05 ottobre 2006

Il papa nero:il controllore dell'Umanita'?


L'ex vescovo del Guatemala Gerard Bouffard ha affermato che il Vaticano è "il vero controllore spirituale" degli Illuminati e del Nuovo Ordine Mondiale, mentre i Gesuiti, tramite il Papa Nero, il padre generale Peter Hans Kolvenbach , controllano effettivamente la gerarchia vaticana e la Chiesa Cattolica Romana.

Il vescovo Bouffard, che ha lasciato la Chiesa ed ora è un Cristiano Rinato che vive in Canada, ha raggiunto la sua conclusione dopo aver lavorato sei anni come sacerdote in Vaticano, incaricato del compito di trasmettere la corrispondenza giornaliera riservata tra il Papa ed i dirigenti dell'Ordine dei Gesuiti, che risiede in Borgo Santo Spirito n° 5, nei pressi di Piazza di San Pietro.

"Sì, l'uomo conosciuto come il Papa Nero controlla tutte le più importanti decisioni prese dal Papa e questi a sua volta controlla gli Illuminati",
ha dichiarato il vescovo Bouffard la settimana scorsa nel corso della trasmissione radiofonica di Greg Szymanski, The Investigative Journal, all'indirizzo www.gcnlive.com, dove le registrazioni di queste dichiarazioni sorprendenti possono essere ascoltate nella loro interezza.

"So che questo è vero, in quanto ho lavorato per anni in Vaticano ed ho viaggiato con Papa Giovanni Paolo II. Il Papa prende i suoi ordini di marcia dal Papa Nero, mentre i Gesuiti sono anche i leader del Nuovo Ordine Mondiale, con il compito di infiltrare le altre religioni ed i governi del mondo, allo scopo di realizzare un unico governo mondiale fascista ed una religione mondiale unica, basata sul Satanismo e Lucifero".

"Le persone non possono immaginare quanto male e quanta distruzione i Gesuiti abbiano causato e causeranno, mentre contemporaneamente usano la perfetta copertura di nascondersi dietro tuniche nere e di professarsi uomini di Dio".

La conoscenza di prima mano da parte del vescovo Bouffard del male che aleggia all'interno della gerarchia del Vaticano e particolarmente entro l'Ordine dei Gesuiti conferma la testimonianza di altri ricercatori, compreso Bill Hughes, autore degli sconvolgenti libri The Enemy Unmasked e The Secret Terrorists, come pure il preminente ricercatore sull' Ordine dei Gesuiti Eric Jon Phelps, autore di Vatican Assassins.

Oltre a dipingere un cupo ritratto del Papa Nero in Roma, il vescovo Bouffard rivela che il potere malefico dei Gesuiti si estende da un capo all'altro del mondo, inclusa una solida infiltrazione del governo Usa, del Consiglio delle Relazioni Estere (CFR) e delle maggiori organizzazioni religiose.

Il vescovo Buffard proclama che i Gesuiti agiscono come perfetti camaleonti, assumendo l'identità di Protestanti, Mormoni, Battisti e Giudei, con l'intenzione di causare il tracollo degli Usa così come di portare la nazione sotto una religione mondiale unica, fondata in Gerusalemme e sotto il controllo del loro leader, Lucifero.

"Io so di prima mano che il Vaticano controlla e monìtora ogni cosa in Israele, con l'intenzione di distruggere i Giudei", ha affermato il vescovo Bouffard, aggiungendo che l'autentico proposito dell'Ordine dei Gesuiti è quello di orchestrare e controllare tutti i leader del mondo, allo scopo di provocare un più importante conflitto esteso al mondo intero, che alla fine distruggerà gli Usa, il Medio Oriente ed Israele. "Essi distruggono ogni cosa dall'interno e vogliono provocare la distruzione pure della stessa Chiesa Cattolica, allo scopo di inaugurare una religione mondiale unica basata sul Satanismo. Ciò si vede anche nel modo in cui i sacerdoti svolgono i servizi religiosi nella Messa, in effetti venerando i morti . Inoltre segni di Satanismo si riscontrano in molti simboli esteriori, consuetudini e paramenti esibiti dalla Chiesa".
DI GREG SZYMANSKI
The Arctic Beacon

02 ottobre 2006

La guerra al Terrorismo è un inganno collettivo?


Cosa hanno in comune Henry Kissinger, George W. Bush, Charles Krauthammer (1), George Soros ed il Papa?

Sono tutti mezzi-busti Illuminati e, eccetto Soros, la settimana scorsa battevano i tamburi della propaganda a favore di un completamente ingiustificato e catastrofico "scontro di civiltà", cioè la 3a Guerra Mondiale.
Soros, invece, ha rilasciato delle dichiarazioni realmente sensate. Sfortunatamente, solo "Cybercast News Service" le ha riportate.

Giovedì scorso il miliardario (in dollari) e filantropo George Soros ha equiparato l'amministrazione Bush ai regimi socialisti e comunisti, mentre criticava la guerra al terrore intrapresa dagli Usa.

L'attivista politico liberal ha affermato che la strategia Usa di combattere una "guerra" contro il terrorismo è "falsa" e che costituisce una "lugubre e scoraggiante situazione".

Agli intervenuti presso la "Fondazione Carnegie per la Pace Internazionale" Soros ha dichiarato: "Fronteggiamo una montatura di estrema falsità, quando parliamo di una "guerra al terrorismo", ed ormai essa viene universalmente accettata".

"Ognuno ormai riconosce che l'invasione dell'Iraq è stata un errore grossolano, ma la guerra al terrorismo è ancora il contesto accettato da Democratici e Repubblicani indistintamente", ha inoltre dichiarato Soros. "E' una falsa, fuorviante, controproducente, distruttiva montatura".

Mi auguro che il discorso di Soros rappresentasse una sincera retromarcia e la ricerca del buonsenso da parte dei banchieri Illuminati. Più verosimilmente è solo un tentativo da parte dei Rothschild e dei Rockefeller di strappare il controllo dalle mani dell'incapace Bush. In definitiva anche loro sono responsabili dell'11 settembre e della guerra al terrorismo, ma intendono trarre vantaggio dalla rivolta contro il Presidente assediato, creando una falsa opposizione.

Un fatto è certo. La guerra al terrorismo è un inganno collettivo, orchestrato da una ristretta cerchia di persone. George W. Bush è l'Imperatore senza abiti. Secondo l'Agenzia dei servizi segreti tedeschi (BND) Bush ricevette tre precisi avvertimenti precedenti l'11 settembre da Germania, Francia e Russia, e li tenne nascosti. George W. Bush è il terrorista contro cui mette in guardia.

Il rapporto dei servizi segreti tedeschi è autentico, secondo me. Al governo tedesco fu chiesto di disconoscerlo, ma esso si rifiutò. Nessuno è stato capace di confutarne anche un solo dettaglio in 4 anni.

Il Rapporto tedesco contiene informazioni di cui nessun falsario avrebbe potuto disporre. Per esempio riporta che il Mossad finanziò le operazioni correlate all'11 settembre commerciando ecstasy negli USA. Il commercio della droga fu in seguito confermato da un rapporto DEA. Il Rapporto rivela anche un incontro segreto avvenuto l'11 luglio 2001, nel corso del quale gli Usa informarono Russia e Pakistan dei loro piani di attaccare l'Afghanistan in ottobre.

Non è possibile assistere al nuovo documentario "9-11 Press For Truth" senza concludere che l'amministrazione Bush sta effettuando un ostruzionismo accanito sull'11 settembre. Il film documenta gli sforzi infruttuosi delle famiglie delle vittime per ottenere credibili spiegazioni.

Bush e Cheney hanno agito come colpevoli: essi, alla prova dei fatti, hanno rifiutato di testimoniare sotto giuramento presso la Commissione per l'11 settembre! In seguito Bush ha avuto l'audacia di dire: "Sono contento di aver preso tempo". Ricordate che l'11 settembre è stato la scusa per lacerare la Costituzione, che egli aveva giurato di proteggere.

Il film procede sollevando un'altra sconvolgente possibilità: che la CIA tuttora sostenga i Talebani tramite lo ISI Pakistano. La CIA, come il Mossad e lo MI-6, rappresenta gli interessi dei banchieri Illuminati. I loro piani sono quelli di rovinare gli Usa attraverso costose guerre ed incorporarli nel Nuovo Ordine Mondiale. "9-11 Press For Truth" esamina in che modo gli Usa consentirono a Bin Laden di fuggire da Tora Bora ed autorizzarono un'evacuazione aerea dei quadri militari Talebani dalla città di Konduz.

La settimana scorsa Lisa Meyer della NBC ha riportato che in luglio, ad un aereo militare Usa senza pilota, fu impedito di attaccare un folto gruppo di Talebani riuniti per un funerale con la motivazione delle "regole di ingaggio". Io avverso l'invasione Usa-NATO dell' Afghanistan, ma questo evento ricorda Korea e Vietnam, guerre nelle quali gli Usa furono ostacolati dagli Illuminati.

"9-11 Press For Truth" manca di menzionare il ruolo del Mossad e molto di più, ma siano benvenute tutte le operazioni che fanno avanzare elementi di verità. Questo film fa parte di uno sforzo per attribuire tutta la colpa a Bush e ai Repubblicani, ma in questi tempi difficili metà della verità è preferibile a niente del tutto. Naturalmente anche Larry Silverstein e la alta gerarchia del partito Democratico sono complici.

In generale il "movimento per la verità sull'11 settembre" è la nostra migliore speranza per restaurare il buon senso ed opporre resistenza al fascismo. Gli eroi della "Verità sull'11 settembre" sono persone come Steve di Aspen, in Colorado, che mostra i film sull'11 settembre nel canale via cavo del luogo. Joe di Winnipeg ha inciso a proprie spese migliaia di DVD sull'11 settembre e li ha distribuiti a sconosciuti. Neil ha un nuovo sito, che offre video in streaming. Dobbiamo concedere riconoscimenti ed appoggio ad iniziative come questa. Si organizzino ricevimenti o concerti, focalizzati a far venire a galla la verità.

Non possiamo comprendere il mondo senza riconoscere che esso è largamente controllato dai banchieri centrali con sede a Londra, che hanno creato un monopolio truffaldino sulla gestione del credito nella maggioranza delle nazioni. Il "Denaro" non è altro che un prestito gravato di interessi e concesso al governo, che i banchieri hanno creato dal niente. Allo scopo di proteggere questa attività illegale redditizia, ma costituita di furti, i banchieri sono determinati a farci schiavi, usando mezzi sofisticati di controllo sociale e mentale.

Jesse Helms non era un teorico della cospirazione. Ma, in un discorso al Congresso il 15 dicembre 1987, il futuro leader della maggioranza al Senato mise in guardia che lo "establishment orientale" stava preparando un "sistematico stato di guerra psicologica" contro il popolo Usa, per instaurare un governo mondiale. Egli indirizzò questo energico attacco al sistema della Federal Reserve (2).

Ovviamente i banchieri Illuminati non credono in un Dio di amore. Progenitori del Comunismo, adorano Lucifero, la cui ribellione ispira in loro la negazione delle leggi naturali (p.e. le differenze uomo-donna) e realtà spirituali come verità e giustizia. Essi vogliono conformare la realtà secondo i loro propri fini. Vogliono essere Dio. La più recente loro invenzione è l'11 settembre e la guerra al terrorismo. Distruggere questa macchinazione è cruciale per mantenere il governo di Dio sulla terra.

Henry Makow

30 settembre 2006

L'opinione non è più libera


La gente immagina di avere opinioni proprie, non quelle dei grandi magnati corporativi che competono per colonizzare la sfera pubblica. Non siamo proprio così liberi di pensare come crediamo.

Juergen Habermas, filosofo, storico e sociologo tedesco, è spesso citato, tra i molteplici studi accademici, per il grandissimo contributo dato alla sociologia ed alla teoria critica. Il suo risultato più prestigioso, tuttavia, consiste nell’introduzione del concetto di “sfera pubblica”, un fenomeno la cui nascita fa risalire all’Europa del XVIII secolo e che venne costretto ad un prematuro letargo dalle stesse forze che ne decretarono l’inizio.
La “sfera pubblica” teorizzata da Habermas potè svilupparsi grazie alla sua vantaggiosa nonchè logica specificità nello spazio e nel tempo: l’Inghilterra del XVIII secolo. La nascita della cultura borghese, insieme con lo sviluppo della democrazia liberale, diede vita ad una popolazione sempre più istruita con interessi, diritti ed aspettative ben definite. La frequentazione dei Caffè e di altri luoghi pubblici come punti di incontro per il dialogo permise alla borghesia inglese di creare la propria sfera pubblica, che contribuirà, infine, al formarsi dell’opinione pubblica. Le altre democrazie occidentali, e tanto più la Francia con la sua innegabile esperienza di cittadinanza attiva, sarebbero state presto coinvolte in questo cambiamento crescente.

Naturalmente l’idea di Habermas, come qualsiasi altra intuizione rivoluzionaria, diede vita a discussioni e generò accaniti dibattiti. Alcuni affermarono che esistono, in realtà, varie “sfere pubbliche” sovrapposte e simultanee; altri negarono del tutto l’esistenza di tale concetto. La questione è chiaramente assai più complessa e non sembra destinata a risolversi in un breve arco di tempo. Le congetture di Habermas e le loro implicazioni, esposte per la prima volta nel 1962 in “The Structural Transformation of the Public Sphere: An Inquiry into a Category of Bourgeois Society” [La trasformazione strutturale della Sfera Pubblica: un’indagine sulla categoria della società borghese n.d.t.], continuano ad essere attuali e di estrema rilevanza.

La crescita e la persistenza della sfera pubblica nel XVIII e XIX secolo fu di enorme importanza, dal momento che riuscì infine a definire la relazione tra Stato e Società in modo decisamente più imparziale che in passato. Finalmente l’opinione pubblica contava qualcosa, o almeno così sembrava. Il modo in cui tale opinione veniva trasmessa richiedeva meno mezzi ed assai meno intermediari.
A prescindere dal dove cominci e dove finisca la “sfera pubblica”, dal momento che ha fallito più volte nel rappresentare adeguatamente le donne, le minoranze, i lavoratori ed altri gruppi storicamente marginalizzati, di certo è riuscita almeno nello stabilire i confini tra il “Mondo della vita” [life-world: in tedesco lebenswelt, mondo vitale n.d.t.] e il “Sitema”; il primo rappresenta la mutua solidarietà di coloro che sono coinvolti nel formare la sfera pubblica, il secondo riguarda lo Stato, il suo apparato e la sua relazione col potere e l’autorità.
Di norma, il rapporto dovrebbe essere di tipo elastico [push and pull: tira e molla n.d.t.], dove il Mondo della vita cerca di proteggere ed espandere il suo peso sociale e politico, mentre il Sistema tenta incessantemente di colonizzare la sfera pubblica ed il suo Mondo della vita. Giustamente, ci si aspetterebbe che una democrazia esemplare sia quella che offra un bilanciamento del potere tra la Società e lo Stato, in modo da tenere sotto controllo coloro che rappresentano l’autorità e proteggere la Società dal caos.

È chiaro che solide democrazie avrebbero ben poco interesse a regredire al livello dei regimi feudali ed autoritari di precedenti epoche storiche. Il XX secolo fu prova di tale affermazione, tanto quanto della rapida colonizzazione della sfera pubblica [da parte dello Stato] con mezzi che andavano al di là del potere e della coercizione: quelli del capitalismo.
Il capitalismo determinò l’iniqua distribuzione della ricchezza e, conseguentemente, del potere. Mentre nei secoli passati la sfera pubblica della borghesia aveva da tempo accettato la continua espansione del Mondo della vita, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, ancora una volta, ridefinì la relazione tra Società ed Autorità. Il Sistema aveva finalmente trovato il modo di penetrare la solidarietà di fatto del Mondo della vitaattraverso i recenti rapporti stabilitisi tra lo Stato ed i nuovi capitalisti. Questi si accorsero che era più redditizio tenere sotto controllo l’opinione pubblica, per compiacere lo Stato, in cambio di una parte del potere e dei privilegi che solo esso poteva garantire; la popolazione può continuare così a credere che la sua opinione conti qualcosa, mentre di fatto vale ben poco.

Questo può aiutarci a capire come mai Habermas, tra gli altri, abbia parlato di “ascesa e caduta” della sfera pubblica proprio nel momento in cui sembrava avessimo raggiunto un accesso ai mezzi di comunicazione mai visto prima. In breve, ciò che rimane della sfera pubblica è l’illusione che ce ne sia una.

Le idee di Habermas non richiedono spiegazioni convincenti per essere comprese; sono evidenti di per sè. Tuttavia, un articolo su “The Guardian” del primo luglio a firma di Lance Prince, ex consulente d’immagine [media advisor] del Primo Ministro inglese, ha riportato il soggetto alla ribalta. Price afferma che il magnate dell’informazione Rupert Murdoch è probabilmente l’uomo più potente nel panorama mondiale dei mezzi di comunicazione. Murdoch, cittadino americano nato in Australia, possiede letteralmente una quota significativa dell’opinione pubblica attraverso il controllo del più vasto impero mediatico al mondo.
“Non ho mai incontrato il signor Murdoch, ma a volte, quando lavoravo a Downing Street [10 Downing St. è l’indirizzo della residenza e dell’ufficio del Primo Ministro inglese n.d.t.], avevo l’impressione che fosse il 24˚ membro del gabinetto. Raramente si sentiva la sua voce (ed allora si sarebbe potuto dire lo stesso di molti degli altri 23 membri), ma la sua presenza era sempre percepita”, scrive Price.
Murdoch “partecipò a molte sedute di emergenza al Ministero dell’Interno e si potrebbe scrivere un’interessantissima tesi di dottorato su come la sua stampa influenzò la politica del governo riguardo ai temi dell’immigrazione e del diritto d’asilo,” aggiunge l’autore del best-seller The Spin Doctor's Diary [“Diario di uno Spin Doctor” n.d.t.]. “È davvero ironico che, durante il suo primo anno alla guida del Partito Laburista, Tony Blair sia volato dall’altra parte della Terra per discutere con il signor Murdoch e i suoi dirigenti di “News International”(1) e che si appresti nuovamente a fare lo stesso il mese prossimo (luglio 2006), probabilmente l’ultimo del suo mandato.”
Per quanto incredibili possano sembrare, le rivelazioni di Price, un uomo che fu profondamente coinvolto nei lavori del governo britannico, appaiono assolutamente coerenti con il rafforzarsi del legame tra il mondo dei media ed i governi delle democrazie occidentali. Tale vincolo è poi particolarmente visibile nel caso degli Stati Uniti.

La relazione tra media e Stati, però, diventa ancora più pericolosa nel momento in cui entrambi si alleano, e non a caso, sullo stesso terreno ideologico. Murdoch è un ideologo di destra, pro Israele (è ben nota la sua amicizia con Ariel Sharon), e favorevole alla guerra. Nel 2003 [attacco e invasione dell’Iraq – NdT], ogni pagina editoriale della massa dei suoi 175 giornali sparsi per il mondo recitò lo stesso identico mantra guerrafondaio. Alcuni potrebbero aver candidamente pensato che tutti i media mondiali stessero convergendo indipendentemente verso un consenso unanime che vedeva nel presidente Bush colui che “si comporta con un profondo senso della morale e nel modo più opportuno”, per usare le parole dello stesso Murdoch, e che tale convergenza fosse un riflesso complessivo del consenso pubblico internazionale riguardo l’argomento. La realtà, tuttavia, era spiacevolmente un’altra.
Naturalmente, Murdoch, proprietario di numerosi giornali, stazioni televisive e mezzi di informazione in tutto il mondo, non è un’eccezione, ma la regola. Nel mondo dei media statunitensi, infatti, si sta verificando una convergenza costante che tende ad accentrare in mano a poche multinazionali, in un modo mai osservato prima, la proprietà di migliaia di stazioni radio e televisive, giornali, riviste, ecc. Mentre alcuni, all’oscuro di chi possieda cosa, cantano ancora le lodi della “libertà di stampa”, la democrazia si sta avviando verso un declino pericolosissimo: il “Mondo della vita”, come mai accaduto prima, sta cedendo di fronte al perenne dilagare del “Sistema”, ed ormai non esiste quasi più una vera “sfera pubblica”, almeno non in forma significativa.
Benchè gli Stati non siano più in grado di prevenire incidenti o di garantirsi un potere assoluto, hanno, però compreso l’inestimabile valore dei mezzi di comunicazione nel manipolare un’opinione pubblica favorevole e, guarda caso, coincidente con quella dello Stato stesso. In cambio, gli interessi commerciali e persino quelli ideologici di coloro che controllano i media sono sempre garantiti. Fino a quando tale correlazione non sarà riconosciuta appieno e resa inefficace, la democrazia reale procederà verso uno spaventoso declino, alla fine del quale un’efficace democrazia partecipativa verrà scalzata dalla mera retorica democratica, utile solo a soddisfare fini politici, ideologici ed infine imperialistici. Tale spirale discendente è destinata solo a peggiorare senza la fondamentale presa di coscienza che porti la collettività a riappropriarsi di ciò che le appartiene: la propria opinione, la propria sfera pubblica e la propria democrazia.

05 ottobre 2006

Il papa nero:il controllore dell'Umanita'?


L'ex vescovo del Guatemala Gerard Bouffard ha affermato che il Vaticano è "il vero controllore spirituale" degli Illuminati e del Nuovo Ordine Mondiale, mentre i Gesuiti, tramite il Papa Nero, il padre generale Peter Hans Kolvenbach , controllano effettivamente la gerarchia vaticana e la Chiesa Cattolica Romana.

Il vescovo Bouffard, che ha lasciato la Chiesa ed ora è un Cristiano Rinato che vive in Canada, ha raggiunto la sua conclusione dopo aver lavorato sei anni come sacerdote in Vaticano, incaricato del compito di trasmettere la corrispondenza giornaliera riservata tra il Papa ed i dirigenti dell'Ordine dei Gesuiti, che risiede in Borgo Santo Spirito n° 5, nei pressi di Piazza di San Pietro.

"Sì, l'uomo conosciuto come il Papa Nero controlla tutte le più importanti decisioni prese dal Papa e questi a sua volta controlla gli Illuminati",
ha dichiarato il vescovo Bouffard la settimana scorsa nel corso della trasmissione radiofonica di Greg Szymanski, The Investigative Journal, all'indirizzo www.gcnlive.com, dove le registrazioni di queste dichiarazioni sorprendenti possono essere ascoltate nella loro interezza.

"So che questo è vero, in quanto ho lavorato per anni in Vaticano ed ho viaggiato con Papa Giovanni Paolo II. Il Papa prende i suoi ordini di marcia dal Papa Nero, mentre i Gesuiti sono anche i leader del Nuovo Ordine Mondiale, con il compito di infiltrare le altre religioni ed i governi del mondo, allo scopo di realizzare un unico governo mondiale fascista ed una religione mondiale unica, basata sul Satanismo e Lucifero".

"Le persone non possono immaginare quanto male e quanta distruzione i Gesuiti abbiano causato e causeranno, mentre contemporaneamente usano la perfetta copertura di nascondersi dietro tuniche nere e di professarsi uomini di Dio".

La conoscenza di prima mano da parte del vescovo Bouffard del male che aleggia all'interno della gerarchia del Vaticano e particolarmente entro l'Ordine dei Gesuiti conferma la testimonianza di altri ricercatori, compreso Bill Hughes, autore degli sconvolgenti libri The Enemy Unmasked e The Secret Terrorists, come pure il preminente ricercatore sull' Ordine dei Gesuiti Eric Jon Phelps, autore di Vatican Assassins.

Oltre a dipingere un cupo ritratto del Papa Nero in Roma, il vescovo Bouffard rivela che il potere malefico dei Gesuiti si estende da un capo all'altro del mondo, inclusa una solida infiltrazione del governo Usa, del Consiglio delle Relazioni Estere (CFR) e delle maggiori organizzazioni religiose.

Il vescovo Buffard proclama che i Gesuiti agiscono come perfetti camaleonti, assumendo l'identità di Protestanti, Mormoni, Battisti e Giudei, con l'intenzione di causare il tracollo degli Usa così come di portare la nazione sotto una religione mondiale unica, fondata in Gerusalemme e sotto il controllo del loro leader, Lucifero.

"Io so di prima mano che il Vaticano controlla e monìtora ogni cosa in Israele, con l'intenzione di distruggere i Giudei", ha affermato il vescovo Bouffard, aggiungendo che l'autentico proposito dell'Ordine dei Gesuiti è quello di orchestrare e controllare tutti i leader del mondo, allo scopo di provocare un più importante conflitto esteso al mondo intero, che alla fine distruggerà gli Usa, il Medio Oriente ed Israele. "Essi distruggono ogni cosa dall'interno e vogliono provocare la distruzione pure della stessa Chiesa Cattolica, allo scopo di inaugurare una religione mondiale unica basata sul Satanismo. Ciò si vede anche nel modo in cui i sacerdoti svolgono i servizi religiosi nella Messa, in effetti venerando i morti . Inoltre segni di Satanismo si riscontrano in molti simboli esteriori, consuetudini e paramenti esibiti dalla Chiesa".
DI GREG SZYMANSKI
The Arctic Beacon

02 ottobre 2006

La guerra al Terrorismo è un inganno collettivo?


Cosa hanno in comune Henry Kissinger, George W. Bush, Charles Krauthammer (1), George Soros ed il Papa?

Sono tutti mezzi-busti Illuminati e, eccetto Soros, la settimana scorsa battevano i tamburi della propaganda a favore di un completamente ingiustificato e catastrofico "scontro di civiltà", cioè la 3a Guerra Mondiale.
Soros, invece, ha rilasciato delle dichiarazioni realmente sensate. Sfortunatamente, solo "Cybercast News Service" le ha riportate.

Giovedì scorso il miliardario (in dollari) e filantropo George Soros ha equiparato l'amministrazione Bush ai regimi socialisti e comunisti, mentre criticava la guerra al terrore intrapresa dagli Usa.

L'attivista politico liberal ha affermato che la strategia Usa di combattere una "guerra" contro il terrorismo è "falsa" e che costituisce una "lugubre e scoraggiante situazione".

Agli intervenuti presso la "Fondazione Carnegie per la Pace Internazionale" Soros ha dichiarato: "Fronteggiamo una montatura di estrema falsità, quando parliamo di una "guerra al terrorismo", ed ormai essa viene universalmente accettata".

"Ognuno ormai riconosce che l'invasione dell'Iraq è stata un errore grossolano, ma la guerra al terrorismo è ancora il contesto accettato da Democratici e Repubblicani indistintamente", ha inoltre dichiarato Soros. "E' una falsa, fuorviante, controproducente, distruttiva montatura".

Mi auguro che il discorso di Soros rappresentasse una sincera retromarcia e la ricerca del buonsenso da parte dei banchieri Illuminati. Più verosimilmente è solo un tentativo da parte dei Rothschild e dei Rockefeller di strappare il controllo dalle mani dell'incapace Bush. In definitiva anche loro sono responsabili dell'11 settembre e della guerra al terrorismo, ma intendono trarre vantaggio dalla rivolta contro il Presidente assediato, creando una falsa opposizione.

Un fatto è certo. La guerra al terrorismo è un inganno collettivo, orchestrato da una ristretta cerchia di persone. George W. Bush è l'Imperatore senza abiti. Secondo l'Agenzia dei servizi segreti tedeschi (BND) Bush ricevette tre precisi avvertimenti precedenti l'11 settembre da Germania, Francia e Russia, e li tenne nascosti. George W. Bush è il terrorista contro cui mette in guardia.

Il rapporto dei servizi segreti tedeschi è autentico, secondo me. Al governo tedesco fu chiesto di disconoscerlo, ma esso si rifiutò. Nessuno è stato capace di confutarne anche un solo dettaglio in 4 anni.

Il Rapporto tedesco contiene informazioni di cui nessun falsario avrebbe potuto disporre. Per esempio riporta che il Mossad finanziò le operazioni correlate all'11 settembre commerciando ecstasy negli USA. Il commercio della droga fu in seguito confermato da un rapporto DEA. Il Rapporto rivela anche un incontro segreto avvenuto l'11 luglio 2001, nel corso del quale gli Usa informarono Russia e Pakistan dei loro piani di attaccare l'Afghanistan in ottobre.

Non è possibile assistere al nuovo documentario "9-11 Press For Truth" senza concludere che l'amministrazione Bush sta effettuando un ostruzionismo accanito sull'11 settembre. Il film documenta gli sforzi infruttuosi delle famiglie delle vittime per ottenere credibili spiegazioni.

Bush e Cheney hanno agito come colpevoli: essi, alla prova dei fatti, hanno rifiutato di testimoniare sotto giuramento presso la Commissione per l'11 settembre! In seguito Bush ha avuto l'audacia di dire: "Sono contento di aver preso tempo". Ricordate che l'11 settembre è stato la scusa per lacerare la Costituzione, che egli aveva giurato di proteggere.

Il film procede sollevando un'altra sconvolgente possibilità: che la CIA tuttora sostenga i Talebani tramite lo ISI Pakistano. La CIA, come il Mossad e lo MI-6, rappresenta gli interessi dei banchieri Illuminati. I loro piani sono quelli di rovinare gli Usa attraverso costose guerre ed incorporarli nel Nuovo Ordine Mondiale. "9-11 Press For Truth" esamina in che modo gli Usa consentirono a Bin Laden di fuggire da Tora Bora ed autorizzarono un'evacuazione aerea dei quadri militari Talebani dalla città di Konduz.

La settimana scorsa Lisa Meyer della NBC ha riportato che in luglio, ad un aereo militare Usa senza pilota, fu impedito di attaccare un folto gruppo di Talebani riuniti per un funerale con la motivazione delle "regole di ingaggio". Io avverso l'invasione Usa-NATO dell' Afghanistan, ma questo evento ricorda Korea e Vietnam, guerre nelle quali gli Usa furono ostacolati dagli Illuminati.

"9-11 Press For Truth" manca di menzionare il ruolo del Mossad e molto di più, ma siano benvenute tutte le operazioni che fanno avanzare elementi di verità. Questo film fa parte di uno sforzo per attribuire tutta la colpa a Bush e ai Repubblicani, ma in questi tempi difficili metà della verità è preferibile a niente del tutto. Naturalmente anche Larry Silverstein e la alta gerarchia del partito Democratico sono complici.

In generale il "movimento per la verità sull'11 settembre" è la nostra migliore speranza per restaurare il buon senso ed opporre resistenza al fascismo. Gli eroi della "Verità sull'11 settembre" sono persone come Steve di Aspen, in Colorado, che mostra i film sull'11 settembre nel canale via cavo del luogo. Joe di Winnipeg ha inciso a proprie spese migliaia di DVD sull'11 settembre e li ha distribuiti a sconosciuti. Neil ha un nuovo sito, che offre video in streaming. Dobbiamo concedere riconoscimenti ed appoggio ad iniziative come questa. Si organizzino ricevimenti o concerti, focalizzati a far venire a galla la verità.

Non possiamo comprendere il mondo senza riconoscere che esso è largamente controllato dai banchieri centrali con sede a Londra, che hanno creato un monopolio truffaldino sulla gestione del credito nella maggioranza delle nazioni. Il "Denaro" non è altro che un prestito gravato di interessi e concesso al governo, che i banchieri hanno creato dal niente. Allo scopo di proteggere questa attività illegale redditizia, ma costituita di furti, i banchieri sono determinati a farci schiavi, usando mezzi sofisticati di controllo sociale e mentale.

Jesse Helms non era un teorico della cospirazione. Ma, in un discorso al Congresso il 15 dicembre 1987, il futuro leader della maggioranza al Senato mise in guardia che lo "establishment orientale" stava preparando un "sistematico stato di guerra psicologica" contro il popolo Usa, per instaurare un governo mondiale. Egli indirizzò questo energico attacco al sistema della Federal Reserve (2).

Ovviamente i banchieri Illuminati non credono in un Dio di amore. Progenitori del Comunismo, adorano Lucifero, la cui ribellione ispira in loro la negazione delle leggi naturali (p.e. le differenze uomo-donna) e realtà spirituali come verità e giustizia. Essi vogliono conformare la realtà secondo i loro propri fini. Vogliono essere Dio. La più recente loro invenzione è l'11 settembre e la guerra al terrorismo. Distruggere questa macchinazione è cruciale per mantenere il governo di Dio sulla terra.

Henry Makow

30 settembre 2006

L'opinione non è più libera


La gente immagina di avere opinioni proprie, non quelle dei grandi magnati corporativi che competono per colonizzare la sfera pubblica. Non siamo proprio così liberi di pensare come crediamo.

Juergen Habermas, filosofo, storico e sociologo tedesco, è spesso citato, tra i molteplici studi accademici, per il grandissimo contributo dato alla sociologia ed alla teoria critica. Il suo risultato più prestigioso, tuttavia, consiste nell’introduzione del concetto di “sfera pubblica”, un fenomeno la cui nascita fa risalire all’Europa del XVIII secolo e che venne costretto ad un prematuro letargo dalle stesse forze che ne decretarono l’inizio.
La “sfera pubblica” teorizzata da Habermas potè svilupparsi grazie alla sua vantaggiosa nonchè logica specificità nello spazio e nel tempo: l’Inghilterra del XVIII secolo. La nascita della cultura borghese, insieme con lo sviluppo della democrazia liberale, diede vita ad una popolazione sempre più istruita con interessi, diritti ed aspettative ben definite. La frequentazione dei Caffè e di altri luoghi pubblici come punti di incontro per il dialogo permise alla borghesia inglese di creare la propria sfera pubblica, che contribuirà, infine, al formarsi dell’opinione pubblica. Le altre democrazie occidentali, e tanto più la Francia con la sua innegabile esperienza di cittadinanza attiva, sarebbero state presto coinvolte in questo cambiamento crescente.

Naturalmente l’idea di Habermas, come qualsiasi altra intuizione rivoluzionaria, diede vita a discussioni e generò accaniti dibattiti. Alcuni affermarono che esistono, in realtà, varie “sfere pubbliche” sovrapposte e simultanee; altri negarono del tutto l’esistenza di tale concetto. La questione è chiaramente assai più complessa e non sembra destinata a risolversi in un breve arco di tempo. Le congetture di Habermas e le loro implicazioni, esposte per la prima volta nel 1962 in “The Structural Transformation of the Public Sphere: An Inquiry into a Category of Bourgeois Society” [La trasformazione strutturale della Sfera Pubblica: un’indagine sulla categoria della società borghese n.d.t.], continuano ad essere attuali e di estrema rilevanza.

La crescita e la persistenza della sfera pubblica nel XVIII e XIX secolo fu di enorme importanza, dal momento che riuscì infine a definire la relazione tra Stato e Società in modo decisamente più imparziale che in passato. Finalmente l’opinione pubblica contava qualcosa, o almeno così sembrava. Il modo in cui tale opinione veniva trasmessa richiedeva meno mezzi ed assai meno intermediari.
A prescindere dal dove cominci e dove finisca la “sfera pubblica”, dal momento che ha fallito più volte nel rappresentare adeguatamente le donne, le minoranze, i lavoratori ed altri gruppi storicamente marginalizzati, di certo è riuscita almeno nello stabilire i confini tra il “Mondo della vita” [life-world: in tedesco lebenswelt, mondo vitale n.d.t.] e il “Sitema”; il primo rappresenta la mutua solidarietà di coloro che sono coinvolti nel formare la sfera pubblica, il secondo riguarda lo Stato, il suo apparato e la sua relazione col potere e l’autorità.
Di norma, il rapporto dovrebbe essere di tipo elastico [push and pull: tira e molla n.d.t.], dove il Mondo della vita cerca di proteggere ed espandere il suo peso sociale e politico, mentre il Sistema tenta incessantemente di colonizzare la sfera pubblica ed il suo Mondo della vita. Giustamente, ci si aspetterebbe che una democrazia esemplare sia quella che offra un bilanciamento del potere tra la Società e lo Stato, in modo da tenere sotto controllo coloro che rappresentano l’autorità e proteggere la Società dal caos.

È chiaro che solide democrazie avrebbero ben poco interesse a regredire al livello dei regimi feudali ed autoritari di precedenti epoche storiche. Il XX secolo fu prova di tale affermazione, tanto quanto della rapida colonizzazione della sfera pubblica [da parte dello Stato] con mezzi che andavano al di là del potere e della coercizione: quelli del capitalismo.
Il capitalismo determinò l’iniqua distribuzione della ricchezza e, conseguentemente, del potere. Mentre nei secoli passati la sfera pubblica della borghesia aveva da tempo accettato la continua espansione del Mondo della vita, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, ancora una volta, ridefinì la relazione tra Società ed Autorità. Il Sistema aveva finalmente trovato il modo di penetrare la solidarietà di fatto del Mondo della vitaattraverso i recenti rapporti stabilitisi tra lo Stato ed i nuovi capitalisti. Questi si accorsero che era più redditizio tenere sotto controllo l’opinione pubblica, per compiacere lo Stato, in cambio di una parte del potere e dei privilegi che solo esso poteva garantire; la popolazione può continuare così a credere che la sua opinione conti qualcosa, mentre di fatto vale ben poco.

Questo può aiutarci a capire come mai Habermas, tra gli altri, abbia parlato di “ascesa e caduta” della sfera pubblica proprio nel momento in cui sembrava avessimo raggiunto un accesso ai mezzi di comunicazione mai visto prima. In breve, ciò che rimane della sfera pubblica è l’illusione che ce ne sia una.

Le idee di Habermas non richiedono spiegazioni convincenti per essere comprese; sono evidenti di per sè. Tuttavia, un articolo su “The Guardian” del primo luglio a firma di Lance Prince, ex consulente d’immagine [media advisor] del Primo Ministro inglese, ha riportato il soggetto alla ribalta. Price afferma che il magnate dell’informazione Rupert Murdoch è probabilmente l’uomo più potente nel panorama mondiale dei mezzi di comunicazione. Murdoch, cittadino americano nato in Australia, possiede letteralmente una quota significativa dell’opinione pubblica attraverso il controllo del più vasto impero mediatico al mondo.
“Non ho mai incontrato il signor Murdoch, ma a volte, quando lavoravo a Downing Street [10 Downing St. è l’indirizzo della residenza e dell’ufficio del Primo Ministro inglese n.d.t.], avevo l’impressione che fosse il 24˚ membro del gabinetto. Raramente si sentiva la sua voce (ed allora si sarebbe potuto dire lo stesso di molti degli altri 23 membri), ma la sua presenza era sempre percepita”, scrive Price.
Murdoch “partecipò a molte sedute di emergenza al Ministero dell’Interno e si potrebbe scrivere un’interessantissima tesi di dottorato su come la sua stampa influenzò la politica del governo riguardo ai temi dell’immigrazione e del diritto d’asilo,” aggiunge l’autore del best-seller The Spin Doctor's Diary [“Diario di uno Spin Doctor” n.d.t.]. “È davvero ironico che, durante il suo primo anno alla guida del Partito Laburista, Tony Blair sia volato dall’altra parte della Terra per discutere con il signor Murdoch e i suoi dirigenti di “News International”(1) e che si appresti nuovamente a fare lo stesso il mese prossimo (luglio 2006), probabilmente l’ultimo del suo mandato.”
Per quanto incredibili possano sembrare, le rivelazioni di Price, un uomo che fu profondamente coinvolto nei lavori del governo britannico, appaiono assolutamente coerenti con il rafforzarsi del legame tra il mondo dei media ed i governi delle democrazie occidentali. Tale vincolo è poi particolarmente visibile nel caso degli Stati Uniti.

La relazione tra media e Stati, però, diventa ancora più pericolosa nel momento in cui entrambi si alleano, e non a caso, sullo stesso terreno ideologico. Murdoch è un ideologo di destra, pro Israele (è ben nota la sua amicizia con Ariel Sharon), e favorevole alla guerra. Nel 2003 [attacco e invasione dell’Iraq – NdT], ogni pagina editoriale della massa dei suoi 175 giornali sparsi per il mondo recitò lo stesso identico mantra guerrafondaio. Alcuni potrebbero aver candidamente pensato che tutti i media mondiali stessero convergendo indipendentemente verso un consenso unanime che vedeva nel presidente Bush colui che “si comporta con un profondo senso della morale e nel modo più opportuno”, per usare le parole dello stesso Murdoch, e che tale convergenza fosse un riflesso complessivo del consenso pubblico internazionale riguardo l’argomento. La realtà, tuttavia, era spiacevolmente un’altra.
Naturalmente, Murdoch, proprietario di numerosi giornali, stazioni televisive e mezzi di informazione in tutto il mondo, non è un’eccezione, ma la regola. Nel mondo dei media statunitensi, infatti, si sta verificando una convergenza costante che tende ad accentrare in mano a poche multinazionali, in un modo mai osservato prima, la proprietà di migliaia di stazioni radio e televisive, giornali, riviste, ecc. Mentre alcuni, all’oscuro di chi possieda cosa, cantano ancora le lodi della “libertà di stampa”, la democrazia si sta avviando verso un declino pericolosissimo: il “Mondo della vita”, come mai accaduto prima, sta cedendo di fronte al perenne dilagare del “Sistema”, ed ormai non esiste quasi più una vera “sfera pubblica”, almeno non in forma significativa.
Benchè gli Stati non siano più in grado di prevenire incidenti o di garantirsi un potere assoluto, hanno, però compreso l’inestimabile valore dei mezzi di comunicazione nel manipolare un’opinione pubblica favorevole e, guarda caso, coincidente con quella dello Stato stesso. In cambio, gli interessi commerciali e persino quelli ideologici di coloro che controllano i media sono sempre garantiti. Fino a quando tale correlazione non sarà riconosciuta appieno e resa inefficace, la democrazia reale procederà verso uno spaventoso declino, alla fine del quale un’efficace democrazia partecipativa verrà scalzata dalla mera retorica democratica, utile solo a soddisfare fini politici, ideologici ed infine imperialistici. Tale spirale discendente è destinata solo a peggiorare senza la fondamentale presa di coscienza che porti la collettività a riappropriarsi di ciò che le appartiene: la propria opinione, la propria sfera pubblica e la propria democrazia.