15 maggio 2012

Tecnocrazia familiare all'italiana

“…questa società senza-dio opera in modo estremamente efficiente, quantomeno ai suoi piani alti. Impiega qualunque possibile mezzo a sua disposizione, sia esso scientifico, tecnico, sociale o economico. Esercita un pressochè completo dominio nelle organizzazioni internazionali, sui circoli finanziari, nel campo delle comunicazioni di massa.” ( Padre Pedro Arupe – dell’Ordine dei Gesuiti, al Concilio Ecumenico del 17 dicembre 1965 )
Alcuni mesi fa il ministro del lavoro (che non c’è) Elsa Fornero aveva avuto la faccia tosta di prendersela con i giovani italiani che – a suo dire – rimanevano dei “mammoni” contenti di restare a casa anche fino a quarant’anni e senza un’occupazione. Ora già all’epoca qualcuno aveva sottolineato l’incongruenza di determinate dichiarazioni da parte di una esponente del governo dell’alta banca e della tecnocrazia sottolineando, prima di sparare simili cazzate (in un paese che sta letteralmente affondando nella merda, dove un giovane su tre non ha un’occupazione con punte che superano il 50 e passa per cento nelle regioni meridionali, dove più di otto milioni sono gli italiani che vivono al limite della soglia di povertà e almeno tre sono poveri tout court), di guardarsi in casa propria. Così venne fuori che Silvia Deaglio, figlia della ministra del lavoro e del giornalista Deaglio, già dall’età di 24 anni, mentre svolgeva un dottorato in Italia, ottenne l’incarico presso il giudaico Beth Israel Deaconess Medical Center ad Harvard, prestigioso e noto college di Harvard (USA). La figlia della ministra ha iniziato ad insegnare medicina a soli 30 anni, diventando associata presso l’Università di Torino sette anni più tardi con sei anni d’anticipo rispetto, vedi un po’ il ‘caso’, a quella che risulta essere la media d’accesso per questo ruolo. Il concorso lo vince a Chieti, nel 2010, alla facoltà di psicologia quindi l’approdo all’università piemontese dove insegnano, rivedi un po’ il ‘caso’, mamma e papà. Ma quello della figlia della ministra Fornero non sembra proprio essere un caso isolato all’interno del governo tecnocratico che sta affamando gli italiani, tassando i loro spiccioli e riducendo in miseria un intero paese. Michel Martone, figlio del ministro Antonio – avvocato della Cassazione e amico di Previti e Dell’Utri e già nominato dall’ex ministro Brunetta a presiedere l’authority degli scioperi ruolo dal quale fu costretto alle dimissioni dopo che il suo nome venne fatto nell’ambito dell’inchiesta sulla P3 – ha avuto una carriera universitaria particolarmente rapida: a 23 anni vince il dottorato all’Università di Modena, tre anni più tardi diventa ricercatore presso l’ateneo di Teramo, l’anno dopo è già professore associato. Al concorso, nel 2003, giunge secondo su due candidati dopo il ritiro degli altri sei. Presentò due monografie, una delle quali in edizione provvisoria (ossia non assimilabile): ottenne 4 voti favorevoli su 5 con il solo contrario di Franco Liso, contro i cinque positivi ottenuti invece dall’altra candidata 52enne con due lauree e oltre quaranta pubblicazione. Fu Martone ad ottenere il posto da ordinario. E a 37 anni è diventato viceministro dell’esecutivo Monti. E il premier? Questa sorta di novello ‘salvatore’ (…ma de che? direbbero a Roma? …) della patria, questa ‘eccellenza’ professorale chiamata al salvataggio del paese (…delle sue banche evidentemente…)? Non sembra proprio che abbia le carte in regola per ‘contarla’ ai soliti stolti italioti che vabbè siano dei fessi ma non fino al punto da credere ai miracoli in tempi di diffuso laicismo e più che diffuso scetticismo soprattutto tra e verso lorsignori della casta politico-economico-affaristico italiana. Giovanni Monti, figlio di….Mario, appare un manager rampante. A poco più di 20 anni è già – toh vedi un altro ‘caso’ – associato per il settore Investimenti bancari pressola GoldenSachs, la più potente merchant bank giudea statunitense nella quale il padre ha svolto il ruolo di international advisor per anni. Monti jr a 25 anni diventato consulente di direzione pressola Bain& Company dove rimane fino al 2001. Dal 2004 al 2009, cioè prima del suo approdo alla Parmalat (quella di Tanzi per capirci), Giovanni Monti ha lavorato prima al Citigroup quindi alla Morgan Stanley Bank , lo stesso istituto finanziario giudeo-americano a cui il padre ha liquidato qualcosa come 2 miliardi e mezzo di titoli derivati del Tesoro nel silenzio generale. Monti jr è stato responsabile delle acquisizioni e disinvestimenti presso il Citigroup mentre alla Morgan si è occupato di transazioni economiche sui mercati europei, vicino orientali e in Africa. Divertitevi voi a cercare i curriculum vitae di questi figli di….ministri. E questi sarebbero i ‘tecnici’ che dovrebbero risollevare le sorti del paese chiedendo sacrifici su sacrifici, imponendo tasse e balzelli, aumentando oneri e imposte, soffocando pensioni, distruggendo le imprese, provocando suicidi e morti per un lavoro che non c’è ecc. ecc.??? Questi sono nient’altro che gli incaricati dalla plutocrazia finanziaria internazionale di rovinare definitivamente un paese. Questa è la casta degli usurai. La Tecnocrazia familiare all’italiana perché…saranno pure tecnocrati ma anche loro – ‘poverini’ – “tengono famiglia”…. di Dagoberto Bellucci

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15 maggio 2012

Tecnocrazia familiare all'italiana

“…questa società senza-dio opera in modo estremamente efficiente, quantomeno ai suoi piani alti. Impiega qualunque possibile mezzo a sua disposizione, sia esso scientifico, tecnico, sociale o economico. Esercita un pressochè completo dominio nelle organizzazioni internazionali, sui circoli finanziari, nel campo delle comunicazioni di massa.” ( Padre Pedro Arupe – dell’Ordine dei Gesuiti, al Concilio Ecumenico del 17 dicembre 1965 )
Alcuni mesi fa il ministro del lavoro (che non c’è) Elsa Fornero aveva avuto la faccia tosta di prendersela con i giovani italiani che – a suo dire – rimanevano dei “mammoni” contenti di restare a casa anche fino a quarant’anni e senza un’occupazione. Ora già all’epoca qualcuno aveva sottolineato l’incongruenza di determinate dichiarazioni da parte di una esponente del governo dell’alta banca e della tecnocrazia sottolineando, prima di sparare simili cazzate (in un paese che sta letteralmente affondando nella merda, dove un giovane su tre non ha un’occupazione con punte che superano il 50 e passa per cento nelle regioni meridionali, dove più di otto milioni sono gli italiani che vivono al limite della soglia di povertà e almeno tre sono poveri tout court), di guardarsi in casa propria. Così venne fuori che Silvia Deaglio, figlia della ministra del lavoro e del giornalista Deaglio, già dall’età di 24 anni, mentre svolgeva un dottorato in Italia, ottenne l’incarico presso il giudaico Beth Israel Deaconess Medical Center ad Harvard, prestigioso e noto college di Harvard (USA). La figlia della ministra ha iniziato ad insegnare medicina a soli 30 anni, diventando associata presso l’Università di Torino sette anni più tardi con sei anni d’anticipo rispetto, vedi un po’ il ‘caso’, a quella che risulta essere la media d’accesso per questo ruolo. Il concorso lo vince a Chieti, nel 2010, alla facoltà di psicologia quindi l’approdo all’università piemontese dove insegnano, rivedi un po’ il ‘caso’, mamma e papà. Ma quello della figlia della ministra Fornero non sembra proprio essere un caso isolato all’interno del governo tecnocratico che sta affamando gli italiani, tassando i loro spiccioli e riducendo in miseria un intero paese. Michel Martone, figlio del ministro Antonio – avvocato della Cassazione e amico di Previti e Dell’Utri e già nominato dall’ex ministro Brunetta a presiedere l’authority degli scioperi ruolo dal quale fu costretto alle dimissioni dopo che il suo nome venne fatto nell’ambito dell’inchiesta sulla P3 – ha avuto una carriera universitaria particolarmente rapida: a 23 anni vince il dottorato all’Università di Modena, tre anni più tardi diventa ricercatore presso l’ateneo di Teramo, l’anno dopo è già professore associato. Al concorso, nel 2003, giunge secondo su due candidati dopo il ritiro degli altri sei. Presentò due monografie, una delle quali in edizione provvisoria (ossia non assimilabile): ottenne 4 voti favorevoli su 5 con il solo contrario di Franco Liso, contro i cinque positivi ottenuti invece dall’altra candidata 52enne con due lauree e oltre quaranta pubblicazione. Fu Martone ad ottenere il posto da ordinario. E a 37 anni è diventato viceministro dell’esecutivo Monti. E il premier? Questa sorta di novello ‘salvatore’ (…ma de che? direbbero a Roma? …) della patria, questa ‘eccellenza’ professorale chiamata al salvataggio del paese (…delle sue banche evidentemente…)? Non sembra proprio che abbia le carte in regola per ‘contarla’ ai soliti stolti italioti che vabbè siano dei fessi ma non fino al punto da credere ai miracoli in tempi di diffuso laicismo e più che diffuso scetticismo soprattutto tra e verso lorsignori della casta politico-economico-affaristico italiana. Giovanni Monti, figlio di….Mario, appare un manager rampante. A poco più di 20 anni è già – toh vedi un altro ‘caso’ – associato per il settore Investimenti bancari pressola GoldenSachs, la più potente merchant bank giudea statunitense nella quale il padre ha svolto il ruolo di international advisor per anni. Monti jr a 25 anni diventato consulente di direzione pressola Bain& Company dove rimane fino al 2001. Dal 2004 al 2009, cioè prima del suo approdo alla Parmalat (quella di Tanzi per capirci), Giovanni Monti ha lavorato prima al Citigroup quindi alla Morgan Stanley Bank , lo stesso istituto finanziario giudeo-americano a cui il padre ha liquidato qualcosa come 2 miliardi e mezzo di titoli derivati del Tesoro nel silenzio generale. Monti jr è stato responsabile delle acquisizioni e disinvestimenti presso il Citigroup mentre alla Morgan si è occupato di transazioni economiche sui mercati europei, vicino orientali e in Africa. Divertitevi voi a cercare i curriculum vitae di questi figli di….ministri. E questi sarebbero i ‘tecnici’ che dovrebbero risollevare le sorti del paese chiedendo sacrifici su sacrifici, imponendo tasse e balzelli, aumentando oneri e imposte, soffocando pensioni, distruggendo le imprese, provocando suicidi e morti per un lavoro che non c’è ecc. ecc.??? Questi sono nient’altro che gli incaricati dalla plutocrazia finanziaria internazionale di rovinare definitivamente un paese. Questa è la casta degli usurai. La Tecnocrazia familiare all’italiana perché…saranno pure tecnocrati ma anche loro – ‘poverini’ – “tengono famiglia”…. di Dagoberto Bellucci

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