25 luglio 2007

Fede:Un caso esemplare di disinformazione


Vi propongo un classico esempio di come viene manipolata una informazione. In questo caso le versioni, le versione dei giornali ed i video (due) dell'avvenimento nel caso di Piero Ricca.

Il blog di Piero Ricca è stato bloccato dalla Guardia di Finanza, su querela di Emilio Fede, direttore del Tg4. A dire il vero il sito non è stato bloccato, è semplicemente stato impedito al proprietario di accedervi e scrivervi. Il tutto è stato originato da un paio di post che il giornalista ha ritenuto offensivi.

Versione Ricca. Milano 17 aprile 2007

Ieri sera l’ho incrociato insieme ad alcuni amici al circolo della stampa di Milano. L’occasione era un “incontro con il direttore” organizzato dal Giorno. Sul marciapiede gli abbiamo posto la questione delle frequenze abusivamente occupate da Rete 4. Lui ha risposto con un tentativo di sarcasmo, dicendo che per quel motivo s’era dimesso il giorno stesso. Poi mi ha dato dell’imbecille. A quel punto il mio amico Paolino “Napalm” non ha trattenuto lo sdegno ed è iniziata un’animata discussione. Abbiamo ampiamente criticato la cialtroneria e il servilismo del personaggio, la sua incompatibilità con le regole minime del giornalismo. Tinto e inceronato, Fede era protetto da quattro guardaspalle, tra i quali il gestore di un locale di lap dance. Simulava reazioni fisiche, sgranava i dentoni finti a mo’ di sfottò. Ha cercato di impedirmi di filmare. Poi mi ha sputato addosso dall’alto di una rampa di scale. Nuovo parapiglia. Sono stato impietoso: ho accennato alle meteorine a pagamento, ai debiti da gioco, al cerone che colava, alla tintura di capelli da anziano gagà. Ai reali interessi e allla pagliacceria anche fisica, insomma, di personaggetti portati in alto dalla miseria dei tempi. Nel parapiglia ho più volte evocato Enzo Biagi, cacciato come un “criminale” da un ducetto che ha definito il suo dipendente Fede “un baluardo della libertà di informazione”. Il baluardo ha fatto chiamare la polizia ed è rimasto lì in attesa, sempre attorniato dai guardiani. Mentre lo criticavo, provava ad avvicinarsi alla ricerca della rissa, e ogni tanto lanciava qualche velata minaccia: voglio sapere chi siete, ce la vedremo in privato. Certe amicizie si fanno valere nel momento del bisogno. Tutto il circolo della stampa, nell’androne, assisteva allo spettacolo. A un certo punto è arrivata la gendarmeria, con ampio schieramento: carabinieri e polizia, quattro o cinque pattuglie. Hanno identificato noi e non lui, come pure ho richiesto. I potentucoli e i loro servi meritano sempre un occhio di riguardo dalla forza pubblica. Abbiamo filmato tutto e ora sentiremo il nostro pool di avvocati prima di mettere il nastro on line. Durante la conferenza, il lele mora del giornalismo è tornato sul tema, dicendo che in fondo avevamo rappresentato un diversivo, che eravamo dei centri sociali, che parlavamo sotto effetto di droghe, che dalle contestazioni al terrorismo il passo è breve, che meritavamo 500 euro, che venivamo da qualche antro e passavamo le notti sotto i ponti. Cose così. Poi ha annunciato querela, pur senza farsi illusioni sulla libertà di giudizio delle toghe rosse. L’attendo con serenità, anzi la esigo. Sarebbe la seconda: dopo la denuncia del padrone, quella del servo. Mi piacerebbe ribadire in un’aula di giustizia che queste cosiddette “contestazioni” non sono altro che sanzioni reputazionali, non immediatamente comprensibili e tanto più necessarie in un ambiente senza etica.

Versione Sputo del 28 aprile 2007.

Il guardaspalle e occasionale portavoce di Emilio Fede si chiama Leo Peschiera. Gestore di locali di lap dance e altro. Il vero protagonista della piazzata al circolo della stampa è lui. Si distingue per una sublime e involontaria comicità. E poi ha il fisico giusto, con tanto di rasatura laterale.
Siamo tutti in attesa della querela annunciata dal direttore del tg4. Per lui non siamo altro che “mascalzoni”, come ha detto in tv. In piazza tuttavia ha promesso di difendere il suo onore in privato, “senza carabinieri né polizia”.
Ecco un nostro video dell’incontro, dove si nota, oltre alla velata minaccia, anche la risposta alla nostra domanda iniziale (sulle frequenze abusive di Rete 4) e il successivo sputo dalle scale. Defilate e immancabili le giovani accompagnatrici.

Questo è il video su Youtube

http://www.youtube.com/watch?v=5KbGNQwO7es&eurl=http%3A%2F%2Fcronachedamileto%2Eblogspot%2Ecom%2F

questo il video mandato in onda da striscia la notizia vicino e coinquilino dello studio televiso del Tg4 nel palazzo dei Cigni di Segrate

http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=striscia&data=2007/04/17&id=5360&categoria=servizio&from=striscia

questo è il link dove viene data questa notizia da tg

http://qn.quotidiano.net/2007/04/17/6279-emilio_fede_aggredito.shtml

questo è il testo

Milano, 16 aprile 2007 - Una lite e' scoppiata tra un piccolo gruppo di contestatori ed Emilio Fede, ospite al Circolo della stampa di Milano per una serata nell'ambito degli incontri del quotidiano 'il Giorno'. Il litigio per poco non è degenerato in un'aggressione al direttore del Tg4.

Tre persone sono state identificate dalla polizia dopo i concitati momenti che hanno fatto seguito al litigio. Ma non e' stato ravvisato alcun reato. E' accaduto intorno alle 21, quando il direttore del Tg4 e' arrivato a Palazzo Serbelloni, sede del Circolo, ed e' stato apostrofato da alcuni contestatori. Ne e' nato uno scambio di battute che ora potrebbe avere un seguito legale solo se le parti decideranno di sporgere querela.

''Questi sono il prodotto dei centri sociali - ha poi detto Emilio Fede commentando l'episodio durante l'incontro pubblico - Senza di loro forse ci saremmo annoiati parlando solo di Vallettopoli e cose simili. Gli daro' 500 euro''. ''Credo che ci siano gli estremi di una querela - ha poi precisato Fede - Certo se troviamo i magistrati che hanno assolto Paolini a questi gli danno una medaglia''.

Prima della lite il gruppetto di contestatori ha fatto volantinaggio sulle auto parcheggiate, e le fasi della contestazione sono state riprese con videocamere. Si definisce 'Qui Milano Libera' e il volantino sostiene che ''dal 1999 un editore ha la concessione per una tv nazionale ma non puo' trasmettere. L'editore e' Francesco Di Stefano. La televisione e' Europa 7. Le sue frequenze sono occupate abusivamente da Rete 4''

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25 luglio 2007

Fede:Un caso esemplare di disinformazione


Vi propongo un classico esempio di come viene manipolata una informazione. In questo caso le versioni, le versione dei giornali ed i video (due) dell'avvenimento nel caso di Piero Ricca.

Il blog di Piero Ricca è stato bloccato dalla Guardia di Finanza, su querela di Emilio Fede, direttore del Tg4. A dire il vero il sito non è stato bloccato, è semplicemente stato impedito al proprietario di accedervi e scrivervi. Il tutto è stato originato da un paio di post che il giornalista ha ritenuto offensivi.

Versione Ricca. Milano 17 aprile 2007

Ieri sera l’ho incrociato insieme ad alcuni amici al circolo della stampa di Milano. L’occasione era un “incontro con il direttore” organizzato dal Giorno. Sul marciapiede gli abbiamo posto la questione delle frequenze abusivamente occupate da Rete 4. Lui ha risposto con un tentativo di sarcasmo, dicendo che per quel motivo s’era dimesso il giorno stesso. Poi mi ha dato dell’imbecille. A quel punto il mio amico Paolino “Napalm” non ha trattenuto lo sdegno ed è iniziata un’animata discussione. Abbiamo ampiamente criticato la cialtroneria e il servilismo del personaggio, la sua incompatibilità con le regole minime del giornalismo. Tinto e inceronato, Fede era protetto da quattro guardaspalle, tra i quali il gestore di un locale di lap dance. Simulava reazioni fisiche, sgranava i dentoni finti a mo’ di sfottò. Ha cercato di impedirmi di filmare. Poi mi ha sputato addosso dall’alto di una rampa di scale. Nuovo parapiglia. Sono stato impietoso: ho accennato alle meteorine a pagamento, ai debiti da gioco, al cerone che colava, alla tintura di capelli da anziano gagà. Ai reali interessi e allla pagliacceria anche fisica, insomma, di personaggetti portati in alto dalla miseria dei tempi. Nel parapiglia ho più volte evocato Enzo Biagi, cacciato come un “criminale” da un ducetto che ha definito il suo dipendente Fede “un baluardo della libertà di informazione”. Il baluardo ha fatto chiamare la polizia ed è rimasto lì in attesa, sempre attorniato dai guardiani. Mentre lo criticavo, provava ad avvicinarsi alla ricerca della rissa, e ogni tanto lanciava qualche velata minaccia: voglio sapere chi siete, ce la vedremo in privato. Certe amicizie si fanno valere nel momento del bisogno. Tutto il circolo della stampa, nell’androne, assisteva allo spettacolo. A un certo punto è arrivata la gendarmeria, con ampio schieramento: carabinieri e polizia, quattro o cinque pattuglie. Hanno identificato noi e non lui, come pure ho richiesto. I potentucoli e i loro servi meritano sempre un occhio di riguardo dalla forza pubblica. Abbiamo filmato tutto e ora sentiremo il nostro pool di avvocati prima di mettere il nastro on line. Durante la conferenza, il lele mora del giornalismo è tornato sul tema, dicendo che in fondo avevamo rappresentato un diversivo, che eravamo dei centri sociali, che parlavamo sotto effetto di droghe, che dalle contestazioni al terrorismo il passo è breve, che meritavamo 500 euro, che venivamo da qualche antro e passavamo le notti sotto i ponti. Cose così. Poi ha annunciato querela, pur senza farsi illusioni sulla libertà di giudizio delle toghe rosse. L’attendo con serenità, anzi la esigo. Sarebbe la seconda: dopo la denuncia del padrone, quella del servo. Mi piacerebbe ribadire in un’aula di giustizia che queste cosiddette “contestazioni” non sono altro che sanzioni reputazionali, non immediatamente comprensibili e tanto più necessarie in un ambiente senza etica.

Versione Sputo del 28 aprile 2007.

Il guardaspalle e occasionale portavoce di Emilio Fede si chiama Leo Peschiera. Gestore di locali di lap dance e altro. Il vero protagonista della piazzata al circolo della stampa è lui. Si distingue per una sublime e involontaria comicità. E poi ha il fisico giusto, con tanto di rasatura laterale.
Siamo tutti in attesa della querela annunciata dal direttore del tg4. Per lui non siamo altro che “mascalzoni”, come ha detto in tv. In piazza tuttavia ha promesso di difendere il suo onore in privato, “senza carabinieri né polizia”.
Ecco un nostro video dell’incontro, dove si nota, oltre alla velata minaccia, anche la risposta alla nostra domanda iniziale (sulle frequenze abusive di Rete 4) e il successivo sputo dalle scale. Defilate e immancabili le giovani accompagnatrici.

Questo è il video su Youtube

http://www.youtube.com/watch?v=5KbGNQwO7es&eurl=http%3A%2F%2Fcronachedamileto%2Eblogspot%2Ecom%2F

questo il video mandato in onda da striscia la notizia vicino e coinquilino dello studio televiso del Tg4 nel palazzo dei Cigni di Segrate

http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=striscia&data=2007/04/17&id=5360&categoria=servizio&from=striscia

questo è il link dove viene data questa notizia da tg

http://qn.quotidiano.net/2007/04/17/6279-emilio_fede_aggredito.shtml

questo è il testo

Milano, 16 aprile 2007 - Una lite e' scoppiata tra un piccolo gruppo di contestatori ed Emilio Fede, ospite al Circolo della stampa di Milano per una serata nell'ambito degli incontri del quotidiano 'il Giorno'. Il litigio per poco non è degenerato in un'aggressione al direttore del Tg4.

Tre persone sono state identificate dalla polizia dopo i concitati momenti che hanno fatto seguito al litigio. Ma non e' stato ravvisato alcun reato. E' accaduto intorno alle 21, quando il direttore del Tg4 e' arrivato a Palazzo Serbelloni, sede del Circolo, ed e' stato apostrofato da alcuni contestatori. Ne e' nato uno scambio di battute che ora potrebbe avere un seguito legale solo se le parti decideranno di sporgere querela.

''Questi sono il prodotto dei centri sociali - ha poi detto Emilio Fede commentando l'episodio durante l'incontro pubblico - Senza di loro forse ci saremmo annoiati parlando solo di Vallettopoli e cose simili. Gli daro' 500 euro''. ''Credo che ci siano gli estremi di una querela - ha poi precisato Fede - Certo se troviamo i magistrati che hanno assolto Paolini a questi gli danno una medaglia''.

Prima della lite il gruppetto di contestatori ha fatto volantinaggio sulle auto parcheggiate, e le fasi della contestazione sono state riprese con videocamere. Si definisce 'Qui Milano Libera' e il volantino sostiene che ''dal 1999 un editore ha la concessione per una tv nazionale ma non puo' trasmettere. L'editore e' Francesco Di Stefano. La televisione e' Europa 7. Le sue frequenze sono occupate abusivamente da Rete 4''

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