02 giugno 2009

Destra e sinistra unite dai portaborse

portaborse2

Ricordate lo scontro tra la destra e la sinistra durante l`ultima campagna elettorale in Sardegna? Pareva la battaglia all`ultimo sangue tra Orazi e Curiazi. Bene, pochi mesi dopo i protagonisti di quella sanguinosissima disfida hanno trovato un punto su cui andare d`amore e d`accordo: la sistemazione dei portaborse. Sempre la solita storia, già denunciata al Sud in Calabria, in Sicilia e in Campania ma anche al Nord in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, dove l`unico a mettersi di traverso («è una vergogna!») fu il governatore Giancarlo Galan. La legge è chiara: nei posti pubblici si accede per concorsi pubblici. E proprio perché le norme sono state troppo spesso violate (perfino al Quirinale dove Napolitano ha preso l`impegno di ripristinare le gare dopo un`eternità, dato che l`ultimo concorso risale al 1963, l`anno in cui tutti i bambini del mondo battevano le mani a Semola, il bambino de «La spada nella roccia») sarebbe indispensabile rispettarle oggi. Tanto più dopo che Renato Brunetta ha scatenato la sua offensiva per rimuovere alcune incrostazioni del pubblico impiego. Macché, in Sardegna si è rimesso in moto il solito meccanismo: l`elettore che ti ha votato, l`amico, il parente o il militante di partito vengono «provvisoriamente» assunti senza concorso: tanto, si tratta solo di un «contrattino» di pochi mesi... Un contrattino dovuto al rapporto di fiducia che deve esistere tra chi viene eletto come consigliere e i suoi principali collaboratori. Fiducia indispensabile: un comunista non accetterebbe mai di vedersi assegnare un collaboratore di destra, un post-fascista non accetterebbe mai di vedersi assegnare un collaboratore sinistrorso. Giusto così, sulla carta, tanto è vero che, ad esempio, Camera e Senato danno oltre quattromila curo al mese a ogni parlamentare perché possa prendere «provvisoriamente», finché resta in carica, un paio di persone di fiducia. La regola è: chiuso il mandato parlamentare, chiuso il rapporto di lavoro del portaborse. Ovvio. Un emendamento presentato dalla sinistra oggi all`opposizione ma subito accolto dalla destra, che gode di una maggioranza schiacciante dopo la vittoria in febbraio di Ugo Cappellacci contro Renato Sorti, ha invece consentito a Cagliari la nuova «aggiustatina» del principio. Nella legge finanziaria 2009 appena pubblicata dal bollettino ufficiale della regione Sardegna, al comma 55 dell`articolo uno c`è scritto che l`Amministrazione regionale «subentra» ai Gruppi consiliari «nei rapporti giuridici ed economici con il personale». Il tutto con una serie di dettagli di contorno di estremo favore. Quanti saranno a beneficiarne? Risposta ufficiale: poco più di una ventina. Ma la vaghezza sulle date lascia capire che le maglie potrebbero essere molto, molto, molto più larghe... «Una porcheria. Io ho in tasca la tessera di An ma non accetto che la destra, proprio oggi che conduce una battaglia sul pubblico impiego per certi aspetti giusta ma anche venata spesso di qualunquismo, usi la legge finanziaria per assumere con un contratto definitivo persone che non hanno fatto alcun concorso», accusa Luciano Melis, segretario del sindacato autonomo Sadirs. Parole d`oro. Troppo facile sparacchiare proclami demagogici e poi governare con le piccole clientele locali...

di Gian Antonio Stella

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02 giugno 2009

Destra e sinistra unite dai portaborse

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Ricordate lo scontro tra la destra e la sinistra durante l`ultima campagna elettorale in Sardegna? Pareva la battaglia all`ultimo sangue tra Orazi e Curiazi. Bene, pochi mesi dopo i protagonisti di quella sanguinosissima disfida hanno trovato un punto su cui andare d`amore e d`accordo: la sistemazione dei portaborse. Sempre la solita storia, già denunciata al Sud in Calabria, in Sicilia e in Campania ma anche al Nord in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, dove l`unico a mettersi di traverso («è una vergogna!») fu il governatore Giancarlo Galan. La legge è chiara: nei posti pubblici si accede per concorsi pubblici. E proprio perché le norme sono state troppo spesso violate (perfino al Quirinale dove Napolitano ha preso l`impegno di ripristinare le gare dopo un`eternità, dato che l`ultimo concorso risale al 1963, l`anno in cui tutti i bambini del mondo battevano le mani a Semola, il bambino de «La spada nella roccia») sarebbe indispensabile rispettarle oggi. Tanto più dopo che Renato Brunetta ha scatenato la sua offensiva per rimuovere alcune incrostazioni del pubblico impiego. Macché, in Sardegna si è rimesso in moto il solito meccanismo: l`elettore che ti ha votato, l`amico, il parente o il militante di partito vengono «provvisoriamente» assunti senza concorso: tanto, si tratta solo di un «contrattino» di pochi mesi... Un contrattino dovuto al rapporto di fiducia che deve esistere tra chi viene eletto come consigliere e i suoi principali collaboratori. Fiducia indispensabile: un comunista non accetterebbe mai di vedersi assegnare un collaboratore di destra, un post-fascista non accetterebbe mai di vedersi assegnare un collaboratore sinistrorso. Giusto così, sulla carta, tanto è vero che, ad esempio, Camera e Senato danno oltre quattromila curo al mese a ogni parlamentare perché possa prendere «provvisoriamente», finché resta in carica, un paio di persone di fiducia. La regola è: chiuso il mandato parlamentare, chiuso il rapporto di lavoro del portaborse. Ovvio. Un emendamento presentato dalla sinistra oggi all`opposizione ma subito accolto dalla destra, che gode di una maggioranza schiacciante dopo la vittoria in febbraio di Ugo Cappellacci contro Renato Sorti, ha invece consentito a Cagliari la nuova «aggiustatina» del principio. Nella legge finanziaria 2009 appena pubblicata dal bollettino ufficiale della regione Sardegna, al comma 55 dell`articolo uno c`è scritto che l`Amministrazione regionale «subentra» ai Gruppi consiliari «nei rapporti giuridici ed economici con il personale». Il tutto con una serie di dettagli di contorno di estremo favore. Quanti saranno a beneficiarne? Risposta ufficiale: poco più di una ventina. Ma la vaghezza sulle date lascia capire che le maglie potrebbero essere molto, molto, molto più larghe... «Una porcheria. Io ho in tasca la tessera di An ma non accetto che la destra, proprio oggi che conduce una battaglia sul pubblico impiego per certi aspetti giusta ma anche venata spesso di qualunquismo, usi la legge finanziaria per assumere con un contratto definitivo persone che non hanno fatto alcun concorso», accusa Luciano Melis, segretario del sindacato autonomo Sadirs. Parole d`oro. Troppo facile sparacchiare proclami demagogici e poi governare con le piccole clientele locali...

di Gian Antonio Stella

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