01 maggio 2010

Si stringe attorno a Scajola la corda da 900mila euro

http://notizie.tiscali.it/media/10/02/scajola1482.jpg_370468210.jpg

Difende a spada tratta i figli, la famiglia, ed quell’appartamento a via del Fagutale, nei pressi del Colosseo. Si tratta del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, chiamato in causa dell’inchiesta sui fondi neri e sulle manovre di corruzione del costruttore Diego Anemone relativi agli appalti del G8 e non solo.
“Non mi lascio intimidire- dichiara il ministro-. Nella vita possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Registro un attacco infondato e senza spiegazione, per una vicenda nella quale non sono indagato”
Ma qual è il nesso fra l’appaltatore corrotto e senza scrupoli Diego Anemone, proprietario dello sportng centre sulla Salaria e il ministro economico?
Un appartamento al centro di Roma, che Scajola aveva assicurato di aver comprato nel 2004 accendendo un mutuo di 600 mila euro. Ma sembra che le cose non siano andate proprio così,
il mutuo fu solo un escamotage per giustificare una copiosa “mazzetta” a nero di 900 mila euro.
I soldi sarebbero provenuti proprio da Anemone, attraverso il suo architetto e progettista Angelo Zampolini. Ed è proprio quest’ultimo a tirare in ballo il ministro di fronte ai Pm di Perugia, documentando in modo accurato come il versamento sia riuscito ad arginare la Guardia di Finanza.
Se quel mega intrigo di mazze e mazzette che ha sconvolto funzionari pubblici e la creme imprenditoriale romana sembrava essersi acquietato per qualche tempo, ecco che ritorna in auge più forte di prima. I giri di corruzione sembrano non finire, più se ne scoprono e più ne vengono fuori, dal riciclaggio attribuito ad uno dei due figli di Angelo Balducci, la scoperta di conti esteri sui quali rigirare le tangenti da pagare, l’accusa di corruzione al commissario straordinario per i mondiali di nuoto del 2008 Claudio Rinaldi e le fatturazioni false di Gazzani sugli appalti delle opere del G8 della Maddalena.
Ed adesso anche gli 80 assegni circolari intestati alle figlie del ministro Scajola per l’acquisto dell’appartamento dove attualmente abitano. I 600 mila euro in realtà erano solo la parte in chiaro da dichiarare al momento del rogito. Tutto il movimento, in tutte le sue diverse fasi, era stato organizzato dallo stesso Anemone, dal momento che secondo le ricostruzioni della Finanza, per il costruttore era usuale riciclale le mazzette con metodi relativamente sicuri.
Di fronte ad implicazioni così forti, le accuse rivolte contro Scajola hanno sollevato la solidarietà di elevati esponenti del Pdl, fra i quali il ministro Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, Fabrizio Cicchitto, presidente del gruppo Pdl, Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Tutti berlusconiani fino all’ultimo, tanto che si incomincia a spargere la vice che tutto sia da attribuire ad un tentativo di diffamare uno dei maggiori sostenitori del Presidente del Consiglio. Ed è proprio con quest’ultimo che il ministro ha avuto un incontro privato a palazzo Grazioli, dopo il quale, ovviamente non ha rilasciato nessuna dichiarazione.
Non gli è parso vero al tagliatore di teste per eccellenza Antonio Di Pietro, poter commentare tutta questa faccenda. E subito a cominciato a chiedere già le dimissioni del ministro, affinché possa far luce sula questione, cosa che grazie al decreto legge sul Legittimo impedimento, potrebbe invece slittare fino a conclusione della legislatura.
“Dopo le vicende del sottosegretario Cosentino, per il quale era stato richiesto persino l’arresto- commenta il leader del Idv- e di un presidente del Consiglio, acclarato corruttore di testimoni giudiziari che ogni giorno si fa una legge per non farsi processare, adesso scopriamo che c’è un ministro della Repubblica che avrebbe ricevuto assegni nell’esercizio delle sue funzioni per comprare immobili con modalità non lecite”.
di Rita Dietrich

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01 maggio 2010

Si stringe attorno a Scajola la corda da 900mila euro

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Difende a spada tratta i figli, la famiglia, ed quell’appartamento a via del Fagutale, nei pressi del Colosseo. Si tratta del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, chiamato in causa dell’inchiesta sui fondi neri e sulle manovre di corruzione del costruttore Diego Anemone relativi agli appalti del G8 e non solo.
“Non mi lascio intimidire- dichiara il ministro-. Nella vita possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Registro un attacco infondato e senza spiegazione, per una vicenda nella quale non sono indagato”
Ma qual è il nesso fra l’appaltatore corrotto e senza scrupoli Diego Anemone, proprietario dello sportng centre sulla Salaria e il ministro economico?
Un appartamento al centro di Roma, che Scajola aveva assicurato di aver comprato nel 2004 accendendo un mutuo di 600 mila euro. Ma sembra che le cose non siano andate proprio così,
il mutuo fu solo un escamotage per giustificare una copiosa “mazzetta” a nero di 900 mila euro.
I soldi sarebbero provenuti proprio da Anemone, attraverso il suo architetto e progettista Angelo Zampolini. Ed è proprio quest’ultimo a tirare in ballo il ministro di fronte ai Pm di Perugia, documentando in modo accurato come il versamento sia riuscito ad arginare la Guardia di Finanza.
Se quel mega intrigo di mazze e mazzette che ha sconvolto funzionari pubblici e la creme imprenditoriale romana sembrava essersi acquietato per qualche tempo, ecco che ritorna in auge più forte di prima. I giri di corruzione sembrano non finire, più se ne scoprono e più ne vengono fuori, dal riciclaggio attribuito ad uno dei due figli di Angelo Balducci, la scoperta di conti esteri sui quali rigirare le tangenti da pagare, l’accusa di corruzione al commissario straordinario per i mondiali di nuoto del 2008 Claudio Rinaldi e le fatturazioni false di Gazzani sugli appalti delle opere del G8 della Maddalena.
Ed adesso anche gli 80 assegni circolari intestati alle figlie del ministro Scajola per l’acquisto dell’appartamento dove attualmente abitano. I 600 mila euro in realtà erano solo la parte in chiaro da dichiarare al momento del rogito. Tutto il movimento, in tutte le sue diverse fasi, era stato organizzato dallo stesso Anemone, dal momento che secondo le ricostruzioni della Finanza, per il costruttore era usuale riciclale le mazzette con metodi relativamente sicuri.
Di fronte ad implicazioni così forti, le accuse rivolte contro Scajola hanno sollevato la solidarietà di elevati esponenti del Pdl, fra i quali il ministro Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, Fabrizio Cicchitto, presidente del gruppo Pdl, Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Tutti berlusconiani fino all’ultimo, tanto che si incomincia a spargere la vice che tutto sia da attribuire ad un tentativo di diffamare uno dei maggiori sostenitori del Presidente del Consiglio. Ed è proprio con quest’ultimo che il ministro ha avuto un incontro privato a palazzo Grazioli, dopo il quale, ovviamente non ha rilasciato nessuna dichiarazione.
Non gli è parso vero al tagliatore di teste per eccellenza Antonio Di Pietro, poter commentare tutta questa faccenda. E subito a cominciato a chiedere già le dimissioni del ministro, affinché possa far luce sula questione, cosa che grazie al decreto legge sul Legittimo impedimento, potrebbe invece slittare fino a conclusione della legislatura.
“Dopo le vicende del sottosegretario Cosentino, per il quale era stato richiesto persino l’arresto- commenta il leader del Idv- e di un presidente del Consiglio, acclarato corruttore di testimoni giudiziari che ogni giorno si fa una legge per non farsi processare, adesso scopriamo che c’è un ministro della Repubblica che avrebbe ricevuto assegni nell’esercizio delle sue funzioni per comprare immobili con modalità non lecite”.
di Rita Dietrich

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