25 maggio 2010

La crisi economica mondiale, la Grande Depressione del XXI’ secolo.

In tutte le grandi regioni del mondo, la recessione economica è profonda e provoca la disoccupazione di massa,il fallimento dei programmi sociali degli stati e l’impoverimento di milioni di persone. La crisi economica si accompagna ad un processo mondiale di militarizzazione, ad “una guerra senza frontiere” condotta dagli Stati Uniti d’America e dai suoi alleati della NATO.

La condizione della “guerra lunga” del Pentagono è intimamente legata alla ristrutturazione dell’economia mondiale.

Non si tratta di una crisi economica o di una recessione ben definita.

L’architettura finanziaria mondiale mantiene degli obiettivi strategici e di sicurezza nazionale , mentre il programma militare USA-NATO serve ad avallare una potente élite di aziende, che nasconde e mina inesorabilmente le funzioni del governo civile.

Questo libro porta il lettore nei corridoi della Federal Riserve e del Council on Foreign Relation, dietro le porte chiuse della Banca dei regolamenti internazionali(BRI) e nel cuore delle sale delle riunioni corporative e facoltose di Wall Street, dove si effettuano correntemente le transazioni finanziarie di una certa portata con un solo clic che parte dai terminali informatici in linea con i grandi mercati borsistici.

Ogni autore alza il velo da una complessa tela di menzogne e di deformazioni mediatiche che servono a coprire gli ingranaggi del sistema economico mondiale i cui effetti devastanti si ribaltano sulla vita della gente. La nostra analisi si concentra sul ruolo dei potenti attori economici e politici in questo ambiente caratterizzato dalla corruzione, dalla manipolazione finanziaria e dalla frode.

Malgrado la diversità dei punti di vista e delle prospettive esposte in questo volume, gli autori arrivano all’unanime conclusione che l’umanità si trovi ora al bivio della più grave crisi economico-finanziaria della storia moderna.

Il tracollo dei mercati finanziari tra il 2008 e il 2009 è nato da una frode istituzionalizzata e dalla manipolazione finanziaria.

I “salvataggi delle banche, che ”sono stati messi in opera sotto l’egida di Wall Street, hanno condotto al più grande trasferimento di ricchezza monetaria della storia mai visto, creando nello stesso tempo un debito pubblico insormontabile.

Con il deterioramento planetario dei livelli di vita e la caduta delle spese di consumo, l’intera struttura del commercio internazionale delle derrate è potenzialmente compromessa.

Il sistema di pagamento delle transazioni monetarie è scombussolato.

Una volta crollato il mercato del lavoro , il pagamento dei salari è diventato più difficile e si è avviata di conseguenza una diminuzione delle spese legate ai beni e ai servizi essenziali.

Questo grave tracollo del potere d’acquisto si è poi ripercosso sul sistema della produzione dando come risultante una serie di azioni come i fallimenti e la chiusura delle fabbriche .

Esacerbata dal congelamento del credito, la diminuzione della domanda di beni di consumo ha contribuito a smobilitare le risorse umane e materiali.

Questo processo di declino economico cumulativo ha interessato ogni categoria della manodopera. I pagamenti dei salari non vengono più effettuati , il credito viene sviato e le spese d’investimento sono ad un punto morto. Nel frattempo, nei paesi occidentali la”rete di sicurezza sociale” ereditato dallo stato sociale che protegge i disoccupati durante il rallentamento economico, viene ugualmente messo in pericolo.

Il mito della ripresa economica.

Per quanto si riconosca spesso l’esistenza di una”Grande Depressione” simile a quella del 1930, questo aspetto viene mimetizzato da un consenso inflessibile:”L’economia è sulla via della ripresa”.

Mentre si parla della ripresa economica, i commentatori di Wall Street hanno intenzionalmente trascurato con tenacia il fatto che il fallimento finanziario non è solo determinato dalla bolla, quella del mercato dell’abitazione e dell’immobiliare,che era già scoppiata. In realtà la crisi è determinata da più bolle che sembrano diminuire l’importanza dello scoppio della bolla del 2008.

Per quanto non vi sia alcun disaccordo fondamentale tra gli analisti della corrente dominante che sostiene la presenza della ripresa economica , esiste un animato dibattito ad esempio sul come questa ripresa si manifesterà: se sarà all’inizio del prossimo trimestre o nel terzo trimestre dell’anno prossimo ecc.

Già ad inizio 2010 , la “ripresa” dell’economia statunitense era stata prevista e confermata da un flusso di disinformazione mediatica accuratamente formulato.

Durante quel periodo il pantano sociale di accresciuta disoccupazione, questo evento è stato accuratamente dissimulato negli Stati Uniti e gli economisti vedevano il fallimento come un fenomeno di micro economia.

Per quanto rivelassero delle realtà a livello locale riguardanti una o più fabbriche, i servizi relativi i fallimenti non davano una veduta d’insieme su ciò che stava succedendo a livello nazionale ed internazionale. Quando per tutto il paese si sono sommate queste chiusure simultanee di fabbriche nelle piccole e nelle grandi città, è emerso un quadro molto diverso poiché interi settori dell’economia nazionale avevano cessato la loro attività.

Si continua ad indurre in errore l’opinione pubblica per quel che riguarda le cause e le conseguenze della crisi economica , senza contare le soluzioni politiche.

La gente è portata a pensare che l’economia possieda una propria logica che dipenda dalla libera influenza reciproca delle forze del mercato e che in nessuna circostanza alcuni potenti attori finanziari tirino ancora le fila in seno alle riunioni lobbistiche per influenzare il corso degli eventi economici.

L’appropriazione accanita e fraudolenta della ricchezza è mantenuta come parte integrante del “sogno americano” come mezzo per propagare benefici per la crescita economica.

Così come è stato espresso da Michel Hudson , il seguente mito recita: ”senza ricchezza al vertice non ci sarebbero ricadute”. Una logica così inadempiente del ciclo economico nasconde una comprensione delle origini strutturali e storiche della crisi economica mondiale.

Frode finanziaria.


La disinformazione mediatica serve largamente gli interessi di una manciata di banche mondiali e di speculatori istituzionali che utilizzano il dominio sui mercati finanziari e su quello delle derrate per ammassare quantità impressionanti di ricchezza monetaria.

I settori dello stato sono controllati dall’ordine lobbistico stabilito degli speculatori. Nel frattempo i “ salvataggi bancari” presentati alla gente come necessari per la ripresa economica, hanno facilitato e legittimato un processo addizionale di appropriazione della ricchezza.


Una quantità importante di ricchezza monetaria viene acquisita dalla manipolazione finanziaria. L’apparato finanziario ha sviluppato sofisticati strumenti di manipolazione e di imbrogli puri e semplici, ai quali ci si riferisce con la definizione di”deregulation”.

Grazie ad informazioni privilegiate e ad una conoscenza preventiva , i grandi attori finanziari, che utilizzano gli strumenti delle transazioni speculative, hanno la capacità di falsificare e di truccare i movimenti dei mercati a loro vantaggio, di accelerare il fallimento di un competitore e di provocare danni alle economie dei paesi in via di sviluppo. Questi strumenti sono diventati elementi fondamentali dell’architettura finanziaria e sono intergrati nel sistema.

L’insuccesso della scienza economica dominante.

La professione dell’economista, in particolare in ambito universitario, affronta raramente il “mondo reale” che si correla al funzionamento del mercato. I concetti teorici, centrati su modelli matematici, servono a rappresentare un mondo astratto e fittizio in seno al quale gli individui sono tutti uguali. Non esiste distinzione teorica tra lavoratori, consumatori o imprese alle quali ci si riferisce senza distinzione come a dei “negoziatori individuali”.

Quindi, nessun individuo ha il potere o la capacità d’influenzare da solo il mercato e non ci possono essere dei conflitti tra lavoratori e capitalisti nel mondo astratto.

Omettendo di esaminare le azioni reciproche dei potenti attori economici nell’economia”reale”, si ignorano le tecniche della falsificazione dei mercati , della manipolazione finanziaria e della frode.

La concentrazione e la centralizzazione delle prese di decisione economiche, il ruolo delle élite finanziarie, i circoli di riflessione, le sale di consiglio: nessuna di queste richieste è stata esaminata nei programmi economici universitari. Il concetto teorico è disfunzionale: non può essere utilizzato per assicurare una comprensione della crisi economica.

La scienza economica è un concetto ideologico che serve a mimetizzare e a giustificare il nuovo ordine mondiale. Una parte dei postulati dogmatici contribuisce alla salvaguardia del capitalismo del libero mercato negando l’esistenza delle ineguaglianze sociali e la natura del sistema che si basa sul profitto. Il ruolo dei potenti attori economici e il modo che questi hanno di influenzare i meccanismi del mercato finanziario e delle merci non è oggetto di preoccupazione da parte dei teorici di questa disciplina. I poteri di manipolazione che servono all’appropriazione di importanti quantità di ricchezze monetarie sono raramente prese in considerazione. E quando sono riconosciute si considera che esse appartengono al dominio della sociologia o delle scienze politiche.

Questo significa che il quadro politico e istituzionale del sistema economico mondiale, modellato nel corso degli ultimi trent’anni, viene raramente analizzato dagli economisti della cultura dominante. Così accade che l’economia, in quanto disciplina, a parte qualche eccezione, non ha fornito l’analisi necessaria per la comprensione della crisi economica. In realtà, i suoi principali postulati del libero mercato negano l’esistenza di una crisi.

L’economia neoclassica è centrata sull’equilibrio, lo squilibrio e la”correzione del mercato” o “l’aggiustamento “ attraverso il meccanismo del mercato stesso, con lo scopo di rimettere l’economia ”sulla via della crescita autonoma” .

La povertà e le disuguaglianze sociali.

L’economia politica mondiale è un sistema che arricchisce una manciata di persone a scapito della stragrande maggioranza. La crisi economica ha contribuito all’aumento delle ineguaglianze sociali, anche all’interno dei paesi stessi. Nel capitalismo mondiale, la povertà non risulta dall’esiguità o dalla mancanza di risorse umane e materiali. E’ piuttosto vero il contrario: la depressione economica è caratterizzata da un processo di disimpegno delle risorse umane e del capitale fisico. La vita delle persone viene distrutta e la crisi economica è profonda.

Le strutture delle disuguaglianze sociali sono state consapevolmente rinforzate è ci hanno portato non solo ad un processo generalizzato di impoverimento, ma anche all’annientamento di gruppi di reddito medio e medio superiore .

Il consumatore della classe media, sul quale è basato li modello di sviluppo capitalistico incontrollabile, è anch’esso minacciato. I fallimenti hanno colpito parecchi tra i settori più vivi dell’economia consumista. Le classi medie occidentali dal canto loro, sono state assoggettate all’erosione della loro ricchezza materiale per parecchi decenni. Mentre la classe media esiste solo in teoria perchè si tratta di una classe costruita e preservata dall’indebitamento delle famiglie.

Al posto della classe media, i ricchi sono diventati rapidamente la classe consumista, e questo ha portato all’incessante crescita dell’economia dei prodotti di lusso.

In più, in seguito all’inaridimento dei mercati nei prodotti manifatturieri per la classe media, la struttura e la crescita economica hanno subito una svolta epocale decisiva.

Con il crollo dell’economia civile, lo sviluppo dell’economia di guerra degli Stati Uniti, sostenuta da un bilancio della Difesa mostruoso che si avvicina a bilioni di dollari, ha raggiunto nuovi picchi. Nel momento in cui i mercati sprofondano e la recessione si espande, gli appaltatori militari, le industrie di armi perfezionate, gli imprenditori per la sicurezza nazionale e le promettenti compagnie di mercenari, hanno conosciuto uno sviluppo fiorente delle loro differenti attività.

La guerra e la crisi economica.

La guerra è inestricabilmente legata all’impoverimento delle persone, nel paese in cui si effettua e in tutto il mondo. La militarizzazione e la crisi economica sono dunque intimamente legate.

Il rifornimento di prodotti e di servizi essenziali necessari al fabbisogno umano è stato sostituito da un”ordigno omicida” il cui scopo è solo il denaro che favorisce la”guerra mondiale al terrorismo”.

I poveri sono fatti/utilizzati per combattere i poveri.

Tuttavia, la guerra arricchisce la classe superiore che controlla l’industria, l’esercito, il petrolio e le banche.

In un’economia di guerra, la morte và bene per gli affari, la povertà và bene per la società e il potere và bene per la politica.

I paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, spendono centinaia di miliardi di dollari all’anno per assassinare creature innocenti in paesi poveri e lontani mentre i loro cittadini soffrono le disparità derivate dalla povertà ,dal fatto di appartenere ad una certa classe disagiata, di far parte di un certo genere di persone e infine dalle divisioni razziali.

Una”guerra economica” assoluta viene condotta dal libero mercato e causa la disoccupazione, la povertà e le malattie. La vita delle persone è in caduta libera ed il loro potere d’acquisto non esiste più. Negli ultimi vent’anni di “ libero mercato” mondiale la vita di milioni di persone è stata stravolta in maniera decisiva, generando la povertà e lo scollamento sociale.

Piuttosto di affrontare la catastrofe sociale imminente, i governi occidentali che sono al servizio degli interessi delle élite economiche, hanno edificato uno stato di polizia stile ”Grande Fratello” il cui solo scopo è il confronto e la repressione di ogni forma di opposizione e di dissenso sociale.

La crisi economica e sociale è lungi dall’aver raggiunto il suo parossismo e interi paesi sono in pericolo, tra questi la Grecia e l’Islanda. Non resta che osservare la crescita dei conflitti nel Medio Oriente e in Asia centrale e le minacce degli Stati Uniti e della NATO verso la Cina , la Russia e l’Iran per affermare che la guerra e l’economia sono strettamente legate.

L’analisi di quest’opera.

I collaboratori di questo libro rivelano la complessità del sistema bancario mondiale e della sua relazione insidiosa con il complesso apparato militare-industriale e i conglomerati industriali petroliferi.

Quest’opera rappresenta un approccio interdisciplinare e polivalente, e trasmette una comprensione di dimensioni storiche e istituzionali. Sottolinea anche le relazioni tra la crisi economica e la guerra, l’impero e la povertà mondiale.

Questa crisi ha veramente una portata planetaria e le sue ripercussioni si stanno propagando in tutti i paesi e in tutte le società

Nella prima parte del libro viene esposto l’insieme delle cause della crisi economica con gli insuccessi delle scienze economiche della cultura dominante. Michel Chossudovsky focalizza l’attenzione sulla storia della deregulation finanziaria e sulla speculazione.

Tanya Cariina Hsu analizza il ruolo dell’impero americano e la sua relazione con la crisi economica. John Bellamy Foster e Fred Magdoff offrono una disamina dell’economia politica della crisi spiegando il ruolo chiave della politica monetaria. James Petras e Claudia von Werlhof presentano una dettagliata critica sul neoliberismo mettendo l’accento sulle ripercussioni economiche, politiche e sociali delle riforme nel “libero mercato”.

Infine Shamus Cooke prende in esame il ruolo centrale dell’indebitamento, sia esso pubblico o privato.

Nella seconda parte, che comprende i capitoli di Michel Chossudovsky e di Peter Phillis , analizza l’ondata crescente di povertà e di disuguaglianza sociale risultante dalla Grande Depressione.

Grazie ai contributi di Michel Chossudovsky, Peter Dale Scott, Michael Hudson, Bill Van Auken,Tom Burghardt e Andrei Gavin Marshall, la terza parte osserva la correlazione tra la crisi economica, la sicurezza nazionale, la guerra condotta dagli Stati Uniti e la NATO e il governo mondiale.

In questo contesto, come viene espresso da Peter Dale Scott, la crisi economica crea le condizioni che favoriscono l’instaurazione della legge marziale.

La quarta parte è imperniata sul sistema monetario internazionale, sulla sua evoluzione e sulla trasformazione del suo ruolo. Andrei Gavin Marshall prende in considerazione la storia delle banche centrali così come le differenti iniziative che mirano a creare dei sistemi monetari regionali e internazionali. Ellen Brown si concentra sulla creazione di una banca centrale mondiale e di una divisa internazionale attraverso la BRI.

Infine Richard C.Cook studia il sistema monetario basato sul debito come sistema di controllo e offre una struttura per la democratizzazione del sistema monetario.

La quinta parte è centrata sui meccanismi del sistema bancario parallelo che ha scaturito il fallimento dei mercati finanziari nel 2008.

I capitoli di Mike Whitney e di Ellen Brown descrivono nel dettaglio come il sistema Ponzi di Wall Street è stato utilizzato per manipolare il mercato e trasferire miliardi di dollari nelle tasche dei banksters.

Siamo in debito con gli autori per la loro ricerca attentamente documentata, la loro analisi incisiva e soprattutto , per il costante impegno nella ricerca della verità.

Essi ci hanno consegnato con straordinaria chiarezza la comprensione di sistemi economici , sociali e politici che condizionano la vita di milioni di persone in tutto il mondo.

Grazie a: Tom Burghardt, Ellen Brown, Richard C. Cook, Shamus Cooke, John Bellamy Foster, Michael Hudson, Tanya Cariina Hsu, Fred Magdoff, James Petras, Peter Phillips, Peter Dale Scott, Mike Whitney, Bill Van Auken et Claudia von Werlhof, ont livré, et ce avec une extraordinaire clareté, une compréhension des processus économiques, sociaux et politiques complexes qui affectent la vie de millions de personnes dans le monde. Cook, Shamus Cooke, John Bellamy Foster, Michael Hudson, Tanya Hsu cariin Fred Magdoff, James Petras, Peter Phillips, Peter Dale Scott, Mike Whitney, Bill Van Auken e Claudia von Werlhof.

Michel Chossudovsky et Andrew Gavin Marshall, Montréal et Vancouver, mai 2010 Michel Chossudovsky Gavin e Andrew Marshall, Montreal e Vancouver, maggio 2010

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anzitutto si dice così: « Lasciate il vostro commento » « Potete utilizzare...»
Non mi piace che uno sconosciuto mi dia del TU, perché non abbiamo mai governato i porci insieme. Come si è sempre fatto, rivolgendosi a sconosciuti si usa impersonalmente il VOI: "Bevete Coca-Cola" "Lavate con Omo", o il verbo all'infinito: "Voltare a destra" "Cliccare su ctrl "
E poi, cosa vuol dire POSTARE? Mai sentito. Forse volete dire "INVIATE" un commento!

Leon ha detto...

disquizioni inutili amico,
scrivi e sarai letto. Le forme derivano da traduzioni libere.
"governato i porci". accipicchia!

25 maggio 2010

La crisi economica mondiale, la Grande Depressione del XXI’ secolo.

In tutte le grandi regioni del mondo, la recessione economica è profonda e provoca la disoccupazione di massa,il fallimento dei programmi sociali degli stati e l’impoverimento di milioni di persone. La crisi economica si accompagna ad un processo mondiale di militarizzazione, ad “una guerra senza frontiere” condotta dagli Stati Uniti d’America e dai suoi alleati della NATO.

La condizione della “guerra lunga” del Pentagono è intimamente legata alla ristrutturazione dell’economia mondiale.

Non si tratta di una crisi economica o di una recessione ben definita.

L’architettura finanziaria mondiale mantiene degli obiettivi strategici e di sicurezza nazionale , mentre il programma militare USA-NATO serve ad avallare una potente élite di aziende, che nasconde e mina inesorabilmente le funzioni del governo civile.

Questo libro porta il lettore nei corridoi della Federal Riserve e del Council on Foreign Relation, dietro le porte chiuse della Banca dei regolamenti internazionali(BRI) e nel cuore delle sale delle riunioni corporative e facoltose di Wall Street, dove si effettuano correntemente le transazioni finanziarie di una certa portata con un solo clic che parte dai terminali informatici in linea con i grandi mercati borsistici.

Ogni autore alza il velo da una complessa tela di menzogne e di deformazioni mediatiche che servono a coprire gli ingranaggi del sistema economico mondiale i cui effetti devastanti si ribaltano sulla vita della gente. La nostra analisi si concentra sul ruolo dei potenti attori economici e politici in questo ambiente caratterizzato dalla corruzione, dalla manipolazione finanziaria e dalla frode.

Malgrado la diversità dei punti di vista e delle prospettive esposte in questo volume, gli autori arrivano all’unanime conclusione che l’umanità si trovi ora al bivio della più grave crisi economico-finanziaria della storia moderna.

Il tracollo dei mercati finanziari tra il 2008 e il 2009 è nato da una frode istituzionalizzata e dalla manipolazione finanziaria.

I “salvataggi delle banche, che ”sono stati messi in opera sotto l’egida di Wall Street, hanno condotto al più grande trasferimento di ricchezza monetaria della storia mai visto, creando nello stesso tempo un debito pubblico insormontabile.

Con il deterioramento planetario dei livelli di vita e la caduta delle spese di consumo, l’intera struttura del commercio internazionale delle derrate è potenzialmente compromessa.

Il sistema di pagamento delle transazioni monetarie è scombussolato.

Una volta crollato il mercato del lavoro , il pagamento dei salari è diventato più difficile e si è avviata di conseguenza una diminuzione delle spese legate ai beni e ai servizi essenziali.

Questo grave tracollo del potere d’acquisto si è poi ripercosso sul sistema della produzione dando come risultante una serie di azioni come i fallimenti e la chiusura delle fabbriche .

Esacerbata dal congelamento del credito, la diminuzione della domanda di beni di consumo ha contribuito a smobilitare le risorse umane e materiali.

Questo processo di declino economico cumulativo ha interessato ogni categoria della manodopera. I pagamenti dei salari non vengono più effettuati , il credito viene sviato e le spese d’investimento sono ad un punto morto. Nel frattempo, nei paesi occidentali la”rete di sicurezza sociale” ereditato dallo stato sociale che protegge i disoccupati durante il rallentamento economico, viene ugualmente messo in pericolo.

Il mito della ripresa economica.

Per quanto si riconosca spesso l’esistenza di una”Grande Depressione” simile a quella del 1930, questo aspetto viene mimetizzato da un consenso inflessibile:”L’economia è sulla via della ripresa”.

Mentre si parla della ripresa economica, i commentatori di Wall Street hanno intenzionalmente trascurato con tenacia il fatto che il fallimento finanziario non è solo determinato dalla bolla, quella del mercato dell’abitazione e dell’immobiliare,che era già scoppiata. In realtà la crisi è determinata da più bolle che sembrano diminuire l’importanza dello scoppio della bolla del 2008.

Per quanto non vi sia alcun disaccordo fondamentale tra gli analisti della corrente dominante che sostiene la presenza della ripresa economica , esiste un animato dibattito ad esempio sul come questa ripresa si manifesterà: se sarà all’inizio del prossimo trimestre o nel terzo trimestre dell’anno prossimo ecc.

Già ad inizio 2010 , la “ripresa” dell’economia statunitense era stata prevista e confermata da un flusso di disinformazione mediatica accuratamente formulato.

Durante quel periodo il pantano sociale di accresciuta disoccupazione, questo evento è stato accuratamente dissimulato negli Stati Uniti e gli economisti vedevano il fallimento come un fenomeno di micro economia.

Per quanto rivelassero delle realtà a livello locale riguardanti una o più fabbriche, i servizi relativi i fallimenti non davano una veduta d’insieme su ciò che stava succedendo a livello nazionale ed internazionale. Quando per tutto il paese si sono sommate queste chiusure simultanee di fabbriche nelle piccole e nelle grandi città, è emerso un quadro molto diverso poiché interi settori dell’economia nazionale avevano cessato la loro attività.

Si continua ad indurre in errore l’opinione pubblica per quel che riguarda le cause e le conseguenze della crisi economica , senza contare le soluzioni politiche.

La gente è portata a pensare che l’economia possieda una propria logica che dipenda dalla libera influenza reciproca delle forze del mercato e che in nessuna circostanza alcuni potenti attori finanziari tirino ancora le fila in seno alle riunioni lobbistiche per influenzare il corso degli eventi economici.

L’appropriazione accanita e fraudolenta della ricchezza è mantenuta come parte integrante del “sogno americano” come mezzo per propagare benefici per la crescita economica.

Così come è stato espresso da Michel Hudson , il seguente mito recita: ”senza ricchezza al vertice non ci sarebbero ricadute”. Una logica così inadempiente del ciclo economico nasconde una comprensione delle origini strutturali e storiche della crisi economica mondiale.

Frode finanziaria.


La disinformazione mediatica serve largamente gli interessi di una manciata di banche mondiali e di speculatori istituzionali che utilizzano il dominio sui mercati finanziari e su quello delle derrate per ammassare quantità impressionanti di ricchezza monetaria.

I settori dello stato sono controllati dall’ordine lobbistico stabilito degli speculatori. Nel frattempo i “ salvataggi bancari” presentati alla gente come necessari per la ripresa economica, hanno facilitato e legittimato un processo addizionale di appropriazione della ricchezza.


Una quantità importante di ricchezza monetaria viene acquisita dalla manipolazione finanziaria. L’apparato finanziario ha sviluppato sofisticati strumenti di manipolazione e di imbrogli puri e semplici, ai quali ci si riferisce con la definizione di”deregulation”.

Grazie ad informazioni privilegiate e ad una conoscenza preventiva , i grandi attori finanziari, che utilizzano gli strumenti delle transazioni speculative, hanno la capacità di falsificare e di truccare i movimenti dei mercati a loro vantaggio, di accelerare il fallimento di un competitore e di provocare danni alle economie dei paesi in via di sviluppo. Questi strumenti sono diventati elementi fondamentali dell’architettura finanziaria e sono intergrati nel sistema.

L’insuccesso della scienza economica dominante.

La professione dell’economista, in particolare in ambito universitario, affronta raramente il “mondo reale” che si correla al funzionamento del mercato. I concetti teorici, centrati su modelli matematici, servono a rappresentare un mondo astratto e fittizio in seno al quale gli individui sono tutti uguali. Non esiste distinzione teorica tra lavoratori, consumatori o imprese alle quali ci si riferisce senza distinzione come a dei “negoziatori individuali”.

Quindi, nessun individuo ha il potere o la capacità d’influenzare da solo il mercato e non ci possono essere dei conflitti tra lavoratori e capitalisti nel mondo astratto.

Omettendo di esaminare le azioni reciproche dei potenti attori economici nell’economia”reale”, si ignorano le tecniche della falsificazione dei mercati , della manipolazione finanziaria e della frode.

La concentrazione e la centralizzazione delle prese di decisione economiche, il ruolo delle élite finanziarie, i circoli di riflessione, le sale di consiglio: nessuna di queste richieste è stata esaminata nei programmi economici universitari. Il concetto teorico è disfunzionale: non può essere utilizzato per assicurare una comprensione della crisi economica.

La scienza economica è un concetto ideologico che serve a mimetizzare e a giustificare il nuovo ordine mondiale. Una parte dei postulati dogmatici contribuisce alla salvaguardia del capitalismo del libero mercato negando l’esistenza delle ineguaglianze sociali e la natura del sistema che si basa sul profitto. Il ruolo dei potenti attori economici e il modo che questi hanno di influenzare i meccanismi del mercato finanziario e delle merci non è oggetto di preoccupazione da parte dei teorici di questa disciplina. I poteri di manipolazione che servono all’appropriazione di importanti quantità di ricchezze monetarie sono raramente prese in considerazione. E quando sono riconosciute si considera che esse appartengono al dominio della sociologia o delle scienze politiche.

Questo significa che il quadro politico e istituzionale del sistema economico mondiale, modellato nel corso degli ultimi trent’anni, viene raramente analizzato dagli economisti della cultura dominante. Così accade che l’economia, in quanto disciplina, a parte qualche eccezione, non ha fornito l’analisi necessaria per la comprensione della crisi economica. In realtà, i suoi principali postulati del libero mercato negano l’esistenza di una crisi.

L’economia neoclassica è centrata sull’equilibrio, lo squilibrio e la”correzione del mercato” o “l’aggiustamento “ attraverso il meccanismo del mercato stesso, con lo scopo di rimettere l’economia ”sulla via della crescita autonoma” .

La povertà e le disuguaglianze sociali.

L’economia politica mondiale è un sistema che arricchisce una manciata di persone a scapito della stragrande maggioranza. La crisi economica ha contribuito all’aumento delle ineguaglianze sociali, anche all’interno dei paesi stessi. Nel capitalismo mondiale, la povertà non risulta dall’esiguità o dalla mancanza di risorse umane e materiali. E’ piuttosto vero il contrario: la depressione economica è caratterizzata da un processo di disimpegno delle risorse umane e del capitale fisico. La vita delle persone viene distrutta e la crisi economica è profonda.

Le strutture delle disuguaglianze sociali sono state consapevolmente rinforzate è ci hanno portato non solo ad un processo generalizzato di impoverimento, ma anche all’annientamento di gruppi di reddito medio e medio superiore .

Il consumatore della classe media, sul quale è basato li modello di sviluppo capitalistico incontrollabile, è anch’esso minacciato. I fallimenti hanno colpito parecchi tra i settori più vivi dell’economia consumista. Le classi medie occidentali dal canto loro, sono state assoggettate all’erosione della loro ricchezza materiale per parecchi decenni. Mentre la classe media esiste solo in teoria perchè si tratta di una classe costruita e preservata dall’indebitamento delle famiglie.

Al posto della classe media, i ricchi sono diventati rapidamente la classe consumista, e questo ha portato all’incessante crescita dell’economia dei prodotti di lusso.

In più, in seguito all’inaridimento dei mercati nei prodotti manifatturieri per la classe media, la struttura e la crescita economica hanno subito una svolta epocale decisiva.

Con il crollo dell’economia civile, lo sviluppo dell’economia di guerra degli Stati Uniti, sostenuta da un bilancio della Difesa mostruoso che si avvicina a bilioni di dollari, ha raggiunto nuovi picchi. Nel momento in cui i mercati sprofondano e la recessione si espande, gli appaltatori militari, le industrie di armi perfezionate, gli imprenditori per la sicurezza nazionale e le promettenti compagnie di mercenari, hanno conosciuto uno sviluppo fiorente delle loro differenti attività.

La guerra e la crisi economica.

La guerra è inestricabilmente legata all’impoverimento delle persone, nel paese in cui si effettua e in tutto il mondo. La militarizzazione e la crisi economica sono dunque intimamente legate.

Il rifornimento di prodotti e di servizi essenziali necessari al fabbisogno umano è stato sostituito da un”ordigno omicida” il cui scopo è solo il denaro che favorisce la”guerra mondiale al terrorismo”.

I poveri sono fatti/utilizzati per combattere i poveri.

Tuttavia, la guerra arricchisce la classe superiore che controlla l’industria, l’esercito, il petrolio e le banche.

In un’economia di guerra, la morte và bene per gli affari, la povertà và bene per la società e il potere và bene per la politica.

I paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, spendono centinaia di miliardi di dollari all’anno per assassinare creature innocenti in paesi poveri e lontani mentre i loro cittadini soffrono le disparità derivate dalla povertà ,dal fatto di appartenere ad una certa classe disagiata, di far parte di un certo genere di persone e infine dalle divisioni razziali.

Una”guerra economica” assoluta viene condotta dal libero mercato e causa la disoccupazione, la povertà e le malattie. La vita delle persone è in caduta libera ed il loro potere d’acquisto non esiste più. Negli ultimi vent’anni di “ libero mercato” mondiale la vita di milioni di persone è stata stravolta in maniera decisiva, generando la povertà e lo scollamento sociale.

Piuttosto di affrontare la catastrofe sociale imminente, i governi occidentali che sono al servizio degli interessi delle élite economiche, hanno edificato uno stato di polizia stile ”Grande Fratello” il cui solo scopo è il confronto e la repressione di ogni forma di opposizione e di dissenso sociale.

La crisi economica e sociale è lungi dall’aver raggiunto il suo parossismo e interi paesi sono in pericolo, tra questi la Grecia e l’Islanda. Non resta che osservare la crescita dei conflitti nel Medio Oriente e in Asia centrale e le minacce degli Stati Uniti e della NATO verso la Cina , la Russia e l’Iran per affermare che la guerra e l’economia sono strettamente legate.

L’analisi di quest’opera.

I collaboratori di questo libro rivelano la complessità del sistema bancario mondiale e della sua relazione insidiosa con il complesso apparato militare-industriale e i conglomerati industriali petroliferi.

Quest’opera rappresenta un approccio interdisciplinare e polivalente, e trasmette una comprensione di dimensioni storiche e istituzionali. Sottolinea anche le relazioni tra la crisi economica e la guerra, l’impero e la povertà mondiale.

Questa crisi ha veramente una portata planetaria e le sue ripercussioni si stanno propagando in tutti i paesi e in tutte le società

Nella prima parte del libro viene esposto l’insieme delle cause della crisi economica con gli insuccessi delle scienze economiche della cultura dominante. Michel Chossudovsky focalizza l’attenzione sulla storia della deregulation finanziaria e sulla speculazione.

Tanya Cariina Hsu analizza il ruolo dell’impero americano e la sua relazione con la crisi economica. John Bellamy Foster e Fred Magdoff offrono una disamina dell’economia politica della crisi spiegando il ruolo chiave della politica monetaria. James Petras e Claudia von Werlhof presentano una dettagliata critica sul neoliberismo mettendo l’accento sulle ripercussioni economiche, politiche e sociali delle riforme nel “libero mercato”.

Infine Shamus Cooke prende in esame il ruolo centrale dell’indebitamento, sia esso pubblico o privato.

Nella seconda parte, che comprende i capitoli di Michel Chossudovsky e di Peter Phillis , analizza l’ondata crescente di povertà e di disuguaglianza sociale risultante dalla Grande Depressione.

Grazie ai contributi di Michel Chossudovsky, Peter Dale Scott, Michael Hudson, Bill Van Auken,Tom Burghardt e Andrei Gavin Marshall, la terza parte osserva la correlazione tra la crisi economica, la sicurezza nazionale, la guerra condotta dagli Stati Uniti e la NATO e il governo mondiale.

In questo contesto, come viene espresso da Peter Dale Scott, la crisi economica crea le condizioni che favoriscono l’instaurazione della legge marziale.

La quarta parte è imperniata sul sistema monetario internazionale, sulla sua evoluzione e sulla trasformazione del suo ruolo. Andrei Gavin Marshall prende in considerazione la storia delle banche centrali così come le differenti iniziative che mirano a creare dei sistemi monetari regionali e internazionali. Ellen Brown si concentra sulla creazione di una banca centrale mondiale e di una divisa internazionale attraverso la BRI.

Infine Richard C.Cook studia il sistema monetario basato sul debito come sistema di controllo e offre una struttura per la democratizzazione del sistema monetario.

La quinta parte è centrata sui meccanismi del sistema bancario parallelo che ha scaturito il fallimento dei mercati finanziari nel 2008.

I capitoli di Mike Whitney e di Ellen Brown descrivono nel dettaglio come il sistema Ponzi di Wall Street è stato utilizzato per manipolare il mercato e trasferire miliardi di dollari nelle tasche dei banksters.

Siamo in debito con gli autori per la loro ricerca attentamente documentata, la loro analisi incisiva e soprattutto , per il costante impegno nella ricerca della verità.

Essi ci hanno consegnato con straordinaria chiarezza la comprensione di sistemi economici , sociali e politici che condizionano la vita di milioni di persone in tutto il mondo.

Grazie a: Tom Burghardt, Ellen Brown, Richard C. Cook, Shamus Cooke, John Bellamy Foster, Michael Hudson, Tanya Cariina Hsu, Fred Magdoff, James Petras, Peter Phillips, Peter Dale Scott, Mike Whitney, Bill Van Auken et Claudia von Werlhof, ont livré, et ce avec une extraordinaire clareté, une compréhension des processus économiques, sociaux et politiques complexes qui affectent la vie de millions de personnes dans le monde. Cook, Shamus Cooke, John Bellamy Foster, Michael Hudson, Tanya Hsu cariin Fred Magdoff, James Petras, Peter Phillips, Peter Dale Scott, Mike Whitney, Bill Van Auken e Claudia von Werlhof.

Michel Chossudovsky et Andrew Gavin Marshall, Montréal et Vancouver, mai 2010 Michel Chossudovsky Gavin e Andrew Marshall, Montreal e Vancouver, maggio 2010

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anzitutto si dice così: « Lasciate il vostro commento » « Potete utilizzare...»
Non mi piace che uno sconosciuto mi dia del TU, perché non abbiamo mai governato i porci insieme. Come si è sempre fatto, rivolgendosi a sconosciuti si usa impersonalmente il VOI: "Bevete Coca-Cola" "Lavate con Omo", o il verbo all'infinito: "Voltare a destra" "Cliccare su ctrl "
E poi, cosa vuol dire POSTARE? Mai sentito. Forse volete dire "INVIATE" un commento!

Leon ha detto...

disquizioni inutili amico,
scrivi e sarai letto. Le forme derivano da traduzioni libere.
"governato i porci". accipicchia!