13 giugno 2013

Se la FED si "compra" l'Europa




La notizia è uscita molto in sordina qualche giorno addietro, e l'abbiamo commentata immediatamente in trasmissione su Raz24: la Fed, Banca Centrale Usa, starebbe pensando seriamente di intervenire sui mercati per acquistare dei titoli di Stato dei Paesi europei in difficoltà. 

Mentre in Europa si discute a non finire sull'operato della Banca Centrale Europea in merito agli "aiuti" indiretti agli Stati per calmierare l'ascesa dei tassi di interesse, proprio mediante l'acquisto di parte del debito pubblico dei vari Paesi, ora parrebbe che anche la Fed stia per intervenire in "nostro" soccorso.

Tutto parte, e per ora finisce, da una frase pronunciata da Ben Bernanke un po' di tempo addietro. Questa: «La Fed ha l'autorità per acquistare sia debito pubblico nazionale sia debito pubblico straniero»
In Italia è stata riportata pochissimo a suo tempo, ma ora iniziano alcune timide analisi in concomitanza con le turbolenze europee proprio su questo tema. Al di là della possibilità o meno che tale operazione possa avere inizio in grande stile, visto che è difficile che la Fed, una volta presa la decisione, lo faccia con interventi a basso profilo, è però tema che va analizzato a fondo. Perché nel caso le implicazioni per i Paesi europei sarebbero enormi.
Intanto chiariamo un punto: al momento, noi, non abbiamo ulteriori conferme dell'operazione, dunque invece di dare la cosa per certa salvo poi fare finta di nulla ove il tutto non dovesse concretizzarsi, preferiamo invece dedicarci ad alcune supposizioni in punta di logica. Anche perché queste, da sole, come vedremo sono più che sufficienti per avvalorare la tesi e le parole di Bernanke.
La cosa ha più di qualche reale possibilità, chiariamolo. Intanto perché la Federal Reserve, oltre alle operazioni monstre interne, cioè l'immissione di enormi masse di liquidità in Usa, già è attiva e praticamente da sempre sui mercati esteri. Poi perché, come cercheremo di spiegare, l'operazione rientra in una logica cristallina. 
Già a suo tempo la Fed intervenne in Europa concedendo denaro a varie Banche in difficoltà. Ma il passaggio ipotizzato verso un intervento anche sui titoli di Stato apre diversi altri scenari. Un conto è intervenire per acquistare parte delle Banche, un conto differente, come si intuisce, è invece andare ad acquistare parte dei debiti sovrani degli Stati. Questi ultimi, tra i quali il nostro, si troverebbero di fatto a essere "posseduti", quota parte, proprio dalla Fed. Nel momento in cui firmiamo delle cambiali, cioè, nello specifico, dei titoli di Stato, diventiamo debitori verso qualcuno, il che di fatto ha enorme influenza su di noi.
Prima sintesi parziale: se la Fed acquista il nostro debito pubblico, a meno che un giorno, o prima o poi, per un verso o per un altro, con un meccanismo o un altro, non decidiamo di ripudiarlo (cosa assai improbabile, vista la classe politica che ci governa e la cittadinanza che la vota) ciò significa che diveniamo in quota parte proprietà degli Stati Uniti d'America, attraverso la Banca Centrale Usa. Basta questo per far capire l'importanza di questa indiscrezione?
Detto dell'urgenza del tema, resta ora da capire, ma non è difficile farlo, il motivo per il quale la Federal Reserve sarebbe ben pronta a intervenire in Europa. Una volta snocciolati i vari motivi per i quali sarebbe in procinto di farlo non ci si stupirà più nel prendere tale indiscrezione come, in realtà, una operazione ormai già messa in cantiere.
Che motivi e benefici avrebbe dunque la Fed ad acquistare debito pubblico europeo? 
Tanti. Differenti. Importanti. E alla fine dei conti, decisivi.
Intanto per fare spese da noi dovrebbe acquistare Euro, visto che non potrebbe comperare direttamente in Dollari. Questo non solo non è un problema per la Fed, visto che può stampare Dollari secondo necessità, ma diventa anche un beneficio diretto. Dopo aver fatto un accordo di swap con la Bce per proseguire con l'operazione, semplicemente stamperebbe denaro per andare ad acquistare Euro che poi userebbe per comperare i titoli di Stato. Il beneficio diretto, sempre per loro, sia chiaro, è quello che così facendo si creerebbe una situazione di ulteriore aumento di circolazione per il Dollaro, peraltro senza creare, in questo caso, problemi inflazionistici. Aumentare la circolazione del Dollaro, ricordiamolo, gli sarebbe utile per evitare che salgano troppo i prezzi delle materie prime e del petrolio, che è un altro problema che al momento si trova a dover fronteggiare. Potrebbe, in tal caso, ridurre un po' il pompaggio interno di liquidità, che enormi pericolosità comunque le ha, e allo stesso tempo mantenere alto il valore di cambio delle altre monete rispetto al Dollaro. Ergo, gli Usa sarebbero, come effetto indiretto, avvantaggiati nelle esportazioni, con i benefici connessi all'economia interna.
Ma c'è anche il lato geopolitico, prima di passare a quello prettamente economico, finanziario e predatorio.
Andiamo per ordine. Gli Usa, soprattutto oggi, hanno assoluto bisogno che l'Europa non collassi economicamente e politicamente. La situazione attuale europea, disastrata dal punto di vista dell'occupazione e dunque della società nel suo complesso, è un problema enorme per gli Usa nel caso in cui essi dovessero intervenire militarmente in tanti scenari di guerra che si stanno aprendo, o che intende aprire per continuare a perseguire interessi da noi e in Medio Oriente. 
Rammentiamo cosa è successo con la Libia, ad esempio, o in Mali, dove complici le situazioni non felici dei Paesi europei ci sono state adesioni piuttosto timide agli interventi di fatto decisi dagli Usa. Ecco, ciò gli Stati Uniti non possono permetterselo. E ancora meno possono permettersi che l'Europa diventi a guida prettamente tedesca come in pratica avviene già da anni.
Per gli Usa l'Europa deve essere in buona salute e stabile, sia per essere utilizzata come mercato di sbocco per i prodotti statunitensi sia per essere usata alla bisogna come alleato strategico per perseguire gli interessi a stelle e strisce nel vecchio continente e ancora più a Oriente.
Dal punto di vista economico e finanziario, inoltre, le cose sono ancora più chiare. E più spietate, ovviamente: in Europa gli Usa possono venire a fare un mucchio di denaro. L'economia statunitense è alla strenua ricerca del rilancio e dell'aumento dell'occupazione. Ora, aprendo e tenendo vivi i mercati europei, sostenendo i debiti pubblici acquistando i titoli di Stato come ventilato da Bernanke, gli Usa beneficerebbero di milioni di nuovi posti di lavoro in patria. Da loro si produce di più, e si crea occupazione, perché l'Europa può iniziare nuovamente ad acquistare. Chiaro, no?
Ma non solo. Il punto dirimente, e pericoloso, è un altro. Questo: se la Fed "ci compera", allora la finanza statunitense può attivarsi ancora di più nella gestione delle nostre economie. Ribadiamolo: se il nostro debito pubblico è in loro mani, sono quelle mani che ci inizieranno a guidare sempre più direttamente. Da noi c'è da fare enormi affari a prezzi di saldo: le sofferenze bancarie e quelle immobiliari, ad esempio, sono note. E su queste si avventerebbero ancora di più gli Usa. Ma ancora: entrando a gamba tesa nel nostro continente, e facendolo forti dell'aiuto concessoci con l'acquisto dei titoli di Stato, gli Usa avrebbero gioco facile a imporsi presso di noi rispetto la deriva del momento. Spieghiamo: al momento tra Fondi sovrani arabi e investitori cinesi e russi, l'Europa sta finendo spacchettata nelle mani orientali. Gli Usa non solo non vogliono permetterlo, ma vogliono partecipare alla spartizione e fare fuori gli altri il più possibile.
Tradotto in parole semplici: gli Usa, mediante la Fed, userebbero come moneta di scambio, o meglio come ricatto, il fatto di sostenerci con l'acquisto dei titoli di Stato dei Paesi di difficoltà. E noi ci caleremmo le braghe su tutto il fronte.
Altro aspetto, anzi due, collegati all'operazione. Il primo: se si realizzasse questo scenario, tutto il rigore tedesco andrebbe a farsi benedire e la Germania sarebbe fatta fuori, dal punto di vista politico ed economico, rispetto allo scenario europeo che invece adesso domina. Resteranno calmi, dalle parti del Bundestag? Difficile crederlo. Il secondo: potrebbe innescarsi una "corsa all'aiuto". Perché mai, di fronte alle spese della Fed, dovrebbero rimanere ferme invece la Cina o il Giappone? E che effetti avrebbe una nuova corsa a sostenerci sull'economia interna?
Facile: tornerebbe una sorta di euforia e gli europei tornerebbero a fare acquisti felici, contenti e soprattutto ignari. Inconsapevoli di aver subito un nuovo piano Marshall, magari a doppia tenaglia - Usa e Cina - e questa volta con effetti definitivi sulla propria sovranità.
Ultima cosa, en passant. Non perdiamo di vista un punto cardine: la Fed starebbe per venire a fare acquisti in Europa con una operazione estremamente semplice e indolore per gli Usa e invece molto dolorosa per noi. Loro ci comprerebbero semplicemente stampando moneta dal nulla. Come le banconote del Monopoli, mentre noi saremmo legati a quel punto mani e piedi molto di più rispetto a quanto già non siamo adesso, dopo l'invasione europea della seconda guerra mondiale.

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13 giugno 2013

Se la FED si "compra" l'Europa




La notizia è uscita molto in sordina qualche giorno addietro, e l'abbiamo commentata immediatamente in trasmissione su Raz24: la Fed, Banca Centrale Usa, starebbe pensando seriamente di intervenire sui mercati per acquistare dei titoli di Stato dei Paesi europei in difficoltà. 

Mentre in Europa si discute a non finire sull'operato della Banca Centrale Europea in merito agli "aiuti" indiretti agli Stati per calmierare l'ascesa dei tassi di interesse, proprio mediante l'acquisto di parte del debito pubblico dei vari Paesi, ora parrebbe che anche la Fed stia per intervenire in "nostro" soccorso.

Tutto parte, e per ora finisce, da una frase pronunciata da Ben Bernanke un po' di tempo addietro. Questa: «La Fed ha l'autorità per acquistare sia debito pubblico nazionale sia debito pubblico straniero»
In Italia è stata riportata pochissimo a suo tempo, ma ora iniziano alcune timide analisi in concomitanza con le turbolenze europee proprio su questo tema. Al di là della possibilità o meno che tale operazione possa avere inizio in grande stile, visto che è difficile che la Fed, una volta presa la decisione, lo faccia con interventi a basso profilo, è però tema che va analizzato a fondo. Perché nel caso le implicazioni per i Paesi europei sarebbero enormi.
Intanto chiariamo un punto: al momento, noi, non abbiamo ulteriori conferme dell'operazione, dunque invece di dare la cosa per certa salvo poi fare finta di nulla ove il tutto non dovesse concretizzarsi, preferiamo invece dedicarci ad alcune supposizioni in punta di logica. Anche perché queste, da sole, come vedremo sono più che sufficienti per avvalorare la tesi e le parole di Bernanke.
La cosa ha più di qualche reale possibilità, chiariamolo. Intanto perché la Federal Reserve, oltre alle operazioni monstre interne, cioè l'immissione di enormi masse di liquidità in Usa, già è attiva e praticamente da sempre sui mercati esteri. Poi perché, come cercheremo di spiegare, l'operazione rientra in una logica cristallina. 
Già a suo tempo la Fed intervenne in Europa concedendo denaro a varie Banche in difficoltà. Ma il passaggio ipotizzato verso un intervento anche sui titoli di Stato apre diversi altri scenari. Un conto è intervenire per acquistare parte delle Banche, un conto differente, come si intuisce, è invece andare ad acquistare parte dei debiti sovrani degli Stati. Questi ultimi, tra i quali il nostro, si troverebbero di fatto a essere "posseduti", quota parte, proprio dalla Fed. Nel momento in cui firmiamo delle cambiali, cioè, nello specifico, dei titoli di Stato, diventiamo debitori verso qualcuno, il che di fatto ha enorme influenza su di noi.
Prima sintesi parziale: se la Fed acquista il nostro debito pubblico, a meno che un giorno, o prima o poi, per un verso o per un altro, con un meccanismo o un altro, non decidiamo di ripudiarlo (cosa assai improbabile, vista la classe politica che ci governa e la cittadinanza che la vota) ciò significa che diveniamo in quota parte proprietà degli Stati Uniti d'America, attraverso la Banca Centrale Usa. Basta questo per far capire l'importanza di questa indiscrezione?
Detto dell'urgenza del tema, resta ora da capire, ma non è difficile farlo, il motivo per il quale la Federal Reserve sarebbe ben pronta a intervenire in Europa. Una volta snocciolati i vari motivi per i quali sarebbe in procinto di farlo non ci si stupirà più nel prendere tale indiscrezione come, in realtà, una operazione ormai già messa in cantiere.
Che motivi e benefici avrebbe dunque la Fed ad acquistare debito pubblico europeo? 
Tanti. Differenti. Importanti. E alla fine dei conti, decisivi.
Intanto per fare spese da noi dovrebbe acquistare Euro, visto che non potrebbe comperare direttamente in Dollari. Questo non solo non è un problema per la Fed, visto che può stampare Dollari secondo necessità, ma diventa anche un beneficio diretto. Dopo aver fatto un accordo di swap con la Bce per proseguire con l'operazione, semplicemente stamperebbe denaro per andare ad acquistare Euro che poi userebbe per comperare i titoli di Stato. Il beneficio diretto, sempre per loro, sia chiaro, è quello che così facendo si creerebbe una situazione di ulteriore aumento di circolazione per il Dollaro, peraltro senza creare, in questo caso, problemi inflazionistici. Aumentare la circolazione del Dollaro, ricordiamolo, gli sarebbe utile per evitare che salgano troppo i prezzi delle materie prime e del petrolio, che è un altro problema che al momento si trova a dover fronteggiare. Potrebbe, in tal caso, ridurre un po' il pompaggio interno di liquidità, che enormi pericolosità comunque le ha, e allo stesso tempo mantenere alto il valore di cambio delle altre monete rispetto al Dollaro. Ergo, gli Usa sarebbero, come effetto indiretto, avvantaggiati nelle esportazioni, con i benefici connessi all'economia interna.
Ma c'è anche il lato geopolitico, prima di passare a quello prettamente economico, finanziario e predatorio.
Andiamo per ordine. Gli Usa, soprattutto oggi, hanno assoluto bisogno che l'Europa non collassi economicamente e politicamente. La situazione attuale europea, disastrata dal punto di vista dell'occupazione e dunque della società nel suo complesso, è un problema enorme per gli Usa nel caso in cui essi dovessero intervenire militarmente in tanti scenari di guerra che si stanno aprendo, o che intende aprire per continuare a perseguire interessi da noi e in Medio Oriente. 
Rammentiamo cosa è successo con la Libia, ad esempio, o in Mali, dove complici le situazioni non felici dei Paesi europei ci sono state adesioni piuttosto timide agli interventi di fatto decisi dagli Usa. Ecco, ciò gli Stati Uniti non possono permetterselo. E ancora meno possono permettersi che l'Europa diventi a guida prettamente tedesca come in pratica avviene già da anni.
Per gli Usa l'Europa deve essere in buona salute e stabile, sia per essere utilizzata come mercato di sbocco per i prodotti statunitensi sia per essere usata alla bisogna come alleato strategico per perseguire gli interessi a stelle e strisce nel vecchio continente e ancora più a Oriente.
Dal punto di vista economico e finanziario, inoltre, le cose sono ancora più chiare. E più spietate, ovviamente: in Europa gli Usa possono venire a fare un mucchio di denaro. L'economia statunitense è alla strenua ricerca del rilancio e dell'aumento dell'occupazione. Ora, aprendo e tenendo vivi i mercati europei, sostenendo i debiti pubblici acquistando i titoli di Stato come ventilato da Bernanke, gli Usa beneficerebbero di milioni di nuovi posti di lavoro in patria. Da loro si produce di più, e si crea occupazione, perché l'Europa può iniziare nuovamente ad acquistare. Chiaro, no?
Ma non solo. Il punto dirimente, e pericoloso, è un altro. Questo: se la Fed "ci compera", allora la finanza statunitense può attivarsi ancora di più nella gestione delle nostre economie. Ribadiamolo: se il nostro debito pubblico è in loro mani, sono quelle mani che ci inizieranno a guidare sempre più direttamente. Da noi c'è da fare enormi affari a prezzi di saldo: le sofferenze bancarie e quelle immobiliari, ad esempio, sono note. E su queste si avventerebbero ancora di più gli Usa. Ma ancora: entrando a gamba tesa nel nostro continente, e facendolo forti dell'aiuto concessoci con l'acquisto dei titoli di Stato, gli Usa avrebbero gioco facile a imporsi presso di noi rispetto la deriva del momento. Spieghiamo: al momento tra Fondi sovrani arabi e investitori cinesi e russi, l'Europa sta finendo spacchettata nelle mani orientali. Gli Usa non solo non vogliono permetterlo, ma vogliono partecipare alla spartizione e fare fuori gli altri il più possibile.
Tradotto in parole semplici: gli Usa, mediante la Fed, userebbero come moneta di scambio, o meglio come ricatto, il fatto di sostenerci con l'acquisto dei titoli di Stato dei Paesi di difficoltà. E noi ci caleremmo le braghe su tutto il fronte.
Altro aspetto, anzi due, collegati all'operazione. Il primo: se si realizzasse questo scenario, tutto il rigore tedesco andrebbe a farsi benedire e la Germania sarebbe fatta fuori, dal punto di vista politico ed economico, rispetto allo scenario europeo che invece adesso domina. Resteranno calmi, dalle parti del Bundestag? Difficile crederlo. Il secondo: potrebbe innescarsi una "corsa all'aiuto". Perché mai, di fronte alle spese della Fed, dovrebbero rimanere ferme invece la Cina o il Giappone? E che effetti avrebbe una nuova corsa a sostenerci sull'economia interna?
Facile: tornerebbe una sorta di euforia e gli europei tornerebbero a fare acquisti felici, contenti e soprattutto ignari. Inconsapevoli di aver subito un nuovo piano Marshall, magari a doppia tenaglia - Usa e Cina - e questa volta con effetti definitivi sulla propria sovranità.
Ultima cosa, en passant. Non perdiamo di vista un punto cardine: la Fed starebbe per venire a fare acquisti in Europa con una operazione estremamente semplice e indolore per gli Usa e invece molto dolorosa per noi. Loro ci comprerebbero semplicemente stampando moneta dal nulla. Come le banconote del Monopoli, mentre noi saremmo legati a quel punto mani e piedi molto di più rispetto a quanto già non siamo adesso, dopo l'invasione europea della seconda guerra mondiale.

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