) Anelgesici, ovvero incoscienza al fluoro
Come per i tranquillanti sono tutti anti-colinergici e gli effetti sono gli stessi.
Vi sono studi scientifici che dimostrano come la discendenza degli anestesisti ha un numero maggiore di difetti di nascita superiore alla media.
5) Sterminatori Fluorurati
Come al punto 3 e 4 i gas chimici per uso bellico sono alogenati. I gas per l'ordine pubblico, i gas lacrimogeni sono alogenati e i mortali gas nervini come il Soman e il Sarin sviluppati in Germania (casualmente usati durante la seconda guerra mondiale nei campi di sterminio) sono entrambi fluorurati. La morte immediata dovuta all'esposizione di questi gas è il risultato del blocco istantaneo della catalisi e dell'azione dei nervi, causando un effetto anti-colinergico (blocco enzimatico) e la conseguente cessazione delle funzioni del cuore e dei polmoni.
La nostra società continua ad essere "bombardata" da sostanze dannose che ci vengono vendute come rimedi per questo e quell'altro problema o come sostanze miracolose, arrivando addiritura all'immissione di queste sostanze nelle nostre tubature per renderle alla "portata di tutti" raggirando in modo subdolo e meschino la liberta di scelta dei consumatori: consumatori lo siamo tutti, lo è anche il barbone che si disseta bevendo "ignaro" alle fontanelle comunali poste nel giardino dove risiede.
Ricordiamo che:
Il dott. Ionel Rapaport, un ricercatore dell’Università del Wisconsin, ritiene che ci sia un legame diretto tra l’incidenza del mongolismo e l’acqua potabile fluorizzata. Effettivamente una percentuale superiore alla media di casi di mongolismo è stata riscontrata in quelle zone dove lo scoloramento dello smalto dei denti indica un eccesso di fluoruri nell’acqua.
Dosi molto alte possono causare la fluorosi scheletrica (indurimento anormale delle ossa) che è associata a dolori artritici, debolezza, rigidità delle articolazioni, danno al sistema nervoso e paralisi. Questo disturbo può presentarsi dopo aver assunto dosi quotidiane di fluoruro dai 20 agli 80 mg o dai 72 ai 285 mg di fluoruro di sodio per 20 anni. Dosi elevate di fluoruro di sodio (dai 40 ai 70 mg al giorno) possono causare pirosi e dolore ai piedi e alle caviglie. Sono attualmente sotto studio nuove forme che elimineranno questi effetti collaterali.
E’ stato sostenuto che il fluoro può essere un agente cancerogeno, ma non esiste nessuna prova scientifica di una tale affermazione. Malattie come la sindrome di Down sono state correlate all’acqua fluorizzata.
Il calcio è un antidoto in caso di intossicazione da fluoro.

25 settembre 2007

Chi ha fermato Cheney dall'attacco nucleare?


Mentre i nostri tg cominciano sempre con la cronaca di Garlasco, avvenimenti importanti vengono tenuti celati all'informazione di massa. Solo la rete scandaglia le informazioni e aggiunge sempre qualcosa a quello che è ufficiale. Molti, non vedono l'ora di dire la verità, tanto non sappiamo più quanto sia grande la bugia. Abbiamo perso i punti di riferimento, purtroppo. Troppa menzogna, porta a minimizzare o tollerare l'ignoranza o l'arroganza altrui. Siamo al Brigantaggio culturale.

Qualche giorno fa un aereo militare statunitense ha scorrazzato carico di testate nucleari da una base militare all’altra. Questa notizia ignorata dai media di tutto il mondo, è allarmante perché conferma i venti di guerra e il piano americano per la distruzione dell’Iran. Sei degli uomini destinati a questa missione di trasporto delle testate nucleari sono morti “stranamente” nei giorni scorsi. Incidenti stradali, morti accidentali e morti per cause sconosciute, sembrano essere le cause di decesso. Se credete alle coincidenze potete terminare la lettura in questo momento.
Se invece pensate che tutto questo sia strano o poco chiaro, allora converrete con me che la macchina da guerra sia ormai pronta per attaccare. Notizie di oggi confermerebbero che le stesse testate nucleari siano in partenza dalla base Barksdale Air Force , nella Lousiana, dirette verso il Medioriente.
Tuttavia questa volta sembra che molti ufficiali di alto rango, stiano mettendo i bastoni fra le ruote al dittatore Bush. Fermenti contrari al volere del presidente, stanno animando guerre intestine all’interno delle forze armate, tanto da rompere i piani e la data dell’attacco. Non credo che questa guerra si possa evitare, tuttavia l’amministrazione Bush ha stancato e deluso davvero tutti. Alcuni dei passeggeri stanno abbandonando la nave americana che sta per scagliarsi verso l’ultima guerra di distruzione totale.
Israele allo stesso tempo sembra spianare la strada agli alleati, preparando tutto il supporto possibile. Qualche giorno fa ha effettuato una dimostrazione di potenza alla confinante Siria.
Tutto sembra essere pronto. Il petrolio è alle stelle, gli speculatori finanziari hanno scommesso nel crollo delle borse entro fine settembre, le testate nucleari e le forze assegnate in Iraq stanno per prendere posto in Iran, tutto sembra essere pronto. Manca solo un grande “false-flag”, un evento catastrofico che prepari il popolo americano a questa nuova devastante guerra.
Mi chiedo se i soldati uccisi dal governo statunitense saranno di esempio a tanti altri fratelli commilitoni, immolati da un governo che sfrutta le vite umane per scopi meschini, che illude i giovani patrioti americani e li spinge a compiere crimini contro l’umanità.
Ai posteri…
freenfo

L'informazione senza contenuto.

Qualcuno parla di democrazia senza contenuti, ma è così?
Possiamo scegliere i candidati o, come dice Sartori, solo quello il leader che non vogliamo, il resto un'organizzazione a delinquere?

Sabina Guzzanti sull'informazione dei Tg

24 settembre 2007

La Casta promette ma non mantiene. Come mai?


Cosa deve accadere, perché capiscano? Devono esplodere il Vesuvio, fallire l'Alitalia, rinsecchirsi il Po, crollare la Borsa, chiudere gli Uffizi, dichiarare bancarotta la Ferrari? Ecco la domanda che si stanno facendo molti cittadini italiani. Stupefatti dalla reazione di una «casta» che, nel pieno di polemiche roventi intorno a quanto la politica costa e quanto restituisce, pare ispirarsi a un antico adagio siciliano: «Calati juncu ca passa a china», abbassati giunco, finché passa la piena. Un giorno o l'altro la gente si rassegnerà...

Non sono bastati infatti mesi di discussioni su certi privilegi insopportabili di quanti governano a livello nazionale o locale, decine di titoli a tutta pagina di quotidiani e settimanali, ore e ore di infuocati dibattiti televisivi, code mai viste nelle librerie di lettori affamati di volumi che li aiutassero a capire. Non è bastata la sbalorditiva rimonta nella raccolta delle firme del referendum elettorale che dopo essere partita maluccio è arrivata in porto trionfalmente. Non sono bastate le piazze stracolme intorno a Beppe Grillo e le centinaia di migliaia di sottoscrizioni alle sue proposte di legge di iniziativa popolare.
Macché: non vogliono capire. Non tutti, certo. Ma in troppi non vogliono proprio capire. Lo dimostra, ad esempio, il bilancio appena varato della Camera dei deputati. Dove una cosa spicca su tutte: dopo tante dichiarazioni di buona volontà e pensosi inviti a rifiutare ogni tesi precostituita e sospirate ammissioni che alcuni «benefit » erano proprio indifendibili e solenni impegni a tagliare, le spese sono cresciute ancora. E ben oltre l'inflazione. Il palazzo presieduto da Fausto Bertinotti era costato nel 2006, quando i primi mesi erano stati gestiti dalla destra, 981.020.000 euro: quest'anno, alla faccia di quanti sostenevano che tutta la colpa fosse della maggioranza berlusconiana che aveva lasciato una «macchina » spendacciona, ne costerà 1.011.505.000. Con un aumento del 3,11 per cento: il doppio dell'inflazione.

LE SPESE PER I VIAGGI - Quanto ai viaggi, le polemiche sull'uso spropositato degli aerei di Stato prima nell'era berlusconiana e poi nell'era unionista, sono scivolate via come acqua. Basti dire che le spese di trasporto, alla Camera, aumentano del 31,82%. Diranno: è perché da questa legislatura ci sono 12 deputati degli Italiani all'estero che devono tenere i rapporti con i nostri elettori emigrati. Costoso ma giusto. Tesi inesatta. È vero che 1.450.000 euro (121 mila per ogni parlamentare) se ne vanno in «trasporti aerei circoscrizione estero». Ma il costo complessivo dei viaggi aerei, al di là del via vai di questa pattuglia di deputati «esteri», salirà da 6 milioni a 7 milioni 550 mila. Un'impennata sconcertante.
Ma mai quanto quella dei costi dei gruppi parlamentari. La regola sarebbe chiara: si può dar vita a un gruppo parlamentare se si hanno almeno 20 deputati. Su questa base, all'inizio della legislatura avrebbero dovuto essere otto. Ma grazie alle deleghe concesse dal subcomandante Fausto sono saliti via via a quattordici. Con una moltiplicazione delle sedi (che ha costretto a prendere in affitto nuovi uffici nonostante i deputati potessero già contare su spazi procapite per 323 metri quadri), delle segreterie (più 12,3% sul 2006), delle spese varie. Al punto che i contributi ai gruppi, che nel 2005 erano pari a 28 milioni 700 mila euro e nel 2006 erano già saliti a quasi 33, sono cresciuti ancora fino a 34.300.000 euro. Cioè quasi 14 in più rispetto a sette anni fa. Il che vuol dire che nel quinquennio berlusconiano e in questa successiva stagione unionista, il peso di questi gruppi sulle pubbliche casse è cresciuto del 67,4 per cento.

DEMOCRAZIA E ANTIPOLITICA - Tutti «costi della democrazia»? Pedaggi obbligatori che altri paesi non pagano (non così, non così!) ma che gli italiani dovrebbero essere felici di versare per tenersi stretti «questo» sistema parlamentare, «questa» macchina pubblica, «questi» governi statali, regionali, provinciali, comunali che i loro protagonisti presentano, facendo il verso al «Candido» voltairiano, come il migliore dei mondi possibili? Tutti costi impossibili da ridurre al punto che il bilancio della Camera prevede già di costare come prima e più di prima anche negli anni a venire a dispetto di ogni dubbio e di ogni critica? Dice la storia che la Regina Elisabetta, invitata dal governo inglese a tagliare, ha preso così sul serio questo impegno che la spesa pubblica per la Corona è scesa dai 132 milioni di euro del 1991-1992 a meno di 57 milioni.
Eppure, guai a ricordarlo. C'è subito chi è pronto a levare l'indice ammonitore: attenti a non titillare l'antipolitica, attenti a non gonfiare il qualunquismo, attenti a non fare della demagogia. Ne sappiamo qualcosa noi, ne sa qualcosa chiunque in questi mesi ha rilanciato con forza alcune denunce, ne sa qualcosa Beppe Grillo. Ma certo, non tutto quello che ha detto il «giullare- à-penser» genovese può essere condiviso. Dall'invettiva del «Vaffanculo Day» lanciata in un Paese che ha bisogno come dell'ossigeno di un linguaggio più sobrio fino all'appoggio alle tentazioni di rivolta fiscale. Un acerrimo avversario dello Stato italiano come Sylvius Magnago, straordinario protagonista di durissimi scontri in difesa dei sudtirolesi di lingua tedesca, lo ha spiegato benissimo sottolineando di sentirsi «un patriota austriaco ma un cittadino italiano»: «prima» si devono pagare le tasse, «poi» si può dare battaglia.

Ma quale autorevolezza hanno per liquidare Grillo quanti per anni e anni non sono riusciti a dimostrare la volontà, la capacità, la credibilità, la forza per cambiare sul serio questo Paese? L'Umberto Bossi che intima a Grillo che «occorre stare attenti a non esagerare» non è forse lo stesso Bossi che diceva che «il Vaticano è il vero nemico che le camicie verdi affogheranno nel water della storia»? Gerardo Bianco che al Grillo che vorrebbe un limite massimo di due legislature risponde dicendo che «non bisogna seguire la piazza a rimorchio di istrioni della suburra» non è lo stesso che siede in Parlamento dal 1968? E il Massimo D'Alema che liquida gli attacchi di Grillo ai partiti dicendo che per sua esperienza «se si eliminano i partiti politici dopo arrivano i militari e governano i banchieri» non è lo stesso che nei giorni pari dice che «la politica rischia di essere travolta come nel 1992» e nei dispari che «i costi della politica sono un'invenzione di giornalisti sfaccendati»?
E la destra che, Udc a parte, ha firmato col proprio questore il bilancio della Camera e poi si è rifiutata di votarlo nella speranza di cavalcare la tigre, non è quella stessa destra che governava con una maggioranza larghissima nei cinque anni in cui le spese delle principali istituzioni pubbliche sono cresciute di quasi il 24 per cento oltre l'inflazione? Per quel po' di esperienza che abbiamo fatto in questi mesi dopo l'uscita del nostro libro, incontrando diverse migliaia di persone, ci andremmo molto cauti, prima di liquidare l'insofferenza di milioni di cittadini, confermata inequivocabilmente dai sondaggi e dalle analisi di Ilvo Diamanti, come «tentazioni antipolitiche». Noi abbiamo visto piuttosto crescere una nuova consapevolezza. Quella che «prima» del legittimo diritto di ognuno di noi di sentirsi di destra o di sinistra, abbiamo tutti insieme un problema: una politica che ha allagato la società. E che, come dimostra il dibattito di queste settimane, non ha la forza non solo per risolvere i problemi ma neppure per metterli sul tavolo.

BILANCI TRASPARENTI - È «antipolitico» chiedere come mai non vengono neppure ipotizzati l'abolizione delle province o l'accorpamento dei piccoli comuni? Che tutte le amministrazioni pubbliche siano obbligate a fare bilanci trasparenti dove «acquisto carta da fax» si chiami «acquisto carta da fax» e «noleggio aerei privati» si chiami «noleggio aerei privati» così da spazzare via tanti bilanci fatti così proprio per essere illeggibili? Che anche il Quirinale metta in Internet il dettaglio delle proprie spese come Buckingham Palace? Che venga rimossa quella specie di «scala mobile» dell'indennità dei parlamentari ipocritamente legata a quella dei magistrati due decenni abbondanti dopo l'abolizione del meccanismo per tutti gli altri italiani? Insomma: viva le istituzioni, viva il Parlamento, viva i partiti. Però diversi: diversi. E soprattutto: è antipolitico chiedere che certi politici italiani la smettano di essere così presuntuosi da pretendere di identificarsi automaticamente con la Democrazia?
Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella

22 settembre 2007

Il Pc rispose :"Sì, adesso Dio esiste!"


Il computer ha un processore principale al suo interno e organo decisionale, vera "mente " del PC, dalla quale passano tutte le informazioni in entrata ed in uscita. Un mini-programma è contenuto nella memoria non volatile [ROM – Read Only Memory] che racchiude tutte le informazioni permanenti, installate in fase di “creazione” della macchina. Esso è il vero DNA o codice genetico del computer.
La memoria centrale [RAM – Random Access Memory] trattiene le informazioni finché la macchina rimane accesa. Possiamo paragonare questa RAM con la memoria a corto termine dell’uomo.
Poi la memoria di massa permette di aggiungere un innumerevole numero di dati nella macchina, e di conservarli in modo permanente. Potremmo paragonare questa memoria, sia alla memoria a lungo termine dell’uomo, sia a dei libri sui quali l'uomo archivia tutto. Infine bisogna aggiungere che per poter funzionare, ma soprattutto comunicare con l’operatore umano, la macchina ha bisogno di un linguaggio chiamato "sistema operativo" [OS] che come un traduttore simultaneo interpreta e traduce tutte le comunicazioni e le interazioni tra uomo e macchina. Già da questo possiamo notare nettamente la similitudine tra computer e uomo, che per ora abbiamo analizzato solamente nei fondamentali più semplici.
Sempre di più negli ultimi anni.. suoni, immagini e scene video sono creati a partire dai computer. I suoni digitalizzati invadono le nostre musiche che oramai sono quasi tutte composte al computer partendo da 'basi sintetizzate'. Bè, potrebbe obiettare più di qualcuno, che problema c'è? Gli mp3 sono la rivoluzione tecnologica più stupefacente degli ultimi anni.. mmh.. sì avete letto bene “STUPEFACENTE”, nel senso annesso alle sostanze allucinogene. Se non vi siete mai chiesti come si sia potuto raggiungere un tasso di compressione musicale tanto elevato da far entrare centinaia di brani in pochi megabyte..? Allora è tempo che ve lo chiediate! La spiegazione prima e ufficiale è il “taglio” di molte frequenze non percettibili dall'orecchio umano e quindi “inutili” nell'ascolto della musica.. ma in realtà quali parti vengono tagliate e perché? Inoltre perchè alle parti tagliate vengono aggiunte, nello stesso tempo, altre frequenze che ugualmente non sono udibili dall'orecchio umano?

COSA STANNO FACENDO?
Andate a leggere questi due brevetti che sono stati applicati anche agli mp3. [United States Patent 4,777,529 Schultz, et al. October 11, 1988] e [United States Patent 5,159,703 Lowery, October 27, 1992] questi sono i due fondamentali ma ce ne sono altri che potete ricercare voi stessi qui: “http://patft.uspto.gov/netahtml/search-adv.htm”.
Anche per le immagini digitali è lo stesso discorso. Con le immagini virtuali create da un computer, oggi possiamo vedere delle scene reali ma che non esistono nella realtà! Create direttamente dal computer, sono presenti dappertutto sugli schermi del cinema e della televisione . Così, ci dovremmo chiedere non solo se ciò che vediamo e udiamo con i nostri sensi oggettivi esiste realmente ma “qual è il vero fine di questa mastodontica finzione inserita nella nostra realtà”.
Infatti molte volte succede che non vediamo e non ci accorgiamo di immagini, suoni e impulsi luminosi di varie frequenze che sono però realmente presenti all'interno di una scena. Per non parlare qui e ora delle immagini subliminali, ma per far percepire il problema, soffermiamoci solo sulle immagini stereo "3D" apparse da qualche anno e create dal computer. Si tratta di un disegno che implica la ripetizione di un tema qualunque. Guardando l’immagine da una determinata angolazione, è possibile vederci apparire all'interno una seconda immagine, in rilievo. Dietro questa immagine però può nascondersi una seconda immagine e pure una terza… L’osservatore ha quindi l’impressione di utilizzare un’altro tipo di vista che gli permette di scoprire cose nascoste dietro l’incomprensibile 'prima immagine', e di passare quindi su un'altro piano di percezione. Quindi dato che vediamo ciò che non esiste [le immagini digitali] e non percepiamo vedendolo immediatamente ciò che invece è davanti ai nostri occhi [immagini nascoste e impulsi luminosi], dobbiamo prima chiederci se il mondo esiste tale quale i nostri sensi oggettivi lo descrivono. E cosa molto più importante; chiederci se nella nostra realtà siano inserite altre realtà o dimensioni che solamente con la giusta angolazione si possono vedere [Matrix].
Questo ci fa venire in mente un altra applicazione dell’informatica. La realtà virtuale. Così, ad esempio, due persone si incontrano "virtualmente" - grazie a questa tecnica – nell’arena del Colosseo a Roma [oggi solo in parte intatto, ma ricostruito virtualmente con immagini sintetizzate - ndr], quando in realtà una era a Roma e l’altra era a New York. Con questo genere di tecnologia avviene un annullamento dello spazio e del tempo
Dobbiamo renderci conto, dunque, che il computer, sia nella struttura genetica intesa come 'cuore' del sistema, che nell’utilizzo, possiede punti in comune con l’essere umano. Il mondo virtuale della macchina è l'immaginazione dell'uomo, la riproduzione musicale sintetica della macchina è la capacità umana di riprodurre mentalmente musiche ascoltate, la memorizzazione in data base di informazioni e la loro ricerca è la capacità della mente umana di ricordare.L’uomo ha forse voluto creare una macchina a sua immagine e somiglianza?
La nostra società ha forse generato un Golem, come enunciato nella 'Qabbalah', oppure un mostro come quello di Frankenstein che gli si rivolgerà contro?
Ma se le vibrazioni energetiche insite nella nostra materia sono peraltro contenute in una simile macchina, né la Vita, né la coscienza, né lo spirito.. sono però presenti in essa, 'obietterà qualcuno'. Vero solo oggi.., per quello che “presupponiamo di sapere” sulla nostra realtà, ma di fatto.. progetto reale già realizzato nelle crypte sotterranee dai veri “poteri sovranazionali”.
In effetti una parte di questo progetto viene pubblicizzata per abituare le menti dei popoli all'idea di questa autonomia decisionale e vita cosciente della macchina. Grazie "all’intelligenza artificiale", già oggi viviamo immersi in decisioni prese proprio dalla mente della macchina. Programmi “intelligenti” dirigono lavatrici, frigoriferi, forni, lavastoviglie, ecc. per citare le cose a cui non diamo importanza, sino ad arrivare ai comportamenti autonomi e intelligenti di mezzi ed entità nelle realtà virtuali non solo di videogiochi ma anche di tutte le infrastrutture umane sia civili che [soprattutto] militari e di cui si è già parlato in parte .
Questo progetto ha come scopo di modellare e di riprodurre nelle macchine il comportamento intelligente e cosciente dell’uomo. Per questo sfrutta altri campi, quali la psicologia cognitiva, la linguistica, la psicolinguistica, la filosofia e la logica. Così è già possibile oggi che delle macchine non siano 'solamente' capaci di far volare e controllare aerei, elicotteri, satelliti e navicelle spaziali, ma di interagire con l'uomo e di prendere decisioni, utilizzando programmi sviluppati dagli studi sull'intelligenza artificiale. Allo stesso modo, abbiamo visto comparire il concetto di "sistema esperto", software capace di adottare il ragionamento di un esperto in un ramo specifico [per esempio la diagnosi nelle riparazioni auto, l’individuazione di malattie genetiche o l’identificazione, la classificazione e il riconoscimento di cose e persone - ndr].
L’intelligenza artificiale è articolata principalmente in due aspetti: la rappresentazione della conoscenza ed il ragionamento. Diversi modi di ragionare sono quindi riprodotti sulle macchine: “deduttivo, induttivo, per analogia, sulla base di casi ed esempi, per reti di neuroni artificiali, per reti di computer utilizzati nelle varie conoscenze umane”. Alcune ricerche sono guidate verso diversi mezzi di rappresentazione delle conoscenze: “logica dei predicati, logica temporale, reti semantiche, scritture, rappresentazioni orientate, oggetti.. ecc”.
Il concetto di "metaconoscenza" è anch’esso interessante. Riguarda la "coscienza della conoscenza", in altre parole il plasmare ciò che conosciamo. Così, il computer può, dotato di tale metaconoscenza, essere capace di “autoanalizzarsi”, dissociando ciò che conosce da ciò che ignora, avendo dunque "coscienza" della propria conoscenza.
Legato alle conoscenze ed al ragionamento, appare pure il concetto di "apprendimento automatico". Si tratta programmi logici che permettono alla macchina di imparare da sola [senza intervento umano – ndr] nuove conoscenze sulla base di casi concreti, di "situazioni vissute" [proprio dall'uomo – ndr] e già descritte in questi due articoli. Per questo internet come mezzo per raccogliere enormi quantità di tali esperienze di vita e conoscenza è lo “STATO DELL'ARTE” di questo progetto. Qui compare anche il concetto di intelligenza artificiale distribuita (DAI), che utilizza sistemi multi agenti (MAS) composti da un insieme di agenti artificiali autonomi [vedi allegato – ndr], cioè di diversi programmi capaci di comunicare fra di loro e di interagire con lo scopo di risolvere un preciso problema a livello globale. Così, i computer si associano [come gli uomini – ndr] per realizzare compiti complessi, ognuno essendo più o meno specializzato in un campo specifico e "subalterno" ad altri computer. Qui ancora, ritroviamo come l’uomo provi a creare a sua immagine e somiglianza un essere capace di assecondarlo, di aiutarlo, oppure “di sostituirlo” nel compimento di varie mansioni. Ritroviamo soprattutto il pensiero cabalistico del Golem.. ma con quale fine..?
Il libro base della Qabbalah, il "Sepher Yetzirah", insegna le capacità creative dalla combinazione delle lettere [ebraiche]. Rabbi Eleazar de Worms, cabalista del passato, spiega che è la forza creativa delle combinazioni di lettere [il Verbo Divino] che permise a Dio di creare il mondo e che permise all’uomo di creare un essere artificiale: il Golem. Moshe Idel, commentando Eleazar de Worms, scrive a proposito della creazione di un uomo artificiale: "L’operatore crea una figura o un corpo dalla polvere; questa forma è chiamata Golem… L’operazione che consiste nel pronunciare le lettere dell’alfabeto incomincia solo dopo il plasmare della forma umana… Una volta che il materiale è pronto, l’operatore comincia il procedimento che comprende fra l’altro la recita delle lettere dell’alfabeto. L’operatore crea 231 combinazioni di lettere che corrispondono ad altrettanti “portali”.
Il Golem viene creato quindi come un essere basato sul linguaggio, così come il computer. Così, le antiche discussioni tra rabbini che sembravano appartenere ad una mistica arcaica e sorpassata dal progresso della scienza e della tecnologia, si trovano essere al centro delle attività scientifiche più moderne. I vecchi interrogativi etici dei saggi della tradizione ebrea sul tema del Golem, assumono solo oggi tutto il loro significato. Henri Atlan, nella prefazione del libro di Moshe Idel, ci invita a porci il problema sullo statuto morale di un 'tale essere' ed in particolare sulla sua autonomia e delle sue responsabilità davanti alla legge.
Come il Golem creato dal fango della terra è reso vivente al servizio dell'uomo tramite un 'codice di parole'... così il Golem informatico creato dalla materia è reso vivente al servizio dell'uomo tramite un 'codice binario'... esso è reale, presente nella nostre vite e vive accanto a noi, crescendo di giorno in giorno.
Con quale fine ultimo...? Forse quello della creazione dell'immagine della bestia preannunciata nelle profezie?
In “La risposta” (Answer, 1954) di Fredric Brown, il più potente computer dell’universo viene finalmente inaugurato. Può rispondere a qualsiasi domanda, e quando gli viene chiesto se Dio esista, egli risponde implacabile: «Sì, adesso Dio esiste!»

Bojs

Il cellulare la nostra delizia? o Croce?



Parliamo del nostro più caro amico che da una decina di anni oramai ci accompagna costantemente tutto il giorno, da un buon risveglio alla mattina sino alle coccole con dolci microonde durante la notte appoggiato lì sul comodino affianco a noi. Puntualmente a ritmo ciclico, escono studi e ricerche promossi ed effettuati da importanti università o centri di ricerca circa la non correlazione causata dall'uso dei cellulari e il sorgere o amplificarsi di malattie altamente degenerative. Per ogni piccolo ricercatore che asserisce la grande pericolosità di questi apparecchi sono pronti orde di altri ricercatori, medici, luminari (?) e studiosi pronti ad apparire sulle stampe e tv di mezzo mondo, e smentire tutto o meglio dimostrare tutto il contrario di tutto.

Io intanto riporto qui i risultati delle mie ricerche eseguite sulla rete, e mi raccomando tenete ben aperte le finestre perchè alla fine dell'articolo penso che qualcuno stabilirà il record mondiale di lancio di un telefono cellulare dal balcone ;-)

● Sintomi soggettivi riportati dopo un uso prolungato del cellulare
Diversi sono i sintomi soggettivi riscontrati dopo un uso prolungato nel tempo del cellulare: vertigini, disagio, difficoltà di concentrazione e memoria, fatica, calore all'orecchio e dietro allo stesso, sensazione di bruciore al volto. Alcuni studi scandinavi hanno coinvolto 6379 utenti di telefoni GSM e 5613 di telefoni NMT (analogici) in Svezia e 2500 utenti di un gruppo e dell'altro in Norvegia (Sandstrom et al., 2001; Wilen et al., 2003). Questi studi tenevano conto dell'assorbimento di energia (SAR) nelle strutture cerebrali adiacenti all'orecchio e del tempo di utilizzo giornaliero dell'apparecchio, stimato in base al numero delle chiamate e alla loro durata. La conclusione raggiunta è che alcuni sintomi soggettivi come vertigini, disagio e calore dietro all'orecchio sono correlati ad elevati valori di assorbimento di energia (>0,5 W/Kg) e a lunghe e ripetute chiamate giornaliere.

● L’uso frequente dei telefoni cellulari nei giovani potrebbe danneggiare nel cervello le sedi dell’apprendimento, della memoria e del movimento.

● Gli utilizzatori di lunga data dei cellulari hanno significativamente più probabilità di sviluppare un certo tipo di tumore cerebrale sul lato della testa accostato al cellulare. Lo rivela una nuova ricerca.
I risultati sembrano indicare rischi per la salute nelle persone che hanno usato regolarmente i cellulari da più di 10 anni. Uno studio su larga scala ha trovato che coloro che hanno usato regolarmente i cellulari per più di 10 anni erano quasi il 40% più esposti allo sviluppo di tumori del sistema nervoso, detti gliomi, in prossimità della zona dove viene tenuto il telefonino

● Portare il cellulare attaccato alla cintura dei pantaloni o in tasca potrebbe non essere una buona idea. Ad affermarlo sono gli studiosi ungheresi che da qualche tempo stanno studiando la possibilità che l'uso del telefonino riduca la fertilità maschile

Dopo aver attraversato la pelle, i muscoli del viso e le ossa del cranio, queste onde elettromagnetiche arrivano a 2 cm. di profondità dalla regione più superficiale, ma anche la più sensibile del cervello, il cortex o corteccia cerebrale. L'energia elettromagnetica è convertita in calore (altra forma di energia) provocando un aumento della temperatura del tessuto cerebrale. A livello della corteccia cerebrale questo aumento e di circa 1°C", spiega Luc Verschaeve, del gruppo di ricerca di Anne-Marie Maes, al "Vlaamse Intelling Voor Techonologisch Onderzoek" di Mol (Belgio). Tutto succede esattamente come in un forno a micro-onde, tranne che qui è il centro nevralgico del corpo umano che subisce il riscaldamento."Se si telefona regolarmente per lunghi periodi, non è impossibile che l'effetto termico finisca per ledere l'ADN cellulare e provocare dei tumori cancerogeni", precisa il Dott. Luc Verschaeve. In effetti l'ADN dei cromosomi porta i geni che programmano l'insieme delle caratteristiche della vita: é sufficiente che uno di loro sia leso perché i meccanismi vitali siano perturbati.

"Perché un cancro appaia è necessario che l'alterazione dell'ADN si situi a livello del gene che è all'origine della proteina p53", precisa Caroline Movret-Lalle, ricercatrice del "Centro di lotta contro il cancro Leon-Bérard" di Lione. "Questo gene è detto "soppressore di cancro", perché la proteina p53 che esso induce si oppone alla cancerizzazione della cellula quando questa è aggredita. Quando questo gene é leso, la proteina p53 é deficiente e non produce più il genone".

Le radiazioni dei cellulari (e dei ripetitori) interferiscono con il DNA delle cellule e col loro meccanismo di riparazione (Journal of Cellular Biochemistry).

Una ricerca sui topi che sempre più spesso vengono usati come cavie hanno dato una significativa risposta allo studio della grande pericolosità delle onde emesse, ricerca effettuata da un'equipe australiana del "Royal Adelaide Hospital" diretto dal Dott. Michael Rapacholi. Questi lavori sono stati pubblicati in "RADIATION RESEARCH", una rivista scientifica di alto livello.
I topi, sviluppano rarissimamente il cancro, anche nelle peggiori condizioni ambientali. I ricercatori hanno dunque utilizzato dei topi geneticamente programmati per sviluppare un linfoma, cancro del sistema linfatico. Due lotti di 101 topi sono stati costituiti. Uno é stato esposto per 18 mesi a dei campi elettromagnetici della stessa potenza di irradiazione dei cellulari mentre un gruppo-testimone era lasciato in condizioni normali. Fra i topi sottoposti a irradiazione elettromagnetica, 43 hanno sviluppato un linfoma contro 22 del gruppo testimone. Questi risultati sono stati contestati dai fabbricanti di cellulari i quali hanno fatto valere che siccome gli animali erano stati programmati per sviluppare un cancro. non si poteva attribuire i tumori alle onde elettromagnetiche. Ciò non toglie che l'esposizione alle onde provoca due volte più cancri. In ogni modo é generale che tutti i risultati che mettono in causa la telefonia mobile siano sistematicamente contestati e rifiutati dai fabbricanti di portatili.

Il Dott. Henry Lai, che lavorava sotto contratto con "WIRELESS TECHNOLOGY RESEARCH" (WTR), una società sotto tutela dei fabbricanti di cellulari, si é visto rifiutare la pubblicazione dei suoi lavori perché smentivano il credo dei fabbricanti. Per due volte la società WTR gli ha ritornato le copie affinché gli portasse dei ritocchi:
"Mi chiedevano di interpretare diversamente i miei risultati per renderli più favorevoli al telefono cellulare", scatta il ricercatore. La stessa disavventura é accaduta alla biologa Ross Adey che effettuava degli studi per conto di "MOTOROLA", uno dei giganti mondiali della telefonia mobile. Poiché il fabbricante rifiutava di ammettere le sue conclusioni, cioè l'effetto nocivo delle onde elettromagnetiche sugli animali di laboratorio, ha preferito far cessare la sua collaborazione scientifica "

Prima ancora di risolvere il problema della fame, della carenza di acqua e miglioramento delle condizioni di vita cari elettori io vi prometto:

Un cellulare per ogni abitante di questo pianeta!

Questa notizia è del 5 Giugno del 2006
"Il mercato dei telefoni cellulari va a gonfie vele: 224 milioni di unità vendute nel mondo nel primo trimestre del 2006. C'è stato un incremento nelle vendite del 23,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I dati sono forniti dalla società di ricerche Gartner che prevede che entro la fine dell'anno le vendite sfioriranno il miliardo di pezzi (960 milioni di unità). Il risultato incoraggiante non deriva certo da Europa dell'ovest o Nord America, dove si registra una certa stagnazione se non calo, ma piuttosto dai cosiddetti mercati emergenti."

Fatevi due conti ora capite perchè i cellulari ora fanno bene ora fanno male?
Niente di nuovo sotto il sole dunque.
A quale conclusione si può arrivare?
Che cellulare buono è un cellulare spento!
Cosa si può consigliare?
Personalmente vi posso suggerire in casa, o in ufficio non tenetevi il cellulare sempre nelle vostre vicinanze.
Almeno un metro è meglio di venti centimetri.
Se potete usate il vivavoce del cellulare, ma non sempre vi sarà possibile, ma sempre meglio che tenerlo sempre vicino l'orecchio.
E sopratutto non usateli sempre e comunque per ogni minima piccolezza, sarà banale, ma tornate indietro con la memoria e ricordate come facevate qualche anno addietro!

Cosa abbiamo fatto di male per meritarci Mastella?


di Voltaire

Incontro un’amica: “ecco, mi dice, per fortuna che c’e’ Annozero. Ieri la trasmissione ha permesso a chi non era come me a Bologna di ascoltare le parole di Grillo senza filtri e senza deformazioni. Che vergogna pero’ per giornali e telegiornali, e per tutta la classe politica. Beh, gli piaccia o no, lo sappiamo tutti che Grillo dipinge il Paese reale… Io per esempio incontro ogni giorno per lavoro gente che non ne puo’ piu’, che denuncia ingiustizie, imbrogli, prevaricazioni, reati frutto di strapoteri consolidati, e non sa piu’ a cosa votarsi per avere giustizia… La Giustizia?! Ha ragione Grillo: quello che ci impongono da anni e’ piuttosto il principio dell’Impunita’, madre di tutte le disgrazie attuali. Ma le persone sono stufe di doversi assoggettare alla corruzione totale imposta da questo sistema politico-affaristico, impermeabile a qualsiasi riforma reale… e’ per questo che la trasmissione di Santoro ha avuto milioni di telespettatori, questa classe politica ormai non fa piu’ presa. Cosa credono che pensi la gente quando sente dire al ministro di Grazia e Giustizia, nel giorno del suo insediamento, che si sente “piu’ vicino ai detenuti che ai magistrati”? Sara’ per questo che e’ ancora all’oscuro di quanto avviene per esempio intorno a certi uffici giudiziari di cui l’informazione non parla mai, su cui la tv non fa mai un’inchiesta: le cancellerie dei Tribunali e delle Procure, per esempio, oppure le sezioni fallimentari, oppure ancora quelle delle esecuzioni immobiliari.”.
E mi racconta a questo proposito la storia surreale occorsa ad una signora di Catania che coinvolta dieci anni fa suo malgrado in un fallimento societario dagli oscuri risvolti, convinta di ottenere giustizia fece le sue denunce a carabinieri, polizia e magistratura, e si e’ poi ritrovata a combattere contro un sistema organizzato di personaggi corrotti e avidi, insediati in tutti i gangli dell’iter giudiziario. Una rete di illegalita’ e di sistemico malaffare, nella palude gia’ melmosa del distretto giudiziario di Catania, con una mission unica: l’affare degli espropri immobiliari; una torta che non si molla per “consulenti” di specie varia e periti, bancari, ragionieri e avvocati, spesso in ottimi rapporti con circoli e segreterie politiche, sempre sottomessi agli amici degli amici….”Cambialari”li chiamano, una parola che anche i bambini sanno cosa indica. E nel caso si pari di mezzo qualche giovane legale perbene, intenzionato al suo dovere, ecco arrivare, alla prima udienza buona, anche l’opaca presenza in aula del solito Ignoto. Basta una comparsata mafiosa, per lanciare l’avvertimento.
Da dieci anni, continua la mia amica, la signora in questione combatte contro ogni sorta di cambialari (mentre le sue denunce finiscono regolarmente in fondo ai cassetti); nel frattempo, ha visto montare intorno a se’ l’onda muta delle storie come la sua, testimonianze che lasciano allibiti sui meccanismi, sulle connivenze insospettabili, sulle compromissioni spicciole, sul silenzio di tanti, stampa in testa. Sulla vastita’ del fenomeno, sul sentimento di impunita’ sbandierato dai corrotti come un vessillo di garanzia. Allora, possiamo chiedere al Ministro di Grazia e Giustizia di dedicare un po’ del suo tempo, magari dopo che ha risposto a Grillo blog su blog, al sistema dei “cambialari” nel distretto giudiziario di Catania (e se occorre negli altri )?
Possiamo chiedergli di stare piu’ vicino ai magistrati onesti, tanto piu’ che ai detenuti ci ha gia’ pensato con l’indulto?
Possiamo chiedergli di fare il suo dovere di ministro, dando finalmente corpo alla pratica della democrazia che e’ soprattutto rispetto delle regole, uguali per tutti e tutte?
E se non ne e’ capace, possiamo almeno chiedergli di andarsene a casa, a fare altro che il ministro come avviene in qualsiasi Paese normale, e senza che qualcuno ci accusi di antipolitica?
Di sicuro, avra’ tutto il tempo che vuole per scrivere a Grillo, magari per trarne addirittura beneficio. Noi grillini crediamo sempre nella redenzione dal peccato.

21 settembre 2007

Usigrai: Sul caso Grillo "teniamo famiglia"


In risposta alle accuse di Grillo e della Guzzanti.

di Usigrai
Il “ciclone Grillo” è il fenomeno del momento. Dal blog alla piazza, dalla piazza a televisioni e giornali è tutto un rincorrersi di insulti e analisi, espressioni di malessere e “vaffa” collettivi, critiche più o meno argomentate e repliche ormai scontate. Tv e giornali si accorgono del blog, il blog mette sotto accusa politica e informazione; i politici si chiedono dove sta Grillo, Grillo rovescia la sua oratoria sul che fa e non fa la politica e sui silenzi di un’informazione giudicata servile. Che ogni tanto siano utili gli scossoni può essere, ma che tutto e tutti siano degni di un “vaffa” rischia di diventare soltanto la brutta replica dello spettacolo del giorno prima. Si può giudicare discutibile l’opinione del direttore del Tg2, Mauro Mazza, su possibili derive violente di un’oratoria troppo accesa, ma certo le parole e il tono minaccioso e volgare della replica non aiutano a dimostrare il contrario.

In “Anno Zero” che ha offerto un quadro ampio e completo del fenomeno, Sabina Guzzanti ha “affondato” sull’informazione del Tg1, passata, presente e futura come se tutto fosse sempre uguale e pessimo, e sui giornalisti della Rai che dovrebbero lasciare il posto a “giornalisti veri”. Quali? In Rai ci sono giornalisti che tutti i giorni informano i cittadini sui grandi fatti del mondo, come sulla cronaca locale, al Tg1 come nella più piccola sede regionale. Gli stessi giornalisti e il loro sindacato si battono da anni per una Rai autonoma dalla “partitocrazia”, concentrata sull’informazione da “Servizio Pubblico”, libera dai citati e giustamente criticati “pastoncini” politici. Gli stessi giornalisti e il loro sindacato lavorano per la stabilizzazione dei colleghi precari… Cosa sono, giornalisti finti? Cosa dovrebbero fare, darsi un “vaffa” da soli per alimentare una catarsi collettiva e accontentare la Guzzanti? Lavorare quotidianamente per il futuro può essere meno popolare e coinvolgente di un “ciclone” che avvolge una piazza in una serata di Settembre, ma è una strada, un percorso da seguire con qualche “vaffa” in meno e qualche risultato in più.

I giornalisti, quelli televisivi, si giustificano, "teniamo famiglia", sono gli editori o direttori di rete che gestiscono le informazioni, noi solo manodopera di basso livello. Non c'è che dire ... se, cambiasse registro noi come "giullari" canteremo la vera gloria. La forza del quarto potere dov'è?
Nel paese delle menzogne di stato, ogni coraggioso è un eroe da sacrificare. Mentre Giovanbattista Vico e Benedetto XV ricordano la storia, noi dimentichiamo facilmente chi costruisce menzogne per scopi personali. Fino a quando?

Se non è possibile cambiare la realtà esistente cambia il metodo che rende la realtà obsoleta.

20 settembre 2007

Giudici militari: i nuovi fannulloni?


Stavo leggendo il corriere.it quando mi imbatto in una notizia che mi colpisce.
Non tutti i giornalisti sono servi dei poteri forti, poi quando ho letto la firma ho pensato subito a DonChischiotte. Una persona che stimo ed apprezzo quindi un nuovo capitolo della Casta. Il titolo forse è eccessivo ma possiamo permetterci di tenere distinte con la stessa professionalità (1378/28 = 50 volte) e utilizzati in modo tanto diverso?


Stremati da dieci settimane di pausa estiva, che per consuetudine comincia intorno al 10 luglio e si trascina fino all'ultima decade di settembre, i magistrati militari hanno deciso di tuffarsi di nuovo nel lavoro con un convegno internazionale. Nella bellissima Toledo. Dove, per attrezzarsi ad affrontare al meglio i mesi finali dell'anno quando sono attesi a volte perfino da tre udienze al mese (tre al mese!), sbarcano oggi in trentadue: un terzo di tutti i giudici con le stellette italiani. Perché mandare una delegazione di due o tre persone se tanto paga lo Stato?
Va da sé che, con questi precedenti, i giudici con le stellette hanno deciso che non era proprio il caso di fare gli sparagnini. E appena hanno saputo che nell'antica capitale della Castiglia organizzavano un congresso internazionale, si sono dati da fare. Certo, il tema del simposio («La legge criminale tra guerra e pace: giustizia e cooperazione in materie criminali negli interventi internazionali militari») non è una leccornia. Ma Toledo è Toledo. L'Alcazar! Il fondaco dell'Alhóndiga! Il Castillo de San Servando! La Plaza de Zocodover! La casa e i quadri del Greco tra cui la celebre «sepoltura del conte di Orgaz»! Fatto sta che la delibera del 5 giugno scorso era assai invitante: le spese del convegno (350 euro a testa, compresi il materiale didattico e i pasti all'Accademia di Fanteria), più le spese di viaggio e pernottamento, più il «trattamento di missione internazionale», più una indennità forfettaria giornaliera di un'ottantina di euro erano infatti a carico del ministero.
Un salasso? Ma no, avrebbe risposto la successiva delibera del 3 luglio.

Nonostante Padoa Schioppa stia sempre lì a pianger miseria, diceva il documento, «sono state individuate disponibilità finanziarie che consentono di coprire la spesa per la partecipazione al predetto congresso di tutti i magistrati richiedenti». Tutti? Crepi l'avarizia: tutti. Cioè 32. Tra i quali l'unico (unico) invitato come relatore, Antonino Intelisano. Vi chiederete: costi a parte, come farà la Giustizia militare a reggere per ben tre giorni senza un terzo dei suoi pilastri, dato che i giudici, da Vipiteno a Lampedusa, sono 103? Rassicuratevi: reggerà. Anche quando presidiano il loro posto di lavoro, infatti, non è che i nostri siano sommersi da cataste di fascicoli come i colleghi della magistratura ordinaria. Anzi.

I giudici della Procura Generale Militare presso la Cassazione, per dire, hanno dovuto sobbarcarsi nel 2006 (assistiti da 35 dipendenti vari, per circa metà militari e circa metà civili) sei udienze: una ogni due mesi, da spartire in quattro. I tre del Tribunale di Sorveglianza militare, che contano su 32 assistenti a vario titolo e hanno competenza sull'unico carcere militare rimasto aperto, quello casertano di Santa Maria Capua a Vetere do ve sono recluse solo persone in divisa condannate dalla giustizia ordinaria per reati ordinari, hanno un solo detenuto militare per reati militari: Erich Priebke, condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine.
Quanto ai dati complessivi, lasciano di sasso: i 79 magistrati «con le stellette» (in realtà non le portano per niente: sono giudici come gli altri solo che hanno scelto una carriera parallela) addetti ai nove tribunali sparsi per la penisola (Roma, La Spezia, Torino, Verona, Padova, Napoli, Bari, Cagliari e Palermo) e i loro 17 colleghi delle tre corti d'Appello (Roma, Napoli e Verona) sono chiamati infatti a lavorare sempre di meno. Al punto che nel 2006 hanno emesso, tutti insieme, un migliaio di sentenze su temi spesso irrilevanti se non ridicoli: circa 300 in meno dei verdetti penali (poi ci sono i civili) di un tribunale ordinario minore come quello di Bassano del Grappa.
Un esempio di carico di lavoro? Il presidente della Corte Militare d'Appello di Roma, Vito Nicolò Diana, quando dirigeva la sezione distaccata di Verona (dal 1992 a poco fa) aveva ottenuto non solo un alloggio di servizio nel cuore del centro storico della città scaligera (aiuto concesso solo ai militari che guadagnano stipendi assai minori) ma perfino il permesso di abitare nella capitale, in riva non all'Adige ma al Tevere. Insomma, una situazione assurda. Tanto che, dopo la prima denuncia del Corriere, i ministri della Difesa e della Giustizia, Clemente Mastella e Arturo Parisi, avevano scritto al giornale convenendo che si trattava d'un quadro «inaccettabile» e assicurando che «nel quadro del disegno di legge relativo alla riforma dell'Ordinamento Giudiziario» già approvato dal Consiglio dei ministri, erano stati decisi tagli drastici, «riducendo il numero complessivo degli Uffici Giudiziari Militari, giudicanti e requirenti, di ben due terzi: cioè da 12 a 4 (3 Tribunali e un'unica Corte d'Appello, senza Sezioni distaccate)». Bastarono tre giorni, però, perché il progetto venisse stralciato e quei buoni propositi fossero abbattuti come birilli dal vento delle proteste corporative.
Adesso, «per capire », vorrebbero fare una commissione di studio. La terza, dopo quella del 1992 varata dal ministro della Difesa Salvo Andò e quella del 2003/2004 presieduta dal procuratore generale Giuseppe Scandina. Nel frattempo la quota dei magistrati con le stellette che hanno tempo in abbondanza per gli incarichi extragiudiziari è salita al 36%, contro il 3% dei giudici ordinari. E il lavoro degli uffici, grazie a tutte le cose che sono cambiate a partire dall'abolizione del servizio di leva obbligatorio, ha continuato a calare, calare, calare. Fino a dimezzarsi quest'anno rispetto perfino al 2006. Benedetto Roberti, uno dei giudici che con Sergio Dini e pochi altri invoca da anni una riforma, ricorda che nel 1997, quando faceva il Gup a Torino, arrivò da solo a 1.375 sentenze. Sapete quante ne ha emesse quest'anno il giudice che fa quello stesso lavoro? Tenetevi forte: 28.
Gian Antonio Stella

19 settembre 2007

Mazza: Il Disinformatore di stato.



Il direttore della Tv di Stato pagato dal nostro canone si esibisce, oggi, con toni dai più ritenuti eccessivi, contro Beppe Grillo. Con premeditazione prende il suo editoriale e, invece di fare informazione, è pagato per quello, prende la pistola e spara verso il comico genovese.
“Cosa accadrebbe se un mattino, un brutto mattino, qualcuno, ascoltati quegli insulti, quelle male parole contro Tizio o contro Caio, premesse un grilletto all'improvviso?"
Lui, lo ha già fatto e, come può una persona usare il suo status per accusare o sparare verso qualcuno? Risposta. Esistono persone che sono intoccabili, impunibili ed onnipotenti e fanno parte della Casta.
Ho aperto questo sito da circa un anno solo perché disgustato dalle informazione che i vari mazza e fede stanno propinando. Disinformazione su argomenti importanti quali signoraggio, rete4 ed altri mentre una tambureggiante informazione sulla cronaca di delitti ed omicidi eccellenti.
Dov’è l’informazione che dichiara rete4 illegittima?
Dov’è l’informazione che dichiara l’eldorado dei parlamentari?
Dov’è l’informazione sugli aiuti di stato ai giornali e paragiornali?
Dov’è l’informazione sulla frode da 98 miliardi di euro ai monopoli di stato?
Dov’è l’informazione sul grand’uomo di Draghi mentre la sua banca sottrae 4 miliardi di euro allo stato?
Ma piuttosto dov’era quando si decideva la linea editoriale fondato tutto sul sensazionalismo, catastrofismo e porcate quali carestie e virus sconosciuti?
Il suo posto è stato imposto dalla politica e, quindi, risponde solo alla politica ma, vada a farlo in un canale dove denaro e interessi si coniugano con male e banche.
Se nessuno non gli fa presente il suo compito è bene che si dia una regolata e faccia un telegiornale per informare la gente sulle mille domande giornaliere che non fanno.

Io, che ho partecipato alla manifestazione( la prima!),laureato ed incensurato, non terrorista, non ho mai pensato di usare violenza e, mi ritrovo accusato di qualunquismo, ma da quale pulpito? L’aria che si sta respirando ha iniziato a spezzare le catene che la Casta ha confezionato con molta cura.
Un solco che si sta allargando giorno per giorno ma, fino a quando?
Chi fermerà la marea umana di richieste serie e legittime?
Il sistema ha iniziato il conto alla rovescia e, menti consapevoli stanno costruendo la nuova Arca della Santa Alleanza.

ps.link
disinformazione fede
disinformazione tg
Sabina Guzzanti sull'informazione dei Tg

18 settembre 2007

Gli aumenti automatici dei politici. Perchè?


Oggi le news battono vicende quotidiane come due pesi e due misure vengono fatte quotidianamente fra i cittadini e la casta.
Cose che si ripetono quotidianamente anche se i giornalisti non sono così sensibili a cogliere queste sfumature. Blondet, traccia con lucidità gli schieramenti che si fronteggiano e le corporazioni e caste che approfittano di questo sciagurato momento storico. Ma, il petrolio, i mutui, Grillo sono leve per sollevare un macigno che se inizia a rotolare può travolgere tutto questo sistema fondato su menzogne, caste e aridità sia culturale che intellettuale.

Uno vorrebbe parlare d'altro, ma non si può.
Ci tocca fare i blogghisti. Ci tocca incanaglirci, per colpa loro.
Due notizie da rassegna-stampa mattutina.
La prima: i senatori hanno ricevuto un ulteriore aumento automatico di 200 euro mensili.
Molti dicono di non essersene accorti: ovvio, 200 euro possono sfuggire su un emolumento che, con gli ammenicoli, giunge a 15 mila euro al mese.
Netti.
L'aumento è automatico, nel senso che scatta con gli aumenti (parimenti automatici) gratificati alla magistratura.
Ma alla Camera, vista l'aria che tira, hanno almeno soprasseduto.
Al Senato no: lì, c'è Bertinotti.
E' la prova che ciò che si chiama «sinistra» oggi non è altro che il corpo sociale dei miliardari di Stato, l'oligarchia dei parassiti pubblici.
Seconda notizia: la magistratura ha messo in libertà lo zingaro (pardon: rom) che guidando ubriaco, ad aprile ad Ascoli, ha ammazzato quattro passanti.
Cinque mesi per una strage.
I giudici dicono: non si poteva tenerlo in galera di più, in attesa di giudizio.
Tanto più che «collaborava», infatti ha confessato anche una tentata rapina.
Del resto, l'hanno mandato agli arresti domiciliari.
Che significato abbiano arresti «domiciliari» per un nomade in roulotte, è facile capire: hanno reso il delinquente introvabile uccel di bosco.
Più di quei cinque mesi, non pagherà.
Un cittadini obietta, mite, che la magistratura pare usare due pesi e due misure: dopotutto, ha comminato due anni e mezzo a quel cittadino esasperato che ha sciolto gli ormeggi del panfilo di Della Valle, dove dormiva beato Mastella.
Due anni e mezzo.
Interviene un altro cittadino (dell'Ulivo) e protesta: basta con questa antipolitica!

Le due situazioni sono diverse: il rom non è stato ancora giudicato, certamente i giudici gli infliggeranno - dopo processo - molti più anni che al cittadino anti-Mastella.
Così non si fa che alimentare il qualunquismo.
Il giornalista (di La Repubblica) gli dà ragione.
Invece il cittadino non-qualunquista ha torto marcio.
Il cittadino che ha sciolto gli ormeggi è stato giudicato per direttissima.
Quanto al rom stragista, i giudici non hanno trovato il tempo, in cinque mesi, di mandarlo al processo.
Qui, niente direttissima.
E' evidente cosa la magistratura - la magistratura come casta, come burocrazia inadempiente - considera «allarme sociale»: non lo zingaro ubriaco che ammazza comuni cittadini (cioè noi), ma il cittadino che turba il sonno di Mastella con un dispettuccio.
Per quello la punizione deve essere rapida ed esemplare, fino alla giustizia sommaria.
Per lo zingaro no, si può aspettare.
Fino a far decorrere i termini per incuria.
I crimini contro i cittadini sono lasciati impuniti.
Le mancanze di rispetto contro la Casta, sono ferocemente represse.
I due episodi vanno letti insieme, perchè sono fenomeni della stessa classe parassitaria, ne rivelano la mentalità, e il disprezzo con cui ci tratta.
Un' imprenditrice che, per subentrare al padre nella titolarità della piccola azienda, deve produrre documenti bollati per 27 chili - là dove basterebbe una auto-dichiarazione alla Camera di Commercio - conferma la mentalità della casta ancora più chiaramente: per costoro, il nemico è il cittadino normale intento a normali legittime occupazioni.
E' quello che va messo sotto asfissiante controllo dai molteplici enti burocratici pubblici che si occupano di lui; è quello ad essere sospetto in ogni sua azione, e che deve provare ad ogni passo le sue buone intenzioni.
Il rom criminale omicida, invece, dalla casta è ritenuto degno di fiducia.

Lì, nessun controllo: vada agli arresti «domiciliari» nel camper, poi si ripresenti, fra un paio d'anni, a giudizio.
La burocrazia inadempiente non ha nemmeno la coscienza che la sua esistenza (costosissima) si legittima con l'agevolare le attività economiche produttive: è lì, invece, per ostacolarle, tassarle, controllarle in modo schiacciante.
Nella sua stupidità, è disposta a strozzare l'oca dalle uova d'oro, da cui dipendono infine i suoi emolumenti miliardari.
Quel che interessa al corpo che si proclama «servizio pubblico» è mettere il cittadino al proprio servizio: provi lui che è onesto, produca i documenti, le carte (bollate, ossia tassate) per dimostrare che ha diritto di agire.
Ciò dice che una sola è la battaglia politica urgente, che la gente che spera in Beppe Grillo deve tenersi fissa in testa: detto brutalmente, la lotta di coloro che i soldi all'erario li versano, contro coloro che i soldi dall'erario li prendono.
E' molto semplice.
Il rischio è che la protesta civile - degnissima - si sgrani in richieste secondare, ecologiste (Pecoraro Scanio è già lì a sfregarsi le mani), e faccia perdere di vista la battaglia primaria e preliminare.
Ma già vedete come reagiscono: che vuole questo Grillo, disturba, eccone un altro a volersi far eleggere.
Non c'è più posto, non ci sono più soldi, sono tutti nostri.
Tutti a proclamare: non ci può essere democrazia senza partiti!
Senza partiti, solo la dittatura!
Fascisti! .
Mica solo a «sinistra», naturalmente.
Berlusconi è irritatissimo: stava già confezionando la sua tribuna artificiale, la Brambilla, ed ecco arriva questo Grillo a disturbare.

La Lega (cadavere vivente) è ancora più allarmata: questo ci toglie il monopolio della protesta qualunquista, ci ruba spazio sui TG mentre versiamo l'ampolla padana.
Eppure ci sono dei senatori leghisti: ma non hanno protestato per l'aumento di 200 euro, mica l'hanno rifiutato (demagoghi per un giorno), manco se ne sono accorti.
Il loro qualunquismo ha dei chiari limiti.
Nello stesso tempo, la Lega ha ridimensionato La Padania - costa troppo, bisogna risparmiare, i 4 miliardi annui di sostegno pubblico non bastano - e perciò hanno licenziato 11 giornalisti.
I più bravi, ossia i più indipendenti (gli yes-men sono stati assorbiti dal partito cadavere, con stipendio).
Anzi, peggio che licenziato: li hanno messi in cassa integrazione a 900 euro mensili, così non hanno nemmeno la liquidazione (mi correggo: la liquidazione non c'è più per nessuno, si sono incamerati anche il TFR, è una loro «riforma»).
La Lega ha voluto un giornale che non si vende, ma a pagare non è la Lega - partito che, come tutte le cose inutili, durerà in eterno - ma i giornalisti che hanno dovuto fare un giornale sbagliato.
Mica facile, dopo essere stati magari per dieci anni a lavorare per La Padania, trovare lavoro in altro giornale: sei bollato.
Hai dato al partito-cadavere anche la tua credibilità professionale, e lui l'ha sm… di m… di maiale, alla Calderoli.
La Lega è la Casta, non c'è differenza: noi 15 mila euro, voi 900.
Ecco tutto: semplicissima la lotta da fare, senza perdersi in rivoli secondari.
Un lettore mi racconta la comparsata di Prodi da Bruno Vespa.
Io me la sono risparmiata: Vespa è un altro della casta, la TV di Stato lo paga una serqua di miliardi, pari a 3.287 euro l'ora.
Per quali qualità è pagato Vespa?
Perchè è ben «posizionato».
Rendita di posizione, come tutti loro.
Miliardario pubblico.
Parassita.
Al sicuro da ogni sciagura, di quelle che subiscono i colleghi de La Padania.
C'è un modo di essere «giornalisti» che rende miliardi.
Un altro che porta alla Cassa integrazione a 900 euro.

Ebbene: da Vespa, Prodi beato e arrogante ci ha insultato tutti.
Contro il «popolo di Grillo», ha detto: «Attenzione, la società italiana non è meglio dei politici. Guardate i recenti concorsi nelle università».
Doppio, triplo insulto.
Anzitutto, perchè sono appunto le istituzioni corrotte che corrompono il popolo: il cittadino deve diventare «cliente» delle loro clientele, altrimenti non fa carriera e non trova lavoro; manco trova un banco all'università.
E le istituzioni le hanno corrotte loro.
Inoltre, la gente che dà fiducia a Grillo - dopo essere stata ripetutamente tradita da altri - è, almeno in via di principio, proprio quella società che paga le tasse e che non ne ha benefici. Quella che il servizio pubblico ha messo al proprio servizio, come una torma di schiavi.
Se non è «migliore dei politici», aspira ad esserne migliore.
Non chiede favori clientelari, ma che altri non ne approfittino: chiede insomma l'uguaglianza di fronte alla legge, un minimo di sanità nella «democrazia».
Il terzo insulto è il peggiore.
E' come sentirsi fare l'occhiolino da uno sfruttatore di prostitute: ma va là che non sei meglio di me, anche a te piacciono le pollastrelle...
O il rom liberato che ci dice, strizzando l'occhio: ma dài, anche a te piace bere...
Ciò è ripugnante.
Sotto sotto, c'è l'invito vergognoso: non fateci la morale, venite invece nelle nostre clientele, profittate della greppia, ci sono ancora delle briciole per voi.
Guardate il rom, è libero.
Guardate il cittadino che ha sciolto il panfilo a Mastella: s'è beccato due anni e mezzo.
Siate disonesti, conviene anche a voi.
Che rispondere a chi ti strizza l'occhio così?
L'impulso è ricorrere alla violenza: del resto, una politica seria sa che al fondo c'è sempre la violenza.
La violenza deve essere «ultima ratio», ma quando l'oppressione di un'oligarchia delinquenziale giunge a certi punti, cacciarla con la forza diventa un dovere.
Anzitutto verso se stessi.

Il punto è che la Casta ha il monopolio della violenza.
Per di più, «legale».
Ha al suo servizio mezzo milione di poliziotti, carabinieri, finanzieri, e tutti i giudici.
Non ci mette niente a schiacciarci.
Questo ci dovrebbe dire come la battaglia in cui la gente che segue Grillo s'è messa sia pericolosa, fatale.
Bisognerebbe almeno guadagnarsi i tutori dell'ordine.
Ai finanzieri: il senatore a vita vi manda a comprare la cocaina, vi ha reso suoi servi, vi disonora. Vi conviene?
Ai carabinieri e ai PS: quante volte dovrete riarrestare il rom pluriomicida, reso uccel di bosco dalla «giustizia», a rischio della vostra vita?
Magistrati imberbi, ideologici, insindacabili e ben pagati vi umiliano, vanificano ogni giorno il vostro lavoro difficile, per una paga che è meno della metà di quello che danno a Vespa per un'ora.
Dove sta la giustizia che avete giurato di difendere?

17 settembre 2007

La speculazione delle banche a carico dei c\c


Le banche negli ultimi tempi hanno macinato utili spaventosi. Le loro fusioni solo per una sorta di accaparramento clienti. Non tutti sanno dei metodi sempre più sofisticati e truffaldini operati da gestori di banche o superbanche.

Il come, l'ha spiegato su «Libero Mercato» Andrea Consoli, un imprenditore che dai derivati è stato rovinato.
Non che lui abbia chiesto alla banca di comprargli dei derivati.
No, lui voleva solo un ampliamento del fido di 100 mila euro, non poi tanto per un'azienda come la sua, con 25 dipendenti e 3,5 milioni di euro di fatturato.
La risposta delle banche con cui lavora - Intesa San Paolo e Unicredit - è stata picche.
«La direzione Unicredit ci chiede performances più alte», ha risposto un funzionario, «ed oggi i risultati non si fanno con gli interessi passivi che i clienti pagano sui prestiti concessi, ma con strumenti finanziari diversi. Ma se voi collaborate all'aumento dei nostri risultati, vi lasciamo sforare dal fido in essere».
E come collaborare?
«Potremmo aprire un prestito vincolato di una certa somma che in realtà voi non riceverete e quindi non dovrete restituirci. In cambio vi lasceremo sconfinare oltre il vostro fido».
Non c'è altro da fare.
L'imprenditore si trova ad accettare, firmando documenti, un prestito fittizio («Che non dovrete restituirci») pari a un milione di yen.
Perchè yen, se i miei clienti sono italiani, anzi concittadini?
L'imprenditore non se lo chiede.
Evidentemente, Unicredit sta facendo «carry trade»: compra yen a tasso zero, e li investe in tassi alti in Europa.
Ma non lo fa a proprio rischio: obbliga una impresa ignara ad accollarselo.
Quanto alla concessione di sforare, non è un regalo: sul fido il cliente paga il 9%, sugli sforamenti il 13,50%.
Un affare aggiuntivo.
Passa il tempo.
Di colpo, le altre banche con cui l'azienda lavora gli ingiungono il rientro: il suo indebitamento è eccessivo rispetto al giro d'affari.
E difatti, il peso degli oneri finanziari dell'azienda prima sana è salito a 85 mila euro d'interessi. Di cui 35 mila sono gli interessi sul prestito in yen, mai ricevuto, mai utilizzato e non utilizzabile.
Nulla di grave, risponde il funzionario Unicredit: le offriamo un prestito semestrale di 75 mila euro, rinnovabile, con cui potrà chiudere i conti presso le altre banche.
C'è una sola, piccola condizione: acquisti uno strumento finanziario «piuttosto conveniente», sempre per aiutare la banca a fare i risultati «veri» chiesti dalla sede centrale.
Lo strumento finanziario conveniente è un derivato, una scommessa sul cambio euro-dollaro: inutile per il cliente, che non esporta e quindi non ha rischi di cambio.
Appunto, risponde il funzionario: alla peggio, il derivato per lei è ininfluente, alla meglio ci guadagna anche lei.
«Oggi anche le aziende medie si affacciano, contestualmente alla loro attività, sui mercati finanziari».
Ancora una volta, l'imprenditore deve accettare.
Compra il derivato.
Solo più tardi si accorgerà che «quando sottoscrivi un derivato, contestualmente sottoscrivi (spesso senza saperlo) il prestito per accedere al derivato, la parte chiamata 'il nominale'».
Nel caso dell'imprenditore, il nominale era 500 mila dollari.
La banca che non gli ha ampliato un fido di 100 mila euro (troppo rischioso), ora lo ha esposto per mezzo milione di dollari.
Su questo prestito, il cliente paga interessi passivi «da vertigini», schiacciato dall'effetto-leva tipico della strumento «piuttosto conveniente».
Ancora una volta, la banca speculava sulla finanza creativa, ma a spese del cliente produttivo.
Non è il caso di raccontare il resto.
Le altre offerte di salvataggio avanzate da Unicredit a favore dell'impresa che Unicredit ha rovinato: messa l'azienda sotto un consorzio «di garanzia» di perfetti sconosciuti (trovati dalla banca), l'offerta di un altro derivato (stavolta da un milione di euro), la richiesta di sempre nuove garanzie per le quali l'imprenditore ha ipotecato la casa di proprietà...
Tutto inutile, perchè le spese bancarie, commissioni e interessi passivi hanno mangiato tutto, tutto.
Fino al giorno in cui un bancario arriva nel negozio e, di fronte ai clienti, gli urla di pagare sull'unghia 5 mila euro, un assegno passivo emesso sul conto corrente.
Ma il conto corrente non aveva un attivo di 20 mila euro?

Non più: la banca l'aveva prosciugato qualche ora prima, per pagarsi le competenze sue e gli interessi del famoso derivato.
Un derivato che non aveva venduto, nonostante l'ordine del cliente.
Il quale scopre altro: per esempio di avere quattro conti anzichè i due che sapeva, evidentemente su cui la banca faceva operazioni a suo nome, e a sua insaputa.
Ora, la vittima ha portato i libri in tribunale.
Fallito: 25 dipendenti sul lastrico.
Un'azienda sana strangolata da Unicredit.
Con i metodi che l'imprenditore descrive.
Se ha detto la verità, questi metodi sono una intera biblioteca di delitti, crimini penali e civili evidenti: patto leonino, truffa, usura, falsi...
In altri Paesi, un magistrato avrebbe già aperto una pratica contro Alessandro Profumo e i suoi complici, lo ridurrebbe alla condizione di galeotto come è accaduto in USA ai mascalzoni di Enron, suoi pari.
Ma in Italia, queste denunce cadono nel vuoto.
Non c'è un giudice a Verona, sede di Unicredit.
Profumo, Geronzi, Bazoli, i nostri splendidi banchieri, sono ammanicati con la Casta, protetti dalla Casta, parte di essa.
Hanno speculato sui derivati, ma non ci hanno perso niente.
Hanno fatto perdere non si sa quante piccole imprese che andavano bene, che i derivati nemmeno sapevano cosa fossero, e non ne avevano bisogno.
Vedete: qui non c'è «l'alta moralità della mano invisibile».
Qui ci sono zampini e zamponi che ti derubano, ti spogliano e ti mandano in fallimento in due modi: con le tasse e con l'usura truffaldina.
Ma l'entità è la stessa, ed una sola.
Qui, il nostro '29 non somiglierà a quello inglese.