06 marzo 2011

I risparmi, le banche e l’attuale regime monetario


Nino Galloni, economista, ha recentemente pubblicato un libro provocatorio dal titolo che è tutto un programma: “Prendi i tuoi soldi e scappa?” ci ha rilasciato una interessante intervista, dove ci dice che, molto probabilmente è l’euro a scappare via da noi

Prendi i tuoi soldi e scappa: fa veramente tanta paura questa crisi economica?
Più che una crisi che perdura preferirei parlare di “sindrome” per significare che questo tipo di modello unico dell’economia internazionale sta semplicemente collassando.

Nascondiamo i nostri soldi sotto il materasso come dice l’economista Eugenio Benetazzo, oppure “scappiamo” dall’euro?
Credo più probabile che sia l’euro a scappare da noi: perché la politica monetaria europea è gestita in modo di trattare l’euro come se fosse oro, rendendolo esageratamente ed artificiosamente troppo scarso nelle nostre tasche; perché non si fa abbastanza per separare le attività speculative delle banche da una sana gestione del credito finalizzato allo sviluppo.

Perché l’economista Paolo Savona propone il contrario?
Anzi Savona ha lanciato una provocazione sensata dicendo che sarebbe meglio uscirne
credo che la finalità sia stata quella di sondare e contare il “partito” dei non-euro!

Cosa fanno i governi europei per uscire dalla crisi?
Niente.
Più che parlare di crisi assistiamo ad un sistema produttivo che non regge più, infatti, l’economia ci costringe a produrre più ‘oggetti’ di quelli che in effetti abbiamo bisogno per le nostre esigenze?
Si tratta di due problematiche diverse. Oggi le tecnologie disponibili, se ben utilizzate, consentirebbero a tutta l’umanità di campare benone, ma ci sono interessi dei poteri finanziari che temono i cambiamenti nei rapporti di forza e la crescita della consapevolezza degli esseri umani. Per questo si
inventano analisi e teorie che servono solo a giustificare la penuria di mezzi destinabili allo sviluppo, lo spauracchio delle crisi ambientali (che si aggravano proprio per la mancanza e non per l’eccesso di sviluppo e progresso) e quello della sovrappopolazione, un concetto che ha senso solo in riferimento alle capacità produttive, non in astratto: senza tecnologie, ad esempio, su dieci km quadrati potrà sopravvivere solo una ventina di individui, viceversa con le attuali tecnologie tutto appare diverso e più governabile…

Agli inizi degli anni ‘70 e ‘80 l’Italia aveva una valenza per quando riguarda la tecnologia politica industriale e produzione manifatturiera per cui sarebbe stata meglio una scelta diversa da quella che ci ha portato all’euro?
Certo! Negli anni ’50, ’60, ’70 si credeva in un modello “misto” dove il massimo sostenibile di libertà di impresa non impediva allo Stato di possedere partecipazioni industriali all’avanguardia; poi si è deciso di svendere tutto con danno strategico, occupazionale e sociale e grandi vantaggi solo per pochi.

In Sudamerica come è ripartita l’economia?
Con la sinergia tra ripresa dello Stato Nazionale e monete complementari che consentissero di controllare la recuperata sovranità monetaria senza sacrificare lo sviluppo interno/locale

La moneta complementare che ruolo potrebbe avere in questa crisi economica?
Notevole, soprattutto per l’economia tradizionale che andrebbe ri-territorializzata; ma per il resto –comparti innovativi, nicchie e prodotti di avanguardia – occorrerebbero un euro moneta e non oro, un dollaro per lo sviluppo e non per le guerre, un accordo internazionale – soprattutto con la Cina – per una valuta creditizia internazionale che sterilizzi e neutralizzi l’ingente presenza di titoli tossici e speculativi pericolosamente sospesi.
di Giovanna Canzano

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06 marzo 2011

I risparmi, le banche e l’attuale regime monetario


Nino Galloni, economista, ha recentemente pubblicato un libro provocatorio dal titolo che è tutto un programma: “Prendi i tuoi soldi e scappa?” ci ha rilasciato una interessante intervista, dove ci dice che, molto probabilmente è l’euro a scappare via da noi

Prendi i tuoi soldi e scappa: fa veramente tanta paura questa crisi economica?
Più che una crisi che perdura preferirei parlare di “sindrome” per significare che questo tipo di modello unico dell’economia internazionale sta semplicemente collassando.

Nascondiamo i nostri soldi sotto il materasso come dice l’economista Eugenio Benetazzo, oppure “scappiamo” dall’euro?
Credo più probabile che sia l’euro a scappare da noi: perché la politica monetaria europea è gestita in modo di trattare l’euro come se fosse oro, rendendolo esageratamente ed artificiosamente troppo scarso nelle nostre tasche; perché non si fa abbastanza per separare le attività speculative delle banche da una sana gestione del credito finalizzato allo sviluppo.

Perché l’economista Paolo Savona propone il contrario?
Anzi Savona ha lanciato una provocazione sensata dicendo che sarebbe meglio uscirne
credo che la finalità sia stata quella di sondare e contare il “partito” dei non-euro!

Cosa fanno i governi europei per uscire dalla crisi?
Niente.
Più che parlare di crisi assistiamo ad un sistema produttivo che non regge più, infatti, l’economia ci costringe a produrre più ‘oggetti’ di quelli che in effetti abbiamo bisogno per le nostre esigenze?
Si tratta di due problematiche diverse. Oggi le tecnologie disponibili, se ben utilizzate, consentirebbero a tutta l’umanità di campare benone, ma ci sono interessi dei poteri finanziari che temono i cambiamenti nei rapporti di forza e la crescita della consapevolezza degli esseri umani. Per questo si
inventano analisi e teorie che servono solo a giustificare la penuria di mezzi destinabili allo sviluppo, lo spauracchio delle crisi ambientali (che si aggravano proprio per la mancanza e non per l’eccesso di sviluppo e progresso) e quello della sovrappopolazione, un concetto che ha senso solo in riferimento alle capacità produttive, non in astratto: senza tecnologie, ad esempio, su dieci km quadrati potrà sopravvivere solo una ventina di individui, viceversa con le attuali tecnologie tutto appare diverso e più governabile…

Agli inizi degli anni ‘70 e ‘80 l’Italia aveva una valenza per quando riguarda la tecnologia politica industriale e produzione manifatturiera per cui sarebbe stata meglio una scelta diversa da quella che ci ha portato all’euro?
Certo! Negli anni ’50, ’60, ’70 si credeva in un modello “misto” dove il massimo sostenibile di libertà di impresa non impediva allo Stato di possedere partecipazioni industriali all’avanguardia; poi si è deciso di svendere tutto con danno strategico, occupazionale e sociale e grandi vantaggi solo per pochi.

In Sudamerica come è ripartita l’economia?
Con la sinergia tra ripresa dello Stato Nazionale e monete complementari che consentissero di controllare la recuperata sovranità monetaria senza sacrificare lo sviluppo interno/locale

La moneta complementare che ruolo potrebbe avere in questa crisi economica?
Notevole, soprattutto per l’economia tradizionale che andrebbe ri-territorializzata; ma per il resto –comparti innovativi, nicchie e prodotti di avanguardia – occorrerebbero un euro moneta e non oro, un dollaro per lo sviluppo e non per le guerre, un accordo internazionale – soprattutto con la Cina – per una valuta creditizia internazionale che sterilizzi e neutralizzi l’ingente presenza di titoli tossici e speculativi pericolosamente sospesi.
di Giovanna Canzano

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