30 agosto 2009

Chi erano i Nephilim? I Giganti?


In Genesi 6:1-4 si legge: "Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il Signore disse: ‘Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni. In quel tempo c’erano sulla terra i giganti (nephilim) e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi".

Prima di cercare di rispondere alla domanda su chi possano essere stati i figli di Dio, mi pare doveroso sottolineare la straordinarietà di questi versetti. Si ha, infatti, l'impressione che il passo sopra riportato sia un frammento di una più ampia tradizione salvatasi ad un naufragio di antichi testi. Il sapore "sumerico" del passo, l'arcaico e mitico riferimento ai giganti inducono a supporre che, nel palinsesto di Genesi, sia rimasto questo lacerto che può essere confrontato con i retaggi, peculiari di altre culture, su creature titaniche.

Sono state ventilate parecchie supposizioni su chi fossero i figli di Dio e perché i figli che essi ebbero con le figlie degli uomini diedero vita a una razza di giganti. Non prenderò in esame i presunti riferimenti neo-testamentari ai "figli di Dio" poiché, a mio parere, appartengono ad un altro Zeitgeist, ad una forma mentis di autori che erano inclini a reinterpretare brani della Torah con fini catechistici legati ad esigenze contingenti. Vorrei anche restare nell'ambito di un discorso paleontologico e storico, senza sconfinare nella teologia.[1]

Vediamo quindi quali sono le principali ipotesi di identificazione.

- I figli di Dio furono i discendenti del probo Seth che si unirono con i rampolli del malvagio Caino.

- I figli di Dio furono esseri di notevole statura creati, per mezzo di manipolazioni genetiche, da un popolo extraterrestre individuato da Sitchin e da Alford nei progenitori dei Sumeri. Secondo Alford, i Nephilim erano sterili.[2]

- I figli di Dio furono Atlantidei.

- I figli di Dio furono discendenti di uomini della specie Homo sapiens e di donne appartenenti alla specie Homo Neanderthalensis. Questa tesi sostenuta da Adriano Forgione e da altri e che troverebbe conferme nelle indagini genetiche della scienziata britannica Rosalind Harting, spiegherebbe per quale motivo gli esponenti del Sapiens furono denominati "figli di Dio." Sarebbero, infatti, costoro, ad essere stati creati, mediante l'ibridazione di geni appartenenti all'Homo erectus con il D.N.A. ricavato dagli "dèi" di Shumer. Anche paleontologi accademici non scartano l’ipotesi di un incrocio tra le due specie. Resta il dubbio se da tale connubio possano essere nati dei giganti.

A questo punto mi chiedo se la prima congettura non sia riconducibile a questa, dacché Caino potrebbe indicare una stirpe di rossi: la Harding ritiene che il rutilismo fosse un tratto fenotipico del Neanderthalis. Nel Kebra Nagast, il testo sacro dei Falasha, gli Etiopi di religione ebraica che rispettano le norme originarie del Pentateuco, i figli di Dio sono chiamati figli di Seth, le figlie degli uomini, figlie di Caino. Dunque Caino era rosso ed un Neanderthalensis?[3]

A prescindere dall'identità dei Figli di Dio e dei Nephilim, resta un'altra spinosa questione: furono un lignaggio degenere e perverso, come sono inclini a pensare coloro che li identificano con gli "angeli ribelli" o uomini degnissimi ed eroici, come afferma, tra gli altri, l'esoterista Antoine Fabre d’Olivet? Il dibattitto è aperto.

[1] A mio parere, la trattazione si può estendere ad un ambito metafisico, ma qui mi limito al piano “oggettivo” per evitare di rendere intricata un’analisi già difficile.

[2] Pare che la traduzione di "nephilim" con "giganti" sia corretta, mentre la resa "caduti", adottata da Zecharia Sitchin e da qualche altro autore, dovrebbe essere inidonea. Ne consegue che l'interpretazione teologica prevalente che vede nei nephilim degli angeli caduti perde in parte di plausibilità. Antichi interpreti ebrei, scritti apocrifi e pseudoepigrafi sono unanimi nel sostenere la tesi che gli angeli caduti siano i "figli di Dio" menzionati in Genesi 6:1-4. Questo non chiude assolutamente le discussioni, ma, a mio parere, le sposta su un altro livello, la dimensione metafisica o meglio interdimensionale dei Vigilanti evocati nel libro di Enoch ed in altri documenti.

by Zret

20 agosto 2009

La guerra al terrorismo è un mito



Webster TARPLEY, storico e giornalista statunitense, lavora sulle forme di ingerenza, e in particolare sullo sfruttamento della minaccia terroristica. Si è specializzato nello studio delle operazioni false flag, ossia operazioni commando o terroristiche che usano false rivendicazioni per provocare una situazione conflittuale.

Webster TARPLEY, storico e giornalista statunitense, lavora sulle forme di ingerenza, e in particolare sullo sfruttamento della minaccia terroristica. Si è specializzato nello studio delle operazioni false flag, ossia operazioni commando o terroristiche che usano false rivendicazioni per provocare una situazione conflittuale.

“Non si può capire la politica attuale degli Stati Uniti se si sottovaluta la portata reale dell'11 settembre. Gli attentati dell'11 settembre sono stati un colpo di Stato. La guerra contro il terrorismo si basa su un mito e a partire da questi eventi è diventata una religione di stato obbligatoria. Il solo modo di combattere i neoconservatori è di distruggere questo mito. L'apertura di una commissione di verità come quella di Russell-Sartre al momento della guerra del Vietnam, potrebbe contribuire a distruggerlo".

Non si può negare che Tarpley sia un esperto di geopolitica e la sua conoscenza dei meccanismi complessi della situazione attuale ci ha naturalmente spinti a chiederne il parere sulla situazione presente. Le domande sono state co-redatte da ReOpen911 e il sito GeoPolIntel che ha realizzato un'analisi estensiva dello scudo ABM (Anti Missili Balistici).

Prima di affrontare l'intervista vera e propria, Webster G. Tarpley, autore di diversi libri, tra cui la straordinaria opera 9/11 Synthetic Terror: Made in USA, ci ha chiesto di completare l'intervista con il paragrafo seguente.

“Il principale progetto americano-britannico del momento è di balcanizzare il Pakistan, in modo che non possa diventare un corridoio energetico per la Cina, l'Iran e il Medio Oriente, come possiamo vedere con la posizione del porto di Gwadar. La folle escalation di violenza in Afghanistan, che porta il segno di Obama, ha senso solo se capiamo che lo scopo è di distruggere il governo centrale del Pakistan e provocare l'esplosione di questo paese in cinque fasi, secondo il prolungamento del piano di Bernard Lewis.

Il Pakistan è un obiettivo molto più importante dell'Iran. Esiste addirittura un piano americano-britannico per distruggere la catena dei paesi pro-cinesi lungo l'Oceano Indiano. Ma lo Sri Lanka ha evacuato l'esercito del terrore (sostenuto dagli Stati Uniti e il Regno Unito): terroristi che avevano i loro quartieri generali a Londra e conosciuti con il nome di Tigri Tamil. Era davvero grottesco vedere Kouchner e Milliband (Ministri degli Esteri francese e britannico) cercare disperatamente di salvare le Tigri Tamil, affinché i macellai potessero combattere ancora! I posti come lo Zimbabwe, il Sudan, la Thailandia, la Cambogia, il Bangladesh e diversi gruppi di isole, sono oggi un campo di battaglia tra la Cina (quest'ultima fa pressioni in favore di un commercio e uno sviluppo pacifico), e l'alleanza Stati Uniti e Gran Bretagna che cerca di mandarli in rovina e di mantenere il consenso screditato di Washington contro il consenso di Pechino, che respinge l'intimidazione imperialista del tipo FMI-Banca Mondiale-WTO".

ReOpen911 : La lettera di Obama a Medvedev, nella quale chiede ai Russi di negoziare l'abbandono del nucleare iraniano, non sarebbe un mezzo per rinfocolare una nuova guerra in Medio Oriente?

Webster G. Tarpley: Come ho scritto in Obama, The Postmodern Coup, la politica generale dell'amministrazione Obama è di fomentare i conflitti tra l'Iran e la Russia. Lo chiamano il gioco della patata bollente – mettono uno Stato nemico contro un altro, sperando che entrambi vengano danneggiati o distrutti durante il processo. Il regime Obama vorrebbe spingere la Russia in una posizione di ostilità verso l'Iran, giocando sulla paura della Russia di ciò che alla fin fine l'Iran potrebbe fare con le armi nucleari nel caso ne avesse qualcuna. Con persone come Putin e Lavrov, i Russi non sono pronti a cadere in un trabocchetto del genere. La recente esperienza delle sommosse e della mobilitazione in Iran è incoraggiata da persone della CIA, una rivoluzione colorata, una rivoluzione di velluto che non sembra particolarmente riuscita.

Se una marionetta anglo-americana prendesse il potere in Iran, una delle prime cose che farebbe sarebbe tagliare l'approvvigionamento di petrolio in Cina, dato che, di questi tempi, è lì che si trova il maggior interesse degli Stati Uniti e della Gran Bretagna in Medio oriente. Il discorso di Obama al Cairo non è nient'altro che un tentativo di usare il mondo arabo-islamico del Medio oriente contro la Russia e la Cina.

Anche l'India è uno dei principali candidati a diventare la seconda arma eurasiatica degli Stati Uniti e del Regno Unito, ma anche qui, gli Indiani possono rivelarsi troppo intelligenti per cadere nella trappola. Tutti sanno che il Congresso americano ha adottato delle leggi ricorrenti che chiedono un cambio di regime in Iran, con il finanziamento di 400 milioni di dollari, e da cinque anni e passa, Seymour Hersh ha descritto nel New Yorker il ruolo attivo delle squadre di spionaggio e di destabilizzazione statunitensi in Iran, che tentano di fomentare le ribellioni con gli Arabi, gli Azeri, i Kurdi, i Baloutches, i Pashtun e altri, con lo scopo finale di dividere e balcanizzare l'Iran, nello stesso modo in cui lo furono la Jugoslavia, l'Iraq, e come potrebbe esserlo ben presto il Sudan. Il colore della rivoluzione in Iran è in gran parte l'opera del gruppo “soft power" (NdT: che sostiene una politica esterna di “bassa intensità") ispirato dagli scritti di Joseph Nye, e che include le cerchie di Brzezinski alla Rand Corporation, così come l'International Crisis Group e altri operatori che per raggiungere i propri scopi usano la sinistra come copertura, gli slogan umanitari, i diritti dell'uomo.

Se ho ben capito Jacques Sapir, egli sembra dire che gli slogan umanitari sono stati così bistrattati dagli imperialisti occidentali al servizio dei propri scopi predatori, che questi slogan sono stati completamente screditati in virtù dell'ipocrisia e del loro effetto “due pesi, due misure". Se sono proprio questi i propositi di Sapir, sono completamente giustificati. Direi che è tempo di sottolineare i diritti economici dei paesi in via di sviluppo, a cominciare dall'industrializzazione, il pieno impiego, e eliminando la povertà, la malattia, l'analfabetismo, e una situazione in cui vediamo un miliardo di persone che patiscono la fame o che rischiano la carestia, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, e forse 2 miliardi di persone ridotte a un'esistenza miserabile, con meno di un dollaro al giorno. Queste sono le vere domande che oggi l'umanità deve affrontare.

ReOpen911: Il piano Gates-Brzezinski prevede un nuovo approccio con l'Iran. Se questo piano non funzionasse, gli Stati Uniti potrebbero colpire l'Iran con l'arma atomica, come diceva Schneider JR?

Webster G. Tarpley: Tutta la base del regime di Obama, tra le cerchie imperialiste statunitensi, è sempre più cosciente del fatto che gli Stati Uniti sono troppo deboli, troppo odiati, troppo in fallimento per intraprendere ora nuove avventure in Medio oriente. Ecco perché si tirano indietro addossando la responsabilità ad altri, facendo la guerra con l'uso di mandatari o marionette kamikaze, come avvenne con l'Etiopia, usata contro la Somalia qualche anno fa.

ReOpen911: Se gli Stati Uniti e la Russia falliscono nel tentativo di far accettare all'Iran la fine del suo programma nucleare, Israele può colpirlo come colpì l'Iraq di Saddam Hussein?

Webster G. Tarpley: In seguito Gates, Panetta, Biden e Obama stesso hanno ordinato a Israele di lasciar perdere, di abbandonare qualsiasi idea di attaccare da solo l'Iran, cosa che l’avrebbe staccato dai propri alleati. Ne parlo nel libro Obama: The Unauthorized Biography. Credo che gli Inglesi siano sulla stessa linea. Il senatore Kerry e Obama hanno anche detto che l'Iran ha diritto ad un programma nucleare pacifico. Tutto questo rinforza l'idea che gli Stati Uniti vogliano fare dell'Iran una marionetta kamikaze contro la Russia e/o la Cina. Chi continua ad ignorare questa tendenza vive nel mondo com'era prima del dicembre 2007, quando le valutazioni ufficiali dei servizi segreti statunitensi dicevano che non c'era nessun programma d'armi nucleari iraniano. Dubito che gli Israeliani avviino un tale attacco. Se lo facessero, si tratterebbe di una vera e propria catastrofe mondiale. I nostri amici del Quai d'Orsay (Ministero degli Esteri francese, Ndt) dovrebbero fare tutto il possibile per dissuadere Netanyahu & co.

ReOpen911: Dato che i servizi segreti statunitensi hanno detto che l'Iran ha fermato il proprio programma nucleare militare dal 2003, dobbiamo accettare un Iran con un nucleare civile?

Webster G. Tarpley: Certo, nonostante la demagogia bellicistica di Sarkozy e di Kouchner su quest'argomento quando tentarono di andare al fronte. Ogni paese ha un diritto inalienabile alla scienza, alla tecnologia, all'industria e alla produzione di energia moderna, e nel mondo d'oggi, questo può significare solo lo sfruttamento pacifico dell'energia nucleare. Questa era la base della politica estera americana durante la maggior parte della guerra fredda, l'iniziativa “Atomi per la pace" di Eisenhower.

Tutti i paesi del mondo che vogliono affermare la propria sovranità e il diritto allo sviluppo considerano seriamente l'esame di un'applicazione importante dell'energia nucleare, a cominciare dalla Cina, l'India, la Russia, la Giordania e molti altri. In questo seguono il ben riuscito esempio francese, molto più eloquente dei discorsi di Sarkozy. Dopo le violazioni massicce del regime di non proliferazione, suggellato da Stati Uniti e India sul nucleare, gli Stati Uniti non si fanno scrupoli quando si tratta di intimidire o tormentare gli altri su questo aspetto.

ReOpen911: La colonna vertebrale della politica estera americana in Europa è il Trattato ABM e l'allargamento della NATO. Cosa ne pensate di questa provocazione verso la Russia e del rischio di vedere affrontarsi alleati europei?

Webster G. Tarpley: Nella migliore delle ipotesi, l'allargamento della NATO è inutile e assai pericoloso nella maggior parte degli scenari probabili. Quale persona di buon senso si impegnerebbe a battersi e a morire per un demente come Saakashvili, dopo che quest'ultimo ha mostrato la propria instabilità mentale con l'attacco kamikaze contro la Russia nell'agosto 2008? Che persona di buon senso vorrebbe essere impegnata nell'ultima avventura di questi cleptocrati dell'FMI a Kiev? Quando la Germania dell'Est è stata reintegrata nella Germania dell'Ovest, gli Stati Uniti hanno preso degli impegni seri con la Russia: le forze della NATO non sarebbero entrate nell'ex Germania dell'Est. Ora, sono andate molto più lontane. È il momento di invertire questa tendenza. Invito la Francia a riconsiderare l'idea di reintegrare la struttura di comando della NATO.

Tenendo conto dell'impegno americano nei regimi instabili e aggressivi non lontani dalla Russia, la Francia corre il rischio di essere trascinata in una guerra catastrofica sulla scia anglo-americana. Questo non è il futuro di una grande nazione come la Francia. Possiamo vedere anche una seconda serie di paesi provocatori composta da Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Ucraina e altri paesi, che possono essere buttati nella lotta contro la Russia per questioni come l'interruzione della distribuzione di gas naturale in Europa dell'Ovest quasi ogni inverno.

ReOpen911: Riguardo al trattato ABM, cosa ne pensate dell'impianto dello scudo spaziale in paesi dell'Europa dell'Est come la Repubblica Ceca, senza previo accordo con il Parlamento europeo? Cfr http://fr.rian.ru/world/20081110/118227844.html

Webster G. Tarpley: Ho richiamato diverse volte Obama in pubblico affinché prendesse degli impegni precisi, se vuole provare di essere davvero l'angelo della pace che dice di essere. Il primo è annunciare che non ci sarà nessun schieramento di sistemi ABM in Polonia, poiché possono essere facilmente messi in atto in un primo attacco nucleare preventivo strategico contro la Russia, ributtando così il mondo nel contesto esplosivo della vecchia guerra fredda. Obama potrebbe semplicemente annunciare: “La crisi dei missili poloni non avverrà". L'altro impegno che Obama potrebbe prendere sarebbe quello di ritirare tutto il sostegno degli USA all'allargamento della NATO. È quello che qualsiasi Europeo con un po’ di buon senso esigerebbe che facesse. Invece, l'estate scorsa abbiamo avuto 200.000 fans raggirati da Obama alla porta di Brandeburgo.

ReOpen911 : In questo contesto, cosa ne pensa dell'integrazione della Francia alla NATO, e la sua partecipazione alla guerra contro il terrorismo?

Webster G. Tarpley : Raccomanderei alla Francia di non sottomettersi al comando della NATO. Il presidente de Gaulle aveva completamente ragione quando espulse da Versailles i quartieri generali della NATO e ritirò la Francia dalla struttura di comando della NATO. Questo non ha offuscato le relazioni franco-americane, ma ha impedito che gli elementi anarchici presenti nell'organizzazione causassero seri problemi alla Francia. In particolar modo penso al generale Lyman Lemnitzer, sostenitore dell'operazione Nothwood (NdT: piano concepito da alti dirigenti del Dipartimento della Difesa USA allo scopo di suggestionare l'opinione pubblica statunitense ed indurla così a sostenere un attacco militare USA contro il regime cubano di Fidel Castro) quand'era Presidente del Pentagono e stava per diventare il Comandante della NATO, e che fece di tutto per installare Gladio in Italia e nella maggior parte dei paesi della NATO (NdT: organizzazione paramilitare del secondo dopoguerra, legata ai servizi segreti occidentali promossa dalla NATO per contrastare un'eventuale invasione sovietica dell'Europa occidentale). Riassumendo, De Gaulle aveva ragione, l'Occidente ha bisogno che la Francia mantenga la propria indipendenza intellettuale e l'attitudine a sviluppare una critica responsabile e realista sugli eccessi degli Anglo-americani. Ciò che fece De Gaulle, è ciò che ci si aspetta dai futuri leader francesi.

ReOpen911 : Riguardo all'11 settembre, pensa che possa nascere un'inchiesta indipendente? E in caso affermativo, sarebbe per volere della giustizia americana o di un'azione internazionale come i "Politics for 9/11 Truth" (NdT: Dirigenti politici per la verità sull'11 settembre)

Webster G. Tarpley: L'importanza del movimento per la verità sull'11 settembre, sviluppatosi nella società americana tra il 2006 e il 2007, si è ampiamente disgregata fino a diventare impotente. Mentre la campagna delle primarie cominciava a riunire le energie nel 2007, molti vecchi attivisti dell'11/9 han commesso il grave errore di sacrificare la propria attività a politici professionisti che avevano promesso di fare qualcosa per indagare sulla questione. Dennis Kucinich, candidato di sinistra al partito liberal-democratico, promise pubblicamente che avrebbe indagato sull'11/9, così come sull'affaire del B-52 “canaglia" (NdT: Bombardiere strategico a largo raggio prodotto dalla Boeing) avvenuta tra l'agosto e il settembre 2007, poco dopo che un gruppo di attivisti di cui facevo parte emise l'avvertimento di Kennebunkport, col quale dicemmo che Cheney stava facendo un ultimo tentativo per avviare la guerra contro l'Iran. Questo succedeva nel momento in cui gli Israeliani lanciavano il raid aereo contro la Siria. Ma Kucinich non mantenne la promessa. Una parte ancor più grande dell' 11/9 Truth Movement venne inghiottita da Ron Paul, il deputato del Texas e candidato libertario repubblicano. Non fece promesse in pubblico come Kucinich, ma in privato disse agli attivisti dell'11/9 Truth Movement che condivideva il loro punto di vista e che l'avrebbe detto pubblicamente al momento opportuno. Con queste certezze, molti attivisti diedero il proprio tempo, denaro e sostegno alla campagna presidenziale di Ron Paul. Ma quando, durante un dibattito nazionale sulla televisione via cavo a cui assisteva tutta la stampa nazionale, Ron Paul venne interrogato, affermò con forza che riteneva assurde le idee dell'11/9 Truth Movement e che queste lo imbarazzavano; aggiunse inoltre che gli attivisti avrebbero dovuto abbandonare i loro sforzi. Disse anche che il suo scetticismo riguardo al rapporto della Commissione dell'11 settembre era uguale al suo scetticismo per i documenti del governo, né più né meno. Alla fine, quando fu chiaro che Obama aveva una reale possibilità di diventare Presidente, il resto dei liberali di sinistra rinunciò all'attivismo e si unì alla quête messianica e utopica proposta da Obama.

Di conseguenza, il movimento per la Pace, il movimento per la destituzione (NdT: e il processo di Bush) e l'11/9 Truth Movement vennero letteralmente spazzati via. Tutto questo mostra il ruolo importante svolto da Obama nella soppressione delle proteste e la protezione dell'Establishment di Wall Street contro l'agitazione popolare. Ora ci vorrebbe l'implicazione decisiva di uno o più leader mondiali fuori dagli Stati Uniti per realizzare l'indispensabile inchiesta internazionale indipendente dalla Commissione per la verità sull'11/9.

ReOpen911 : Molti cittadini hanno scoperto la geopolitica e i retroscena dei conflitti cercando di saperne di più sugli attentati dell'11 settembre 2001. Cosa direbbe a queste persone che scoprono, spesso con orrore, che un buon numero di guerre e attentati sono fatti dagli Stati Uniti e/o da gruppi di interesse contro gli interessi delle popolazioni?

Webster G. Tarpley: Il problema della politica straniera statunitense non si trova essenzialmente all'interno del governo federale, ma viene dal fatto che la politica straniera statunitense è ampiamente prodotta dagli interessi bancari della potentissima Wall Street, che opera attraverso organismi come il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale, il gruppo Bildeberg e l'insidiosa Mont Pelerin Society che si occupa di economia. Obama, Biden, Holbrook e molti altri sono i servi di questi banchieri di Wall Street. Queste forze non seguono una politica americana nazionale che imporrebbe, per esempio, buone relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia, come erano mantenute durante la Rivoluzione Americana nel momento della Guerra Civile americana e durante l'amministrazione di F.D. Roosevelt.

Invece di una politica nazionale americana, abbiamo una politica favorevole ai finanzieri e agli imperialisti. È la stessa mentalità della City di Londra e di una parte della Commissione Europea e della Banca Centrale. Viviamo un'epoca di preponderanza oligarchica su tutto il globo. Il solo modo di cambiare questa situazione è aumentare la politicizzazione e l'attivismo di una parte della società moderna che si limita solitamente a uno stupore passivo, all'apatia, a un'alienazione attraverso la cultura popolare.

ReOpen911 : Internet gioca un ruolo importante nel mettere a disposizione le informazioni e quindi a ciò che potremmo chiamare un' “educazione delle masse"; secondo lei, un'azione concertata che sfoci su una censura su questa rete è all'ordine del giorno?

Webster G. Tarpley: Uno degli aspetti positivi del sistema statunitense è stata la forte protezione della libertà d'espressione incarnata dal Primo Emendamento della Costituzione americana. Potete confrontarla con la terribile situazione di un paese come la Gran Bretagna. I liberali totalitari del regime Obama sono ostili al proseguimento della tradizione di libertà d'espressione. Vorrebbero ridurre l'ambito della libertà d'espressione usando il pretesto della legislazione del crimine destinata a dichiarare illegale non atti criminali, ma le opinioni sostenute da coloro che hanno commesso tali atti criminali – dichiarare illegali le opinioni è un'idea alquanto strana in giurisprudenza.

Il Partito Democratico sembra anche voler ridurre al silenzio o intimidire l'ala destra o i commentatori radio reazionari più in vista nel paese, e che rappresentano una delle forze principali che criticano il regime Obama. Con il pretesto d'obbligare i diffusori che usano le onde pubbliche, quest'ultimo è tentato di offrire un'ampia varietà di opinioni politiche, o di rappresentare gruppi di comunità locali. Sarebbe stato meglio vietare a una corporation il possesso totale dei mass media in una data città e lasciare così che il discorso evolvesse.

ReOpen911 : Lei che è spesso pessimista riguardo al futuro (basta pensare la suo ultimo libro nel quale spiega perché nutre poca speranza in Obama) ha qualche speranza per un futuro più pacifico?

Webster G. Terpley: Non credere alla demagogia delle marionette di Wall Street come Obama non fa di me un pessimista, ma un realista. Obama ha superato il proprio apogeo; si trova ora sulla discesa, sebbene il pericolo di nuove operazioni false flag che mirano alla Russia, alla Cina, al Sudan, al Pakistan o ad altri nuovi bersagli aumenti senza dubbio in questo momento. Avendo studiato Platone, Leibniz e Machiavelli, sono ottimista per ciò che riguarda le prospettive d'azione in questo mondo. Su questi punti sono con Leibniz e contro Voltaire. Approverei anche ciò che dice Dante sul punto essenziale della Divina Commedia nel Canto di Marco Lombardo, dove l'accento è messo sul fatto che lo stato del mondo non dipende da Dio, dalla predestinazione o dalla cattiva sorte, ma che si tratta invece di un compito dato agli esseri umani che devono esercitare il loro libero arbitrio.

Le persone devono capire che l'azione storica mondiale è più realizzabile al presente che in qualsiasi altro momento della storia; è il momento di trarre vantaggio da queste possibilità prima che la porta delle opportunità si chiuda, cosa che può succedere in qualsiasi momento.

ReOpen911 : Lei che conosce bene gli ingranaggi dei Machiavelli del nostro tempo, cosa possono fare i nostri lettori e i cittadini per aiutare il mondo a essere migliore e più in pace?

Webster G. Tarpley: Non c'è nessuna ragione di subire una depressione economica mondiale, né una guerra mondiale che potrebbe seguire la stessa sequenza di eventi che abbiamo conosciuto negli anni 1930.

Innanzitutto, le leggi dell'economia non sono affatto un mistero. Le spiego nel mio ultimo libro Surviving the Cataclysm (Sopravvivere al Cataclisma). Per uscire dalla depressione in primis bisogna fare tutto ciò che è necessario per ridurre il fardello del capitale fittizio e delle entrate speculative dell'economia mondiale.

Questo significa fare cose come vietare la bolla dei derivati di 1,5 milioni di miliardi di dollari, o tassare i derivati fino alla loro scomparsa, vietare i prestiti ipotecari a tasso aggistabile, dichiarare illegali i “fondi di copertura" altamente speculativi (hedge funds), fermare i pignoramenti delle case, delle fattorie, delle fabbriche, tassare gli speculatori con la tassa Tobin dell'1%, regolare di nuovo i mercati petrolieri, pignorare e chiudere le banche zombie in bancarotta che dominano Wall Street e la City di Londra.

Dobbiamo sequestrare la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, le banche centrali controllate da privati e nazionalizzarle. Dovrebbero cominciare col fare prestiti allo 0% per le attività produttive, ossia la creazione di beni fisici tangibili sotto forma di industria, agricoltura, costruzione, trasporti, edilizia, miniere, ricerca scientifica, attrezzature sanitarie e altri preamboli dell'esistenza umana.

Tutto questo è particolarmente necessario qui negli Stati Uniti, poiché tutta l'economia si avvicina al punto del crollo fisico e termodinamico. In questo paese dovremmo costruire un migliaio di ospedali, cento reattori nucleari ad alta temperatura di quarta generazione, costruire 170.000 km di rotaie Maglev (NdT: treno a levitazione magnetica), ricostruire il sistema autostradale interstatale, e ricostruire tutte le infrastrutture d'acqua e di depurazione. Abbiamo bisogno di un programma convincente in fisica di alta energia per risolvere i problemi attuali della fusione dell'energia termonucleare. Abbiamo bisogno di un programma persuasivo nella ricerca biomedica per trovare rimedi alle malattie che colpiscono l'umanità. Sono sforzi che per definizione dovrebbero essere internazionali.

Certo, dobbiamo finanziare e restaurare la rete di previdenza sociale, che sarà fondamentale per le vittime della depressione nei prossimi due o tre anni. E per finire, avremo bisogno di una nuova conferenza monetaria mondiale per creare un sistema monetario mondiale vivibile per rimettere in moto il commercio mondiale e promuovere lo sviluppo economico e tecnologico dell'Africa, dell'Asia meridionale, della maggior parte dei paesi dell'America Latina, dell'Europa dell'Est e di altre zone il cui sviluppo economico è stato impedito.

Bisogna interessarsi ai grandi progetti d'infrastruttura mondiale come il Maglev di Dakar a Dubai, il Maglev da Cap Town al Cairo, i ponti e i tunnel lungo il Mediterraneo a Gibilterra e tra la Sicilia e la Tunisia, un sistema Maglev eurasiatico, un ponte-tunnel sullo stretto di Bering, un nuovo Canale Thai (NdT: l'istmo di Kra in Malesia), una “Tennessee Valley Authority" per il Gange, il Brahmaputra, il Mekong, l'Amazzonia e altri sistemi fluviali nel mondo (NdT: Tennessee Valley Authority: impresa americana incaricata della navigazione, del controllo delle piene, della produzione di elettricità e dello sviluppo economico della valle del Tennessee), e lo sviluppo del trasporto fluviale in Africa con un sistema di chiuse e di canali tra l'alto Nilo e l'alto Congo.

Dovremmo fare tutto questo con la piena coscienza che se non realizziamo queste tappe progressive necessarie finché viviamo, la civiltà mondiale potrebbe sprofondare in un periodo di caos, di orrori che al momento è difficile concepire, ma che dovrebbero essere sufficientemente chiari. La mia litania preferita è quella di un minatore spagnolo di una regione settentrionale della Spagna, le Asturie, che mi diceva che il suo credo personale era: “La tua scelta nel mondo moderno è chiara. Sii attivo prima di diventare radioattivo. Allora scegli". Quest'alternativa non è cambiata molto. La mia speranza è che sempre più persone scelgano di essere attive.

18 agosto 2009

La crisi e, i numeri della finanza

Sto aspettando pazientemente che i dati del delirio arrivino alla luce, ma sono davvero curioso. Sono curioso perche’ i numeri della finanza nell’ultimo anno non hanno alcun senso. Perche’ i casi sono due: o sono stati forniti dei dati palesemente falsi sull’entita’ della “botta” (ma non credo) oppure stanno venendo forniti dati palesemente falsi sulla cosiddetta ripresa. Vediamo di riassumere un minimo in senso cronologico.

Proviamo a sintetizzare la storia che dovremmo berci, cioe’ la storia dell’ultimo anno:

* Crollo di Lehman Brothers, esplosione del panico nelle borse, crisi dei subprime produce danni enormi, numeri alla mano si tratta di 14.000 miliardi di dollari persi solo nella borsa di New York.
* La crisi procede, e falcia brutalmente i tre grandi colossi dell’auto americana, gia’ in crisi da tempo.
* Si parla di meltdown, e il Dow Jones raggiunge l’indice che serve ad iniziare il processo.
* Si inizia a parlare di riformare le regole, e si inizia con un summit nel quale si decide che si decidera’.
* Nel frattempo, il valore delle case negli USA rasenta quello del 1963.
* Il governo USA deve intervenire con un piano da 750 miliardi di dollari, il TARP, per salvare alcune istituzioni.Non saranno spesi che per il 30%.
* Si fa un altro summit, nel quale si decide quando si decidera’.
* Viene condannato a 150 anni un piccolo truffatore, che ha truffato 50 miliardi di dollari, una goccia nell’oceano dei 14.000 miliardi di perdite.
* Il governo inglese deve intervenire con piu’ di 300 miliardi di sterline, al punto da far declassare il debito pubblico.
* Le stime europee sono quelle di un continente che perde dal 5% quando va bene, sino all’ 11% quando va male.
* Si celebra un inutile G8, dal quale esce una dichiarazione che dice “faremo i bravi e Babbo Natale ci portera’ i regali”, o poco piu’. Nessuna reale azione viene intrapresa.
* Si vedono segni di ripresa.
* Si vedono vermi, Usul, come nemmeno Dio ne aveva mai visti.
* Si intravvedono altri segni di ripresa.
* Obama dichiara che la crisi e’ finita. Diverse finanziarie americane dichiarano che restituiranno il TARP.
* GS annuncia di essere in utile, anche se di poco.Ford ha i conti a posto. GM prevede di averli tra pochi mesi.Fiat continua a guadagnare mercato.
* Riprende il consumo di petrolio, e i futures iniziano a salire , crescono gli investimenti nell’edilizia americana.
* Signor Scott, energia.

Ora, le ipotesi sono due: poiche’ recuperare 14.000 miliardi di perdite e’ semplicemente impossibile in un anno, e l’entita’ completa del danno era ben superiore, si possono pensare diverse cose:

* La prima e’ che l’entita’ della crisi fosse sovrastimata. E’ assai improbabile. E’ assai improbabile perche’ tutti abbiamo visto gli effetti, i nuovi disoccupati esistono, le aziende chiudono. E’ improbabile assai che si sia potuta falsificare l’intensita’ di questa crisi, anche se il fenomeno del back to market permettera’ di riassorbirla nel lungo termine. Ipotizzare che qualcuno abbia finto un disastro richiede, vista l’entita’ delle perdite, richiede di tirare in ballo almeno i rettiliani.(1)
* La seconda cosa che si puo’ pensare e’ che si stiano sovrastimando molto gli effetti di uesta “ripresa”. Probabilmente in parte e’ vero, perche’ siamo nel bel mezzo di una grossa speculazione finanziaria sulle materie prime, petrolio in primis. Tuttavia, e’ interessante notare come anche in Italia si vedano gli effetti di questa “ripresa”, anche se il mercato impieghera’ ancora tutta l’estate per ristrutturarsi. Interessante come Tremonti voglia liberarsi di parte della riserva aurea italiana, facendo venire i sudori freddi a tutti gli investitori in titoli. Un gioco pericoloso, che si puo’ fare soltanto se si ha qualche freccia all’arco.(2)
* La terza ipotesi, che mi sembra piu’ probabile, e’ che insieme a qualche scampolo delle prime due (la necessita’ propagandistica di sostenere il nulla de facto delle riforme governative alla finanza attribuendogli il potere di funzionare solo perche’ se ne parla, e un certo panico di borsa anche laddove non c’era ragione) e’ semplicemente che la crisi sia stata semplicemente un “assestamento” da un mondo finanziariamente unipolare ad uno multipolare.

Il motivo per il quale dico questo e’ che durante questa crisi abbiamo assistito, per la prima volta , ad un fenomeno interessantissimo: sebbene vi siano state perdite anche ad Oriente , e sebbene il Giappone continui a mantenere lo stato di “malato terminale”(3), non c’e’ stata correlazione tra lo svolgersi della crisi ad occidente e quella nell’area orientale. Si e’ verificato il “detach”, il che significa che l’oriente ormai corre con le proprie gambe, e risente poco di crolli consistenti dell’economia occidentale.

Ovviamente, la nascita di un’area economicamente autonoma produce un cambiamento degli equilibri, e non c’e’ dubbio che quella che prima era la riserva di caccia delle borse anglosassoni, sia diventata territorio di caccia di cacciatori locali, i quali difendono piuttosto bene il proprio spazio.

Se una volta le scorribande miliardarie dei raider europei in oriente(4) riempivano i nostri giornali, oggi a Londra e New Yori devono bussare e chiedere il permesso per mettere piede nel territorio altrui. Poiche’ ogni nuovo equilibrio richiede un ridimensionamento delle vecchie forze dominanti, e’ abbastanza spontaneo pensare che in realta’ questa crisi sia una conseguenza dell’avvenuta indipendenza di alcuni mercati orientali rispetto alla finanza anglosassone. E cioe’ a cedere sia stato il pezzo piu’ debole della catena (il mercato dei prestiti immobiliari) ma la tensione sia stata provocata dal progressivo affievolirsi dei ritorni economici , dei flussi che prima consentivano alle istituzioni occidentali di vendere tonnellate di merda e farci dei soldi.

Ovviamente, per una simile analisi occorrera’ che gli storici ne parlino, e quindi occorrera’ che qualcuno tra un paio di secoli di giri indietro e ci mostri i fatti in prospettiva. Il motivo per il quale propendo per questa impressione e’ che per giustificare il delta tra la situazione di 12 mesi fa e quella odierna occorre un fattore pesante 10 triliardi di dollari.

Se i danni effettivamente compensati dagli interventi governativi ammontano, sinora, a circa 4000 miliardi, perche’ ci sono segni di ripresa mentre dovremmo essere ancora ben lungi dal vedere la fine del tunnel? L’unica ipotesi che mi sento di fare e’ che il “detach” dell’economia dell’area cinese sia “costata” in termini di mancati profitti, una cifra simile.

L’idea e’ che buona parte di questa merda vensise giocata sulle borse orientali, e che fosse su quei mercati che avvenivano le speculazioni piu’ grosse, o che perlomeno quello fosse il “dumping” ove finivano i titoli piu’ tossici: una volta arrivati i cacciatori locali, e una volta che l’attenzione dei locali si e’ rivolta all’economia locale anziche’ ai soliti padroni del salvadenanio, gli investitori occidentali non sono piu’ riusciti a vendere la loro merda subprime , e il rischio sia esploso nelle loro mani.

Insomma, se togliamo dal controllo occidentale un’area simile, che diviene finanziariamente autonoma, chi prima faceva guadagni enormi in quelle aree smette di farlo.

Questa ipotesi spiegherebbe diversi fenomeni:

1. L’industria si sta riprendendo , sembra , ancora piu’ velocemente di quanto avessi predetto. Che Ford dichiarasse un buon bilancio non me lo aspettavo. Che FIAT crescesse cosi’ sul mercato a scapito dei tedeschi nemmeno. Che le PMI riuscissero a trovare sollievo(5) e che resistessero cosi’ tanto , nemmeno. La crisi del credito li ha ridotti in ginocchio, ma hanno superato giugno, e quindi il momento piu’ buio. Se questo succede e’ perche’ la crisi non era cosi’ impattante sul piano strutturale. DOVE, quindi, si e’ sfogata la crisi? Non c’e’ traccia dei 10 triliardi di dollari di perdite nelle perdite -sebbene rilevanti- dell’industria in se’.
2. Le banche e gli enti finanziari, anche se stanno imbellettando i bilanci, stanno resistendo meglio del previsto. Per essere l’epicentro della crisi , mi sembra che ci siano troppe poche macerie. Dove sono finite le perdite? E specialmente, dove erano, prima , i guadagni che oggi mancano?
3. I consumi, tutto sommato, reggono. Ci sono stati dei punti percentuali di perdita, ma non sono coerenti con le cifre delle perdite subite dagli indici di borsa. Persino le entrate fiscali non sono cosi’ catastrofiche (escludendo California e altri stati gia’ indebitati da prima) : CHI ha perso tutti quei soldi?

Onestamente, per giustificare tutto quel calo degli indici di borsa occorre immaginare che esista un luogo nel quale

1. Venisse erogato credito la cui mancanza non impatta piu’ di tanto l’industria occidentale.
2. Vi fossero attivita’ finanziarie che erano, tutto sommato, abbastanza indipendenti dalla finanza occidentale.
3. Circolassero soldi che, tutto sommato, non erano nelle tasche dei cittadini.(6)
4. Le perdite in realta’ non siano semplicemente la fine di un guadagno che prima c’era, ma non era dovuto ad attivita’ realmente svolte in occidente.

L’unico posto abbastanza lontano ed abbastanza “detached” che mi viene da pensare e’ proprio l’area cinese, e l’indipendenza dei numeri della crisi da quelli occidentali sembrerebbe coerente con la mia teoria.

Con ogni probabilita’ dichiarare che questa crisi possa essere un segno di riequilibrio della finanza mondiale e’ questione degli storici del futuro. Non ho numeri per giustificare questa ipotesi, e quindi non mi ci giocherei un braccio. Ma piu’ osservo i numeri di questi giorni e piu’ me ne convinco: o ci raccontano favole, (ma ho ancora meno prove per dirlo) oppure la crisi c’e’ stata ma e’ stata la fine di un fiume di ricavi , o se preferita la chiusura di un “dumping hole” nel quale venivano vendute le merde di derivati prodotti in occidente, realizzando guadagni enormi che oggi sono finiti.

A meno che non crediate nei miracoli. O nei rettiliani.

Uriel

(1) Essere un rettiliano sulla terra di oggi e’ un casino. Cioe’, voi siete un T-Rex , e avete rimorchiato qualcuno. Allora andate a zompare, e “Uau! Complimenti alla mamma! Glom!” - “Si, in effetti ho la coda di mia madre” - “Glom? Huhmf? Coda?” - “Beh, se ti piace puoi continuare a succhiarla” - “EEEEEEKKKK!”. Insomma, non e’ cosi’ figo come sembra, essere dei rettiliani.

(2) Nell’idea di tassare le riserve in oro della banca centrale italiana si puo’ vedere l’inizio di un paradossale gioco , simile a quello dei due autisti che si lanciano a tutta velocita’ l’uno contro l’altro, e vince quello che sterza per ultimo. Con ogni probabilita’, vincera’ la fazione che ha meno paura, con buona pace degli amici di Profumo.

(3) L’operato della classe dirigente giapponese negli ultimi 15 anni e’ stato ridicolo, paradossale, inutile, incompetente, cosi’ pagliaccesco che in confronto Borghezio sembra uno statista. Non riesco a dare alcuna definizione dello stato di “poche idee ma ben confuse” con il quale i giapponesi hanno affrontato una crisi ormai trentennale. Hanno contemporaneamente creduto nel loro sistema mentre lo smantellavano perche’ non funzionava piu’, hanno brindato al futuro mentre lo vedevano crollare, hanno fatto ordinaria amministrazione nel periodo piu’ straordinario della loro storia. Se i giornali internazionali dedicassero al giappone un decimo dell’attenzione che dedicano all’ Italia, ci sarebbe una montagna di risate piu’ alta del Fuji. Vedere gente che viene da un paese ove la mafia e’ legale (la Yakuza e’ riconosciuta dallo stato ed e’ legale) mentre critica l’ Italia per il malcostume e’ patetico.

(4) Abbiamo dimenticato il fallimento catastrofico degli olandesi, comprati per una sterlina dal tesoro inglese, per le perdite dovute ad un azzardo miliardario di un solo trader? E i 4 miliardi di perdite francesi sui mercati d’oriente? E i fiumi di soldi che arrivavano da Hong Kong?

(5) Pochi parlano dell’ “amnistia” dai debiti che si e’ ottenuta in questi giorni. Non e’ una cornucopia come ci si aspetta, ma sicuramente e’ un’azione unica nel panorama europeo. Dara’ i primi frutti verso fine dell’anno, quando le PMI inizieranno ad incassare le prime fatture di inizio anno, e dovrebbe dare una bella spinta verso meta’ del 2010, quando arriveranno le fatture di questi mesi.

(6) So bene che qualche sinistra si masturba di dati negativi. Mi dispiace, ma per le dimensioni della crisi in corso l’aumento della disoccupazione e della poverta’ sono effetti tutto sommato blandi, non corrispondenti alle cifre in ballo.14.000 miliardi di dollari sono l’intero PIL americano, o se preferite il 95% del PIL dell’eurozona, di disoccupati in occidente ne dovremmo contare ben di piu’.
di Uriel

17 agosto 2009

Riforma finanziaria, parole e fatti

E' bene che Barack Obama sia un giocatore di basket svelto perché sulla riforma finanziaria egli deve saltare un abisso che si allarga sempre più tra le sue parole e i suoi fatti.
Obama disse: "Milioni di Americani che avevano lavorato duro e s'erano comportati in modo responsabile hanno visto i loro sogni della vita erosi dalla irresponsabilità degli altri e dalla incapacità del loro governo di dare una tutela adeguata. La nostra intera economia è stata minata da quel fallimento".
"Negli ultimi due decenni, abbiamo visto, molte volte, cicli di crescita e di fallimenti precipitosi. In ogni caso, milioni di persone hanno avuto le loro vite profondamente sconvolte dagli sviluppi nel sistema finanziario; più severamente nelle nostre crisi recenti".
Sono parole forti, anche se non includono "il crimine aziendale, la frode e l'abuso" per sostituire l'eufemismo "irresponsabilità".
Uno penserebbe che le 88 pagine di proposta di riforma al Congresso siano come le sue parole.
Al contrario fornisce aspirine a Washington per il cancro al cervello di Wall Street.
La natura anemica di tali riforme proposte in apparenza per prevenire o impedire un altro grande crollo a Wall Street e il coinvolgimento di risparmi e investimenti nazionali subito scatenò l'ira dei principali editorialisti economici.
Joe Nocera del New York Times scrisse "il piano Obama è poco più di un tentativo di infilare alcune nuove dita regolatrici in una diga finanziaria piena di crepe piuttosto che ricostruire la diga stessa".
Nocera sostiene che le riforme non "tentano di diminuire l'uso" del tipo modificato di derivati i quali con miliardi di dollari rischiati generarono "un danno enorme al sistema finanziario" fin quasi al collasso di AIG.
Egli nota che le riforme fondamentali più vecchie del Presidente Roosevelt inclusero la Glass-Steagall Act, la quale "separò l'attività bancaria dagli investimenti".
Essa impedì un gran danno bancario sotto Clinton; il suo Treasury Secretary Robert Rubin e Citigroup fecero abrogare la Glass-Steagall nel 1999.
Obama non propone di ripristinare questa protezione decisiva.
Nocera disse, le imprese "dovranno aumentare un po' il capitale, e occuparsi di più della sorveglianza, ma .... con tutta probabilità", [staranno] "dietro agli affari come al solito".
Il cronista dei grandi affari, Gretchen Morgenson, straccio il piano Obama sul Sunday New York Times perché faceva troppo poco per eliminare i rischi sistemici posti dalle imprese finanziarie che sono "troppo grandi per fallire".
"Piuttosto che proporre modi per rimpicciolire queste imprese e i rischi che esse pongono, il piano Geithner sostiene invece un aumento della sorveglianza regolata sui behemoth".
Questo implica che i contribuenti saranno a rischio di salvataggi persino più grandi in futuro.
Una misura per prevenire i salvataggi del "troppo grande per fallire" fu suggerita niente meno che dal consigliere economico di Obama, l'ex presidente della Federal Reserve, P. Volcker.
Parlando in Cina, non altrove, Volcker di recente ha detto che il governo federale potrebbe semplicemente impedire a queste grandi banche di commerciare per il proprio tornaconto.
Ma Obama non sta ascoltando Volcker in questi giorni.
Invece il Treasury Secretary Timothy Geithner e il consigliere della Casa Bianca, Larry Summers, che giocarono ruoli importanti nel decennio passato per facilitare la grande speculazione a Wall Street, sono ascoltati da Obama.
Il piano del Presidente omette, (1) un rafforzamento vero dell'antitrust, (2) una dura accusa al crimine aziendale, e (3) più autorità per gli azionisti che possiedono le loro imprese per controllare i loro capi a noleggio.
Nel piano potrebbe essere inclusa la scelta di dare agli azionisti il potere decisivo di stabilire il compenso dei dirigenti - gli incentivi perversi all'indennizzo aiutarono a spingere le imprese verso la speculazione selvaggia.
Le mancanze del piano di riforma continuano.
Non ci sono meccanismi che incoraggino milioni di investitori a riunirsi in Financial Consumer Associations.
Nel 1985 l'allora Cong. Chuck Schumer (Dem. NY) propose un emendamento alla legge sui salvataggio dei prestiti e dei risparmi. Non passò.
Che dire dei titoli ipotecari sub - prime?
Alle banche dovrebbero essere imposto di mantenere almeno un 5% di interessi prima di cederli ad altre associazioni.
Questo difficilmente basta a indurre prudenza alle banche che vendono queste ipoteche ai compratori di case senza denaro.
Obama deve proporre una nuova agenzia regolatrice dei consumatori finanziari.
Ma senza che lui nomini qualcuno, alla presidenza, come l'ingegnoso professore di legge di Harvard Elizabeth Warren, che avanzò l'idea che le imprese finanziarie regolate prendano il controllo, come al solito, dell'agenzia.
Steven Pearlstein (del Washington Post) derise le proposte di Obama perché non erano "fondate, in primis e soprattutto, su analisi indipendenti e complete del come la crisi era stata aiutata a svilupparsi e su che cosa i regolatori fecero e non fecero per prevenirla ...."
Egli era deluso dalla mancanza di controlli sugli "hedge funds, private-equity funds o sui mezzi di investimento strutturati".
Obama fece rafforzare gli obblighi fiduciari agli investitori dagli intermediari azionari.
Ma non dette a questi investitori defraudati alcun diritto migliore di azione civile in tribunale oltre al fatto che restarono sottoposti alla legge che lega le mani ai titoli fatta nel 1995.
Così ora essa è al di sopra del Congresso e delle sue orde di lobbisti bancari e assicurativi.
Buona fortuna, risparmiatori e investitori.
A meno che voi non facciate i vostri affari con le cooperative delle credit union che non azzardano con il vostro denaro.
di Ralph Nader

16 agosto 2009

L'oro di Bankitalia

Uno scontro trasversale fra i vari poteri. Un mulinare di scimitarre, forche e badili contro il potere finanziario protetto dai servizi segreti, e forze dell'ordine. Se non riusciamo a leggere fra le righe il messaggio di Tremonti, andremo a giocare a mosca cieca.



Non sono stato e non sarò mai tenero con il Governo Berlusconi né con quell'accolita di incompetenti e vanagloriosi che sono la maggior parte dei suoi Ministri, che rispecchiano, generalmente in peggio, le migliori qualità del capo. Devo però dire che Tremonti è proprio un'eccezione. La sua ostinazione nel volere la norma sulla tassazione delle riserve auree di Bankitalia è encomiabile: non tanto per gli effetti economici che sono trascurabili (al massimo 300 milioni di euro che, nel disastro della finanza pubblica sono una goccia nel mare), quanto per i riflessi politici dell'iniziativa. Se ne intravedono gli scenari nei commenti di oggi, che danno un'idea degli effettivi schieramenti politici nel nostro paese.


Non è una novità che i rapporti di Tremonti con Bankitalia e i suoi vertici sono conflittuali da sempre. Appare sempre più chiaro che dietro gli attacchi alla cosiddetta autonomia di Bankitalia e delle istituzioni finanziarie ci sia la volontà politica di ricondurre la politica monetaria in un ambito pubblico. E d'altra parte, visti gli esiti disastrosi della gestione privata della finanza, che ci ha regalato questa meravigliosa crisi, che qualcosa debba cambiare lo dicono tutti ma effettivamente lo vogliono pochi, e tra questi pochi, Tremonti è certamente in prima linea.

Qualche anno fa, nella tarda primavera del 2005 scoppiava il conflitto tra il Ministro dell'Economia e Bankitalia allora condotta dal sempiterno Fazio, poi declassato a furbetto del quartierino dalle inchieste giudiziarie sui suoi legami con Fiorani. Tremonti fu redarguito dallo schieramento politico pro Bankitalia, allora composto dal trio "effe", rigorosamente trasversale, Fassino, Follini e Fini, che ne pretesero l'allontanamento dal Ministero. Tremonti si è seduto sulla riva del fiume per aspettare la caduta di Fazio e di Berlusconi, giunte in rapida successione poco tempo dopo. Così, con il nuovo governo Berlusconi, Tremonti è stato chiamato a furor di popolo (leghista, ma anche trasversale), contro il partito di Bankitalia, che zittito dalle disgrazie del sistema finanziario nostrano e internazionale, ha dovuto mandare giù l'amaro boccone, anche se non perde occasione per denigrare, mettre in ridicolo, attaccare, insinuare e sbeffeggiare il suo nemico.

Non dimentichiamoci che la vera battaglia politica non è tra una destra e una sinistra anacronistiche e svuotate di ogni contenuto reale, ma tra il potere finanziario e chi vuole restituire dignità alla politica.

La guerra è quindi apertissima e lo scontro durissimo. Da una parte i sostenitori del potere finanziario, dall'altra i suoi avversari. Nell'editoriale di oggi su Repubblica, Massimo Giannini, voce autorevole del quotidiano e dell'intellighenzia pro finanza, viene chiamato a dare il suo contributo alla battaglia contro il Ministro ammazza banche. E lo fa con questo articolo, fastidioso per le insinuazioni denigratorie, ma illuminante per la comprensione del campo di battaglia e degli schieramenti. In altri termini, Giannini e i finanzieri temono che Tremonti voglia porsi alla testa di un movimento politico tra i governi europei volto a ridimensionare i poteri della BCE. Su questo fronte potrebbe coinvolgere - dice Giannini - Sarkozy, forse Zapatero e qualche altro governante dell'Europa centro orientale. Non la Merkel che ci ha già provato e, con malcelata soddisfazione dello stesso Giannini, fu bocciata dalla Bundesbank (ma credo che Giannini si illuda sul fatto che i tedeschi si defilino se si tratta di battagliare sulla sovranità monetaria).

L'articolo è commovente e ridicolo per l'impegno che Giannini profonde per difendere le prerogative della BCE.

Commovente quando ascrive tali prerogative nel'ambito di una grundnorm, del diritto costituzionale europeo, che ricordo ai non giuristi, è il concetto elaborato da Kelsen per indicare la norma fondante l'intera costruzione di un ordinamento giuridico. In altre parole, secondo Giannini, il potere finanziario è quello sul quale regge l'intera Costituzione della Comunità europea!

A me sembrava che si trattasse di una costruzione politica, e non della delega ai burocrati oligarchi di Palazzo Koch o di Francoforte di taglieggiare i popoli europei senza alcun controllo popolare. Qualcuno di voi ha mai sentito parlare di elezioni di dirigenti, Governatori, funzionari di queste istituzioni che operano in concreto sulla nostra pelle ed esercitano un poter di gran lunga maggiore di quello politico? Non sarebbe ora di vederci chiaro e di capire come è stato possibile arrivare a questo punto?

Divertente quando scrive testualmente, senza rendersi conto di coprirsi di ridicolo, questa frase che si commenta da sola: [Tremonti] da un lato dice "quell'oro è del popolo, non di Via Nazionale" (e qui, per inciso, si potrebbe chiosare: se è del popolo, e lo vuoi colpire con una nuova imposta, stai facendo pagare più tasse agli italiani, contraddicendo uno dei dogmi della tua ideologia politico-economica). Davvero meraviglioso!

Questo è quindi il punto nodale: dopo gli esiti disastrosi delle politiche monetarie imposte dalle Banche Centrali la politica, forse, si rimette a discutere l'indipendenza oligarchica dello strapotere della BCE, e la norma silente voluta da Tremonti è una specie di cavallo di Troia, pronto ad entrare in azione nel momento della battaglia. Non a caso, il fuoco di sbarramento dello schieramento pro Bankitalia è iniziato subito: a parte Giannini, hanno stigmatizzato la norma il Folliniano Tabacci , il Vicepresidente dei Senatori PD Zanda , mentre Fassino e Fini per ora tacciono.

Certo, sentire un Ministro delle Finanze che dice che l'oro di Bankitalia appartiene al popolo italiano, fa un certo effetto. Eh già, la battaglia sarà dura e promette scintille....

di Domenico De Simone

15 agosto 2009

Chi erano i Nephilim? I Giganti?


In Genesi 6:1-4 si legge: "Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il Signore disse: ‘Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni. In quel tempo c’erano sulla terra i giganti (nephilim) e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi".

Prima di cercare di rispondere alla domanda su chi possano essere stati i figli di Dio, mi pare doveroso sottolineare la straordinarietà di questi versetti. Si ha, infatti, l'impressione che il passo sopra riportato sia un frammento di una più ampia tradizione salvatasi ad un naufragio di antichi testi. Il sapore "sumerico" del passo, l'arcaico e mitico riferimento ai giganti inducono a supporre che, nel palinsesto di Genesi, sia rimasto questo lacerto che può essere confrontato con i retaggi, peculiari di altre culture, su creature titaniche.

Sono state ventilate parecchie supposizioni su chi fossero i figli di Dio e perché i figli che essi ebbero con le figlie degli uomini diedero vita a una razza di giganti. Non prenderò in esame i presunti riferimenti neo-testamentari ai "figli di Dio" poiché, a mio parere, appartengono ad un altro Zeitgeist, ad una forma mentis di autori che erano inclini a reinterpretare brani della Torah con fini catechistici legati ad esigenze contingenti. Vorrei anche restare nell'ambito di un discorso paleontologico e storico, senza sconfinare nella teologia.[1]

Vediamo quindi quali sono le principali ipotesi di identificazione.

- I figli di Dio furono i discendenti del probo Seth che si unirono con i rampolli del malvagio Caino.

- I figli di Dio furono esseri di notevole statura creati, per mezzo di manipolazioni genetiche, da un popolo extraterrestre individuato da Sitchin e da Alford nei progenitori dei Sumeri. Secondo Alford, i Nephilim erano sterili.[2]

- I figli di Dio furono Atlantidei.

- I figli di Dio furono discendenti di uomini della specie Homo sapiens e di donne appartenenti alla specie Homo Neanderthalensis. Questa tesi sostenuta da Adriano Forgione e da altri e che troverebbe conferme nelle indagini genetiche della scienziata britannica Rosalind Harting, spiegherebbe per quale motivo gli esponenti del Sapiens furono denominati "figli di Dio." Sarebbero, infatti, costoro, ad essere stati creati, mediante l'ibridazione di geni appartenenti all'Homo erectus con il D.N.A. ricavato dagli "dèi" di Shumer. Anche paleontologi accademici non scartano l’ipotesi di un incrocio tra le due specie. Resta il dubbio se da tale connubio possano essere nati dei giganti.

A questo punto mi chiedo se la prima congettura non sia riconducibile a questa, dacché Caino potrebbe indicare una stirpe di rossi: la Harding ritiene che il rutilismo fosse un tratto fenotipico del Neanderthalis. Nel Kebra Nagast, il testo sacro dei Falasha, gli Etiopi di religione ebraica che rispettano le norme originarie del Pentateuco, i figli di Dio sono chiamati figli di Seth, le figlie degli uomini, figlie di Caino. Dunque Caino era rosso ed un Neanderthalensis?[3]

A prescindere dall'identità dei Figli di Dio e dei Nephilim, resta un'altra spinosa questione: furono un lignaggio degenere e perverso, come sono inclini a pensare coloro che li identificano con gli "angeli ribelli" o uomini degnissimi ed eroici, come afferma, tra gli altri, l'esoterista Antoine Fabre d’Olivet? Il dibattitto è aperto.

[1] A mio parere, la trattazione si può estendere ad un ambito metafisico, ma qui mi limito al piano “oggettivo” per evitare di rendere intricata un’analisi già difficile.

[2] Pare che la traduzione di "nephilim" con "giganti" sia corretta, mentre la resa "caduti", adottata da Zecharia Sitchin e da qualche altro autore, dovrebbe essere inidonea. Ne consegue che l'interpretazione teologica prevalente che vede nei nephilim degli angeli caduti perde in parte di plausibilità. Antichi interpreti ebrei, scritti apocrifi e pseudoepigrafi sono unanimi nel sostenere la tesi che gli angeli caduti siano i "figli di Dio" menzionati in Genesi 6:1-4. Questo non chiude assolutamente le discussioni, ma, a mio parere, le sposta su un altro livello, la dimensione metafisica o meglio interdimensionale dei Vigilanti evocati nel libro di Enoch ed in altri documenti.

by Zret

12 agosto 2009

Il Creditore Spietato, evocato da Lorenz, non è un fantasma del futuro

Ecco un pensiero di Konrad Lorenz: “l’unico introito legittimo di energia del nostro pianeta è costituito dall’irraggiamento solare, e ogni crescita economica che consumi più energia di quella che riceviamo dal sole, irretisce l’economia mondiale in una spirale debitoria, che ci consegnerà a un creditore spietato….”
Il Creditore Spietato, evocato da Lorenz, non è un fantasma del futuro. Si presenta ogni giorno, e ogni sua apparizione è una rapina: si porta via della vita vivente, ma ci lascerà fino all’ultimo lo sviluppo.
I governi possono governare - sono lasciati fare - fintanto che non si oppongano allo sviluppo, vuol dire che ne sono tutti, dal più potente all’ultimo di forza, prigionieri e servi. La grande domanda metafisica: l’uomo è libero? si può anche buttarla qui, parlando di governi che tutti, nessuno escluso, possono procedere soltanto in un’unica direzione, senza che gli sia data una scelta. Se fossi papa o presidente americano o presidente russo mi piglierei il piacere di rispondere che l’uomo può solo decidere quel che è già deciso. E questo irrefrenabile sviluppo era nel segreto del tempo, nel mistero tragico del destino umano, ma quel che mi dà scandalo, quel che mi fa più soffrire, è che “gli si voglia bene”, che si parli incessantemente di “ripresa” del lavoro di questo assassino come di qualcosa di desiderabile, non come di una necessità ineluttabile, come di una caduta progressiva nell’infelicità.
Vorrei un capo di governo o di azienda che facesse precedere da un purtroppo le frasi consuete: “dobbiamo aumentare la produzione”, “la ripresa è imminente”… Neppure questa libertà gli è data. Sono costretti anche ad adularlo, il Maligno: se aggiungono un purtroppo li scaraventa in basso come birilli. Questo non è più avere un potere, tanto meno corrisponde a qualcuno dei sensi profondi di comando. L’asservimento all’economia dello sviluppo, senza neppure un accenno di sgomento, dice l’immiserimento, la perdita di essenza e di centro, della politica. Se il fine unico è lo sviluppo, la politica è giudicata in base alla sua bravura (che è pura passività) nello spingerlo avanti a qualsiasi costo….
Non c’è nessuna idea politica dietro, sopra o sotto: c’è il Dio dell’economia industriale geloso del suo culto monoteistico.
Un inferno urbano contemporaneo è fatto di molte cose. Tra le più evidenti, c’è l’eccesso di circolazione di macchine, auto e moto. Contro smog e paralisi si almanaccano palliativi di ogni genere, ma soltanto abbattendo la produzione automobilistica si potrebbe ridare alle città un po' di respiro post-diluviale. Immediatamente sulle piazze liberate dai grovigli di auto, si adunerebbero a migliaia, e a migliaia di migliaia, i tamburi di latta della protesta di quelli a cui fosse stato restituito il respiro: non vogliono la cura, ma la malattia in tutta la sua spietatezza...Così i chimici che producono veleni per l’agricoltura: vietarli, anche per amore dei loro stessi figli, ne scatenerebbe la collera. Ma sarà la collera dei chimici, o dei veleni in loro? Chi dice che non abbiano un’anima, i veleni che produciamo? ...La sola voce concorde, universale, in alto e in basso, grida che nessuna industria si fermi o chiuda, qualsiasi cosa produca, sia pure inutilissima o micidialissima, sia pure destinata a restare invenduta: la sola voce concorde invoca che si aprano cantieri su cantieri e che si investano finanze in nuovi progetti industriali: a costo di qualsiasi inquinamento e imbruttimento, a costo anche di fare accorrere, per l’immediata ritorsione morale che colpisce chi accolga progetti simili, le furie di una intensificata violenza. E se deve, sul mare delle voci tutte uguali, planare una promessa rassicurante, è sempre la stessa: ci sarà la “ripresa”, ne avrete il triplo di questa roba...

La Stampa, 9 marzo 1993

11 agosto 2009

Conti pubblici: quale democrazia?


Tra le grandi assenti in materia di regole democratiche, oltre la “porcata
elettorale”, vi è la latitanza di una istituzione dello Stato, con carattere
assolutamente indipendente, che potrebbe essere la Corte dei Conti o il
ragioniere generale dello Stato, che offra al Parlamento, in tempo reale ed in
chiaro, le cifre che riguardano la situazione economica e finanziaria, le spese
dei vari ministeri, la reale entità pagata da ogni regione e da ogni categoria
di contribuenti, la situazione degli enti previdenziali, ecc. ecc.
Il teatrino della politica, infatti, offre ai cittadini, in una materia
fondamentale di valutazione dell’operato di un governo, come i conti pubblici,
delle cifre inventate in cui una parte politica uscente sostiene di aver
risanato i conti e l’altra entrante si dispera per aver trovato un disastro.
E’ del tutto evidente che al cittadino elettore viene sottratto un elemento
essenziale di valutazione e la vittoria politica arride non ai virtuosi
(improbabili), ma a chi ha più voce per contare balle.
Eppure sarebbe molto semplice e poco costoso avere un sito Internet, a
disposizione di chiunque, aggiornato su dati ufficiali, che fotografi la
situazione della spesa pubblica, il dettaglio delle spese militari (io pretendo
di sapere fino all’ultimo euro quanto ci costa la guerra all’Afghanistan).
Vi sono cittadini come il giornalista di economia Massimo Riva, che denuncia
silenzi sul superdebito pubblico balzato avanti nell’ultimo anno di 104
miliardi di euro, e Tremonti si può permettere di essere vago e parlare di una
sciagurata eredità lasciata dal governo precedente, mentre una presenza
istituzionale indipendente, di indiscussa autorità e capacità, conti alla mano,
dovrebbe offrire ai cittadini dati indiscutibili.
Se un giornalista specializzato in economia non riesce ad offrire ai suoi
lettori una valutazione sulla situazione economica per mancanza di dati o
furberie contabili, ebbene non vi è democrazia perché i cittadini non possono
valutare chi li governa, con dati chiari e ufficiali, certificati dalla Corte
dei Conti, il cui principale dovere d’istituto dovrebbe essere quello di
rispondere in tempo reale ai quesiti dei cittadini in materia di pubblico
denaro.
Soltanto un ente terzo preposto all’informazione sullo stato della economia e
dei conti, può avere l’autorità di pretendere dai governanti, dai ministeri,
dagli Enti, le cifre vere e attuali ed offrirle al dibattito politico.
Oggi nella informazione economica avviene ciò che accade quando vengono fatte
manifestazioni di massa, dove la questura parla di duecentomila persone e gli
organizzatori di due milioni. Se invece si volesse sapere la verità, sarebbe
facilissimo. Basterebbe dividere una fotografia dall’alto della manifestazione
in tanti piccoli quadratini, ingrandire, contare le persone di un quadratino e
fare una semplice moltiplicazione.
Con dati seri e accertati molti bluff dei politicanti sarebbero smascherati e
mano mano la politica potrebbe diventare una cosa più credibile.
In questi giorni io chiederei alla magistratura dei conti di offrirmi un
dato. Quanto spende la Protezione civile in materia di PREVENZIONE degli
incendi, e vorrei comparare questo dato con quanto spende per il loro
spegnimento con la flotta aerea, gli elitanker, gli effettivi sul campo e i
“volontari”. Sono sicuro che per la prevenzione non si fa quasi nulla, come
nella Sanità, mentre le giornate scelte dagli incendiari sono veramente poche,
dieci al massimo quando c’è molto vento in luglio e agosto, e, se in questi
giorni si pattugliassero i territori a rischio, massicciamente, con pene
severissime per gli incendiari, il grande businnes dell’antincendio si
sgonfierebbe a favore di una presenza capillare sul territorio, esercito
compreso.
Ma la democrazia è una cosa seria! In Italia la dobbiamo ancora inventare.


di Paolo De Gregorio

10 agosto 2009

Contraddizioni estreme del rapporto Usa-Cina

Al vertice Cina-Usa che si apre a Washington Pechino ha inviato una delegazione di 150 persone. Si incontrano da un lato un paese, la Cina, assolutamente bismarckiano, ove l’accumulazione industrial capitalistica però non è un fatto nazionale bensì avviene con il concorso voluto ma vieppiù obbligato del capitalismo mondiale. Dall’altro abbiamo gli Stati Uniti, fulcro e leva dell’espansione cinese all’estero per via dell’accumulo delle passività finanziarie Usa nelle casse delle istituzioni cinesi. La Cina è fortemente colpita dalla crisi. Ormai le persone rispedite alle zone rurali superano di molto la cifra di 20 milioni stimata agli inizi di quest’anno e vi sono delle vere e proprie rivolte contro i licenziamenti. La crisi viene fronteggiata rilanciando l’industria pesante ed attraverso l’uso, nonchè il rigetto, indiscriminato della forza lavoro fluttuante ed immigrata dalle zone arretrate. Ciò comporta un ulteriore schacciamento dei redditi salariali sul valore del prodotto nazionale (in Cina il salario come quota del prodotto è in calo da circa venti anni). Questo significa che il ruolo della Cina come area di massima produzione di scala a basso costo monetario sul piano mondiale si sta ampliando nel corso stesso della crisi. Anche negli Usa i salari si restringono ma per ragioni legate ai fallimenti ed a chiusure di aziende che continuano ad indebolire l’apparato produttivo statunitense incentivando così le delocalizzazioni e il subappalto (outsourcing) verso la RPC. Oggi l’outsourcing da parte degli USA coinvolge in maniera crescente anche i settori dei macchinari.

Il panorama è quindi caratterizzato da un’ulteriore polarizzazione produttiva verso la Cina e da un’accresciuta finanziarizzazione dell’economia americana. L’International Herald Tribune di sabato 25 luglio sottolineava che la forte ripresa degli indici di Wall Street ed anche degli stessi profitti di società come Goldman-Sachs dipendonoo in misura rilevante dall’introduzione di sistemi di computers centralizzati ultra rapidi, difficilmente accessibili ad altri operatori, che permettono di trasmettere milioni di ordini di acquisti/vendite azionari. Secondo l’Herlad Tribune tali sistemi agevolano la manipolazione dei prezzi delle azioni. Pertanto uno dei risultati più tangibili del rilancio di Obama è la concentrazione bancaria e l’accentuazione della rarefazione finanziaria aumentando la subordinazione dell’economia detta reale. La crisi in corso rafforza il binomio formato dalle società finanziarie e dalle multinazionali dell’energia come assi portanti - integrati col settor militar industriale (quest’ultimo però oggi manca di obiettivi definiti) del capitalismo Usa.

Consideriamo ora le implicazioni dell’accresciuta polarizzazione tra la Cina e gli Usa prendendo come esempio la vicenda dello Sri-Lanka e dell’Afghanistan. La strategia bismarckiana cinese richiede ampie risorse di materie prime ed un loro diretto controllo. A tal fine Pechino utilizza parte del suo surplus con l’estero per investire in Africa, Australia ed America meridionale. Le rotte con l’Africa e l’Oceano indiano sono diventate molto importanti. L’appoggio militare e logistico dato al governo di Colombo per schiacciare i Tamil Tigers era legato all’apertura di punti di appoggio, di porti e basi controllate da Pechino nella parte meridionale dell’isola. L’obiettivo di stabilire della stazioni lungo la rotta verso l’Africa è in conflitto diretto con la politica Usa di controllare l’Oceano indiano per motivi geopoliticamente costruiti in relazione agli intressi delle multinazionali energetiche. Così è nata la guerra all’Iraq, e così fu anche per l’invasione dell Afghanistan nel 2001 (il manifesto fu il solo giornale italiano a riportare interamente la deposizione al Congresso di John Maresca, vice presidente dell’Unocal, società energetica ove lavorava l’attuale presidente afghano Karzai, perorante la trasformazione dell’Afghanistan in un nodo di gasdotti ed oleodotti per esportare verso la Cina). Obama non ha alcuna alternativa alla difesa degli interessi globali delle multinazionali energetiche Usa in quanto non ha un piano di rilancio qualificato dell’economia nazionale. Per produrlo dovrebbe rispolverare le idee ed i progetti di Robert Reich. Ma questi sono ormai inattuabili dato che il perno della politica economica di Washington è costituito dal rilancio della finanza attraverso il piano Geithner-Summers.

Assieme allo scontro di interessi Cina Usa riguardo il controllo delle fonti energetiche – ed è su questa falsa riga che si dovranno interpretare anche le divergenze sulle politiche ambientali – vi è la questione finanziaria. Nell’economia politica Usa circuito del dollaro e controllo economico e politico-militare delle materie prime, del petrolio in particolare, si sono fusi da tempo. Questo fatto facilita il signoraggio internazionale del dollaro. In altri termini gli Usa possono pagare il deficit estero senza dover sacrificare delle risorse nazionali. Il compromesso funziona fintanto che l’economia in deficit tira. Quando essa cessa di tirare i paesi in surplus subiscono sia il calo della domanda di esportazioni che il costo del signoraggio ed aumentano i rischi riguardo il valore futuro del dollaro. Per Washington la soluzione passa per una forte rivalutazione della moneta cinese ma è pura propaganda. Infatti la rivalutazione dello yuan dovrebbe essere talmente elevata da scombussolare ulteriormente l’intera economia Usa., in cui gli elementi di crisi dominerebbero nettamente sulla convenienza di ritornare a produrre negli Stati uniti. Non vi sono soluzioni tecnico-istituzionali a questo problema che va visto come una contraddizione nella sua forma più pura.


di Joseph Halevi

09 agosto 2009

L'anticasta - L'Italia che funziona

Anticasta di Marco Boschini e Michele Dotti
La copertina del libro "L'anticasta, l'Italia che funziona"

Un altro mondo è possibile. Anzi, è già cominciato, scoprendo che la virtù (pubblica) è anche conveniente, per tutti. Energia, risorse, fonti rinnovabili, riciclo dei rifiuti, mobilità sostenibile: è il vangelo contemporaneo dell’anti-casta, quella dei Comuni Virtuosi, che in tutta Italia promuovo progetti speciali e adottano tecnologie ecologiche a beneficio dell’ambiente e, in primo luogo, dei cittadini. Una grande esperienza, quella dei “Comuni a 5 stelle”, che - col patronicio di Beppe Grillo, Dario Fo e Maurizio Pallante - ora è racconta in un bel confanetto, libro e dvd editi dalla Emi, al quale ha collaborato anche “Libre”.

Gli autori sono Marco Boschini (”Comuni virtuosi”) e Michele Dotti (”Mani tese”), da anni in prima linea nella promozione di nuovi modelli e nuove politiche anticasta-trasversali, a misura di cittadino. Boschini, assessore a Colorno (Parma) è l’inventore dei “Comuni virtuosi” e milita nel Movimento per la Decrescita Felice fondato da Maurizio Pallante; Dotti, già autore della video-inchiesta “Viaggio nell’Italia dei Comuni a 5 stelle” e del volume “Non è vero che tutto va peggio”, scritto con Jacopo Fo, da 16 anni è impegnato nell’associazione eco-pacifista “Mani tese”.

«In questo nuovo libro, ”L’anticasta” - spiegano Boschini e Dotti - abbiamo voluto raccontare l’altra Italia, quella fatta di tante persone oneste che, non solo nella società civile, ma anche nelle istituzioni locali, si battono ogni giorno per un Paese migliore e stanno già dimostrando con i fatti che le alternative concrete esistono». Il cambiamento, ancora una volta nella storia, non può che partire dal basso, giurano Dotti e Boschini. «E per fortuna questo sta già accadendo».
Michele Dotti, Educatore e Formatore
Michele Dotti, volontario per Mani Tese

L’Italia, infatti, è piena di esperienze incoraggianti, esperimenti e testimonianze: pannelli solari, bus ecologici, servizi rifiuti-zero. «Sono tante le amministrazioni che propongono innovazione, coinvolgendo i cittadini: la risposta è positiva, la gente risponde perché ci guadagnano tutti: l’ambiente, i conti pubblici, la qualità della vita». Un virus, quello dei “Comuni virtuosi”, che si sta rapidamente diffondendo, dal Piemonte alla Sicilia. E che ora, finalmente, un libro si incarica di raccontare.

In allegato, il film in dvd contiene una video-inchiesta che ripercorre un appassionante viaggio nei “Comuni dell’Italia a 5 stelle”, alla scoperta di persone e progetti che, se non fossero veri, sembrerebbero incredibili. C’è veramente di tutto: dall’Emilia, dove si registra il più alto tasso italiano di raccolta differenziata fino a ridurre a zero il ricorso alla discarica, fino alla Sicilia, nel villaggio dove i postini usano l’asinello per spostarsi nei vicoli.

«E’ uno schiaffo all’immobilismo della politica e agli sprechi della casta», osservano gli autori: «L’esempio concreto che un altro modo di fare politica non solo è possibile, ma si sta già facendo. Successi indiscutibili che mostrano la concretezza di scelte alternative divenute possibili attraverso un grande coinvolgimento della popolazione, chiamata a partecipare attivamente alle decisioni che riguardano l’intera comunità».
Marco Boschini
Marco Boschini, coordinatore dell'Associazione Comuni Virtuosi

Il dvd, realizzato con il contributo di “Libre” per la video-intervista a Maurizio Pallante, oltre che quella del fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, registra le voci di Dario Fo, Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi, Franca Rame, Andrea Segré, Edoardo Salzano, Beppe Grillo e altri ancora. Voci importanti, che certificano la qualità di un lavoro originale, che dà voce all’impegno quotidiano e silenzioso dell’altra Italia, quella che - malgrado la Casta - ha già cominciato a organizzare un futuro credibile e pulito. «Migliaia di cittadini - confermano Dotti e Boschini - impegnati nella costruzione di un domani migliore».
di Giorgio Cattaneo

08 agosto 2009

Omicidio di massa?




Con l’avvicinarsi della data prevista per la distribuzione del vaccino anti virus influenzale pandemico A/H1N1 della Baxter, una giornalista investigativa austriaca avvisa il mondo che sta per essere commesso il più grande crimine della storia dell’umanità. Jane Burgermeister ha recentemente sporto denuncia presso l’FBI contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le Nazioni Unite (ONU) e molti dei funzionari di più alto rango di governi e società in merito al bioterrorismo e ai tentativi di provocare massacri. Ha inoltre preparato un’ingiunzione contro l’obbligo di vaccinazione, che è stata presentata in America. Queste azioni seguono le accuse che ha lei stessa presentato lo scorso aprile contro la Baxter AG e l’austriaca Avir Green Hills Biotechnology per aver prodotto un vaccino contaminato contro l’influenza aviaria, sostenendo che sia stata un’azione intenzionale per causare una pandemia e trarne profitto.

Riassunto delle accuse e allegazioni presentate all’FBI in Austria il 10 giugno 2009

Nelle sue accuse la Burgermeister presenta prove di atti di bioterrorismo, ossia in violazione della legge degli USA, da parte di un gruppo operante all’interno degli USA secondo le direttive di banchieri internazionali che controllano la Federal Reserve, come pure l’OMS, l’ONU e la NATO. Tale bioterrorismo è finalizzato a provocare un genocidio di massa contro la popolazione statunitense mediante l’uso del virus della pandemia influenzale geneticamente ingegnerizzato con l’intento di causare la morte. Questo gruppo si è impossessato di alti uffici governativi negli USA. In modo specifico vengono portate le prove che gli imputati come Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, David Tabarro, coordinatore ONU per l’influenza umana e aviaria, Margaret Chan, direttore generale dell’OMS, Kathleen Sibelius, segretario alla salute e ai servizi sociali, Janet Napolitano, segretario del dipartimento di sicurezza nazionale, David de Rotschild, banchiere, David Rockefeller, banchiere, George Soros, banchiere, Werner Faymann, cancelliere austriaco, e Alois Stoger, ministro della sanità austriaco, ed altri fanno parte di questo gruppo criminale internazionale che ha sviluppato, prodotto, accumulato ed utilizzato armi biologiche per eliminare la popolazione degli USA e di altri paesi per motivi economici e politici.

I capi d’accusa sostengono che questi imputati abbiano cospirato tra loro e con altri per ideare e finanziare, nonché partecipare alla fase finale dell’attuazione di un programma internazionale segreto di armi biologiche, che avrebbe coinvolto le società farmaceutiche Baxter e Novartis. Hanno fatto questo bioingegnerizzando e poi distribuendo agenti biologici letali, specificamente il virus dell’influenza “aviaria” e il “virus dell’influenza suina” per avere il pretesto di attuare un programma di vaccinazione obbligatoria di massa che sarebbe stato il mezzo per poter somministrare un agente biologico tossico per provocare la morte e altre lesioni alla popolazione degli Stati Uniti. Quest’azione è in diretta violazione del Biological Weapons Anti-terrorism Act.

Le accuse mosse dalla Burgermeister comprendono le prove che la Baxter AG, la sussidiaria austriaca della Baxter International, ha deliberatamente fatto uscire 72 chili di virus vivo dell’influenza aviaria, fornito dall’OMS durante l’inverno del 2009 a 16 laboratori in quattro paesi. Sostiene che ciò offra una chiara prova che le società farmaceutiche e le stesse agenzie governative internazionali sono attivamente impegnate nella produzione, nello sviluppo, nella fabbricazione e nella distribuzione di agenti biologici classificati come le più letali armi biologiche sulla terra al fine di provocare una pandemia e causare una strage.

Nei capi d’accusa di aprile, ha notato che il laboratorio della Baxter in Austria, uno dei presunti laboratori di biosicurezza più sicuri al mondo, non ha rispettato le norme più basilari ed essenziali per la conservazione dei 72 chili della sostanza patogena classificata come arma biologica in modo sicuro separandola da tutte le altre sostanze secondo le rigorose regolamentazioni del livello di biosicurezza, ma ha lasciato che venisse mischiata con il virus dell’influenza comune e l’ha inviata dai suoi stabilimenti di Orth nel Donau.

A febbraio quando un membro dello staff al BioTest nella Repubblica Ceca ha testato su dei furetti il materiale destinato ai vaccini candidati, i furetti sono morti. Questo incidente non è stato seguito da alcuna investigazione da parte dell’OMS, né dell’UE o delle autorità sanitarie austriache. Non c’è stata alcuna indagine sul contenuto del materiale virale, e non vi è alcun dato sulla sequenza genetica del virus messo in circolazione.

In risposta alle domande del parlamento il 20 maggio Alois Stoger, ministro della sanità austriaco ha rivelato che l’incidente non era stato trattato come un errore di biosicurezza, come avrebbe dovuto essere, ma come un’infrazione del codice veterinario. È stato mandato un medico veterinario al laboratorio per una breve ispezione.

Il dossier della Burgermeister rivela che la messa in circolazione del virus sarebbe stata un passo essenziale per provocare una pandemia che avrebbe permesso all’OMS di dichiarare una pandemia di livello 6. Elenca le leggi e i decreti che avrebbero permesso all’ONU e all’OMS di prendere il controllo degli Stati Uniti nel caso di una pandemia. Sarebbero inoltre entrate in vigore leggi che richiedono di osservare l’obbligo di vaccinazione negli Stati Uniti in condizioni di pandemia dichiarata.

La Burgermeister sostiene che l’intera questione della pandemia di “influenza suina” si poggia su un’enorme menzogna e che non esista virus in natura che rappresenti una minaccia per la popolazione. Porta le prove che inducono a credere che sia l’influenza aviaria che l’influenza suina siano state in effetti bioingegnerizzate in laboratorio usando i finanziamenti forniti dall’OMS e da altre agenzie governative, insieme ad altri. Questa “influenza suina” è un ibrido in parte dell’influenza suina, in parte dell’influenza umana e in parte dell’influenza aviaria, una cosa che può solo venire da un laboratorio secondo molti esperti.
L’asserzione dell’OMS che l’“influenza suina” si sta diffondendo e che deve essere dichiarata la pandemia ignora le cause fondamentali. I virus che sono stati messi in circolazione sono stati creati e messi in circolazione con l’aiuto dell’OMS, e l’OMS è enormemente responsabile della pandemia in primis. In aggiunta i sintomi della presunta “influenza suina” sono indistinguibili da quelli della comune influenza e del raffreddore. L’“influenza suina” non provoca la morte più spesso di quanto faccia la comune influenza.

[La Burgermeister] nota che i dati relativi ai decessi registrati per l’“influenza suina” non sono coerenti e che non c’è chiarezza in merito a come è stato documentato il numero dei “decessi”.

Non c’è potenziale per una pandemia a meno che non vengano effettuate vaccinazioni in massa per usare l’influenza come un’arma con il pretesto di proteggere la popolazione. Esistono motivi ragionevoli per credere che i vaccini obbligatori saranno contaminati deliberatamente con malattie che sono progettate specificamente per provocare la morte.

Viene fatto riferimento ad un vaccino approvato della Novartis contro l’influenza aviaria che ha ucciso 21 persone senza tetto in Polonia durante l’estate del 2008 e che aveva come “misura primaria di outcome” un “tasso di eventi avverso”, rientrando pertanto nella definizione di arma biologica dello stesso governo statunitense (un agente biologico progettato per causare un tasso di eventi avversi, ossia morte o lesioni gravi) con un delivery system[1] (iniezione). [la Burgermeister] sostiene che il medesimo complesso di società farmaceutiche internazionali e di agenzie governative internazionali che hanno sviluppato e messo in circolazione il materiale della pandemia abbia tratto profitto dall’aver causato la pandemia mediante contratti per la fornitura dei vaccini. I media controllati dal gruppo che sta ingegnerizzando l’intero ordine del giorno dell’ “influenza suina” sta diffondendo notizie false per convincere la popolazione degli Stati Uniti a sottoporsi alle pericolose vaccinazioni.

I cittadini degli USA subiranno danni e lesioni sostanziali ed irreparabili se verranno obbligati a sottoporsi a questa vaccinazione [di efficacia] non provata senza il loro consenso secondo il Model State Emergency Health Powers Act, il Natonal Emergency Act, la National Security Presidential Directive/NSPD 51, la Homeland Security Presidential Directive/HSPD-20, e l’International Partnership on Avian and Pandemic Influenza.

La Burgermeister accusa coloro che sono menzionati nelle sue allegazioni di aver attuato e/o accelerato a partire dal 2008 negli USA l’implementazione di leggi e regolamentazioni ideate per togliere ai cittadini statunitensi i loro legittimi diritti costituzionali di rifiutare un’iniezione. Queste persone hanno creato disposizioni o hanno lasciato in essere disposizioni tali da rendere criminale il rifiuto di un’iniezione contro i virus pandemici. Hanno imposto altre sanzioni eccessive e crudeli come l’imprigionamento e/o la quarantena nei campi FEMA impedendo al tempo stesso ai cittadini americani di presentare domanda di risarcimento per lesioni o morte causati dalle iniezioni forzate. Questo viola le leggi che disciplinano la corruzione federale e l’abuso di ufficio, come pure [quelle] della costituzione e della Bill of Rights. Attraverso queste azioni, gli accusati citati hanno gettato le basi di un genocidio di massa.

Usando l’ “influenza suina” come pretesto, gli accusati hanno prepianificato la strage della popolazione statunitense per mezzo della vaccinazione forzata. Hanno installato una rete estesa di campi di concentrazione FEMA nonché identificato siti per tumulazioni di massa, e sono stati coinvolti nell’ideazione e nell’attuazione di uno schema per consegnare il potere in tutta America ad un sindacato criminale internazionale che usa l’ONU e l’OMS come una facciata per coprire le attività criminali organizzate influenzate da un racket illegale, in violazione alle leggi che disciplinano il tradimento.

[La Burgermeister] accusa il complesso di società farmaceutiche di cui fanno parte la Baxter, la Novartis e la Sanofi Aventis di essere coinvolto in un programma di armi biologiche basato all’estero con un duplice scopo, finanziato dal predetto sindacato criminale e progettato per attuare stragi di massa e ridurre la popolazione mondiale di oltre 5 bilioni nei prossimi dieci anni. Il loro piano è di spargere il terrore per giustificare l’atto di obbligare la gente a rinunciare ai propri diritti, e per costringerla a quarantene di massa nei campi FEMA. Le case, le società e le fattorie, le terre di quelli che venissero uccisi saranno nelle mani di questo sindacato.

Eliminando la popolazione del Nordamerica, l’elite internazionale avrà accesso alle risorse naturali della regione quali l’ acqua e le terre con giacimenti di petrolio non sviluppate. Ed eliminando gli USA e la loro costituzione democratica includendoli in un’unione nordamericana, il gruppo criminale internazionale avrà il controllo totale del Nordamerica.

I punti salienti del dossier completo

Il dossier completo dell’azione del 10 giugno è un documento di 69 pagine che porta le prove per corroborare tutte le accuse.

Queste comprendono:

-un insieme di fatti che delineano linee temporali e fatti che stabiliscono la “causa probabile”[2] , definizioni e ruoli dell’ONU e dell’OMS, e la storia e gli incidenti dal momento dello scoppio dell’ “influenza suina” nell’aprile del 2009.

-Le prove che i vaccini per l’ “influenza suina” sono definiti come armi biologiche dalle agenzie governative e nelle regolamentazioni che classificano e limitano le vaccinazioni, e la paura dei paesi esteri che i vaccini contro l’ “influenza suina” saranno usati per la guerra biologica.

-Le prove scientifiche che il virus dell’ “influenza suina” è stato bioingegnerizzao in modo da sembrare come il virus influenzale spagnolo del 1918, con citazioni tratte da Swine Flu 2009 is Weaponized 1918 Spanish Flu di A. True Ott, Ph.D., N.D., e da una relazione della rivista Science Magazine di Dr. Jeffrey Taubenberger et. Al.

-La sequenza del genoma dell’ “influenza suina”.

-Le prove della deliberata messa in circolazione del virus dell’ “influenza suina” in Messico.

-Le prove del coinvolgimento del presidente Obama che descrivono il suo viaggio in Messico che ha coinciso con il recente scoppio dell’ “influenza suina” e con la morte di molti ufficiali che hanno partecipato al viaggio. Viene avanzata l’ipotesi che il presidente non sia mai stato sottoposto ai controlli per l’ “influenza suina” perché era già stato vaccinato.

-Le prove in merito al ruolo della Baxter e dell’OMS nella produzione e messa in circolazione di materiale virale pandemico in Austria comprendono una dichiarazione di un funzionario della Baxter che asseriva che l’H5N1 distribuito per errore nella Repubblica Ceca è stato ricevuto da un centro di riferimento dell’OMS. Questo comprende la descrizione di prove e allegazioni dalle accuse della Burgermeister presentate in Austria ad aprile che sono al momento in corso di indagine.

-Prove che la Baxter è un elemento di una rete segreta di armi biologiche.

-Prove che la Baxter ha deliberatamente contaminato il materiale vaccinico.

-Prove che la Novartis sta usando i vaccini come armi biologiche.

-Prove del ruolo dell’OMS nel programma di armi biologiche.

-Prove della manipolazione da parte dell’OMS dei dati della malattia per giustificare la dichiarazione della pandemia di livello 6 al fine di prendere il controllo degli USA.

-Prove del ruolo della FDA [Food and Drug Administration] nella copertura del programma di armi biologiche.

-Prove del ruolo del Canada’s National Microbiology Lab nel programma di armi biologiche. Prove del coinvolgimento di scienziati che lavorano per il NIBSC nel Regno Unito [National Institute for Biological Standards and Control]e per il CDC [center] nella creazione dell’ “influenza suina”.

-Prove che le vaccinazioni hanno provocato l’influenza letale spagnola del 1918, tra cui il parere del Dott. Jerry Tennant che l’uso diffuso dell’aspirina durante l’inverno che è seguito alla fine della prima guerra mondiale potrebbe essere stato un fattore chiave che avrebbe contribuito all’anticipo della pandemia sopprimendo il sistema immunitario ed abbassando la temperatura corporea, consentendo al virus influenzale di moltiplicarsi. Anche il Tamiflu e il Relenza abbassano la temperatura corporea, e ci si può pertanto aspettare che contribuiscano alla trasmissione della pandemia. Prove della manipolazione del contesto legale per consentire il genocidio con impunità.

-Questioni costituzionali: la legalità o l’illegalità di mettere a rischio la vita, la salute e il bene collettivo con le vaccinazioni di massa.

-La questione dell’immunità e del risarcimento come prova dell’intento di commettere un crimine.

-Prove dell’esistenza di un sindacato criminale corporativo internazionale.

-Prove dell’esistenza degli “ Illuminati”.

-Prove dell’ordine del giorno di riduzione della popolazione degli Illuminati/Bilderberg e del loro coinvolgimento nell’ingegnerizzazione e messa in circolazione del virus dell’ “influenza suina” artificiale.

-Prove che l’uso dell’influenza come arma è stato discusso durante l’incontro del gruppo Bilderberg ad Atene dal 14 al 17 maggio 2009, come parte del loro ordine del giorno di genocidio, compreso un elenco dei partecipanti che, secondo una dichiarazione fatta una volta da Pierre Trudeau, si considerano geneticamente superiori al resto dell’umanità.

I media tengono gli Americani allo scuro sulla minaccia che incombe su di loro

Jane Burgermeister ha la doppia nazionalità irlandese/austriaca ed ha scritto per la rivista Nature, per il British Medical Journal, e per American Project. È corrispondente europea del sito web Renewable Energy World. Ha scritto molto sul cambiamento climatico, la biotecnologia e l’ecologia.

Oltre alle accuse contro la Baxter AG e la Avir Green Hills Biotechnology di aprile che sono attualmente sottoposte a indagine, ha sporto denuncia contro l’OMS e la Baxter insieme ad altri riguardo al caso delle fiale di “influenza suina” destinate ad un laboratorio di ricerca che sono esplose in un affollato treno intercity in Svizzera.

A suo parere il controllo dei media da parte dell’elite dominante ha consentito al sindacato criminale mondiale di portare avanti indisturbato il suo ordine del giorno, mentre il resto della gente rimane allo scuro su quello che succede realmente. Le sue denunce sono un tentativo di aggirare il controllo mediatico e di portare alla luce la verità.

La sua maggiore preoccupazione è che “nonostante il fatto che la Baxter sia stata colta in flagrante vicina al provocare una pandemia, stanno andando anche loro avanti, insieme alle loro società farmaceutiche alleate, con la fornitura del vaccino per le pandemie”. La Baxter si sta affrettando per far arrivare questo vaccino sul mercato a luglio.




NOTE:

[1] ndt via di somministrazione
[2] ndt ‘probable cause’ o sussistenza probabile della causa

DI BARBARA MILTON

Barbara è una psicologa scolastica e autrice di libri di finanza personale, è guarita da un tumore al seno usando trattamenti “alternativi”, è un’esistenzialista nata, studia la natura in tutti i suoi aspetti.

30 agosto 2009

Chi erano i Nephilim? I Giganti?


In Genesi 6:1-4 si legge: "Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il Signore disse: ‘Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni. In quel tempo c’erano sulla terra i giganti (nephilim) e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi".

Prima di cercare di rispondere alla domanda su chi possano essere stati i figli di Dio, mi pare doveroso sottolineare la straordinarietà di questi versetti. Si ha, infatti, l'impressione che il passo sopra riportato sia un frammento di una più ampia tradizione salvatasi ad un naufragio di antichi testi. Il sapore "sumerico" del passo, l'arcaico e mitico riferimento ai giganti inducono a supporre che, nel palinsesto di Genesi, sia rimasto questo lacerto che può essere confrontato con i retaggi, peculiari di altre culture, su creature titaniche.

Sono state ventilate parecchie supposizioni su chi fossero i figli di Dio e perché i figli che essi ebbero con le figlie degli uomini diedero vita a una razza di giganti. Non prenderò in esame i presunti riferimenti neo-testamentari ai "figli di Dio" poiché, a mio parere, appartengono ad un altro Zeitgeist, ad una forma mentis di autori che erano inclini a reinterpretare brani della Torah con fini catechistici legati ad esigenze contingenti. Vorrei anche restare nell'ambito di un discorso paleontologico e storico, senza sconfinare nella teologia.[1]

Vediamo quindi quali sono le principali ipotesi di identificazione.

- I figli di Dio furono i discendenti del probo Seth che si unirono con i rampolli del malvagio Caino.

- I figli di Dio furono esseri di notevole statura creati, per mezzo di manipolazioni genetiche, da un popolo extraterrestre individuato da Sitchin e da Alford nei progenitori dei Sumeri. Secondo Alford, i Nephilim erano sterili.[2]

- I figli di Dio furono Atlantidei.

- I figli di Dio furono discendenti di uomini della specie Homo sapiens e di donne appartenenti alla specie Homo Neanderthalensis. Questa tesi sostenuta da Adriano Forgione e da altri e che troverebbe conferme nelle indagini genetiche della scienziata britannica Rosalind Harting, spiegherebbe per quale motivo gli esponenti del Sapiens furono denominati "figli di Dio." Sarebbero, infatti, costoro, ad essere stati creati, mediante l'ibridazione di geni appartenenti all'Homo erectus con il D.N.A. ricavato dagli "dèi" di Shumer. Anche paleontologi accademici non scartano l’ipotesi di un incrocio tra le due specie. Resta il dubbio se da tale connubio possano essere nati dei giganti.

A questo punto mi chiedo se la prima congettura non sia riconducibile a questa, dacché Caino potrebbe indicare una stirpe di rossi: la Harding ritiene che il rutilismo fosse un tratto fenotipico del Neanderthalis. Nel Kebra Nagast, il testo sacro dei Falasha, gli Etiopi di religione ebraica che rispettano le norme originarie del Pentateuco, i figli di Dio sono chiamati figli di Seth, le figlie degli uomini, figlie di Caino. Dunque Caino era rosso ed un Neanderthalensis?[3]

A prescindere dall'identità dei Figli di Dio e dei Nephilim, resta un'altra spinosa questione: furono un lignaggio degenere e perverso, come sono inclini a pensare coloro che li identificano con gli "angeli ribelli" o uomini degnissimi ed eroici, come afferma, tra gli altri, l'esoterista Antoine Fabre d’Olivet? Il dibattitto è aperto.

[1] A mio parere, la trattazione si può estendere ad un ambito metafisico, ma qui mi limito al piano “oggettivo” per evitare di rendere intricata un’analisi già difficile.

[2] Pare che la traduzione di "nephilim" con "giganti" sia corretta, mentre la resa "caduti", adottata da Zecharia Sitchin e da qualche altro autore, dovrebbe essere inidonea. Ne consegue che l'interpretazione teologica prevalente che vede nei nephilim degli angeli caduti perde in parte di plausibilità. Antichi interpreti ebrei, scritti apocrifi e pseudoepigrafi sono unanimi nel sostenere la tesi che gli angeli caduti siano i "figli di Dio" menzionati in Genesi 6:1-4. Questo non chiude assolutamente le discussioni, ma, a mio parere, le sposta su un altro livello, la dimensione metafisica o meglio interdimensionale dei Vigilanti evocati nel libro di Enoch ed in altri documenti.

by Zret

20 agosto 2009

La guerra al terrorismo è un mito



Webster TARPLEY, storico e giornalista statunitense, lavora sulle forme di ingerenza, e in particolare sullo sfruttamento della minaccia terroristica. Si è specializzato nello studio delle operazioni false flag, ossia operazioni commando o terroristiche che usano false rivendicazioni per provocare una situazione conflittuale.

Webster TARPLEY, storico e giornalista statunitense, lavora sulle forme di ingerenza, e in particolare sullo sfruttamento della minaccia terroristica. Si è specializzato nello studio delle operazioni false flag, ossia operazioni commando o terroristiche che usano false rivendicazioni per provocare una situazione conflittuale.

“Non si può capire la politica attuale degli Stati Uniti se si sottovaluta la portata reale dell'11 settembre. Gli attentati dell'11 settembre sono stati un colpo di Stato. La guerra contro il terrorismo si basa su un mito e a partire da questi eventi è diventata una religione di stato obbligatoria. Il solo modo di combattere i neoconservatori è di distruggere questo mito. L'apertura di una commissione di verità come quella di Russell-Sartre al momento della guerra del Vietnam, potrebbe contribuire a distruggerlo".

Non si può negare che Tarpley sia un esperto di geopolitica e la sua conoscenza dei meccanismi complessi della situazione attuale ci ha naturalmente spinti a chiederne il parere sulla situazione presente. Le domande sono state co-redatte da ReOpen911 e il sito GeoPolIntel che ha realizzato un'analisi estensiva dello scudo ABM (Anti Missili Balistici).

Prima di affrontare l'intervista vera e propria, Webster G. Tarpley, autore di diversi libri, tra cui la straordinaria opera 9/11 Synthetic Terror: Made in USA, ci ha chiesto di completare l'intervista con il paragrafo seguente.

“Il principale progetto americano-britannico del momento è di balcanizzare il Pakistan, in modo che non possa diventare un corridoio energetico per la Cina, l'Iran e il Medio Oriente, come possiamo vedere con la posizione del porto di Gwadar. La folle escalation di violenza in Afghanistan, che porta il segno di Obama, ha senso solo se capiamo che lo scopo è di distruggere il governo centrale del Pakistan e provocare l'esplosione di questo paese in cinque fasi, secondo il prolungamento del piano di Bernard Lewis.

Il Pakistan è un obiettivo molto più importante dell'Iran. Esiste addirittura un piano americano-britannico per distruggere la catena dei paesi pro-cinesi lungo l'Oceano Indiano. Ma lo Sri Lanka ha evacuato l'esercito del terrore (sostenuto dagli Stati Uniti e il Regno Unito): terroristi che avevano i loro quartieri generali a Londra e conosciuti con il nome di Tigri Tamil. Era davvero grottesco vedere Kouchner e Milliband (Ministri degli Esteri francese e britannico) cercare disperatamente di salvare le Tigri Tamil, affinché i macellai potessero combattere ancora! I posti come lo Zimbabwe, il Sudan, la Thailandia, la Cambogia, il Bangladesh e diversi gruppi di isole, sono oggi un campo di battaglia tra la Cina (quest'ultima fa pressioni in favore di un commercio e uno sviluppo pacifico), e l'alleanza Stati Uniti e Gran Bretagna che cerca di mandarli in rovina e di mantenere il consenso screditato di Washington contro il consenso di Pechino, che respinge l'intimidazione imperialista del tipo FMI-Banca Mondiale-WTO".

ReOpen911 : La lettera di Obama a Medvedev, nella quale chiede ai Russi di negoziare l'abbandono del nucleare iraniano, non sarebbe un mezzo per rinfocolare una nuova guerra in Medio Oriente?

Webster G. Tarpley: Come ho scritto in Obama, The Postmodern Coup, la politica generale dell'amministrazione Obama è di fomentare i conflitti tra l'Iran e la Russia. Lo chiamano il gioco della patata bollente – mettono uno Stato nemico contro un altro, sperando che entrambi vengano danneggiati o distrutti durante il processo. Il regime Obama vorrebbe spingere la Russia in una posizione di ostilità verso l'Iran, giocando sulla paura della Russia di ciò che alla fin fine l'Iran potrebbe fare con le armi nucleari nel caso ne avesse qualcuna. Con persone come Putin e Lavrov, i Russi non sono pronti a cadere in un trabocchetto del genere. La recente esperienza delle sommosse e della mobilitazione in Iran è incoraggiata da persone della CIA, una rivoluzione colorata, una rivoluzione di velluto che non sembra particolarmente riuscita.

Se una marionetta anglo-americana prendesse il potere in Iran, una delle prime cose che farebbe sarebbe tagliare l'approvvigionamento di petrolio in Cina, dato che, di questi tempi, è lì che si trova il maggior interesse degli Stati Uniti e della Gran Bretagna in Medio oriente. Il discorso di Obama al Cairo non è nient'altro che un tentativo di usare il mondo arabo-islamico del Medio oriente contro la Russia e la Cina.

Anche l'India è uno dei principali candidati a diventare la seconda arma eurasiatica degli Stati Uniti e del Regno Unito, ma anche qui, gli Indiani possono rivelarsi troppo intelligenti per cadere nella trappola. Tutti sanno che il Congresso americano ha adottato delle leggi ricorrenti che chiedono un cambio di regime in Iran, con il finanziamento di 400 milioni di dollari, e da cinque anni e passa, Seymour Hersh ha descritto nel New Yorker il ruolo attivo delle squadre di spionaggio e di destabilizzazione statunitensi in Iran, che tentano di fomentare le ribellioni con gli Arabi, gli Azeri, i Kurdi, i Baloutches, i Pashtun e altri, con lo scopo finale di dividere e balcanizzare l'Iran, nello stesso modo in cui lo furono la Jugoslavia, l'Iraq, e come potrebbe esserlo ben presto il Sudan. Il colore della rivoluzione in Iran è in gran parte l'opera del gruppo “soft power" (NdT: che sostiene una politica esterna di “bassa intensità") ispirato dagli scritti di Joseph Nye, e che include le cerchie di Brzezinski alla Rand Corporation, così come l'International Crisis Group e altri operatori che per raggiungere i propri scopi usano la sinistra come copertura, gli slogan umanitari, i diritti dell'uomo.

Se ho ben capito Jacques Sapir, egli sembra dire che gli slogan umanitari sono stati così bistrattati dagli imperialisti occidentali al servizio dei propri scopi predatori, che questi slogan sono stati completamente screditati in virtù dell'ipocrisia e del loro effetto “due pesi, due misure". Se sono proprio questi i propositi di Sapir, sono completamente giustificati. Direi che è tempo di sottolineare i diritti economici dei paesi in via di sviluppo, a cominciare dall'industrializzazione, il pieno impiego, e eliminando la povertà, la malattia, l'analfabetismo, e una situazione in cui vediamo un miliardo di persone che patiscono la fame o che rischiano la carestia, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, e forse 2 miliardi di persone ridotte a un'esistenza miserabile, con meno di un dollaro al giorno. Queste sono le vere domande che oggi l'umanità deve affrontare.

ReOpen911: Il piano Gates-Brzezinski prevede un nuovo approccio con l'Iran. Se questo piano non funzionasse, gli Stati Uniti potrebbero colpire l'Iran con l'arma atomica, come diceva Schneider JR?

Webster G. Tarpley: Tutta la base del regime di Obama, tra le cerchie imperialiste statunitensi, è sempre più cosciente del fatto che gli Stati Uniti sono troppo deboli, troppo odiati, troppo in fallimento per intraprendere ora nuove avventure in Medio oriente. Ecco perché si tirano indietro addossando la responsabilità ad altri, facendo la guerra con l'uso di mandatari o marionette kamikaze, come avvenne con l'Etiopia, usata contro la Somalia qualche anno fa.

ReOpen911: Se gli Stati Uniti e la Russia falliscono nel tentativo di far accettare all'Iran la fine del suo programma nucleare, Israele può colpirlo come colpì l'Iraq di Saddam Hussein?

Webster G. Tarpley: In seguito Gates, Panetta, Biden e Obama stesso hanno ordinato a Israele di lasciar perdere, di abbandonare qualsiasi idea di attaccare da solo l'Iran, cosa che l’avrebbe staccato dai propri alleati. Ne parlo nel libro Obama: The Unauthorized Biography. Credo che gli Inglesi siano sulla stessa linea. Il senatore Kerry e Obama hanno anche detto che l'Iran ha diritto ad un programma nucleare pacifico. Tutto questo rinforza l'idea che gli Stati Uniti vogliano fare dell'Iran una marionetta kamikaze contro la Russia e/o la Cina. Chi continua ad ignorare questa tendenza vive nel mondo com'era prima del dicembre 2007, quando le valutazioni ufficiali dei servizi segreti statunitensi dicevano che non c'era nessun programma d'armi nucleari iraniano. Dubito che gli Israeliani avviino un tale attacco. Se lo facessero, si tratterebbe di una vera e propria catastrofe mondiale. I nostri amici del Quai d'Orsay (Ministero degli Esteri francese, Ndt) dovrebbero fare tutto il possibile per dissuadere Netanyahu & co.

ReOpen911: Dato che i servizi segreti statunitensi hanno detto che l'Iran ha fermato il proprio programma nucleare militare dal 2003, dobbiamo accettare un Iran con un nucleare civile?

Webster G. Tarpley: Certo, nonostante la demagogia bellicistica di Sarkozy e di Kouchner su quest'argomento quando tentarono di andare al fronte. Ogni paese ha un diritto inalienabile alla scienza, alla tecnologia, all'industria e alla produzione di energia moderna, e nel mondo d'oggi, questo può significare solo lo sfruttamento pacifico dell'energia nucleare. Questa era la base della politica estera americana durante la maggior parte della guerra fredda, l'iniziativa “Atomi per la pace" di Eisenhower.

Tutti i paesi del mondo che vogliono affermare la propria sovranità e il diritto allo sviluppo considerano seriamente l'esame di un'applicazione importante dell'energia nucleare, a cominciare dalla Cina, l'India, la Russia, la Giordania e molti altri. In questo seguono il ben riuscito esempio francese, molto più eloquente dei discorsi di Sarkozy. Dopo le violazioni massicce del regime di non proliferazione, suggellato da Stati Uniti e India sul nucleare, gli Stati Uniti non si fanno scrupoli quando si tratta di intimidire o tormentare gli altri su questo aspetto.

ReOpen911: La colonna vertebrale della politica estera americana in Europa è il Trattato ABM e l'allargamento della NATO. Cosa ne pensate di questa provocazione verso la Russia e del rischio di vedere affrontarsi alleati europei?

Webster G. Tarpley: Nella migliore delle ipotesi, l'allargamento della NATO è inutile e assai pericoloso nella maggior parte degli scenari probabili. Quale persona di buon senso si impegnerebbe a battersi e a morire per un demente come Saakashvili, dopo che quest'ultimo ha mostrato la propria instabilità mentale con l'attacco kamikaze contro la Russia nell'agosto 2008? Che persona di buon senso vorrebbe essere impegnata nell'ultima avventura di questi cleptocrati dell'FMI a Kiev? Quando la Germania dell'Est è stata reintegrata nella Germania dell'Ovest, gli Stati Uniti hanno preso degli impegni seri con la Russia: le forze della NATO non sarebbero entrate nell'ex Germania dell'Est. Ora, sono andate molto più lontane. È il momento di invertire questa tendenza. Invito la Francia a riconsiderare l'idea di reintegrare la struttura di comando della NATO.

Tenendo conto dell'impegno americano nei regimi instabili e aggressivi non lontani dalla Russia, la Francia corre il rischio di essere trascinata in una guerra catastrofica sulla scia anglo-americana. Questo non è il futuro di una grande nazione come la Francia. Possiamo vedere anche una seconda serie di paesi provocatori composta da Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Ucraina e altri paesi, che possono essere buttati nella lotta contro la Russia per questioni come l'interruzione della distribuzione di gas naturale in Europa dell'Ovest quasi ogni inverno.

ReOpen911: Riguardo al trattato ABM, cosa ne pensate dell'impianto dello scudo spaziale in paesi dell'Europa dell'Est come la Repubblica Ceca, senza previo accordo con il Parlamento europeo? Cfr http://fr.rian.ru/world/20081110/118227844.html

Webster G. Tarpley: Ho richiamato diverse volte Obama in pubblico affinché prendesse degli impegni precisi, se vuole provare di essere davvero l'angelo della pace che dice di essere. Il primo è annunciare che non ci sarà nessun schieramento di sistemi ABM in Polonia, poiché possono essere facilmente messi in atto in un primo attacco nucleare preventivo strategico contro la Russia, ributtando così il mondo nel contesto esplosivo della vecchia guerra fredda. Obama potrebbe semplicemente annunciare: “La crisi dei missili poloni non avverrà". L'altro impegno che Obama potrebbe prendere sarebbe quello di ritirare tutto il sostegno degli USA all'allargamento della NATO. È quello che qualsiasi Europeo con un po’ di buon senso esigerebbe che facesse. Invece, l'estate scorsa abbiamo avuto 200.000 fans raggirati da Obama alla porta di Brandeburgo.

ReOpen911 : In questo contesto, cosa ne pensa dell'integrazione della Francia alla NATO, e la sua partecipazione alla guerra contro il terrorismo?

Webster G. Tarpley : Raccomanderei alla Francia di non sottomettersi al comando della NATO. Il presidente de Gaulle aveva completamente ragione quando espulse da Versailles i quartieri generali della NATO e ritirò la Francia dalla struttura di comando della NATO. Questo non ha offuscato le relazioni franco-americane, ma ha impedito che gli elementi anarchici presenti nell'organizzazione causassero seri problemi alla Francia. In particolar modo penso al generale Lyman Lemnitzer, sostenitore dell'operazione Nothwood (NdT: piano concepito da alti dirigenti del Dipartimento della Difesa USA allo scopo di suggestionare l'opinione pubblica statunitense ed indurla così a sostenere un attacco militare USA contro il regime cubano di Fidel Castro) quand'era Presidente del Pentagono e stava per diventare il Comandante della NATO, e che fece di tutto per installare Gladio in Italia e nella maggior parte dei paesi della NATO (NdT: organizzazione paramilitare del secondo dopoguerra, legata ai servizi segreti occidentali promossa dalla NATO per contrastare un'eventuale invasione sovietica dell'Europa occidentale). Riassumendo, De Gaulle aveva ragione, l'Occidente ha bisogno che la Francia mantenga la propria indipendenza intellettuale e l'attitudine a sviluppare una critica responsabile e realista sugli eccessi degli Anglo-americani. Ciò che fece De Gaulle, è ciò che ci si aspetta dai futuri leader francesi.

ReOpen911 : Riguardo all'11 settembre, pensa che possa nascere un'inchiesta indipendente? E in caso affermativo, sarebbe per volere della giustizia americana o di un'azione internazionale come i "Politics for 9/11 Truth" (NdT: Dirigenti politici per la verità sull'11 settembre)

Webster G. Tarpley: L'importanza del movimento per la verità sull'11 settembre, sviluppatosi nella società americana tra il 2006 e il 2007, si è ampiamente disgregata fino a diventare impotente. Mentre la campagna delle primarie cominciava a riunire le energie nel 2007, molti vecchi attivisti dell'11/9 han commesso il grave errore di sacrificare la propria attività a politici professionisti che avevano promesso di fare qualcosa per indagare sulla questione. Dennis Kucinich, candidato di sinistra al partito liberal-democratico, promise pubblicamente che avrebbe indagato sull'11/9, così come sull'affaire del B-52 “canaglia" (NdT: Bombardiere strategico a largo raggio prodotto dalla Boeing) avvenuta tra l'agosto e il settembre 2007, poco dopo che un gruppo di attivisti di cui facevo parte emise l'avvertimento di Kennebunkport, col quale dicemmo che Cheney stava facendo un ultimo tentativo per avviare la guerra contro l'Iran. Questo succedeva nel momento in cui gli Israeliani lanciavano il raid aereo contro la Siria. Ma Kucinich non mantenne la promessa. Una parte ancor più grande dell' 11/9 Truth Movement venne inghiottita da Ron Paul, il deputato del Texas e candidato libertario repubblicano. Non fece promesse in pubblico come Kucinich, ma in privato disse agli attivisti dell'11/9 Truth Movement che condivideva il loro punto di vista e che l'avrebbe detto pubblicamente al momento opportuno. Con queste certezze, molti attivisti diedero il proprio tempo, denaro e sostegno alla campagna presidenziale di Ron Paul. Ma quando, durante un dibattito nazionale sulla televisione via cavo a cui assisteva tutta la stampa nazionale, Ron Paul venne interrogato, affermò con forza che riteneva assurde le idee dell'11/9 Truth Movement e che queste lo imbarazzavano; aggiunse inoltre che gli attivisti avrebbero dovuto abbandonare i loro sforzi. Disse anche che il suo scetticismo riguardo al rapporto della Commissione dell'11 settembre era uguale al suo scetticismo per i documenti del governo, né più né meno. Alla fine, quando fu chiaro che Obama aveva una reale possibilità di diventare Presidente, il resto dei liberali di sinistra rinunciò all'attivismo e si unì alla quête messianica e utopica proposta da Obama.

Di conseguenza, il movimento per la Pace, il movimento per la destituzione (NdT: e il processo di Bush) e l'11/9 Truth Movement vennero letteralmente spazzati via. Tutto questo mostra il ruolo importante svolto da Obama nella soppressione delle proteste e la protezione dell'Establishment di Wall Street contro l'agitazione popolare. Ora ci vorrebbe l'implicazione decisiva di uno o più leader mondiali fuori dagli Stati Uniti per realizzare l'indispensabile inchiesta internazionale indipendente dalla Commissione per la verità sull'11/9.

ReOpen911 : Molti cittadini hanno scoperto la geopolitica e i retroscena dei conflitti cercando di saperne di più sugli attentati dell'11 settembre 2001. Cosa direbbe a queste persone che scoprono, spesso con orrore, che un buon numero di guerre e attentati sono fatti dagli Stati Uniti e/o da gruppi di interesse contro gli interessi delle popolazioni?

Webster G. Tarpley: Il problema della politica straniera statunitense non si trova essenzialmente all'interno del governo federale, ma viene dal fatto che la politica straniera statunitense è ampiamente prodotta dagli interessi bancari della potentissima Wall Street, che opera attraverso organismi come il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale, il gruppo Bildeberg e l'insidiosa Mont Pelerin Society che si occupa di economia. Obama, Biden, Holbrook e molti altri sono i servi di questi banchieri di Wall Street. Queste forze non seguono una politica americana nazionale che imporrebbe, per esempio, buone relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia, come erano mantenute durante la Rivoluzione Americana nel momento della Guerra Civile americana e durante l'amministrazione di F.D. Roosevelt.

Invece di una politica nazionale americana, abbiamo una politica favorevole ai finanzieri e agli imperialisti. È la stessa mentalità della City di Londra e di una parte della Commissione Europea e della Banca Centrale. Viviamo un'epoca di preponderanza oligarchica su tutto il globo. Il solo modo di cambiare questa situazione è aumentare la politicizzazione e l'attivismo di una parte della società moderna che si limita solitamente a uno stupore passivo, all'apatia, a un'alienazione attraverso la cultura popolare.

ReOpen911 : Internet gioca un ruolo importante nel mettere a disposizione le informazioni e quindi a ciò che potremmo chiamare un' “educazione delle masse"; secondo lei, un'azione concertata che sfoci su una censura su questa rete è all'ordine del giorno?

Webster G. Tarpley: Uno degli aspetti positivi del sistema statunitense è stata la forte protezione della libertà d'espressione incarnata dal Primo Emendamento della Costituzione americana. Potete confrontarla con la terribile situazione di un paese come la Gran Bretagna. I liberali totalitari del regime Obama sono ostili al proseguimento della tradizione di libertà d'espressione. Vorrebbero ridurre l'ambito della libertà d'espressione usando il pretesto della legislazione del crimine destinata a dichiarare illegale non atti criminali, ma le opinioni sostenute da coloro che hanno commesso tali atti criminali – dichiarare illegali le opinioni è un'idea alquanto strana in giurisprudenza.

Il Partito Democratico sembra anche voler ridurre al silenzio o intimidire l'ala destra o i commentatori radio reazionari più in vista nel paese, e che rappresentano una delle forze principali che criticano il regime Obama. Con il pretesto d'obbligare i diffusori che usano le onde pubbliche, quest'ultimo è tentato di offrire un'ampia varietà di opinioni politiche, o di rappresentare gruppi di comunità locali. Sarebbe stato meglio vietare a una corporation il possesso totale dei mass media in una data città e lasciare così che il discorso evolvesse.

ReOpen911 : Lei che è spesso pessimista riguardo al futuro (basta pensare la suo ultimo libro nel quale spiega perché nutre poca speranza in Obama) ha qualche speranza per un futuro più pacifico?

Webster G. Terpley: Non credere alla demagogia delle marionette di Wall Street come Obama non fa di me un pessimista, ma un realista. Obama ha superato il proprio apogeo; si trova ora sulla discesa, sebbene il pericolo di nuove operazioni false flag che mirano alla Russia, alla Cina, al Sudan, al Pakistan o ad altri nuovi bersagli aumenti senza dubbio in questo momento. Avendo studiato Platone, Leibniz e Machiavelli, sono ottimista per ciò che riguarda le prospettive d'azione in questo mondo. Su questi punti sono con Leibniz e contro Voltaire. Approverei anche ciò che dice Dante sul punto essenziale della Divina Commedia nel Canto di Marco Lombardo, dove l'accento è messo sul fatto che lo stato del mondo non dipende da Dio, dalla predestinazione o dalla cattiva sorte, ma che si tratta invece di un compito dato agli esseri umani che devono esercitare il loro libero arbitrio.

Le persone devono capire che l'azione storica mondiale è più realizzabile al presente che in qualsiasi altro momento della storia; è il momento di trarre vantaggio da queste possibilità prima che la porta delle opportunità si chiuda, cosa che può succedere in qualsiasi momento.

ReOpen911 : Lei che conosce bene gli ingranaggi dei Machiavelli del nostro tempo, cosa possono fare i nostri lettori e i cittadini per aiutare il mondo a essere migliore e più in pace?

Webster G. Tarpley: Non c'è nessuna ragione di subire una depressione economica mondiale, né una guerra mondiale che potrebbe seguire la stessa sequenza di eventi che abbiamo conosciuto negli anni 1930.

Innanzitutto, le leggi dell'economia non sono affatto un mistero. Le spiego nel mio ultimo libro Surviving the Cataclysm (Sopravvivere al Cataclisma). Per uscire dalla depressione in primis bisogna fare tutto ciò che è necessario per ridurre il fardello del capitale fittizio e delle entrate speculative dell'economia mondiale.

Questo significa fare cose come vietare la bolla dei derivati di 1,5 milioni di miliardi di dollari, o tassare i derivati fino alla loro scomparsa, vietare i prestiti ipotecari a tasso aggistabile, dichiarare illegali i “fondi di copertura" altamente speculativi (hedge funds), fermare i pignoramenti delle case, delle fattorie, delle fabbriche, tassare gli speculatori con la tassa Tobin dell'1%, regolare di nuovo i mercati petrolieri, pignorare e chiudere le banche zombie in bancarotta che dominano Wall Street e la City di Londra.

Dobbiamo sequestrare la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, le banche centrali controllate da privati e nazionalizzarle. Dovrebbero cominciare col fare prestiti allo 0% per le attività produttive, ossia la creazione di beni fisici tangibili sotto forma di industria, agricoltura, costruzione, trasporti, edilizia, miniere, ricerca scientifica, attrezzature sanitarie e altri preamboli dell'esistenza umana.

Tutto questo è particolarmente necessario qui negli Stati Uniti, poiché tutta l'economia si avvicina al punto del crollo fisico e termodinamico. In questo paese dovremmo costruire un migliaio di ospedali, cento reattori nucleari ad alta temperatura di quarta generazione, costruire 170.000 km di rotaie Maglev (NdT: treno a levitazione magnetica), ricostruire il sistema autostradale interstatale, e ricostruire tutte le infrastrutture d'acqua e di depurazione. Abbiamo bisogno di un programma convincente in fisica di alta energia per risolvere i problemi attuali della fusione dell'energia termonucleare. Abbiamo bisogno di un programma persuasivo nella ricerca biomedica per trovare rimedi alle malattie che colpiscono l'umanità. Sono sforzi che per definizione dovrebbero essere internazionali.

Certo, dobbiamo finanziare e restaurare la rete di previdenza sociale, che sarà fondamentale per le vittime della depressione nei prossimi due o tre anni. E per finire, avremo bisogno di una nuova conferenza monetaria mondiale per creare un sistema monetario mondiale vivibile per rimettere in moto il commercio mondiale e promuovere lo sviluppo economico e tecnologico dell'Africa, dell'Asia meridionale, della maggior parte dei paesi dell'America Latina, dell'Europa dell'Est e di altre zone il cui sviluppo economico è stato impedito.

Bisogna interessarsi ai grandi progetti d'infrastruttura mondiale come il Maglev di Dakar a Dubai, il Maglev da Cap Town al Cairo, i ponti e i tunnel lungo il Mediterraneo a Gibilterra e tra la Sicilia e la Tunisia, un sistema Maglev eurasiatico, un ponte-tunnel sullo stretto di Bering, un nuovo Canale Thai (NdT: l'istmo di Kra in Malesia), una “Tennessee Valley Authority" per il Gange, il Brahmaputra, il Mekong, l'Amazzonia e altri sistemi fluviali nel mondo (NdT: Tennessee Valley Authority: impresa americana incaricata della navigazione, del controllo delle piene, della produzione di elettricità e dello sviluppo economico della valle del Tennessee), e lo sviluppo del trasporto fluviale in Africa con un sistema di chiuse e di canali tra l'alto Nilo e l'alto Congo.

Dovremmo fare tutto questo con la piena coscienza che se non realizziamo queste tappe progressive necessarie finché viviamo, la civiltà mondiale potrebbe sprofondare in un periodo di caos, di orrori che al momento è difficile concepire, ma che dovrebbero essere sufficientemente chiari. La mia litania preferita è quella di un minatore spagnolo di una regione settentrionale della Spagna, le Asturie, che mi diceva che il suo credo personale era: “La tua scelta nel mondo moderno è chiara. Sii attivo prima di diventare radioattivo. Allora scegli". Quest'alternativa non è cambiata molto. La mia speranza è che sempre più persone scelgano di essere attive.

18 agosto 2009

La crisi e, i numeri della finanza

Sto aspettando pazientemente che i dati del delirio arrivino alla luce, ma sono davvero curioso. Sono curioso perche’ i numeri della finanza nell’ultimo anno non hanno alcun senso. Perche’ i casi sono due: o sono stati forniti dei dati palesemente falsi sull’entita’ della “botta” (ma non credo) oppure stanno venendo forniti dati palesemente falsi sulla cosiddetta ripresa. Vediamo di riassumere un minimo in senso cronologico.

Proviamo a sintetizzare la storia che dovremmo berci, cioe’ la storia dell’ultimo anno:

* Crollo di Lehman Brothers, esplosione del panico nelle borse, crisi dei subprime produce danni enormi, numeri alla mano si tratta di 14.000 miliardi di dollari persi solo nella borsa di New York.
* La crisi procede, e falcia brutalmente i tre grandi colossi dell’auto americana, gia’ in crisi da tempo.
* Si parla di meltdown, e il Dow Jones raggiunge l’indice che serve ad iniziare il processo.
* Si inizia a parlare di riformare le regole, e si inizia con un summit nel quale si decide che si decidera’.
* Nel frattempo, il valore delle case negli USA rasenta quello del 1963.
* Il governo USA deve intervenire con un piano da 750 miliardi di dollari, il TARP, per salvare alcune istituzioni.Non saranno spesi che per il 30%.
* Si fa un altro summit, nel quale si decide quando si decidera’.
* Viene condannato a 150 anni un piccolo truffatore, che ha truffato 50 miliardi di dollari, una goccia nell’oceano dei 14.000 miliardi di perdite.
* Il governo inglese deve intervenire con piu’ di 300 miliardi di sterline, al punto da far declassare il debito pubblico.
* Le stime europee sono quelle di un continente che perde dal 5% quando va bene, sino all’ 11% quando va male.
* Si celebra un inutile G8, dal quale esce una dichiarazione che dice “faremo i bravi e Babbo Natale ci portera’ i regali”, o poco piu’. Nessuna reale azione viene intrapresa.
* Si vedono segni di ripresa.
* Si vedono vermi, Usul, come nemmeno Dio ne aveva mai visti.
* Si intravvedono altri segni di ripresa.
* Obama dichiara che la crisi e’ finita. Diverse finanziarie americane dichiarano che restituiranno il TARP.
* GS annuncia di essere in utile, anche se di poco.Ford ha i conti a posto. GM prevede di averli tra pochi mesi.Fiat continua a guadagnare mercato.
* Riprende il consumo di petrolio, e i futures iniziano a salire , crescono gli investimenti nell’edilizia americana.
* Signor Scott, energia.

Ora, le ipotesi sono due: poiche’ recuperare 14.000 miliardi di perdite e’ semplicemente impossibile in un anno, e l’entita’ completa del danno era ben superiore, si possono pensare diverse cose:

* La prima e’ che l’entita’ della crisi fosse sovrastimata. E’ assai improbabile. E’ assai improbabile perche’ tutti abbiamo visto gli effetti, i nuovi disoccupati esistono, le aziende chiudono. E’ improbabile assai che si sia potuta falsificare l’intensita’ di questa crisi, anche se il fenomeno del back to market permettera’ di riassorbirla nel lungo termine. Ipotizzare che qualcuno abbia finto un disastro richiede, vista l’entita’ delle perdite, richiede di tirare in ballo almeno i rettiliani.(1)
* La seconda cosa che si puo’ pensare e’ che si stiano sovrastimando molto gli effetti di uesta “ripresa”. Probabilmente in parte e’ vero, perche’ siamo nel bel mezzo di una grossa speculazione finanziaria sulle materie prime, petrolio in primis. Tuttavia, e’ interessante notare come anche in Italia si vedano gli effetti di questa “ripresa”, anche se il mercato impieghera’ ancora tutta l’estate per ristrutturarsi. Interessante come Tremonti voglia liberarsi di parte della riserva aurea italiana, facendo venire i sudori freddi a tutti gli investitori in titoli. Un gioco pericoloso, che si puo’ fare soltanto se si ha qualche freccia all’arco.(2)
* La terza ipotesi, che mi sembra piu’ probabile, e’ che insieme a qualche scampolo delle prime due (la necessita’ propagandistica di sostenere il nulla de facto delle riforme governative alla finanza attribuendogli il potere di funzionare solo perche’ se ne parla, e un certo panico di borsa anche laddove non c’era ragione) e’ semplicemente che la crisi sia stata semplicemente un “assestamento” da un mondo finanziariamente unipolare ad uno multipolare.

Il motivo per il quale dico questo e’ che durante questa crisi abbiamo assistito, per la prima volta , ad un fenomeno interessantissimo: sebbene vi siano state perdite anche ad Oriente , e sebbene il Giappone continui a mantenere lo stato di “malato terminale”(3), non c’e’ stata correlazione tra lo svolgersi della crisi ad occidente e quella nell’area orientale. Si e’ verificato il “detach”, il che significa che l’oriente ormai corre con le proprie gambe, e risente poco di crolli consistenti dell’economia occidentale.

Ovviamente, la nascita di un’area economicamente autonoma produce un cambiamento degli equilibri, e non c’e’ dubbio che quella che prima era la riserva di caccia delle borse anglosassoni, sia diventata territorio di caccia di cacciatori locali, i quali difendono piuttosto bene il proprio spazio.

Se una volta le scorribande miliardarie dei raider europei in oriente(4) riempivano i nostri giornali, oggi a Londra e New Yori devono bussare e chiedere il permesso per mettere piede nel territorio altrui. Poiche’ ogni nuovo equilibrio richiede un ridimensionamento delle vecchie forze dominanti, e’ abbastanza spontaneo pensare che in realta’ questa crisi sia una conseguenza dell’avvenuta indipendenza di alcuni mercati orientali rispetto alla finanza anglosassone. E cioe’ a cedere sia stato il pezzo piu’ debole della catena (il mercato dei prestiti immobiliari) ma la tensione sia stata provocata dal progressivo affievolirsi dei ritorni economici , dei flussi che prima consentivano alle istituzioni occidentali di vendere tonnellate di merda e farci dei soldi.

Ovviamente, per una simile analisi occorrera’ che gli storici ne parlino, e quindi occorrera’ che qualcuno tra un paio di secoli di giri indietro e ci mostri i fatti in prospettiva. Il motivo per il quale propendo per questa impressione e’ che per giustificare il delta tra la situazione di 12 mesi fa e quella odierna occorre un fattore pesante 10 triliardi di dollari.

Se i danni effettivamente compensati dagli interventi governativi ammontano, sinora, a circa 4000 miliardi, perche’ ci sono segni di ripresa mentre dovremmo essere ancora ben lungi dal vedere la fine del tunnel? L’unica ipotesi che mi sento di fare e’ che il “detach” dell’economia dell’area cinese sia “costata” in termini di mancati profitti, una cifra simile.

L’idea e’ che buona parte di questa merda vensise giocata sulle borse orientali, e che fosse su quei mercati che avvenivano le speculazioni piu’ grosse, o che perlomeno quello fosse il “dumping” ove finivano i titoli piu’ tossici: una volta arrivati i cacciatori locali, e una volta che l’attenzione dei locali si e’ rivolta all’economia locale anziche’ ai soliti padroni del salvadenanio, gli investitori occidentali non sono piu’ riusciti a vendere la loro merda subprime , e il rischio sia esploso nelle loro mani.

Insomma, se togliamo dal controllo occidentale un’area simile, che diviene finanziariamente autonoma, chi prima faceva guadagni enormi in quelle aree smette di farlo.

Questa ipotesi spiegherebbe diversi fenomeni:

1. L’industria si sta riprendendo , sembra , ancora piu’ velocemente di quanto avessi predetto. Che Ford dichiarasse un buon bilancio non me lo aspettavo. Che FIAT crescesse cosi’ sul mercato a scapito dei tedeschi nemmeno. Che le PMI riuscissero a trovare sollievo(5) e che resistessero cosi’ tanto , nemmeno. La crisi del credito li ha ridotti in ginocchio, ma hanno superato giugno, e quindi il momento piu’ buio. Se questo succede e’ perche’ la crisi non era cosi’ impattante sul piano strutturale. DOVE, quindi, si e’ sfogata la crisi? Non c’e’ traccia dei 10 triliardi di dollari di perdite nelle perdite -sebbene rilevanti- dell’industria in se’.
2. Le banche e gli enti finanziari, anche se stanno imbellettando i bilanci, stanno resistendo meglio del previsto. Per essere l’epicentro della crisi , mi sembra che ci siano troppe poche macerie. Dove sono finite le perdite? E specialmente, dove erano, prima , i guadagni che oggi mancano?
3. I consumi, tutto sommato, reggono. Ci sono stati dei punti percentuali di perdita, ma non sono coerenti con le cifre delle perdite subite dagli indici di borsa. Persino le entrate fiscali non sono cosi’ catastrofiche (escludendo California e altri stati gia’ indebitati da prima) : CHI ha perso tutti quei soldi?

Onestamente, per giustificare tutto quel calo degli indici di borsa occorre immaginare che esista un luogo nel quale

1. Venisse erogato credito la cui mancanza non impatta piu’ di tanto l’industria occidentale.
2. Vi fossero attivita’ finanziarie che erano, tutto sommato, abbastanza indipendenti dalla finanza occidentale.
3. Circolassero soldi che, tutto sommato, non erano nelle tasche dei cittadini.(6)
4. Le perdite in realta’ non siano semplicemente la fine di un guadagno che prima c’era, ma non era dovuto ad attivita’ realmente svolte in occidente.

L’unico posto abbastanza lontano ed abbastanza “detached” che mi viene da pensare e’ proprio l’area cinese, e l’indipendenza dei numeri della crisi da quelli occidentali sembrerebbe coerente con la mia teoria.

Con ogni probabilita’ dichiarare che questa crisi possa essere un segno di riequilibrio della finanza mondiale e’ questione degli storici del futuro. Non ho numeri per giustificare questa ipotesi, e quindi non mi ci giocherei un braccio. Ma piu’ osservo i numeri di questi giorni e piu’ me ne convinco: o ci raccontano favole, (ma ho ancora meno prove per dirlo) oppure la crisi c’e’ stata ma e’ stata la fine di un fiume di ricavi , o se preferita la chiusura di un “dumping hole” nel quale venivano vendute le merde di derivati prodotti in occidente, realizzando guadagni enormi che oggi sono finiti.

A meno che non crediate nei miracoli. O nei rettiliani.

Uriel

(1) Essere un rettiliano sulla terra di oggi e’ un casino. Cioe’, voi siete un T-Rex , e avete rimorchiato qualcuno. Allora andate a zompare, e “Uau! Complimenti alla mamma! Glom!” - “Si, in effetti ho la coda di mia madre” - “Glom? Huhmf? Coda?” - “Beh, se ti piace puoi continuare a succhiarla” - “EEEEEEKKKK!”. Insomma, non e’ cosi’ figo come sembra, essere dei rettiliani.

(2) Nell’idea di tassare le riserve in oro della banca centrale italiana si puo’ vedere l’inizio di un paradossale gioco , simile a quello dei due autisti che si lanciano a tutta velocita’ l’uno contro l’altro, e vince quello che sterza per ultimo. Con ogni probabilita’, vincera’ la fazione che ha meno paura, con buona pace degli amici di Profumo.

(3) L’operato della classe dirigente giapponese negli ultimi 15 anni e’ stato ridicolo, paradossale, inutile, incompetente, cosi’ pagliaccesco che in confronto Borghezio sembra uno statista. Non riesco a dare alcuna definizione dello stato di “poche idee ma ben confuse” con il quale i giapponesi hanno affrontato una crisi ormai trentennale. Hanno contemporaneamente creduto nel loro sistema mentre lo smantellavano perche’ non funzionava piu’, hanno brindato al futuro mentre lo vedevano crollare, hanno fatto ordinaria amministrazione nel periodo piu’ straordinario della loro storia. Se i giornali internazionali dedicassero al giappone un decimo dell’attenzione che dedicano all’ Italia, ci sarebbe una montagna di risate piu’ alta del Fuji. Vedere gente che viene da un paese ove la mafia e’ legale (la Yakuza e’ riconosciuta dallo stato ed e’ legale) mentre critica l’ Italia per il malcostume e’ patetico.

(4) Abbiamo dimenticato il fallimento catastrofico degli olandesi, comprati per una sterlina dal tesoro inglese, per le perdite dovute ad un azzardo miliardario di un solo trader? E i 4 miliardi di perdite francesi sui mercati d’oriente? E i fiumi di soldi che arrivavano da Hong Kong?

(5) Pochi parlano dell’ “amnistia” dai debiti che si e’ ottenuta in questi giorni. Non e’ una cornucopia come ci si aspetta, ma sicuramente e’ un’azione unica nel panorama europeo. Dara’ i primi frutti verso fine dell’anno, quando le PMI inizieranno ad incassare le prime fatture di inizio anno, e dovrebbe dare una bella spinta verso meta’ del 2010, quando arriveranno le fatture di questi mesi.

(6) So bene che qualche sinistra si masturba di dati negativi. Mi dispiace, ma per le dimensioni della crisi in corso l’aumento della disoccupazione e della poverta’ sono effetti tutto sommato blandi, non corrispondenti alle cifre in ballo.14.000 miliardi di dollari sono l’intero PIL americano, o se preferite il 95% del PIL dell’eurozona, di disoccupati in occidente ne dovremmo contare ben di piu’.
di Uriel

17 agosto 2009

Riforma finanziaria, parole e fatti

E' bene che Barack Obama sia un giocatore di basket svelto perché sulla riforma finanziaria egli deve saltare un abisso che si allarga sempre più tra le sue parole e i suoi fatti.
Obama disse: "Milioni di Americani che avevano lavorato duro e s'erano comportati in modo responsabile hanno visto i loro sogni della vita erosi dalla irresponsabilità degli altri e dalla incapacità del loro governo di dare una tutela adeguata. La nostra intera economia è stata minata da quel fallimento".
"Negli ultimi due decenni, abbiamo visto, molte volte, cicli di crescita e di fallimenti precipitosi. In ogni caso, milioni di persone hanno avuto le loro vite profondamente sconvolte dagli sviluppi nel sistema finanziario; più severamente nelle nostre crisi recenti".
Sono parole forti, anche se non includono "il crimine aziendale, la frode e l'abuso" per sostituire l'eufemismo "irresponsabilità".
Uno penserebbe che le 88 pagine di proposta di riforma al Congresso siano come le sue parole.
Al contrario fornisce aspirine a Washington per il cancro al cervello di Wall Street.
La natura anemica di tali riforme proposte in apparenza per prevenire o impedire un altro grande crollo a Wall Street e il coinvolgimento di risparmi e investimenti nazionali subito scatenò l'ira dei principali editorialisti economici.
Joe Nocera del New York Times scrisse "il piano Obama è poco più di un tentativo di infilare alcune nuove dita regolatrici in una diga finanziaria piena di crepe piuttosto che ricostruire la diga stessa".
Nocera sostiene che le riforme non "tentano di diminuire l'uso" del tipo modificato di derivati i quali con miliardi di dollari rischiati generarono "un danno enorme al sistema finanziario" fin quasi al collasso di AIG.
Egli nota che le riforme fondamentali più vecchie del Presidente Roosevelt inclusero la Glass-Steagall Act, la quale "separò l'attività bancaria dagli investimenti".
Essa impedì un gran danno bancario sotto Clinton; il suo Treasury Secretary Robert Rubin e Citigroup fecero abrogare la Glass-Steagall nel 1999.
Obama non propone di ripristinare questa protezione decisiva.
Nocera disse, le imprese "dovranno aumentare un po' il capitale, e occuparsi di più della sorveglianza, ma .... con tutta probabilità", [staranno] "dietro agli affari come al solito".
Il cronista dei grandi affari, Gretchen Morgenson, straccio il piano Obama sul Sunday New York Times perché faceva troppo poco per eliminare i rischi sistemici posti dalle imprese finanziarie che sono "troppo grandi per fallire".
"Piuttosto che proporre modi per rimpicciolire queste imprese e i rischi che esse pongono, il piano Geithner sostiene invece un aumento della sorveglianza regolata sui behemoth".
Questo implica che i contribuenti saranno a rischio di salvataggi persino più grandi in futuro.
Una misura per prevenire i salvataggi del "troppo grande per fallire" fu suggerita niente meno che dal consigliere economico di Obama, l'ex presidente della Federal Reserve, P. Volcker.
Parlando in Cina, non altrove, Volcker di recente ha detto che il governo federale potrebbe semplicemente impedire a queste grandi banche di commerciare per il proprio tornaconto.
Ma Obama non sta ascoltando Volcker in questi giorni.
Invece il Treasury Secretary Timothy Geithner e il consigliere della Casa Bianca, Larry Summers, che giocarono ruoli importanti nel decennio passato per facilitare la grande speculazione a Wall Street, sono ascoltati da Obama.
Il piano del Presidente omette, (1) un rafforzamento vero dell'antitrust, (2) una dura accusa al crimine aziendale, e (3) più autorità per gli azionisti che possiedono le loro imprese per controllare i loro capi a noleggio.
Nel piano potrebbe essere inclusa la scelta di dare agli azionisti il potere decisivo di stabilire il compenso dei dirigenti - gli incentivi perversi all'indennizzo aiutarono a spingere le imprese verso la speculazione selvaggia.
Le mancanze del piano di riforma continuano.
Non ci sono meccanismi che incoraggino milioni di investitori a riunirsi in Financial Consumer Associations.
Nel 1985 l'allora Cong. Chuck Schumer (Dem. NY) propose un emendamento alla legge sui salvataggio dei prestiti e dei risparmi. Non passò.
Che dire dei titoli ipotecari sub - prime?
Alle banche dovrebbero essere imposto di mantenere almeno un 5% di interessi prima di cederli ad altre associazioni.
Questo difficilmente basta a indurre prudenza alle banche che vendono queste ipoteche ai compratori di case senza denaro.
Obama deve proporre una nuova agenzia regolatrice dei consumatori finanziari.
Ma senza che lui nomini qualcuno, alla presidenza, come l'ingegnoso professore di legge di Harvard Elizabeth Warren, che avanzò l'idea che le imprese finanziarie regolate prendano il controllo, come al solito, dell'agenzia.
Steven Pearlstein (del Washington Post) derise le proposte di Obama perché non erano "fondate, in primis e soprattutto, su analisi indipendenti e complete del come la crisi era stata aiutata a svilupparsi e su che cosa i regolatori fecero e non fecero per prevenirla ...."
Egli era deluso dalla mancanza di controlli sugli "hedge funds, private-equity funds o sui mezzi di investimento strutturati".
Obama fece rafforzare gli obblighi fiduciari agli investitori dagli intermediari azionari.
Ma non dette a questi investitori defraudati alcun diritto migliore di azione civile in tribunale oltre al fatto che restarono sottoposti alla legge che lega le mani ai titoli fatta nel 1995.
Così ora essa è al di sopra del Congresso e delle sue orde di lobbisti bancari e assicurativi.
Buona fortuna, risparmiatori e investitori.
A meno che voi non facciate i vostri affari con le cooperative delle credit union che non azzardano con il vostro denaro.
di Ralph Nader

16 agosto 2009

L'oro di Bankitalia

Uno scontro trasversale fra i vari poteri. Un mulinare di scimitarre, forche e badili contro il potere finanziario protetto dai servizi segreti, e forze dell'ordine. Se non riusciamo a leggere fra le righe il messaggio di Tremonti, andremo a giocare a mosca cieca.



Non sono stato e non sarò mai tenero con il Governo Berlusconi né con quell'accolita di incompetenti e vanagloriosi che sono la maggior parte dei suoi Ministri, che rispecchiano, generalmente in peggio, le migliori qualità del capo. Devo però dire che Tremonti è proprio un'eccezione. La sua ostinazione nel volere la norma sulla tassazione delle riserve auree di Bankitalia è encomiabile: non tanto per gli effetti economici che sono trascurabili (al massimo 300 milioni di euro che, nel disastro della finanza pubblica sono una goccia nel mare), quanto per i riflessi politici dell'iniziativa. Se ne intravedono gli scenari nei commenti di oggi, che danno un'idea degli effettivi schieramenti politici nel nostro paese.


Non è una novità che i rapporti di Tremonti con Bankitalia e i suoi vertici sono conflittuali da sempre. Appare sempre più chiaro che dietro gli attacchi alla cosiddetta autonomia di Bankitalia e delle istituzioni finanziarie ci sia la volontà politica di ricondurre la politica monetaria in un ambito pubblico. E d'altra parte, visti gli esiti disastrosi della gestione privata della finanza, che ci ha regalato questa meravigliosa crisi, che qualcosa debba cambiare lo dicono tutti ma effettivamente lo vogliono pochi, e tra questi pochi, Tremonti è certamente in prima linea.

Qualche anno fa, nella tarda primavera del 2005 scoppiava il conflitto tra il Ministro dell'Economia e Bankitalia allora condotta dal sempiterno Fazio, poi declassato a furbetto del quartierino dalle inchieste giudiziarie sui suoi legami con Fiorani. Tremonti fu redarguito dallo schieramento politico pro Bankitalia, allora composto dal trio "effe", rigorosamente trasversale, Fassino, Follini e Fini, che ne pretesero l'allontanamento dal Ministero. Tremonti si è seduto sulla riva del fiume per aspettare la caduta di Fazio e di Berlusconi, giunte in rapida successione poco tempo dopo. Così, con il nuovo governo Berlusconi, Tremonti è stato chiamato a furor di popolo (leghista, ma anche trasversale), contro il partito di Bankitalia, che zittito dalle disgrazie del sistema finanziario nostrano e internazionale, ha dovuto mandare giù l'amaro boccone, anche se non perde occasione per denigrare, mettre in ridicolo, attaccare, insinuare e sbeffeggiare il suo nemico.

Non dimentichiamoci che la vera battaglia politica non è tra una destra e una sinistra anacronistiche e svuotate di ogni contenuto reale, ma tra il potere finanziario e chi vuole restituire dignità alla politica.

La guerra è quindi apertissima e lo scontro durissimo. Da una parte i sostenitori del potere finanziario, dall'altra i suoi avversari. Nell'editoriale di oggi su Repubblica, Massimo Giannini, voce autorevole del quotidiano e dell'intellighenzia pro finanza, viene chiamato a dare il suo contributo alla battaglia contro il Ministro ammazza banche. E lo fa con questo articolo, fastidioso per le insinuazioni denigratorie, ma illuminante per la comprensione del campo di battaglia e degli schieramenti. In altri termini, Giannini e i finanzieri temono che Tremonti voglia porsi alla testa di un movimento politico tra i governi europei volto a ridimensionare i poteri della BCE. Su questo fronte potrebbe coinvolgere - dice Giannini - Sarkozy, forse Zapatero e qualche altro governante dell'Europa centro orientale. Non la Merkel che ci ha già provato e, con malcelata soddisfazione dello stesso Giannini, fu bocciata dalla Bundesbank (ma credo che Giannini si illuda sul fatto che i tedeschi si defilino se si tratta di battagliare sulla sovranità monetaria).

L'articolo è commovente e ridicolo per l'impegno che Giannini profonde per difendere le prerogative della BCE.

Commovente quando ascrive tali prerogative nel'ambito di una grundnorm, del diritto costituzionale europeo, che ricordo ai non giuristi, è il concetto elaborato da Kelsen per indicare la norma fondante l'intera costruzione di un ordinamento giuridico. In altre parole, secondo Giannini, il potere finanziario è quello sul quale regge l'intera Costituzione della Comunità europea!

A me sembrava che si trattasse di una costruzione politica, e non della delega ai burocrati oligarchi di Palazzo Koch o di Francoforte di taglieggiare i popoli europei senza alcun controllo popolare. Qualcuno di voi ha mai sentito parlare di elezioni di dirigenti, Governatori, funzionari di queste istituzioni che operano in concreto sulla nostra pelle ed esercitano un poter di gran lunga maggiore di quello politico? Non sarebbe ora di vederci chiaro e di capire come è stato possibile arrivare a questo punto?

Divertente quando scrive testualmente, senza rendersi conto di coprirsi di ridicolo, questa frase che si commenta da sola: [Tremonti] da un lato dice "quell'oro è del popolo, non di Via Nazionale" (e qui, per inciso, si potrebbe chiosare: se è del popolo, e lo vuoi colpire con una nuova imposta, stai facendo pagare più tasse agli italiani, contraddicendo uno dei dogmi della tua ideologia politico-economica). Davvero meraviglioso!

Questo è quindi il punto nodale: dopo gli esiti disastrosi delle politiche monetarie imposte dalle Banche Centrali la politica, forse, si rimette a discutere l'indipendenza oligarchica dello strapotere della BCE, e la norma silente voluta da Tremonti è una specie di cavallo di Troia, pronto ad entrare in azione nel momento della battaglia. Non a caso, il fuoco di sbarramento dello schieramento pro Bankitalia è iniziato subito: a parte Giannini, hanno stigmatizzato la norma il Folliniano Tabacci , il Vicepresidente dei Senatori PD Zanda , mentre Fassino e Fini per ora tacciono.

Certo, sentire un Ministro delle Finanze che dice che l'oro di Bankitalia appartiene al popolo italiano, fa un certo effetto. Eh già, la battaglia sarà dura e promette scintille....

di Domenico De Simone

15 agosto 2009

Chi erano i Nephilim? I Giganti?


In Genesi 6:1-4 si legge: "Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il Signore disse: ‘Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni. In quel tempo c’erano sulla terra i giganti (nephilim) e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi".

Prima di cercare di rispondere alla domanda su chi possano essere stati i figli di Dio, mi pare doveroso sottolineare la straordinarietà di questi versetti. Si ha, infatti, l'impressione che il passo sopra riportato sia un frammento di una più ampia tradizione salvatasi ad un naufragio di antichi testi. Il sapore "sumerico" del passo, l'arcaico e mitico riferimento ai giganti inducono a supporre che, nel palinsesto di Genesi, sia rimasto questo lacerto che può essere confrontato con i retaggi, peculiari di altre culture, su creature titaniche.

Sono state ventilate parecchie supposizioni su chi fossero i figli di Dio e perché i figli che essi ebbero con le figlie degli uomini diedero vita a una razza di giganti. Non prenderò in esame i presunti riferimenti neo-testamentari ai "figli di Dio" poiché, a mio parere, appartengono ad un altro Zeitgeist, ad una forma mentis di autori che erano inclini a reinterpretare brani della Torah con fini catechistici legati ad esigenze contingenti. Vorrei anche restare nell'ambito di un discorso paleontologico e storico, senza sconfinare nella teologia.[1]

Vediamo quindi quali sono le principali ipotesi di identificazione.

- I figli di Dio furono i discendenti del probo Seth che si unirono con i rampolli del malvagio Caino.

- I figli di Dio furono esseri di notevole statura creati, per mezzo di manipolazioni genetiche, da un popolo extraterrestre individuato da Sitchin e da Alford nei progenitori dei Sumeri. Secondo Alford, i Nephilim erano sterili.[2]

- I figli di Dio furono Atlantidei.

- I figli di Dio furono discendenti di uomini della specie Homo sapiens e di donne appartenenti alla specie Homo Neanderthalensis. Questa tesi sostenuta da Adriano Forgione e da altri e che troverebbe conferme nelle indagini genetiche della scienziata britannica Rosalind Harting, spiegherebbe per quale motivo gli esponenti del Sapiens furono denominati "figli di Dio." Sarebbero, infatti, costoro, ad essere stati creati, mediante l'ibridazione di geni appartenenti all'Homo erectus con il D.N.A. ricavato dagli "dèi" di Shumer. Anche paleontologi accademici non scartano l’ipotesi di un incrocio tra le due specie. Resta il dubbio se da tale connubio possano essere nati dei giganti.

A questo punto mi chiedo se la prima congettura non sia riconducibile a questa, dacché Caino potrebbe indicare una stirpe di rossi: la Harding ritiene che il rutilismo fosse un tratto fenotipico del Neanderthalis. Nel Kebra Nagast, il testo sacro dei Falasha, gli Etiopi di religione ebraica che rispettano le norme originarie del Pentateuco, i figli di Dio sono chiamati figli di Seth, le figlie degli uomini, figlie di Caino. Dunque Caino era rosso ed un Neanderthalensis?[3]

A prescindere dall'identità dei Figli di Dio e dei Nephilim, resta un'altra spinosa questione: furono un lignaggio degenere e perverso, come sono inclini a pensare coloro che li identificano con gli "angeli ribelli" o uomini degnissimi ed eroici, come afferma, tra gli altri, l'esoterista Antoine Fabre d’Olivet? Il dibattitto è aperto.

[1] A mio parere, la trattazione si può estendere ad un ambito metafisico, ma qui mi limito al piano “oggettivo” per evitare di rendere intricata un’analisi già difficile.

[2] Pare che la traduzione di "nephilim" con "giganti" sia corretta, mentre la resa "caduti", adottata da Zecharia Sitchin e da qualche altro autore, dovrebbe essere inidonea. Ne consegue che l'interpretazione teologica prevalente che vede nei nephilim degli angeli caduti perde in parte di plausibilità. Antichi interpreti ebrei, scritti apocrifi e pseudoepigrafi sono unanimi nel sostenere la tesi che gli angeli caduti siano i "figli di Dio" menzionati in Genesi 6:1-4. Questo non chiude assolutamente le discussioni, ma, a mio parere, le sposta su un altro livello, la dimensione metafisica o meglio interdimensionale dei Vigilanti evocati nel libro di Enoch ed in altri documenti.

by Zret

12 agosto 2009

Il Creditore Spietato, evocato da Lorenz, non è un fantasma del futuro

Ecco un pensiero di Konrad Lorenz: “l’unico introito legittimo di energia del nostro pianeta è costituito dall’irraggiamento solare, e ogni crescita economica che consumi più energia di quella che riceviamo dal sole, irretisce l’economia mondiale in una spirale debitoria, che ci consegnerà a un creditore spietato….”
Il Creditore Spietato, evocato da Lorenz, non è un fantasma del futuro. Si presenta ogni giorno, e ogni sua apparizione è una rapina: si porta via della vita vivente, ma ci lascerà fino all’ultimo lo sviluppo.
I governi possono governare - sono lasciati fare - fintanto che non si oppongano allo sviluppo, vuol dire che ne sono tutti, dal più potente all’ultimo di forza, prigionieri e servi. La grande domanda metafisica: l’uomo è libero? si può anche buttarla qui, parlando di governi che tutti, nessuno escluso, possono procedere soltanto in un’unica direzione, senza che gli sia data una scelta. Se fossi papa o presidente americano o presidente russo mi piglierei il piacere di rispondere che l’uomo può solo decidere quel che è già deciso. E questo irrefrenabile sviluppo era nel segreto del tempo, nel mistero tragico del destino umano, ma quel che mi dà scandalo, quel che mi fa più soffrire, è che “gli si voglia bene”, che si parli incessantemente di “ripresa” del lavoro di questo assassino come di qualcosa di desiderabile, non come di una necessità ineluttabile, come di una caduta progressiva nell’infelicità.
Vorrei un capo di governo o di azienda che facesse precedere da un purtroppo le frasi consuete: “dobbiamo aumentare la produzione”, “la ripresa è imminente”… Neppure questa libertà gli è data. Sono costretti anche ad adularlo, il Maligno: se aggiungono un purtroppo li scaraventa in basso come birilli. Questo non è più avere un potere, tanto meno corrisponde a qualcuno dei sensi profondi di comando. L’asservimento all’economia dello sviluppo, senza neppure un accenno di sgomento, dice l’immiserimento, la perdita di essenza e di centro, della politica. Se il fine unico è lo sviluppo, la politica è giudicata in base alla sua bravura (che è pura passività) nello spingerlo avanti a qualsiasi costo….
Non c’è nessuna idea politica dietro, sopra o sotto: c’è il Dio dell’economia industriale geloso del suo culto monoteistico.
Un inferno urbano contemporaneo è fatto di molte cose. Tra le più evidenti, c’è l’eccesso di circolazione di macchine, auto e moto. Contro smog e paralisi si almanaccano palliativi di ogni genere, ma soltanto abbattendo la produzione automobilistica si potrebbe ridare alle città un po' di respiro post-diluviale. Immediatamente sulle piazze liberate dai grovigli di auto, si adunerebbero a migliaia, e a migliaia di migliaia, i tamburi di latta della protesta di quelli a cui fosse stato restituito il respiro: non vogliono la cura, ma la malattia in tutta la sua spietatezza...Così i chimici che producono veleni per l’agricoltura: vietarli, anche per amore dei loro stessi figli, ne scatenerebbe la collera. Ma sarà la collera dei chimici, o dei veleni in loro? Chi dice che non abbiano un’anima, i veleni che produciamo? ...La sola voce concorde, universale, in alto e in basso, grida che nessuna industria si fermi o chiuda, qualsiasi cosa produca, sia pure inutilissima o micidialissima, sia pure destinata a restare invenduta: la sola voce concorde invoca che si aprano cantieri su cantieri e che si investano finanze in nuovi progetti industriali: a costo di qualsiasi inquinamento e imbruttimento, a costo anche di fare accorrere, per l’immediata ritorsione morale che colpisce chi accolga progetti simili, le furie di una intensificata violenza. E se deve, sul mare delle voci tutte uguali, planare una promessa rassicurante, è sempre la stessa: ci sarà la “ripresa”, ne avrete il triplo di questa roba...

La Stampa, 9 marzo 1993

11 agosto 2009

Conti pubblici: quale democrazia?


Tra le grandi assenti in materia di regole democratiche, oltre la “porcata
elettorale”, vi è la latitanza di una istituzione dello Stato, con carattere
assolutamente indipendente, che potrebbe essere la Corte dei Conti o il
ragioniere generale dello Stato, che offra al Parlamento, in tempo reale ed in
chiaro, le cifre che riguardano la situazione economica e finanziaria, le spese
dei vari ministeri, la reale entità pagata da ogni regione e da ogni categoria
di contribuenti, la situazione degli enti previdenziali, ecc. ecc.
Il teatrino della politica, infatti, offre ai cittadini, in una materia
fondamentale di valutazione dell’operato di un governo, come i conti pubblici,
delle cifre inventate in cui una parte politica uscente sostiene di aver
risanato i conti e l’altra entrante si dispera per aver trovato un disastro.
E’ del tutto evidente che al cittadino elettore viene sottratto un elemento
essenziale di valutazione e la vittoria politica arride non ai virtuosi
(improbabili), ma a chi ha più voce per contare balle.
Eppure sarebbe molto semplice e poco costoso avere un sito Internet, a
disposizione di chiunque, aggiornato su dati ufficiali, che fotografi la
situazione della spesa pubblica, il dettaglio delle spese militari (io pretendo
di sapere fino all’ultimo euro quanto ci costa la guerra all’Afghanistan).
Vi sono cittadini come il giornalista di economia Massimo Riva, che denuncia
silenzi sul superdebito pubblico balzato avanti nell’ultimo anno di 104
miliardi di euro, e Tremonti si può permettere di essere vago e parlare di una
sciagurata eredità lasciata dal governo precedente, mentre una presenza
istituzionale indipendente, di indiscussa autorità e capacità, conti alla mano,
dovrebbe offrire ai cittadini dati indiscutibili.
Se un giornalista specializzato in economia non riesce ad offrire ai suoi
lettori una valutazione sulla situazione economica per mancanza di dati o
furberie contabili, ebbene non vi è democrazia perché i cittadini non possono
valutare chi li governa, con dati chiari e ufficiali, certificati dalla Corte
dei Conti, il cui principale dovere d’istituto dovrebbe essere quello di
rispondere in tempo reale ai quesiti dei cittadini in materia di pubblico
denaro.
Soltanto un ente terzo preposto all’informazione sullo stato della economia e
dei conti, può avere l’autorità di pretendere dai governanti, dai ministeri,
dagli Enti, le cifre vere e attuali ed offrirle al dibattito politico.
Oggi nella informazione economica avviene ciò che accade quando vengono fatte
manifestazioni di massa, dove la questura parla di duecentomila persone e gli
organizzatori di due milioni. Se invece si volesse sapere la verità, sarebbe
facilissimo. Basterebbe dividere una fotografia dall’alto della manifestazione
in tanti piccoli quadratini, ingrandire, contare le persone di un quadratino e
fare una semplice moltiplicazione.
Con dati seri e accertati molti bluff dei politicanti sarebbero smascherati e
mano mano la politica potrebbe diventare una cosa più credibile.
In questi giorni io chiederei alla magistratura dei conti di offrirmi un
dato. Quanto spende la Protezione civile in materia di PREVENZIONE degli
incendi, e vorrei comparare questo dato con quanto spende per il loro
spegnimento con la flotta aerea, gli elitanker, gli effettivi sul campo e i
“volontari”. Sono sicuro che per la prevenzione non si fa quasi nulla, come
nella Sanità, mentre le giornate scelte dagli incendiari sono veramente poche,
dieci al massimo quando c’è molto vento in luglio e agosto, e, se in questi
giorni si pattugliassero i territori a rischio, massicciamente, con pene
severissime per gli incendiari, il grande businnes dell’antincendio si
sgonfierebbe a favore di una presenza capillare sul territorio, esercito
compreso.
Ma la democrazia è una cosa seria! In Italia la dobbiamo ancora inventare.


di Paolo De Gregorio

10 agosto 2009

Contraddizioni estreme del rapporto Usa-Cina

Al vertice Cina-Usa che si apre a Washington Pechino ha inviato una delegazione di 150 persone. Si incontrano da un lato un paese, la Cina, assolutamente bismarckiano, ove l’accumulazione industrial capitalistica però non è un fatto nazionale bensì avviene con il concorso voluto ma vieppiù obbligato del capitalismo mondiale. Dall’altro abbiamo gli Stati Uniti, fulcro e leva dell’espansione cinese all’estero per via dell’accumulo delle passività finanziarie Usa nelle casse delle istituzioni cinesi. La Cina è fortemente colpita dalla crisi. Ormai le persone rispedite alle zone rurali superano di molto la cifra di 20 milioni stimata agli inizi di quest’anno e vi sono delle vere e proprie rivolte contro i licenziamenti. La crisi viene fronteggiata rilanciando l’industria pesante ed attraverso l’uso, nonchè il rigetto, indiscriminato della forza lavoro fluttuante ed immigrata dalle zone arretrate. Ciò comporta un ulteriore schacciamento dei redditi salariali sul valore del prodotto nazionale (in Cina il salario come quota del prodotto è in calo da circa venti anni). Questo significa che il ruolo della Cina come area di massima produzione di scala a basso costo monetario sul piano mondiale si sta ampliando nel corso stesso della crisi. Anche negli Usa i salari si restringono ma per ragioni legate ai fallimenti ed a chiusure di aziende che continuano ad indebolire l’apparato produttivo statunitense incentivando così le delocalizzazioni e il subappalto (outsourcing) verso la RPC. Oggi l’outsourcing da parte degli USA coinvolge in maniera crescente anche i settori dei macchinari.

Il panorama è quindi caratterizzato da un’ulteriore polarizzazione produttiva verso la Cina e da un’accresciuta finanziarizzazione dell’economia americana. L’International Herald Tribune di sabato 25 luglio sottolineava che la forte ripresa degli indici di Wall Street ed anche degli stessi profitti di società come Goldman-Sachs dipendonoo in misura rilevante dall’introduzione di sistemi di computers centralizzati ultra rapidi, difficilmente accessibili ad altri operatori, che permettono di trasmettere milioni di ordini di acquisti/vendite azionari. Secondo l’Herlad Tribune tali sistemi agevolano la manipolazione dei prezzi delle azioni. Pertanto uno dei risultati più tangibili del rilancio di Obama è la concentrazione bancaria e l’accentuazione della rarefazione finanziaria aumentando la subordinazione dell’economia detta reale. La crisi in corso rafforza il binomio formato dalle società finanziarie e dalle multinazionali dell’energia come assi portanti - integrati col settor militar industriale (quest’ultimo però oggi manca di obiettivi definiti) del capitalismo Usa.

Consideriamo ora le implicazioni dell’accresciuta polarizzazione tra la Cina e gli Usa prendendo come esempio la vicenda dello Sri-Lanka e dell’Afghanistan. La strategia bismarckiana cinese richiede ampie risorse di materie prime ed un loro diretto controllo. A tal fine Pechino utilizza parte del suo surplus con l’estero per investire in Africa, Australia ed America meridionale. Le rotte con l’Africa e l’Oceano indiano sono diventate molto importanti. L’appoggio militare e logistico dato al governo di Colombo per schiacciare i Tamil Tigers era legato all’apertura di punti di appoggio, di porti e basi controllate da Pechino nella parte meridionale dell’isola. L’obiettivo di stabilire della stazioni lungo la rotta verso l’Africa è in conflitto diretto con la politica Usa di controllare l’Oceano indiano per motivi geopoliticamente costruiti in relazione agli intressi delle multinazionali energetiche. Così è nata la guerra all’Iraq, e così fu anche per l’invasione dell Afghanistan nel 2001 (il manifesto fu il solo giornale italiano a riportare interamente la deposizione al Congresso di John Maresca, vice presidente dell’Unocal, società energetica ove lavorava l’attuale presidente afghano Karzai, perorante la trasformazione dell’Afghanistan in un nodo di gasdotti ed oleodotti per esportare verso la Cina). Obama non ha alcuna alternativa alla difesa degli interessi globali delle multinazionali energetiche Usa in quanto non ha un piano di rilancio qualificato dell’economia nazionale. Per produrlo dovrebbe rispolverare le idee ed i progetti di Robert Reich. Ma questi sono ormai inattuabili dato che il perno della politica economica di Washington è costituito dal rilancio della finanza attraverso il piano Geithner-Summers.

Assieme allo scontro di interessi Cina Usa riguardo il controllo delle fonti energetiche – ed è su questa falsa riga che si dovranno interpretare anche le divergenze sulle politiche ambientali – vi è la questione finanziaria. Nell’economia politica Usa circuito del dollaro e controllo economico e politico-militare delle materie prime, del petrolio in particolare, si sono fusi da tempo. Questo fatto facilita il signoraggio internazionale del dollaro. In altri termini gli Usa possono pagare il deficit estero senza dover sacrificare delle risorse nazionali. Il compromesso funziona fintanto che l’economia in deficit tira. Quando essa cessa di tirare i paesi in surplus subiscono sia il calo della domanda di esportazioni che il costo del signoraggio ed aumentano i rischi riguardo il valore futuro del dollaro. Per Washington la soluzione passa per una forte rivalutazione della moneta cinese ma è pura propaganda. Infatti la rivalutazione dello yuan dovrebbe essere talmente elevata da scombussolare ulteriormente l’intera economia Usa., in cui gli elementi di crisi dominerebbero nettamente sulla convenienza di ritornare a produrre negli Stati uniti. Non vi sono soluzioni tecnico-istituzionali a questo problema che va visto come una contraddizione nella sua forma più pura.


di Joseph Halevi

09 agosto 2009

L'anticasta - L'Italia che funziona

Anticasta di Marco Boschini e Michele Dotti
La copertina del libro "L'anticasta, l'Italia che funziona"

Un altro mondo è possibile. Anzi, è già cominciato, scoprendo che la virtù (pubblica) è anche conveniente, per tutti. Energia, risorse, fonti rinnovabili, riciclo dei rifiuti, mobilità sostenibile: è il vangelo contemporaneo dell’anti-casta, quella dei Comuni Virtuosi, che in tutta Italia promuovo progetti speciali e adottano tecnologie ecologiche a beneficio dell’ambiente e, in primo luogo, dei cittadini. Una grande esperienza, quella dei “Comuni a 5 stelle”, che - col patronicio di Beppe Grillo, Dario Fo e Maurizio Pallante - ora è racconta in un bel confanetto, libro e dvd editi dalla Emi, al quale ha collaborato anche “Libre”.

Gli autori sono Marco Boschini (”Comuni virtuosi”) e Michele Dotti (”Mani tese”), da anni in prima linea nella promozione di nuovi modelli e nuove politiche anticasta-trasversali, a misura di cittadino. Boschini, assessore a Colorno (Parma) è l’inventore dei “Comuni virtuosi” e milita nel Movimento per la Decrescita Felice fondato da Maurizio Pallante; Dotti, già autore della video-inchiesta “Viaggio nell’Italia dei Comuni a 5 stelle” e del volume “Non è vero che tutto va peggio”, scritto con Jacopo Fo, da 16 anni è impegnato nell’associazione eco-pacifista “Mani tese”.

«In questo nuovo libro, ”L’anticasta” - spiegano Boschini e Dotti - abbiamo voluto raccontare l’altra Italia, quella fatta di tante persone oneste che, non solo nella società civile, ma anche nelle istituzioni locali, si battono ogni giorno per un Paese migliore e stanno già dimostrando con i fatti che le alternative concrete esistono». Il cambiamento, ancora una volta nella storia, non può che partire dal basso, giurano Dotti e Boschini. «E per fortuna questo sta già accadendo».
Michele Dotti, Educatore e Formatore
Michele Dotti, volontario per Mani Tese

L’Italia, infatti, è piena di esperienze incoraggianti, esperimenti e testimonianze: pannelli solari, bus ecologici, servizi rifiuti-zero. «Sono tante le amministrazioni che propongono innovazione, coinvolgendo i cittadini: la risposta è positiva, la gente risponde perché ci guadagnano tutti: l’ambiente, i conti pubblici, la qualità della vita». Un virus, quello dei “Comuni virtuosi”, che si sta rapidamente diffondendo, dal Piemonte alla Sicilia. E che ora, finalmente, un libro si incarica di raccontare.

In allegato, il film in dvd contiene una video-inchiesta che ripercorre un appassionante viaggio nei “Comuni dell’Italia a 5 stelle”, alla scoperta di persone e progetti che, se non fossero veri, sembrerebbero incredibili. C’è veramente di tutto: dall’Emilia, dove si registra il più alto tasso italiano di raccolta differenziata fino a ridurre a zero il ricorso alla discarica, fino alla Sicilia, nel villaggio dove i postini usano l’asinello per spostarsi nei vicoli.

«E’ uno schiaffo all’immobilismo della politica e agli sprechi della casta», osservano gli autori: «L’esempio concreto che un altro modo di fare politica non solo è possibile, ma si sta già facendo. Successi indiscutibili che mostrano la concretezza di scelte alternative divenute possibili attraverso un grande coinvolgimento della popolazione, chiamata a partecipare attivamente alle decisioni che riguardano l’intera comunità».
Marco Boschini
Marco Boschini, coordinatore dell'Associazione Comuni Virtuosi

Il dvd, realizzato con il contributo di “Libre” per la video-intervista a Maurizio Pallante, oltre che quella del fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, registra le voci di Dario Fo, Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi, Franca Rame, Andrea Segré, Edoardo Salzano, Beppe Grillo e altri ancora. Voci importanti, che certificano la qualità di un lavoro originale, che dà voce all’impegno quotidiano e silenzioso dell’altra Italia, quella che - malgrado la Casta - ha già cominciato a organizzare un futuro credibile e pulito. «Migliaia di cittadini - confermano Dotti e Boschini - impegnati nella costruzione di un domani migliore».
di Giorgio Cattaneo

08 agosto 2009

Omicidio di massa?




Con l’avvicinarsi della data prevista per la distribuzione del vaccino anti virus influenzale pandemico A/H1N1 della Baxter, una giornalista investigativa austriaca avvisa il mondo che sta per essere commesso il più grande crimine della storia dell’umanità. Jane Burgermeister ha recentemente sporto denuncia presso l’FBI contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le Nazioni Unite (ONU) e molti dei funzionari di più alto rango di governi e società in merito al bioterrorismo e ai tentativi di provocare massacri. Ha inoltre preparato un’ingiunzione contro l’obbligo di vaccinazione, che è stata presentata in America. Queste azioni seguono le accuse che ha lei stessa presentato lo scorso aprile contro la Baxter AG e l’austriaca Avir Green Hills Biotechnology per aver prodotto un vaccino contaminato contro l’influenza aviaria, sostenendo che sia stata un’azione intenzionale per causare una pandemia e trarne profitto.

Riassunto delle accuse e allegazioni presentate all’FBI in Austria il 10 giugno 2009

Nelle sue accuse la Burgermeister presenta prove di atti di bioterrorismo, ossia in violazione della legge degli USA, da parte di un gruppo operante all’interno degli USA secondo le direttive di banchieri internazionali che controllano la Federal Reserve, come pure l’OMS, l’ONU e la NATO. Tale bioterrorismo è finalizzato a provocare un genocidio di massa contro la popolazione statunitense mediante l’uso del virus della pandemia influenzale geneticamente ingegnerizzato con l’intento di causare la morte. Questo gruppo si è impossessato di alti uffici governativi negli USA. In modo specifico vengono portate le prove che gli imputati come Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, David Tabarro, coordinatore ONU per l’influenza umana e aviaria, Margaret Chan, direttore generale dell’OMS, Kathleen Sibelius, segretario alla salute e ai servizi sociali, Janet Napolitano, segretario del dipartimento di sicurezza nazionale, David de Rotschild, banchiere, David Rockefeller, banchiere, George Soros, banchiere, Werner Faymann, cancelliere austriaco, e Alois Stoger, ministro della sanità austriaco, ed altri fanno parte di questo gruppo criminale internazionale che ha sviluppato, prodotto, accumulato ed utilizzato armi biologiche per eliminare la popolazione degli USA e di altri paesi per motivi economici e politici.

I capi d’accusa sostengono che questi imputati abbiano cospirato tra loro e con altri per ideare e finanziare, nonché partecipare alla fase finale dell’attuazione di un programma internazionale segreto di armi biologiche, che avrebbe coinvolto le società farmaceutiche Baxter e Novartis. Hanno fatto questo bioingegnerizzando e poi distribuendo agenti biologici letali, specificamente il virus dell’influenza “aviaria” e il “virus dell’influenza suina” per avere il pretesto di attuare un programma di vaccinazione obbligatoria di massa che sarebbe stato il mezzo per poter somministrare un agente biologico tossico per provocare la morte e altre lesioni alla popolazione degli Stati Uniti. Quest’azione è in diretta violazione del Biological Weapons Anti-terrorism Act.

Le accuse mosse dalla Burgermeister comprendono le prove che la Baxter AG, la sussidiaria austriaca della Baxter International, ha deliberatamente fatto uscire 72 chili di virus vivo dell’influenza aviaria, fornito dall’OMS durante l’inverno del 2009 a 16 laboratori in quattro paesi. Sostiene che ciò offra una chiara prova che le società farmaceutiche e le stesse agenzie governative internazionali sono attivamente impegnate nella produzione, nello sviluppo, nella fabbricazione e nella distribuzione di agenti biologici classificati come le più letali armi biologiche sulla terra al fine di provocare una pandemia e causare una strage.

Nei capi d’accusa di aprile, ha notato che il laboratorio della Baxter in Austria, uno dei presunti laboratori di biosicurezza più sicuri al mondo, non ha rispettato le norme più basilari ed essenziali per la conservazione dei 72 chili della sostanza patogena classificata come arma biologica in modo sicuro separandola da tutte le altre sostanze secondo le rigorose regolamentazioni del livello di biosicurezza, ma ha lasciato che venisse mischiata con il virus dell’influenza comune e l’ha inviata dai suoi stabilimenti di Orth nel Donau.

A febbraio quando un membro dello staff al BioTest nella Repubblica Ceca ha testato su dei furetti il materiale destinato ai vaccini candidati, i furetti sono morti. Questo incidente non è stato seguito da alcuna investigazione da parte dell’OMS, né dell’UE o delle autorità sanitarie austriache. Non c’è stata alcuna indagine sul contenuto del materiale virale, e non vi è alcun dato sulla sequenza genetica del virus messo in circolazione.

In risposta alle domande del parlamento il 20 maggio Alois Stoger, ministro della sanità austriaco ha rivelato che l’incidente non era stato trattato come un errore di biosicurezza, come avrebbe dovuto essere, ma come un’infrazione del codice veterinario. È stato mandato un medico veterinario al laboratorio per una breve ispezione.

Il dossier della Burgermeister rivela che la messa in circolazione del virus sarebbe stata un passo essenziale per provocare una pandemia che avrebbe permesso all’OMS di dichiarare una pandemia di livello 6. Elenca le leggi e i decreti che avrebbero permesso all’ONU e all’OMS di prendere il controllo degli Stati Uniti nel caso di una pandemia. Sarebbero inoltre entrate in vigore leggi che richiedono di osservare l’obbligo di vaccinazione negli Stati Uniti in condizioni di pandemia dichiarata.

La Burgermeister sostiene che l’intera questione della pandemia di “influenza suina” si poggia su un’enorme menzogna e che non esista virus in natura che rappresenti una minaccia per la popolazione. Porta le prove che inducono a credere che sia l’influenza aviaria che l’influenza suina siano state in effetti bioingegnerizzate in laboratorio usando i finanziamenti forniti dall’OMS e da altre agenzie governative, insieme ad altri. Questa “influenza suina” è un ibrido in parte dell’influenza suina, in parte dell’influenza umana e in parte dell’influenza aviaria, una cosa che può solo venire da un laboratorio secondo molti esperti.
L’asserzione dell’OMS che l’“influenza suina” si sta diffondendo e che deve essere dichiarata la pandemia ignora le cause fondamentali. I virus che sono stati messi in circolazione sono stati creati e messi in circolazione con l’aiuto dell’OMS, e l’OMS è enormemente responsabile della pandemia in primis. In aggiunta i sintomi della presunta “influenza suina” sono indistinguibili da quelli della comune influenza e del raffreddore. L’“influenza suina” non provoca la morte più spesso di quanto faccia la comune influenza.

[La Burgermeister] nota che i dati relativi ai decessi registrati per l’“influenza suina” non sono coerenti e che non c’è chiarezza in merito a come è stato documentato il numero dei “decessi”.

Non c’è potenziale per una pandemia a meno che non vengano effettuate vaccinazioni in massa per usare l’influenza come un’arma con il pretesto di proteggere la popolazione. Esistono motivi ragionevoli per credere che i vaccini obbligatori saranno contaminati deliberatamente con malattie che sono progettate specificamente per provocare la morte.

Viene fatto riferimento ad un vaccino approvato della Novartis contro l’influenza aviaria che ha ucciso 21 persone senza tetto in Polonia durante l’estate del 2008 e che aveva come “misura primaria di outcome” un “tasso di eventi avverso”, rientrando pertanto nella definizione di arma biologica dello stesso governo statunitense (un agente biologico progettato per causare un tasso di eventi avversi, ossia morte o lesioni gravi) con un delivery system[1] (iniezione). [la Burgermeister] sostiene che il medesimo complesso di società farmaceutiche internazionali e di agenzie governative internazionali che hanno sviluppato e messo in circolazione il materiale della pandemia abbia tratto profitto dall’aver causato la pandemia mediante contratti per la fornitura dei vaccini. I media controllati dal gruppo che sta ingegnerizzando l’intero ordine del giorno dell’ “influenza suina” sta diffondendo notizie false per convincere la popolazione degli Stati Uniti a sottoporsi alle pericolose vaccinazioni.

I cittadini degli USA subiranno danni e lesioni sostanziali ed irreparabili se verranno obbligati a sottoporsi a questa vaccinazione [di efficacia] non provata senza il loro consenso secondo il Model State Emergency Health Powers Act, il Natonal Emergency Act, la National Security Presidential Directive/NSPD 51, la Homeland Security Presidential Directive/HSPD-20, e l’International Partnership on Avian and Pandemic Influenza.

La Burgermeister accusa coloro che sono menzionati nelle sue allegazioni di aver attuato e/o accelerato a partire dal 2008 negli USA l’implementazione di leggi e regolamentazioni ideate per togliere ai cittadini statunitensi i loro legittimi diritti costituzionali di rifiutare un’iniezione. Queste persone hanno creato disposizioni o hanno lasciato in essere disposizioni tali da rendere criminale il rifiuto di un’iniezione contro i virus pandemici. Hanno imposto altre sanzioni eccessive e crudeli come l’imprigionamento e/o la quarantena nei campi FEMA impedendo al tempo stesso ai cittadini americani di presentare domanda di risarcimento per lesioni o morte causati dalle iniezioni forzate. Questo viola le leggi che disciplinano la corruzione federale e l’abuso di ufficio, come pure [quelle] della costituzione e della Bill of Rights. Attraverso queste azioni, gli accusati citati hanno gettato le basi di un genocidio di massa.

Usando l’ “influenza suina” come pretesto, gli accusati hanno prepianificato la strage della popolazione statunitense per mezzo della vaccinazione forzata. Hanno installato una rete estesa di campi di concentrazione FEMA nonché identificato siti per tumulazioni di massa, e sono stati coinvolti nell’ideazione e nell’attuazione di uno schema per consegnare il potere in tutta America ad un sindacato criminale internazionale che usa l’ONU e l’OMS come una facciata per coprire le attività criminali organizzate influenzate da un racket illegale, in violazione alle leggi che disciplinano il tradimento.

[La Burgermeister] accusa il complesso di società farmaceutiche di cui fanno parte la Baxter, la Novartis e la Sanofi Aventis di essere coinvolto in un programma di armi biologiche basato all’estero con un duplice scopo, finanziato dal predetto sindacato criminale e progettato per attuare stragi di massa e ridurre la popolazione mondiale di oltre 5 bilioni nei prossimi dieci anni. Il loro piano è di spargere il terrore per giustificare l’atto di obbligare la gente a rinunciare ai propri diritti, e per costringerla a quarantene di massa nei campi FEMA. Le case, le società e le fattorie, le terre di quelli che venissero uccisi saranno nelle mani di questo sindacato.

Eliminando la popolazione del Nordamerica, l’elite internazionale avrà accesso alle risorse naturali della regione quali l’ acqua e le terre con giacimenti di petrolio non sviluppate. Ed eliminando gli USA e la loro costituzione democratica includendoli in un’unione nordamericana, il gruppo criminale internazionale avrà il controllo totale del Nordamerica.

I punti salienti del dossier completo

Il dossier completo dell’azione del 10 giugno è un documento di 69 pagine che porta le prove per corroborare tutte le accuse.

Queste comprendono:

-un insieme di fatti che delineano linee temporali e fatti che stabiliscono la “causa probabile”[2] , definizioni e ruoli dell’ONU e dell’OMS, e la storia e gli incidenti dal momento dello scoppio dell’ “influenza suina” nell’aprile del 2009.

-Le prove che i vaccini per l’ “influenza suina” sono definiti come armi biologiche dalle agenzie governative e nelle regolamentazioni che classificano e limitano le vaccinazioni, e la paura dei paesi esteri che i vaccini contro l’ “influenza suina” saranno usati per la guerra biologica.

-Le prove scientifiche che il virus dell’ “influenza suina” è stato bioingegnerizzao in modo da sembrare come il virus influenzale spagnolo del 1918, con citazioni tratte da Swine Flu 2009 is Weaponized 1918 Spanish Flu di A. True Ott, Ph.D., N.D., e da una relazione della rivista Science Magazine di Dr. Jeffrey Taubenberger et. Al.

-La sequenza del genoma dell’ “influenza suina”.

-Le prove della deliberata messa in circolazione del virus dell’ “influenza suina” in Messico.

-Le prove del coinvolgimento del presidente Obama che descrivono il suo viaggio in Messico che ha coinciso con il recente scoppio dell’ “influenza suina” e con la morte di molti ufficiali che hanno partecipato al viaggio. Viene avanzata l’ipotesi che il presidente non sia mai stato sottoposto ai controlli per l’ “influenza suina” perché era già stato vaccinato.

-Le prove in merito al ruolo della Baxter e dell’OMS nella produzione e messa in circolazione di materiale virale pandemico in Austria comprendono una dichiarazione di un funzionario della Baxter che asseriva che l’H5N1 distribuito per errore nella Repubblica Ceca è stato ricevuto da un centro di riferimento dell’OMS. Questo comprende la descrizione di prove e allegazioni dalle accuse della Burgermeister presentate in Austria ad aprile che sono al momento in corso di indagine.

-Prove che la Baxter è un elemento di una rete segreta di armi biologiche.

-Prove che la Baxter ha deliberatamente contaminato il materiale vaccinico.

-Prove che la Novartis sta usando i vaccini come armi biologiche.

-Prove del ruolo dell’OMS nel programma di armi biologiche.

-Prove della manipolazione da parte dell’OMS dei dati della malattia per giustificare la dichiarazione della pandemia di livello 6 al fine di prendere il controllo degli USA.

-Prove del ruolo della FDA [Food and Drug Administration] nella copertura del programma di armi biologiche.

-Prove del ruolo del Canada’s National Microbiology Lab nel programma di armi biologiche. Prove del coinvolgimento di scienziati che lavorano per il NIBSC nel Regno Unito [National Institute for Biological Standards and Control]e per il CDC [center] nella creazione dell’ “influenza suina”.

-Prove che le vaccinazioni hanno provocato l’influenza letale spagnola del 1918, tra cui il parere del Dott. Jerry Tennant che l’uso diffuso dell’aspirina durante l’inverno che è seguito alla fine della prima guerra mondiale potrebbe essere stato un fattore chiave che avrebbe contribuito all’anticipo della pandemia sopprimendo il sistema immunitario ed abbassando la temperatura corporea, consentendo al virus influenzale di moltiplicarsi. Anche il Tamiflu e il Relenza abbassano la temperatura corporea, e ci si può pertanto aspettare che contribuiscano alla trasmissione della pandemia. Prove della manipolazione del contesto legale per consentire il genocidio con impunità.

-Questioni costituzionali: la legalità o l’illegalità di mettere a rischio la vita, la salute e il bene collettivo con le vaccinazioni di massa.

-La questione dell’immunità e del risarcimento come prova dell’intento di commettere un crimine.

-Prove dell’esistenza di un sindacato criminale corporativo internazionale.

-Prove dell’esistenza degli “ Illuminati”.

-Prove dell’ordine del giorno di riduzione della popolazione degli Illuminati/Bilderberg e del loro coinvolgimento nell’ingegnerizzazione e messa in circolazione del virus dell’ “influenza suina” artificiale.

-Prove che l’uso dell’influenza come arma è stato discusso durante l’incontro del gruppo Bilderberg ad Atene dal 14 al 17 maggio 2009, come parte del loro ordine del giorno di genocidio, compreso un elenco dei partecipanti che, secondo una dichiarazione fatta una volta da Pierre Trudeau, si considerano geneticamente superiori al resto dell’umanità.

I media tengono gli Americani allo scuro sulla minaccia che incombe su di loro

Jane Burgermeister ha la doppia nazionalità irlandese/austriaca ed ha scritto per la rivista Nature, per il British Medical Journal, e per American Project. È corrispondente europea del sito web Renewable Energy World. Ha scritto molto sul cambiamento climatico, la biotecnologia e l’ecologia.

Oltre alle accuse contro la Baxter AG e la Avir Green Hills Biotechnology di aprile che sono attualmente sottoposte a indagine, ha sporto denuncia contro l’OMS e la Baxter insieme ad altri riguardo al caso delle fiale di “influenza suina” destinate ad un laboratorio di ricerca che sono esplose in un affollato treno intercity in Svizzera.

A suo parere il controllo dei media da parte dell’elite dominante ha consentito al sindacato criminale mondiale di portare avanti indisturbato il suo ordine del giorno, mentre il resto della gente rimane allo scuro su quello che succede realmente. Le sue denunce sono un tentativo di aggirare il controllo mediatico e di portare alla luce la verità.

La sua maggiore preoccupazione è che “nonostante il fatto che la Baxter sia stata colta in flagrante vicina al provocare una pandemia, stanno andando anche loro avanti, insieme alle loro società farmaceutiche alleate, con la fornitura del vaccino per le pandemie”. La Baxter si sta affrettando per far arrivare questo vaccino sul mercato a luglio.




NOTE:

[1] ndt via di somministrazione
[2] ndt ‘probable cause’ o sussistenza probabile della causa

DI BARBARA MILTON

Barbara è una psicologa scolastica e autrice di libri di finanza personale, è guarita da un tumore al seno usando trattamenti “alternativi”, è un’esistenzialista nata, studia la natura in tutti i suoi aspetti.