01 giugno 2007

Orwell docet e, qualcuno esegue con la testa china


Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un bombardamento mass-mediatico su fatti di cronaca che riempiono i telegiornali, le radio e i quotidiani. Se è pur vero che questi fatti accadono, perché gli viene dato così ampio risalto, rispetto ad accadimenti globali di più profondo orrore ed impatto mediatico?

Mi sono preso "l'autorità" di fare un'analisi, per quanto possibile più vicina al reale, sul tempo dedicato dai TG nazionali alle informazioni trasmesse, con questo risultato:

1) Cronaca nera italiana 35%

2) Politica italiana 15%

3) Cronaca nera internazionale 10%

4) Politica internazionale 5%

5) Attualità 5%

6) Gossip 10%

7) Moda 8%

8) Cultura 4%

9) Cibo & Vino 7%

10) Altro 1%

Pur con varie differenze (come su Studio Aperto e il TG4 di Mediaset dove il pettegolezzo e l'omicidio la fanno da sovrani) la fa di gran lunga da padrone la cronaca di fatti orribili successi nelle "famiglie" italiane e straniere. Se è pur vero che questi fatti suscitano raccapriccio ed un senso dell'incomprensibile, dall'altro essi propongono una nuova visione del cittadino ordinario come di un "mostro" latente a fianco a noi, pronto a sbranarci per i più futili e irrisori motivi, con metodologie tipiche del criminale incallito.

Il governo e la politica vengono così spronati ad imporre controlli e leggi sempre più severe per "controllare" i cittadini (anche quelli onesti e bravi) per prevenire e reprimere atti contrari alla vita ordinaria dello stato di diritto. Pur condannando espressamente gli atti violenti e l'omicidio, rimane purtroppo una larga fetta di altri comportamenti che vengono inglobati da queste nuove leggi e normative come atti criminali verso lo stato.

Tutto questo sta portando ad una deriva inquietante del Diritto penale. Parecchie nuove leggi mirano ad uno stesso scopo: condannare il cittadino ordinario alle pene di imprigionamento, anche quando non ha commesso nessun crimine "vero".

La criminalizzazione della vita quotidiana

Mentre il "mondo in alto" beneficia di un'impunità senza limiti per i suoi crimini finanziari, economici, ecologici o sociali, il "mondo di in basso" è sottomesso ad un controllo incessante ed ad una repressione sproporzionata in rapporto agli atti compiuti.

Da due anni, delle leggi nuove sono state promulgate simultaneamente nei paesi occidentali: il loro scopo è che il cittadino ordinario diventi condannabile alla prigionia per atti della vita quotidiana.

Prigione per i genitori i cui i bambini non sono andati a scuola.

Prigione per quelli che non hanno acquistato il loro biglietto del treno.

Prigione per gli esclusi dal sistema economico, come mendicanti od occupanti abusivi.

Prigione per eccesso di velocità. Un automobilista è stato condannato a 2 anni di prigione, per un semplice eccesso di velocità, senza avere causato nessun incidente.

Prigione, se uno dei vostri familiari o amici che viaggiavano con voi è morto, perché non indossava la cintura di sicurezza o per un vostro errore nella condotta di guida.

Prigione, se uno dei vostri amici ha causato un incidente automobilistico, dopo essere partito ubriaco da casa vostra. Nel dicembre 2003, una coppia è stata incolpata per questo motivo in Francia.

Prigione, se causate la morte di un terzo in un incidente stradale.

Causare la morte di una persona in un incidente stradale è un dramma, ma non è un crimine intenzionale e ciò non deve essere punito come tale. Volere eliminare ogni rischio di incidente è uno scopo illusorio, perché i rischi di incidente esisteranno, finché ci saranno delle automobili. Una società deve essere capace di accettare una parte di rischio, poiché il rischio è inerente alla vita. Dal momento che si è viventi, si rischia "sempre" di morire.

Quando non ci sono più di rischi? Quando si è morti!

Così è parimenti per una società. Una società che ha eliminato ogni rischio è una società morta.

Nell'ordine nuovo che si sta instaurando senza suscitare attualmente nessuna opposizione reale, il cittadino ordinario del mondo "in basso" sarà sottomesso ad un'oppressione permanente, una sorveglianza elettronica costante ed una paura onnipresente. Perché chi semina la paura, raccoglie la sottomissione.

L'invenzione del concetto di "pericolosità"

Da una decina di anni, i media hanno introdotto progressivamente una parola ed un concetto che non esistevano precedentemente: la "pericolosità". Come George Orwell aveva previsto in 1984, l'introduzione di parole nuove o la soppressione di parole vecchie nel linguaggio è un potente potere mediatico di manipolazione degli spiriti.

Piuttosto che parlare semplicemente di "pericolo", i media hanno inventato dunque, o "sostituito" piuttosto questo concetto con "pericolosità". L'idea è che, anche se qualche cosa o qualcuno non sono realmente ed obiettivamente pericolosi, potrebbero esserlo potenzialmente. La valutazione del pericolo potenziale che è di ordine soggettivo, anche se tutto di principio è innocente, diventa potenzialmente colpevole.

Una deriva inquietante del Diritto

Una volta che i media hanno preparato il campo ed hanno introdotto questo nuovo concetto, i governi hanno creato delle nuove leggi e dei nuovi reati basati su sfumature relative alle nozioni giuridiche. Si sono create così delle pene di prigionia per il "collocamento in pericolo di altri". In virtù di questa legge, una persona può essere incarcerata, anche se non ha causato nessun danno reale ad altri. Come ad esempio succede con i limiti di velocità in cui, anche se viaggiate a 250 Kmh per 1000 Kilometri e non causate nessun incidente, ma un autovelox vi “fotografa” dove il limite è 50 Kmh, non solo c'è il ritiro del “vostro diritto di guida”, ma vi si accusa di essere potenzialmente “criminali” e, quindi, come tali, soggetti all'arresto.

Grazie al pretesto degli autoattentati del giorno 11 settembre 2001, una tappa supplementare è stata superata negli Stati Uniti, col principio degli "arresti preventivi". In materia di terrorismo, potete essere incarcerati oramai per una durata illimitata, senza giudizio e senza limite di termine per il vostro giudizio, se si “pensa” che potreste “potenzialmente” commettere un atto di terrorismo (questo anche in Italia grazie alla rogatoria internazionale firmata dal governo). Quindi attenzione a ciò che leggete, dite o pensate.

Per esempio, possedere dei libri sull'ecologia può fare supporre che potreste commettere degli atti di terrorismo ecologico. Leggere giornali, articoli e libri che trattano argomenti relativi ad informazioni che possono essere riconducibili alla divulgazione di segreti militari o di stato (leggere: scie chimiche, armi a raggi, controllo delle masse, operazioni dei S.S., progetti informatici, politici, economici, militari etc. etc.) può far supporre che siate “potenzialmente” pericolosi terroristi e prelevati di notte dalla vostra abitazione, senza che nessuno possa aiutarvi, prima di non meno 6 mesi (se vi va bene) e senza alcun avvocato o giudice ordinario che possa interrogarvi sui fatti reali.

La nozione di atto terroristico può così essere estesa a tutti ed a fatti che non hanno niente a che vedere col “vero” terrorismo (che invece è proprio usato dagli stessi S.S. dei poteri in alto).

Questa deriva inquietante del Diritto consiste nella penalizzazione delle “intenzioni” e non degli “atti”.

È assolutamente contrario allo stato di diritto, alla democrazia ed ai diritti dell'uomo più elementari. La penalizzazione degli atti o delle intenzioni è esattamente quella che fa la differenza tra la democrazia e la dittatura.

La penalizzazione delle intenzioni è lo strumento giuridico che permette ai Padroni del Mondo di passare alla prossima tappa del loro piano:

INCARCERARE LE PERSONE PER LE LORO OPINIONI.


B O J S

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01 giugno 2007

Orwell docet e, qualcuno esegue con la testa china


Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un bombardamento mass-mediatico su fatti di cronaca che riempiono i telegiornali, le radio e i quotidiani. Se è pur vero che questi fatti accadono, perché gli viene dato così ampio risalto, rispetto ad accadimenti globali di più profondo orrore ed impatto mediatico?

Mi sono preso "l'autorità" di fare un'analisi, per quanto possibile più vicina al reale, sul tempo dedicato dai TG nazionali alle informazioni trasmesse, con questo risultato:

1) Cronaca nera italiana 35%

2) Politica italiana 15%

3) Cronaca nera internazionale 10%

4) Politica internazionale 5%

5) Attualità 5%

6) Gossip 10%

7) Moda 8%

8) Cultura 4%

9) Cibo & Vino 7%

10) Altro 1%

Pur con varie differenze (come su Studio Aperto e il TG4 di Mediaset dove il pettegolezzo e l'omicidio la fanno da sovrani) la fa di gran lunga da padrone la cronaca di fatti orribili successi nelle "famiglie" italiane e straniere. Se è pur vero che questi fatti suscitano raccapriccio ed un senso dell'incomprensibile, dall'altro essi propongono una nuova visione del cittadino ordinario come di un "mostro" latente a fianco a noi, pronto a sbranarci per i più futili e irrisori motivi, con metodologie tipiche del criminale incallito.

Il governo e la politica vengono così spronati ad imporre controlli e leggi sempre più severe per "controllare" i cittadini (anche quelli onesti e bravi) per prevenire e reprimere atti contrari alla vita ordinaria dello stato di diritto. Pur condannando espressamente gli atti violenti e l'omicidio, rimane purtroppo una larga fetta di altri comportamenti che vengono inglobati da queste nuove leggi e normative come atti criminali verso lo stato.

Tutto questo sta portando ad una deriva inquietante del Diritto penale. Parecchie nuove leggi mirano ad uno stesso scopo: condannare il cittadino ordinario alle pene di imprigionamento, anche quando non ha commesso nessun crimine "vero".

La criminalizzazione della vita quotidiana

Mentre il "mondo in alto" beneficia di un'impunità senza limiti per i suoi crimini finanziari, economici, ecologici o sociali, il "mondo di in basso" è sottomesso ad un controllo incessante ed ad una repressione sproporzionata in rapporto agli atti compiuti.

Da due anni, delle leggi nuove sono state promulgate simultaneamente nei paesi occidentali: il loro scopo è che il cittadino ordinario diventi condannabile alla prigionia per atti della vita quotidiana.

Prigione per i genitori i cui i bambini non sono andati a scuola.

Prigione per quelli che non hanno acquistato il loro biglietto del treno.

Prigione per gli esclusi dal sistema economico, come mendicanti od occupanti abusivi.

Prigione per eccesso di velocità. Un automobilista è stato condannato a 2 anni di prigione, per un semplice eccesso di velocità, senza avere causato nessun incidente.

Prigione, se uno dei vostri familiari o amici che viaggiavano con voi è morto, perché non indossava la cintura di sicurezza o per un vostro errore nella condotta di guida.

Prigione, se uno dei vostri amici ha causato un incidente automobilistico, dopo essere partito ubriaco da casa vostra. Nel dicembre 2003, una coppia è stata incolpata per questo motivo in Francia.

Prigione, se causate la morte di un terzo in un incidente stradale.

Causare la morte di una persona in un incidente stradale è un dramma, ma non è un crimine intenzionale e ciò non deve essere punito come tale. Volere eliminare ogni rischio di incidente è uno scopo illusorio, perché i rischi di incidente esisteranno, finché ci saranno delle automobili. Una società deve essere capace di accettare una parte di rischio, poiché il rischio è inerente alla vita. Dal momento che si è viventi, si rischia "sempre" di morire.

Quando non ci sono più di rischi? Quando si è morti!

Così è parimenti per una società. Una società che ha eliminato ogni rischio è una società morta.

Nell'ordine nuovo che si sta instaurando senza suscitare attualmente nessuna opposizione reale, il cittadino ordinario del mondo "in basso" sarà sottomesso ad un'oppressione permanente, una sorveglianza elettronica costante ed una paura onnipresente. Perché chi semina la paura, raccoglie la sottomissione.

L'invenzione del concetto di "pericolosità"

Da una decina di anni, i media hanno introdotto progressivamente una parola ed un concetto che non esistevano precedentemente: la "pericolosità". Come George Orwell aveva previsto in 1984, l'introduzione di parole nuove o la soppressione di parole vecchie nel linguaggio è un potente potere mediatico di manipolazione degli spiriti.

Piuttosto che parlare semplicemente di "pericolo", i media hanno inventato dunque, o "sostituito" piuttosto questo concetto con "pericolosità". L'idea è che, anche se qualche cosa o qualcuno non sono realmente ed obiettivamente pericolosi, potrebbero esserlo potenzialmente. La valutazione del pericolo potenziale che è di ordine soggettivo, anche se tutto di principio è innocente, diventa potenzialmente colpevole.

Una deriva inquietante del Diritto

Una volta che i media hanno preparato il campo ed hanno introdotto questo nuovo concetto, i governi hanno creato delle nuove leggi e dei nuovi reati basati su sfumature relative alle nozioni giuridiche. Si sono create così delle pene di prigionia per il "collocamento in pericolo di altri". In virtù di questa legge, una persona può essere incarcerata, anche se non ha causato nessun danno reale ad altri. Come ad esempio succede con i limiti di velocità in cui, anche se viaggiate a 250 Kmh per 1000 Kilometri e non causate nessun incidente, ma un autovelox vi “fotografa” dove il limite è 50 Kmh, non solo c'è il ritiro del “vostro diritto di guida”, ma vi si accusa di essere potenzialmente “criminali” e, quindi, come tali, soggetti all'arresto.

Grazie al pretesto degli autoattentati del giorno 11 settembre 2001, una tappa supplementare è stata superata negli Stati Uniti, col principio degli "arresti preventivi". In materia di terrorismo, potete essere incarcerati oramai per una durata illimitata, senza giudizio e senza limite di termine per il vostro giudizio, se si “pensa” che potreste “potenzialmente” commettere un atto di terrorismo (questo anche in Italia grazie alla rogatoria internazionale firmata dal governo). Quindi attenzione a ciò che leggete, dite o pensate.

Per esempio, possedere dei libri sull'ecologia può fare supporre che potreste commettere degli atti di terrorismo ecologico. Leggere giornali, articoli e libri che trattano argomenti relativi ad informazioni che possono essere riconducibili alla divulgazione di segreti militari o di stato (leggere: scie chimiche, armi a raggi, controllo delle masse, operazioni dei S.S., progetti informatici, politici, economici, militari etc. etc.) può far supporre che siate “potenzialmente” pericolosi terroristi e prelevati di notte dalla vostra abitazione, senza che nessuno possa aiutarvi, prima di non meno 6 mesi (se vi va bene) e senza alcun avvocato o giudice ordinario che possa interrogarvi sui fatti reali.

La nozione di atto terroristico può così essere estesa a tutti ed a fatti che non hanno niente a che vedere col “vero” terrorismo (che invece è proprio usato dagli stessi S.S. dei poteri in alto).

Questa deriva inquietante del Diritto consiste nella penalizzazione delle “intenzioni” e non degli “atti”.

È assolutamente contrario allo stato di diritto, alla democrazia ed ai diritti dell'uomo più elementari. La penalizzazione degli atti o delle intenzioni è esattamente quella che fa la differenza tra la democrazia e la dittatura.

La penalizzazione delle intenzioni è lo strumento giuridico che permette ai Padroni del Mondo di passare alla prossima tappa del loro piano:

INCARCERARE LE PERSONE PER LE LORO OPINIONI.


B O J S

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