18 agosto 2009

La crisi e, i numeri della finanza

Sto aspettando pazientemente che i dati del delirio arrivino alla luce, ma sono davvero curioso. Sono curioso perche’ i numeri della finanza nell’ultimo anno non hanno alcun senso. Perche’ i casi sono due: o sono stati forniti dei dati palesemente falsi sull’entita’ della “botta” (ma non credo) oppure stanno venendo forniti dati palesemente falsi sulla cosiddetta ripresa. Vediamo di riassumere un minimo in senso cronologico.

Proviamo a sintetizzare la storia che dovremmo berci, cioe’ la storia dell’ultimo anno:

* Crollo di Lehman Brothers, esplosione del panico nelle borse, crisi dei subprime produce danni enormi, numeri alla mano si tratta di 14.000 miliardi di dollari persi solo nella borsa di New York.
* La crisi procede, e falcia brutalmente i tre grandi colossi dell’auto americana, gia’ in crisi da tempo.
* Si parla di meltdown, e il Dow Jones raggiunge l’indice che serve ad iniziare il processo.
* Si inizia a parlare di riformare le regole, e si inizia con un summit nel quale si decide che si decidera’.
* Nel frattempo, il valore delle case negli USA rasenta quello del 1963.
* Il governo USA deve intervenire con un piano da 750 miliardi di dollari, il TARP, per salvare alcune istituzioni.Non saranno spesi che per il 30%.
* Si fa un altro summit, nel quale si decide quando si decidera’.
* Viene condannato a 150 anni un piccolo truffatore, che ha truffato 50 miliardi di dollari, una goccia nell’oceano dei 14.000 miliardi di perdite.
* Il governo inglese deve intervenire con piu’ di 300 miliardi di sterline, al punto da far declassare il debito pubblico.
* Le stime europee sono quelle di un continente che perde dal 5% quando va bene, sino all’ 11% quando va male.
* Si celebra un inutile G8, dal quale esce una dichiarazione che dice “faremo i bravi e Babbo Natale ci portera’ i regali”, o poco piu’. Nessuna reale azione viene intrapresa.
* Si vedono segni di ripresa.
* Si vedono vermi, Usul, come nemmeno Dio ne aveva mai visti.
* Si intravvedono altri segni di ripresa.
* Obama dichiara che la crisi e’ finita. Diverse finanziarie americane dichiarano che restituiranno il TARP.
* GS annuncia di essere in utile, anche se di poco.Ford ha i conti a posto. GM prevede di averli tra pochi mesi.Fiat continua a guadagnare mercato.
* Riprende il consumo di petrolio, e i futures iniziano a salire , crescono gli investimenti nell’edilizia americana.
* Signor Scott, energia.

Ora, le ipotesi sono due: poiche’ recuperare 14.000 miliardi di perdite e’ semplicemente impossibile in un anno, e l’entita’ completa del danno era ben superiore, si possono pensare diverse cose:

* La prima e’ che l’entita’ della crisi fosse sovrastimata. E’ assai improbabile. E’ assai improbabile perche’ tutti abbiamo visto gli effetti, i nuovi disoccupati esistono, le aziende chiudono. E’ improbabile assai che si sia potuta falsificare l’intensita’ di questa crisi, anche se il fenomeno del back to market permettera’ di riassorbirla nel lungo termine. Ipotizzare che qualcuno abbia finto un disastro richiede, vista l’entita’ delle perdite, richiede di tirare in ballo almeno i rettiliani.(1)
* La seconda cosa che si puo’ pensare e’ che si stiano sovrastimando molto gli effetti di uesta “ripresa”. Probabilmente in parte e’ vero, perche’ siamo nel bel mezzo di una grossa speculazione finanziaria sulle materie prime, petrolio in primis. Tuttavia, e’ interessante notare come anche in Italia si vedano gli effetti di questa “ripresa”, anche se il mercato impieghera’ ancora tutta l’estate per ristrutturarsi. Interessante come Tremonti voglia liberarsi di parte della riserva aurea italiana, facendo venire i sudori freddi a tutti gli investitori in titoli. Un gioco pericoloso, che si puo’ fare soltanto se si ha qualche freccia all’arco.(2)
* La terza ipotesi, che mi sembra piu’ probabile, e’ che insieme a qualche scampolo delle prime due (la necessita’ propagandistica di sostenere il nulla de facto delle riforme governative alla finanza attribuendogli il potere di funzionare solo perche’ se ne parla, e un certo panico di borsa anche laddove non c’era ragione) e’ semplicemente che la crisi sia stata semplicemente un “assestamento” da un mondo finanziariamente unipolare ad uno multipolare.

Il motivo per il quale dico questo e’ che durante questa crisi abbiamo assistito, per la prima volta , ad un fenomeno interessantissimo: sebbene vi siano state perdite anche ad Oriente , e sebbene il Giappone continui a mantenere lo stato di “malato terminale”(3), non c’e’ stata correlazione tra lo svolgersi della crisi ad occidente e quella nell’area orientale. Si e’ verificato il “detach”, il che significa che l’oriente ormai corre con le proprie gambe, e risente poco di crolli consistenti dell’economia occidentale.

Ovviamente, la nascita di un’area economicamente autonoma produce un cambiamento degli equilibri, e non c’e’ dubbio che quella che prima era la riserva di caccia delle borse anglosassoni, sia diventata territorio di caccia di cacciatori locali, i quali difendono piuttosto bene il proprio spazio.

Se una volta le scorribande miliardarie dei raider europei in oriente(4) riempivano i nostri giornali, oggi a Londra e New Yori devono bussare e chiedere il permesso per mettere piede nel territorio altrui. Poiche’ ogni nuovo equilibrio richiede un ridimensionamento delle vecchie forze dominanti, e’ abbastanza spontaneo pensare che in realta’ questa crisi sia una conseguenza dell’avvenuta indipendenza di alcuni mercati orientali rispetto alla finanza anglosassone. E cioe’ a cedere sia stato il pezzo piu’ debole della catena (il mercato dei prestiti immobiliari) ma la tensione sia stata provocata dal progressivo affievolirsi dei ritorni economici , dei flussi che prima consentivano alle istituzioni occidentali di vendere tonnellate di merda e farci dei soldi.

Ovviamente, per una simile analisi occorrera’ che gli storici ne parlino, e quindi occorrera’ che qualcuno tra un paio di secoli di giri indietro e ci mostri i fatti in prospettiva. Il motivo per il quale propendo per questa impressione e’ che per giustificare il delta tra la situazione di 12 mesi fa e quella odierna occorre un fattore pesante 10 triliardi di dollari.

Se i danni effettivamente compensati dagli interventi governativi ammontano, sinora, a circa 4000 miliardi, perche’ ci sono segni di ripresa mentre dovremmo essere ancora ben lungi dal vedere la fine del tunnel? L’unica ipotesi che mi sento di fare e’ che il “detach” dell’economia dell’area cinese sia “costata” in termini di mancati profitti, una cifra simile.

L’idea e’ che buona parte di questa merda vensise giocata sulle borse orientali, e che fosse su quei mercati che avvenivano le speculazioni piu’ grosse, o che perlomeno quello fosse il “dumping” ove finivano i titoli piu’ tossici: una volta arrivati i cacciatori locali, e una volta che l’attenzione dei locali si e’ rivolta all’economia locale anziche’ ai soliti padroni del salvadenanio, gli investitori occidentali non sono piu’ riusciti a vendere la loro merda subprime , e il rischio sia esploso nelle loro mani.

Insomma, se togliamo dal controllo occidentale un’area simile, che diviene finanziariamente autonoma, chi prima faceva guadagni enormi in quelle aree smette di farlo.

Questa ipotesi spiegherebbe diversi fenomeni:

1. L’industria si sta riprendendo , sembra , ancora piu’ velocemente di quanto avessi predetto. Che Ford dichiarasse un buon bilancio non me lo aspettavo. Che FIAT crescesse cosi’ sul mercato a scapito dei tedeschi nemmeno. Che le PMI riuscissero a trovare sollievo(5) e che resistessero cosi’ tanto , nemmeno. La crisi del credito li ha ridotti in ginocchio, ma hanno superato giugno, e quindi il momento piu’ buio. Se questo succede e’ perche’ la crisi non era cosi’ impattante sul piano strutturale. DOVE, quindi, si e’ sfogata la crisi? Non c’e’ traccia dei 10 triliardi di dollari di perdite nelle perdite -sebbene rilevanti- dell’industria in se’.
2. Le banche e gli enti finanziari, anche se stanno imbellettando i bilanci, stanno resistendo meglio del previsto. Per essere l’epicentro della crisi , mi sembra che ci siano troppe poche macerie. Dove sono finite le perdite? E specialmente, dove erano, prima , i guadagni che oggi mancano?
3. I consumi, tutto sommato, reggono. Ci sono stati dei punti percentuali di perdita, ma non sono coerenti con le cifre delle perdite subite dagli indici di borsa. Persino le entrate fiscali non sono cosi’ catastrofiche (escludendo California e altri stati gia’ indebitati da prima) : CHI ha perso tutti quei soldi?

Onestamente, per giustificare tutto quel calo degli indici di borsa occorre immaginare che esista un luogo nel quale

1. Venisse erogato credito la cui mancanza non impatta piu’ di tanto l’industria occidentale.
2. Vi fossero attivita’ finanziarie che erano, tutto sommato, abbastanza indipendenti dalla finanza occidentale.
3. Circolassero soldi che, tutto sommato, non erano nelle tasche dei cittadini.(6)
4. Le perdite in realta’ non siano semplicemente la fine di un guadagno che prima c’era, ma non era dovuto ad attivita’ realmente svolte in occidente.

L’unico posto abbastanza lontano ed abbastanza “detached” che mi viene da pensare e’ proprio l’area cinese, e l’indipendenza dei numeri della crisi da quelli occidentali sembrerebbe coerente con la mia teoria.

Con ogni probabilita’ dichiarare che questa crisi possa essere un segno di riequilibrio della finanza mondiale e’ questione degli storici del futuro. Non ho numeri per giustificare questa ipotesi, e quindi non mi ci giocherei un braccio. Ma piu’ osservo i numeri di questi giorni e piu’ me ne convinco: o ci raccontano favole, (ma ho ancora meno prove per dirlo) oppure la crisi c’e’ stata ma e’ stata la fine di un fiume di ricavi , o se preferita la chiusura di un “dumping hole” nel quale venivano vendute le merde di derivati prodotti in occidente, realizzando guadagni enormi che oggi sono finiti.

A meno che non crediate nei miracoli. O nei rettiliani.

Uriel

(1) Essere un rettiliano sulla terra di oggi e’ un casino. Cioe’, voi siete un T-Rex , e avete rimorchiato qualcuno. Allora andate a zompare, e “Uau! Complimenti alla mamma! Glom!” - “Si, in effetti ho la coda di mia madre” - “Glom? Huhmf? Coda?” - “Beh, se ti piace puoi continuare a succhiarla” - “EEEEEEKKKK!”. Insomma, non e’ cosi’ figo come sembra, essere dei rettiliani.

(2) Nell’idea di tassare le riserve in oro della banca centrale italiana si puo’ vedere l’inizio di un paradossale gioco , simile a quello dei due autisti che si lanciano a tutta velocita’ l’uno contro l’altro, e vince quello che sterza per ultimo. Con ogni probabilita’, vincera’ la fazione che ha meno paura, con buona pace degli amici di Profumo.

(3) L’operato della classe dirigente giapponese negli ultimi 15 anni e’ stato ridicolo, paradossale, inutile, incompetente, cosi’ pagliaccesco che in confronto Borghezio sembra uno statista. Non riesco a dare alcuna definizione dello stato di “poche idee ma ben confuse” con il quale i giapponesi hanno affrontato una crisi ormai trentennale. Hanno contemporaneamente creduto nel loro sistema mentre lo smantellavano perche’ non funzionava piu’, hanno brindato al futuro mentre lo vedevano crollare, hanno fatto ordinaria amministrazione nel periodo piu’ straordinario della loro storia. Se i giornali internazionali dedicassero al giappone un decimo dell’attenzione che dedicano all’ Italia, ci sarebbe una montagna di risate piu’ alta del Fuji. Vedere gente che viene da un paese ove la mafia e’ legale (la Yakuza e’ riconosciuta dallo stato ed e’ legale) mentre critica l’ Italia per il malcostume e’ patetico.

(4) Abbiamo dimenticato il fallimento catastrofico degli olandesi, comprati per una sterlina dal tesoro inglese, per le perdite dovute ad un azzardo miliardario di un solo trader? E i 4 miliardi di perdite francesi sui mercati d’oriente? E i fiumi di soldi che arrivavano da Hong Kong?

(5) Pochi parlano dell’ “amnistia” dai debiti che si e’ ottenuta in questi giorni. Non e’ una cornucopia come ci si aspetta, ma sicuramente e’ un’azione unica nel panorama europeo. Dara’ i primi frutti verso fine dell’anno, quando le PMI inizieranno ad incassare le prime fatture di inizio anno, e dovrebbe dare una bella spinta verso meta’ del 2010, quando arriveranno le fatture di questi mesi.

(6) So bene che qualche sinistra si masturba di dati negativi. Mi dispiace, ma per le dimensioni della crisi in corso l’aumento della disoccupazione e della poverta’ sono effetti tutto sommato blandi, non corrispondenti alle cifre in ballo.14.000 miliardi di dollari sono l’intero PIL americano, o se preferite il 95% del PIL dell’eurozona, di disoccupati in occidente ne dovremmo contare ben di piu’.
di Uriel

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18 agosto 2009

La crisi e, i numeri della finanza

Sto aspettando pazientemente che i dati del delirio arrivino alla luce, ma sono davvero curioso. Sono curioso perche’ i numeri della finanza nell’ultimo anno non hanno alcun senso. Perche’ i casi sono due: o sono stati forniti dei dati palesemente falsi sull’entita’ della “botta” (ma non credo) oppure stanno venendo forniti dati palesemente falsi sulla cosiddetta ripresa. Vediamo di riassumere un minimo in senso cronologico.

Proviamo a sintetizzare la storia che dovremmo berci, cioe’ la storia dell’ultimo anno:

* Crollo di Lehman Brothers, esplosione del panico nelle borse, crisi dei subprime produce danni enormi, numeri alla mano si tratta di 14.000 miliardi di dollari persi solo nella borsa di New York.
* La crisi procede, e falcia brutalmente i tre grandi colossi dell’auto americana, gia’ in crisi da tempo.
* Si parla di meltdown, e il Dow Jones raggiunge l’indice che serve ad iniziare il processo.
* Si inizia a parlare di riformare le regole, e si inizia con un summit nel quale si decide che si decidera’.
* Nel frattempo, il valore delle case negli USA rasenta quello del 1963.
* Il governo USA deve intervenire con un piano da 750 miliardi di dollari, il TARP, per salvare alcune istituzioni.Non saranno spesi che per il 30%.
* Si fa un altro summit, nel quale si decide quando si decidera’.
* Viene condannato a 150 anni un piccolo truffatore, che ha truffato 50 miliardi di dollari, una goccia nell’oceano dei 14.000 miliardi di perdite.
* Il governo inglese deve intervenire con piu’ di 300 miliardi di sterline, al punto da far declassare il debito pubblico.
* Le stime europee sono quelle di un continente che perde dal 5% quando va bene, sino all’ 11% quando va male.
* Si celebra un inutile G8, dal quale esce una dichiarazione che dice “faremo i bravi e Babbo Natale ci portera’ i regali”, o poco piu’. Nessuna reale azione viene intrapresa.
* Si vedono segni di ripresa.
* Si vedono vermi, Usul, come nemmeno Dio ne aveva mai visti.
* Si intravvedono altri segni di ripresa.
* Obama dichiara che la crisi e’ finita. Diverse finanziarie americane dichiarano che restituiranno il TARP.
* GS annuncia di essere in utile, anche se di poco.Ford ha i conti a posto. GM prevede di averli tra pochi mesi.Fiat continua a guadagnare mercato.
* Riprende il consumo di petrolio, e i futures iniziano a salire , crescono gli investimenti nell’edilizia americana.
* Signor Scott, energia.

Ora, le ipotesi sono due: poiche’ recuperare 14.000 miliardi di perdite e’ semplicemente impossibile in un anno, e l’entita’ completa del danno era ben superiore, si possono pensare diverse cose:

* La prima e’ che l’entita’ della crisi fosse sovrastimata. E’ assai improbabile. E’ assai improbabile perche’ tutti abbiamo visto gli effetti, i nuovi disoccupati esistono, le aziende chiudono. E’ improbabile assai che si sia potuta falsificare l’intensita’ di questa crisi, anche se il fenomeno del back to market permettera’ di riassorbirla nel lungo termine. Ipotizzare che qualcuno abbia finto un disastro richiede, vista l’entita’ delle perdite, richiede di tirare in ballo almeno i rettiliani.(1)
* La seconda cosa che si puo’ pensare e’ che si stiano sovrastimando molto gli effetti di uesta “ripresa”. Probabilmente in parte e’ vero, perche’ siamo nel bel mezzo di una grossa speculazione finanziaria sulle materie prime, petrolio in primis. Tuttavia, e’ interessante notare come anche in Italia si vedano gli effetti di questa “ripresa”, anche se il mercato impieghera’ ancora tutta l’estate per ristrutturarsi. Interessante come Tremonti voglia liberarsi di parte della riserva aurea italiana, facendo venire i sudori freddi a tutti gli investitori in titoli. Un gioco pericoloso, che si puo’ fare soltanto se si ha qualche freccia all’arco.(2)
* La terza ipotesi, che mi sembra piu’ probabile, e’ che insieme a qualche scampolo delle prime due (la necessita’ propagandistica di sostenere il nulla de facto delle riforme governative alla finanza attribuendogli il potere di funzionare solo perche’ se ne parla, e un certo panico di borsa anche laddove non c’era ragione) e’ semplicemente che la crisi sia stata semplicemente un “assestamento” da un mondo finanziariamente unipolare ad uno multipolare.

Il motivo per il quale dico questo e’ che durante questa crisi abbiamo assistito, per la prima volta , ad un fenomeno interessantissimo: sebbene vi siano state perdite anche ad Oriente , e sebbene il Giappone continui a mantenere lo stato di “malato terminale”(3), non c’e’ stata correlazione tra lo svolgersi della crisi ad occidente e quella nell’area orientale. Si e’ verificato il “detach”, il che significa che l’oriente ormai corre con le proprie gambe, e risente poco di crolli consistenti dell’economia occidentale.

Ovviamente, la nascita di un’area economicamente autonoma produce un cambiamento degli equilibri, e non c’e’ dubbio che quella che prima era la riserva di caccia delle borse anglosassoni, sia diventata territorio di caccia di cacciatori locali, i quali difendono piuttosto bene il proprio spazio.

Se una volta le scorribande miliardarie dei raider europei in oriente(4) riempivano i nostri giornali, oggi a Londra e New Yori devono bussare e chiedere il permesso per mettere piede nel territorio altrui. Poiche’ ogni nuovo equilibrio richiede un ridimensionamento delle vecchie forze dominanti, e’ abbastanza spontaneo pensare che in realta’ questa crisi sia una conseguenza dell’avvenuta indipendenza di alcuni mercati orientali rispetto alla finanza anglosassone. E cioe’ a cedere sia stato il pezzo piu’ debole della catena (il mercato dei prestiti immobiliari) ma la tensione sia stata provocata dal progressivo affievolirsi dei ritorni economici , dei flussi che prima consentivano alle istituzioni occidentali di vendere tonnellate di merda e farci dei soldi.

Ovviamente, per una simile analisi occorrera’ che gli storici ne parlino, e quindi occorrera’ che qualcuno tra un paio di secoli di giri indietro e ci mostri i fatti in prospettiva. Il motivo per il quale propendo per questa impressione e’ che per giustificare il delta tra la situazione di 12 mesi fa e quella odierna occorre un fattore pesante 10 triliardi di dollari.

Se i danni effettivamente compensati dagli interventi governativi ammontano, sinora, a circa 4000 miliardi, perche’ ci sono segni di ripresa mentre dovremmo essere ancora ben lungi dal vedere la fine del tunnel? L’unica ipotesi che mi sento di fare e’ che il “detach” dell’economia dell’area cinese sia “costata” in termini di mancati profitti, una cifra simile.

L’idea e’ che buona parte di questa merda vensise giocata sulle borse orientali, e che fosse su quei mercati che avvenivano le speculazioni piu’ grosse, o che perlomeno quello fosse il “dumping” ove finivano i titoli piu’ tossici: una volta arrivati i cacciatori locali, e una volta che l’attenzione dei locali si e’ rivolta all’economia locale anziche’ ai soliti padroni del salvadenanio, gli investitori occidentali non sono piu’ riusciti a vendere la loro merda subprime , e il rischio sia esploso nelle loro mani.

Insomma, se togliamo dal controllo occidentale un’area simile, che diviene finanziariamente autonoma, chi prima faceva guadagni enormi in quelle aree smette di farlo.

Questa ipotesi spiegherebbe diversi fenomeni:

1. L’industria si sta riprendendo , sembra , ancora piu’ velocemente di quanto avessi predetto. Che Ford dichiarasse un buon bilancio non me lo aspettavo. Che FIAT crescesse cosi’ sul mercato a scapito dei tedeschi nemmeno. Che le PMI riuscissero a trovare sollievo(5) e che resistessero cosi’ tanto , nemmeno. La crisi del credito li ha ridotti in ginocchio, ma hanno superato giugno, e quindi il momento piu’ buio. Se questo succede e’ perche’ la crisi non era cosi’ impattante sul piano strutturale. DOVE, quindi, si e’ sfogata la crisi? Non c’e’ traccia dei 10 triliardi di dollari di perdite nelle perdite -sebbene rilevanti- dell’industria in se’.
2. Le banche e gli enti finanziari, anche se stanno imbellettando i bilanci, stanno resistendo meglio del previsto. Per essere l’epicentro della crisi , mi sembra che ci siano troppe poche macerie. Dove sono finite le perdite? E specialmente, dove erano, prima , i guadagni che oggi mancano?
3. I consumi, tutto sommato, reggono. Ci sono stati dei punti percentuali di perdita, ma non sono coerenti con le cifre delle perdite subite dagli indici di borsa. Persino le entrate fiscali non sono cosi’ catastrofiche (escludendo California e altri stati gia’ indebitati da prima) : CHI ha perso tutti quei soldi?

Onestamente, per giustificare tutto quel calo degli indici di borsa occorre immaginare che esista un luogo nel quale

1. Venisse erogato credito la cui mancanza non impatta piu’ di tanto l’industria occidentale.
2. Vi fossero attivita’ finanziarie che erano, tutto sommato, abbastanza indipendenti dalla finanza occidentale.
3. Circolassero soldi che, tutto sommato, non erano nelle tasche dei cittadini.(6)
4. Le perdite in realta’ non siano semplicemente la fine di un guadagno che prima c’era, ma non era dovuto ad attivita’ realmente svolte in occidente.

L’unico posto abbastanza lontano ed abbastanza “detached” che mi viene da pensare e’ proprio l’area cinese, e l’indipendenza dei numeri della crisi da quelli occidentali sembrerebbe coerente con la mia teoria.

Con ogni probabilita’ dichiarare che questa crisi possa essere un segno di riequilibrio della finanza mondiale e’ questione degli storici del futuro. Non ho numeri per giustificare questa ipotesi, e quindi non mi ci giocherei un braccio. Ma piu’ osservo i numeri di questi giorni e piu’ me ne convinco: o ci raccontano favole, (ma ho ancora meno prove per dirlo) oppure la crisi c’e’ stata ma e’ stata la fine di un fiume di ricavi , o se preferita la chiusura di un “dumping hole” nel quale venivano vendute le merde di derivati prodotti in occidente, realizzando guadagni enormi che oggi sono finiti.

A meno che non crediate nei miracoli. O nei rettiliani.

Uriel

(1) Essere un rettiliano sulla terra di oggi e’ un casino. Cioe’, voi siete un T-Rex , e avete rimorchiato qualcuno. Allora andate a zompare, e “Uau! Complimenti alla mamma! Glom!” - “Si, in effetti ho la coda di mia madre” - “Glom? Huhmf? Coda?” - “Beh, se ti piace puoi continuare a succhiarla” - “EEEEEEKKKK!”. Insomma, non e’ cosi’ figo come sembra, essere dei rettiliani.

(2) Nell’idea di tassare le riserve in oro della banca centrale italiana si puo’ vedere l’inizio di un paradossale gioco , simile a quello dei due autisti che si lanciano a tutta velocita’ l’uno contro l’altro, e vince quello che sterza per ultimo. Con ogni probabilita’, vincera’ la fazione che ha meno paura, con buona pace degli amici di Profumo.

(3) L’operato della classe dirigente giapponese negli ultimi 15 anni e’ stato ridicolo, paradossale, inutile, incompetente, cosi’ pagliaccesco che in confronto Borghezio sembra uno statista. Non riesco a dare alcuna definizione dello stato di “poche idee ma ben confuse” con il quale i giapponesi hanno affrontato una crisi ormai trentennale. Hanno contemporaneamente creduto nel loro sistema mentre lo smantellavano perche’ non funzionava piu’, hanno brindato al futuro mentre lo vedevano crollare, hanno fatto ordinaria amministrazione nel periodo piu’ straordinario della loro storia. Se i giornali internazionali dedicassero al giappone un decimo dell’attenzione che dedicano all’ Italia, ci sarebbe una montagna di risate piu’ alta del Fuji. Vedere gente che viene da un paese ove la mafia e’ legale (la Yakuza e’ riconosciuta dallo stato ed e’ legale) mentre critica l’ Italia per il malcostume e’ patetico.

(4) Abbiamo dimenticato il fallimento catastrofico degli olandesi, comprati per una sterlina dal tesoro inglese, per le perdite dovute ad un azzardo miliardario di un solo trader? E i 4 miliardi di perdite francesi sui mercati d’oriente? E i fiumi di soldi che arrivavano da Hong Kong?

(5) Pochi parlano dell’ “amnistia” dai debiti che si e’ ottenuta in questi giorni. Non e’ una cornucopia come ci si aspetta, ma sicuramente e’ un’azione unica nel panorama europeo. Dara’ i primi frutti verso fine dell’anno, quando le PMI inizieranno ad incassare le prime fatture di inizio anno, e dovrebbe dare una bella spinta verso meta’ del 2010, quando arriveranno le fatture di questi mesi.

(6) So bene che qualche sinistra si masturba di dati negativi. Mi dispiace, ma per le dimensioni della crisi in corso l’aumento della disoccupazione e della poverta’ sono effetti tutto sommato blandi, non corrispondenti alle cifre in ballo.14.000 miliardi di dollari sono l’intero PIL americano, o se preferite il 95% del PIL dell’eurozona, di disoccupati in occidente ne dovremmo contare ben di piu’.
di Uriel

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