17 agosto 2009

Riforma finanziaria, parole e fatti

E' bene che Barack Obama sia un giocatore di basket svelto perché sulla riforma finanziaria egli deve saltare un abisso che si allarga sempre più tra le sue parole e i suoi fatti.
Obama disse: "Milioni di Americani che avevano lavorato duro e s'erano comportati in modo responsabile hanno visto i loro sogni della vita erosi dalla irresponsabilità degli altri e dalla incapacità del loro governo di dare una tutela adeguata. La nostra intera economia è stata minata da quel fallimento".
"Negli ultimi due decenni, abbiamo visto, molte volte, cicli di crescita e di fallimenti precipitosi. In ogni caso, milioni di persone hanno avuto le loro vite profondamente sconvolte dagli sviluppi nel sistema finanziario; più severamente nelle nostre crisi recenti".
Sono parole forti, anche se non includono "il crimine aziendale, la frode e l'abuso" per sostituire l'eufemismo "irresponsabilità".
Uno penserebbe che le 88 pagine di proposta di riforma al Congresso siano come le sue parole.
Al contrario fornisce aspirine a Washington per il cancro al cervello di Wall Street.
La natura anemica di tali riforme proposte in apparenza per prevenire o impedire un altro grande crollo a Wall Street e il coinvolgimento di risparmi e investimenti nazionali subito scatenò l'ira dei principali editorialisti economici.
Joe Nocera del New York Times scrisse "il piano Obama è poco più di un tentativo di infilare alcune nuove dita regolatrici in una diga finanziaria piena di crepe piuttosto che ricostruire la diga stessa".
Nocera sostiene che le riforme non "tentano di diminuire l'uso" del tipo modificato di derivati i quali con miliardi di dollari rischiati generarono "un danno enorme al sistema finanziario" fin quasi al collasso di AIG.
Egli nota che le riforme fondamentali più vecchie del Presidente Roosevelt inclusero la Glass-Steagall Act, la quale "separò l'attività bancaria dagli investimenti".
Essa impedì un gran danno bancario sotto Clinton; il suo Treasury Secretary Robert Rubin e Citigroup fecero abrogare la Glass-Steagall nel 1999.
Obama non propone di ripristinare questa protezione decisiva.
Nocera disse, le imprese "dovranno aumentare un po' il capitale, e occuparsi di più della sorveglianza, ma .... con tutta probabilità", [staranno] "dietro agli affari come al solito".
Il cronista dei grandi affari, Gretchen Morgenson, straccio il piano Obama sul Sunday New York Times perché faceva troppo poco per eliminare i rischi sistemici posti dalle imprese finanziarie che sono "troppo grandi per fallire".
"Piuttosto che proporre modi per rimpicciolire queste imprese e i rischi che esse pongono, il piano Geithner sostiene invece un aumento della sorveglianza regolata sui behemoth".
Questo implica che i contribuenti saranno a rischio di salvataggi persino più grandi in futuro.
Una misura per prevenire i salvataggi del "troppo grande per fallire" fu suggerita niente meno che dal consigliere economico di Obama, l'ex presidente della Federal Reserve, P. Volcker.
Parlando in Cina, non altrove, Volcker di recente ha detto che il governo federale potrebbe semplicemente impedire a queste grandi banche di commerciare per il proprio tornaconto.
Ma Obama non sta ascoltando Volcker in questi giorni.
Invece il Treasury Secretary Timothy Geithner e il consigliere della Casa Bianca, Larry Summers, che giocarono ruoli importanti nel decennio passato per facilitare la grande speculazione a Wall Street, sono ascoltati da Obama.
Il piano del Presidente omette, (1) un rafforzamento vero dell'antitrust, (2) una dura accusa al crimine aziendale, e (3) più autorità per gli azionisti che possiedono le loro imprese per controllare i loro capi a noleggio.
Nel piano potrebbe essere inclusa la scelta di dare agli azionisti il potere decisivo di stabilire il compenso dei dirigenti - gli incentivi perversi all'indennizzo aiutarono a spingere le imprese verso la speculazione selvaggia.
Le mancanze del piano di riforma continuano.
Non ci sono meccanismi che incoraggino milioni di investitori a riunirsi in Financial Consumer Associations.
Nel 1985 l'allora Cong. Chuck Schumer (Dem. NY) propose un emendamento alla legge sui salvataggio dei prestiti e dei risparmi. Non passò.
Che dire dei titoli ipotecari sub - prime?
Alle banche dovrebbero essere imposto di mantenere almeno un 5% di interessi prima di cederli ad altre associazioni.
Questo difficilmente basta a indurre prudenza alle banche che vendono queste ipoteche ai compratori di case senza denaro.
Obama deve proporre una nuova agenzia regolatrice dei consumatori finanziari.
Ma senza che lui nomini qualcuno, alla presidenza, come l'ingegnoso professore di legge di Harvard Elizabeth Warren, che avanzò l'idea che le imprese finanziarie regolate prendano il controllo, come al solito, dell'agenzia.
Steven Pearlstein (del Washington Post) derise le proposte di Obama perché non erano "fondate, in primis e soprattutto, su analisi indipendenti e complete del come la crisi era stata aiutata a svilupparsi e su che cosa i regolatori fecero e non fecero per prevenirla ...."
Egli era deluso dalla mancanza di controlli sugli "hedge funds, private-equity funds o sui mezzi di investimento strutturati".
Obama fece rafforzare gli obblighi fiduciari agli investitori dagli intermediari azionari.
Ma non dette a questi investitori defraudati alcun diritto migliore di azione civile in tribunale oltre al fatto che restarono sottoposti alla legge che lega le mani ai titoli fatta nel 1995.
Così ora essa è al di sopra del Congresso e delle sue orde di lobbisti bancari e assicurativi.
Buona fortuna, risparmiatori e investitori.
A meno che voi non facciate i vostri affari con le cooperative delle credit union che non azzardano con il vostro denaro.
di Ralph Nader

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17 agosto 2009

Riforma finanziaria, parole e fatti

E' bene che Barack Obama sia un giocatore di basket svelto perché sulla riforma finanziaria egli deve saltare un abisso che si allarga sempre più tra le sue parole e i suoi fatti.
Obama disse: "Milioni di Americani che avevano lavorato duro e s'erano comportati in modo responsabile hanno visto i loro sogni della vita erosi dalla irresponsabilità degli altri e dalla incapacità del loro governo di dare una tutela adeguata. La nostra intera economia è stata minata da quel fallimento".
"Negli ultimi due decenni, abbiamo visto, molte volte, cicli di crescita e di fallimenti precipitosi. In ogni caso, milioni di persone hanno avuto le loro vite profondamente sconvolte dagli sviluppi nel sistema finanziario; più severamente nelle nostre crisi recenti".
Sono parole forti, anche se non includono "il crimine aziendale, la frode e l'abuso" per sostituire l'eufemismo "irresponsabilità".
Uno penserebbe che le 88 pagine di proposta di riforma al Congresso siano come le sue parole.
Al contrario fornisce aspirine a Washington per il cancro al cervello di Wall Street.
La natura anemica di tali riforme proposte in apparenza per prevenire o impedire un altro grande crollo a Wall Street e il coinvolgimento di risparmi e investimenti nazionali subito scatenò l'ira dei principali editorialisti economici.
Joe Nocera del New York Times scrisse "il piano Obama è poco più di un tentativo di infilare alcune nuove dita regolatrici in una diga finanziaria piena di crepe piuttosto che ricostruire la diga stessa".
Nocera sostiene che le riforme non "tentano di diminuire l'uso" del tipo modificato di derivati i quali con miliardi di dollari rischiati generarono "un danno enorme al sistema finanziario" fin quasi al collasso di AIG.
Egli nota che le riforme fondamentali più vecchie del Presidente Roosevelt inclusero la Glass-Steagall Act, la quale "separò l'attività bancaria dagli investimenti".
Essa impedì un gran danno bancario sotto Clinton; il suo Treasury Secretary Robert Rubin e Citigroup fecero abrogare la Glass-Steagall nel 1999.
Obama non propone di ripristinare questa protezione decisiva.
Nocera disse, le imprese "dovranno aumentare un po' il capitale, e occuparsi di più della sorveglianza, ma .... con tutta probabilità", [staranno] "dietro agli affari come al solito".
Il cronista dei grandi affari, Gretchen Morgenson, straccio il piano Obama sul Sunday New York Times perché faceva troppo poco per eliminare i rischi sistemici posti dalle imprese finanziarie che sono "troppo grandi per fallire".
"Piuttosto che proporre modi per rimpicciolire queste imprese e i rischi che esse pongono, il piano Geithner sostiene invece un aumento della sorveglianza regolata sui behemoth".
Questo implica che i contribuenti saranno a rischio di salvataggi persino più grandi in futuro.
Una misura per prevenire i salvataggi del "troppo grande per fallire" fu suggerita niente meno che dal consigliere economico di Obama, l'ex presidente della Federal Reserve, P. Volcker.
Parlando in Cina, non altrove, Volcker di recente ha detto che il governo federale potrebbe semplicemente impedire a queste grandi banche di commerciare per il proprio tornaconto.
Ma Obama non sta ascoltando Volcker in questi giorni.
Invece il Treasury Secretary Timothy Geithner e il consigliere della Casa Bianca, Larry Summers, che giocarono ruoli importanti nel decennio passato per facilitare la grande speculazione a Wall Street, sono ascoltati da Obama.
Il piano del Presidente omette, (1) un rafforzamento vero dell'antitrust, (2) una dura accusa al crimine aziendale, e (3) più autorità per gli azionisti che possiedono le loro imprese per controllare i loro capi a noleggio.
Nel piano potrebbe essere inclusa la scelta di dare agli azionisti il potere decisivo di stabilire il compenso dei dirigenti - gli incentivi perversi all'indennizzo aiutarono a spingere le imprese verso la speculazione selvaggia.
Le mancanze del piano di riforma continuano.
Non ci sono meccanismi che incoraggino milioni di investitori a riunirsi in Financial Consumer Associations.
Nel 1985 l'allora Cong. Chuck Schumer (Dem. NY) propose un emendamento alla legge sui salvataggio dei prestiti e dei risparmi. Non passò.
Che dire dei titoli ipotecari sub - prime?
Alle banche dovrebbero essere imposto di mantenere almeno un 5% di interessi prima di cederli ad altre associazioni.
Questo difficilmente basta a indurre prudenza alle banche che vendono queste ipoteche ai compratori di case senza denaro.
Obama deve proporre una nuova agenzia regolatrice dei consumatori finanziari.
Ma senza che lui nomini qualcuno, alla presidenza, come l'ingegnoso professore di legge di Harvard Elizabeth Warren, che avanzò l'idea che le imprese finanziarie regolate prendano il controllo, come al solito, dell'agenzia.
Steven Pearlstein (del Washington Post) derise le proposte di Obama perché non erano "fondate, in primis e soprattutto, su analisi indipendenti e complete del come la crisi era stata aiutata a svilupparsi e su che cosa i regolatori fecero e non fecero per prevenirla ...."
Egli era deluso dalla mancanza di controlli sugli "hedge funds, private-equity funds o sui mezzi di investimento strutturati".
Obama fece rafforzare gli obblighi fiduciari agli investitori dagli intermediari azionari.
Ma non dette a questi investitori defraudati alcun diritto migliore di azione civile in tribunale oltre al fatto che restarono sottoposti alla legge che lega le mani ai titoli fatta nel 1995.
Così ora essa è al di sopra del Congresso e delle sue orde di lobbisti bancari e assicurativi.
Buona fortuna, risparmiatori e investitori.
A meno che voi non facciate i vostri affari con le cooperative delle credit union che non azzardano con il vostro denaro.
di Ralph Nader

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