24 giugno 2007

Orwell docet in Palestina: Fatah=CIA


Fatah: lavorava per Israele, ecco le prove
PALESTINA - Oggi Hamas non ha pane per sfamare la gente di Gaza.
Ma ha molte più armi: 7.400 fucili americani d'assalto M-16, decine di mitragliatrici montate su automezzi, lanciarazzi tipo RPG, 800 mila proiettili, 18 veicoli corazzati portatruppe USA, 7 jeep corazzate.
Inoltre: 14 bulldozer di tipo militare del genere usato da Tsahal per abbattere le case palestinesi, ed otto grossi camion portanti cannoni ad acqua per disperdere la folla.
Tutto materiale preso a Fatah, dopo aver fatto irruzione nei quartieri della security di Fatah la settimana scorsa.
Valore: sui 400 milioni di dollari. Dono del contribuente degli Stati Uniti.
Con le armi, gli armati di Hamas hanno messo le mani su qualcosa di ancor più preoccupante: computer e documenti della CIA contenenti «informazioni sulla collaborazione tra Fatah e gli enti di sicurezza israeliani e americani; istruzioni CIA di come prevenire attacchi e contrattaccare; su come smantellare le cellule di Hamas; progetti di assassinio di membri di Hamas da parte di membri di Fatah; e studi americani sulla situazione di sicurezza a Gaza».
Così Aaron Klein, corrispondente ebreo del sito neocon WorldNet Daily.
Dunque è provato: Mahmoud Abbas, il presidente di Fatah preferito da Washington, aveva ricevuto dagli USA i mezzi per il colpo di Stato, onde distruggere Hamas, il governo eletto dai palestinesi.
Robert Baer, ex responsabile CIA per il Medio Oriente, è sicuro: la scoperta documentale della strettissima collaborazione di Fatah con la CIA è «un grave colpo» per l'Autorità Palestinese sostenuta dagli americani, e rivelerà i metodi con cui «addestravamo [i membri di Fatah] a spiare Hamas».
Ha aggiunto Baer: «Certo, lo slogan 'Fatah eguale CIA' non migliora l'immagine di Abbas».
Ma ormai Fatah non conta più sull'appoggio del suo popolo.
La sua forza è nel sostegno della soi-disant «comunità internazionale», ossia USA ed EU, spinte dalle lobby khazara.
Ne è indizio la nomina da parte di Abbas del suo primo ministro dipinto dai media come indipendente, Salam Fayyad: è un alto funzionario della Banca Mondiale, buon amico di Wolfowitz.
Ma non è tutto.
C'è il rischio per Washington di gravi complicazioni internazionali.
Fra il materiale caduto in mano ad Hamas ci sarebbero, sostiene Klein, anche informazioni sulle «reti della CIA in Medio Oriente», che i responsabili di Hamas vorrebbero rendere pubblici per «dimostrare la collaborazione tra gli americani e Paesi arabi traditori».
I regimi di questi Paesi possono crollare sotto la rabbia popolare.
Ecco perché Olmert, che ad Abbas non ha mai concesso nulla contribuendo fortemente alla sua impopolarità, ora giura e spergiura di aiutarlo in ogni modo; facendo spendere a Washington (che paga gli aiuti khazari) 86 milioni di dollari per pagare gli stipendi dei collaborazionisti.
Ecco perché Bush ha dato «il suo pieno appoggio» ad Abbas e al suo cosiddetto primo ministro della Banca Mondiale.
E Condi Rice ha gridato: «Hamas ha fatto la sua scelta. Ha voluto soffocare il dibattito democratico…ora è dovere della comunità internazionale sostenere quei palestinesi che vogliono costruire una vita migliore e un futuro di pace».
Il Ministero della Verità immaginato da Orwell non avrebbe potuto coniare una frase più truffaldina.
La verità è che il governo di Hamas è stato democraticamente eletto; che gli usraeliani hanno tentato in tutti i modi illegali e criminali di farlo cadere, non escluso un colpo di Stato di Fatah, e che non essendoci riusciti, ora ordinano di strangolare i palestinesi di Gaza, metterli alla fame e batterli coi cannoni khazari («una vita migliore e un futuro di pace»).
Ma, come tutte le direttive emanate dal regno di Khazaria, la menzogna spudorata diventa un ordine per i media europoidi.
Per i quali Hamas è «terrorista» (anche se non hanno più compiuto alcun attentato kamikaze da quando sono al governo), e i suoi «terroristi» - come se non avessero nulla di più urgente - hanno devastato il complesso cattolico di Al-Wardiya a Gaza.
Anche se il solo sacerdote lì presente, padre Musallam, si spolmona a ripetere: «Le persone che hanno compiuto questa barbarie stanno cercando di trascinarci nella lotta tra Hamas e Fatah», insomma è stata Khazaria.
In questo coro di servi, va notata la voce solitaria di Jimmy Carter: «Il rifiuto di Bush di accettare la vittoria elettorale di Hamas nel 2006 - una vittoria leale e democratica - è stato criminale. E condanna il popolo palestinese a conflitti sempre più gravi».
Un solo giornale ha riportato le parole di Carter: il Jerusalem Post.
Naturalmente, per additarlo come un bersaglio delle ritorsioni della nota lobby.
Purtroppo, Bush e Olmert hanno il tempo dalla loro, mentre la popolazione di Gaza ha i giorni contati.
Il nuovo ministro della guerra israeliano, Barak, sta pianificando una nuova invasione della Striscia, con 20 mila uomini, carri armati ed appoggio aereo, «nel giro di settimane».
«Il più grande campo di concentramento del mondo» (come l'ha definito Haniye, il primo ministro di Hamas) sta per subire un trattamento che non ha subìto alcun lager o gulag: il bombardamento degli internati.
E poi gli aguzzini dicono che terroristi sono gli altri.
Ma non va dimenticata la diplomazia, nel senso orwelliano fatto proprio da Bush.
George Bush ha una gran fretta di trovare un nuovo lavoro all'amico Tony Blair.
Prima, l'ha proposto per la Banca Mondiale.
Poi, come presidente a tempo pieno dell'Unione Europea (è lui che comanda in casa nostra).
Ora lo vuole fare plenipotenziario viaggiante per «la pace in Palestina», per «intensificare gli sforzi di pace fra Israele e l'Autorità Palestinese».
Anzi, tutto è già deciso: Blair sarà praticamente il capo del Quartetto, ossia dell'organo che ha tentato invano, ed è stato sempre più marginalizzato e disprezzato da Khazaria, di «fare la pace fra Israele e la Palestina».
Questo quartetto è composto da: ONU, Unione Europea, Stati Uniti e Russia.
Accetteranno i tre sui quattro di farsi comandare da Blair?
L'alleato più sicuro di Bush nelle sue disastrose guerre asiatiche, che ha perso per questo ogni credibilità persino in patria?
E' possibile che ad un simile individuo, bruciato presso le opinioni pubbliche non solo arabe, venga attribuita una qualche capacità di ottenere un qualche risultato «di pace»?
In un mondo non orwelliano, la sola proposizione di Blair sarebbe giudicato da tutte le diplomazie un atto di tracotanza intollerabile, e persino poco realistico.
Ma che importa?
Olmert ha fatto sapere di essere «molto favorevole al primo ministro Blair, dato il suo continuo impegno in Medio Oriente e nel processo di pace».
Frase che di per sé pare uscita da «1984»: dove, si sa, lo slogan più ripetuto è «La pace è guerra», insieme agli altri noti detti del Grande Fratello: «La libertà è schiavitù», e «L'ignoranza è forza».
Blair andrà a fare un'altra volta ciò che Israele vuole ed ordina.
E i Magdi Allam ci ripeteranno che la libertà dei palestinesi è in realtà schiavitù, e dunque bisogna rendere loro la schiavitù sotto Fatah, che è libertà.
E noi tutti applaudiremo perché, si sa, l'Ignoranza è Forza, e noi pratichiamo con fervore l'ignoranza.
Benvenuti sotto la dittatura di Khazaria, di cui siete volontari servi.
Che vergogna.
Maurizio Blondet

23 giugno 2007

Tunguska: quando la ricerca scientifica si dedica agli UFO



Dal 14 al 30 luglio 1999 una spedizione scientifica italiana si è recata nella regione di Tunguska (Siberia), teatro nel 1908 dell'esplosione di un oggetto cosmico.
La spedizione, battezzata "Tunguska99" è stata organizzata dal Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna, in collaborazione con l'Osservatorio Astronomico di Torino e l'Istituto di Geologia Marina (CNR di Bologna) e con il supporto sul posto del personale e dei ricercatori dell'Università di Tomsk (Russia).
La spedizione "Tunguska99" è un apporto ai programmi internazionali sulla scoperta e lo studio delle caratteristiche fisiche di asteroidi e comete potenzialmente pericolosi per l'umanità.
Eppure, si dice che qualcuno ha trovato tracce di materiali sconosciuti con incisi ideogrammi non ancora identificati. Qualcuno ha cancellato tali tracce e perchè?
Mario di martino e Giuseppe Longo parlano della spedizione:
I partecipanti e l'equipaggiamento della spedizione sono stati trasportati dall'Italia a Krasnoyarsk da un velivolo Iljushin IL-20M dell'Istituto Statale di Ricerca dei Sistemi Aerei (GosNIIAS) e da Krasnoyarsk a Tunguska da un elicottero MI-26.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati è stato costruito un campo base nella taiga ad alcune centinaia di chilometri dai centri abitati raggiungibili su strada.
La spedizione si prefiggeva un compito più vasto di quello della prima spedizione italiana organizzata dall'Università di Bologna nel 1991, volta alla ricerca di microparticelle dell'oggetto cosmico nella resina degli alberi (Longo et al., 1994; Serra et al., 1994).
Gli obiettivi principali della spedizione "Tunguska99" erano:
1) studiare la struttura e i sedimenti del lago Cheko, un piccolo specchio d'acqua prossimo all'epicentro dell'evento Tunguska;
2) eseguire un rilevamento fotografico aereo del luogo dell'esplosione;
3) raccogliere legno, torba e campioni di rocce;
4) monitorare i raggi gamma durante i voli Italia-Siberia-Italia e a Tunguska.

2.
Abbiamo effettuato uno studio geofisico/sedimentologico del lago Cheko, un piccolo lago (diametro di circa 500 metri) che si trova a 8 km dall'epicentro. Il nostro lavoro aveva due obiettivi principali: 1) verificare se la formazione del lago potesse essere correlata all'evento del 1908; 2) rilevare nella sequenza sedimentaria nel lago evidenze geofisiche e geochimiche dell'evento, dalle quali trarre informazioni sulla natura dell'oggetto cosmico.
Lo studio sul campo ha incluso l'acquisizione dei seguenti dati: a) morfobatimetria acustica; b) riflettività del fondale; c) indagini con scandaglio sonar; d) indagini acustiche a bassa frequenza e risoluzione per lo studio della stratigrafia del fondo del lago; e) indagini radar ad alta risoluzione per individuare le strutture dei sedimenti del lago (Pipan et al., 2000); f) carotaggi dei sedimenti.
Il lavoro successivo sarà focalizzato sull'analisi delle carote e sull'individuazione di possibili effetti fisici nella successione sedimentaria (ad es. frane delle pareti del fondale del lago), che potrebbero fornire importanti indizi circa l'energia dell'evento.

3.
E' stata compiuta un'analisi aerofotografica multispettrale impiegando il velivolo Iljushin IL-20M dell'Istituto Statale di Ricerca dei Sistemi Aerei (GosNILAS). L'analisi aerofotografica ha riguardato una superficie di oltre 230 km2 compresi tra le latitudini 60° 50' 00" N e 60° 58' 30" N e tra le longitudini 101° 45' 00" E e 102° 05' 00" E. Le immagini sono state realizzate in scala 1:8000 e 1:14000 con una copertura del 60% in longitudine e del 30% in latitudine.
Parallelamente è stata eseguita una scansione lineare simultanea in 6 bande spettrali, da quella ottica all'infrarosso termico: 0.43-0.51 µm, 0.50-0.59 µm, 0.61-0.69 µm, 0.76-0.90 µm e 8.0-12.5 µm.
Durante il volo, la posizione dell'aereo era continuamente monitorata con un sistema GPS ed in questo modo le coordinate erano collegate direttamente alle fotografie.
Contemporaneamente sono state misurate al suolo le coordinate geografiche di differenti punti appartenenti alla stessa area. Queste misurazioni al suolo con sistema GPS sono state eseguite con un errore inferiore a 20 m. I risultati dell'analisi aerofotografica e delle rilevazioni topografiche al suolo saranno utilizzati per riesaminare il materiale aerofotografico ottenuto nel 1938 sotto la direzione di L.A. Kulik (Kulik, 1939 e 1940), in modo da verificare alcuni particolari dell'esplosione del 1908 e verificare una recente ipotesi sull'evento (Nikolaev, 1998).

4.
Sono stati raccolti campioni di legno dagli alberi sopravvissuti all'esplosione del 1908 posti a differenti distanze dall'"epicentro" in modo da approfondire l'analisi eseguita dalla prima spedizione italiana nel 1991. E' stata raccolta una zolla di torba (50 x 20 x 70 cm) in un punto distante circa 500 m dal lago Cheko. Verranno eseguite l'analisi isotopica e l'esame dei pollini in modo da trovare indicazioni sulla composizione dell'oggetto cosmico. Si analizzeranno anche i pollini presenti nei carotaggi effettuati nei sedimenti del lago Cheko e nei campioni di torba prelevati da strati precedenti e successivi all'evento Tunguska. A tal fine sono stati raccolti campioni di fiori in diversi punti della zona. Lo studio dei pollini dovrebbe consentire di ottenere informazioni sui cambiamenti nella vegetazione a seguito dell'impatto del 1908. Si procederà allo studio della petrologia e della geochimica delle rocce ignee del Mesozoico che affiorano nella regione di Tunguska. Verranno analizzati i campioni raccolti dalla cosiddetta "John rock" al fine di individuare se la sua origine sia terrestre o cosmica. Si stanno esaminando anche due chilogrammi di ghiaia provenienti dal fondo del lago per individuare se la vetrificazione sia connessa con fenomeni vulcanici o sia imputabile all'evento Tunguska.

5.
Un rilevatore del gruppo VRC (Variazione della Radiazione Cosmica) dell'Università di Bologna ha monitorato i raggi gamma sia durante i viaggi aerei Italia-Siberia-Italia sia durante le due settimane di permanenza nella Riserva Naturale di Tunguska. Simili rilevatori sono stati utilizzati nel passato dal gruppo per studiare le variazioni dei raggi gamma dipendenti dall'attività solare, dal campo geomagnetico e dalle condizioni ambientali in Italia, Antartide, isole Svalbard, Himalaya e durante il viaggio per mare Italia-Antartide-Italia.
Al campo base i raggi gamma provenienti dalla radiazione cosmica e dall'ambiente sono stati costantemente monitorati a intervalli di 15 minuti, considerando le bande di energia tra 0.05-3 MeV e 3-10 MeV. Nelle vicinanze del lago Cheko si sono registrati radionuclidi generati dalle catene di decadimento del 238U e 232Th. I dati saranno ulteriormente esaminati per individuare altri radionuclidi di origine naturale o imputabili all'uomo. Le misurazioni effettuate in volo indicano una significativa variazione del flusso di raggi cosmici come conseguenza dell'attività solare.
A questo indirizzo tutte le foto ed anche altro sulla spedizione http://www-th.bo.infn.it/tunguska/index.html

21 giugno 2007

Viva la democrazia!


La "nostra" democrazia vista da un fan del sito di beppegrillo. Il comico della politica italiana.
"I partiti non fanno più politica. I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi.
I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c'è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente... Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.
Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano.
I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della Nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l’operato delle istituzioni.
La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.
Il consumismo individuale esasperato produce non solo dissipazione di ricchezza e storture produttive, ma anche insoddisfazione, smarrimento, infelicità.
Quando si chiedono sacrifici al Paese e si comincia con il chiederli ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili. Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l'operazione non può riuscire."
fonte beppegrillo.it

24 giugno 2007

Orwell docet in Palestina: Fatah=CIA


Fatah: lavorava per Israele, ecco le prove
PALESTINA - Oggi Hamas non ha pane per sfamare la gente di Gaza.
Ma ha molte più armi: 7.400 fucili americani d'assalto M-16, decine di mitragliatrici montate su automezzi, lanciarazzi tipo RPG, 800 mila proiettili, 18 veicoli corazzati portatruppe USA, 7 jeep corazzate.
Inoltre: 14 bulldozer di tipo militare del genere usato da Tsahal per abbattere le case palestinesi, ed otto grossi camion portanti cannoni ad acqua per disperdere la folla.
Tutto materiale preso a Fatah, dopo aver fatto irruzione nei quartieri della security di Fatah la settimana scorsa.
Valore: sui 400 milioni di dollari. Dono del contribuente degli Stati Uniti.
Con le armi, gli armati di Hamas hanno messo le mani su qualcosa di ancor più preoccupante: computer e documenti della CIA contenenti «informazioni sulla collaborazione tra Fatah e gli enti di sicurezza israeliani e americani; istruzioni CIA di come prevenire attacchi e contrattaccare; su come smantellare le cellule di Hamas; progetti di assassinio di membri di Hamas da parte di membri di Fatah; e studi americani sulla situazione di sicurezza a Gaza».
Così Aaron Klein, corrispondente ebreo del sito neocon WorldNet Daily.
Dunque è provato: Mahmoud Abbas, il presidente di Fatah preferito da Washington, aveva ricevuto dagli USA i mezzi per il colpo di Stato, onde distruggere Hamas, il governo eletto dai palestinesi.
Robert Baer, ex responsabile CIA per il Medio Oriente, è sicuro: la scoperta documentale della strettissima collaborazione di Fatah con la CIA è «un grave colpo» per l'Autorità Palestinese sostenuta dagli americani, e rivelerà i metodi con cui «addestravamo [i membri di Fatah] a spiare Hamas».
Ha aggiunto Baer: «Certo, lo slogan 'Fatah eguale CIA' non migliora l'immagine di Abbas».
Ma ormai Fatah non conta più sull'appoggio del suo popolo.
La sua forza è nel sostegno della soi-disant «comunità internazionale», ossia USA ed EU, spinte dalle lobby khazara.
Ne è indizio la nomina da parte di Abbas del suo primo ministro dipinto dai media come indipendente, Salam Fayyad: è un alto funzionario della Banca Mondiale, buon amico di Wolfowitz.
Ma non è tutto.
C'è il rischio per Washington di gravi complicazioni internazionali.
Fra il materiale caduto in mano ad Hamas ci sarebbero, sostiene Klein, anche informazioni sulle «reti della CIA in Medio Oriente», che i responsabili di Hamas vorrebbero rendere pubblici per «dimostrare la collaborazione tra gli americani e Paesi arabi traditori».
I regimi di questi Paesi possono crollare sotto la rabbia popolare.
Ecco perché Olmert, che ad Abbas non ha mai concesso nulla contribuendo fortemente alla sua impopolarità, ora giura e spergiura di aiutarlo in ogni modo; facendo spendere a Washington (che paga gli aiuti khazari) 86 milioni di dollari per pagare gli stipendi dei collaborazionisti.
Ecco perché Bush ha dato «il suo pieno appoggio» ad Abbas e al suo cosiddetto primo ministro della Banca Mondiale.
E Condi Rice ha gridato: «Hamas ha fatto la sua scelta. Ha voluto soffocare il dibattito democratico…ora è dovere della comunità internazionale sostenere quei palestinesi che vogliono costruire una vita migliore e un futuro di pace».
Il Ministero della Verità immaginato da Orwell non avrebbe potuto coniare una frase più truffaldina.
La verità è che il governo di Hamas è stato democraticamente eletto; che gli usraeliani hanno tentato in tutti i modi illegali e criminali di farlo cadere, non escluso un colpo di Stato di Fatah, e che non essendoci riusciti, ora ordinano di strangolare i palestinesi di Gaza, metterli alla fame e batterli coi cannoni khazari («una vita migliore e un futuro di pace»).
Ma, come tutte le direttive emanate dal regno di Khazaria, la menzogna spudorata diventa un ordine per i media europoidi.
Per i quali Hamas è «terrorista» (anche se non hanno più compiuto alcun attentato kamikaze da quando sono al governo), e i suoi «terroristi» - come se non avessero nulla di più urgente - hanno devastato il complesso cattolico di Al-Wardiya a Gaza.
Anche se il solo sacerdote lì presente, padre Musallam, si spolmona a ripetere: «Le persone che hanno compiuto questa barbarie stanno cercando di trascinarci nella lotta tra Hamas e Fatah», insomma è stata Khazaria.
In questo coro di servi, va notata la voce solitaria di Jimmy Carter: «Il rifiuto di Bush di accettare la vittoria elettorale di Hamas nel 2006 - una vittoria leale e democratica - è stato criminale. E condanna il popolo palestinese a conflitti sempre più gravi».
Un solo giornale ha riportato le parole di Carter: il Jerusalem Post.
Naturalmente, per additarlo come un bersaglio delle ritorsioni della nota lobby.
Purtroppo, Bush e Olmert hanno il tempo dalla loro, mentre la popolazione di Gaza ha i giorni contati.
Il nuovo ministro della guerra israeliano, Barak, sta pianificando una nuova invasione della Striscia, con 20 mila uomini, carri armati ed appoggio aereo, «nel giro di settimane».
«Il più grande campo di concentramento del mondo» (come l'ha definito Haniye, il primo ministro di Hamas) sta per subire un trattamento che non ha subìto alcun lager o gulag: il bombardamento degli internati.
E poi gli aguzzini dicono che terroristi sono gli altri.
Ma non va dimenticata la diplomazia, nel senso orwelliano fatto proprio da Bush.
George Bush ha una gran fretta di trovare un nuovo lavoro all'amico Tony Blair.
Prima, l'ha proposto per la Banca Mondiale.
Poi, come presidente a tempo pieno dell'Unione Europea (è lui che comanda in casa nostra).
Ora lo vuole fare plenipotenziario viaggiante per «la pace in Palestina», per «intensificare gli sforzi di pace fra Israele e l'Autorità Palestinese».
Anzi, tutto è già deciso: Blair sarà praticamente il capo del Quartetto, ossia dell'organo che ha tentato invano, ed è stato sempre più marginalizzato e disprezzato da Khazaria, di «fare la pace fra Israele e la Palestina».
Questo quartetto è composto da: ONU, Unione Europea, Stati Uniti e Russia.
Accetteranno i tre sui quattro di farsi comandare da Blair?
L'alleato più sicuro di Bush nelle sue disastrose guerre asiatiche, che ha perso per questo ogni credibilità persino in patria?
E' possibile che ad un simile individuo, bruciato presso le opinioni pubbliche non solo arabe, venga attribuita una qualche capacità di ottenere un qualche risultato «di pace»?
In un mondo non orwelliano, la sola proposizione di Blair sarebbe giudicato da tutte le diplomazie un atto di tracotanza intollerabile, e persino poco realistico.
Ma che importa?
Olmert ha fatto sapere di essere «molto favorevole al primo ministro Blair, dato il suo continuo impegno in Medio Oriente e nel processo di pace».
Frase che di per sé pare uscita da «1984»: dove, si sa, lo slogan più ripetuto è «La pace è guerra», insieme agli altri noti detti del Grande Fratello: «La libertà è schiavitù», e «L'ignoranza è forza».
Blair andrà a fare un'altra volta ciò che Israele vuole ed ordina.
E i Magdi Allam ci ripeteranno che la libertà dei palestinesi è in realtà schiavitù, e dunque bisogna rendere loro la schiavitù sotto Fatah, che è libertà.
E noi tutti applaudiremo perché, si sa, l'Ignoranza è Forza, e noi pratichiamo con fervore l'ignoranza.
Benvenuti sotto la dittatura di Khazaria, di cui siete volontari servi.
Che vergogna.
Maurizio Blondet

23 giugno 2007

Tunguska: quando la ricerca scientifica si dedica agli UFO



Dal 14 al 30 luglio 1999 una spedizione scientifica italiana si è recata nella regione di Tunguska (Siberia), teatro nel 1908 dell'esplosione di un oggetto cosmico.
La spedizione, battezzata "Tunguska99" è stata organizzata dal Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna, in collaborazione con l'Osservatorio Astronomico di Torino e l'Istituto di Geologia Marina (CNR di Bologna) e con il supporto sul posto del personale e dei ricercatori dell'Università di Tomsk (Russia).
La spedizione "Tunguska99" è un apporto ai programmi internazionali sulla scoperta e lo studio delle caratteristiche fisiche di asteroidi e comete potenzialmente pericolosi per l'umanità.
Eppure, si dice che qualcuno ha trovato tracce di materiali sconosciuti con incisi ideogrammi non ancora identificati. Qualcuno ha cancellato tali tracce e perchè?
Mario di martino e Giuseppe Longo parlano della spedizione:
I partecipanti e l'equipaggiamento della spedizione sono stati trasportati dall'Italia a Krasnoyarsk da un velivolo Iljushin IL-20M dell'Istituto Statale di Ricerca dei Sistemi Aerei (GosNIIAS) e da Krasnoyarsk a Tunguska da un elicottero MI-26.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati è stato costruito un campo base nella taiga ad alcune centinaia di chilometri dai centri abitati raggiungibili su strada.
La spedizione si prefiggeva un compito più vasto di quello della prima spedizione italiana organizzata dall'Università di Bologna nel 1991, volta alla ricerca di microparticelle dell'oggetto cosmico nella resina degli alberi (Longo et al., 1994; Serra et al., 1994).
Gli obiettivi principali della spedizione "Tunguska99" erano:
1) studiare la struttura e i sedimenti del lago Cheko, un piccolo specchio d'acqua prossimo all'epicentro dell'evento Tunguska;
2) eseguire un rilevamento fotografico aereo del luogo dell'esplosione;
3) raccogliere legno, torba e campioni di rocce;
4) monitorare i raggi gamma durante i voli Italia-Siberia-Italia e a Tunguska.

2.
Abbiamo effettuato uno studio geofisico/sedimentologico del lago Cheko, un piccolo lago (diametro di circa 500 metri) che si trova a 8 km dall'epicentro. Il nostro lavoro aveva due obiettivi principali: 1) verificare se la formazione del lago potesse essere correlata all'evento del 1908; 2) rilevare nella sequenza sedimentaria nel lago evidenze geofisiche e geochimiche dell'evento, dalle quali trarre informazioni sulla natura dell'oggetto cosmico.
Lo studio sul campo ha incluso l'acquisizione dei seguenti dati: a) morfobatimetria acustica; b) riflettività del fondale; c) indagini con scandaglio sonar; d) indagini acustiche a bassa frequenza e risoluzione per lo studio della stratigrafia del fondo del lago; e) indagini radar ad alta risoluzione per individuare le strutture dei sedimenti del lago (Pipan et al., 2000); f) carotaggi dei sedimenti.
Il lavoro successivo sarà focalizzato sull'analisi delle carote e sull'individuazione di possibili effetti fisici nella successione sedimentaria (ad es. frane delle pareti del fondale del lago), che potrebbero fornire importanti indizi circa l'energia dell'evento.

3.
E' stata compiuta un'analisi aerofotografica multispettrale impiegando il velivolo Iljushin IL-20M dell'Istituto Statale di Ricerca dei Sistemi Aerei (GosNILAS). L'analisi aerofotografica ha riguardato una superficie di oltre 230 km2 compresi tra le latitudini 60° 50' 00" N e 60° 58' 30" N e tra le longitudini 101° 45' 00" E e 102° 05' 00" E. Le immagini sono state realizzate in scala 1:8000 e 1:14000 con una copertura del 60% in longitudine e del 30% in latitudine.
Parallelamente è stata eseguita una scansione lineare simultanea in 6 bande spettrali, da quella ottica all'infrarosso termico: 0.43-0.51 µm, 0.50-0.59 µm, 0.61-0.69 µm, 0.76-0.90 µm e 8.0-12.5 µm.
Durante il volo, la posizione dell'aereo era continuamente monitorata con un sistema GPS ed in questo modo le coordinate erano collegate direttamente alle fotografie.
Contemporaneamente sono state misurate al suolo le coordinate geografiche di differenti punti appartenenti alla stessa area. Queste misurazioni al suolo con sistema GPS sono state eseguite con un errore inferiore a 20 m. I risultati dell'analisi aerofotografica e delle rilevazioni topografiche al suolo saranno utilizzati per riesaminare il materiale aerofotografico ottenuto nel 1938 sotto la direzione di L.A. Kulik (Kulik, 1939 e 1940), in modo da verificare alcuni particolari dell'esplosione del 1908 e verificare una recente ipotesi sull'evento (Nikolaev, 1998).

4.
Sono stati raccolti campioni di legno dagli alberi sopravvissuti all'esplosione del 1908 posti a differenti distanze dall'"epicentro" in modo da approfondire l'analisi eseguita dalla prima spedizione italiana nel 1991. E' stata raccolta una zolla di torba (50 x 20 x 70 cm) in un punto distante circa 500 m dal lago Cheko. Verranno eseguite l'analisi isotopica e l'esame dei pollini in modo da trovare indicazioni sulla composizione dell'oggetto cosmico. Si analizzeranno anche i pollini presenti nei carotaggi effettuati nei sedimenti del lago Cheko e nei campioni di torba prelevati da strati precedenti e successivi all'evento Tunguska. A tal fine sono stati raccolti campioni di fiori in diversi punti della zona. Lo studio dei pollini dovrebbe consentire di ottenere informazioni sui cambiamenti nella vegetazione a seguito dell'impatto del 1908. Si procederà allo studio della petrologia e della geochimica delle rocce ignee del Mesozoico che affiorano nella regione di Tunguska. Verranno analizzati i campioni raccolti dalla cosiddetta "John rock" al fine di individuare se la sua origine sia terrestre o cosmica. Si stanno esaminando anche due chilogrammi di ghiaia provenienti dal fondo del lago per individuare se la vetrificazione sia connessa con fenomeni vulcanici o sia imputabile all'evento Tunguska.

5.
Un rilevatore del gruppo VRC (Variazione della Radiazione Cosmica) dell'Università di Bologna ha monitorato i raggi gamma sia durante i viaggi aerei Italia-Siberia-Italia sia durante le due settimane di permanenza nella Riserva Naturale di Tunguska. Simili rilevatori sono stati utilizzati nel passato dal gruppo per studiare le variazioni dei raggi gamma dipendenti dall'attività solare, dal campo geomagnetico e dalle condizioni ambientali in Italia, Antartide, isole Svalbard, Himalaya e durante il viaggio per mare Italia-Antartide-Italia.
Al campo base i raggi gamma provenienti dalla radiazione cosmica e dall'ambiente sono stati costantemente monitorati a intervalli di 15 minuti, considerando le bande di energia tra 0.05-3 MeV e 3-10 MeV. Nelle vicinanze del lago Cheko si sono registrati radionuclidi generati dalle catene di decadimento del 238U e 232Th. I dati saranno ulteriormente esaminati per individuare altri radionuclidi di origine naturale o imputabili all'uomo. Le misurazioni effettuate in volo indicano una significativa variazione del flusso di raggi cosmici come conseguenza dell'attività solare.
A questo indirizzo tutte le foto ed anche altro sulla spedizione http://www-th.bo.infn.it/tunguska/index.html

21 giugno 2007

Viva la democrazia!


La "nostra" democrazia vista da un fan del sito di beppegrillo. Il comico della politica italiana.
"I partiti non fanno più politica. I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi.
I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c'è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente... Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.
Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano.
I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della Nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l’operato delle istituzioni.
La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.
Il consumismo individuale esasperato produce non solo dissipazione di ricchezza e storture produttive, ma anche insoddisfazione, smarrimento, infelicità.
Quando si chiedono sacrifici al Paese e si comincia con il chiederli ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili. Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l'operazione non può riuscire."
fonte beppegrillo.it