29 gennaio 2012

L’elite globale nasconde 18 trilioni di dollari nelle banche offshore


Di recente, il fatto che Mitt Romney – in corsa per le presidenziali USA – abbia milioni di dollari parcheggiati alle Isole Cayman ha riempito i titoli di tutto il mondo. Ma se passiamo alle banche offshore, i milioni di Romney sono spiccioli. La verità è che l’elite globale sta nascondendo nelle banche offshore una quantità di denaro che è semplicemente inimmaginabile. Stando ad una indagine sconcertante condotta dall’IMF (Fondo Monetario Internazionale), l’elite globale nasconde nelle banche offshore la somma di 18 trilioni di dollari.Tale cifra non tiene in conto i soldi depositati in Svizzera; anche questi sono una cifra incredibile. Per darvi un’idea, tenete a mente che il PIL USA del 2010 è stato di soli 14,5 trilioni di dollari. Dunque, perchè l’elite globale si prende tutta questa fatica di nascondere i soldi nelle banche offshore?

Due sono le ragioni essenziali: la prima è la privacy, la seconda la bassa tassazione.

La privacy è un tema veramente importante per quelli che sono coinvolti in operazioni illegali, tipo il traffico di droga; ma la ragione principale per la quale le persone spostano i loro soldi nelle banche offshore è per evitare le tasse. Alcuni aprono conti in nazioni estere perchè vogliono legalmente ridurre al minimo le proprie tasse, altri invece li aprono perchè vogliono evaderle illegalmente. Sareste veramente sorpresi dallo scoprire quello che grosse aziende e singoli privati fanno per evitare di pagare le tasse. Sfortunatamente, la grande maggioranza di noi non ha le cifre, o le conoscenze, necessarie per giocare a questo gioco, così siamo tassati fino alla disperazione.

Dunque, perchè le chiamano banche offshore (letteralmente fuori costa, ndt)?

Il termine ha origine con riferimento alle banche delle Isole del Canale (della Manica) che erano fuori dalle coste inglesi; ed infatti la maggior parte delle banche offshore sono tuttora collocate su isole. Le Bermuda, le Bahamas, le Isole Cayman e l’Isola di Man ne sono esempi. Altre località con banche offhsore quali il Principato di Monaco non sono minimamente fuori dalle coste, ma il termine è ugualmente valido.

È tradizione che queste centri di banche offshore siano molto attraenti sia per i criminali che per l’elite globale (dov’è la differenza? Ndt) perchè non diranno a nessuno – governi inclusi – del denaro lì parcheggiato chiunque ce l’abbia messo.

In questi giorni, alcuni governi – in particolare quello USA – stanno cercando di cambiare le cose, ma di sicuro la fine del sistema delle banche offshore non la vedremo presto. La quantità di denaro che transita per queste banche è assolutamente incredibile. È stato calcolato che l80% di tutte le transazioni del sistema bancario internazionale abbia luogo per tramite di queste banche offshore. 1,4 trilioni di dollari sono parcheggiati nelle banche offshore delle sole Isole Cayman.

In un articolo del Guardian
si è stimato che un terzo della ricchezza dell’intero pianeta sia depositata in banche offshore, altri ritengono che un quantitativo pari alla metà di tutto il capitale mondiale passi, in un modo o nell’altro, attraverso le banche offshore.

Ovviamente, tutto questo evitare le tassazioni significa che i governi del mondo stanno perdendo una montagna di denaro.

Si calcola che il governo USA perda 100 miliardi di dollari l’anno a causa di queste banche offshore. Altri collocano la cifra molto più in alto. Evitare le tasse è un gioco nel quale l’elite globale è maestra: loro giocano un tipo di gioco completamente diverso da quello che giochiamo tu ed io. Loro non se ne stanno lì fermi, seduti, a farsi spennare dalle tasse. Loro, invece, pagano i migliori esperti ed usano qualsiasi trucco contabile per potersi tenere quanti più soldi possono.

Ai giorni nostri, avvantaggiarsi dei paradisi fiscali offshore non è così complicato da farsi. Quello che segue è un recente articolo pubblicato su Politico...

Uno scenario plausibile è il seguente: affido un mandato ad un consulente. Questi, nel fare il suo lavoro, mi chiama e mi dice che se io firmo una serie di documenti e faccio transitare i miei soldi attraverso una piccola isola dei Caraibi, posso conservare una fetta più grossa dei miei guadagni e pagare meno tasse. Potrei aver guadagnato i miei soldi in America, ma legalmente posso affermare che di fatto sono stati guadagnati in un paradiso fiscale.

È legale, e forse parecchi di noi dovrebbero prenderlo in considerazione.

Dopo tutto, se giochini del genere funzionano con Mitt Romney, perchè non dovrebbero funzionare con noi? Durante una pausa della campagna elettorale, Romney ha detto quanto segue...

«Posso garantire che seguo le leggi fiscali».

Io gli credo fermamente: ma è quello che poi aggiunge che mi fa riflettere...

«E se cè una possibilità di risparmiare sulle tasse, io, come chiunque altro nel nostro Paese, cerco di approfittarne».

Ed io gli credo fermamente anche in questo caso.

La ABC News ha recentemente rivelato che la Bain Capital ha costituito alle Isole Cayman 138 differenti fondi offshore. È una cosa che deve funzionare piuttosto bene se devi ripeterla 138 volte. Ma la Bain Capital è impegnata altrettanto intensamente anche in altri centri con banche offshore.

Una fra le più importanti scatole vuote costituita dalla Bain Capital ai Caraibi, si chiamava Sankaty High Yield Asset Investors Ltd: non aveva nessun ufficio alle Bermuda, neppure aveva lì del personale; però, ha aiutato i clienti della Bain Capital a risparmiare una bella montagna di tasse.

Quanto segue è tratto da un articolo del 2007 pubblicato dal Los Angeles Times

.... Alle Bermuda, Romney era presidente ed unico azionista – per quattro anni – della Sankaty High Yield Asset Investors Ltd., canalizzava i soldi nella famiglia di fondi di investimento a rischio Sankati, della Bain Capital, fondi che investono in titoli di Stato ed obbligazioni societarie, come in mutui bancari.

Come migliaia di analoghe istituzioni finanziarie, Sankati non ha nessun ufficio alle Bermuda. La sua unica presenza consiste in una targhetta presso uno studio legale del centro di Hamilton, la capitale del territorio dell’isola britannica.

«Fondamentalmente è una casella postale», questo ha detto Marc B. Wolpow, che ha lavorato per nove anni con Romney alla Bain Capital e che costituì la Sankai Ltd., nell’ottobre del 1997, senza nemmeno aver mai visitato le Bermuda. «Non cè nessuno lì che vi lavori, a parte degli avvocati».

La quantità di denaro che è attualmente canalizzata dalla Sankaty è semplicemente sconcertante...

Stando ad un portavoce, oggi la Bain Capital gestisce portafogli per 60 miliardi di dollari. La cifra comprende 23 miliardi di dollari di fondi Sankati di credito e debito. Attualmente alle Bermuda sono attive una dozzina di affiliate Sankati, stando ai registri societari.

I fondi di investimento in debiti della Sankati sono strutturati come affiliate nel Delaware, dove producono delle entrate tassabili investendo su titoli obbligazionari a tasso fisso ed altri strumenti di debito. In base alle leggi fiscali, anche le istituzioni USA esentasse possono ricadere in un’aliquota del 35% se investono direttamente in tali fondi; mentre investendo per tramite di una società con sede alle Bermuda, le tasse sono legalmente evitate, questo a detta degli esperti.

Tutto ciò è perfettamente legale.

Nessuno avrà il minimo problema da tali comportamenti.

Tenendo i soldi in banche offshore, gli stessi gestori di questi fondi evitano la tassazione.

Victor Fleischer – un docente di fiscalità alla University of Colorado Law School – ha spiegato recentemente come la cosa funzioni...

«Lidea dietro alcune delle strategie delle Isole Cayman era che i guadagni ottenuti dai gestori dei fondi per gestire il denaro, erano conseguiti offshore nelle Isole Cayman ed il principale beneficio è che tu puoi procrastinare la data di tale tuo guadagno fino a quando non reinvesti nelle stesse Isole Cayman tali tue entrate, ma nemmeno nessuno di tali reinvestimenti sarà tassato, almeno finchè non lo ritiri».

È questo quello che faceva Romney?

Non lo sapremo, finchè non mostrerà le sue dichiarazioni dei redditi e delle tasse pagate.

Quello che invece sappiamo, è che Romney ha milioni di dollari suoi investiti in paradisi fiscali offshore.

Quanto segue proviene da ABC News...

Romney, oltre a pagare il minimo possibile sui suoi guadagni finanziari, ha perlomeno 8 milioni di dollari investiti in almeno 12 fondi registrati alle Isole Cayman. Un altro investimento, che Romney dice sia tra i 5 ed i 25 milioni di dollari, in base al deposito titoli risulta essere domiciliato alle Cayman.

Ma Romney non ha solo soldi domiciliati alle Isole Cayman. Apparentemente ha soldi sparsi fra tutti i vari paradisi fiscali.

Ecco quanto risulta da un articolo su Reuters...

I fondi Bain nei quali Romney ha investito, stando ad un’indagine Reuters su dati azionari, sono sparpagliati dal Delaware alle Isole Cayman, dalle Bermuda all’Irlanda e fino ad Hong Kong.

C’è qualcosa di sbagliato in tutto ciò?

Beh, dipende da come definiamo sbagliato.

Certo quello che Romney fa è perfettamente legale.

Però puzza. Jack Blum – avvocato di Washington – riferendosi alle finanze di Romney ha recentemente detto ad ABC News quanto segue ...

«Le sue finanze personali sono un esempio paradigmatico di cosa non funzioni nel sistema fiscale americano».

Dunque, adesso abbiamo alcuni spunti sul perchè Romney non voglia divulgare le sue vecchie dichiarazioni dei redditi. Come detto in precedenza, però, quello che sta facendo Romney sono pinzillacchere rispetto a quello che fanno i veri ricchi.

Il Congresso USA sta cercando di mettere le mani sulle banche offshore, ma i veri ricchi gli sono sempre due o tre passi avanti. Gli ultra-ricchi si spingono fino a qualsiasi estremo pur di non pagare le tasse.

Di fatto, il Washington Post ha pubblicato che un numero crescente di benestanti sta di fatto rinunciando alla propria cittadinanza piuttosto che fare i conti con l’ira dell’Agenzia delle Entrate (IRS negli USA, ndt).

Gli ultra-ricchi non sono comunque minimamente preoccupati per questo fatto della cittadinanza. Se vogliono influire su di una elezione, possono farlo molto pesantemente semplicemente con una donazione milionaria, piuttosto che mettendo insieme i pochi voti che hanno.

In un precedente articolo, ho descritto come gli ultra-ricchi usino il sistema delle banche offshore come sistema bancario ombra che segue delle regole che la maggior parte della gente neanche sa esistano...

È un sistema bancario ombra della quale la maggioranza degli americani ignora fin la sola esistenza. La maggior parte degli americani non ha le possibilità di costituire, in una mezza dozzina di Paesi esteri, delle società che siano delle scatole vuote in modo da poter filtrare i propri profitti. La maggior parte degli americani non sa nulla di quei complicati piani per evitare le tasse, piani che sono messi a punto da fiscalisti e che si chiamano Double Irish o Dutch Sandwich. La maggior parte degli americani non ha idea di come potrebbe far arrivare alle Bermuda il grosso dei propri guadagni, ed evitare di pagare le tasse.

La maggior parte dell’elite globale non si preoccupa minimamente del fatto che il debito USA sia proiettato a livelli stratosferici: tutto quello di cui si preoccupa è di potersi tenere in tasca quanto più denaro possibile dei propri soldi.

Naturalmente, esistono sempre le eccezioni. Recentemente, Warren Buffett ha staccato un assegno da 49.000 dollari, per il Tesoro USA, per aiutare a ripagare il debito nazionale. Considerando però il fatto che il debito nazionale USA cresce ad un ritmo di più di 100 milioni di dollari l’ora, il suo gesto non cambia molto le cose.

Il nostro sistema è rotto fin nel profondo, e l’elite globale si allontana lasciando cadaveri per strada. Nei decenni, hanno messo a punto con cura le regole in modo che la quantità maggiore possibile di ricchezza finisse nelle loro tasche, e che lì rimanesse.

Naturalmente, se eliminassimo totalmente gli attuali sistemi di tassazione personale e societaria, e li sostituissimo con dei sistemi totalmente nuovi, ci libereremmo in una sola volta di tutti questi trucchi.

Quante probabilità pensate ci siano?
Fonte > The economic collapse

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29 gennaio 2012

L’elite globale nasconde 18 trilioni di dollari nelle banche offshore


Di recente, il fatto che Mitt Romney – in corsa per le presidenziali USA – abbia milioni di dollari parcheggiati alle Isole Cayman ha riempito i titoli di tutto il mondo. Ma se passiamo alle banche offshore, i milioni di Romney sono spiccioli. La verità è che l’elite globale sta nascondendo nelle banche offshore una quantità di denaro che è semplicemente inimmaginabile. Stando ad una indagine sconcertante condotta dall’IMF (Fondo Monetario Internazionale), l’elite globale nasconde nelle banche offshore la somma di 18 trilioni di dollari.Tale cifra non tiene in conto i soldi depositati in Svizzera; anche questi sono una cifra incredibile. Per darvi un’idea, tenete a mente che il PIL USA del 2010 è stato di soli 14,5 trilioni di dollari. Dunque, perchè l’elite globale si prende tutta questa fatica di nascondere i soldi nelle banche offshore?

Due sono le ragioni essenziali: la prima è la privacy, la seconda la bassa tassazione.

La privacy è un tema veramente importante per quelli che sono coinvolti in operazioni illegali, tipo il traffico di droga; ma la ragione principale per la quale le persone spostano i loro soldi nelle banche offshore è per evitare le tasse. Alcuni aprono conti in nazioni estere perchè vogliono legalmente ridurre al minimo le proprie tasse, altri invece li aprono perchè vogliono evaderle illegalmente. Sareste veramente sorpresi dallo scoprire quello che grosse aziende e singoli privati fanno per evitare di pagare le tasse. Sfortunatamente, la grande maggioranza di noi non ha le cifre, o le conoscenze, necessarie per giocare a questo gioco, così siamo tassati fino alla disperazione.

Dunque, perchè le chiamano banche offshore (letteralmente fuori costa, ndt)?

Il termine ha origine con riferimento alle banche delle Isole del Canale (della Manica) che erano fuori dalle coste inglesi; ed infatti la maggior parte delle banche offshore sono tuttora collocate su isole. Le Bermuda, le Bahamas, le Isole Cayman e l’Isola di Man ne sono esempi. Altre località con banche offhsore quali il Principato di Monaco non sono minimamente fuori dalle coste, ma il termine è ugualmente valido.

È tradizione che queste centri di banche offshore siano molto attraenti sia per i criminali che per l’elite globale (dov’è la differenza? Ndt) perchè non diranno a nessuno – governi inclusi – del denaro lì parcheggiato chiunque ce l’abbia messo.

In questi giorni, alcuni governi – in particolare quello USA – stanno cercando di cambiare le cose, ma di sicuro la fine del sistema delle banche offshore non la vedremo presto. La quantità di denaro che transita per queste banche è assolutamente incredibile. È stato calcolato che l80% di tutte le transazioni del sistema bancario internazionale abbia luogo per tramite di queste banche offshore. 1,4 trilioni di dollari sono parcheggiati nelle banche offshore delle sole Isole Cayman.

In un articolo del Guardian
si è stimato che un terzo della ricchezza dell’intero pianeta sia depositata in banche offshore, altri ritengono che un quantitativo pari alla metà di tutto il capitale mondiale passi, in un modo o nell’altro, attraverso le banche offshore.

Ovviamente, tutto questo evitare le tassazioni significa che i governi del mondo stanno perdendo una montagna di denaro.

Si calcola che il governo USA perda 100 miliardi di dollari l’anno a causa di queste banche offshore. Altri collocano la cifra molto più in alto. Evitare le tasse è un gioco nel quale l’elite globale è maestra: loro giocano un tipo di gioco completamente diverso da quello che giochiamo tu ed io. Loro non se ne stanno lì fermi, seduti, a farsi spennare dalle tasse. Loro, invece, pagano i migliori esperti ed usano qualsiasi trucco contabile per potersi tenere quanti più soldi possono.

Ai giorni nostri, avvantaggiarsi dei paradisi fiscali offshore non è così complicato da farsi. Quello che segue è un recente articolo pubblicato su Politico...

Uno scenario plausibile è il seguente: affido un mandato ad un consulente. Questi, nel fare il suo lavoro, mi chiama e mi dice che se io firmo una serie di documenti e faccio transitare i miei soldi attraverso una piccola isola dei Caraibi, posso conservare una fetta più grossa dei miei guadagni e pagare meno tasse. Potrei aver guadagnato i miei soldi in America, ma legalmente posso affermare che di fatto sono stati guadagnati in un paradiso fiscale.

È legale, e forse parecchi di noi dovrebbero prenderlo in considerazione.

Dopo tutto, se giochini del genere funzionano con Mitt Romney, perchè non dovrebbero funzionare con noi? Durante una pausa della campagna elettorale, Romney ha detto quanto segue...

«Posso garantire che seguo le leggi fiscali».

Io gli credo fermamente: ma è quello che poi aggiunge che mi fa riflettere...

«E se cè una possibilità di risparmiare sulle tasse, io, come chiunque altro nel nostro Paese, cerco di approfittarne».

Ed io gli credo fermamente anche in questo caso.

La ABC News ha recentemente rivelato che la Bain Capital ha costituito alle Isole Cayman 138 differenti fondi offshore. È una cosa che deve funzionare piuttosto bene se devi ripeterla 138 volte. Ma la Bain Capital è impegnata altrettanto intensamente anche in altri centri con banche offshore.

Una fra le più importanti scatole vuote costituita dalla Bain Capital ai Caraibi, si chiamava Sankaty High Yield Asset Investors Ltd: non aveva nessun ufficio alle Bermuda, neppure aveva lì del personale; però, ha aiutato i clienti della Bain Capital a risparmiare una bella montagna di tasse.

Quanto segue è tratto da un articolo del 2007 pubblicato dal Los Angeles Times

.... Alle Bermuda, Romney era presidente ed unico azionista – per quattro anni – della Sankaty High Yield Asset Investors Ltd., canalizzava i soldi nella famiglia di fondi di investimento a rischio Sankati, della Bain Capital, fondi che investono in titoli di Stato ed obbligazioni societarie, come in mutui bancari.

Come migliaia di analoghe istituzioni finanziarie, Sankati non ha nessun ufficio alle Bermuda. La sua unica presenza consiste in una targhetta presso uno studio legale del centro di Hamilton, la capitale del territorio dell’isola britannica.

«Fondamentalmente è una casella postale», questo ha detto Marc B. Wolpow, che ha lavorato per nove anni con Romney alla Bain Capital e che costituì la Sankai Ltd., nell’ottobre del 1997, senza nemmeno aver mai visitato le Bermuda. «Non cè nessuno lì che vi lavori, a parte degli avvocati».

La quantità di denaro che è attualmente canalizzata dalla Sankaty è semplicemente sconcertante...

Stando ad un portavoce, oggi la Bain Capital gestisce portafogli per 60 miliardi di dollari. La cifra comprende 23 miliardi di dollari di fondi Sankati di credito e debito. Attualmente alle Bermuda sono attive una dozzina di affiliate Sankati, stando ai registri societari.

I fondi di investimento in debiti della Sankati sono strutturati come affiliate nel Delaware, dove producono delle entrate tassabili investendo su titoli obbligazionari a tasso fisso ed altri strumenti di debito. In base alle leggi fiscali, anche le istituzioni USA esentasse possono ricadere in un’aliquota del 35% se investono direttamente in tali fondi; mentre investendo per tramite di una società con sede alle Bermuda, le tasse sono legalmente evitate, questo a detta degli esperti.

Tutto ciò è perfettamente legale.

Nessuno avrà il minimo problema da tali comportamenti.

Tenendo i soldi in banche offshore, gli stessi gestori di questi fondi evitano la tassazione.

Victor Fleischer – un docente di fiscalità alla University of Colorado Law School – ha spiegato recentemente come la cosa funzioni...

«Lidea dietro alcune delle strategie delle Isole Cayman era che i guadagni ottenuti dai gestori dei fondi per gestire il denaro, erano conseguiti offshore nelle Isole Cayman ed il principale beneficio è che tu puoi procrastinare la data di tale tuo guadagno fino a quando non reinvesti nelle stesse Isole Cayman tali tue entrate, ma nemmeno nessuno di tali reinvestimenti sarà tassato, almeno finchè non lo ritiri».

È questo quello che faceva Romney?

Non lo sapremo, finchè non mostrerà le sue dichiarazioni dei redditi e delle tasse pagate.

Quello che invece sappiamo, è che Romney ha milioni di dollari suoi investiti in paradisi fiscali offshore.

Quanto segue proviene da ABC News...

Romney, oltre a pagare il minimo possibile sui suoi guadagni finanziari, ha perlomeno 8 milioni di dollari investiti in almeno 12 fondi registrati alle Isole Cayman. Un altro investimento, che Romney dice sia tra i 5 ed i 25 milioni di dollari, in base al deposito titoli risulta essere domiciliato alle Cayman.

Ma Romney non ha solo soldi domiciliati alle Isole Cayman. Apparentemente ha soldi sparsi fra tutti i vari paradisi fiscali.

Ecco quanto risulta da un articolo su Reuters...

I fondi Bain nei quali Romney ha investito, stando ad un’indagine Reuters su dati azionari, sono sparpagliati dal Delaware alle Isole Cayman, dalle Bermuda all’Irlanda e fino ad Hong Kong.

C’è qualcosa di sbagliato in tutto ciò?

Beh, dipende da come definiamo sbagliato.

Certo quello che Romney fa è perfettamente legale.

Però puzza. Jack Blum – avvocato di Washington – riferendosi alle finanze di Romney ha recentemente detto ad ABC News quanto segue ...

«Le sue finanze personali sono un esempio paradigmatico di cosa non funzioni nel sistema fiscale americano».

Dunque, adesso abbiamo alcuni spunti sul perchè Romney non voglia divulgare le sue vecchie dichiarazioni dei redditi. Come detto in precedenza, però, quello che sta facendo Romney sono pinzillacchere rispetto a quello che fanno i veri ricchi.

Il Congresso USA sta cercando di mettere le mani sulle banche offshore, ma i veri ricchi gli sono sempre due o tre passi avanti. Gli ultra-ricchi si spingono fino a qualsiasi estremo pur di non pagare le tasse.

Di fatto, il Washington Post ha pubblicato che un numero crescente di benestanti sta di fatto rinunciando alla propria cittadinanza piuttosto che fare i conti con l’ira dell’Agenzia delle Entrate (IRS negli USA, ndt).

Gli ultra-ricchi non sono comunque minimamente preoccupati per questo fatto della cittadinanza. Se vogliono influire su di una elezione, possono farlo molto pesantemente semplicemente con una donazione milionaria, piuttosto che mettendo insieme i pochi voti che hanno.

In un precedente articolo, ho descritto come gli ultra-ricchi usino il sistema delle banche offshore come sistema bancario ombra che segue delle regole che la maggior parte della gente neanche sa esistano...

È un sistema bancario ombra della quale la maggioranza degli americani ignora fin la sola esistenza. La maggior parte degli americani non ha le possibilità di costituire, in una mezza dozzina di Paesi esteri, delle società che siano delle scatole vuote in modo da poter filtrare i propri profitti. La maggior parte degli americani non sa nulla di quei complicati piani per evitare le tasse, piani che sono messi a punto da fiscalisti e che si chiamano Double Irish o Dutch Sandwich. La maggior parte degli americani non ha idea di come potrebbe far arrivare alle Bermuda il grosso dei propri guadagni, ed evitare di pagare le tasse.

La maggior parte dell’elite globale non si preoccupa minimamente del fatto che il debito USA sia proiettato a livelli stratosferici: tutto quello di cui si preoccupa è di potersi tenere in tasca quanto più denaro possibile dei propri soldi.

Naturalmente, esistono sempre le eccezioni. Recentemente, Warren Buffett ha staccato un assegno da 49.000 dollari, per il Tesoro USA, per aiutare a ripagare il debito nazionale. Considerando però il fatto che il debito nazionale USA cresce ad un ritmo di più di 100 milioni di dollari l’ora, il suo gesto non cambia molto le cose.

Il nostro sistema è rotto fin nel profondo, e l’elite globale si allontana lasciando cadaveri per strada. Nei decenni, hanno messo a punto con cura le regole in modo che la quantità maggiore possibile di ricchezza finisse nelle loro tasche, e che lì rimanesse.

Naturalmente, se eliminassimo totalmente gli attuali sistemi di tassazione personale e societaria, e li sostituissimo con dei sistemi totalmente nuovi, ci libereremmo in una sola volta di tutti questi trucchi.

Quante probabilità pensate ci siano?
Fonte > The economic collapse

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