15 agosto 2013

F-35: un'altra figuraccia del governo italiano


F-35: UN’ALTRA FIGURACCIA DEL GOVERNO ITALIANO
È di poche ore fa la notizia che il TAR non ha fermato, ma anzi ha confermato, l’acquisto degli aerei da combattimento F-35 di fabbricazione USA, al centro dell’acceso dibattito dei mesi passati. Lo spirito battagliero della destra e della sinistra filoatlantiste, volto a promuovere ed incentivare l’acquisto di questi velivoli, ha trovato ampio spazio sui giornali e nei programmi televisivi dei mesi passati. Non sono mancati gli sproloqui come quelli del deputato PD Boccia, il quale aveva descritto questi aerei militari come “elicotteri” con i quali “si spengono incendi, trasportano malati, salvano vite umane”[1]. Sparate folcloristiche a parte, dai discorsi fatti si ricava l’impressione che questi aerei militari siano davvero necessari per la difesa dell’Italia e dell’Europa; come ricordato dal ministro della difesa Mario Mauro, l’Italia“ha il dover di essere nella pattuglia di testa quando si tratta di favorire la crescita della difesa europea”[2]. Con l’acquisizione di questi mezzi bellici prodotti della Lockheed Martin, a detta del ministro, l’Italia si ritroverebbe alla “testa” delle nazioni europee in materia difensiva.  Veramente un’enorme quantità di parole di elogio profusa non solo da parte delle cariche dello Stato, ma anche da giornalisti e presunti esperti del settore. Davanti alla grande accoglienza riservata agli F-35 da parte delle autorità italiane, ci si aspetterebbero anche dei riscontri concreti sulla necessità di adottare questi mezzi tecnologici all’avanguardia. Tra i veri esperti del settore, però, nessuno ha tessuto parole di elogio per gli F-35. Tra le persone che hanno definito l’F-35 come “il peggior aereo che abbiamo mai costruito”[3] c’è l’ingegnere Pierre Sprey, progettista dello storico aereo da combattimento F-16. Oltre al giudizio di una persona realmente competente in materia come Pierre Sprey, sta emergendo in queste ore, da alcuni documenti trapelati, che il Pentagono stia considerando la possibilità di cancellare il “Programma F-35” ossia l’intera produzione di una flotta di 2.443 aerei per una spesa totale di 391.2 miliardi di dollari[4]. La motivazione sarebbe dovuta oltre ai costi di produzione, anche agli esorbitanti prezzi da pagare per la manutenzione e modifica degli aeromobili. Se pensiamo che l’Italia, in questo periodo di crisi economica, oltre ad essersi già impegnata nell’acquisto dei dispositivi ha perfino modificato le portaerei appositamente per l’atterraggio e il decollo degli F-35, sostenendo una spesa non indifferente di 3,5 miliardi di euro[5], la situazione si fa davvero paradossale. La spesa per le modifiche delle portaerei è già stata fatta e dunque sembra inevitabile l’acquisizione del “prodotto”. Ma cosa succederebbe nel momento in cui gli USA, come già hanno fatto intendere in maniera velata, ammettessero l’inefficienza e l’inconsistenza tecnica di questo modello d’aereo? Probabilmente, al solito, gli elogi e le belle parole dei politici e degli “esperti” sarebbero presto dimenticate e relegate in un angolo remoto della (corta) memoria dei mezzi di comunicazione di massa, tacendo abilmente sui costi inutili già sostenuti dall’Italia per incrementare un apparato bellico che, allo stato attuale, non ha neppure ragione di esistere. Sembra piuttosto che la politica miri a soddisfare le richieste della lobby delle armi americana piuttosto che realmente investire in un progetto che porti reali benefici all’Italia e agli altri stati coinvolti nell’acquisto degli F-35. Paradossalmente, aerei da combattimento sviluppati decenni prima, sono molto più efficienti di questi “gioielli” della tecnologia e ancora oggi potrebbero tenere testa senza alcun problema ai complicatissimi F-35, dotati di scarsa manovrabilità e di difetti che li renderebbero estremamente vulnerabili nel caso di un confronto bellico. L’Italia, in campo internazionale, molto probabilmente, rimedierà un’altra incredibile batosta, a livello economico e di reputazione, se l’acquisto dovesse andare a buon fine. A questo punto l’unica speranza possibile sembra essere che il progetto F-35 venga abbandonato dagli USA e che il tutto cada nell’enorme dimenticatoio degli sprechi nostrani.
di Marco Nocera 



[1] http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/francesco-boccia-f35-elicotteri-salvano-vite-umane-trasportano-feriti-1603379/
[2] http://www.corriere.it/politica/13_luglio_31/f35-ministro-mauro-gia-spesi-3-miliardi-per-portaerei_eaf30bfc-f9bd-11e2-b6e7-d24d1d92eac2.shtml
[3] http://it.ibtimes.com/articles/42365/20130203/f-35-pierre-sprey-presa-diretta.htm
[4] http://rt.com/usa/pentagon-f35-stealth-bomber-963/
[5] http://www.corriere.it/politica/13_luglio_31/f35-ministro-mauro-gia-spesi-3-miliardi-per-portaerei_eaf30bfc-f9bd-11e2-b6e7-d24d1d92eac2.shtml

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15 agosto 2013

F-35: un'altra figuraccia del governo italiano


F-35: UN’ALTRA FIGURACCIA DEL GOVERNO ITALIANO
È di poche ore fa la notizia che il TAR non ha fermato, ma anzi ha confermato, l’acquisto degli aerei da combattimento F-35 di fabbricazione USA, al centro dell’acceso dibattito dei mesi passati. Lo spirito battagliero della destra e della sinistra filoatlantiste, volto a promuovere ed incentivare l’acquisto di questi velivoli, ha trovato ampio spazio sui giornali e nei programmi televisivi dei mesi passati. Non sono mancati gli sproloqui come quelli del deputato PD Boccia, il quale aveva descritto questi aerei militari come “elicotteri” con i quali “si spengono incendi, trasportano malati, salvano vite umane”[1]. Sparate folcloristiche a parte, dai discorsi fatti si ricava l’impressione che questi aerei militari siano davvero necessari per la difesa dell’Italia e dell’Europa; come ricordato dal ministro della difesa Mario Mauro, l’Italia“ha il dover di essere nella pattuglia di testa quando si tratta di favorire la crescita della difesa europea”[2]. Con l’acquisizione di questi mezzi bellici prodotti della Lockheed Martin, a detta del ministro, l’Italia si ritroverebbe alla “testa” delle nazioni europee in materia difensiva.  Veramente un’enorme quantità di parole di elogio profusa non solo da parte delle cariche dello Stato, ma anche da giornalisti e presunti esperti del settore. Davanti alla grande accoglienza riservata agli F-35 da parte delle autorità italiane, ci si aspetterebbero anche dei riscontri concreti sulla necessità di adottare questi mezzi tecnologici all’avanguardia. Tra i veri esperti del settore, però, nessuno ha tessuto parole di elogio per gli F-35. Tra le persone che hanno definito l’F-35 come “il peggior aereo che abbiamo mai costruito”[3] c’è l’ingegnere Pierre Sprey, progettista dello storico aereo da combattimento F-16. Oltre al giudizio di una persona realmente competente in materia come Pierre Sprey, sta emergendo in queste ore, da alcuni documenti trapelati, che il Pentagono stia considerando la possibilità di cancellare il “Programma F-35” ossia l’intera produzione di una flotta di 2.443 aerei per una spesa totale di 391.2 miliardi di dollari[4]. La motivazione sarebbe dovuta oltre ai costi di produzione, anche agli esorbitanti prezzi da pagare per la manutenzione e modifica degli aeromobili. Se pensiamo che l’Italia, in questo periodo di crisi economica, oltre ad essersi già impegnata nell’acquisto dei dispositivi ha perfino modificato le portaerei appositamente per l’atterraggio e il decollo degli F-35, sostenendo una spesa non indifferente di 3,5 miliardi di euro[5], la situazione si fa davvero paradossale. La spesa per le modifiche delle portaerei è già stata fatta e dunque sembra inevitabile l’acquisizione del “prodotto”. Ma cosa succederebbe nel momento in cui gli USA, come già hanno fatto intendere in maniera velata, ammettessero l’inefficienza e l’inconsistenza tecnica di questo modello d’aereo? Probabilmente, al solito, gli elogi e le belle parole dei politici e degli “esperti” sarebbero presto dimenticate e relegate in un angolo remoto della (corta) memoria dei mezzi di comunicazione di massa, tacendo abilmente sui costi inutili già sostenuti dall’Italia per incrementare un apparato bellico che, allo stato attuale, non ha neppure ragione di esistere. Sembra piuttosto che la politica miri a soddisfare le richieste della lobby delle armi americana piuttosto che realmente investire in un progetto che porti reali benefici all’Italia e agli altri stati coinvolti nell’acquisto degli F-35. Paradossalmente, aerei da combattimento sviluppati decenni prima, sono molto più efficienti di questi “gioielli” della tecnologia e ancora oggi potrebbero tenere testa senza alcun problema ai complicatissimi F-35, dotati di scarsa manovrabilità e di difetti che li renderebbero estremamente vulnerabili nel caso di un confronto bellico. L’Italia, in campo internazionale, molto probabilmente, rimedierà un’altra incredibile batosta, a livello economico e di reputazione, se l’acquisto dovesse andare a buon fine. A questo punto l’unica speranza possibile sembra essere che il progetto F-35 venga abbandonato dagli USA e che il tutto cada nell’enorme dimenticatoio degli sprechi nostrani.
di Marco Nocera 



[1] http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/francesco-boccia-f35-elicotteri-salvano-vite-umane-trasportano-feriti-1603379/
[2] http://www.corriere.it/politica/13_luglio_31/f35-ministro-mauro-gia-spesi-3-miliardi-per-portaerei_eaf30bfc-f9bd-11e2-b6e7-d24d1d92eac2.shtml
[3] http://it.ibtimes.com/articles/42365/20130203/f-35-pierre-sprey-presa-diretta.htm
[4] http://rt.com/usa/pentagon-f35-stealth-bomber-963/
[5] http://www.corriere.it/politica/13_luglio_31/f35-ministro-mauro-gia-spesi-3-miliardi-per-portaerei_eaf30bfc-f9bd-11e2-b6e7-d24d1d92eac2.shtml

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