14 gennaio 2012

Economisti francesi chiedono uno "smantellamento concertato dell'Euro"

In un appello pubblicato su Le Monde il 23 dicembre, un gruppo di autorevoli economisti di diverso orientamento politico ha chiesto il ritorno alle monete nazionali in Europa, per evitare un'"esplosione incontrollata". Così facendo, ha infranto pubblicamente un tabù.

Echeggiando la campagna di Jacques Cheminade, gli economisti raccomandano di istituire una "vacanza bancaria" simile a quella decretata da Roosevelt nel 1933, per il periodo necessario alla conversione, e non mancano di sottolineare che l'abrogazione di Glass-Steagall fu una delle cause principali dell'attuale crisi finanziaria.

Notando le differenze tra le varie economie nazionali dell'Eurozona, il gruppo di economisti afferma che "la cocciutaggine dei governi nel gettarsi a testa bassa nel vicolo cieco dell'Euro può solo condurre ad un peggioramento generale della situazione economica". Per questo, propone di aprire "consultazioni europee che portino al necessario smantellamento dell'Euro".

by Movisol

Gli autorevoli economisti propongono sei misure. Per convertire tutti gli Euro nelle nuove monete nazionali, le vecchie banconote in Euro potrebbero essere timbrate e usate finché non siano stampate quelle nuove. Le monete vanno bene come sono, avendo un lato nazionale.

Dovrebbero essere stabilite parità monetarie tra le nuove valute, svalutando o rivalutando rispetto ad una unità di conto europea.

I prezzi di beni e servizi e il valore degli attivi e dei conti bancari non dovrebbero essere cambiati. Il debito pubblico va convertito nella rispettiva moneta nazionale, mentre il debito estero di operatori privati nell'unità di conto europea.

Tutti i governi dichiareranno una vacanza bancaria, chiudendo temporaneamente le banche per verificare quali siano solide e quali invece vadano deferite alla banca centrale. Durante questo periodo viene sospesa la quotazione azionaria. "Lo stato proteggerà i risparmiatori rilevando, se necessario, parti del sistema bancario".

Nello stesso periodo, il tasso nominale di cambio delle valute nazionali rimarrà stabile. In seguito sarà permessa la fluttuazione entro una banda del 10%. Gli economisti raccomandano di deprezzare l'Euro prima di smantellarlo. Essi propongono anche, come fa Cheminade, di abrogare la legge che nel 1973 vietò alla banca centrale di finanziare il debito pubblico (in Italia fu la legge del "divorzio" tra Bankitalia e Tesoro nel 1981), una legge consolidata nel Trattato di Maastricht prima e nel Trattato di Lisbona poi.

Per quanto utile, questo appello ha una grande lacuna: esso non spende una parola sull'economia fisica, sui grandi progetti o sulla necessità di investire nella ricerca e nelle tecnologie del domani.

Firmatari: Gabriel Colletis, Alain Cotta, Jean-Pierre Gérard, Jean-Luc Gréau, Roland Hureaux, Gérard Lafay, Philippe Murer, Laurent Pinsolle, Claude Rochet, Jacques Sapir, Philippe VIllin, Jean-Claude Werrebrouck.

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14 gennaio 2012

Economisti francesi chiedono uno "smantellamento concertato dell'Euro"

In un appello pubblicato su Le Monde il 23 dicembre, un gruppo di autorevoli economisti di diverso orientamento politico ha chiesto il ritorno alle monete nazionali in Europa, per evitare un'"esplosione incontrollata". Così facendo, ha infranto pubblicamente un tabù.

Echeggiando la campagna di Jacques Cheminade, gli economisti raccomandano di istituire una "vacanza bancaria" simile a quella decretata da Roosevelt nel 1933, per il periodo necessario alla conversione, e non mancano di sottolineare che l'abrogazione di Glass-Steagall fu una delle cause principali dell'attuale crisi finanziaria.

Notando le differenze tra le varie economie nazionali dell'Eurozona, il gruppo di economisti afferma che "la cocciutaggine dei governi nel gettarsi a testa bassa nel vicolo cieco dell'Euro può solo condurre ad un peggioramento generale della situazione economica". Per questo, propone di aprire "consultazioni europee che portino al necessario smantellamento dell'Euro".

by Movisol

Gli autorevoli economisti propongono sei misure. Per convertire tutti gli Euro nelle nuove monete nazionali, le vecchie banconote in Euro potrebbero essere timbrate e usate finché non siano stampate quelle nuove. Le monete vanno bene come sono, avendo un lato nazionale.

Dovrebbero essere stabilite parità monetarie tra le nuove valute, svalutando o rivalutando rispetto ad una unità di conto europea.

I prezzi di beni e servizi e il valore degli attivi e dei conti bancari non dovrebbero essere cambiati. Il debito pubblico va convertito nella rispettiva moneta nazionale, mentre il debito estero di operatori privati nell'unità di conto europea.

Tutti i governi dichiareranno una vacanza bancaria, chiudendo temporaneamente le banche per verificare quali siano solide e quali invece vadano deferite alla banca centrale. Durante questo periodo viene sospesa la quotazione azionaria. "Lo stato proteggerà i risparmiatori rilevando, se necessario, parti del sistema bancario".

Nello stesso periodo, il tasso nominale di cambio delle valute nazionali rimarrà stabile. In seguito sarà permessa la fluttuazione entro una banda del 10%. Gli economisti raccomandano di deprezzare l'Euro prima di smantellarlo. Essi propongono anche, come fa Cheminade, di abrogare la legge che nel 1973 vietò alla banca centrale di finanziare il debito pubblico (in Italia fu la legge del "divorzio" tra Bankitalia e Tesoro nel 1981), una legge consolidata nel Trattato di Maastricht prima e nel Trattato di Lisbona poi.

Per quanto utile, questo appello ha una grande lacuna: esso non spende una parola sull'economia fisica, sui grandi progetti o sulla necessità di investire nella ricerca e nelle tecnologie del domani.

Firmatari: Gabriel Colletis, Alain Cotta, Jean-Pierre Gérard, Jean-Luc Gréau, Roland Hureaux, Gérard Lafay, Philippe Murer, Laurent Pinsolle, Claude Rochet, Jacques Sapir, Philippe VIllin, Jean-Claude Werrebrouck.

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