24 luglio 2007

Un esperimento olografico l'11 settembre 2001?

I laboratori del Cern a Ginevra o quella in Abruzzo sono alla ricerca per studi di fisica nucleare, ma in realtà potrebbero sperimentare nuove tecniche ai fini militari. Ad esempio creazione e di accadimenti al confine tra finzione e realtà, tecniche olografiche di contenuto pseudo- religioso, progettazione di ordigni antigravitazionali ed altro.

Solo qualche decennio addietro, chi avrebbe mai soltanto sospettato che è possibile creare ologrammi quasi indistinguibili dalla "realtà"? Chi avrebbe mai potuto pensare alla stesura di una funesta sceneggiatura, a base di strani attentati con il loro truculento corollario di apparenti ritorsioni e di conflitti senza fine? La realtà assomiglia sempre più ad un'inquietante pellicola di fantascienza, dove lo Spannung di un episodio è subito trasceso dal culmine emotivo della scena susseguente: a distanza di alcuni anni, lo stesso attentato del 9 11, quasi sconfina, a causa di alcune anomalie e di certi emisteri del tragico evento, in una dimensione irreale. Quel giorno "più di 200 persone si lanciarono nel vuoto per sfuggire alle fiamme e al fumo che avvolgevano il World Trade Center. Alcuni adoperarono una tovaglia come fosse un paracadute, altri si buttarono in coppia, tenendosi per mano. Furono chiamati jumpers, saltatori, ed esistono innumerevoli fotografie che li ritraggono sospesi nel vuoto in quei tragici istanti. L’immagine che più ha colpito l’immaginario collettivo ritrae una posa composta, armoniosa, da tuffatore. Il protagonista precipita perfettamente in asse con l’edificio, la testa perpendicolare al pavimento che lo attende, quasi indifferente al suo destino, le braccia distese lungo i fianchi, i vestiti aderenti al corpo e una gamba leggermente piegata. Del volo di quest’uomo esiste una sequenza di dodici fotografie, tutte scattate da Richard Drew alle 9.41 di quella mattina. Negli altri scatti i movimenti sono scomposti, disperati, com’è naturale che siano. La casacca si apre e mostra una maglietta arancione, le braccia si allargano, la posizione del corpo ruota fino a diventare orizzontale, l’espressione del viso è allucinata, consapevole della fine".

Eppure qualcosa non quadra, come nota uno degli autori di Stargods: si potevano rompere i vetri degli uffici tanto facilmente e come si spiegano le posture incongrue con un volo nel vuoto? Un lettore di Stargods ricorda che i grattacieli sono costruiti con vetri infrangibili per ragioni di sicurezza e di climatizzazione. Andarono in frantumi a causa dell’impatto dell’aereo anche le finestre non direttamente colpite dal Boeing? No, perché questi edifici sono progettati in modo da resistere ad una tale eventualità. Altre anomalie: una donna che cade è a piedi nudi; un uomo ha un cappello in testa, copricapo che il vento non porta via; due persone precipitano mano nella mano; non si vedono né fiamme né fumo avviluppare le finestre dell’edificio.

Qualcuno ha ipotizzato che una dimensione olografica sia parte del 9 11: gli aerei schiantatisi contro le Torri gemelle erano davvero velivoli di linea? Che ruolo ebbero tutti quegli oggetti sferici avvistati, ripresi e fotografati attorno ai grattacieli? Erano forse strumenti per la creazione di immagini olografiche? Gli aeromobili senza finestrini, simili a copie imperfette di veri aerei per il trasporto passeggeri, ricordano alcuni apparecchi chimici che, dopo aver generato scie, improvvisamente scompaiono.

Fonti: Zret, Bojs

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24 luglio 2007

Un esperimento olografico l'11 settembre 2001?

I laboratori del Cern a Ginevra o quella in Abruzzo sono alla ricerca per studi di fisica nucleare, ma in realtà potrebbero sperimentare nuove tecniche ai fini militari. Ad esempio creazione e di accadimenti al confine tra finzione e realtà, tecniche olografiche di contenuto pseudo- religioso, progettazione di ordigni antigravitazionali ed altro.

Solo qualche decennio addietro, chi avrebbe mai soltanto sospettato che è possibile creare ologrammi quasi indistinguibili dalla "realtà"? Chi avrebbe mai potuto pensare alla stesura di una funesta sceneggiatura, a base di strani attentati con il loro truculento corollario di apparenti ritorsioni e di conflitti senza fine? La realtà assomiglia sempre più ad un'inquietante pellicola di fantascienza, dove lo Spannung di un episodio è subito trasceso dal culmine emotivo della scena susseguente: a distanza di alcuni anni, lo stesso attentato del 9 11, quasi sconfina, a causa di alcune anomalie e di certi emisteri del tragico evento, in una dimensione irreale. Quel giorno "più di 200 persone si lanciarono nel vuoto per sfuggire alle fiamme e al fumo che avvolgevano il World Trade Center. Alcuni adoperarono una tovaglia come fosse un paracadute, altri si buttarono in coppia, tenendosi per mano. Furono chiamati jumpers, saltatori, ed esistono innumerevoli fotografie che li ritraggono sospesi nel vuoto in quei tragici istanti. L’immagine che più ha colpito l’immaginario collettivo ritrae una posa composta, armoniosa, da tuffatore. Il protagonista precipita perfettamente in asse con l’edificio, la testa perpendicolare al pavimento che lo attende, quasi indifferente al suo destino, le braccia distese lungo i fianchi, i vestiti aderenti al corpo e una gamba leggermente piegata. Del volo di quest’uomo esiste una sequenza di dodici fotografie, tutte scattate da Richard Drew alle 9.41 di quella mattina. Negli altri scatti i movimenti sono scomposti, disperati, com’è naturale che siano. La casacca si apre e mostra una maglietta arancione, le braccia si allargano, la posizione del corpo ruota fino a diventare orizzontale, l’espressione del viso è allucinata, consapevole della fine".

Eppure qualcosa non quadra, come nota uno degli autori di Stargods: si potevano rompere i vetri degli uffici tanto facilmente e come si spiegano le posture incongrue con un volo nel vuoto? Un lettore di Stargods ricorda che i grattacieli sono costruiti con vetri infrangibili per ragioni di sicurezza e di climatizzazione. Andarono in frantumi a causa dell’impatto dell’aereo anche le finestre non direttamente colpite dal Boeing? No, perché questi edifici sono progettati in modo da resistere ad una tale eventualità. Altre anomalie: una donna che cade è a piedi nudi; un uomo ha un cappello in testa, copricapo che il vento non porta via; due persone precipitano mano nella mano; non si vedono né fiamme né fumo avviluppare le finestre dell’edificio.

Qualcuno ha ipotizzato che una dimensione olografica sia parte del 9 11: gli aerei schiantatisi contro le Torri gemelle erano davvero velivoli di linea? Che ruolo ebbero tutti quegli oggetti sferici avvistati, ripresi e fotografati attorno ai grattacieli? Erano forse strumenti per la creazione di immagini olografiche? Gli aeromobili senza finestrini, simili a copie imperfette di veri aerei per il trasporto passeggeri, ricordano alcuni apparecchi chimici che, dopo aver generato scie, improvvisamente scompaiono.

Fonti: Zret, Bojs

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